Hogwarts Mystery - GdR Harry Potter

Posts written by DustinTheDwarf

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    La lealtà verso gli amici da un lato, il potere dall'altro. Per quanto mi riguarda, non ho alcun dubbio su quale sia il piatto più pendente della mia bilancia personale.
    Tuttavia Karen non è un'ingenua, mentre io ho ancora un sacco da imparare su come gira il mondo e su come funzionano i rapporti interpersonali. Nella mia scuola Babbana c'erano prevalentemente due categorie di adolescenti: i bulli ed i bullizzati.
    Essendo io uno dei tesserati come socio onorario della seconda categoria, non ho mai avuto tempo e modo di dedicarmi alle sfaccettature umane meno estreme, perché sfuggire ai primi richiedeva la maggior parte dei miei sforzi.
    Perciò non mi era mai capitato di interagire con compagne e compagni che mi avrebbero venduto per un briciolo di potere e approvazione da parte dei piani alti, anche perché, diciamocelo... Cosa diamine ci avrebbero guadagnato a comportarsi da infami con me?
    Probabilmente hai ragione... convengo quindi con la Grifondoro, che emette con una spavalderia ed una sicurezza di sé ammirevoli il verdetto finale sulla mia compagna di Casata, la proprietaria della gatta nera.
    Sicura che funfhioni sugli animali? E che si poffha fare anche per appellare qualcosa di cui non si sa la posifhione precisa?
    Insomma, non che io sia propriamente un asso in Incantesimi, ma "Accio" è una delle poche formule che so pronunciare senza intortarmi, quindi è uno dei cavalli di battaglia che posso utilizzare per strappare una A al professor Carter. Se si può usare anche su un animale a caso, alla prossima lezione gli richiamo tutti i topi da trasformare in tabacchiere che usano a Trasfigurazione con quelli del primo anno!
    Per fortuna poi ci immergiamo nella semioscurità, almeno Karen non può gongolare nel vedermi arrossire ulteriormente di fronte alla sua risposta riguardo il didietro. Chissà se l'imbarazzo si percepisce anche dalla variazione di temperatura... Tipo, lo sente che ho le guance in fiamme? Comunque dalle labbra mi sfugge un borbottio incomprensibile perfino a me stesso, dopodiché ogni mia attenzione viene catturata da qualcosa di ancora più tenero e invitante di un bel sederino irlandese.
    Un patentino? Perché? la guardo stupito, vedendo tutti i miei sogni in forma felina infrangersi con il fragore di un bicchiere di cristallo che cade da un'altezza molto elevata. E a chi lo devo chiedere? Quefhti però sono nati da una gatta comune, dici che vale la regola del patentino anche sugli incroci?
    Sto cercando disperatamente una scappatoia, perché suvvia... Come si fa a lasciarli lì? Come faccio a continuare a vivere sapendo che potrei averne uno e invece li devo mollare tutti per un cavillo burocratico come uno stupido patentino?
    Ok, ok, calma... Non le dico niente! Però me lo leggerà in faccia che le nafhcondo qualcosa, come si fa a effhere disonefhti?
    Un conto è nascondere alla proprietaria della gatta un solo cucciolo, un conto è mantenere un segreto grosso quanto una cucciolata intera!
    Poi però la rossa inizia ad inveire per quello che le ho detto sulla castrazione del... Coniglio? Non avevo mica capito che si trattasse di un coniglio, quelli copulano e figliano appunto come conigli, sono inarrestabili!
    Ad ogni modo mi viene da ridere, al pensiero di come la Grifondoro abbia salvato da orribile morte certa tutti i cuccioli dalle lunghe orecchie e dal soffice pancino peloso per tutta l'estate.
    Magari al Serraglio Fhtregato vendono qualche pofhione anticoncefhionale, che ne so io! E comunque non avevo capito che foffhe un coniglio... Però sei fhtata brava. Hai avuto molta pazienfha.
    Le sorrido accondiscendente, sperando che questo basti a non farle accumulare altro nervosismo, perché mi sembra già fin troppo agitata... Non solo per il discorso sul coniglio, ma anche per il discorso "ragazzo", dal quale si tira elegantemente fuori con una battuta che stavolta, nonostante la mia proverbiale ingenuità, riesco a cogliere.
    Perché se foffhe fhtato davvero così o non aveffhi nulla da nafhcondere ti sarebbe bafhtato dirmi "non ce l'ho il ragaffho".
    Ah, santa nonna e tutti i programmi che guarda all'ora di pranzo sui serial killer che ammazzano gente a destra e a sinistra... La manipolazione è alla base della loro strategia difensiva e soprattutto, chi è davvero onesto, non ha bisogno di deviare l'attenzione o di rispondere ad una domanda con un'altra domanda, proprio perché non ha niente da celare. Lo dicono sempre, in tutte le puntate!
    La mossa con cui però Karen fa scacco matto è quella con cui mi nomina la Corvonero che guardo di sottecchi da giorni, quella che mi fa perdere un battito al solo sentir pronunciare il suo nome storpiato.
    Feyre? Sì, lei è... sospiro, guardandola con un sorrisetto. Fhpeciale. Tu dici che è lesbica? Perché se oltre al fatto di partire svantaggiato per ovvi motivi le piacciono anche le ragaffhe, con lei non ho davvero mezza fhperanfha.
    Mi perdo con gli occhi grigi sulla cucciolata di kneazle e sulla gatta che continua a guardarci diffidente e su cui allungo lentamente e dolcemente una mano per vedere se si lascia accarezzare.
    E comunque dai, io ti ho detto chi piace a me, adeffho dovrefhti dirmi chi è che piace a te... Non lo dico ad anima viva, giuro, quello che si dice in quefhto ceffho rimane in quefhto ceffho.
    Le ho già dimostrato di essere leale ed affidabile, no? E sono stato sincero fino all'ultimo senza nasconderle niente... Non dico che mi debba quel nome, anche perché non me ne importa neanche più di tanto e sicuramente nemmeno saprei associarlo ad un volto, però sarebbe carino scoprire se posso essere un Tasso degno della fiducia altrui. Nel buio, quindi, la guardo in attesa e con un'espressione non molto diversa da quella dei piccoli felini, quando spalancheranno i loro occhi sul mondo.
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    Gnocchi
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    Hitchcock
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    Devo fare un serio e faticosissimo lavoro su me stesso, per riuscire a concentrarmi sulle parole che escono da quelle labbra e non sulle labbra stesse, fissandole con un pensiero fisso che è quello di riprendermele, in barba a tanti discorsi che complicherebbero solo le cose, quando invece sarebbero dannatamente semplici.
    Del resto è stata lei a baciarmi ed è una Corvonero, non agisce certo d'impulso sulla base di istinti senza capo né coda.
    Però, proprio come è successo dopo la volta in cui siamo rimasti soli nella Torre di Astronomia, lei si è pentita, si è spaventata, ha temuto che io potessi essermi messo in testa chissà quale idea su noi due e non mi ha parlato per giorni e giorni.
    Ecco perché sono fioriti i dubbi, sebbene nel mio cervello al momento ogni pensiero sembri aver subito un processo di sublimazione, trasformandosi in una nuvoletta di vapore nell'istante in cui sento le dita di Feyre dietro la nuca ed uno dei miei boccoli tormentato da quelle sottili e delicate estremità tatuate.
    Ok, sentimi bene. sospiro senza accennare a staccarmi da quell'abbraccio, terrorizzato all'idea che la Corvonero possa dileguarsi sotto la pioggia...
    Altro che "non può piovere per sempre" come diceva il tizio col cappotto nero in quel film del secolo scorso, qui "deve piovere per sempre"!
    Io ormai con te ci sono dentro fino al collo. Mi piaci da impaffhire, Fey, e l'unico modo in cui potrefhti davvero farmi male è fingere che io non esifhta, come hai fatto da quella sera nella Torre di Afhtronomia fino ad oggi. Perciò, se davvero non vuoi ferirmi... Non fuggire, ok?
    Riesco ancora a sentirlo, quello scalpitio nel cuore che non ha smesso di battere all'impazzata ma, al contrario, ambisce a prolungare ciascuna delle sensazioni che mi stanno ubriacando in questo momento per un tempo infinito.
    Quando mi dice con quella voce da Veela "qui ed ora" credo di avere un capogiro e non posso fare a meno di stringermi a lei ancora di un passo, annullando le distanze tanto da sfiorarle la punta del naso con la mia.
    Se mi farò male, Fey... Non sarà mai per colpa tua. Ma comunque non succederà.
    Sento i nostri respiri intrecciarsi e scoppio letteralmente a ridere, quando è lei che insinua di non aver soddisfatto le mie aspettative.
    In effetti, credo di aver bisogno di una seconda dimofhtrazione per avere le idee più chiare...
    Fallo e basta, Juss.
    Chiudo gli occhi e mi butto, lo faccio e basta, stavolta con più convinzione e senza rimanere imbambolato come uno stoccafisso, baciandola con entusiasmo e un accenno di lingua fino a farla indietreggiare contro la parete di pietra.
    Conta davvero solo il "qui ed ora", perché sono certo che morirò non appena smetterà di piovere e non potrò più sentirla come adesso.
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    Non dirò troppo in giro un bel po' di cose, riguardo Feyre ed il manto di sfaccettature che la avvolge.
    Non so, a me sembra solo di essere estremamente fortunato ad essere riuscito a coglierle e ad aver guadagnato chissà come la sua fiducia, il suo desiderio di avermi vicino e di condividere con me la Starfoll che si trova sotto la superficie fatta di ottimi voti, un fisico da risvegliare anche i morti e le battutine maliziose.
    Forse ne aveva bisogno anche lei, forse, a modo suo ma con la stessa necessità di Teresa, voleva essere trovata e vista per ciò che è realmente.
    I tuoi segreti con me sono al sicuro, croce sul cuore. con l'indice vado a tracciare una X proprio all'altezza del petto, dandomi un tono solenne un attimo prima di abbandonarmi ad una lieve risata.
    Come il suo nome, Dioridh, musica per le mie orecchie, sebbene la melodia di quel suono sia stata consegnata giorni fa solamente a me, come qualcosa di estremamente prezioso e delicato.
    Ad ogni modo, il nome con cui sceglie di farsi chiamare non è assolutamente la mia priorità, adesso che siamo al riparo dalla pioggia scrosciante e lei è di nuovo così vicina. Finalmente mi sembra di riuscire a capire il senso di quel poeta barboso che ci hanno fatto studiare nella mia scuola babbana, quello che parlava della rosa che, qualunque fosse il modo in cui chiamavi il fiore, aveva sempre lo stesso profumo. Grazie infinite, anche la cacca di cane ha sempre lo stesso fetore anche se la chiami "essenza di violette".
    Per Feyre, però, il concetto assume di colpo tutta la profondità che non gli avevo mai attribuito prima e finalmente capisco. Può scegliere il nome che sua madre ha deciso per lei, oppure quello che le hanno sussurrato le creature del piccolo popolo nel cuore di una foresta incantata... O ancora, darsene uno tutto suo. Per me non farebbe alcuna differenza e lei rimarrebbe la mia "amica ma con qualcosa in più" a prescindere.
    Sorrido perché, per la trippa di Godric!, come si fa a trattenere l'espressione ebete che sicuramente deve essersi dipinta sul mio viso sorpreso e beato a quelle parole?
    Fhcuse accettate, non dirlo più, ok?
    Annuisco, quando mi promette che si fiderà di me e non mi escluderà più dalla sua vita senza prima avermi spiegato i dubbi ed i motivi che la attanagliano.
    Poi, quando copre l'ultimo passo che divide il mio spazio vitale dal suo e ne crea uno unico in cui entrambi ci ritroviamo a respirare senza smettere di guardarci, ogni ingranaggio del mio cervello sembra arrestarsi con uno scricchiolio.
    Sento ancora la sua mano aperta e distesa sulla mia camicia macchiata del suo mascara, percepisco distintamente il battito del mio cuore qualche centimetro più in basso, che pompa disperatamente sangue per distribuire l'ossigeno che sembra essersi dileguato dai miei polmoni... Sto trattenendo il respiro e non me ne sono nemmeno accorto.
    Guardo solo le sue labbra e spero di non svenire per lo shock come gli animali che vanno in tanatosi quando non riescono a reggere determinate scariche di adrenalina.
    Poi, ad un certo punto, quella bocca invitante che mi ha sorriso per la prima volta ad una lezione di recupero di Incantesimi scompare alla mia vista, sostituita dalle sue iridi bicromatiche semicelate dalle palpebre abbassate e dalle sue ciglia lunghissime.
    Sento il suo bacio sfiorarmi le labbra con un tocco dolce e leggero, caldo e morbido come un muffin appena sfornato e altrettanto invitante e delizioso.
    Non ho mai baciato una ragazza, neanche al gioco della bottiglia... Ogni volta che per caso la sorte girava affinché qualcuna dovesse baciare proprio me, succedeva sempre qualcosa per cui la fanciulla in questione doveva scappare in bagno, o rispondere al telefono, o semplicemente scoppiava a ridermi in faccia rifiutandosi di farlo.
    Di prove con il cuscino, però, ne avevo fatte tante, sebbene niente potesse prepararmi a ciò che sto sentendo adesso.
    I miei occhi sono ancora sgranati per la sorpresa e questi attimi sembrano dilatarsi all'infinito, tanto che mi sembra di impiegare un'eternità a sfiorarle il fianco con una mano, mentre l'altra sale all'altezza del suo viso per scostarle i capelli dietro l'orecchio.
    Le sue dita avvolgono la mia cravatta, ma non è per questo che sono senza fiato.
    Quando si stacca da me, sono ancora talmente confuso da non apparire, probabilmente, molto diverso dal Fwooper che ha di colpo perso tutte le sue piume sgargianti.
    Gli occhi di Feyre si riaprono sui miei e a me sembra di non aver mai visto un cielo tanto azzurro ed un lago tanto smeraldino... E non so in quale dei due vorrei smarrirmi prima.
    Io... sento la voce gracchiare, suonare strana e distante come se non appartenesse neanche a me.
    Ti senti chiusa in gabbia? Pensi che potrei fraintendere tutto quefhto e fhcambiarlo per un legame troppo grande da cui vorrefhti fuggire? Perché io vorrei tanto baciarti ancora, ma non lo farò più, se ti farà allontanare da me un'altra volta.
    E' stata lei a baciarmi la prima volta alla Torre di Astronomia, un bacio sfuggito quasi per caso, quasi per gioco, dopo il quale lei si è letteralmente volatilizzata.
    Adesso però Feyre è qui e io non intendo farla scappare di nuovo, né da me, né da ciò che ho appena scoperto e che non ho intenzione di interrompere proprio adesso.
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    Oddio, tutte e due, come si fa a scegliere??? Diciamo Sudoku, ma solo perché bisogna ragionarci di più!

    Giochi di squadra o giochi tutti contro tutti?
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    Le ragazze sono un mistero che non capirò mai. Ti urlano contro nel loro momento di massima fragilità, ti evitano quando vorrebbero solo averti più vicino, ti abbracciano quando sono arrabbiate... E io, che ancora non mi capacito di come sia stato possibile avere Feyre tra le mie braccia per tutto questo tempo, sono il ritratto della perplessità.
    Adesso sì che ho un motivo in più per trovare del tutto inutile l'incantesimo Confundus, poiché non potrebbe mai eguagliare lo stato confusionale in cui mi trovo da qualche giorno e che adesso, con questo schianto di Corvonero che mi guarda come se fossi una specie di paladino della giustizia che la salverà da ogni male, sta toccando il suo apice.
    Mi servirà, quando avrò bisogno di una prova che sia succeffho davvero. il sorriso si fa largo sulle mie labbra con meno timidezza, nell'abbassare lo sguardo sulla mia camicia sporca di terra, lacrime, pioggia e mascara. Inoltre, preferisco concentrarmi sulle macchie della mia camicia, piuttosto che riflettere su come quella umida di pioggia di Feyre le aderisca perfettamente addosso.
    Anche le lacrime e la solitudine fanno parte delle tenebre, no? Certo, sono un po' meno sexfhy e più deprimenti, ma non cambiano il risultato... Le tenebre refhtano comunque il tuo regno, anche se adeffho mi affhomigli più ad una fhpecie di panda.
    Vederla sorridere riporta il sereno anche nel mio umore nonostante la pioggia aumenti d'intensità, ma non ho motivo di curarmene, se siamo ancora così vicini e se le sue mani non accennano a sciogliere la presa dalle mie, neanche per prendermi a ceffoni adesso che l'ho paragonata al colossale mangiatore di bambù dagli occhi pezzati di nero.
    Ma mi piace, vuol dire che con me stai tirando fuori il tuo lato da orsacchiotto anche tu.
    Un orsacchiotto che mi fa venire i capogiri semplicemente camminandomi di fronte con quell'andatura sinuosa, leggera come una fata sui piccoli piedi scalzi, fino a chinarsi per raccogliere la borsa e le scarpe sotto l'albero.
    Avrei modo di apprezzare sicuramente di più il panorama, se non fosse che il tarlo di quest' "altra cosa" di cui Feyre deve parlarmi mi impedisce di godere appieno del presente mozzafiato che si spalanca al mio sguardo di piccolo esploratore, ma fortunatamente non devo attendere troppo.
    Mi trascina in un punto riparato dalla pioggia, che adesso inizia a scrosciare in modo decisamente insistente, e le basta muovere delicatamente il polso in qualche elegante giravolta per asciugarci entrambi.
    O-ok... riesco solo a balbettare quando la vedo staccarsi dal muro esterno del castello al quale si è appoggiata un attimo fa, per tornare ad avvicinarsi di nuovo.
    A quel punto, posso solo sentirmi come quella volta a Disneyland sulle montagne russe, all'apice della salita, terrorizzato ed euforico, un fascio di nervi e adrenalina un attimo prima della discesa.
    Solo che quella in cui mi fa precipitare Feyre è del tutto inaspettata e quella sensazione, che sulle montagne russe monta su lentamente dando a chi ci sale tutto il tempo di prepararsi psicologicamente, adesso mi attanaglia lo stomaco tutta insieme.
    Feyre... provo a fare ordine nei miei pensieri, ma li guardo andare completamente alla deriva nello sguardo della Corvonero, quando continua a parlare prendendomi di nuovo la mano per portarla...
    Dio. Oh mio Dio, ohmmerlino, oh mia Tosca!
    Per tutte le Pluffe, io...
    Cioè, in questo momento sono io che devo essere rosso come una Pluffa, tanto è il sangue che mi sta affluendo alla testa, alle mani, ai piedi, ovunque, pompato da un cuore che mi sembra sul punto di scoppiare, adesso che sotto il mio palmo dischiuso sento il battito della strega dai capelli corvini... E non solo quello!
    Mi sfugge un sorriso assieme ad un lungo sospiro, un attimo prima di tornare serio e guardarla dritto in quegli occhi di giada e lapislazzulo, ancora dolcemente contornati di nero.
    Sono io che non ti chiederei mai di afhpettarmi per forza, Fey. Non sarebbe giufhto e finirefhti per odiarmi. E se ti può consolare, nemmeno io sono pronto per avere una ragaffha, soprattutto se si tratta di te... Perché finirei per deluderti di sicuro o per fare una caffhata dietro l'altra, perdendo anche quello che con te c'è adeffho... Qualunque cosa sia.
    Senza interrompere il contatto con le sue dita, a malincuore stacco entrambe le nostre mani dal suo petto per portarle sul mio, dove lei può percepire a sua volta il mio battito colpito da Tarantallegra, sempre più accelerato sotto il tessuto della camicia un tempo candida.
    Ma anche se non faremo patti, anche se non avremo obblighi... Ti sembra che adeffho io sia uno che non ti vuole più avere intorno?
    Non so cosa ci riserverà il futuro e cosa vorremo un giorno l'uno dall'altra, probabilmente tutto, probabilmente niente e sarà stato comunque divertente e dolcissimo.
    Nel presente che ogni goccia sta scandendo al di fuori di questo piccolo spazio strappato all'acquazzone, tuttavia, non c'è altro posto in cui desidererei trovarmi e vorrei essere solo qui, in queste esatte condizioni, anche se non fosse la pioggia a costringermi.
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    E così anche gli scoiattoli possono bisticciare.
    Se fossimo due disegni di Walt Disney, adesso saremmo sul nostro bel ramo ad osservare la montagna di noci spiaccicate in basso, in prossimità delle radici, piangendo abbracciati con due getti a fontanella che ci schizzano fuori dagli occhi.
    Uno spettacolo tragicomico e io sono uno dei protagonisti, il che è già sorprendente di suo.
    Per tutta la vita ho sempre pensato di essere uno di quei personaggi secondari, una comparsa nell'incredibile show di qualcun altro con più capacità, più prestanza fisica e più carattere di me.
    Poi, un giorno, per bloccare la strada ai bulli che mi stavano inseguendo ho distrutto la scala antincendio della mia scuola senza avere la più pallida idea di come possa esserci riuscito e da lì tutto è cambiato.
    La mia magia si è palesata ed è cresciuta con me fino a diventare impossibile da nascondere, sebbene i miei genitori abbiano fatto un po' di fatica ad accettare che, nel mio essere strambo, ci fosse una causa tanto ingombrante quanto inaspettata e surreale.
    E' stato quando ho letto il mio nome vergato elegantemente su una pergamena ingiallita che mi invitava a frequentare Hogwarts, ad ogni modo, che mi sono reso conto sul serio: nella mia vita, non sono e non sarò mai un personaggio secondario.
    Tra prenderne consapevolezza e vivere questa nuova condizione di eroica figura di me stesso all'interno della mia storia, c'è stato di mezzo il viaggio che mi ha portato fin qui, dove la mia nuova vita è cominciata davvero.
    Lo Smistamento, le prime lezioni, l'imbranataggine che mi caratterizza e che è stata subito accettata come parte di me... E poi André, il mio primo volo, il coraggio che mi ha aiutato a tirare fuori per darmi la spinta e staccarmi da terra e dagli stessi pregiudizi che avevo su me stesso. Teresa e la sua vitalità, il suo sorriso contagioso, la facilità e la naturalezza con cui siamo diventati amici inseparabili. E Feyre... Il Dulcisonium che coccola il mio sonno e mi fa sognare ad occhi aperti nei momenti di veglia, la sua inaspettata sensibilità, l'intelligenza e le sue battute spiritose, ma soprattutto il fatto che lei volesse condividere con me tutto questo.
    Nel pianto in cui scoppio stringendo la piccola Tassorosso contro di me c'è lo sfogo di tutta la carica emotiva che ho accumulato da quando sono arrivato qui, la paura di vedere tutte le conquiste che ho raggiunto sparire sotto una valanga che, oltre a trascinarmi di nuovo a valle qualora non dovesse sommergermi, mi costringerà anche a ricominciare tutto daccapo.
    Che io abbia solo stretto le mie illusioni, come sabbia in un pugno, unicamente per vederle scivolare via senza riuscire a trattenerne neanche un po'? Se Teresa mi assomiglia almeno un po' come credo, non mi risulta difficile credere che potrebbe provare qualcosa di simile.
    Certo che ci sono, non sei una che può effhere lasciata libera di fare tutti quefhti danni. Ti mollo per due giorni e guarda che combini, dove vuoi che vada?
    Tiro ancora su col naso e le asciugo le lacrime con la manica della divisa, scoppiando a mia volta in una risata umida e mocciosa.
    Fanculo i punti, ne avevo bisogno... E grafhie per avermi detto tutto.
    A colpi di Gratta E Netta, piccole spugnette luminose iniziano a sfregare il terreno con le tipiche pernacchie emesse dalla mia bacchetta di corniolo, rimuovendo parte della poltiglia di occhi di pipistrello spiaccicata ed inutilizzabile sul pavimento.
    Fhpappolamento coi piedi, sì... Raccogliamone un paio di campioni, magari potranno tornarci utili. Li metterò vicino al mio cuore fatto a peffhi, vifhto che Feyre non mi parlerà mai più per le idee che le hai meffho in tefhta.
    L'avevo avvertita, no? Sono ancora arrabbiato e non mi passerà solo perché le ho detto che le voglio bene e non ho intenzione di lasciarla sola. Vuole fare finta di niente? Bene, ma che non pretenda che io abbia cancellato di colpo tutte le mie emozioni solo perché abbiamo pianto abbracciati.
    Se ne deve rendere conto, perché è lei che riprende il discorso proprio mentre stacco dal pavimento gli ultimi pezzi di poltiglia e li faccio levitare fino all'interno di un barattolo vuoto.
    Che è succeffho con i tuoi genitori affidatari? Magari tutto il resto è una conseguenfha e si sifhtema appena affronterai il problema principale... le chiedo spostando gli occhi color mare in tempesta su di lei, il tono di nuovo più tranquillo e comprensivo. Teresa non mi ha mai parlato della sua famiglia, del motivo per cui da Ilvermorny si è trasferita in Europa, di ciò che riguarda la sua sfera più privata. La brunetta è un uragano di allegria, ma cosa ci sia dietro la maschera... E' un volto che ancora devo scoprire e comprendere.
    E non so cosa tu abbia combinato con Ralph e Karen, ma magari, Cip, il problema è proprio quefhto: a forza di fare per tenere tutto sotto controllo, finisce che fhtrafai e combini casini. A volte bafhta solo prendere le cose così come vengono e godersele senza giudicare o senza provare a cambiare le persone... Non fa molto piacere sentirsi manipolati o giudicati, anche se lo fai con le intenzioni migliori del mondo.
    Abbozzo il mio primo sorriso e le poso una mano sulla spalla, stringendola delicatamente tra le dita.
    Ma quanto diamine sei piccola?
    Non me ne ero mai accorto, ma questo non fa che rendere il mio affetto nei suoi confronti ancora più grande, è un rapporto inversamente proporzionale.
    Comunque... A volte il modo migliore per rimediare a un casino è semplicemente afhpettare che le cose si aggiufhtino da sole. Se insifhti troppo, rifhchi solo di peggiorare le cose. Che ne pensi?
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    Ha ragione, mi ha ferito.
    E' un tipo di ferita diversa da quella che ti scava dentro la piaga del bullismo, che affonda dritta nel cuore del tuo amor proprio e lo fa sanguinare di umiliazione, di senso di inadeguatezza, di autoconvinzione di essere un errore vivente.
    Questa è una ferita dolce, il graffio involontario di un felino che indietreggia per difendersi dal fuoco, sebbene io non mi sia mai sentito un animo in fiamme, tutt'altro. Ma fa comunque male, in un modo diverso, più struggente, ma che in qualche modo mi intenerisce.
    Niente di ciò che posso aver provato negli ultimi giorni di distacco, tuttavia, può eguagliare il dolore di vederla piangere... E anche stavolta la colpa è mia.
    "Cara mamma, sono a Hogwarts da neanche un trimestre e nell'ultima settimana ho fatto piangere ben due ragazze...".
    E' una fortuna che mia madre non abbia idea di cosa sia una Strillettera, perché altrimenti me ne manderebbe una all'istante, dandomi del cafone maleducato ed insensibile.
    Sì ma non piangere, per favore... Fhcusa, Feyre, io non...
    E' chiaro che mi sono scusato una volta di troppo, perché questo la fa balzare come una pantera mentre mi piomba addosso un pacchettino, da cui svolazza robaccia secca che si affloscia sull'erba, che mi rimbalza sul petto prima di fare la stessa fine.
    Adesso sta gridando anche lei e mi prendo anche del maledetto, così, gratis, come giustamente capita a tutti quelli che non hanno nessuna colpa.
    Allora non capifhco perché tu...
    Non riesco a contrapporre altro che farfugliamenti insensati e ricevo il colpo di grazia quando la Corvonero, in tutto il suo splendore, mi si getta contro scoppiando in un pianto disperato, stringendomi sul serio come forse non ha mai fatto neanche con il suo orsacchiotto.
    Ok, adesso posso deglutire.
    Questo non è esattamente il modo in cui avevo fantasticato di avere Feyre Starfoll addosso, afflitta e decisamente intenzionata a riempirmi la divisa già provata da due ore nelle serre di Erbologia con i suoi fluidi corporei. Tuttavia, mi risulta fin troppo facile ignorare lacrime e moccio e concentrarmi sul suo busto esile scosso dai singhiozzi, così vicino da sentirlo contro il mio e poterlo a mia volta racchiudere in un timido abbraccio, cingendole la vita.
    I suoi capelli, poi, profumano tantissimo e non li avevo mai avuti così vicini al mio respiro...
    Cazzo, Juss! Lei è così triste e io mi sto arrapando, sono proprio un coglione!
    Le sue emozioni mi inondano al pari delle lacrime su una camicia che non laverò mai più e io accarezzo lentamente i capelli corvini della strega, ascoltando finalmente tutto ciò che ha represso fino ad oggi.
    Non mi vuole perdere, stavolta lo dice rivolgendosi unicamente a me e io sollevo lo sguardo verso il cielo, da poco offuscato dalle nuvole, che iniziano a pioverci addosso una pioggerellina fitta e sottile, come se la situazione non fosse già abbastanza umida.
    Calmati adeffho... E' tutto ok.
    Lei continua ad abbracciarmi e io non ho intenzione di sciogliere quel contatto, finché posso sentirla così. Diavolo, se mi è mancata!
    Inspiro ossigeno e profumo di balsamo e cerco verso il cielo le parole giuste da dire, lasciando che l'acquerugiola mi bagni la fronte ed i riccioli come a togliere la polvere dai miei pensieri.
    Sai, Feyre, secondo me hai fatto molto più male a te fhteffha che a me. Io non mi sono sentito chiuso in gabbia, forse sei fhtata tu a sentirti così perché...
    Ho paura perfino a dirlo ad alta voce. Perché le piaccio anch'io, per qualche assurdo motivo?
    Mi tornano in mente le parole di Teresa, che mi urla addosso di avere ben più di qualche speranza, con Feyre. Ma che accidenti significa?
    Senti. Siamo liberi, ok? Niente promeffhe, niente patti, solo quello che ci viene di fare un giorno alla volta. Per me è già un miracolo se ancora mi parli, non mi afhpetto niente...
    Mi sciolgo dall'abbraccio per sciogliermi guardandola negli occhi umidi di pianto, abbozzando una sorta di sorriso mentre la pioggia continua a sferzarci impertinente.
    Amici va beniffhimo. Ti prometto che non dirò a neffhuno che la principeffha delle tenebre adora gli orsacchiotti... mi sfugge una risatina, mentre percorro con le mani le sue spalle e le sue braccia, fino a stringerle le dita tra le mie.
    Mi sembra il compromesso perfetto, la sola strada obiettivamente percorribile. Come amici funzioniamo alla grande, come qualcosa in più... Dureremmo quanto un uovo di struzzo usato come Bolide in una partita di Quidditch: faremmo una frittata colossale!
    Tu però promettimi che se ti prendono certi pensieri che mi riguardano verrai a dirli a me e non farai più un casino tutto da sola, ok?
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    Mi sfugge uno sbuffo dal naso mentre scuoto rammaricato la testa. Niente di più di quello che Teresa potesse sapere? Per quanto mi riguarda, né ciò che è accaduto, né quello che io Feyre ci siamo detti quella notte dopo la lezione di Astronomia, era qualcosa che potesse in alcun modo riguardare la mia Cip. Io e la Tassa siamo ottimi amici, ma questo non dà il diritto a nessuno di noi due di interferire con la vita dell'altro e mi stupisce che, per la tenebrosa principessa dagli occhi bicromatici che mi sta affrontando, fosse invece normale prendere decisioni che coinvolgono anche me senza mettermene quanto meno a conoscenza.
    Sì, Fey, lo hai già detto che ti difhpiace... mugugno risentito, i pugni contratti nelle tasche dei pantaloni della divisa scolastica ed un broncio che ancora non riesco a trasformare in un sorriso.
    Affondo le unghie nei palmi all'idea che Tess abbia chiesto alla Corvonero le sue intenzioni riguardo la sua amicizia con me, mi brucia ancora, nonostante io e la nanerottola latina ci siamo chiariti e io abbia deciso di perdonarla, convinto delle sue buone intenzioni.
    Però che cavolo! Nemmeno io ho chiesto alla Starfoll che intenzioni avesse con me, perché doveva farlo lei? E soprattutto, per quale accidenti di motivo Feyre si era sentita costretta a darle delle risposte?
    Beh, pensavi male, Feyre. E poi che cavolo significa che "il nofhtro patto era un legame troppo grande"? la guardo decisamente confuso, estraendo le mani dalle tasche solo per muovere le dita di fronte a lei come se fossero due virgolette a voler enfatizzare quell'assurda affermazione?
    Ti ho forse fatto firmare un accordo con il sangue? Abbiamo fatto un Voto Infrangibile o qualcosa di simile? Era un gioco, caffho, non una promeffha incisa sulla pietra! Se ti fa sentire meglio, considerala pure sciolta, anche se comunque non ci avrei provato con te in ogni caso, se non ci foffhero fhtate le condizioni!
    E poi sarebbe lei la Corvonero, che si fa confondere le idee per una sciocchezza del genere?
    E certo, adesso le vengono anche gli occhi lucidi e la voce tremante e io devo anche mettermi a lottare con la potente tentazione di inghiottire le mie emozioni per abbracciarla e sussurrarle che va tutto bene, che non è successo niente, che ha ingigantito tutto per uno sciocco pettegolezzo con un'amica e che da domani sarà tutto come era prima.
    Probabilmente sarà davvero così, ma in questo momento ho davvero paura che, se annullassi le distanze per cercare un contatto con lei, Feyre lo fraintenderebbe scambiandolo per chissà quale altro assurdo vincolo.
    Io non ho mai pensato che tra me e te poteffhe effherci qualcosa, Fey... Nemmeno per un secondo, figuriamoci. Cioè, guardati... E guarda me! Ti meriti di meglio, non sono mica cieco e scemo. E non sono una caffho di appendice di Teresa, quindi non dire "a voi" come se qui ci foffhe anche lei!
    Sto alzando la voce e mi sento esattamente il bambino infantile che sono, a vomitarle addosso tutto questo risentimento. La verità, però, è che mi è mancata terribilmente e che ce l'ho con lei solo per come mi ha ignorato per tutti questi giorni, preferendo rimanere sola con le sue assurde riflessioni piuttosto che cercarmi per provare a chiarire qualsiasi dubbio... Piuttosto che fidarsi di me.
    Devi fhtare tranquilla, Feyre. Io non voglio niente da te... E ti chiedo fhcusa se c'è qualcosa che ho detto o fatto per farti fhcappare o sentire in trappola, compresa quella fhtupida promeffha.
    Sollevo su di lei i grigi occhi colmi di tristezza, sospirando nell'annegare nel verde lago e nel cielo stellato dei suoi.


    Edited by DustinTheDwarf - 29/3/2023, 20:29
  11. .
    Piango come un moccioso, senza alcun ritegno, per la prima volta da quando sono arrivato qui.
    Sono riuscito a non piangere per la nostalgia della mamma, dei dolci della pasticceria di papà, non ho pianto di gioia neanche per la lontananza da quella svitata quasi sorda di mia nonna.
    Adesso, invece, davanti a questo ragazzo più grande che probabilmente non vede l'ora di darsela a gambe, esplode come colpita da un Confringo tutta la mia fragilità.
    Si tratta davvero solo dei capelli? Sono quelli il vero problema o c'è dell'altro? Non lo so nemmeno io e non ho la benché minima voglia di psicanalizzarmi per capirlo, so solo che adesso non voglio rimanere da solo a fare i conti con questa altissima torre di mattoncini del Jenga che mi è appena crollata addosso.
    Se non altro, il Grifondoro sembra sinceramente provare a metterci una pezza, ma mi ricorda un po' me stesso quando, ancora più piccolo di quanto non sia ora, giocavo a "fermare il mare" con i miei raggi di luce emessi dalle mani poste a coppa contro le onde.
    Sicureffha...? ripeto tirando su con il naso, guardandolo da sotto le ciglia ancora umide mentre sento un enorme quantità di muco trasparente colarmi giù dal naso.
    Ah, i maghi... Sanno fare incantesimi per tutto, trasformano gli oggetti in mele che non sono neanche commestibili e poi non sono in grado di far comparire dal nulla un misero fazzoletto, quando serve!
    Così, senza tanti complimenti, mi asciugo sulla manica della divisa strusciandomela sul viso, sperando di ricacciare in dentro il resto.
    Forte! annuisco quindi piegando le labbra imbronciate in un abbozzo di sorriso, appena il capellone rosso-oro mi parla della mezza-Veela con cui è stato nonostante a tredici anni non se lo filasse nessuno.
    Non sono neanche del tutto sicuro di credere a questa storia, ma apprezzo sinceramente che lui si sforzi di provare a tirarmi su il morale.
    E in realtà una che mi piace c'è... Solo che ha sedici anni e guarda un po', è proprio una Corvonero. Ma non penso che effhere sicuro di me mi aiuterà a creffhere di tre anni tutto in una volta. O che mi farà affhomigliare un po' meno al barboncino della mia prozia Peonia.
    Sospiro sprofondando con le mani nelle tasche e sono quasi sul punto di chiedergli scusa e voltarmi per andarmene, quando il ragazzo sembra cambiare idea e mi spiega, finalmente, come fare per entrare nella Stanza delle Necessità.
    Il mio sguardo si illumina e il mio sorriso mezzo sdentato si allarga come i petali di un fiore che si schiude al sole.
    Grafhie, grafhie, grafhie, grafhie! Sei il mio eroe... Ti chiamerò Capitan Ciuffho, vifhto che ancora non ho capito come ti chiami...
    Sono sul punto di abbracciarlo, ma mi rendo conto che tra ragazzi sia qualcosa di troppo poco virile, un tabù nel quale non si deve mai incappare, soprattutto con un perfetto sconosciuto.
    Ti devo un favore, davvero, tutto quello che vuoi!
    Inizio a camminare avanti e indietro davanti alla parete come mi ha detto, oscillando tra il pensiero di non vedere l'ora di tornare ad avere dei capelli decenti e quello di sentirmi un perfetto imbecille, a muovermi come se dovessi tenermi occupato a non farmela addosso mentre sono in fila per andare in bagno in un'area di servizio.
    E proprio quando sono quasi certo che il Grifondoro mi abbia preso per i fondelli... Vedo comparire la fatidica porta!
    Che figata... non posso fare a meno di commentare, tornando a voltarmi verso il mio nuovo supereroe, che veglia su di me e mi aiuta a superare le mie paranoie armato di forbici e gel per capelli.
    Com'è che hai così paura di quefhta fhtanza e delle Corvonero? Rifhchio di trovarcene dentro una che mi vuole ammaffhare con un rasoio tipo Fhweeney Todd?
    In effetti sono piuttosto curioso del perché un valoroso figlio di Godric abbia insistito così tanto per non farmi entrare qui dentro... Non erano loro quelli coraggiosi? Di cosa dovrei avere paura, esattamente?
    Non è che la tua mezza-Veela poche bocce e super culo veniva da qui dentro?
    In effetti... Chissà se questa stanza funziona anche per questo tipo di cose. Tuttavia ne dubito, altrimenti ci sarebbe la fila e sarebbe ancora peggio di quella per entrare nei bagni pubblici.
  12. .
    Ti prego, fermami, tipregotipregotiprego fermami...
    Justin!

    I neuroni nel mio cervello iniziano ad esultare come se avessi segnato l'ultimo rigore, quello decisivo per assicurare all'Inghilterra la Coppa del Mondo.
    Tuttavia mi concentro sull'espressione imperscrutabile alla André Stormind e cerco di replicarla, nel voltarmi verso Feyre, senza guardarla con il sorriso da un orecchio all'altro che preferirei esibire.
    Serio ed impassibile mentre la tempesta mi ribolle dentro... Forte, allora è questo che si prova ad essere come il mio amico figo!
    Feyre mi viene incontro senza scarpe calpestando l'erba umida - e mi auguro solo quella! - ma ad un tratto si ferma, come ad attendere che io compia l'altra metà del tragitto.
    Se Madre Natura aveva a disposizione solo un certo quantitativo di bellezza da dispensare al genere umano, sono felice che l'abbia tolta a me per darla a lei... Per le chiappe flaccide di Tosca, è troppo stupenda per essere vera, soprattutto con quell'espressione dolce e vagamente imbronciata.
    Reprimo l'istinto di correrle incontro e avanzo lentamente con le mani in tasca, fino a raggiungerla in mezzo al prato, ignorando il battito del cuore che ha preso ad accelerare.
    Vuoi parlare, Feyre? E per cosa? Per andare a fhpiattellare a Teresa tutto quello che ci diremo e pentirtene dopo cinque minuti?
  13. .
    Oh... Io credevo che si chiamaffhe così per davvero... E allora come si chiama?
    Non che io e la Caposcuola di Corvonero abbiamo mai avuto modo di relazionarci davvero, almeno fino a questo momento. L'ho vista solo al recupero della lezione di Incantesimi e per metà di quel tempo ho dormito, sognando di essere inseguito dalla versione più mostruosa di me stesso prima di trasformarmi in Iron Man per sconfiggerlo.
    Credevo veramente che quella streghetta tutta d'un pezzo si chiamasse Marsiglia e ci rimango male, nello scoprire di essere stato poco elegante per tutto questo tempo.
    Ad ogni modo, credo che abbia poca importanza. Il gioco dell'obbligo o verità è già partito e André ha iniziato a tirare fuori il meglio di sé dedicando una canzone a tutte le ragazze... Non c'è che dire, il giovane mago ci sa fare e io sono sempre più convinto di voler, un giorno, diventare il diciassettenne che lo Stormind dimostra già di essere con sicurezza e disinvoltura.
    Che difhcriminazioni sono mai quefhte? Anch'io voglio una fhtrofa di canzone! Perché solo le ragaffhe?
    Sono piccolo e ingenuo e certi particolari mi sfuggono ancora, non riesco proprio ad afferrare tutti i sottintesi che si celano dietro uno sguardo, un sorriso, una frase pronunciata con una certa inflessione nella voce. O meglio, colgo qualcosa, ma non riesco del tutto a capire cosa.
    So solo che mi sento felice ed euforico perché Feyre ha deciso di restare con noi e perché, in qualche modo, il mio idolatrato nuovo amico mi ha dato una mano a convincerla con un bicchiere di succo di zucca corretto.
    Beh, se non è così alcolico, allora magari poffho provarlo anch'io.
    Una volta ho provato un po' del liquore che mio padre mette in alcuni dei suoi dolci ed è stato orribile... Magari stavolta sarà diverso.
    Così, audace, afferro uno dei bicchieri ed assaporo un sorso, buttandolo giù con l'impressione di sentire la gola andarmi a fuoco.
    No no... tossicchio. In effetti pensavo peggio.
    Come no, mi sento già accaldato come se avessi corso per dieci miglia. E io non ho mai corso per dieci miglia.
    Comunque, se vi va il gioco è quefhto.
    Apro la scatola e, un attimo dopo, uno specchio si solleva per restituirci i nostri riflessi, così che le varie pedine del gioco assumano le sembianze di tutti noi.
    A Hogwarts c'è fhtato un terribile omicidio... E tutti noi poffhiamo effhere i colpevoli. Ci siamo appena risvegliati in quefhta fhtanza e neffhuno ricorda cosa sia accaduto, neanche l'affhaffhino. Sappiamo solo che laggiù, nella tinozza dei Ranofhpi Ghiotti... C'è un cadavere!
    Come ad aver compreso tutto quello che sto dicendo, gli anfibi iniziano ad intonare un coro da film horror, mentre lancio il piccolo fantoccio dritto nella tinozza e questo diventa all'istante a grandezza naturale, un morto mezzo ficcato nell'acqua e con le gambe che sporgono fuori. Che figata, Zonko li fa proprio bene, certi giochi!
    Quello che dobbiamo fhcoprire è chi è fhtato a commettere l'omicidio...
    Mentre parlo, sei pedine fino a quel momento senza volto levitano fino a trovarsi davanti allo specchio ora posato su un tavolino, assumono le nostre sembianze e fluttuano fino ad arrivare in mano al loro possessore: a Daisy, una pedina bianca; ad André, una pedina verde; a Feyre, una pedina blu; ad Alex, una pedina gialla; a Teresa, una pedina rossa; a me, infine, una pedina marrone.
    In quale luogo del cafhtello...
    Con la punta della bacchetta sfioro una mappa che si apre di fronte ai nostri occhi e che riporta i seguenti spazi: Ufficio del Preside, Sala Grande, Sala dei Trofei, Stanza delle Necessità, Campo di Quidditch, Serre di Erbologia.
    ... E con quale arma.
    Dalla scatola, picchiettandole con la bacchetta una alla volta, emergono una bacchetta magica giocattolo, una boccetta di finto veleno, una pianta dalle spore assassine, una zanna di basilisco, un pugnale con l'impugnatura a forma di serpente ed una mazza da Battitore di Quidditch.
    Ciascuno degli oggetti ci fluttua davanti, dopodiché sparisce con un "pop!" in una nuvoletta di fumo violaceo.
    Qui c'è fhcritto che si sono nascosti in ogni angolo del nofhtro fhpazio di gioco e che dobbiamo trovarli, perché ognuno racchiude un un indizio che dovremo annotare su quefhte pergamene spiego ai miei compagni leggendo il regolamento e porgendo una pergamena ciascuno.
    Per ottenere davvero l'indizio, però, dovremo giocare a Obbligo O Verità. Per esempio... Nel cercare il primo, Daisy... Tu dovrai cantare come ti ha chiesto di fare André. Poi sarai tu ad obbligare chi troverà l'oggetto giufhto a fare un'altra cosa o a dire una fhcomoda verità. E se lo troverai tu, potrai scegliere chi vorrai... Che ne dite? Il regolamento dice che, per capire cosa dobbiamo cercare, dobbiamo guardare nello fhpecchio.
    All'interno della superficie riflettente, infatti, iniziano a comparire delle scritte argentate che riportano il seguente messaggio.

    QUOTE
    C'è un indizio sulla boccetta del veleno.

    Il primo che lo troverà, lo riceverà.


    SPOILER (click to view)
    Senza alcuna fretta, è un gioco in cui tutti giochiamo contro tutti. Potete interagire come meglio preferite, penso che siamo tutti abbastanza grandi da riuscire a giocare senza fare power-play... Io muoverò Justin più che onestamente facendolo miseramente perdere ahahahah. A ciascuno di voi, però, manderò un MP con il contenuto della pergamena e, via via in base a come andrà il gioco, con gli indizi che ciascuno di voi troverà (decidete voi se troverete o non troverete l'oggetto richiesto, come eventualmente litigarvelo, se allearvi...). Solo se nessuno troverà l'oggetto, lo farò trovare a Justin. Sull'Obbligo O Verità, scatenatevi...
  14. .
    Esco dalle serre di Erbologia con le unghie ancora sporche di terra e foglie e rametti incastrati tra i riccioli spettinati.
    Un'altra lunga giornata tra calderoni bollenti, incantesimi da lanciare e piante carnivore da domare si è conclusa e non vedo l'ora di ficcarmi sotto la doccia e stravaccarmi sul letto con uno dei miei fumetti.
    Posso pure lavorare sodo per diventare un mago in gamba, ma la mia più grande passione saranno sempre le stringhe illustrate piene di storie e avventure vissute da protagonisti molto più eroici di me, che invece arranco in salita lungo il sentiero fino al castello con i pantaloni sporchi di fango all'altezza delle ginocchia.
    Purtroppo non esiste una pianta magica che possa trasformarmi in un supereroe come Captain America, che da sfigato gracilino è diventato un megafusto. Devo accontentarmi di essere me stesso, anche in questo mondo, in cui tuttavia ho trovato solo persone disposte ad accettarmi per ciò che sono senza prendersi gioco di me. Un'enorme conquista, non c'è che dire.
    Ad ogni modo, i fumetti magici con i disegni che si animano sono davvero il massimo e mi si sta aprendo un mondo di cui non vedo l'ora di varcare la soglia, tutte le sere prima di addormentarmi.
    Tutto il resto può aspettare, non è roba per un tredicenne; le serate davanti al fuoco a scambiarsi smancerie, le bevute con gli amici, le risate sguaiate nel parlare di Quidditch e ragazze...
    Di che potrei parlare, io, che a stento so reggermi in piedi e non parlo con l'unica ragazza che mi piace da ormai talmente tanti di quei giorni che ho perso il conto?
    Per questo, quando con un tuffo al cuore la riconosco, riprendo il mio cammino verso il castello dopo una pausa di qualche secondo in cui mi sono quanto meno concesso di guardarla.
    Ha tagliato i capelli, le dita affusolate reggono una sigaretta e dalla pelle scoperta delle sue gambe si intravedono le linee eleganti dei tatuaggi di rampicanti... Una visione decisamente molto più paradisiaca di quelli incastrati tra i miei capelli e che mi fanno assomigliare ad uno spaventapasseri.
    Assieme al sospiro al quale mi lascio andare, mi sfugge anche un sorriso mesto e rassegnato. Siamo la Bella e la Bestia, così male assortiti da non poter essere che uno scherzo della natura anche solo come amici. E dire che, almeno in questo, ci avevo sperato.
    Evidentemente le sono bastate due paranoie sparate a caso da Teresa per cambiare idea... E io non posso farci assolutamente niente.
    Riprendo il mio cammino e mi concentro sulla doccia che mi aspetta.
  15. .
    Peli
236 replies since 29/10/2017
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