A good companion shortens the longest road

Ralph

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    -Spiacenti, siamo chiusi per la pausa pranzo! Potete ritornare tra un paio d’ore!- fu con un sorriso smagliante che la Grifondoro fece smammare due nanerottoli del primo anno, girando poi con immenso piacere il cartellino che dalla vetrata del negozio recava la scritta “we are closed”.
    -Per oggi è andata-, commentò, sollevata, ricevendo in risposta un “parla per te, rossa” dall’altra commessa. Quel giorno il suo turno era finito prima della pausa pranzo, ma Logan non sarebbe tornato dall’allenamento con suo padre se non a serata inoltrata; avanzava un mucchio di tempo, così aveva deciso di approfittarne per fare un salto a Mielandia. Certo, non prima di aver controllato allo specchio che i capelli non si fossero gonfiati per l’umidità: durante una delle ultime lezioni Logan le aveva detto che le stavano particolarmente bene, così aveva preso l’abitudine di renderli più mossi… ma in quel momento somigliava più a uno spaventapasseri che ad altro…
    -Sono inguardabili… mi aiuti?-, la ragazza non se lo fece ripetere due volte ma in cambio non mancò di sfoderare un sorriso malizioso che la mise non poco a disagio.
    -Dì un po’, non è che fra te e quel fustacchione del caposcuola c’è qualcosa in ballo?-, nel sentire quella domanda Karen aggrottò le sopracciglia, ma fece la gnorri. Non si erano mai baciati davanti ai loro compagni di scuola, soltanto una volta in negozio con il pretesto di mostrargli le nuove sfere di polvere buiopesto peruviana lo aveva trascinato dietro uno scaffale. Ma la sua compagna di Zonko non era nei paraggi, si era dileguata nel retro per recuperare una scatola di fresbee zannuti.
    -Potrei dare di stomaco… dai, come ti salta in mente? È di famiglia, come se fosse…- non dire quella parola, non dirla!
    -Mio cugino-, ecco, l’aveva detta. Avrebbe potuto stendere il mantello dell’invisibilità sul detto che seguì: non c’è cosa più divina…
    -Ti lascio a cuocere da sola, addio-, fu in fretta che lasciò il negozio, ma con calma che si avviò verso Mielandia: se i conti tornavano, quel giorno i due piccioncini avevano turni diversi e Astrid si sarebbe tolta dalle scatole permettendole di poter scambiare due chiacchiere decenti con il capellone. Negli ultimi tempi Ralph era diventato indecifrabile: dopo la chiacchierata con Jack, Karen si era sentita costantemente sotto osservazione, come se Ralph ogni tanto temesse ancora che potesse fare qualcosa di stupido; nell’ultima settimana invece la sensazione era stata all’opposto ed era come se… la stesse evitando come la peste. E non ne capiva il motivo: lui per primo da quando si era fidanzato sembrava entrato in osmosi con la bionda, quindi rifiutava di credere che fosse quello il problema. Una cosa era certa: il loro rapporto non era più come prima e c’erano momenti in cui Karen ne sentiva nostalgia. Confidava che la busta natalizia che nascondeva nello zaino funzionasse come pretesto per riavvicinarli, ma una vocina nella testa le sussurrava a scoppio ritardato che intromettersi a quel modo non era stata una buona idea…
    -Sì lo so che siete chiusi, ma non per me-, lo precedette quando il campanello sopra la porta tintinnò, palesando il suo ingresso.
    -Sorpresa. Ho qualche ora buca prima di tornare a casa così mi sono detta, perché non approfittarne per rompere le palle a Finnik? Detengo i diritti d’autore sui suoi futuri capelli bianchi, dopotutto!-, abbozzò un sorriso prima di andare alla ricerca di uno sgabello e trascinarlo fino al bancone, dove prese posto. Karen lasciò il giubbino sopra la cassa, battendo poi un paio di colpetti sul vestitino e sulle calze per scrollarsi via la neve.
    -Non so te ma io potrei letteralmente svenire dalla fame. Mangiamo? La tua dolce metà si unisce a noi?-, domandò con noncuranza, consapevole perfettamente che con Astrid fuori dai giochi sarebbero stati da soli. Nonostante tutto il tono suonò più scocciato del previsto.
    -Prima che me ne dimentichi…-, Karen frugò nello zainetto alla ricerca della busta. All’apparenza niente di speciale, con un portachiavi a forma di bolide e di mazza da battitore era legato a un rettangolo di carta riciclata.
    -Non so se avrò un’altra occasione per dartelo, ultimamente sei più latitante di un Mangiamorte… quindi ne approfitto. Ti consiglio di aprirlo una settimana prima di Natale, ha scadenza breve-, dentro avrebbe trovato due biglietti nominativi per lo stadio di Quidditch in Scozia. Uno aveva i suoi dati, l’altro quelli di suo fratello Jack.
    -Non è uno scherzo, ho… chiuso con quella roba. Quindi puoi anche smettere di guardarmi come se avessi una caccabomba pronta ad esplodere eh?-


    Edited by Elhaz - 8/12/2022, 21:05
     
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    La chioma rossa fece la sua apparizione noncurante del cartello che recitava a lettere cubitali (potevo averlo ingrandito leggermente ai limiti dell'ospitalità? Beh, forse, ma i bambini non riescono a leggere in piccolo, così come i genitori o i parenti di vario grado quindi..) la chiusura del negozio per pausa pranzo. Ammetto che la stavo evitando come la peste. Sì, esatto.. ma capitemi avevo i miei buoni motivi per farlo!
    Ciò nonostante non riuscii a trattenere una mezza risata all'allusione sui diritti di autore dei capelli bianchi, mentre mi toglievo il cappellino idiota e li sistemavo con la mano, quasi a sottolineare come fossero tutti ancora vibranti e scuri.
    E io che pensavo che la calvizie a 30 anni sarebbe stata un problema.. canuto a 20.. ti fa rivalutare diverse cose..
    La vidi togliersi il giaccone, rimanendo con.. un vestitino. Fu impossibile non aggrottare la fronte in modo automatico.
    Quindi adesso ti piacciono le gonne.. e tutto il resto..?
    Lei non si vestiva così. L'unica gonna che metteva era quella della divisa e provvedeva a togliersela in favore dei jeans e maglioni informi da maschiaccio appena ne aveva la possibilità. Eppure era da qualche mese che si sistemava i capelli, che ogni tanto si truccava e indossava queste.. cose. E non ci avevo fatto caso più di tanto perché.. beh era una ragazza era normale che si mettesse cose da ragazza. Almeno finché non avevo visto quello che avevo visto.
    Non ti si gela più il culo?
    Indimenticabile la sequela infinita di lamentele dell'anno prima sul.. cos'era? Retaggio maschilista di imporre le gonne alle ragazze nei mesi invernali con la neve alta fino alle ginocchia e un prototipo di petizione per la presidenza mirato a concedere a tutti dei pantaloni lunghi oppure imporre dei kilt per gli studenti maschi.
    Nah che non fosse del tutto di suo gusto non me lo toglieva dalla testa nessuno: era opera di quella testa di merda..
    Tirai fuori due piatti e infilai un braccio nella vetrinetta accanto al bancone per tirare fuori una fetta spessa 6 dita di torta al cioccolato e lamponi.
    No, oggi non lavora... la tua invece?
    Domandai con un sorrisetto sarcastico porgendole il piatto.
    Si unirà a noi?
    Ecco perché la evitavo come la peste: perché non riuscivo a non impicciarmi. Non riuscivo a mordermi la lingua e tenermi le mie opinioni per me. La distrazione però giunse sottoforma di un cartoncino con una specie di portachiavi che pendeva di lato. Me lo rigirai tra le mani, senza ricordarmi che Natale, ormai, era vicino. Nonostante le innumerevoli decorazioni che avevano invaso il negozio e le irritanti canzoncine di Natale iniziate con così tanto anticipo.
    Non ti guardo come una caccabomba pronta ad esplodere...
    La guardavo a malapena dopotutto!!
     
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    -Potrebbe andarti peggio di una testa spelacchiata. Tipo una nuova divisa in tema…-, con un cenno del capo Karen indicò le decorazioni natalizie che la facevano da padrone in negozio. Alla rossa quell’atmosfera non dispiaceva: in quel periodo le vie della sua città si trasformavano diventando ancora più colorate e luminose, insieme alla neve le conferivano l’aspetto di un villaggio incantato uscito dalla fiaba di un libro. Dopo che suo padre aveva lasciato Rya trasferendosi a Londra e Stefan aveva rotto i rapporti con lei, il Natale aveva portato di nuovo malinconia in famiglia; eppure, quell’anno Karen sentiva di poterlo vivere con maggiore serenità. Sarebbe stato senz’altro un po’ strano: anche se non era il primo Natale che passava con i McCormac, sarebbe stato il primo insieme da fidanzati. Fidanzati impegnati a fingere di non esserlo per non dare nell’occhio: se uno dei due auror avesse carpito dai loro sguardi o dai loro punzecchiamenti qualche indizio di troppo sarebbe stata una catastrofe.
    -Neanche per sbaglio-, rispose a bruciapelo, stranita dalla domanda.
    -Didi si è fissata con i vestiti, pensa che mi stiano bene. Devo ammettere che in certe situazioni siano più comodi di quanto pensassi, non impacciano come i jeans...-, scrollò le spalle con noncuranza. La tassorosso sembrava divertirsi più di lei a conciarla in modo da “somigliare di più a una ragazza”
    -… il mio culo è al caldo: le calze non sono vere calze ma leggins felpati. Vedi? I vantaggi nell’essere maghi-, Karen ne afferrò un lembo a metà coscia, tirandolo per fargli vedere che si deformava: un incantesimo simulava il colore della pelle, come se fosse nuda. Ma era soltanto un’illusione ottica. Quel che non capiva era tutto quello stranirsi per un vestito, come se fosse la prima volta che gliene vedeva addosso uno in vita sua. Al ballo di Yule dell’anno prima aveva indossato un vestito da fiaba e Ralph l’aveva notato a malapena.
    -Ne dubito-, rispose distratta dal piatto di torta, che non esitò a fare fuori in rapidi bocconi tra una parola e l’altra.
    -È in infermeria e ci resterà per tutta la notte. Ben gli sta: la prossima volta eviterà di ingozzarsi di erba…-, da quando era stato castrato Sbirro era diventato un ingordo: per mezzo secondo che la Grifondoro lo aveva perso di vista se l’era ritrovato agonizzante sul pavimento, salvo poi scoprire che il malessere era dovuto a una indigestione di trifogli.
    -Cosa ti fa credere che lo voglia sempre tra le palle? Ho bisogno dei miei spazi anche io. E comunque mi pare di aver capito che ultimamente tra voi tiri una brutta aria…-, l’ultima volta lo aveva beccato a imprecare come uno scaricatore di porto perché Sbirro gli aveva divorato la relazione per Korko. Non sapendo se prendere o meno sul serio la minaccia di appenderlo alla parete per le orecchie come trofeo di caccia, Karen aveva sospeso per un po’ il servizio da pet sitter, portandoselo dietro ogni volta che poteva per non fargli soffrire la solitudine in camera.
    -Forse no. Però mi guardi quasi come se stentassi a riconoscermi-, commentò, aggrottando un sopracciglio.
    -Ancora sotto Confundus, Finnik?-, per un attimo sorrise sarcasticamente.
    -Toglimi una curiosità, ti tiene ancora in punizione per la storia della gallina?-
     
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    Sì.. certo.. perché tu sei proprio il tipo che si fa usare come bambolina dagli altri..
    Il sarcasmo era inarrestabile, ma di fronte a quella storiella che il suo cambio di look dipendesse dalla biondina di Tassorosso.. andiamo almeno avrebbe potuto inventarsi una balla più probabile! Forse la aiutava.. ma Karen Cavanaugh, la rompiballe suprema.. non si sarebbe fatta conciare in modo diverso da come era solo perché la sua amica fiocchettosa le aveva detto che i vestiti le stavano bene. I vestiti stanno bene lo sappiamo tutti perché: perchè sono una comoda via di accesso al.. AGH, GAAAH! NO! Cervello, smettila..kiddo non ha un.. un culo, ne una... no, zero, niente. Anatomicamente pari ad un manichino! Ecco cosa!
    Impossibile anche non alzare un sopracciglio dinnanzi alla sua risposta: ovviamente da bravo spaccone McCormac aveva dovuto farsi fuori che cosa? Un intero chilo di erballegra? Perché lui fa a botte, lui è fortissimo, con lui siamo tutti in ottime mani, perché lui fa i gargarismi con l'incendiario la mattina..
    ...affascinante..
    Ce lo vedevo K.O per aver esagerato e aver sovrastimato la sua resistenza. Sì, ben gli stava, sicuramente. Testa di cazzo moscio... Ammirabile anche la sfrontatezza con cui la ragazzina parlava dell'argomento, neanche stessimo discutendo del suo coniglio. Una sfrontatezza che per qualche motivo mi indispettì ancora di più: stonava troppo. Lei era kiddo.. per quale diamine di motivo adesso era seduta su uno sgabello a gambe incrociate, mangiando della torta e parlando di.. di quel cazzone viscido del suo fidanzato come una donna di mondo?
    Sì come no, bella questa, gli sei sempre appiccicata.. oggi sei un po' scarsa con le balle kiddo..
    Che tirasse una brutta aria tra me ed il Caposcuola non mi ero neanche preoccupato che fossi così evidente: cercavo di evitare anche lui il più possibile, cosa ben difficile avendolo a un letto di distanza in Dormitorio. Ma no nella lista delle mie priorità di certo non c'era l'intento di non ferire i suoi sentimenti o di non offenderlo: era un pezzo di stronzo infame e basta. Non si meritava nessun trattamento di cortesia e per quel che mi riguardava poteva rimanerci per un mese in infermeria. Alla sua dichiarazione tuttavia dissimulai stringendomi nelle spalle con una smorfia che lasciava intendere che non ne sapevo niente di nessuna brutta aria.
    "mi guardi quasi come se stentassi a riconoscermi" Respira Finnik.. non puoi imboccare quella strada.. non ne hai alcun diritto.. morditi ancora un po' interno della guancia.. non dirle niente..
    In effetti..
    Non era con lei che ce l'avevo. Ma non potevo negare di non riconoscerla più come kiddo. Improvvisamente sembrava essere cresciuta tutta assieme.. ma non riuscivo a non intravedere, ogni volta, quella ragazzina esile e fragile, accartocciata su se stessa alla centrale di polizia. Che avrebbe potuto essere spazzata via da un soffio di vento troppo forte, da parole troppo crude.. Non bastava un vestito, una posa più da.. ragazza a cambiare questo. Avevo visto quella fragilità e mi terrorizzava quella situazione. Mi faceva imbestialire che la persona a cui avevo scelto di confidare questa cosa, sperando nel suo aiuto, sperando che ci tenesse.. se ne fosse approfittato in questo modo così... viscido e scorretto.
    Con un accento francese potresti passare per tua sorella ormai... ti stai preparando per fare tipo quel film con lo scambio di gemelle..?
    Non era colpa sua e non volevo farglielo pesare.. ma cazzo quanto mi dava fastidio.. anche se non erano affari miei avrei solo voluto spingerlo via e mandarlo a fanculo..
    Fsk... penso che la gallina sia l'ultimo motivo per cui potrebbe tenermi in punizione..
    Una risata amara mentre scuotevo la testa e mi ficcavo in bocca, finalmente, a mia volta, un pezzo di torta a casaccio.
     
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    Karen si adombrò, il suo viso lentigginoso si contrasse in una smorfia corrucciata. Quell’insinuazione sul suo modo di vestire la infastidì: quante storie inutili per uno stupido vestito!
    -Guarda che non c’è bisogno di farla tanto lunga, se non ti piace puoi dirmelo. Sono abbastanza matura da farmene una ragione, così come lo sei anche tu da ricordarti che, indovina un po’? Kiddo è una ragazza. Forse ogni tanto vorrebbe solo sentirsi più carina.-, ribatté sarcastica, per non dargli la soddisfazione di vedere che se la fosse presa a morte. Proprio non riusciva a capire quale fosse il fulcro del suo disappunto né dove Ralph volesse andare a parare: per Logan vederla indossare un vestito o una felpa non avrebbe fatto alcuna differenza, era ad altro che badava mentre stavano insieme…
    -E tu oggi sei proprio intrattabile, sai? Invece di borbottare cose senza senso su vestiti e bambole dovresti mettere da parte il rancore e andare a trovarlo. Vivete nella stessa casata e a momenti neanche sai che gli succede…- gli rimbeccò, profondamente contrariata.
    -Dico sul serio: era molto abbattuto quando l’ho lasciato, neanche riusciva a vomitare-, era una delle poche, ma grandi, rotture di coglioni del prendersi cura di un coniglio: se ingurgitavano schifezze o facevano indigestione per conformazione anatomica non potevano ricacciarla fuori. La situazione di Sbirro non era così tragica come l’aveva dipinta, ma vederlo col pancino gonfio e la flebo di fisiologica avrebbe potuto far scattare in lui il senso di colpa – o la compassione perfetta per farli riconciliare. In fondo nel suo stomaco ci era finita la pergamena che aveva contribuito al gonfiore.
    -… ormai?-, Karen lasciò il piattino vuoto sul bancone, soffermandosi su quella parola di troppo, pronunciata con troppa leggerezza. Che cazzo voleva insinuare?
    -Copiare quella scopa nel culo è impossibile perfino per una brava attrice come me. Ma credo di essermi persa un passaggio: da quando siamo passati dal “io sono sicuro che vi distinguerei” al “potresti passare per tua sorella ormai”?- non riusciva più a distinguere il confine tra lo scherzo e la serietà e fu l’unico motivo per cui non ci rimase subito di merda. Era come se Ralph stesse insinuando che non c’era più niente della sua personalità, che era bastato cambiare aspetto per cancellare… tutto il resto.
    -Che hai combinato?-, una novità: era amarezza quella che sentiva nel tono di Ralph? Che finalmente il concasato avesse cominciato a realizzare di stare con una ragazzina che con lui non c’entrava un beneamato cazzo – beh, forse giusto uno - lo metteva in serio dubbio. Quando lei era nei paraggi Ralph sembrava un totale rincoglionito, vedeva soltanto Astrid… senza accorgersi di nient’altro.
    -Dici di me, ma neanche voi due fino a quest’estate scherzavate, a Dublino quasi non riuscivi a separarti dal suo culo. È da un po’ che non vi si vede spesso appiccicati… guai nei sotterranei, Finnik?-


     
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    "Kiddo è una ragazza. Forse ogni tanto vorrebbe solo sentirsi più carina." Impossibile per me accettare che questo desiderio non fosse mosso da una causa esterna. Impossibile pensare che fosse normale, per una ragazza, avvertire quel bisogno. Ormai il mio cervello era fossilizzato su un solo punto di vista ed il punto di vista era che questo cambiamento fosse indotto da McCormac e che provenisse da lui stesso.
    Lo so che sei una ragazza.
    Borbottai sfregandomi gli occhi con indice e pollice, con un tono vagamente esasperato da questa tendenza, esclusivamente femminile, di inasprire i toni e drizzare le penne in moti femministi che, davvero, erano esagerati ed immotivati. Non stavo mettendo in discussione che fosse una ragazza: era sufficientemente irritante quando ci si metteva da non poterselo dimenticare dopotutto.
    "dovresti mettere da parte il rancore e andare a trovarlo. Vivete nella stessa casata e a momenti neanche sai che gli succede…"
    Ma stiamo scherzando?? Alzai le sopracciglia guardandola come se si fosse appena tirata fuori un elefante rosa dal culo, soffiando una risata sarcastica mentre mi allontanavo dal bancone, afferrando un panno per pulire le sue briciole, tanto per fare qualcosa e tentare, disperatamente, di non lanciarmi in quelle sabbie mobili.
    Sì, non credo che lo farò francamente ...
    E non felice rincarava pure la dose, confermandomi fino a che punto i viscidi tentacoli del Caposcuola si fossero aggrappati alla piccola irlandese. Lui abbattuto. In infermeria. McCormac.. quello che sputava i denti dopo un pugno in faccia e diceva che non aveva sentito niente. Quello che pisciava sangue e si stringeva nelle spalle perché ehi, lui era talmente macho che niente poteva sconfiggerlo. Lui. Lui era abbattuto perché aveva male al pancino e non riusciva a vomitare l'erba cattiva. Quanto poteva essere manipolatore?
    Oh povera stellina.. Dirò a Vanya di fargli una lavanda gastrica.. magari anche un lavaggio del colon così ne esce bello ripulito e splendente, come nuovo...
    A dirla tutta l'avrei fatto, onestamente. Mi morsi poi le labbra, cercando di non farmi prendere troppo da quella sensazione di voler.. controllare tutto. Non sarebbe servito a niente fare quel discorso con lei.. l'avrebbe solo indispettita, ci sarebbe rimasta male, si sarebbe attaccata ancora di più a lui. E non doveva attaccarsi ancora di più a lui.. dovevo mandare giù il rospo e cercare di fare buon viso a cattivo gioco. Perché quando quel verme merdoso le avrebbe fatto una qualche porcata non doveva assolutamente ritrovarsi da sola come qualche mese prima, lanciandosi in qualche altro camino o stronzate del genere.
    Quel che voglio dire è che.. è grande e grosso e starà bene e i.. maschi non si vanno a trovare in infermeria tra di loro.
    Cercare di recuperare così, sperando che basti.. manda giù il rospo e basta Finnik.. ti odierà e basta se le dici quello che pensi. E forse mi ero già sbilanciato troppo e dovevo in tutti i modi sforzarmi di tirare i remi in barca.
    Non lo so, non.. non te ne è mai importato niente...
    Perché tutta questa fretta di crescere kiddo? Essere grandi è uno schifo.. hai già troppa roba sulle spalle che ti ostini a portarti dietro. Perché tutta questa fretta di cercare carichi sempre più grandi? Ma dopotutto la so già la risposta: perché se stai con qualcuno che è molto più grande di te, perché se ti piace, l'ultima cosa che vuoi è che ti tratti come un kiddo. L'avevo fatto anche io con Vanya. Lo stava facendo per lui, per compiacere quell'infame del cazzo. Ed era questo che mi infastidiva: che ancora una volta fosse totalmente in balia di quello che gli altri pensavano, che ancora una volta si sentisse in difetto.
    Non.. non ne hai bisogno Karen.
    Perché aveva bisogno di sentirsi "più carina" più.. "ragazza"? Lo era già, lo era comunque.. senza troppo sforzo e senza troppo impegno. A modo suo che era quello che le stava meglio.
    "Che hai combinato?" Ah, quanto non avevo voglia di parlarne... quanto non mi andava di farlo con una ragazza.
    Eppure.. eppure avevo appena augurato al suo ragazzo di passare la prossima ora con un tubo in bocca e uno nel culo..
    anche se dovevo ammettere che fosse irritante il modo in cui si poneva quel giorno. Tamburellai le dita sul bancone, continuando a tormentarmi l'interno della guancia.
    ..potrei averle detto che.. non mi è mancata..
    feci ondeggiare leggermente la testa, come a far fluire il disagio di quell'uscita del cazzo come se lo rivivessi ogni volta che ci ripensavo.
    Si stava sentendo una merda perché ci eravamo visti poco, l'ho detto senza pensare pensavo di sai.. tirarla su, farla sentire meno in colpa e.. ed è uscita una merda...
     
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    Ho i miei dubbi, non riusciva a capirlo: per il ballo di Yule aveva indossato un vestito ancora più vistoso, e lo aveva fatto nella speranza di essere notata proprio da lui, ma per l’occasione Ralph non solo non si era espresso in commenti ma non aveva neanche battuto ciglio. Cosa era cambiato, in appena un anno? Non fosse che la conversazione aveva assunto in fretta toni che non la mettevano a proprio agio Karen non avrebbe esitato a spiattellarglielo in faccia, invece si ritrovò costretta a tenere a freno la lingua. Dalla risposta che ricevette poco dopo Ralph sembrava impegnarsi veramente tanto per impedirle di tenere fede a quel proposito: la rossa rimase a lungo in silenzio, esterrefatta dalla totale mancanza di empatia che stava esternando. Per un attimo si augurò che fosse sarcastico, perché snocciolare con tanta leggerezza trattamenti altrettanto invasivi per un povero coniglietto… sarebbe stata cattiveria pura.
    Sulle prime Karen non rispose. Finse di scacciare via le briciole dal vestito, evitando accuratamente lo sguardo di Ralph. La foga con cui si era espresso la rese pensierosa: non le pareva di aver abusato così tanto della sua disponibilità per badare al coniglio, erano più le volte che lo lasciava in dormitorio o in compagnia di Altair. Non aveva considerato che forse, ora che aveva una ragazza, avrebbe dovuto smettere del tutto di lasciarglielo. Eppure non sarebbe stata la prima volta che ribadiva quanto il proprio “soprammobile ad alta manutenzione” non avesse bisogno di un pet sitter.
    -Wow. Non immaginavo lo trovassi così insofferente-, commentò, senza riuscire a dare credito a quel tentativo di raddrizzare il tiro non appena si era reso conto di quanto stesse esagerando.
    -Certo che anche tu quando te le leghi al dito non ti smuove nessuno. E poi l’esagerata sarei io… si può sapere che ti ha fatto di tanto inaccettabile?-, tanto accanimento poteva concepirlo nei confronti di una persona. E per un attimo le sorse il dubbio che il fastidio verso Sbirro fosse solo un effetto collaterale per qualcosa che invece aveva fatto lei.
    Non te ne è mai importato niente. Non ne hai bisogno Karen, per un attimo la Grifondoro sollevò il capo per cercare lo sguardo del suo concasato. Non sapeva come rispondere, ma non sarebbe bastato quel confronto a frenarla dal cercare una propria dimensione in cui sentirsi bene.
    -Mi è sempre fregato il giusto.-, sotto sotto aveva sempre sofferto del confronto con le altre ragazze, che fossero coetanee o più grandi non aveva importanza: da quel fronte si sentiva sempre inferiore. Meno carina, meno attraente, meno femminile. Non erano mancate occasioni in cui qualcuno l’aveva fatta sentire sbagliata e di tutta risposta poteva considerarsi fortunata nell’aver sempre avuto la prontezza di rispedire certe offese al mittente con tanto di vaffanculo espresso. Ma alcune parole si erano insinuate sotto pelle più di quanto fosse disposta ad ammettere a sé stessa.
    -… non ti credo.-, l’incredulità aumentò ancor più quando realizzò che quei due stavano ancora insieme. Questo non fece che rafforzare l’opinione negativa che si era fatta di loro come coppia e di Astrid come ragazza: non importava che Ralph per lei non provasse niente al di là dell’attrazione, a lei andava bene così. Bastava avere qualcuno vicino quindi chiunque poteva servire allo scopo. Di lui non le fregava niente nella stessa misura in cui non le fregava niente neanche di sé stessa.
    -Se il mio ragazzo mi dicesse una cosa del genere potrebbe dire addio alla sua testa e alle sue palle. L’ultima cosa che una ragazza vorrebbe sentirsi dire è che non è mancata per niente-, eppure lui gliel’aveva detto. Che Ralph, seppur inconsciamente, stesse realizzando che la presenza della biondissima modella in realtà per lui non faceva alcuna differenza?
    -… sicuro che non sia uscita come sarebbe dovuta uscire?-, azzardò, tirando un filo del maglione e intrecciandolo tra le dita per tenere l’ansia sotto controllo. Era un discorso che aveva tenuto in caldo per lui da quella mattina al lago nero, quando la bionda l’aveva adescata per marcare il territorio. La sua opinione al riguardo era solo peggiorata, ma non c’era mai stata occasione per parlarne: l’ultima cosa che Ralph avrebbe voluto sentirsi dire era quanto poco si incastrassero insieme, e lei non aveva avuto davvero voglia di mettersi in mezzo, perché nel farlo aveva sempre temuto di perderne l’amicizia.

     
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    E porca Meride quanto era difficile ingoiare il rospo quando questo si gonfiava gracchiando cercando di scapparsene fuori. Fui costretto a mordermi letteralmente le labbra, neanche avessi appena visto una serie di video spiritosi su gente che sbatte le palle ad alte velocità.
    Già nemmeno io..
    Pensavo onestamente che McCormac fosse meno viscido e manipolatore. Sebbene non lo conoscessi da molto tempo, ne particolarmente bene, contavo se non altro che il rapporto che si ostinavano a definire sanguigno avrebbe comportato nei confronti della rossa un riguardo. Ebbene no. A quanto pareva per l'irlandese la cosa importante era infilarsi in qualche buco, qualunque esso fosse. E vedete grande stima per le sue capacità di rimorchio sia chiaro, le tette della Lloyd erano notevoli, il culo della Rosen..Ros.. ambè della rossa prima, pure. Un filo di invidia impregnato però di ammirazione? Certo.
    Ma che si facesse lei, che non solo era enormemente più piccola ma un pozzo di insicurezze e fragilità.. faticavo notevolmente a vederci qualcosa di nobile in quello. O qualcosa da ammirare. Era troppo grande per lei. Per lei che faceva le bizze per qualsiasi cosa, che si sentiva ignorata per la più piccola stupidaggine e che si offendeva con un niente. Come fanno le ragazzine.
    Eppure questo non potevo dirlo. Non a lei. Perché avrei messo la mano sul fuoco in quel momento che a una certa lei si sarebbe ritrovata di nuovo accartocciata per colpa di quell'imbecille pieno di sè su cui non si poteva fare un cazzo di affidamento.
    Probabilmente niente: ho solo commesso un errore di valutazione io.
    E speravo che l'argomento potesse considerarsi chiuso. Perché era veramente faticoso mordersi la lingua e probabilmente tra poco l'avrei ingoiata.
    La rossa riusciva ad essere particolarmente irritante. "Se il mio ragazzo mi dicesse una cosa del genere potrebbe dire addio alla sua testa e alle sue palle" gnegnegne!!
    Un sorriso che di sorriso aveva ben poco fu tutto ciò che la mia faccia riuscì a produrre in risposta.
    Poco importa, ci siamo lasciati.
    Annunciai schioccando la lingua e riprendendo a pulire delle ostinate macchie immaginarie sul bancone.
    Ho delle ciambelle di ieri, sono un po' mosce non le posso vendere, se vuoi te le do gratis...
     
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    Fu con occhi colmi di diffidenza che Karen comincio a guardarlo. Pian piano i tasselli del puzzle si incastrarono al posto giusto: le insinuazioni sul suo modo di vestire, il modo sistematico in cui Ralph aveva cominciato ad evitarla, l’aperta ostilità… dapprima l’irlandese divenne paonazza, poi sentì le guance andare in fiamme per l’imbarazzo. Fino a quel momento c’era stato un malinteso di fondo: entrambi non stavano parlando dello stesso “Grifondoro”.
    Ralph sapeva di lei e di Logan, e se non lo sapeva certamente lo sospettava. Potresti passare per tua sorella ormai…, non era il vestito in sé a indisporlo, quanto più la coincidenza. La rossa aveva cominciato a curare di più il proprio aspetto poco dopo l’inizio della sua relazione con Logan. Il collegamento era evidente, no? L’irlandese la stava plasmando perché rassomigliasse alle ragazze con cui il Caposcuola era abituato a uscire, e lei gli stava talmente sotto da esserne influenzabile in tutto e per tutto. Ralph non avrebbe potuto renderla più chiara e offensiva di così. Non che a livello pratico cambiasse le carte in tavola: Karen avrebbe continuato a comportarsi come le pareva senza sottostare alla sua opinione né a quella di chiunque altro.
    -A quanto pare sei in buona compagnia.-, ribatté punta nell’orgoglio, rivolgendogli un’occhiata di fuoco. Che fosse o meno la rabbia a parlare, la Grifondoro cominciò a chiedersi se anche lei non avesse commesso un errore di valutazione. In fondo lo conosceva così poco: così poco che, se non avesse conosciuto accidentalmente di persona Jack, non avrebbe mai saputo di quella grande bugia. A differenza di Ralph, però, che a quanto pareva sembrava detestare Logan senza un reale motivo, Karen gli aveva dato il beneficio del dubbio confidando che le motivazioni che lo avevano spinto a raccontarle balle fossero serie. Era veramente curiosa di capire se l’errore di valutazione, però, lo aveva commesso soltanto nei confronti di Logan, o se finalmente si era deciso ad aprire gli occhi anche verso la sua fidanzatina.
    -Ah.- per un attimo ad avere la meglio sul resto fu lo stupore nello scoprire che quei due si erano lasciati così, senza alcuna avvisaglia di calma prima della tempesta. La tentazione di infierire fu molto forte. Ma c’era davvero bisogno di sottolineare l’ovvio? Karen faticava a capire come era possibile che la loro relazione fosse rimasta in piedi così tanto: se era vero che Ralph di Vanya era stato innamorato, era vero anche che Astrid era all’opposto della futura medimaga. Vanya non aveva timore di sporcarsi le mani per salvare una vita; la tassorosso invece a Dublino aveva storto la faccia per qualche innocua macchia di sangue.
    -Non ne avevo idea.- tanto per cambiare. Ralph era molto bravo a dissimulare. Tanto che Karen non riusciva nemmeno a capire se fosse rimasto dispiaciuto di quella rottura oppure no. Ralph evitava il suo sguardo, preferiva concentrarsi su cose di poco conto come le briciole sul bancone o i dolci avanzati dal giorno prima.
    -Se non le avessi detto quelle cose non sarebbe cambiato niente.-, scrollò le spalle. A parer suo, era solo questione di tempo: erano troppo diversi. Se di mezzo ci fosse stato un amore autentico non sarebbe bastata un’incomprensione per chiudere in quel modo. Sarebbe stata solo una triste parentesi da lasciarsi alle spalle.
    -Non dobbiamo parlarne-, era evidente che lui non ne avesse voglia. E lei, d’altronde, non aveva parole carine da dirgli. Buttarlo verso la bionda, adesso che finalmente era emerso quanto fragile era il loro legame, sarebbe stato ipocrita da parte sua. Non lo avrebbe mai fatto.
    -Ma non sei neanche costretto a comportarti come se vada tutto alla grande. Fingere che non sia successo niente di importante è stupido. Ogni tanto puoi permetterti di sentirti una schifezza.-

     
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