Assassinio Avventura sull'Hogwarts Express!

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    Help Will Always Be Given At Hogwarts



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    21 dicembre 2023

    Il mese di dicembre era oramai giunto quasi al suo epilogo e in quella fredda e bigia mattina, gli studenti s’affollavano alla stazione di Hogsmeade per prendere il treno che li avrebbe ricondotti a casa per le vacanze natalizie. Dalle loro famiglie, per godere d’ogni istante di affetto e di vicinanza in quel periodo tanto precario e inquieto della storia della comunità magica.
    L'etere profumava di neve fresca, di canditi e di dolci appena sfornati, di libertà e di brama di vivere, e la via principale del villaggio era occupata da variopinte bancarelle di commercianti e artigiani da tutto il Regno Unito. “Non sono mai stato tanto attaccato alla vita” recitava Ungaretti nella Veglia, specchiandosi nei vacui occhi della Morte, e forse era proprio quel medesimo sentimento ad aver animato i cuori delle persone, nell’istante in cui il pericolo di non veder sorger un’altra alba s’era dipinto nell’orizzonte. Con un Marchio oscuro e letale come la storia di coloro che agivano sotto il suo vessillo.
    Fra le decorazioni festose che ravvivavano i negozi, però, una figura solitaria s'aggirava con malevoli intenti: confondendosi abilmente nella folla impegnata coi regali dell'ultimo granello di clessidra, s'approssimò furtiva a un ignaro studente e lo attirò in un vicolo secondario, lontano da testimoni indiscreti. La bacchetta, sin a quell'istante scaltramente celata, fece di repente capolino oltre il pesante mantello, incantando Ralph Finnick con una delle Maledizioni Senza Perdono – quella della cieca obbedienza.
    Al Grifondoro privato della propria volontà in quel 21 dicembre sarebbe toccato il compito più arduo e impervio: collocar un silenzioso ordigno magico nel corridoio di giuntura che separava l’ultimo vagone dell’Hogwarts Express dal resto della locomotiva, a qualunque costo. Altresì se per farlo sarebbe stato costretto ad attaccar i suoi affetti o a sacrificare la propria medesima vita.
    Non troppo distante dal vicolo, un altro burattinaio del complotto in atto sceglieva la propria marionetta e ne incatenava il libero arbitrio al suo volere con invisibili e incantati fili: fra gli scaffali dell’Emporio di Zonko, preso d’assalto dagli studenti desiderosi d’accaparrarsi gli ultimi fuochi d’artificio per festeggiare la venuta del nuovo anno, Egan Baskerville fu raggiunto alle spalle e a sua volta obbligato a un onere con poche parole sussurrate. - Assicurati che Pervinca Fiendfyre sia nell’ultimo vagone del treno. - una foto gli fu mostrata della studentessa di Corvonero dai capelli corvini e gli occhi celesti, che non sarebbe stata facile da scovare, poiché solitaria faceva parte degli invisibili. Di quelli che nessuno notava e che camminavano a capo chino per non incrociare lo sguardo del prossimo, per timidezza e per timore. Di quelli che si limitavano ad esistere senza davvero esserci, vivendo solo nei propri sogni…
    Il piano ordito dagli ignoti burattinai era però assai ambizioso e coinvolse altresì una terza pedina, che fu raggiunta nell’allegra confusione creata da un piccolo gruppo di saltimbanchi che intratteneva i passanti, animando il mercato. Divenuta a sua volta prigioniera dei fili dell’ Imperio, Vanilla Matviga non poté far altro che ascoltare il compito che il suo padrone aveva in serbo per lei. Non dissimile da quello del suo compagno, salvo per il soggetto: Tristan Fiendfyre sarebbe stato il suo obbiettivo, simile per colori alla cugina più piccola Pervinca, ma non per indole. Schivo e altero, a tratti superbo e algido, il Corvonero non sarebbe stato facilmente manipolabile e per attirarlo nell’ultimo scompartimento del treno, la marionetta prescelta avrebbe dovuto usare tutte le proprie risorse, senza svelare il suo inganno.
    Tre burattinai. Tre marionette. Un solo obbiettivo. Ma tante, troppe variabili imprevedibili in gioco…
    La locomotiva scarlatta partì senza intralci all’orario prestabilito e la prima parte del viaggio parve scorrere nella più assoluta normalità. Ma nell’istante in cui l’Hogwarts Express imboccò un lungo ponte di antica pietra, sospeso su una rocciosa vallata dominata da un ampio lago di acque profonde e pericolose, il complotto dei tre burattinai si palesò: con uno scossone che fece tremare la struttura metallica e forse altresì le ossa dei passeggeri, l’ultimo vagone si staccò violentemente dal resto della locomotiva in corsa e deragliò irrimediabilmente, piombando nel vuoto per diversi metri. Dieci…cento…mille, non era possibile affermarlo, poiché la caduta parve non terminare mai, concedendo impietosa ai presenti d’esser strangolati dalla violenta morsa del terrore di non sopravvivere. Di non veder sorgere un’altra alba…
    A discapito degli incantesimi protettivi intrisi nel vagone, l’impatto con la superficie del lago fu violento: i finestrini s’infransero in una pioggia di aguzzi vetri, alcuni sedili furono divelti dall’esplosione e i bauli caddero dai portapacchi, generando un caos da cui nessuno uscì completamente illeso. Neppur il tempo di riprendersi, né di realizzare appieno quanto fosse accaduto, fu però concesso agli studenti coinvolti, poiché l’acqua gelida iniziò senza alcuna esitazione a riempire inesorabilmente il vagone, minacciando d’affondarlo: in pochi istanti, innanzi a quelle condizioni, fu palese non fossero più al sicuro lì. Gettarsi nel lago avvolto nella nebbia per raggiungere la riva innevata poteva però rivelarsi pericoloso, poiché la corrente non era solo gelida, ma altresì impetuosa, e chi era stato ferito più gravemente dalla caduta, non sarebbe riuscito a raggiungerla. Non senza aiuto...
    Rullo di tamburi…si comincia! Vi ringrazio per aver scelto di partecipare e di avermi offerto i vostri PG da strapazzare ben benino.
    Dunque, inquadriamo la situazione:
    -È venerdì 21 dicembre, giorno di partenza con l’Hogwarts Express per tornare a casa per le vacanze natalizie. Nel villaggio di Hogsmeade c’è un mercato di artigiani di vario tipo, che occupa la via principale, e tre loschi personaggi ne approfittano per attuare il loro piano.
    -Ralph, Egan e Vanilla siete stati colpiti dalla Maledizione Imperio e a ognuno di voi è stato dato un compito. Ralph dovrai collocare un ordigno magico silenzioso nel collegamento fra l’ultimo vagone e il resto della locomotiva, la motivazione è spiegata più avanti. Egan dovrai attirare Pervinca Fiendfyre, una studentessa di Corvonero, nell’ultimo vagone, prima che l’esplosione lo separi dal treno. E così anche Vanilla, il cui bersaglio sarà però Tristan Fiendfyre, sempre studente di Corvonero e cugino di Pervinca, ma di un ramo rivale della famiglia. Per riconoscere i bersagli, vi sono state date le loro fotografie, però siete liberi di decidere di conoscerli già. Nel post ho inserito a grandi linee una loro descrizione caratteriale, per il resto muoveteli liberamente a vostro piacimento. Potete anche chiedere l’aiuto degli altri partecipanti per potare a termine i vostri compiti, ma siete stati incantati per non rivelare i vostri intenti o di essere stati avvicinati da qualcuno e allo stesso tempo per non avere alcuno scrupolo nell’eseguire i comandi. Terminato il compito, anche la maledizione si spezzerà.
    PS: avete totale libertà sull'esito di quanto vi è stato ordinato di fare e di come reagire all'Imperio, così che possiate mantenere al coerenza con i vostri PG.
    -Il treno va senza intoppi finché un’esplosione silenziosa ma potente non stacca l’ultimo vagone dal resto della locomotiva. Il vagone deraglia e precipita dal ponte, finendo in un lago ampio, avvolto dalla nebbia e rinchiuso in una valle rocciosa, collocata in un punto imprecisato della Scozia. Al momento dell'incidente, vi trovate tutti nell'ultimo vagone che precipita, mentre il resto del treno prosegue la sua corsa.
    -Gli incantesimi protettivi del vagone attutiscono l’impatto e limitano i danni, ma non abbastanza perché ne usciate completamente illesi. Sibylla Shelley, Corinne Miller e Friday Wyldflower, purtroppo per voi il mio random non vi ama e siete stati scelti per subire danni un po’ più seri rispetto ai vostri compagni. A voi la scelta di quali, tenendo presente che dovete sopravvivere per tutta la quest.
    -Il vagone inizia a imbarcare acqua e minaccia di affondare. A voi la scelta se cercare di ripararlo o di raggiungere la riva più vicina, affrontando le correnti gelide e violente del lago.
    attenzione: Friday, Sibylla e Corinne sono feriti e non possono raggiungere la riva da soli.
    Per dubbi o domande, vi chiedo di scrivermi sull’account di André o su facebook, mi trovate come Virginia Gallizioli.
    Scadenza 4 aprile.


    Edited by Hogwarts_Mystery - 14/3/2024, 08:34
     
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    Serpeverde
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    21 Dicembre
    Una parte di me considerava Hogwarts casa molto più che la dimora in cui vivevo adesso senza i miei genitori, vendere tutto era stata un’ottima idea visto che ogni parete, ogni mobile trasudava ricordi. Questo sarebbe stato il mio primo Natale da orfana, il primo Natale da sola, completamente sola, non avevo voluto nessun altro se non me stessa e la tata, l’unica persona che al momento possedeva il diritto di vivere nella piccola casa che mi ero acquistata, un appartamento non molto grande rispetto alla villa in cui vivevo prima, giusto due piani, una camera per la tata e una mansarda completamente per me. Un posto sicuro dove essere semplicemente Vanilla, senza etichette e senza occhi tristi colmi di pietà. Forse anche per questo l’idea di ritornare a casa non mi era dispiaciuta poi tanto, volevo solo una tregua dalla scuola, un po’ di riposo e perché no degli autoregali pazzeschi dei quali non mi sarei privata affatto. Non mancava poi molto, il treno sarebbe partito solo tre quarti d’ora più tardi e le vie del villaggio brulicavano di studenti ritardatari, un po’ come stavo facendo io. Mi ero lasciata incantare dalla musica e dai giocolieri sorprendendo persino me stessa per la poca attenzione che prestai a chi invece avevo vicino. Non lo sentì nemmeno arrivare, un attimo fugace prima di sentirmi intrappolata nel mio stesso corpo. Qualcuno si affiancò, vidi solo la sua ombra senza prestare attenzione, una strana energia mi pervase dal fianco sino alla testa e udì solo distinte parole “Trova Tristan Fiendfyre, assicurati che raggiunga l’ultimo vagone del treno il prima possibile”. Tra le mani strinsi la foto del ragazzo, non avevo idea di come fosse finita lì eppure osservavo il volto del giovane con decisione, conoscevo quel giovane solo di vista ma comunque avvertì una strana sensazione di disagio mentre osservavo il suo volto impresso sulla carta. Voltai il capo osservando i presenti cercando nei volti delle persone la figura che solo pochi istanti prima mi aveva avvicinata. L’unica certezza, l’unica consapevolezza che avvertivo dentro forte e chiara era che volevo e dovevo trovare Tristan, un Corvonero che conoscevo solo di vista, uno di quelli per cui non nutrivo affatto simpatia e la cosa era reciproca. Il cuore iniziò a battere più veloce del normale, serrai la mascella contraendo i muscoli, volevo urlare, chiedere aiuto ma non potevo, dentro avevo il fuoco ma vista dagli altri apparivo solo come una ragazzina pallida e spaesata. Senza che me ne rendessi conto iniziai a camminare, mi resi conto dunque che la mia volontà era stata violata, una piccola lacrima scivolò sulla guancia, un unico segno che dentro c’ero ancora. Esistevo ancora se bene non avessi controllo sul mio corpo. In poco raggiunsi il treno, era affollato così come sarebbe dovuto essere, non indugiai a lungo, non potevo fare altrimenti, nessuno studente mi sembrava così famigliare, nessuno era Tristan e per un po’ riuscì a provare sollievo anche se.. dovevo cercare ancora. Salì sul treno ignorando chiunque tentasse di salutarmi, chiunque provasse ad avvicinarmi, ammutolita e predatoria scorrevo lungo i vagoni spalancando di tanto in tanto i portelloni delle cabine fin quando.. fin quando non lo sentì. “Spostati” un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi chiari superò il mio passo, lo riconobbi solo qualche secondo dopo, troppo tardi però perché scivolò via in una delle cabine. Volevo fuggire, scappare via, qualcosa che non andava fatto mi era stato ordinato, stavo per compiere qualcosa di orribile, qualcuno mi stava utilizzando come una pedina e non riuscì a far altro che spalancare la porta della cabina ritrovandomi davanti un gruppo di Corvonero. Gli occhi del ragazzo brillarono accesi per il fastidio di esser stati interrotti “Tristan? Devi venire con me” ondeggiai un po’ sussultando quando la locomotiva iniziò il suo viaggio e di nuovo il cuore riprese a battere forte e tumultuoso. “E’ il mio nome già” il ragazzo sembrava infastidito, continuava a fissarmi senza battere ciglio. Presi del tempo con l’obbligo che portavo nel cuore, osservai i dintorni, l’odore di dolciumi mescolatosi con l’odore tipico del treno a vapore mi dava la nausea, potevo solo immaginare le conseguenze di ciò che stavo per fare. “Allora cosa vuoi?” insistette nervoso, lo sguardo sottile e inquisitorio, dal canto mio riuscivo a tenermi in piedi solo grazie all’adrenalina, in vagone ondeggiò delicatamente e poi tornò sul rettilineo. “Posso parlarti in privato?” dissi a denti stretti consapevole che la motivazione era troppo blanda per essere assecondata. “Qualsiasi cosa tu voglia dirmi puoi farlo qui” il ragazzo aprì le braccia indicando i suoi amici. Mi bloccai. Persi in quella frazione di secondo tutta la mia dignità “E’ una questione.. molto privata” sussurrai appena le ultime parole abbassando lo sguardo per la vergogna. “Non voglio problemi prefetta, non uscivi con l’energumeno Grifondoro?” eccolo lì, neppure il più intelligente dei ragazzi aveva scampo a due occhioni dolci. “Abbiamo rotto da un pezzo” mentì e spezzai il mio cuore in due.. senza fiatare indietreggiai liberando la porta, lui si alzò tra le risate dei suoi amici e mi seguì pavoneggiandosi. “Non pensavo fossi il tuo tipo Vanilla”, iniziava a sciogliersi, lo avvertivo “Nemmeno io” risposi secca iniziando a camminare.. “L’ultimo vagone, dicono sia il meno affollato, possiamo andare lì ti va?” voltai il capo sorridendo maliziosamente, ormai soggiogato il ragazzo mi seguì. Durante il tragitto non dissi molto, sorridevo e fingevo di essere presa da lui, non era difficile però.. Amareggiata e delusa da me stessa raggiungemmo l’ultimo vagone, dunque il mio compito forse era giunto al termine. “Allora? Non è poi così vuoto”, in effetti purtroppo per me non lo era, ignorai i volti famigliari e mi sistemai in fondo, dove non vi era altra possibilità che fermarsi. Tristan strinse le spalle e in poche falcate mi raggiunse, “quindi ci siamo..” sorrise ammiccando, non avevo avuto la possibilità di scegliere se condurlo o meno nel vagone ma adesso sapevo che non potevo permettergli confidenze, non questo. “Ecco..” -trova una scusa, trova una scusa.- blaterai nei miei pensieri prima che il vagone diventasse la centrifuga di una lavatrice. Non vidi più nulla, ricordo solo le urla degli studenti, le mie urla, il sangue scorrermi caldo sulla tempia e tutto buio.
    Riuscì a riprendermi, la vista offuscata non mi impedì di notare dell’acqua che entrava velocemente dai finestrini rotti del vagone.. Arrancando e con estrema fatica, tentai di rimettermi in piedi, cercai Tristan ma non riuscì ad individuarlo, le urla erano sempre più forti e sempre più spaventose. L’acqua gelida iniziò a bagnarmi i piedi, dovevamo fuggire, tentai di riconoscere nei volti dei sopravvissuti qualcuno che potesse darmi aiuto ma la verità dei fatti era che tutti ne avevamo bisogno. Spaventata mi resi conto che in quel vagone vi erano tutti i miei amici, offuscata dalla maledizione non vi avevo fatto caso troppo concentrata a portare a termine il compito.. saremmo morti annegati proprio come i miei genitori. Ero paralizzata, incapace di muovere un passo o di compiere qualsiasi tipo di impresa eroica, l’acqua gelida e il freddo pungente iniziarono a farsi sentire, respiravo a fatica. Mi guardai in giro nervosa, non c’era scampo, forse questa era davvero la fine e per un’istante tutto ebbe senso.. scoppiai a piangere silenziosamente consapevole di esser stata complice del disastro.


    Vanilla riesce a portare a termine il compito sotto maledizione.
    Non interagisce con nessuno se non Tristan. Al suo risveglio dopo l'impatto ha subito un colpo sulla tempia, resta impietrita rendendosi conto che stanno per affogare, purtroppo le ricorda la morte dei genitori quindi lucidità 0.
    Capisce di esser stata sotto maledizione anche se non ha il coraggio di ammetterlo a se stessa
     
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    L'isola del capitano Flint!

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    Egan Baskerville

    15 Anni - Grifondoro - V Anno

    Era il 21 Dicembre e l'idea di tornare a casa dava ad Egan sentimenti contrastanti. Da una parte infatti non vedeva l'ora per rivedere sua madre e la sua nipotina, la piccola Emma, mentre dall'altra non faceva i salti di gioia all'idea di ritrovarsi faccia a faccia con suo padre e Drake. Certo, entrambi erano gli unici che conosceva con cui avrebbe potuto parlare a lungo di draghi senza ammorbarli ma erano anche due persone così serie, rigide e mortalmente noiose dal punto di vista del più giovane dei Baskerville. Cosa che tendeva a non farglieli sopportare molto nonostante gli volesse comunque bene. D'altronde erano pur sempre la sua famiglia. Ad ogni modo una volta uscito da scuola si era diretto all'Emporio di Zonko e, vista la folla, non doveva essere stato l'unico ad aver pensato bene di acquistare gli ultimi fuochi d'artificio rimasti per festeggiare l'arrivo del nuovo anno. "E spostati!" Se ne uscì ad alta voce Egan dando una spallata a un compagno di scuola per spostarlo e cercare di superarlo per raggiungere i tanto agognati fuochi d'artificio e, chissà, magari anche qualche regalino per il padre e fratello che gli avrebbero fatto perdere non poco la pazienza. Tuttavia Egan non riuscì nel suo intento perchè qualcuno gli si avvicinò alle sue spalle e gli vennero sussurrate delle precise parole: assicurati che Pervinca Fiendfyre sia nell’ultimo vagone del treno. Al che gli venne data una foto della studentessa Corvonero che Egan rimase ad osservare con attenzione. Dopodichè si voltò spaesato ma non capì chi potesse avergli dato quello strano compito ma si accorse ben presto che non avrebbe potuto rifiutarsi di portarlo a termine. Al che il suo nuovo obbiettivo divenne trovare Pervinca e portarla nell'ultimo vagone del treno. Così Egan si incamminò, stando attento che però Pervinca non si trovasse lungo la strada che da Zonko portava alla stazione, non vedendola quindi salì sul treno ed iniziò a cercarla lungo i vagoni. Non si poteva dire che il ragazzo la conoscesse, forse l'aveva vista di sfuggita qualche volta ma nulla di più ma adesso era diventata la sua fissa e aveva un compito da dover assolutamente portare a termine. Alla fine la vide, se ne stava per conto suo seduta da sola su uno dei sedili mentre era intenta a leggere un libro. "Pervinca?" Domandò Egan dando un ultima occhiata alla foto prima di infilarla nella tasca della giacca. "Sono io." Rispose leggermente sorpresa ed intimidita la ragazza. "Egan Baskerville, piacere." Si presentò quindi Egan con fare da gentiluomo. "Hai degli occhi davvero belli, belli come quelli di un Kelpie." Tanto da non poter fare a meno di lanciarle quel complimento tipico dei suoi. Ma quegli occhi azzurri, in combo coi capelli corvini, erano la prima cosa che aveva attirato lo sguardo. E quindi portato poi a farle quel complimento genuino e privo di secondi fini. "..." Il volto della ragazza si fece perplesso ma leggermente arrossato al tempo stesso. Non doveva essere abituata ai complimenti, specie se arrivavano da un bel ragazzo. "Ma non perdiamo tempo, ecco, io... avrei un problema. Se non sbaglio sei brava in Cura delle Creature Magiche, come me d'altronde, quindi puoi sicuramente aiutarmi. Vero? Per favore?" Cambiò subito discorso il Baskerville sussurandole quelle parole in un orecchio, dopo che si fu seduto accanto a lei, implorandola di aiutarlo con un suo presunto problema. "E cosa avresti perso?" Chiese timidamente Pervinca evitando di incrociare i suoi occhi con quelli del Grifondoro. "Che resti tra noi... uno Snaso." Rivelò. "Uno snaso libero sul treno?" Se ne uscì piuttosto sconcertata la compagna di scuola. "Capisci il guaio?" Controbattè Egan con un altra domanda. "Va bene, ti aiuto." Si decise infine Pervinca. "Oh, grazie, grazie, grazie!" La ringraziò sentitamente come se quella fosse una questione di vita o di morte. Ed effettivamente se ci fosse stato davvero uno Snaso libero sul treno avrebbe potuto combinare un bel pò di guai. Non era una creaturina da prendere sottogamba solo perchè piccoletta. "Dove l'hai visto l'ultima volta?" Chiese la studentessa Corvonero. "E' sgaiattolato dentro l'ultimo vagone." Rispose con certezza Egan confermandosi un ottimo attore. Anche se forse era così bravo a mentire anche per via della maledizione che gli era stata lanciata contro. Chissà? A quel punto i due ragazzi si alzarono dai sedili e si incamminarono verso la loro meta per cercare lo Snaso fuggiasco. "Perchè comunque avevi uno Snaso?" Domandò non riuscendo a trattenere la curiosità. "L'ho rubato a mio fratello. E' un magizoologo." Mentì ancora Egan chiedendosi però dentro di se perchè non fosse mai riuscito a farlo. Insomma era un idea geniale. E lui aveva sempre voluto uno Snaso! "Farai meglio a ridarglielo una volta che l'avremo ripreso." Constatò docilmente Pervinca mentre insieme ad Egan raggiungeva l'ultimo vagone. Arrivati lì iniziarono a cercare in giro il presunto Snaso quando a un certo punto un improvviso scossone fece tremare e staccare violentemente l'ultimo vagone del treno che precipitò giù, nel vuoto, per diversi metri. Seppur coraggioso Egan non era incosciente e tutta quella situazione, mentre il vagone precipitava gli mise non poca angoscia cercando di pensare a qualcosa, qualsiasi cosa, pur di salvare se stesso e magari anche gli altri sventurati finiti in quel vagone. Prima tra tutti proprio la povera Pervinca che aveva trascinato lui lì. Non voleva averla sulla coscienza! Nonostante gli incantesimi protettivi di cui era intriso il vagone l'impatto col lago fu violento, finestrini si infransero in una pioggia di vetri aguzzi, alcuni sedili furono divelti dall’esplosione e i bauli caddero dai portapacchi. Egan riuscì fortunatamentre ad evitare i vetri ed i sedili ma non i bauli dato che diversi gli caddero addosso mentre urla e terrore degli altri studenti riempivano il vagone. L'acqua gelida del lago iniziò ad entrare dentro l'abitacolo, Egan era ancora parzialmente sotto i bauli e con forza riuscì a liberarsi, era dolorante e probabilmente si sarebbe ritrovato un bel pò di lividi, ma rispetto ad altri non poteva lamentarsi. Ancora non vedeva Pervinca e non aveva la più pallida idea di cosa poter fare. Ma non poteva morire senza neppure combattere. Doveva inventarsi qualcosa. "Cercate di stare calmi!" Gridò Egan agli altri, non si poteva dire che fosse un tipo particolarmente altruista ma se fosse riuscito a salvarsi non avrebbe voluto avere sulla coscienza chissà quanti compagni di scuola. E di certo non avrebbe potuto lasciar morire le ragazze, non sarebbe stato degno di lui. "Dobbiamo capire come salvarci. E in fretta." Continuò mentre l'acqua saliva man mano lungo le sue gambe. "Qualche idea?" Domandò quindi agli altri presenti, spostando lo sguardo da uno a uno, nella speranza che qualcuno avesse una buona idea. Doveva ammetterlo, a Egan sarebbe piaciuto moltissimo essere l'eroe di quella disavventura, se ne sarebbe potuto vantare con tutti, studenti o meno che fossero ma davanti alla morte non poteva perdersi in cose come l'orgoglio e l'arroganza.


    Egan riesce a portare a termine il compito sotto maledizione. Durante l'impatto gli cadono alcuni bauli addosso e, dopo essersene liberato, cerca di calmare lo stato d'animo dei compagni per cercare insieme una soluzione nel tentativo di salvarsi la vita.
     
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    Grifondoro
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    Era fatta, finita. I bambini e i loro stupidi genitori erano finalmente un ricordo lontano, così come quel vomitevole odore di cannella, zenzero, carciomomo..cardidomo.. QUELLO! e altre minchie varie. Fanculo il Natale, fanculo i dolci, fanculo la divisa da marinaretto di Mielandia! Ero finalmente un uomo libero di poltrire tutto il giorno sul divano, servito e riverito, come il figliol prodigo che torna a casa e viene circondato dagli onori di chi, in questi mesi, ha sentito vividamente la sua assenza! No, tranquilli non ci credo nemmeno io, appena arriverò a casa sicuro mia madre mi romperà i coglioni sul fatto che potevo passare a fare la spesa visto che la stazione è di strada e blablabla.
    Il mio procedere verso il treno però, era ricolmo di tutta la baldanzosità tipica di chi vede le proprie ferie come un periodo in cui sarà tutto meraviglioso, una celebrazione delle infinite possibilità del libero arbitrio.
    Così di buon umore, quello dei poveri incoscienti mentecatti che non sanno che cosa li attende, che beccando un carrettino rosso di caldarroste mi avvicinai disposto a buttare una cifra da attico a Parigi per un cartoccio fumante... A me le castagne fanno anche cagare eh, ma in quel momento non so perché, volevo proprio spenderci un rene..
    Ne prendo 5 libbre!
    massì, quante saranno mai cinque libbre? Ve lo dico io, cinque libbre sono due cazzo di sacchi, almeno così diceva il tizio, che dovevo andare prenderle e caricarmele in spalla dal vicoletto. Posso farlo, d'altronde sono un uomo libero. Già... libero di prendersi...UN IMPERIO DEL CAZZO!!
    Era una delle sensazioni più strane che avessi mai vissuto. Bloccato in una gabbia di cui non avevi il controllo tuttavia in grado di muovermi come se niente fosse, a parlare persino come se niente fosse. Come se ci fossero due voci separate. Quella che stava urlando per opporsi, in modo però sempre più flebile, fino a quasi dimenticarsene... e quella che si ostinava a far finta di niente e cazzeggiare come se nulla fosse.
    (Vediamo il lato positivo però: alla fine le castagne non me le ha fatte pagare.. )
    Il mio percorso infatti continuava verso il treno, col solito sorrisetto compiaciuto e ottimista di poco prima, fino a raggiungere la Miller sul binario, facendole cenno di salire.
    Flower ho comprato un po' di cartucce per il tuo culo..
    Dissi al Grifondoro, accennando alla sua flatulenza leggendaria, aprii il sacco, quello dove non era stata nascosta la cosa, affinché prelevasse una manciata di castagne.
    Proseguii poi il mio percorso offrendo dal sacco designato a chiunque incontrassi, lanciandolo in giro persino, nemmeno fossi Ebenizer Scrudge che lanciava monete d'oro la mattina di Natale, fino a raggiungere uno scompartimento libero dove mi accomodai assieme alla Corvonero.
    Allora Miller ricapitoliamo: niente confidenza a mia sorella, se vi becco a fare comunella ti sbatto fuori come.. Oliver Twister o come cazzo si chiamava.. non fidarti mai di quello che ti dice e non raccontarle niente. Lo userà contro di te.
    O per meglio dire: contro di me. Un monito il mio accompagnato da sguardo greve, per poi rivolgermi all'altra Grifa che era seduta nella poltroncina di fronte.
    Giusto Crawley? Le sorelle sono una piaga, non bisogna fidarsi, diglielo.
    Incoraggiai la biondina a darmi ragione. Dopotutto la Miller sarebbe venuta qualche giorno da me per poi spostarsi dalla Cavanugh, perché che rimanesse in quel posto pieno solo di vecchi per Natale non si poteva sentire proprio. Però ecco.. sapevo che così facendo i miei fratelli ne avrebbero approfittato. Contavo sul fatto però che la parte maschile venisse neutralizzata persa nell'ammirazione e contemplazione della mora. Oddio magari anche Millie.. e mentre mi perdevo in quel pensiero la mia attenzione fu catturata dall'avvicinarsi delle ragazze al sacco di castagne.. quello sbagliato.
    Giù le mani!
    Il tono che mi uscì fu brusco, quasi rabbioso, improvviso. Avevo dimenticato perché ma c'era un urgenza nel non farle avvicinare a quel sacco. Velocemente però i tratti del mio viso di rilassarono mentre lo prendevo e me lo rimettevo in grembo.
    Ho.. una cosa in mente.. ma non voglio rovinarvi la sorpresa. Piuttosto: una di voi due è disposta a farmi da palo..?
    Alzai le sopracciglia, con fare estremamente accomodante, aspettando che rispondessero.
    Fidatevi: sarà una bomba!

    15 minuti dopo.. già. Era davvero una bomba. Ma avevate letto lo spoiler, quindi lo sapevate già.
    L'esplosione fu silenziosa, e mi ero curato bene di piazzare l'ordigno di nascosto. Sudato come al mio solito, quello non avrebbe potuto tradire la lotta interiore che non riusciva ad opporsi a quel comando, tornato ad agitarsi improvviso non appena avvistato il ponte in pietra dal finestrino.
    Non ci fu nessuna esplosione, e sebbene sapessi che ci sarebbe stata, la forte scossa e lo strattone improvviso mi colsero totalmente impreparato, facendomi sbattere la fronte contro uno dei sedili. Per il colpo in se o per il dolore, o forse solamente perchè quell'infame missione era stata portata a compimento, una angoscia profonda e viscerale mi attorcigliò le budella, come se fossero improvvisamente fatte di tizzoni ardenti.
    Cazzo.. cazzo..! Immobilus... Immobilus..
    Boccheggiai, tra lo shock e il brivido dello stridere delle lamiere che scivolavano giù dai binari, mentre tutto si piegava. Stavamo per cadere.. saremmo caduti.. cazzo.. vaffanculo, cazzo. No.. no merda.
    Incarceramus...
    Puntai a chi avevo vicino, sperando che così facendo, rimanesse legato al sedile, e che con l'Immobilus, le cose più pesanti non si ribaltassero. Ma stava precipitando e fu la discesa più lunga mai fatta nella mia vita.
    L'impatto, sebbene non drammatico come mi sarei aspettato, fu comunque brusco e sbalzò diverse persone a terra. In ginocchio, con le mani a terra sul pavimento del vagone, riuscivo a sentire che le mie mani stavano tremando. Per un secondo pensai che l'acqua che vedevo comparire, fosse il mio sudore che mi colava dalla fronte alla schiena, freddo e spietato. Era colpa mia.. l'avevo fatto io... non ero riuscito ad oppormi... inutile... peggio che inutile..
    Fu la voce allarmata di qualcuno che gridava alla calma a farmi tornare presente. Rialzai la testa e mi guardai attorno per vedere le conseguenze della mia inettitudine.
    Le scope..
    Gracchiai con la bocca totalmente arsa.
    qualcuno ha delle scope?? Miller la tu...
    la mia voce di bloccò, come se quel groppo in gola si fosse materializzato in un enorme sasso spugnoso mentre voltandomi a cercarla, individuai la figura di Corinne.



    Ralph si becca un confundus che lo porta ad acquistare due sacchi di castagne arrosto, viene Imperiato e l'ordigno nascosto in uno dei sacchi. Già, la mia mente luminare ha prodotto sta cagata.
    Spero che non siano avvelenate.....perchè le ho offerte in giro.
    Seduto nello scompartimento con Corinne e Cam, ho chiesto loro se mi facevano da palo.
    Se una delle due ha accettato dividiamo la colpa per l'incidente ok?
    Lanciata la bomba si riprende e casta Immobilus a bauli e simili e Incarceramus a chi ha vicino per impedire che venga sbalzato fuori dal sedile ma non è un incantesimo che padroneggia benissimo e potrebbe non essere del tutto efficace.


    Edited by -Ralph - 15/3/2024, 21:58
     
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    Non era per niente entusiasta di tornare a casa, ma ormai aveva detto di si alla nonna. Sarebbero dovute essere delle belle vacanze, visto che Justin aveva accettato di passarle con lei, ma dopo quello che era successo al compleanno, non era più così convinta. Sapeva che era una cosa da niente e che stava montando delle fantasie insulse, ma certe cose le avevano lasciato un tarlo nella mente. Voleva offrirgli un ramoscello d’ulivo, ma avrebbe anche voluto picchiarlo con quello
    Passeggiò tra le persone intente a fare le ultime spese prima del Natale, circondata da risa e voci allegre. Fece un tiro di sigaretta, la mente che rimuginava sugli eventi e su come affrontarli con la nonna, senza creare chissà quali drammi. Ma era inevitabile che alla fine sarebbe scoppiata la bomba e che sarebbero volati piatti e insulti.
    -Potevo rimanermene al castello e tanti saluti- bofonchiò, prendendo la via per la stazione
    Si prese qualche minuto, ferma sulla banchina, finendo la sigaretta e facendola sparire. Salutò qualche volto conosciuto, ignorando volutamente la testa riccioluta poco distante. Avrebbero avuto modo di chiarire lontani da tutti i loro compagni e amici, una volta soli a casa. Anche se la cosa la terrorizzava.
    Per questo aveva deciso di mettersi in un altro vagone, insieme a due Corvonero del terzo anno silenziose come lei, che si limitarono a salutarla con un cenno della testa, per avere un po’ di tempo per pensare a come… scusarsi principalmente. Era una stupida, un’ipocrita anche. Si sistemò sul lato esterno con un sospiro, così da avere il corridoio di fianco e libero accesso ad esso, prese il libro dalla borsa e immergendosi nella lettura.
    Alzò lo sguardo dopo un po’, le era sembrato di sentire la voce di Vanilla provenire dal vagone vicino, ma non ne era sicura. Si alzò, aprendo la porta e controllando il corridoio, ed infatti eccola la, che camminava seguita da… Fiendfyre? Alzò un sopracciglio, stranita, ma forse era solo una casualità. E invece no, sopratutto quando la vide voltarsi e sorridere al Corvonero con fare civettuolo. Era per caso impazzita? Decise di seguirla, afferrando la borsa al volo ed abbandonando le due, senza nemmeno salutare, allungando il passo per non perdere le sue mosse.
    Entrò nell’ultimo vagone qualche attimo dopo di loro, osservando i volti presenti. Praticamente i suoi amici erano tutti lì, ottimo. Senza pensarci raggiunse il posto dove c’era Juss, in compagnia di quello col nome impronunciabile, senza perdere di vista la bionda. Spinse leggermente Juss, per sedersi vicino a lui, ma non fece in tempo. Improvvisamente i suoi piedi si staccarono dal pavimento della locomotiva, mentre tutto iniziava a ruotare intorno a lei. Solo le grida degli altri erano reali, il resto sembrava sospeso nel vuoto ora.
    Mentre il vagone frenava di colpo la sua corsa, lei sbattè la schiena e il braccio sinistro contro qualcosa, provocandole una scossa di dolore e togliendole il fiato. Ricadde pesantemente giù sentendo ancora più male. Scosse la testa, cercando di capire cosa fosse successo, mentre a fatica di ritirava su, evitando un baule caduto dal portapacchi, quando il freddo la invase. Guardò il vagone confusa e spaventata; l’acqua iniziò ad invadere l’abitacolo e ora le arrivava al ginocchio.
    Non sapeva dov’erano caduti, quanto profonda fosse l’acqua al di fuori o quanto fosse lontana un ipotetica riva. L’ansia le invase il petto, bloccandola ancora di più, mentre cercava di non farsi sopraffare. Respirò affannosamente, tremando come una foglia dal freddo e dalla paura, tenendosi il braccio leso.
    Ogni respiro le dava delle fitte dolorose e non riusciva a controllare il battito furioso del suo cuore impaurito, mentre guardava il finestrino mezzo rotto e il livello dell’acqua aumentava. Cercò gli altri con lo sguardo e poi si avvicinò a Justin -Testabolla, subito- gli ordinò, alzando la voce per farsi sentire anche da chi era li vicino, tastando il fodero della bacchetta, accorgendosi solo in quel momento che non c’era più -Ho perso la bacchetta- si guardò intorno, cercando il suo legno di noce laccato nero, nell’impatto doveva essere volata via.

    Feyre era seduta in un altro vagone ma a seguito Vanilla nell'ultimo
    Durante la caduta sbatte la schiena e il braccio sinistro, senza grandi danni
    Ha un mini attacco di panico
    Ordina a Justin di eseguire un Testabolla, ma lo dice a voce alta, così qualcun altro può sentire
    Ha perso la bacchetta
    Non mi prendeva l'azzurro, ho dovuto cambiar colore
     
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    Riempitici la bocca, Finnik, così la smetterai di sparare cazzate.
    Chi è così pazzo da comprarsi due sacchi di castagne per un viaggio in treno di poche ore? Ha davvero così tanta fame o le ha intrise d'un qualche torcibudella per far intasare tutti i bagni del vagone? Quale che sia la risposta, quel coglione di Ralph è riuscito a strapparmi un mezzo sorriso; potrei ringraziarlo togliendogli un po' di peso dalle braccia, ma non ho fame e rinuncio volentieri ad un potenziale mal di stomaco.
    L'attesa sulla banchina ferroviaria di Hogsmeade è stata lunga e lacerante, ora però sto per tornare a casa e mi sembra impossibile: finalmente un po' di pace e dello stupendo silenzio in cui riposare, interrotto solamente dagli schiamazzi di Saturday e Sunday o un lontano muggito.
    Probabilmente è la prospettiva di rivedere tutta la famiglia a farmi sentire più leggero, mi sono mancate molto e tutto quello che è successo in questo periodo non ha affatto aiutato a rendere la distanza più sopportabile. Dovrò imparare a crearmi un nido sicuro all'interno del castello, magari ritrovando quello che ho perso, ma il Galles e quella piccola comunità hippie saranno sempre il luogo in cui mi sentirò più a casa.
    Prima o poi, quando il mio cervello sarà tornato a posto, potrò portarci Vanilla, Annie e le altre... Cazzo, mi sembra così strano fare progetti per il futuro, seppur così piccoli. Sto per caso iniziando a vedere una minuscola luce in fondo al tunnel? Meglio non esagerare con l'ottimismo e tenere i piedi per terra, potrei comunque passare delle vacanze di merda a causa degli incubi o una ricaduta di Monday, quindi è bene tenere su un minimo di corazza per proteggermi. Magari tornerò ad Hogwarts senza mai averne avuto bisogno, me la dimenticherò da qualche parte e tornerò a sorridere più spesso... Sarebbe bello.
    Nel vagone in fondo al treno ci sono delle persone che conosco, evito accuratamente lo sguardo di Sibylla Shelley mettendomi a sedere ben lontano da lei. Ci siamo presi vicendevolmente a spadate e schiaffi morali, vorrei impedire un secondo round davanti a tutti gli altri studenti, in attesa di tempi migliori.
    Dopo qualche minuto accanto a me si posa un'altra Tassa, la piccola ed agitata Teresa, che con me è stata molto gentile in questo periodo, rispettando il mio silenzio come io feci con lei.
    Ehi, non hai preso una delle castagne di Ralph, vero? Era troppo felice di darle in giro e ho paura di scoprirne il motivo.
    Le rivolgo un sorrisino gentile mentre il treno procede la sua corsa e in questo piccolo luogo sicuro le chiacchiere procedono con la vivacità tipica degli adolescenti. Io mi limito ad ascoltare Terry, i suoi racconti sono un buon riempitivo e credo stia andando a macchinetta per cercare di distrarmi; ad un certo punto però si blocca in una posa che conosco fin troppo bene, quegli occhi vacui di solito nascondono una visione dietro di essi e guardo la piccola ispanica con espressione preoccupata finchè non torna in sé. Biascica due parole che non riesco a comprendere e poi, l'istante dopo, tutto va a farsi fottere.
    Lo sbalzo del vagone è violento, Teresa viene scaraventata da un lato e d'istinto allungo il braccio destro per tenerla e provare a limitare i danni. Accade tutto così in fretta che mi è impossibile mettere un'ordine preciso agli eventi: la gente urla, il vagone inizia a scivolare dai binari e giù, verso il vuoto... Dei bauli volano via, rotolano lungo il corridoio e uno di essi si schianta contro il mio braccio teso verso Teresa. La lascio andare quando sento l'osso spezzarsi, lo vedo sporgere dalla carne del bicipite e registro il dolore ma non riesco ad esprimerlo a voce. L'impatto con l'acqua è violento e mi strozza il respiro in gola, i vetri dei finestrini vanno in mille pezzi e l'istante dopo non vedo più dall'occhio sinistro.
    Porto la mano del braccio sano al volto, sento del liquido colarmi lungo la guancia e qualcosa di liscio e freddo è incastrato dove prima stava un'iride verde... Sembra grande quanto una noce, forse qualcosa in più.
    Guardo il sangue sulle dita e non capisco... Stava andando tutto così bene... Dovevo tornare a casa per stare con mamma e le mie sorelle... Gli incubi dovevano smettere, quindi perchè ne sto vivendo un altro?
    Sposto il capo da una parte all'altra e vedo persone che conosco, cari amici che urlano e si disperano. Trovo Teresa, col braccio sano provo a tirarla su ma una fitta di dolore improvvisa me la fa scivolare ancora dalle dita; ad un tratto sento tutto, ogni cazzo di botta ed odore di sangue... il mondo ha tolto il fottuto freno a mano e mi si è schiantato addosso con tutto il suo peso.
    Noto le lacrime di Vanilla e vado da lei lasciandomi alle spalle la Tassa, in questo caos riesco a concentrarmi su una sola persona alla volta, come se insieme a parte della vista mi fosse sparito anche quel poco d'intelletto che possedevo. Oppure sono solo in una profonda crisi di panico, chi può esserne certo.
    Vanilla...? Non è un'altra visione, vero? Devo tirare su Teresa, aiutami.
    Sento le parole uscirmi dalle labbra in modo innaturalmente calmo, forse quando mi darà la conferma che tanto temo avrò modo d'urlare come la situazione merita.


    -interagito con Ralph e ignorato le castagne
    -evitato di guardare Sibylla
    -interagito con Teresa che si è seduta accanto a lui, nel tentare di tenerla un baule gli è caduto addosso e ha il braccio destro rotto all'altezza del bicipite
    -giusto per non farci mancare niente, una scheggia di vetro grande più o meno come una noce gli si è ficcata nell'occhio sinistro, e lì è rimasta
    -ha provato a tirare su Teresa ma non ce l'ha fatta
    -è andato da Vanilla e le ha parlato con calma quasi inquietante perchè è appena appena sotto shock
     
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    Aveva preso posto in quel vagone senza preoccuparsi troppo della compagnia che ben presto avrebbe certamente avuto, conscia di quanto poco avrebbe fatto conversazione a causa di una mente che, meticolosa, rifletteva su quanto sarebbe successo una volta attraversata la soglia di casa. Non aveva accennato mai, neppure una volta alla speranza che suo padre si presentasse a recuperarla in stazione, all'insegna di vacanze natalizie che chiunque, persino il più ribelle fra gli adolescente, avrebbe aborrito. Sarebbe stata in silenzio, Cameron, soppesando le parole per giorni e tacendo lì dove qualunque risposta sarebbe parsa inadeguata alle orecchie di un padre che senza alcun dubbio l'amava, ma che tuttavia risultava plagiato dalla presenza asfissiante di una donna che pretendeva per sé le sue attenzioni. Più di quanto non facesse in qualunque altro giorno dell'anno, quando la figura della figliola prediletta - nonché unica - non era che un lontano miraggio.
    Il motivo, si era detta più volte la Grifondoro, era evidente a chiunque: la sua sola presenza fra le mura domestiche era un incentivo tale a convincere la matrigna a dare il meglio di sé: il confronto fra lei ed Evelyn, la sorellastra, era divenuto ormai una prassi che si svolgeva con puntualità minuziosa ogni qualvolta ve ne fosse occasione, stando bene attenti a sottolineare solo le qualità che potevano essere evidenziate nella giovane Babbana, lì dove la strega sapeva di non poter neppure competere; il disegno e il canto rientravano certamente fra le doti di Evelyn ed era di vitale rilevanza far notare la discrepanza fra le due adolescenti in tali ambiti.
    Con un sospiro di evidente resa, la Grifondoro poggiò il mento sul pugno della mano sinistra. Lo sguardo fu impegnato a rimirare la banchina del binario nove e tre quarti per un quantitativo di minuti sufficienti a far sì che l'ingresso dei compagni passasse in secondo piano, lasciandole concedere loro un paio di cenni del capo e saluti biascicati. Non diede segno di riconoscere la Miller, Fry né Finnick, lasciandosi rapire dalla loro conversazione solo quando il Grifondoro la nominò con una motivazione valida a convincerla a non fasciarsi la testa prima di essersela rotta.
    Il commento sulle sorelle gli fece guadagnare un'occhiata in tralice da parte della concasata, che inarcò un sopracciglia e fece schioccare la lingua fra i denti. "Una piaga." Non potevano essere definite altrimenti, soprattutto se non erano realmente sorelle.
    Lo sguardo cadde inevitabilmente sui sacchetti detenuti gelosamente fra le dita del ragazzo, gli stessi che emanavano un profumo tipico di vacanze natalizie da lei tutt'altro che gradite. Allungò il collo, Cameron, sporgendosi appena per validare le proprie ipotesi. "Sono castagne quelle?" Fece per distendere il braccio verso Ralph, la gamba destra che tornava a posare il piede sul pavimento del vagone e il peso del corpo che si spostava equamente sugli arti inferiori. Ma la reazione del compagno fu talmente brusca da frenare ogni altro movimento da parte della strega, facendo invece sì che la sua fronte si aggrottasse e i lineamenti si tendessero in un'espressione sgomenta. "Per caso ti ha punto uno Schiopodo stamattina?"
    Si ritirò fino a lasciar poggiare nuovamente le spalle contro lo schienale, le iridi plumbee a scrutare nuovamente il cielo fumoso che ricopriva la Scozia. La voce di Ralph la attirò nuovamente su di lui, in un'inclinazione quella volta ben più scettica della precedente. Cosa l'altro avesse in mente non le interessava particolarmente, ma l'idea di poter distrarsi da ciò che la aspettava da lì a distanza di poche ore fu talmente invitante da convincerla a sfiorare la tentazione di spingersi fino all'estremità di una corda ormai fin troppo tesa.
    Conosceva abbastanza Ralph Finnick da sapere di non dover avere nulla da temere, per lo meno in quanto a stato di salute. Dunque sospirò e allungò una mano in direzione del compagno, dita ben distese e palmo rivolto verso l'alto. "Cinque e te lo faccio io, il palo." Almeno ci avrebbe guadagnato qualcosa, si disse, mentre si alzava dalla propria postazione per seguire il compagno con espressione rassegnata.

    Giunsero nell'ultimo vagone superando schiamazzi e risate, gente che non vedeva l'ora di rivedere la propria famiglia e altri che si lamentavano di dover tornare a casa troppo presto. L'eterogeneità degli studenti di Hogwarts l'aveva sempre incuriosita nonché a tratti affascinata, oggetto di uno studio approfondito che, lasciando vagare lo sguardo su ciascuno di loro, prima o poi Cameron si sarebbe concessa.
    Non seguì il filo conduttore che direzionò le mosse del compagno, concentrata sul compito che si era appena imposta di portare a termine una volta tornata fra le mura rassicuranti del castello. Fu per tale motivo che, nel vedere il compagno affaccendarsi con qualcosa, Cameron cadde dalle nuvole nel corrucciare il viso in un'espressone di stupita incertezza. "Ralph, che diavolo sta-" Non riuscì a completare quella domanda, sbalzata all'indietro da un'esplosione tale da stordirla, facendole perdere tanto l'equilibrio quanto il senso della realtà per attimi che parvero infiniti.
    Il terrore, lo sgomento, l'incertezza di come muoversi furono il minimo che toccò a una quindicenne inconsapevole di cosa fosse appena successo e, ancor di più, di quel che avrebbe dovuto affrontare. Accusò l'impatto subito dopo aver sentito il cuore arrivarle in gola, causa la caduta libera che le tolse il respiro. I vetri s'infransero sotto la pressione dell'acqua che invase rapidamente lo scompartimento, mentre i più lucidi estraevano le bacchette e ricorrevano ai primi incantesimi salvavita.
    Lo sguardo di Cameron cadde su una compagna di Corvonero, vedendola successivamente svanire sotto il fluire dell'acqua. "Pervinca!" La chiamò la Grifondoro, mentre il panico prendeva possesso della sua mente e ancor di più della sua coscienza.
    Fu la voce di un ragazzo poco distante da lei a farla rinsavire quell'attimo necessario a farle riprendere il contatto con la realtà e con ciò che avrebbe dovuto fare per rimediare all'incidente. "Egan..." Desiderò tanto dare all'altro la risposta a una domanda lecita e che lei stessa condivideva, ma l'unica cosa sensata che le venne da fare fu cogliere il suggerimento di Feyre e imitarla nella prima mossa atta a mantenersi vigile. Puntò su di sé il catalizzatore e si preparò a trattenere il fiato laddove qualcosa non avesse funzionato, castando l'incanto Testabolla. E, indipendentemente dalla sua riuscita, avrebbe tentato con un secondo, più mirato tentativo dirigendo l'estremità della bacchetta su uno dei finestrini a pezzi. "Reparo!"

    Duuunque: Cameron fa da palo a Ralph dopo aver più o meno salutato tutti (ho inserito la Miller e Fry). Poi vede Pervinca svanire nell'acqua (se ho sbagliato ignoratemi pure) e coglie la voce di Egan. Poi, sentendo Feyre, usa un Testabolla e un Reparo.
    Non ho capito quanti incantesimi si possono fare (ho pensato che l'esito debba spettare al master). Se ce n'è concesso solo uno direi che da bg il Testabolla fallisce e punto al Reparo.

    Grazie e scusate i drammi!


    Edited by .Cam - 18/3/2024, 09:38
     
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    Tassorosso
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    Hogsmeade, prima di salire sul treno

    Dieci giorni.
    Sono trascorsi dieci interminabili giorni, da quando Feyre ce l'ha su con me al punto da rivolgermi a stento la parola. Stavolta non ho bisogno di chiederle perché mi stia evitando, lo so perfettamente, così come so di trovarmi nel torto marcio e che tutto ciò che è in mio potere è attendere speranzoso che le passi.
    A dieci giorni dal mio quattordicesimo compleanno, ho dovuto chiudere in bellezza i miei tredici anni comportandomi come un coglione... E per cosa? Solo per dimostrare a me stesso di avere abbastanza palle da calarmi uno shottino alcolico come i miei compagni più grandi, talmente presuntuoso da convincermi che non ci sarebbero state conseguenze!
    Una cosa era certa, non avrei più toccato neanche una goccia d'alcool fino alla maggiore età!
    Quello che davvero non ho ancora capito, è se l'invito a trascorrere le vacanze di Natale a casa della Prefetta bronzo-blu sia ancora valido, o se sarò costretto a prendere il primo treno da Inverness per tornarmene a casa con la coda tra le gambe ed il cuore in frantumi, a divorarmi da solo un intero Christmas Pudding della pasticceria di mio padre.
    Nel dubbio, comunque, ho seguito il consiglio di Hunter e sono andato dal barbiere di Hogsmeade per darmi una sistemata ai capelli.
    Allora, come fhto? domando a Magh'ra uscendo dalla bottega del villaggio magico con un'espressione poco convinta stampata sul viso. Non che mi dispiaccia sembrare un po' più grande, con i riccioli più corti e un po' più sparati "alla André" ed il collo più scoperto, ma su me stesso il gusto estetico è pari a zero e ho bisogno di un parere esterno.
    Comunque, non sono ancora del tutto pronto a farmi vedere da tutti con il mio nuovo look, perciò, quando io ed il Serpeverde arriviamo sul binario, mi arrotolo per bene la sciarpa attorno al collo e la sollevo fino a coprirmi completamente il mento mentre punto all'ultimo vagone, così da passare il più possibile inosservato.
    Vifhto? Che ti dicevo, è ancora incaffhata nera! sospiro e scuoto la testa, vedendo Feyre che volutamente decide di dirigersi verso un vagone molto distante da quello su cui sto iniziando a salire.
    Solo lì, una volta dentro, tolgo la sciarpa e la lancio sul sedile di uno scompartimento libero, ignorando chiacchiere e casino al pari del brontolio nelle mie budella, all'idea che Feyre voglia chiudere con me.
    Se non altro, il Norvegese mi fa spaccare dalle risate e la sua compagnia mi tirerà su il morale.

    Sul treno
    Uh, cafhtagne, grazie Bel Ciuffo! le labbra si distendono in un sorriso più rilassato, adesso che finalmente esco dal bagno del treno un po' più leggero e afferro dal sacco che mi sta porgendo Ralph una manciata di caldarroste, sicuramente incantate per essere ancora fumanti. Ma quante ne aveva comprate?
    Insomma, vi fhtavo dicendo... continuo lungo il corridoio del vagone nel rivolgermi ad André e Karen, nella speranza che possano darmi un parere esterno e più maturo e disinteressato in merito a quello che è successo al compleanno della Starfoll.
    Non ero del tutto in me, Feyre fhtava suonando e io mi sono avvicinato a... abbasso la voce perché deve trovarsi in uno di questi scomparti, l'ho vista salire e l'ho ovviamente evitata come la peste. Fannie. Le ho solo detto che è carina e l'ho invitata a ballare e Feyre adeffho mi odia. E ok, ho fatto una caffhata, ma vi sembra così groffha da non parlarmi da dieci giorni? Sinceri, eh!
    Insomma, va bene tutto, ma a detta della Corva io e lei non stiamo neanche propriamente insieme in senso stretto, cosa ho fatto di così terribile? Forse loro due, che sono decisamente più cazzuti di me nonché fidanzatissimi, me lo sapranno spiegare meglio.
    E' questione di poco tempo, prima che faccia il suo ingresso nel vagone Egan Tronfio Baskerville, in compagnia di una Corvonero che non conosco. Magnifico, la ciliegina sulla torta... E pensare che, per una volta, ero sicuro di non dover sopportare la vista del suo sorrisetto beffardo e delle sue battutine tristi, come che sono più inutile di una Puffola Pigmea o roba simile.
    Meglio se torno per un po' nel mio fhcompartimento, prima che a quello venga voglia di darmi il tormento perché non sa come ammaffhare il tempo. Ci vediamo appena si leva di torno. sorrido con un'alzata di spalle alla Prefetta di Grifondoro e a Stormind, rifugiandomi sul mio sedile e stando bene attento a nascondermi dietro uno dei miei manga.
    Sai, Magh, le ho preso anche un regalo di Natale che penso le piacerebbe proprio tanto, ma mi sai che c'è? Appena arriviamo sopra quel lago, apro il finefhtrino e lo butto di sotto!
    Sì, oggi sono monotematico e morto di figa, allora?
    Non ti prendere mai una cotta per neffhuna. A proposito, ne hai già adocchiata una carina? chiedo al bizzarro figlio di Salazar, certo che lo avrei convinto a desistere, qualunque nome fosse uscito dalle sue labbra.
    Poi, di colpo, ecco che proprio Feyre in persona fa il suo ingresso nello scompartimento in cui mi trovo e mi si siede accanto. Il suo broncio non è minimamente scalfito e probabilmente ce l'ha ancora con me, ma erano giorni che non l'avevo così vicina e sento il fuoco della speranza tornare a divampare come le fiamme nei Torrifaro di Gondor.
    Ciao...
    E' la sola parola che faccio in tempo a dirle, perché nell'istante successivo rimane posto solo per il terrore, che mi sfigura il viso in un'espressione atterrita mentre grido con quanto fiato ho in gola, mentre il mondo si capovolge.
    O forse sono io? Stiamo precipitando tutti, l'intero vagone, per quanto ne so l'intero treno, in uno scroscio di vetri e lamiere, mentre perdo qualsiasi riferimento. Non riesco neanche a pensare a quanto sia felice per Lady Galadriel, che non morirà qui con tutti noi ma sarà la mia eredità per quello spilungone di Capitan America, che se ne prenderà cura insieme alla sorellina Selene e a Loki durante le vacanze.
    So solo che è una fortuna che avessi la bacchetta in mano per imprimere con la magia i disegni del mio fumetto sul vetro appannato, perché al momento dell'impatto, mentre cado all'indietro sulla schiena urtando contro un baule incastrato nel varco che dà sul corridoio, il finestrino esplode in milioni di pezzi e faccio in tempo a gridare d'istinto:
    PROTEGO!
    E' solo in quel momento che mi rendo conto di essere ancora vivo, di avere la schiena dolorante e il sangue che mi cola giù per il naso assieme alle lacrime che rigano le guance e mi oscurano la visuale.
    Mi volto verso Feyre e, nel vedere che tutto sommato sta bene e che la sua razionalità sta avendo la meglio, il sollievo si fa largo dentro di me alla stessa velocità con cui l'acqua inizia a riempire l'intero vagone.
    Non mi rieffhe, ha la effhe!
    Cazzo, l'unico incantesimo che potrebbe evitarmi l'annegamento è quello con cui l'ultima volta ho evocato una bolla che è scoppiata ancora prima che toccassi l'acqua, a lezione di Incantesimi!
    Tutto ok? mi guardo intorno e cerco di raggiungere con la mia voce quanti più compagni possibile, inclusi quelli che dovrebbero trovarsi a pochi metri da me e negli altri scompartimenti.
    Caffho, è gelata! Merda! Hanno inventato il Freddafiamma e non hanno inventato lo Fhcaldaacqua, quefhti maghi di merda!
    Sì, al terrore sta conseguendo una rabbia isterica ed incontrollata, la sola con cui posso reagire per evitare di rimanere completamente paralizzato dalla paura.
    La bacchetta, certo! Oddio... Accio bacchetta di Feyre! tuono, puntando a caso il mio legno di corniolo sulla superficie dell'acqua dalle temperature glaciali che ormai mi arriva alle ginocchia, sperando che lo strumento magico della Corvonero emerga da solo.
    Nel frattempo stiamo continuando ad imbarcare acqua e ripenso a quello che ho detto poco fa, sul fatto che avrei gettato il regalo di Natale per Feyre nel lago... Sì beh, sono riuscito nel mio intento, solo che non avevo minimamente previsto questo danno collaterale!
    Dobbiamo uffhire da qui, prima di finire ancora più a fondo...
    Scavalco il baule e tendo una mano verso Feyre e Magh'ra, guardando le castagne di Ralph che galleggiano in modo inquietante. Mi sto anche pisciando addosso da quanto fa freddo in mezzo a quest'acqua, porco Salazar!
    Paperante scandisco, dopo aver velocemente vagliato le mie possibilità magiche combinandole con gli incantesimi che riesco a pronunciare. Al posto di una dozzina di castagne nei miei paraggi, galleggia adesso una dozzina di papere di gomma. Forse se le ingrandiamo possiamo risalire su e avere qualcosa su cui fhtare a galla... suggerisco ai miei compagni più vicini, nella speranza di non aver detto l'ennesima stupidaggine.
    Eppure, per quanto stupido, questo è l'unico pensiero che mi viene in mente, l'unico che possa scacciare la voglia irrefrenabile di piangere e fare la pipì più lunga della mia vita.


    SPOILER (click to view)
    Prima di salire sul treno ho tagliato i capelli, salgo sull'ultimo vagone in compagnia di Magh'ra.
    Sul treno, accetto un po' delle castagne di Ralph e interagisco con André e Karen, poi di nuovo con Magh'ra e con Feyre.
    Al momento dell'incidente cado all'indietro su un baule rovesciato ed uso un Protego per provare a creare una barriera tra me, Feyre, Magh'ra e i vetri del finestrino che ci esplode addosso.
    Appello la bacchetta di Feyre caduta in acqua e, una volta scavalcato il baule, trasfiguro una dozzina di castagne galleggianti in paperelle di gomma, suggerendo a chi si trova vicino a noi di ingrandirle per poterle cavalcare così da galleggiare in superficie.

    Citati Feyre, praticamente per tutto il post XD, e Egan.
     
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    Poche settimane e riprendo il treno. Mio padre/zio mi ha detto che per natale avrò una fantastica sorpresa, chissà che sorpresa sarà, mi chiedo. Spero un viaggio negli Stati Uniti, di soldi ne abbiamo sia da parte dell'eredità consistente dei miei genitori sia perché mio zio/padre magonò ha fatto carriera nel mondo babbano, diciamo che sono un ragazzo molto fortunato. Beh, di certo in futuro quando avrò la mia di impresa, anche per questioni d'immagine (predere due uccelli con una fava, fare qualcosa per i meno fortunati e ottenere un guadagno personale in termini di immagine pubblica) creerò delle fondazioni no-profit, credo, dipende se il mio lato tirchio prevarrà.

    Vabbe, almeno il viaggio non sarà in solitaria, Dustin che ho incontrato alla festa mi ha chiesto se volevo venire con lui, non avevo ragione per rifutare, e avevo ragioni per accettare. Ci siamo dati appuntamento davanti al barbiere, pare che si è dato una sistemata ai cappelli (invece io non vado spendere soldi per andare a un barbiere, prendo un rasoio et volià, semplice e molto cheap. Poi mi chiedo perché l'immagine deve essere così importante, va bene non sembrare un barbone, ma a volte la gente si fa tante paranoie e complessi su come appaiono o peggio come appaiono gli altri. A un certo punto Dustin esce con una faccia poco convinta Allora, come fhto?, in genere a me non è che importa, a me importa se ci sto bene con una persona Stai bene se ti piace... dico in modo abbastanza traquillo. Comunque lo vedo turbato. Vedo l'orologio, manca ancora del tempo, ma io sulla puntualità ho una mania, sempre paura di arrivare in ritardo per vari imprevisti, Su, meglio andare, non vorrei perdere il treno, anche se siamo in anticipo.

    Dustin pare che ha deciso di andare verso l'ultimo vagone, io lo seguo, a un certo punto lo vedo lagnarsi, Vifhto? Che ti dicevo, è ancora incaffhata nera! , drammi,, in genere non sono amante di 'sti drammi, poi a volte le amicizie o le relazioni per una ragione o l'altra finiscono, e bisogna andare avanti, anche se è difficile. Non so se è questo è il caso, ma lo tranqulizzo Su, è possibile che la ragione sia un'altra. Non essere catastrofista. Poi con il tempo la cosa può rimarginarsi. Avrai occasione per chiarirti. Beh, saliamo sul treno, e dissi Chissa cosa porterà la signora dei dolci. Magari qualcosa con il miele. Uh sai che il miele non ha data di scadenza ed era la base di molti dolci nell'antico egitto? O forse cioccolata, ancor meglio, e le fave erano usate come moneta nell'impero Inca. Una moneta deliziosa, dissi anche per disrarlo un po. Vabbe prima di entrare nello scompartimento Dustin va in bagno e io lo aspetto li

    Nel frattempo arriva uno studente con delle caldarroste e mi chiede se ne vuole una No grazie, non sono amante di caldarroste e poi è un incubo a sbuccuarle, anche se qui posso usare la magia dico poi pensieroso (si vivere con lo zio/padre magonò mi da la limitazione di non poter usare la magia, invece chi abita con un adulto mago, può fare magie guanto voleva, visto che la traccia non traccia esattamente la magia dello studente in se ma la fonte di magia attorno allo studente, un altro favoritismo di quei aristocratici fuori dal tempo, a volte vorrei la soluzione francese per certi di loro). Nel frattempo arrivano altri due studenti. A un certo punto Dustin ritorna e dice Insomma, vi fhtavo dicendo...on ero del tutto in me, Feyre fhtava suonando e io mi sono avvicinato a... Fannie. Le ho solo detto che è carina e l'ho invitata a ballare e Feyre adeffho mi odia. E ok, ho fatto una caffhata, ma vi sembra così groffha da non parlarmi da dieci giorni? Sinceri, eh!. Io presi la parola abbastanza velocemente Non è stato l'ideale, ma mica l'hai baciata, fedeltà si, ma anche fiducia. sarebbe ora che se la fa passare a un certo punto. Se tale attegiamento continua, così e non vi chiarite, la relazione sarebbe da tagliare, altrimenti non si va avanti con la propria vita. Si tendo essere diretto in quel che dico, che non significa che abbia ragione. A certa gente non gradisce, e spesso mi da dell'insensibile o dello spartano, ma sinceramente, a me ne può fregare di meno di tale opinione.

    A un certo punto spunta fuori Egan io dissi in modo un po beffardo: Uh, c'è il pavone. Di certo Dustin non gradisce la sua presenza e lo dice abbastanza chiaramente e si va a nascondere nel suo compartimento, non può farsi intimidire così da un tale pagliaccio, altrimenti se ne approffitterà sempre, vabbe evito di commentare e lo seguo nello scompartimento . Poi mi chiede direttamente a me Sai, Magh, le ho preso anche un regalo di Natale che penso le piacerebbe proprio tanto, ma mi sai che c'è? Appena arriviamo sopra quel lago, apro il finefhtrino e lo butto di sotto! Non ti prendere mai una cotta per neffhuna. A proposito, ne hai già adocchiata una carina? Beh sulla prima questione direi di evitare di fare ciò visto che non sa a che punto è la relazione, e poi mi sembra uno spreco di soldi Mmmm.... no tienilo pure, potrebbe servirti per altri scopi dico amiccando poi sulla seconda domanda, pensavo che ormai si sapesse che non sono interessato alle ragazze, ma ai ragazzi, ma forse non essendo stato esplicito in pubblico tale cosa non è nota proprio a tutti: Beh, di solito non vado addocchiare le ragazze in quel modo, anche perché a tale scopo preferisco i ragazzi dissi senza alcun problema. A un certo punto arriva Freye. Ma mentre Dustin tenta di salutarla. BOOOOM. E vengo dobbalzato dal sedile, e pare che il vagone sia... volando? O forse precipitando. Con l'adrenalina e la paura in me penso, su che cosa sta succedendo, odio le cose inaspettate, specie se cercano di farti fuori, ho tirato fuori la bacchetta, ma Dustin è stato un po' più veloce di me e ha lanciato un protego. Una volta il vagone è finito sul lago cerco di analizzare abbastanza velocemente, e il più lucidamente possibile, anche se mi è difficile molto difficile, sono in ansia. Comunque, buona notizia: Beh una volta sul lago mi controllo abbastanza su me stesso, a parte qualche graffio superficiale e qualche pacca sembra che per ora stia abbastanza bene, cattiva notizia, stiamo imbarcando acqua, buona notizia, possiamo muoverci per uscire dal vagone, cattiva notizia, l'acqua è gelata, buona notizia potrei usare testabolla per resistere un po sott'acqua se neccessario, cattiva notizia testabolla non proteggie dall'acqua gelata. Comunque mentre io, Dustin e Freye usciamo, Dustin ha avuto una buona idea di far trasfigurare le castagne in delle papere, lui si chiede se si può ingigantire tali papere anticipandomi, io mi limito di eseguire l'incanto Engorgio facendola ingrandire per far stare tre persone su tale papera, cerco di allungo la mano verso Dustin e Freye nel tentativo di salire sulla papera. Ho intenzione poi di usare su di me e su di loro lanciare un incantesimo riscaldamento a me e ai miei compagni di sventura, almeno così riduciamo il rischio di assidermente. Comunque dico in modo mezzo confuso e mezzo "ironico" per nascondere la mia paura e insicurezza nella situazione: Beh, di certo questo viaggio non c'e lo dimenticheremo....


    Interagito direttamente con Dustin, Ralph, ed Freye. Sulla papera alla fine ci sono io, ci saranno anche Dustin e Freye se saliranno su tale papera, l'ultimo intervento sarà rivolto a chi sale sulla papera, altrimenti è un commento a se stesso


    Edited by Magh'ra Galek - 20/3/2024, 18:23
     
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    Sibylla respirò quella fredda aria dicembrina, mentre un sorriso le si delineava sulle labbra. L'odore di neve che, quella mattina, pervadeva l'aria, si mescolava al profumo di dolci e di canditi che sembravano comparire in ogni angolo di Hogsmeade. Era uno spettacolo di luci e colori molto suggestivo: il chiacchiericcio e l'andirivieni degli studenti che si affrettavano per concludere gli ultimissimi acquisti natalizi rendevano quel magico paesino di una vivacità ed allegria contagiosa.
    Sib si strinse nella sciarpa dai colori di Tassorosso, pensando che aveva proprio voglia di tornare a casa, di rivedere tutti e di trascorrere quegli ultimi giorni dell'anno con la sua famiglia. Era riuscita a trovare dei regali perfetti e non vedeva l'ora di vedere le facce dei suoi tre amici quando li avrebbero scartati.
    Salì sul treno sperando di trovare un vagone semivuoto dove poter leggere senza nessuno che la disturbasse. Si incamminò lungo il corridoio evitando gli studenti che, a tratti, lo occupavano e fu solo quando raggiunse l'ultima carrozza che finalmente trovò uno scompartimento che faceva al caso suo. Si sedette con calma, mangiò una caramella al miele e si immerse nella lettura di un libro che aveva cominciato qualche giorno prima.
    Sentì vagamente lo scompartimento riempirsi, ma, col viso incollato al libro, era troppo immersa nella lettura per accorgersi di chi fosse entrato. Il chiacchiericcio che inevitabilmente si diffuse nello scompartimento non la distraeva per nulla...
    Ma quando il treno fu attraversato da uno scossone improvviso Sib venne riportata alla realtà. Si alzò in piedi di scatto, ma non fece in tempo ad estrarre la bacchetta dalla manica della camicia che il vagone nel quale si trovavano venne violentemente reciso dal resto del treno, facendole perdere l'equilibrio. Fu scaraventata indietro mentre quell'ultima parte di locomotiva cominciava a precipitare nel vuoto. Un baule le venne addosso, mozzandole il fiato, e non seppe più dove si trovava: le sembrava che stessero tutti rotolando di qua e di là per tutto lo scompartimento, finché l'intero vagone si scontrò con la superficie del lago che solo poco prima stavano attraversando al sicuro sui binari del ponte. L'impatto con l'acqua fu violentissimo ed accompagnato da un rumore assordante, come d'esplosione. Sibylla sentì i vetri dei finestrini volare dappertutto e l'unica cosa che fece, d'istinto, fu di raggomitolarsi, proteggendosi la testa con le braccia.
    Quando finalmente furono fermi, Sib riaprì gli occhi. Il pavimento su cui era finita durante la caduta del vagone stava cominciando a riempirsi d'acqua. Vide tutto come a rallentatore: Vanilla che scoppiava a piangere, Egan che urlava di stare calmi, Feyre che aveva perso la bacchetta... Ralph diceva qualcosa sulle scope...
    Le sembrava che le voci rimbombassero, come se le arrivassero ovattate... Ok, devo alzarmi, pensò, appoggiandosi come poteva a quelli che una volta dovevano essere stati i sedili. Si mise in piedi abbastanza agilmente, in tempo per pensare: Ottimo, non mi sono fatta male, ma non appena fece un passo la gamba destra non le resse. Sarebbe caduta di faccia nell'acqua che ormai invadeva il vagone se André non l'avesse presa al volo. Reggendosi al compagno Tassorosso abbassò lo sguardo e vide che sui pantaloni neri che aveva indossato quella mattina c'era uno squarcio che le attraversava metà coscia e che sanguinava parecchio. I pantaloni erano zuppi. Inspirò profondamente pensando a come procedere, ma, nel farlo, si rese conto che provava dolore. Si mise istintivamente una mano sul costato, premendo per capire se avesse qualcosa di rotto, e l'ondata di dolore che ne seguì confermò il suo timore. Per prima cosa devo fermare l'emorragia alla gamba. Poi penso alle costole, si disse con il solito pragmatismo. Non c'era tempo per aver paura se voleva sopravvivere.
    Si sedette su quello che restava del sedile e puntò la bacchetta: Espimendo, disse con un filo di voce, sperando che l'incantesimo rallentasse il sanguinamento.
    Alzò lo sguardo e vide Friday che parlava con Vanilla. Era girato di spalle e muoveva solo un braccio, mentre l'altro se ne stava immobile sul fianco. Quando si voltò per tornare da Teresa vide che aveva anche un vetro in un occhio. Be', adesso non vedrà più davvero, non potè fare a meno di pensare, trattenendo a fatica un inappropriatissimo ghigno.
    Si guardò intorno e scorse un baule aperto, con all'interno dei vestiti ancora asciutti: Accio camicie, mormorò debolmente. Incrociò lo sguardo con Friday e gliene lanciò una. Per il braccio, disse quasi sussurrando ed indicando il braccio rotto con un cenno del capo. Poi strinse la camicia che le era rimasta attorno alla coscia, all'altezza della ferita, per cercare di placare l'emorragia.
    Sentì che Justin aveva trasfigurato qualcosa in paperelle e che Magh'ra le aveva ingrandite con un engorgio.
    Alzò lo sguardo dalla medicazione di fortuna che si stava facendo e mormorò debolmente: Non credo di riuscire a salirci...

    · Sul treno ha fatto l'asociale come al solito
    · In seguito all'incidente si trova con una gamba che si sta dissanguando e qualche costola rotta
    · Cerca di medicarsi e usa André come appoggio
    · Lancia una camicia a Friday da usare come tutore per il braccio
    · Dopo aver visto Justin (sei un genio) trasfigurare le caldarroste in paperelle dice rivolta un po' a tutti che sarà dura cavalcare le paperelle da sola xD inutilissima scusate ma sta cercando di sopravvivere
     
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    -Potrei svenire dalla fame. Cerchiamo il carrello dei dolci? Dai, non farti pregare… mi scoccia andarci da sola.-, commentò rivolta ad André, determinata ad allontanarlo dallo scomparto per appartarsi altrove. Nascosto in una tasca interna del mantello c’era un piccolo pacchettino incartato che voleva dargli lontano da sguardi indiscreti; voleva approfittare dell’occasione anche per parlargli in disparte, ma quel che non aveva immaginato era quanto gli occupanti del vagone si sarebbe impegnati per renderlo difficile. Ralph fu il primo ad aprire la porta appena poco prima che uscissero, offrendo loro delle caldarroste che Karen rifiutò garbatamente per impedirgli di vanificare gli sforzi. Fu poi la volta di Dustin, che li avvicinò per confidarsi su problemi di cuore in corso con la sua moretta, e ancora di Mag, che lo affiancava.
    -Quindi si è ingelosita perché ti ha visto ballare con un’altra durante la festa del suo compleanno? … se Logan facesse lo stesso con me credo che mi girerebbero le palle.-, rispose con convinzione, reputandosi la persona meno adatta a cui chiedere consigli di quel tipo. Fortuna volle che ci pensò il Serpeverde a cui aveva fatto da tutor a toglierla dal disagio di dover approfondire ulteriormente.
    -Al suo posto te l’avrei fatta scontare un po’, ma dieci giorni di silenzio… sicuro che sia quello il motivo e non sia arrabbiata per altro?-, se c’era una cosa che non sopportava era il silenzio: la faceva sentire invisibile e indesiderata, convincendola di aver commesso un passo falso anche quando razionalmente sapeva di non aver fatto niente di male. Per quanto potesse essere gelosa di Logan e delle proprie amicizie non avrebbe resistito che poche ore prima di cercarlo per cantargliene quattro, perché stargli lontana faceva male anche a lei. Non osava immaginare come si sentiva Dustin…
    -A te sta davvero bene continuare così… ?-, trovava inconcepibile il modo in cui avevano impostato la loro relazione: se Logan le avesse avanzato la stessa proposta l’avrebbe vissuta malissimo. Si sarebbe spiegata meglio, se Dustin non li avesse salutati dopo aver avvistato Egan, con cui non sembrava andare particolarmente d’accordo. Finalmente soli, la Grifondoro infilò la mano in tasca e strinse il pacchetto, titubando prima di tirarlo fuori.
    -Visto che non ci vedremo tanto presto avevo pensato di dartelo prima…- dalla forma e dallo spessore André avrebbe potuto facilmente intuire che si trattava di un vinile dal diametro di sette pollici, incantato perché registrasse tutte le hit migliori dei Queen, affiancato da un plettro di legno su cui aveva fatto incidere le sue iniziali intrecciate.
    -Spero ti piaccia. E che ti sia d’aiuto per riprendere a suonare come prima-, da quando era ritornata era stata spesso distratta, presente fisicamente ma psicologicamente ed emotivamente assente. Nei momenti di lucidità aveva però carpito una serie di dettagli che le avevano dato l’impressione di una distanza marcata tra André e la sua musica.
    -André…-, avrebbe voluto dirgli tante cose. Chiedergli come stava, fargli sapere che le dispiaceva – per il pericolo in cui l’aveva coinvolto, per essere stata una delusione – ma non riuscì a dire nulla. Una forte scossa fece tremare l’intero vagone, arrestando la voce in gola e il cuore nel petto. Karen sentì la terra mancare sotto i piedi e nei secondi in cui rimase sospesa nel vuoto urlò fino a perdere il fiato dal terrore. Bauli e valige la colpirono, stordendola, e quando il treno parve essersi arrestato non sentì né vide più niente per un po’. Distesa sul pavimento il cuore tamburellò inarrestabile, tanto rapido da impedirle di muoversi per il dolore. Riaprì gli occhi a fatica quando sentì freddo e una sensazione di bagnato inumidirle il viso e i vestiti. Sotto shock e indolenzita, impiegò diversi istanti prima di riuscire a tirarsi su, muovendosi non senza difficoltà.
    -André… siete tutti interi?-, Karen si guardò intorno, cercando di capire cosa fosse successo. Fuori dai finestrini la nebbia impediva di vedere altro al di fuori della distesa d’acqua del lago, che stava entrando dalle fessure riempiendo rapidamente il vagone. Un incubo a occhi aperti.
    -Egan… imbarchiamo acqua… dobbiamo chiuderlo-, avvertì il suo compagno di casa, come in una implicita richiesta di aiuto. Karen cercò di pensare in fretta al da farsi ma l’unico pensiero che le riempiva la testa era l’imminente prospettiva di morire annegata in quel vagone. Tremando, tirò fuori la bacchetta dal mantello e con mano malferma farfugliò l’incantesimo mirando al buco nel vetro.
    -R-reparo!-, il getto d’acqua doveva essere troppo forte o la sua concentrazione insufficiente, perché non sembrò fare effetto. Riprovò una seconda volta, dopo di che cambiò incantesimo cercando una alternativa per chiudere la falla.
    -Immobilus! Glacius!-, provò prima ad arrestare la corsa del getto d’acqua poi a congelarla, un diversivo per guadagnare tempo in modo da agevolare il soccorso di eventuali feriti. Fu quando sentì la voce di Corinne in un lamento di dolore che si voltò per cercarla. La Corvonero non era tanto distante da lei: rivoli di sangue le scorrevano su un lato del volto mentre la spalla era ricurva in una angolazione anomala. Quando le arrivò vicino Karen ebbe quasi paura di fare peggio toccandola.
    -Ferula!-, le bende avvolsero il suo braccio in modo da bloccarlo contro lo sterno, per evitare che qualsiasi fosse l’entità del danno sotto i vestiti non peggiorasse con movimenti improvvisi. Con mano tremante le scostò i capelli dal viso per individuare l’origine del sangue: un taglio profondo si era aperto lateralmente, alla cui vista Karen rabbrividì.
    -Cerca di non muoverti Rinnie… presto saremo fuori… Caput emendo! Riesci a camminare...?-

    -Prima del deragliamento: interagito con André e Dustin
    -Chiesto ad André e a chi è nei paraggi se stanno bene
    -Avvisato Egan che stiamo imbarcando acqua e chiesto il suo aiuto
    -Provato a riparare una falla nel vetro con un reparo, cercato di fermare l’acqua con un immobilus e infine un glacius
    -Raggiunta Corinne che presenta una spalla lussata e un taglio alla testa (chiesto dettagli alla player) e cercato di aiutarla curandola con un emendo.

    Tutti gli incantesimi a parte il ferula sono ad esito indefinito


    Edited by Elhaz - 21/3/2024, 22:35
     
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    Non era stato un periodo facile per Teresa. La scuola stava diventando una trappola che la faceva sentire in gabbia, che la soffocava invece di renderla libera, come era stato fino a poco tempo prima. Era assurdo come qualche mese cambiasse così tanto la vita, come non vedesse l’ora di tornare a casa invece di odiarne ogni secondo.
    I rapporti con i suoi amici erano ancora tesi, non riusciva del tutto a perdonarsi per quello che aveva combinato l’anno prima e questo la faceva essere timida, schiva, cosa che non era mai stata in vita sua. Aveva qualcosa da perdere, per una volta nella sua vita, e nel terrore di perderla davvero stava combinando un disastro dietro l’altro. L’adolescenza faceva schifo.
    Sul treno di ritorno aveva deciso di stare vicino a Friday che aveva un periodo peggiore del suo. Aveva provato a starle accanto, quando era lei nel pieno della crisi, quindi poteva solo cercare di rispondere al favore con la stessa cortesia. Non le interessava che non interagisse, che dicesse poco più di mezza parola, l’importante era che sentisse la sua presenza, perché forse, in quel momento, era l’unica cosa che poteva davvero dargli.
    Così aveva iniziato a parlare per tutto il tempo, di cose inutili, quasi un flusso di pensiero costante, ma a Friday non sembrava dispiacere troppo, quindi aveva continuato senza fermarsi nemmeno per respirare quasi.
    Solo che all’improvviso tutto il mondo cambiò, l’immobilità e il silenzio, cosa che fino a quel momento era stata strana, piombarono su di lei come una maledizione, trasportandola in un luogo che era identico ma diverso, spostato solo qualche minuto nel futuro.

    Una persona, un incantesimo, tre ragazzi con tre scopi diversi, flash del loro percorso, delle loro azioni, ma nessuna immagine chiara, solo confusione. Poi l’onda d’urto di un esplosione, il senso di vuoto della caduta e il freddo dell’acqua, tutti che urlano e…

    “C’è una bom...” troppo tardi.
    Il senso di vuoto che aveva sentito nella visione era niente rispetto a quello che sentì nella realtà. In più il dolore fisico dovuto ai colpi ricevuti dai bauli che volavano erano reali, rendendo il tutto ancora più doloroso.
    Non riusciva a respirare, sentiva ancora la confusione da post visione che le intorpidiva i sensi e la testa che oltre a quelle immagini continuava a ripetere come un disco rotto anche quelle di quella prima notte, quando per la prima volta aveva visto il passato e tutte quelle donne morte.
    Avrebbe visto anche adesso dei morti? Avrebbe perso i suoi amici? Avrebbe perso la sua stessa vita?
    Si sentiva bloccata nel suo stesso corpo, il freddo dell’acqua che inizia ad entrare nel vagone, le urla dei suoi amici e conoscenti che le rimbombavano nelle orecchie, non si era nemmeno accorta di Friday che aveva tentato di proteggerla, che aveva tentato di alzarla, perché era come se non fosse lì in quel momento, come se tutti i suoi sensi fossero doppi e le immagini, i suoni e i rumori si sormontassero creando un’immagine inesistente.
    “La bomba… Muertos… Chi è morto?”
    Cercava di guardarsi attorno, ma non riusciva a mettere a fuoco niente. Vedeva due figure vicine, ma non riuscendo a vedere chiaramente i loro volti poteva solo immaginare che fossero Friday e un’altra ragazza che non conosceva. Stavano bene? Stavano per morire?
    “Agua… Scantinato. No, tren...” non sapeva nemmeno lei perché stava dicendo a voce alta i suoi pensieri, forse perché voleva cercare di concentrarsi, forse perché non si rendeva nemmeno conto di starlo facendo, però riuscì, in qualche modo ad avvicinarsi a Friday, stringendo con le mani tremanti i suoi vestiti.
    “Friday cosa… successo?” cercò di alzare lo sguardo, ma si bloccò a metà strada, vedendo il braccio del ragazzo che non stava come avrebbe dovuto. “¡Brazo!”
    Alzò una mano, ma la riabbassò subito. Stava tremando troppo, sarebbe stata solo un fastidio, aumentandogli il dolore. Ma che poteva fare? La testa era ancora ovattata, la paura stava diventando l’unica emozione che sembrava essere chiara e definita nel suo animo, sarebbero riusciti ad uscire da quella situazione nello stato in cui erano?

    - Interagito con Friday prima del disastro
    - Avuto visione dell'accaduto, ma è molto distorta e non si ricorda i dettagli
    - Episodio di PTSD in corso, quindi è inutile sorry <3

     
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    Pesava il silenzio che lo aveva intrappolato insieme all’aspirante Magizoologa, mentre camminavano verso il fondo del treno in cerca del carrello dei dolci. Pesava quanto la distanza che s’era creata fra loro da quella discussione nel maniero dei McCormac. Una distanza che André anelava ferocemente colmare, tanto che più volte nei mesi precedenti aveva percepito indomito l’istinto d’affrontarla e d’impedirle di sfuggirgli. Un istinto che però s’era sforzato di trattenere per non essere soffocante. Per non avvelenarla con la sua presenza prepotente e prevaricante, palesandosi insistente e opprimente nel non concederle lo spazio che sembrava bramare da lui.
    Oltrepassato con un saluto e uno sghembo sorriso lo scompartimento di Ralph, Cameron e Corinne, in procinto di proferir infine verbo, Justin li raggiunse con un cipiglio tutt’altro che sereno, il volto tenebroso e corrucciato come non gli era usuale vederlo…non lui che piuttosto sconfiggeva il malumore e la paura con un sorriso e una parola spiritosa, palesando una caparbietà e un’audacia degne dei supereroi che tanto apprezzava.
    Cosa stai combinando, Pellegrina?” un pensiero che si fece prepotente nella sua mente, nell’ascoltar il racconto avvelenato dal senso di colpa e dalla tristezza del compagno su ciò che era accaduto alla festa di compleanno di Feyre con la Corvonero dai cangianti capelli. Fannie…non poté biasimare invero Justin per esser cascato in quel maldestro errore: la bronzo-blu era graziosa, forse più prossima al suo mondo di quanto lo era la giovane dalla tatuata pelle, e questo poteva avergli donato quella sicurezza che invece l’ambiguo rapporto instaurato con Feyre seguitava a minare. Castigata ancor più dalla punizione in cui la Prefetta lo teneva prigioniero, vendicandosi senza tuttavia averne davvero il diritto. Credeva André travolta dal timore di perderlo, piuttosto che dalla gelosia…
    - Le parlo io. - piuttosto che una consolazione verbale, preferiva agire, nell’ottica di tentare d’aiutarli entrambi. Nessuna esitazione, nessuna ammissione di diniego: lo avrebbe fatto poiché conscio che la Corvonero dagli occhi diversi così stesse facendo male altresì a sé medesima e non lo sopportava. Come non sopportava la prospettiva di saperla vittima della sua paura di non esser apprezzata, d’esser indegna d’avere qualcuno accanto…
    Notandola per mera casualità poco più avanti, fu sul punto di raggiungerla il ripudiato dalla propria Musa, ma venne irrimediabilmente distratto dal lugubre commento di Justin sulle angherie che subiva da un rosso-oro poco più grande: un ragazzo di origini nobili, noto per la sua indole da dandy, tanto quanto per le sue battute sprezzanti verso il prossimo. Un sarcasmo spietato che André non giudicava, né biasimava, poiché ne faceva sovente la sua arma allorché il suo lato più oscuro prendeva il sopravvento.
    - Scappare non ti servirà a nulla, Juss. Lo sai meglio di me. - non era servito con i ragazzi che lo avevano tormentato nella scuola babbana e sarebbe stato vano altresì ad Hogwarts. - Hai una bacchetta, usala. - non era necessario abbassarsi al suo livello per fargli comprendere che avesse scelto il bersaglio errato per le proprie angherie, malgrado ritenesse che una Fattura Mangialumache o un Furunculus gli avrebbero insegnato un po’ d’umiltà.
    Una volta sparito il Tassorosso oltre la soglia d’uno scompartimento insieme al verde-argento da Durmstrang che sembrava esserne divenuto il protettore, la Grifondoro parve infine trovare l’audacia d’affrontarlo. - Si tratta solo di una decina di giorni, Fiammifero. Poi saremo di nuovo al Castello… - una provocazione incerta, accompagnata dal suo usuale sghembo sorriso che tuttavia non coinvolse i suoi occhi, che restarono cupi e tormentati.
    - E saprai dove trovarmi. - avrebbe compreso cosa stesse cercando di dirle? Come anelasse farle comprendere che non se n’era mai andato? Che non aveva mai anelato quella distanza che s’era alimentata fra loro, divenendo una voragine di pensieri celati e istinti trattenuti che sembrava sempre più invalicabile?
    Aveva a sua volta un regalo per l’irlandese dalle troppe lentiggini, ma lo avrebbe trovato ad attenderla allorché sarebbe giunta a casa, poiché lo aveva affidato a Spettro giorni addietro: il manuale che utilizzavano per le lezioni con suoi suggerimenti e annotazioni per migliorare nella preparazione delle Pozioni. Aveva impiegato settimane a colmarlo di fitte scritte nella calligrafia più ordinata che aveva saputo trovare: una testimonianza che, a discapito del disastro dell’ultima lezione, comunque ancora credeva in lei e nelle sue capacità di raggiungere la meta ambita. Una meta verso cui aveva invero cominciato a pensare preferisse navigare sola, dopo che era fuggita dall’aula voltandogli le spalle e rifiutando la sua richiesta di restare…
    Tastò con le dita da ribelle chitarrista l’involucro del pacchetto e intuì di cosa si trattasse senza alcuno sforzo, prima ancora d’aprirlo. Così come colse il significato che Karen aveva anelato imprimer in quel vinile di una delle sue band preferite e nel plettro che lo accompagnava.
    - Non è colpa tua. - il fatto che avesse perduto l’ispirazione e la sua Musa lo avesse ripudiato, tramutando la musica in una tortura piuttosto che in un rifugio. Non voleva che la Grifondoro si biasimasse per questo, poiché malgrado l’aspirante cantautore fosse quasi morto al cospetto dei seguaci della Runa Bianca per proteggerla, era sol il suo maledetto essere ad impedirgli di ricongiungersi alla sua passione.
    Com’una crudele ghigliottina, piovve ancor una volta il silenzio su di loro, mentre André osservava il vinile e si rigirava il plettro fra le dita, la mente affollata di caotici pensieri e il cuore aggredito da contraddittorie emozioni a cui non riuscì a donare voce. A cui non fece in tempo a donare voce, giacché di repente il vagone fu scosso nel profondo da una forza invisibile ma poderosa, che lo costrinse ad aggrapparsi alla parete per non cadere. Istintivamente, attirò Karen a sé per sostenerla e proteggerla, ma il suo tentativo di trattenerla fu vano: la violenza dell’esplosione e della caduta nel vuoto glielo impedì. E per qualche accordo di chitarra fu di nuovo alla deriva, nel ricordo della notte irlandese, aggredito dalla soffocante sensazione d’avere chi amava strappato via dalle proprie dita, incapaci e indegne d’impedirlo.
    Com’era accaduto con Daisy, altresì la Grifondoro gli scivolò infatti via dalle mani e nel realizzare d’essere incapace d’evitarlo, le parole di Rick lo colpirono con la violenza d’un Elettro in pieno petto: “Potrebbe succedere comunque invece… ed è un rischio che non puoi ignorare.”. Un Profezia che era divenuta realtà impietosamente presto, in quel vagone distrutto che si stava colmando di gelida acqua e veniva trascinato sempre più a fondo dalla violenza dei flutti…
    - No! - un ringhio che accompagnò il repentino e ferino scatto con cui s’alzò, le mani e il volto graffiati da schegge di vetro che lo avevano colpito nell’esplodere e gli arti indolenziti dalla caduta, ma non privati di quella rabbiosa energia che lo aveva fomentato altresì sull’Isola di Smeraldo.
    - Karen! - la sua musicale voce gli giunse alle spalle con la dolcezza d’una ninna nanna e la ferocia d’un grido al contempo, e voltandosi la vide, più lontana di quanto avrebbe voluto, ma . Ove poteva raggiungerla e non prigioniera d’un mostro al di là d’uno specchio: una consapevolezza che fu sufficiente a restituirgli la lucidità necessaria ad affrontare ciò che era accaduto, travolto dai desii della pancia ma condotto dalla mente nel soddisfarli. In un intrecciarsi d’istinto e ragione che October aveva cercato d'insegnargli, affinché avesse una possibilità in più d’aiutare chi amava a sopravvivere…
    Percepì un movimento al suo fianco e fu pronto di riflessi nel sorreggere la sua compagna di stendardi dall’indole indomita e selvaggia, evitandole di finire a scontarsi con il pavimento e con la gelida morsa dell’acqua. - Non ti sembra di esagerare a cadermi ai piedi così? - un’ironia fuori luogo come sovente lo era a sua volta, impazzita nota che aveva ripudiato ogni spartito.
    - Ferula. - una candida benda s’avviluppò alla gamba ferita di Sibylla, attratto dalla smorfia di dolore che ne attraversava il pallido viso com’una folgore ad ogni mossa. Un dolore a cui tuttavia la compagna si stava rifiutando di soccombere, caparbia e vestita del suo usuale sangue freddo.
    - Ti aiuto. - la Tassorosso era avvezza a cavarsela da sé, bramosa d’esser l’eroina della propria avventura piuttosto che vittima delle malevole scelte di altri e André lo sapeva, così come era conscio di quanto dovesse esserle costato ammettere di non poterlo fare, altresì se con un filo di voce. Come se temesse che confessare quell’istante di debolezza l’avrebbe resa davvero debole, non tanto ai suoi occhi, quanto nel proprio medesimo intimo. Come accadeva a Daisy…
    Approssimandosi a Sibylla, si portò con la mancina il suo braccio oltre le proprie spalle e con la mano dominante le circondò la vita, per sollevarla sin ad issarla su una delle papere ingigantite e galleggianti che Justin aveva creato dalle caldarroste perdute di Ralph.
    - Ce la fai a reggerti? - le chiese studiandone gli occhi color cacao per cercar eventuali tracce d'incertezza, ma poi la voce di Friday lo attirò irrimediabilmente altrove, verso una figura rannicchiata su sé medesima in un angolo, incurante dell’acqua che la stava a poco, a poco intrappolando.
    - Vanilla. - la prese per le spalle e la scosse, rude e prepotente ma al contempo protettivo, desideroso di persuaderla a trovare nel suo sguardo la determinazione che aveva perduto. Forse prigioniera dal ricordo di come fossero morti i suoi genitori e del timore d’esser condannata al medesimo destino.
    - Non è finita. Devi lottare. Lotta. - la sua voce era roca, ma calda, e il suo sguardo magnetico, mentre con i polpastrelli ruvidi la privava delle lacrime, prima d’aiutarla a salir a sua volta su una delle papere.
    - Juss, riesci ad aiutare Teresa? - cercò la complicità del compagno di stendardi più piccolo, indicandogli la Veggente dalle straniere origini che poco distante giaceva a sua volta inerme, prigioniera d’immagini che solo a lei era concesso vedere…d’una realtà che a chiunque altro era preclusa.
    - Cazzo, Fry! Epismendo. - nel guardarsi intorno per riparare a sua volta dei finestrini e guadagnare più tempo, s'era accorto infine della scheggia conficcata nell'occhio del Grifondoro dalle invisibili ali. Incerto, invero, se quell'incanto curativo per microfratture e piccole ferite potesse davvero aiutarlo...
    - Dobbiamo andarcene. Non c’è tempo. - era di nuovo accanto a Karen, china sulla Corvonero che nell’impatto s’era ferita alla testa ed era avviluppata nel suo medesimo sangue. “Come Logan…” non permise a quel ricordo d’insinuarsi nella sua mente André, né ai propri demoni d’aggredirlo e dominarlo, facendogli perdere l’appiglio sulla realtà.
    - Accio papera. Ralph, aiutami: in due le faremo meno male. - attirato l’eccentrico ma funzionale galleggiante verso Corinne con l'intento d'issarcela sopra, cercò il Grifondoro con lo sguardo, domandandosi se, a discapito di quanto fossero stati preparati da McCormac, si sentisse a sua volta maledettamente inutile ed inerme ad affrontar un pericolo reale. A vedere una sua amica ferita seriamente, senza la possibilità di schioccare le dita e infrangere l’illusione, liberandola dal dolore. A non aver alcuna certezza di poterla proteggere dall’incubo che l’aveva intrappolata…che li aveva intrappolati tutti. E che forse non li avrebbe mai più lasciati andare…
    - Accio scope. - un incantesimo con cui sovrastò il caos dei propri pensieri e delle proprie emozioni. Ambendo a creare una via di fuga per sopravvivere…per permettere a chi amava di sopravvivere. Ragione e istinto. Dottor Jekyll e Mr Hyde. In equilibrio.

    Interagito principalmente con Karen e Justin all'inizio.
    -Ferula sulla ferita di Sibylla, che ha poi aiutato a salire sulla papera.
    -Aiutato Vanilla a salire su un'altra papera.
    -Epismendo sull'occhio di Friday: esito incerto.
    -Iniziato a fare salire Corinne su una papera ancora chiedendo il supporto di Ralph.
    -Accio sulle scope: esito incerto.
    Nuova passione di André sbloccata: mettere la gente sulle papere. Juss, hai creato un mostro!


    Edited by soul of art and anarchy - 5/4/2024, 03:36
     
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    Si era fatta un po’ pregare, prima di accettare l’invito di Ralph e quello di Karen a trascorrere le vacanze natalizie insieme alle rispettive famiglie. Non per snobismo, ma perché l’idea di far loro così tanta pena da vederli costretti ad invitarla la feriva terribilmente. Ci era voluta qualche lusinga per persuaderla che la sua presenza fosse più che desiderata, e pur non ammettendolo apertamente era davvero felice di passare il Natale con loro. Per quanto amasse il suo appartamento era alquanto deprimente starsene lì da soli per le feste. Pochi giorni prima aveva ricevuto un gufo da parte del padre in cui si scusava per non poterla invitare a stare da lui in quei giorni, ma sarebbe stato fuori città per qualche settimana con la nuova compagna ed il figlio. Della madre non aveva avuto alcuna notizia invece, e Corinne ipotizzò si trovasse in qualche angolo remoto del mondo ad intraprendere qualche pratica buddista, o qualcosa del genere.
    Finì di preparare il borsone, essendo in dubbio su quale potesse essere il mood di casa Finnick ci infilò dentro diversi generi di vestiti. Era difficile capire fino in fondo che tipo di famiglia potesse essere quella di Ralph, certo a giudicare dai suoi racconti si trattava di una normalissima famiglia, ma magari avrebbe scoperto che lui era il figlio uscito peggio e che in realtà proveniva da una nobile ed altolocata stirpe di maghi. Si avviò quindi al treno, con la testa piena zeppa di paranoie su come avrebbe dovuto comportarsi, parlare, muoversi, respirare. Per lei era già decisamente troppo essere ospitata a casa di qualcuno, non voleva quindi risultare una presenza sgradevole per i suoi familiari, ed essendo consapevole di quanto fosse semplice per lei essere percepita come assolutamente insopportabile temeva di combinare un disastro. L’atmosfera natalizia del villaggio le trasmetteva un notevole senso di angoscia, per chi come lei non possedeva più una vera famiglia con cui condividere quell’allegria il Natale diventava l’emblema della propria solitudine. Immersa in quegli inquieti pensieri, fu riportata con i piedi per terra dal Grifondoro che la esortò a salire con lui sul treno. «Che c’è, hai paura che mi riveli qualche oscuro segreto di infanzia? Guarda che ti si legge in faccia che sei uno di quelli che si è pisciato addosso fino ai dodici anni» lo punzecchiò vivacemente, lanciandogli con forza il proprio borsone dritto nello stomaco. Rivolse alla Grifondoro uno sguardo indagatorio, c’era qualcosa in lei che non le piaceva affatto, ma il proprio giudizio fu interrotto dalla brusca ed inaspettata uscita di Ralph, che intimò le altre di non toccare le sue castagne. «Mi spieghi perché diavolo hai tutte queste castagne? Vuoi rivenderle e farci la cresta, o è tipo una tradizione di casa Finnick?» domandò tra lo scherzoso ed il perplesso. Aveva fiutato in lui l’odore di quando era in procinto di espellere dalle ghiandole sudoripare ogni molecola d’acqua presente nel suo corpo, e si domandò come mai fosse così agitato. Lo guardò con un sopracciglio alzato ed un’espressione dubbiosa, convinta che ciò che avesse in mente di combinare non fosse nulla di positivo. «Sei sicuro di sentirti bene?» lo conosceva troppo per non sospettare della sua ambiguità, ma per quanto le sue sensazioni potessero averla messa in guardia, mai si sarebbe aspettata accadesse quello che effettivamente nel giro di poco accadde. Qualcosa di assolutamente inaspettato fece sì che il treno deragliasse, iniziando a precipitare inevitabilmente negli abissi del lago al di sotto dei binari. Corinne non ebbe il tempo materiale di rendersi conto di ciò che era appena successo, la forza di gravità la scaraventò dalla parte opposta dello scompartimento in cui si trovava, facendole sbattere violentemente la testa contro il vetro del finestrino e provocandole un trauma cranico ed una ferita da cui iniziò a fuoriuscire del sangue. La vista le si annebbiò, le urla degli studenti le arrivavano come lontanissime. Era sicura di stare per morire, e pensò che quella caduta interminabile non fosse altro che il viaggio verso l’aldilà. Per un momento credette di vedere la sua dolce Melanie che allungava una mano verso di lei, ma l’immagine della sorella svanì quando, dopo la caduta, la mora avvertì l’acqua gelarle il sangue. Il freddo la aiutò a risvegliare i sensi persi, a quel punto il dolore al braccio iniziò ad intensificarsi sempre di più, rendendosi presto conto di essersi lussata una spalla dal momento che l’osso non si trovava dove avrebbe dovuto trovarsi, vale a dire all’interno della sua scapola. Provò a prendere la bacchetta dall’interno della sua tasca, ma ogni movimento le costava una fatica immane e soprattutto la testa non smetteva di pulsarle gravemente. Non si era neanche accorta della presenza di Karen a pochi metri, ma per fortuna l’amica doveva averla sentita. Con poche forze in corpo si lasciò curare, annuendo alla domanda e provando a mettersi in piedi. Le gambe le tremavano così tanto che non appena si alzò cadde nuovamente all’indietro. «Pensa a salvarti» disse alla rossa con un filo di voce e lo sguardo assente che guardava attraverso di lei. Si era resa conto della gravità della situazione in cui si trovavano, di lì a poco il vagone sarebbe sprofondato nelle acque ghiacciate del lago ed era fondamentale che ognuno pensasse alla propria salvezza. Si stava gradualmente convincendo di doversi arrendere, di stare per morire, quando André con l’aiuto di Ralph la fece salire su quella che sembrava essere un’enorme papera galleggiante. «Non io, lei, sempre» afferrò il braccio del Tassorosso e guardandolo dritto negli occhi lo supplicò di provvedere alla sicurezza di Karen come priorità assoluta. Il pensiero che le potesse succedere qualcosa le diede la spinta nel cercare di riprendere il controllo di sé. «Testabolla» castò con convinzione l’incantesimo sul capo della grifa, assicurandosi in questo modo che non sarebbe affogata neanche se fosse finita in acqua, dopodiché lo castò su sé stessa. Si sentiva così inutile e debole, anche il solo parlare le portava via una quantità di energie di cui non era in possesso. Si voltò verso Ralph per incontrare i suoi occhi, temendo seriamente che potesse essere l’ultima volta.



    Corinne ha sbattuto la testa e sta perdendo sangue, inoltre si è lussata una spalla.
    Interagito con Ralph, Karen e Andrè.
    Testabolla su Karen e su sé stessa.
    E' messa male ed è anche molto inutile attualmente, spero che non mi muoia ahahhahahaha
     
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    La tragedia della vita è ciò che muore dentro un uomo mentre vive.” Che cosa si sarebbe irrimediabilmente spezzato nella mente, nel cuore, nell’anima di ognuno dei ragazzi coinvolti in quella non vaticinata tragedia di dicembre? Anche se fossero sopravvissuti a quel patibolo di taglienti lamiere e gelidi abissi, avrebbero saputo tornar a vivere? Oppure Vanilla, Ralph ed Egan sarebbero stati uccisi dalla tremenda consapevolezza d’aver condannato i loro compagni a fronteggiare tale sì letale pericolo? Oppure ancora ognuno di loro sarebbe stato a poco, a poco avvelenato dal tormento d’essersi sentiti inermi, in procinto di perdere tutto e tutti, senza poterlo evitare? Quante di quelle ignare vittime…di quei danni collaterali sarebbero comunque spirati silenziosamente nei propri incubi, tormentati dal ricordo del terrore d’annegare o di veder annegare chi amavano, senza poterlo evitare?
    Quesiti su cui forse era vano interrogarsi mentre l’acqua seguitava a insediarsi nel vagone, seppure rallentata dagli sforzi di Cameron e di Karen di riparar i finestrini infranti e d’arrestare l’avanzata dei flutti, che bramavano inghiottirli nelle profondità di quel lago avviluppato dalla caligine. Una caligine che come l’acqua iniziò a penetrare da ogni fessura, per ghermire le caviglie dei presenti come fumosa serpe e insinuarsi nelle loro narici e fra le loro labbra schiuse, ottenebrandone le menti ignare. Indebolendone la volontà di lottare, di fuggire da quella trappola mortale, di ribellarsi al loro destino. Si sarebbero accorte Cameron, Corinne e Karen, immuni al potere magico della nebbia grazie al Testabolla, che qualcosa non andava nei loro compagni? E loro stessi avrebbero saputo reagir all’incanto, proteggendosi per non esserne soggiogati, prima che fosse troppo tardi?
    Altresì la più piccola esitazione sarebbe stata in quegli istanti fatale e se ancora qualcuno non lo aveva compreso, ne fu palese testimonianza ciò che accadde a Feyre, distratta dal ritrovare la propria bacchetta, e a Teresa, prigioniera del proprio regno di orrori e visioni: due tentacoli viscidi e al contempo urticanti eruttarono dalle profondità del lago con il medesimo impeto di lava vulcanica e, penetrando dalle vuote cavità dei finestrini, le intrappolarono in una morsa metallica per strapparle via dal vagone. Innalzandole a mezz’aria come fossero trofei, ma con l’intento di lasciarle cadere nelle fauci del kraken che stava emergendo con lentezza dalla superficie.
    Forse qualche conoscitore di miti e leggende del mondo magico si sarebbe interrogato sul perché un mostro marino abitasse i fondali di quel lago inghiottito nelle lande scozzesi, ma agli appassionati di Magizoologia sarebbe occorsa una sola occhiata al colore degli agitati tentacoli per comprendere con che creatura avessero a che fare: candidi e perlacei, non potevano infatti che appartenere ad un Kraken delle Nevi, noto altresì come kraken albino. Più piccolo rispetto ai fratelli che abitavano oceani e mari, ma non meno letale, viveva solo nelle acque dolci e fredde, attirando le sue prede al proprio cospetto con una nebbia che ne manipolava la volontà, sin a renderle arrendevoli alle sue fameliche brame. La medesima nebbia che aveva già intrappolato le menti degli studenti che non erano stati abbastanza scaltri da ascoltar il suggerimento della loro compagna Corvonero e proteggersi.
    Prima ancora che potessero comprendere cosa stesse accadendo, un terzo tentacolo s’abbatté dall'altro sul vagone del treno, tranciandolo verticalmente di netto e dividendolo in due metà precariamente galleggianti: Sibylla e Magh’ra furono sospinti dalle onde create dal moto dell’arto del kraken e scivolarono fuori dalla carrozza spezzata, galleggiando in direzione della riva, mentre Cameron, Ralph e André furono trascinati nelle gelide spire del lago, divenendo prigionieri di caotici mulinelli, feroci correnti e impetuose onde creati dai movimenti iracondi della creatura. Proprio pochi istanti dopo che tre scope avevano fatto la loro comparsa, emergendo dai bauli rovesciati e dai sedili divelti, per donare loro un’illusione di salvezza. Spietate. Per una giocata favorevole del Fato, riusciron invece a restar aggrappati ai resti del vagone oramai svuotati e a non esser trascinati in acqua dalle forti correnti Egan, Friday e Justin in una metà e Vanilla, Corinne e Karen nell’altra. Ritrovandosi invero forse nella situazione peggiore, giacché costretti a difendersi dagli attacchi del Kraken delle Nevi e al contempo a trovar una soluzione per aiutar i loro amici. Che istinto sarebbe prevalso nei loro intimi? Quello egoista che li avrebbe persuasi a dare priorità al salvare sé medesimi o quello eroico che li avrebbe invece resi incuranti della propria incolumità nel salvar i compagni?
    Eccoci al secondo turno della quest, grazie per essere sopravvissuti fino a qui. Scadenza 30 aprile.

    Esito incantesimi:
    -Ralph: Immobilus esito positivo, alcuni bauli e alcuni sedili si sono ancorati al vagone, possono essere usati come appigli.
    -Cameron: Testabolla esito positivo: sei immune alla magia della nebbia. Reparo esitio positivo: il finestrino si ripara, rallentando l'entrata dell'acqua e facendo guadagnare tempo.
    -Justin: Accio esito positivo: la bacchetta di Feyre finisce nelle tue mani, a te la scelta su quando gliela restituisce, se prima che lei venga presa dal kraken o no.
    -Sibylla: Epismendo esito positivo: la ferita si rimargina abbastanza da smettere di sanguinare.
    -Karen: Reparo esito positivo: il finestrino si ripara impedendo all'acqua di entrare. immobilus esito negativo. Glacius esito positivo: l'acqua ghiacciata crea una barriera che ostacola l'ingresso di altra acqua nel vagone, facendo guadagnare tempo. Emendo esito positivo: la ferita di Corinne si rimargina abbastanza da renderla meno dolorante e stordita.
    -André: Epismendo esito positivo: la scheggia si toglie dall'occhio di Friday e la ferita si rimargina parzialmente, lasciando la sua vista alterata. Accio scope esito positivo: tre scope emergono dal caos poco prima che il tentacolo spacchi a metà il vagone.
    -Corinne: Testabolla esito positivo sia per sé stessa che per Karen: siete immuni alla Magia del Kraken.

    Input
    -Grazie agli incantesimi di Cameron e di Karen, l'acqua rallenta il suo ingresso all'interno del vagone.
    -Una nebbia densa insinuatasi all'interno del vagone avvolge i presenti che, respirandola, sentiranno a poco, a poco la loro volontà di lottare per sopravvivere e scappare venire meno, sostituita da un'arrendevolezza a diventare prigionieri delle correnti. Karen, Cameron e Corinne voi siete immuni grazie all'effetto del Testabolla. Per gli altri, siete liberi di capire oppure no che qualcosa non va in voi e di agire di conseguenza, coerentemente coi vostri personaggi.
    -Improvvisamente dall'acqua spuntano due enormi tentacoli bianchi che intrappolano Feyre e Teresa portandole via dal vagone e tenendole sospese a mezz'aria, proprio sopra a dove piano, piano vedranno emergere la testa del kraken bianco. attenzione: oltre ad avere una presa molto forte, le ventose dei tentacoli sono anche urticanti e leggermente ustionanti.
    -Un terzo tentacolo si abbatte sul vagone e lo divide in due metà che restano precariamente a galla: Egan, Justin e Friday da una parte, Corinne, Karen e Vanilla dall'altra. Per Vanilla e Corinne che erano a bordo delle papere galleggianti, lascio a voi decidere come e perché alla fine siate rimaste nella vostra metà del vagone.
    -Magh'ra e Sibylla venite trascinati fuori dalle onde create dai movimenti del kraken, che però vi sospingono verso riva sulle papere galleggianti. attenzione: a voi la scelta se lasciarvi portare a riva oppure cercare di restare per aiutare chi invece è caduto in acqua, ma anche a riva non sarete esenti dagli attacchi dei tentacoli del kraken.
    -Cameron, Ralph e André siete stati trascinati in acqua e siete in balia di mulinelli e onde create dai movimenti del kraken.

    Avversario
    Il Kraken delle Nevi, o anche noto come kraken albino per il suo colore bianco e perlaceo, abita le acque dolci dei laghi più freddi ed è una creatura di cui si conosce molto poco, perché piuttosto rara, quasi leggendaria. Ha il potere di stordire le vittime e di attirarle al suo cospetto tramite una nebbia che ne manipola la mente, piegandola alla sua volontà. I suoi tentacoli hanno ventose che sono urticanti e leggermente ustionanti, dalle punte aguzze come lame, con cui intrappola e infilza le sue prede. Rilasciano inoltre una sostanza dal colore bluastro-violaceo che se colpisce qualcuno si solidifica all'istante e lo imprigiona, intralciandone i movimenti o impedendone la fuga. Non sono noti i suoi punti deboli in quanto si tratta di una creatura poco conosciuta, per cui dovrete andare a tentativi.
    Siete liberi di muovere il kraken come più vi ispira, sfruttandone gli attacchi e decidendo come reagisce ai vostri incantesimi, tenete solo presente che si tratta di una creatura molto potente.

    Tristan e Pervinca Fiendryre
    Sono entrambi nel vagone caduto. Se volete citarli per qualsiasi motivo, fatelo pure come meglio credete. Ai fini della quest che siano finiti in acqua, su una papera oppure no, o che siano ancora in una delle due metà del vagone, o ancora che siano stati presi da un tentacolo, a me personalmente in questo giro non cambia.

    Per qualsiasi dubbio, mi trovate al solito per mp sull'account soul of art and anarchy oppure su messenger come Virginia Gallizioli. Buon divertimento!

    PS: di seguito un'illustrazione della situazione. Scusate le mie capacità artistiche son ferme all'asilo...considerate il Kraken più grande. Sì i post-it gialli sono le papere.
    IMG_20240409_142455
     
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