I lezione di Erbologia

III-IV-V ANNO

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    Anno nuovo. Nuovi inizi. Forse. Queste almeno erano le speranze della Westwood mentre si fissava le mani con cui stringeva la bacchetta, quella notte aveva avuto un incubo terribile in cui riviveva tragedie, la morte delle persone che amava, le sembrava di sentire sulla pelle il calore delle fiamme provocate dai draghi di Michael Moon... cosa stava facendo? Si stava rendendo complice degli stessi crimini appoggiando suo fratello? Forse le sue mani erano sporche dello stesso sangue... istintivamente iniziò a grattarsele come a volerle ripulire delle tracce cremisi visibili solo ai suoi occhi. Doveva respirare, non era quello il momento ed il luogo adatto ad un attacco di panico, aveva fatto delle scelte e doveva accettarne le conseguenze, solo non in un'aula del Castello di Hogwarts. Per quel giorno le sue attenzioni dovevano essere rivolte solamente ai suoi amati studenti, erano loro gli unici a tenerla ancora ancorata alla realtà.
    Prese un lungo respiro e aprì la porta della serra n. 3 pronta ad accogliere i suoi ragazzi. Non vi erano banchi in quell'aula ed Every aveva sistemato sul terreno degli ampi e morbidi cuscini su cui i ragazzi avrebbero potuto accomodarsi per la prima parte della lezione.
    Attese che tutti gli studenti si fossero accomodati prima di prendere la parola.
    "Buongiorno a tutti ragazzi...spero abbiate passato delle buone vacanze" furono queste le prime parole che Every rivolse alla classe accogliendoli.
    "Ci siamo tutti?" chiese e, dopo averli rapidamente contati, con un rapido colpo di polso chiuse la porta della serra. La porta che li aveva accolti subito si richiude alle loro spalle sigillandosi con erbacee liane intrecciate.
    "L'argomento di questa nostra prima lezione è ben più ampio e complicato di quanto possa sembrare. Le piante, i fiori e le erbe vengono usate, sin dall'antichità, non solo per decorare, ma per creare filtri e, soprattutto, per curare. Le erbe infatti sono da sempre il rimedio più comune, ancor più degli incanti, perchè permettevano ai maghi e alle streghe di medicare e salvare senza dare nell'occhio ed evitare di essere perseguiti come figli del demonio" raccontava Every, spiegava, camminando fra di loro, posando leggermente il suo sguardo su ognuno dei ragazzi. Che vite terribili avevano vissuto i loro antenati, perseguitati, cacciati, uccisi con la sola accusa di aver praticato arti oscure, anche se queste, nella maggior parte dei casi, servivano solamente ad aiutare, a rendere migliore l'esistenza.
    "Ma è ovvio che non tutte le anime sono pure e, ben presto, ci si è resi conto che esistevano piante velenose che potevano essere usate per scopi totalmente diversi. Rendere la vita miserabile, causare dolore, ferire e, in molti casi, uccidere" per un breve istante quella parola le fece raggelare il sangue. Colpevole. La sentiva riecheggiare nelle proprie orecchie la sentenza del Giudice del Wizengamot. Scosse leggermente la testa continuando la sua lezione.
    "Che cosa sapete delle piante velenose che esistono nel mondo magico? E, secondo il vostro parere, quale è la pianta più pericolosa che un mago possa usare?" Every era sicura che, una volta imparato a riconoscere le piante velenose ed i loro effetti, sarebbero stati capaci anche di difendersi da essi.



    benvenuti a tutti <3
    prossimo post il 22 gennaio
     
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    La prima lezione non si scorda mai, giusto?
    La scriverò nella mia autobiografia a fumetti, incantando tutti i disegni in modo da farli muovere lungo la cornice della vignetta. Il supereroe Dustin Il Nano si vedrà di spalle, avvolto nel suo mantello da cui spuntano quei riccioli scomposti che lo fanno assomigliare a Bilbo Baggins.
    Si vedrà il suo passo frettoloso lungo le scalinate, fuori, giù fino alle serre di Erbologia. Non sono mai stato un pollice verde e sono sicuro che, se dovessi incontrare una pianta carnivora, quella mi inghiottirà in un sol boccone.
    Com'è la prof di Erbologia? Sai se quando interroga fa la fhtronza? Si riesce a copiare durante i suoi compiti in clafffhe? saranno le prime parole che appariranno in una nuvoletta sopra lo schizzo della testa del supereroe, rivolte genericamente ai suoi compagni che frequentano Hogwarts da più tempo, nella speranza che qualcuno gli possa dare qualche dritta.
    Erbologia sarà la sua prima lezione, la voce e lo sguardo della professoressa Westwood quelli che gli daranno l'imprinting come mago, decidendo già in partenza il suo destino in quella scuola; pertanto, più il supereroe ne saprà e meglio è.
    Generalmente non ho mai avuto bisogno di copiare, innanzi tutto perché imbrogliare non rientra nello stile di un supereroe e, in secondo luogo, perché sono quel genere di nerd che a scuola colleziona sempre ottimi voti.
    Come studente mago, tuttavia, non ho davvero la più pallida idea di come andrà, per questo escogitare un piano B ed informarmi su chi mi dovrà valutare mi sembra una scelta saggia.
    Voltando la pagina del mio fumetto autobiografico, sarà poi possibile vedere l'ambiente accogliente della serra ed i cuscini morbidi ed invitanti, almeno quanto ciò su cui il mio occhio tredicenne non può fare a meno di posarsi, irrimediabilmente catturato dalla scollatura di Mrs Westwood. Ecco, a questo punto ci sarebbe una vignetta con uno zoom sull'oggetto del mio interesse in questione, degna del più pervertito illustratore di manga giapponesi.
    Buongiorno saluto mentre allento il nodo della cravatta e mi siedo ad una delle postazioni previste.
    Mia madre non sarebbe per niente contenta di sapere che qui c'è una prof che, alla sua età, sembra almeno vent'anni più giovane di lei. borbotto tra me e me srotolando la pergamena per iniziare a prendere appunti. Scomoda, scomodissima pergamena, in questa posizione dovrò sdraiarmi per riuscire a scrivere qualcosa!
    Non ne so ancora granché, del mondo magico, però credo che l'Aconito sia una di quefhte piante pericolose. alzo la mano e prendo la parola quando mi viene concessa. E' velenosiffhima anche nel mondo Babbano, però si usa anche per la pofhione dei Lupi Mannari, no? Alla fine, non è tanto la pericolosità dello fhtrumento, il problema, ma come si sceglie di usarlo.
    Il guanto dell'infinito di Thanos, a proposito di questo, sarebbe l'esempio più lampante... Anche se dubito che qualcuno, qui, capirebbe a cosa mi riferisco se ne parlassi.


    SPOILER (click to view)
    Interagito genericamente con chiunque voglia cogliere... Intervenuto nella lezione
     
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    Quel giorno era un bel giorno, nel suo orario spiccava la lezione di Erbologia e lei non aspettava altro.
    Sistemò velocemente la sua stanza e indossò un uniforme leggermente più vecchia, così in caso si fosse sporcata non avrebbe rovinato niente. Legò i capelli in due trecce e scese per la lezione.
    Raggiunse le serre, facendo capolino a controllare le sue amate carnivore, ed entrò nella 3.
    Salutò la professoressa Every e prese posto su uno dei cuscini. Nell'aria regnava l'odore della terra e ne prese un bel respiro. Subito pensò alle lezioni con la nonna nel bosco, quando le bolle date dall'ortica erano all'ordine del giorno "Così impari a non guardare cosa raccogli" le diceva la nonna, ridacchiando e mettendole il balsamo contro il bruciore.
    Si riscosse dal suo ricordo quando la professoressa iniziò ad illustrare l'argomento della lezione. Le piante velenose, magnifico.
    Ascoltò il ragazzino di Tassorosso, l'aveva già visto alla lezione del cappello parlante se non si sbagliava, ma il nome le sfuggiva.. come sempre. Al diavolo i nomi, le causavano sempre problemi

    Alzò la mano per prendere la parola -La Belladonna; le bacche in particolare modo. Ne bastano poche per provocare la morte. Però ha proprietà analgesiche e se non ricordo male è usata anche nella Pozione Ossofast.- le sembrava di si, al massimo l'avrebbe corretta -Però, secondo me, quasi ogni pianta può risultare mortale o nociva se non si usa nelle dosi e nel modo giusto- o almeno, le era stato insegnato così
     
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    Aprì gli occhi e dopo qualche secondo mi alzai. Oggi sarebbe stata una bella giornata, era in programma una lezione che a lui piaceva. Si mise l’uniforme e dopo una colazione fugace si avviò nella sera.

    Era davvero una bella giornata di sole l’ideale per quella lezione .

    Buon giorno professoressa

    Salutò cordialmente la professoressa e con un cenno del capo salutò i suoi compagni, li aveva vista sfuggita . Si mise seduto su uno sgabello un po’ distante dagli altri e ascoltò la presentazione della lezione pronta fu una risposta di una ragazza. Accennò un sorriso, conosceva gli la Belladonna, aveva letto le sue proprietà in un libro e per sua fortuna non aveva avuto modo di assaggiare quelle bacche.

    Azzarderei a dire la Tentacula Velenosa . E' una pianta di colore rosso scuro, tutta acului e tentacoli. I suoi semi simili a baccelli avvizziti . E' stata vietata dal Ministero della Magia come sostanza non commerciabile


    saluto cordialmente la professoressa e saluto gli altri
     
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    La neve soffice e umida scricchiolava lamentosa all’agile e altero incedere del lunatico e selvatico Stormind, che solitario attraversava il cortile del Castello per giunger alle serre ove si sarebbe tenuta la prima lezione di Erbologia dell’anno. Innanzi a sé, altre figure procedevano nella sua medesima direzione, avviluppate nelle colorate sciarpe delle rispettive Case e ammantate nei tenebrosi mantelli della divisa scolastica: erano visi dai tratti noti che riconobbe in pochi graffi di plettro, eppure il giovane dall’intimo in perpetuo conflitto esistenziale non accelerò il passo per approssimarsi, preferendo seguitare a canticchiare un ritornello a mezza voce in solitudine. Poche note e poche parole d’una canzone che non era altro che una bozza nella sua creativa e caotica mente ed un insieme di scarabocchi poco leggibili nei propri disordinati spartiti, ma che era tuttavia un anelato dono della propria sfuggente Musa a cui si dedicava fra una lezione e l’altra, oltre che nelle ore più buie della notte. A volte, persino, allorché avrebbe dovuto invece assolver ai propri tediosi doveri scolastici.
    In prossimità dell’ingresso della serra n. 3 comunque tacque ed uno sghembo sorriso malizioso e malandrino si dipinse sulle sue labbra nel cogliere i quesiti del suo compagno di stendardi più giovane, dalla parlata tanto bizzarra da esser unica. - È come il Tranello del Diavolo: innocua e quieta all’apparenza, ma se finisci nelle sue grinfie, ti soffoca. - gli rispose con cipiglio serioso e fare cospiratorio, in un accenno di quel British humour con cui sovente si relazionava al suo prossimo, difendendosi con l’ironia e attaccando con il sarcasmo. Poco prima d’entrare nella serra, comunque, pose fine alla propria farsa e mise una mano sulla spalla del compagno, ammiccando con fare furbesco e complice. - Stavo scherzando…ti piacerà, vedrai. - e non solo poiché Every Westwood era una donna avvenente e aggraziata, bensì anche perché con il suo dolce garbo e la sua voce delicata sapeva incantare i presenti, altresì quelli più reticenti e prevenuti verso la sua materia.
    Aleggiava nella fresca etere della serra un profumo di natura selvatica e rigogliosa, che donò all’aspirante cantautore la sensazione d’aver varcato la soglia d’un sussurrante bosco, piuttosto che d’una silenziosa aula. - Buone ma sempre troppo brevi - celiò André che in quelle settimane trascorse nella romantica e libertina Parigi, pareva aver assorbito il musicale accento francese. Non che disdegnasse del tutto la vita al Castello, invero, ma per quell’indole ribelle alle convenzioni tipica degli artisti, non poteva che sentirsi a volte in gabbia nell’esser costretto a piegarsi alle regole imposte, incatenato da quegli oneri da cui sovente fuggiva.
    Dopo aver accennato un saluto ai compagni, si sedette su uno dei soffici cuscini odorosi di bucato che l’insegnante aveva preparato per ciascuno di loro e si lasciò trasportare dalla spiegazione verso quel passato di persecuzione e maldicenza che aveva veduto i Maghi quasi estinguersi, uccisi dai propri aguzzini e persino da loro medesimi. - Alcuni di noi sono ancora perseguitati… - si ritrovò a commentare più rivolto a se stesso che ai presenti, mentre la sua creativa e caotica mente ripensava ai lupi mannari e a quanto difficoltoso fosse per loro integrarsi nella comunità magica, pur essendone membri a tutti gli effetti.
    - Potrebbe essere proprio il Tranello del Diavolo la più pericolosa? Un occhio attento ed esperto dovrebbe saperla riconoscere, ma è una pianta che somiglia ad altre innocue e per questo si mimetizza… - aveva letto un articolo di giornale al riguardo ed era stato sorpreso dall’alto numero di Maghi che era divenuto vittima della pianta strangolatrice. Eppure…eppure dubitava che fosse quella la più pericolosa…doveva esserci un trucco celato oltre quel quesito che non riusciva a cogliere.
    -Vero...l’intento o l’incapacità di chi maneggia uno strumento è ciò che ne determina la pericolosità nella maggior parte dei casi. - fece eco alle parole di Justin seduto poco distante e a quelle di Feyre al cui fianco s’era accomodato, giocando distrattamente con un plettro di chitarra alquanto malmesso. - La Mandragola con il suo pianto può essere letale se non maneggiata con cautela, eppure le sue proprietà sono curative... - soggiunse, incuriosito dalla misteriosa direzione in cui quella conversazione li avrebbe condotti e da ciò che l’insegnante aveva in serbo per loro: Erbologia era una materia che lo affascinava, poiché sovente traeva la propria ispirazione dalla natura che lo circondava e conoscerne appieno le proprietà, altresì quelle più ostili, avrebbe potuto offrirgli nuove fonti ed impulsi con cui stuzzicar il suo estro.

    Interagito con Justin, salutato tutti in generale e intervenuto nella lezione


    Edited by soul of art and anarchy - 19/1/2023, 17:35
     
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    "Avete dato tutti delle risposte molto interessanti, è interessante rendersi conto come per ognuno di noi esiste qualcosa che ritiene più pericoloso di altro" disse Every camminando fra i ragazzi, i suoi ragazzi. Percorrere i corridoi del Castello la riportava in vita, era l'unico luogo in cui si sentiva veramente se stessa, senza pensieri, senza paure, senza dolori. Quei ragazzi erano la sua vita, erano la cosa più importante, doveva essere presente e disponibile, sempre.
    "Ma, se me lo permettete, non risponderò e vi farò la stessa domanda alla fine delle nostra lezione... chissà che non avrete cambiato idea" sorrise mentre recuperava dalla tasca dell'abito la sua bacchetta.
    Con un abile e veloce movimento del polso Every fece scomparire le pareti della serra svelando quello che aveva in serbo per loro. Le pareti di vetro scompaiono lasciando il posto ad una foresta sterminata e pregna di nascondigli e trabocchetti.
    "Ora voglio che prendiate la pergamena nascosta sotto ognuno dei vostri cuscini, il vostro compito per oggi sarà quello di arrivare per primo alla fine del sentiero di questa bellissima foresta e consegnarmi ciò che vi viene richiesto di trovare... ma fate attenzione perchè non a tutte le piante piace essere disturbate" ad ogni ragazzo aveva assegnato una pianta o fiore velenoso da recuperare. La foresta infatti era stata disseminata di tutte le erbe riportate sull'elenco consegnato loro. Lei sarebbe rimasta nascosta, sempre a loro disposizione certo, ma nascosta e avrebbe atteso il primo dei ragazzi che fosse riuscito nell'impresa. Tutto era lecito, l'importa era arrivare con la pianta giusta.

    ALEX MACLEOD Orchideum Confusionarum: Non ama i rumori forti né la confusione, potrebbe attaccare di sua spontanea volontà se si sentisse particolarmente infastidita da estranei di passaggio. Provoca una momentanea perdita delle facoltà intellettive superiori. Parlantina a vanvera, gesti sconclusionati, pensieri fuori luogo, istinto suicida.

    …Feyre… Inferis Stramonium : Conosciuto anche come erba del diavolo. I suoi graziosissimi ed astutissimi fiori sono soliti fluttuare attorno alla vittima prescelta illudendola e persuadendola con piccoli doni o aiuti. Al momento più propizio, poi, procedono all'assalto dei pollini tossici. Provoca allucinazioni con mondi fantastici e creature mitologiche del tutto macabre, grave nausea, crampi, dolori addominali e poi morte.

    DustinTheDwarf Difflorem: Sono fiori birichini e dispettosi. I loro petali si fanno duri e taglienti come lame al momento del bisogno. Vorticando attorno al nucleo, essi lacerano gli oggetti o i lembi di carne umana da cui si sentono minacciati. Con lusinghe e racconti divertenti possono essere corrotti, a quel punto diventano fedeli al soggetto che li ha conquistati e rispondono ai suoi ordini per brevi lassi di tempo.

    soul of art and anarchy Eupatorium Rugosum: È una pianta molto permalosa, non ama chi interrompe l'equilibrio e l'armonia dei suoi cespugli. Provoca tremori, crisi cardiaca e morte a chi la disturba.



    buon gioco, per qualsiasi cosa domandate. Every sarà sempre presente, e la player potrebbe sempre intervenire, per aiutarvi o chissà...
    prossimo post il 29 gennaio
     
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    Ammirò la foresta che era "sorta" al posto della serra ascoltando con interesse le parole della professoressa. Tirò fuori da sotto il cuscino la propria pergamena curiosa di scoprire cosa le era stato assegnato. L'aprì, scorrendo le parole e leggendole
    Inferis Stramonium: Conosciuto anche come erba del diavolo. I suoi graziosissimi ed astutissimi fiori sono soliti fluttuare attorno alla vittima prescelta illudendola e persuadendola con piccoli doni o aiuti. Al momento più propizio, poi, procedono all'assalto dei pollini tossici. Provoca allucinazioni con mondi fantastici e creature mitologiche del tutto macabre, grave nausea, crampi, dolori addominali e poi morte.
    -Un'erbatta molto simpatica- commentò divertita e si alzò dal cuscino, tolse il cardigan e arrotolò le maniche della camicia, facendo un passo nella foresta. Poteva usare la bacchetta, la prof non aveva detto niente al riguardo. Era pronta.
    Iniziava la caccia. Fece un sorriso ai suoi compagni e si avventurò.
    Conosceva poco quel tipo di pianta però se era della famiglia dello stramonio aveva un'idea di che forma potesse avere e di dove poteva trovarla
    -Fiori bianchi?- chiese alla Every, fermandosi e voltandosi verso di lei, prima di continuare ad addentrarsi voleva esserne sicura

    Parte per prima alla ricerca, chiede del fiore
     
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    Presi il foglio sotto il cuscino e con molta delicatezza cominciai a leggere la prova che aveva pensato la professoressa. Aggrottai la fronte mentre scorrevo le parole, non conoscevo quella pianta e nei libri che avevo letto non c’era traccia.

    E questo si aggiungeva il fatto che non amava i rumori forti, mi alzai alquanto dubbioso, mentre ammirai con estati la foresta che si stagliava . Amavo restare ad ammirare la bellezza della natura, ma quel giorno dovevo affrontare una prova alquanto insidiosa, senza poi contare il fatto che ero con i mie compagni e potevano far rumore, rendendo vana la mia possibilità.

    Sentì la ragazza chiedere informazioni, almeno sarebbe stato utile conoscere il colore.. anche se non aiutava certamente del tutto a superare la prova. Presi la bacchetta e mi avviai.

    ehm.. posso approfittarne anche io per chiedere qual è il colore della pianta che devo cercare
    Sorrisi quasi in imbarazzo, la mia domanda affermava il fatto che non conoscevo assolutamente quella pianta.
     
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    V’era un tranello celato oltre il criptico quesito dell’insegnante: il lunatico e selvatico Stormind lo aveva intuito sin dall’esordio e ne ebbe conferma allorché fu svelato l’assunto della lezione, che sarebbe stata dedicata alla scoperta delle insidie della natura fra le cui spire incauti ed ignari si muovevano, danzando con pericoli invisibili ad un occhio impreparato e superficiale. Il suo volubile interesse e la sua insaziabile curiosità furon irrimediabilmente sedotti dallo scenario che, ad un cenno della bacchetta della Westwood, si palesò innanzi al suo sguardo cupo e malinconico: un intricato e tenebroso labirinto di vegetazione fitta e rigogliosa, dalle tinte vivide e variopinte com’un quadro astratto e dalle cui spire provenivano fruscianti sussurri e sinistri scricchiolii. Una foresta in agguato, nella fremente attesa di poterli ghermire con le proprie nodose e pungenti dita, forse per farli smarrire per l’eternità nella penombra delle sue viscere ostili e selvagge. La prospettiva di poterla esplorare, di poter aggirarsi in quel dedalo di piante, arbusti e rami per scoprirne gli arcani, accese le membra dell’aspirante cantautore d’irrequieto interesse: bramava conoscere nel profondo ciò che lo aspettava in quel folto per poterne trarne la propria ispirazione ed altresì nutrirsi delle adrenaliniche sensazioni che credeva lo avrebbero rapito allorché circondato da ostacoli e pericoli ostici da cogliere.
    - Eupatorium Rugosum - ripeté sovrappensiero mentre sfogliava rapidamente il libro di testo per giungere alla pagina dedicata alla pianta che avrebbe dovuto recuperare. - “…provoca tremori, crisi cardiaca e morte”… be’, è stato un piacere conoscervi. - celiò con fare teatralmente melodrammatico, rivolgendosi ai compagni con la propria usuale sprezzante e superba ironia, mentre leggeva rapidamente dei meccanismi difensivi della pianta: una perenne particolarmente capricciosa, che non gradiva esser derubata del proprio equilibrio e reagiva con ostilità per difenderlo. Ironico che fosse stata assegnata proprio a colui che viveva la sua esistenza in un caos imperversante di emozioni ed istinti in perenne disarmonia, tanto avversi da essere fra loro ostili.
    Dopo aver assimilato ogni nozione ed essersi impresso nella mente il disegno dell’Eupatorium, s’alzò dal proprio giaciglio per affiancare la Corvonero dagli occhi diversi ed il suo compagno di stendardi dal cuore gentile. - Ci vediamo dentro… - li salutò con uno sghembo sorriso e poi si volse invece verso Justin, che gli era parso un poco angustiato per la pianta ricevuta. - se le parole non sortiscono effetto, prova con una canzone… - gli suggerì con oneste intenzioni, malgrado la propria espressione sorniona e malandrina potesse suggerire tutt’altro.
    Una volta intrapreso il sentiero che si snodava nelle fresche ed ombrose viscere della foresta, lo colse la sensazione che essa fosse viva: poteva udirne il respiro ad ogni moto delle fronde ed ascoltarne il cuore battere in ogni tronco. E mano a mano che s’inoltrava sempre più nelle profondità di quel variopinto puzzle di piante, arbusti e radici, comprese di non essere ben accetto: aleggiava infatti un’aura di latente ostilità nell’etere impreziosita da plurimi profumi, che rese l’aspirante cantautore circospetto nel suo incedere.
    D’istinto e sovrappensiero, iniziò a canticchiare a mezza voce una canzone dolce e rassicurante, mentre con l’incantesimo Guidami si dirigeva verso ovest, in cerca dell’Eupatorium: aveva letto poc’anzi che la pianta favorisse un’esposizione mezzombra, dunque s’era diretto verso le zone più umide e fresche, che non venivano carezzate dal Sole per troppe clessidre. Il suo incedere fu tuttavia interrotto da un repentino movimento d’una pianta rugosa e dalle aguzze foglie frustanti, che lo colpì dritto nello stomaco con un ramo, strappandogli il respiro e spezzando il suo canto.
    - Ho capito…resto in silenzio. - sibilò con ira fra i denti, superando una radice emersa dal terreno per entrare in una radura circondata da piante sottili, dalle foglie brune ed opache, persino rossastre. Rassomigliavano alla figura che aveva visto sul libro di testo, benché prive dei bianchi fiori che sarebbero spuntati solo con l’arrivo della bella stagione, e perciò s’approssimò con cautela. Augurandosi che quel garbo e quella galanteria che i suoi genitori s’eran impegnati a cucirgli addosso, sarebbero stati sufficienti a gestire il carattere capriccioso e permaloso dell’Eupatorium.
    Si chinò ai piedi dell’esemplare più minuto e più giovane che poté individuare, iniziando a scavare con delicatezza il terreno per esporne le radici, attento a non disturbarne le fronde. Era oramai giunto il momento d’estrarre il proprio trofeo dalla sua alcova, allorché l’eco d’un lamento giunse alle sue orecchie, distogliendolo dal proprio delicato operato: bastò quella piccola distrazione per agitare l’Eupatorium, che lo schiaffeggiò in volto con le proprie foglie dentate, graffiandogli impietosa la pelle. Sottili e superficiali graffi che tuttavia arsero come se fosse invero stato castigato dalle fiamme, anche se sol per pochi graffi di plettro.
    Di nuovo, il lamento giunse al suo orecchio di musicista mentre estirpava la pianta dal terreno e senza indugiare s’avviò incauto in quella direzione, sedotto dal richiamo d’un possibile pericolo com’un marinaio dal canto d’una sirena. Distratto dal proprio intento, non s’accorse dell’improvviso tremito delle sue dita da pianista disertore.
    Interagito inizialmente con tutti.
    Si addentra canticchiando nella foresta, ma viene azzittito da una pianta ( meno male che ogni tanto qualcosa lo fa tacere)
    In ultimo trova, si spera, la sua pianta, ma nell'operazione di rimozione dal terreno un lamento lo distrae per cui viene graffiato dalle foglie della stessa, con conseguente tremito delle mani finali.
    Se volete usare lo spunto del lamento e far venire André in vostro soccorso, è tutto vostro. Viceversa potrebbe essere un tranello e a questo punto mi sa che toccherà ad Every tirarlo fuori 😂
     
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    Sono un curioso per natura, per questo non posso fare a meno di gettare un'occhiata alle pergamene dei miei compagni, soprattutto per cercare di capire quanto mi sia andata bene o male, ad aver pescato sotto il mio cuscino la pergamena del Difflorem.
    A giudicare dagli effetti degli altri fiori, essere ferito dai petali come se fossero le lame affilate di uno shuriken è un rischio tutto sommato blando, se non fosse che per ottenere la fiducia delle graziose corolle dovrò cimentarmi con l'abile arte dell'oratoria.
    Falla a peffhi, tigre! incoraggio André, che sembra impallidire all'idea di una crisi cardiaca scatenata da una pianta permalosa.
    E anche voi, non fatevi ammaffhare... sollevo un pollice di solidarietà in direzione di Feyre e Alex, pensando in particolare alla pianta della Corvonero. Se io cadessi preda delle allucinazioni di mondi fatati, unicorni e graziosi pixie che vivono in casette a forma di fungo finirei morto stecchito nel giro di cinque minuti, perché non riuscirei proprio a scappare via!
    Dici eh? Grafhie del consiglio, ci proverò! rispondo ad André, sinceramente ispirato dall'idea che mi ha suggerito. In effetti come cantante non sono niente male, potrei dedicare al fiore una bella melodia, possibilmente senza S... Ma sì, diciamo che a cantare mi sento molto più a mio agio che a chiacchierare, soprattutto se da questo dipende l'esito della mia missione.
    Ad ogni modo mi avvio verso l'area in cui la pergamena indica che riuscirò a trovare il Difflorem, immerso nel silenzio interrotto solo dal fruscio delle foglie e dal mio fischiettio di un motivetto spensierato.
    Lo sguardo cade sull'illustrazione riportata sul foglio, ma non ho idea né delle dimensioni, né del colore del fiore che sto cercando. Così continuo ad avanzare fino ad arrivare ad una radura, che guarda caso è piena di fiori... Magnifico, e adesso?
    Spero quanto meno di non essere finito in mezzo ad un prato pieno di tutti i fiori mortali indicati dalla professoressa Westwood, altrimenti finirò con le carni dilaniate mentre i pollini tossici del fiore di Feyre mi mostrano satiri che danzano sugli arcobaleni e lentamente mi avvelenano, ma non me ne accorgerò perché quello di André mi farà avere una crisi cardiaca, a cui porrò fine suicidandomi perché mi sarò avvicinato troppo all'orchidea di Alex.
    Così decido di piegare la mia pergamena a metà, strapparne un'estremità e farci un aeroplanino origami, da lanciare in mezzo alla radura.
    Tutto sembra innocuo, tranne un fiore dalla corolla azzurra che, appena la pergamena volante si avvicina, si trasforma nelle lame di un frullatore ad immersione e la riduce in coriandoli.
    A quanto pare vi ho trovato, fiorellini color puffho!
    Non sono molti, riesco ad attraversare la radura saltellando nei punti liberi, finché non riesco ad arrivare nei pressi di un cespuglio, sotto il quale ne cresce un bel mucchietto.
    Salve, belleffhe... Volevo raccogliere un bel maffholino di fiori per la mia profeffhoreffha e appena vi ho visti ho pensato "Ehi, ma questi fiori sono i più belli di tutta la radura"! mi esibisco nel sorriso più accattivante di cui sono capace, sperando che il mio complimento sia stato abbastanza lusinghiero.
    Così celefhti, così eleganti... Una volta ho regalato una rosa roffha e mi sono sentito così banale! Invece voi non siete banali, no, siete... Un taglio netto alle convenfhioni!
    Mi sembra che vibrino, chiaramente in ascolto, ma ho ancora troppa paura ad allungare la mano per raccoglierne uno.
    Così mi inginocchio sull'erba e mi avvicino lentamente, deciso a seguire il consiglio di André con il mio dolce canto.
    Turn around
    Look at what you see
    In her face
    The mirror of your dreams
    Make believe I'm everywhere
    Given in the light
    Written on the pages
    Is the answer to a neverending story
    Aaaah... Aaaahhh. Aaaahhh...

    E lentamente, mentre continuo a cantare, riesco finalmente ad allungare le dita verso il gambo del Difflorem più vicino.
     
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    Maximilian
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    Erbologia.
    Che schifo.
    Era una di quelle materie che detestavo e di per sé, il mio provare disgusto verso qualcuno o qualcosa, non era di certo una grossa novità. Eppure, Erbologia riusciva a risvegliare dentro di me un fastidio ben più radicato: quello che provavo verso Pozioni. Non era sorprendente che quella materia andasse a braccetto con intrugli e calderoni, per quella ragione non mi piaceva. E questo trascendeva il fatto che la trovassi sporca ed estremamente pallosa.
    Il mio ritardo a quella lezione, tuttavia, non era dato dalla poca stima che provassi nei confronti di quella materia. Per quanto scorbutico ed odioso potessi apparire, infatti, il mio fare ritardo ad una lezione poteva essere considerato una rarità che non sarebbe dovuta ripetersi. I Degenhardt esigevano una perfezione alla quale dovevo adeguarmi, per cui certi errori non erano ammessi. Semplicemente, in quanto appena trasferito, trovare le serre era stato più complicato del previsto. Fortunatamente, uno di quei babbei dei miei concasati aveva pensato di allungarmi gli appunti della lezione ed in un modo o in un altro mi era stato anticipato l’argomento di quella lezione, in modo che potessi mettersi in pari con il programma, leggermente diverso da quello di Durmstrang.
    Raggiunta la serra mi fermai vicino all’ingresso. Indossavo la divisa scolastica che riportava i colori di Serpeverde e con me avevo portato la borsa a tracolla scolastica contenente tutto il materiale che potesse servirmi, tra cui: il libro, guanti, cuffie e cose del genere. Erbologia era anche pratica, no? Bussai ed entrai dopo aver ricevuto il permesso, notando sin da subito la mancanza dei banchi. Storsi leggermente le labbra e raggiunsi la professoressa, ignorando quei babbei dei miei compagni di classe.
    « Professoressa Westwood, perdoni il ritardo, non ricapiterà più. » Il mio tono freddo e distante venne immediatamente sporcato dall’accento straniero. Allungai verso di lei una pergamena, che riportava la conferma che fossi io lo studente del quinti anno appena trasferito. « Sono Maximilian Degenhardt, il nuovo studente. » Non ero certo l’avessero avvisata del mio arrivo, visto la mancanza di organizzazione ed efficienza che quella scuola mi stava continuamente dimostrando. Ad ogni modo, attesi le sue risposte e poi strinsi leggermente le labbra carnose, corrugando leggermente le sopracciglia. « Mi è stato anticipato l’argomento della lezione per rimettermi in pari con il programma. Ho pensato alla Mandragola come pianta velenosa. È comune e sottovalutata ma i suoi frutti possono causare allucinazioni. Inoltre, il pianto di un esemplare adulto è letale. Mentre quello delle piante più giovani può causare svenimenti, per questo è necessario indossare delle cuffie quando ci si prende cura di esse. »
    Prendere cura… Pff. Se avessi potuto avrei dato fuoco a tutta la serra. Buttai uno sguardo verso i miei compagni di classe, che avevano già ricevuto le loro pergamene, rivolgendo loro uno sguardo accigliato. « Tuttavia… Devo dire che anche l’abuso di sostanze non velenose, come l’Algabranchia, può avere effetti mortali. » Forse il modo più semplice per liberarsi di qualcuno era proprio tramite l’utilizzo di piante, erbe e sostanze che apparentemente erano innocue.
    Avevo parlato cosí velocemente che non avevo badato ai miei compagni ricevere le pergamene e leggerle. Seguii con lo sguardo glaciale la professoressa far sparire le vetrate della serra con il semplicemente movimento della bacchetta, creando una foresta che permise alla lezione di andare avanti nonostante la mia interruzione. Seguii severo le figure dei miei compagni farsi inglobare in quella vegetazione, cercando con lo sguardo la figura della professoressa. Nascosta. Sparita.
    Ma che cazzo.
    « E io che dovrei fare?! » Allargai leggermente le braccia, parlando con il nulla. Immerso in quella vegetazione, la Westwood sembrava essere sparita davanti ai miei occhi. Indurii il muso, muovendomi a quel punto con il resto dei miei compagni, tenendomi tuttavia ad una distanza di sicurezza da loro.
    « Meritereste tutti una T. Non avete mai sentito parlare dei guanti e cose del genere? Si usano per la pratica. » Ripresi quei bambocci che si erano inoltrati nella foresta, incrociando le braccia al petto. « Ma se volete rischiare l'avvelenamento, io non vi fermerò. » Affermai con semplicità, scrollando leggermente le spalle davanti alla palese impreparazione generale di quei pivelli.


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    Maximilian Degenhardt, V Anno, Serpeverde

    Interagisce principalmente con la prof, porta tutto l’occorrente che serve per la pratica e interagisce con i compagni sul finale


    Edited by Antares- - 6/2/2023, 02:11
     
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    "Si accomodi Mr. Degenhardt, mi avevano certamente informata del suo arrivo" disse Every accogliendo il nuovo studente, il giovane ritardatario da cui prese la pergamena del Preside sostituendola poi con il suo compito per quella prima lezione assieme.
    E senza aggiungere altro Every scomparve per lasciare a tutti loro la possibilità di aggirarsi per quella immensa foresta, avere l'occasione di avvicinarsi a piante e fiori che fino a quel momento avevano solamente potuto vedere sui libri di testo.


    ALEX MACLEOD nessuna risposta arriva dalla Professoressa, l'immagine del fiore appare sulla tua pergamena alla richiesta di aiuto. Attenzione però, ci sei vicino e stai facendo più rumore di quanto dovresti nel parlare ad alta voce ed al tuo fiore i rumori forti non piacciono affatto.

    …Feyre… anche l'immagine del tuo fiore appare con un incanto sulla tua pergamena. e bastano pochi attimi prima che i suoi graziosissimi fiori inizio a fluttuare intorno a te, l'effetto del loro 'veleno' è stato reso più leggero e le allucinazioni ti portano in mondi fantastici, non ti fanno più rendere conto della foresta che ti circonda


    DustinTheDwarf bravo Dustin. Il tuo canto e le tue lusinghe li stanno conquistando tanto che riesci a recuperare qualche fiore, peccato che la tua compagna sia sotto l'effetto dell'incanto dei suoi fiori e si ritrovi, confusa, a calpestare le radici della tua pianta e questo non li rende molto felici...


    soul of art and anarchy sei silenzioso e delicato, tutto quello che serve per conquistare la fiducia del Eupatorium Rugosum. Raccoglila e conservala nell'apposita tela di juta che Every ha fatto apparire nelle tue tasche. Ma c'è rumore. Troppo. Sarà qualcuno in pericolo?

    Antares- nessuna pianta per te, la tua prova sarà trovare in questa fitta foresta il compagno o la compagna che più ha bisogno del tuo aiuto... sarà qualcuno in pericolo o qualcuno che non riesce a svolgere il proprio compito? Sta a te scegliere...



    scusate il ritardo, scusate la player. e scusate il post forse un po' breve ma non volevo farvi attendere ancora.
    prossimo post - di chiusura - il 12 febbraio <3
     
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    Sentì la Every accogliere qualcuno ma non vide chi, aveva già ripreso ad avanzare con passo spedito, sopratutto quando sulla sua pergamena era sbocciato un fiore bianco tubolare: lo conosceva, sapeva dove cresceva e l’avrebbe trovato con facilità. Poteva farcela tranquillamente. La foresta intorno a lei era bellissima e silenziosa a parte il chiacchiericcio lontano dei suoi compagni. Accarezzò con la mano dei fiori blu, valutando lo spazio intorno a lei. Intravide delle erbe, ma non quella che cercava lei. Si fermò, osservando un tronco con attenzione. Muschio, stava andando nella giusta direzione ora doveva solo cercare un terreno incolto o un sentiero. In lontananza sentì qualcuno che parlava di guanti -Non vorrà rovinarsi la manicure- ridacchiò
    Era un po’ che camminava e stava perdendo le speranze, quando vide con la coda dell’occhio il suo soggetto -Si!-
    E fu anche in quel momento che notò i fiori fluttuare intorno a lei e stavano risalendo proprio dalla sua pergamena
    -Oh cazzo- riuscì a dire solo quello, prima che i fiorellini rilasciassero le loro spore. Cercò di trattenere il fiato, ma furono più veloci di lei e sicuramente le aveva respirate.
    Il danno era fatto.
    In quanto tempo agiva il veleno? Non ci pensò due volte e corse verso la pianta.
    Doveva prenderla, poi avrebbe pensato a come sopravvivere. Starnutì diverse volte, il naso che le pizzicava irritato.
    Notava già alcuni effetti, eppure erano passati pochissimi secondi!! Il suo campo visivo si era tinto di tante stelline, ma poteva e doveva farcela. Cadde in ginocchio davanti alla pianta, mentre tutto si sdoppiava, e l'afferrò.
    -Ce l'ho fatta- si guardo intorno...la foresta non c’era più. Il verde era sparito intorno a lei, al suo posto c’era solo una distesa azzurra, ricoperta di bolle di sapone.
    Si alzò piano, lo stramonio stretto in mano, guardandosi ancora una volta intorno
    -C’è qualcuno?- chiese, azzardando un passo -Oohhh- le sembrava di fluttuare e ad ogni passo le bolle si alzavano, scoppiettando poco dopo. Rise, quel posto era così carino!! Si voltò di scatto, un rumore aveva attirato la sua attenzione. Era per caso una creatura magica? Mise il lecca lecca in tasca (lo stramonio ormai brutalizzato) aspetta… ma da dove era arrivato? -Oh poco importa- e si avventurò in cerca della fonte del rumore. Le pareva di udire sei sussurri, a volte di essere toccata, ma era tutto così pacifico. Urtò qualcosa di invisibile (molto probabilmente un albero) ma non ci fece caso, sulla sua spalla si erano forse depositati dei glitter?
    -Ehilaaa- chiamò di nuovo -Non voglio farti del male!- disse ridendo, entusiasta della sua situazione. Allargò le braccia, girando su se stessa, cercando di afferrare le bolle che danzavano ovunque adesso.
    Ma qualcosa fece male a lei (una radice nascosta?) e cadde in avanti, sbucciandosi un ginocchio -Ahia!- gridò, toccando la parte lesa
    Il dolore la fece tornare un attimo in se. Era di nuovo nella foresta, coperta di terra e corteccia (ecco spiegato i glitter…) -Non è reale..- balbettò, rimettendosi lentamente in piedi. Fu catapultata nuovamente nell’illusione ma lo scenario era cambiato in peggio. Adesso era circondata dai rovi, non poteva più muoversi -Aiuto!- chiamò, in preda al panico, prendendosi la testa tra le mani, respirando affannosamente. Che il veleno stesse facendo effetto? Il panico lo accelerava? Non riusciva più a pensare , voleva solo uscire da quei rovi -AIUTO!- gridò di nuovo disperata, sull’orlo delle lacrime
     
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    La professoressa mi accolse senza dilungarsi troppo nei discorsi si benvenuto, una scelta che apprezzai seppur il compito che dovevo svolgere non mi fosse inizialmente chiaro. Ma quando la foresta apparì e vidi i miei compagni iniziare ad addentrarsi nella radura senza nemmeno prendere le dovute precauzioni, capii immediatamente diverse cose. La prima, era che nessuno di loro avesse preso quel compito seriamente. Stavano sottovalutando largamente gli effetti delle piante che c’erano al loro interno, ancora ricolmi di un’innocenza e di un’ingenuità che invece non mi apparteneva. La seconda era che la professoressa contasse su di me per sistemare quel macello di lezione. Sul decidere chi aiutare c‘era l‘imbarazzo della scelta, visto che solo uno tra quegli stupidì sembrava se la stesse cavando discretamente. L‘idea di aiutare qualcuno che viveva nell‘ignoranza e che dopo anni a Hogwarts non aveva ancora capito come funzionassero le lezioni pratiche non mi piaceva. A Durmstrang, tutti loro sarebbero stati bocciati e rispediti al primo anno. Mancavano le basi. Una vera vergogna, sopratutto se queste venivano schernite. Arricciai leggermente le labbra, estraendo dalla mia borsa a tracolla i guanti in pelle di drago che indossai subito. La maggior parte di quelle piante sembrava essere pericolosa per gli effetti che il veleno faceva tramite inalazione, ragion per cui mi accinsi ad indossare una mascherina incantata in pelle di drago, che ne avrebbe bloccato gli effetti. Silenzioso, mi mossi all’interno della foresta, cogliendo poco dopo le urla femminili di una ragazza. Ghignai sotto la maschera. A quel punto la scelta fu ovvia, e seguendo senza fretta la fonte di quel baccano, giunsi nei pressi della Corvonero in preda alle allucinazioni.
    « Sicura di essere del mio stesso anno? » Domandai, scoccandole un’occhiata glaciale. Dinnanzi alla sua paura e alla sua crisi, rimasi impassibile. Statuario e freddo, abituato a cose ben peggiori, mi mossi verso di lei allungandomi per afferrarla e tirarla verso di me, sollevandola da terra senza alcuna difficoltà.
    « Ciò che vedi non é reale, quindi finiscila di frignare e tieni questo sulla faccia. » sbottai, allungandole il mio fazzoletto di stoffa, pulito e pregiato, che in un angolo riportava le mie iniziali ricamate a mano. « Non é come una mascherina ma ti aiuterà a non inalare ulteriormente il veleno. E piantala di inseguire quei doni, fanno schifo e sono pure un inganno. Per Morgana… Voi si Hogwarts siete degli ingenui senza speranze. » Soffiai, strattonando il braccio della ragazza per tentare di risvegliarla dallo stato in cui era caduta.
    « Sbrighiamoci. C‘é un compito da finire ed io non fallirò per colpa tua. » Tuonai, dirigendosi verso la maledetta pianta che doveva prendere. La mancanza di empatia e la mia natura diffidenza, unita alla mia preparazione, fu ciò che di fatto rese i tentativi di avvelenamento di quella pianta inutili. Lanciai un’occhiata alla ragazza, per tentare di capire se le sue condizioni fossero migliorare e poi mi avvicinai alla pianta.
    « É questa? L'hai già presa? » Domandai nel banale tentativo di coinvolgere la corvonero e valutare la sua prontezza, attendendo una risposta dalla ragazza che, a quanto pareva, aveva già raccolto ciò che doveva.
    « Visto che l'hai già presa, muoviamoci ad uscire da qui. »


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    Decide di aiutare Feyre, dunque interagisce con lei visto che é quella maggiormente in difficoltà


    Edited by Antares- - 11/2/2023, 21:53
     
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    Osservai la figura del fiore che mi aveva mostrato la professore, e rimasi alquanto interdetto, l’avevo già visto nella sera dei mie, o almeno così mi sembrava. Amavo quel posto e per un attimo con la mente tornai a casa , ma per poi subito risvegliato da una voce acuta di una ragazza, che non riconobbi subito al momento. Osservai la foresta era meravigliosa, ma non era il suo compito rimanere affascinato dalla sua bellezza, doveva trovare il fiore , un compito difficile, c’erano troppe incognite che potevano sfuggire al suo controllo, troppe persone in quella serra e mentalmente si preparò a fallire.

    Morbido Cadent

    Con un gesto preciso della bacchetta castò l’incantesimo sulle suole delle scarpe, ero usato maggiormente per attutire le cadute e non aveva certamente la certezza che avrebbe funzionato. Prese i guanti da erbologia e li indossò poi si avviò con fare non sicuro.
    Si addentrò nella foresta si guardò intorno e dopo circa dieci minuti lo trovò, era bellissimo, si sedette piano davanti a lui e restò in silenzio , sperando che si abituasse alla sua presenza, poi prese la bacchetta e mormorò molto piano un incantesimo facendo ruotare la mano con sicurezza, una rotazione circolare.
    Recido
    Un piccolo petalo si staccò lo prese e si alzò con molta calma , mentre si stava allontanando sentì un rumore forte provenire dalla foresta, guardò con terrore il fiore e poi non ricordò nulla.

    Si trovò davanti alla professore, senza sapere come fosse arrivato li .
    Ho trovato il fiore, che era lontano da qui e non so quanto ho camminato, ma comunque era bellissimo il paesaggio, me lo insegnerà un giorno ? Mi piacerebbe davvero tanto, ma tanto..

    Mentre parlava compiva dei gesti sconclusionati e continuò con frasi senza senso, mentre teneva il fiore in mano fissando il vuoto davanti a se.

     
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