Hogwarts Mystery - GdR Harry Potter

Posts written by DustinTheDwarf

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    Arachidi in ogni loro forma (burro d'arachidi XQ_____ )

    Antico Egitto o Antica Grecia?
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    Prenditela con Salazar Serpeverde, se quello che pensava non ti piace e non ti fhta bene che il Cappello Parlante smifhti tra i vostri chi ha le fhteffhe idee babbanofobe che aveva lui. sbuffo in direzione della rimbeccata acida che mi rifila con la sua voce melodiosa la ragazza dai capelli ricci che indossa la divisa verde-argento.
    La verità è che sono nervoso a prescindere da ciò di cui stiamo parlando, Teresa mi evita da giorni, spara a zero su tutti e ha questa fastidiosissima abitudine di inventarsi le pagliuzze negli occhi altrui per non vedere le travi nei propri - dannato catechismo e dannate allegorie religiose! - ha fatto del male senza alcun motivo a Feyre e a me, due tra le persone che in questa scuola le hanno sempre voluto più bene.
    Sono infervorato e tremante per le emozioni che mi pervadono ed attraversano come una scossa elettrica e che forse, per la prima volta, mi sono sentito abbastanza sicuro e spronato ad esternare; per questo, ancora travolto dalla stessa onda emotiva, non riesco a trattenermi dal rispondere a tono anche ad Eloise, che a quanto pare non ha neanche capito che volevo elogiare proprio i Serpeverde che combattono la frangia di estremisti antibabbani che si trovano tra le loro fila... E questi sono fatti storici ampiamente dimostrati nei secoli, non è colpa di nessuno se le cose stanno così, men che meno dei figli di Salazar che trovano la sua ideologia assurda. Dare una lezioncina a quella presuntuosetta su come si ascolta il prossimo senza arricciare il naso estrapolando dal discorso solo le parole che le fanno comodo, però, porterebbe questa lezione completamente fuori tema e io mi sono esposto anche troppo, per oggi.
    Così, dato che Vanya sta andando avanti con il suo corso, mi volto verso di lei e ascolto quanto ha da dire, lasciando che per stavolta intervengano gli altri.
    Tranquilla... Fhto bene stringo quindi la mano di Feyre nella mia quando si volta con il suo sorriso dolce e rassicurante, il solo capace di placare l'adrenalina che ancora sento in circolo.
    Rimango qui, goditi la lezione. Non sono troppo lontano, no?
    Sono proprio alle sue spalle e vorrei evitare che, se la conversazione con Vanya dovesse prendere una piega troppo personale che mi farebbe inevitabilmente pensare alla brunetta Scozzese e alle fantasie che mi affollano la mente e che la riguardano, tra di noi diventasse troppo imbarazzante. Restare seduto qui, abbastanza vicino a lei da poter sentire il fruscio del suo mantello ad ogni movimento ma, comunque, a distanza di sicurezza, è molto meglio.
    Quindi nel mondo magico si usano le fhteffhe precauzioni di quello babbano? domando, sinceramente incuriosito.
    Quanto al grooming, invece, non ne ho mai sentito parlare e ascolto con sincero interesse quello che hanno da dire al riguardo i miei compagni.
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    "T per Terribile", il guscio di Calimero come cappello, l'immagine satirica che avevano costruito attorno a lei di un pulcino piccolo e nero con cui ce l'hanno tutti.
    Teresa avrà pure i suoi difetti, gli stessi per cui io per primo sto cercando da giorni di scambiare quattro chiacchiere con lei, ma con quel giornalino hanno un po' esagerato... Di sicuro, se stessi passando un brutto momento, non vorrei che la manifestazione del mio disagio risaltasse agli occhi di tutti per diventarne oggetto di scherno e derisione.
    Sono stato deriso e schernito per anni, so come ci si sente e non lo augurerei al mio peggior nemico, figuriamoci alla mia Cip.
    Eppure, invece che fidarsi di me e permettermi di starle vicino, la piccola Tassa tascabile non fa che evitarmi, si impegna tantissimo per non incontrarmi neanche per caso e, quando è costretta a dividere con me la stessa area delimitata da quattro mura come a lezione, la trovo già seduta ad occupare posti irraggiungibili.
    Per qualche giorno ho lasciato perdere, certo che quando si fosse sentita pronta sarebbe stata lei a tornare da me e a cercare quanto meno un dialogo... Del resto, cosa le ho fatto?
    Sì, mi ha fatto incazzare prima del mio bacio con Feyre, ma ormai mi era passata da un pezzo... Insomma, ormai anch'io e la brunetta della Casata bronzo-blu siamo finiti sullo stesso giornalino e la mia migliore amica, invece che da me, ha saputo di quel bacio da quello stupido trafiletto.
    Nel frattempo è stata la stessa Feyre a provare a parlarle e a lenire la sua solitudine, ricevendo in cambio un bel biglietto di sola andata per quel paese.
    Quindi ok, basta così. Che senso ha essere "l'eroe dei due mondi" solo se per "due mondi" si intendono le pluffe dell'incantevole Starfoll?
    L'impresa davvero eroica è quella di tirar fuori Teresa dall'uragano di negatività in cui è stata risucchiata e riportarla alla realtà, su un piano condiviso in cui poter tornare a vivere serenamente e senza tutto quel malumore.
    Ecco perché la sto seguendo da un po', cercando di capire dove stia andando, se sta per incontrarsi con qualcuno o se, più semplicemente, si è creata un suo rifugio segreto in cui continuare a rintanarsi per evitare il confronto.
    E' arrivata in prossimità di un arazzo e io mi appiattisco contro una parete dietro una grossa armatura di troll, per evitare che lei o il suo furetto mi vedano. Non sono ancora riuscito neanche a presentarle la mia piccola kneazle, e dire che lei era una delle prime persone con cui avrei voluto giocarci un po'.
    E' proprio quando mi sporgo per cercare di capire se Tess si trova ancora lì che invece, dall'altra parte del corridoio, vedo la testa riccioluta di un Grifondoro sbucare assieme ad un paio di braccia, che si muovono proprio nella mia direzione per invitarmi a raggiungerlo.
    No, come non detto, è lui che viaggia verso di me veloce come un razzo.
    Whaaaa... il mio "cosa...?" si interrompe così, mentre vengo abbattuto come un birillo al bowling dal ragazzo che riconosco immediatamente. E' l'altro amico di Teresa, quello per cui, stando a quanto mi aveva raccontato Feyre, la mia amica Tassa si sarebbe presa una cotta.
    Non avevamo mai avuto un incontro ravvicinato, ma adesso che mi atterra mandandomi con le gambe all'aria direi che abbiamo rimediato alla grande.
    Ouch... Ciao... Non fa niente. Jufhtin. mi presento a mia volta tirandomi su a sedere e scuotendo la testa a destra. Meno male che si chiama Friday, se fosse stato Giovedì probabilmente avrei sputacchiato ogni volta che avessi pronunciato il suo nome.
    Quindi lo fa anche con te, eh? mi massaggio la nuca e mi risollevo a poco a poco, con un sorriso mesto e dispiaciuto. Non so se questo sia un sollievo o un ulteriore motivo di preoccupazione, in effetti.
    Se diceffhi che so se il suo furetto è rabbioso ti direi una caffhata. Non mi ha nemmeno detto come si chiama e oggi è la prima volta che lo vedo così da vicino. sospiro, arricciando il naso di fronte alla proposta estrema del figlio di Godric.
    Se invece, mentre tu la prendi per le braccia, le immobilizzaffhi direttamente le gambe così non fhcappa? Se inizia a fhcalciare, di sicuro ha la meglio lei... La mia bacchetta fhcorreggia, ma con gli incantesimi in cui non ci sono le effhe non faccio così fhchifo.
    Sembra un'impresa peggiore di quella di riacchiappare il Fwooper scappato alla lezione di recupero tenuta da André, ma a mali estremi debbono necessariamente occorrere estremi rimedi... Ne va del bene di tutti, in primis di quello di Teresa.
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    "Fallo e basta", sì, come no. Preferisco farle il solletico, è molto più innocente, prevede comunque vendette decisamente piacevoli e si addice molto di più a due come noi, "solo amici ma con qualcosa in più".
    Non potrei mai mancarle di rispetto e fare e basta qualcosa di più spinto così, dal nulla, senza la giusta atmosfera... Non sono il tipo e probabilmente non lo sarei neanche se fossi più grande. Chissà, l'irrefrenabile desiderio di scoprirlo quanto prima mi tenta sempre di più.
    E' che non me lo aveva mai detto neffhuno... riesco a sussurrare vagamente confuso quando Feyre si stacca dolcemente dalle mie labbra, dopo un complimento sui miei occhi totalmente inaspettato.
    Non dire più che qualcosa di te è insignificante.
    Fuori dalle mura domestiche, però, è così che mi sono sentito per tutta la vita, talmente a lungo che ho finito per crederci, per rifuggire la mia stessa immagine allo specchio, per vergognarmi semplicemente di essere me stesso al punto da provare l'impulso di nascondermi.
    Lei, invece, continua a salvarmi e a mostrarmi un Justin completamente diverso, mi ha donato in sogno l'armatura di Iron Man quando ancora ci conoscevamo appena, mi ha fatto capire che potevo combattere le mie insicurezze e farne il mio punto di forza. Quando sono con lei mi sento perfino speciale ed è una sensazione incredibile, se non bastassero tutte quelle che mi provoca solo la sua vicinanza.
    Mi fai sentire davvero un orsetto del cuore fortunato, sai? le sorrido inclinando la testa di lato per appoggiarla alla sua.
    Le sue riflessioni su Teresa, devo ammetterlo, mi aprono gli occhi ad una prospettiva completamente diversa, che non avevo del tutto considerato. O meglio, lo avevo fatto, ma più mi arrovello su quali potrebbero essere le mie colpe, meno ci arrivo: sono stato arrabbiato con lei, è vero, ma lo sono stato per qualcosa che lei aveva fatto. Mi sono preso qualche giorno per sbollire e nel frattempo lei ha iniziato a vivere un'esistenza parallela che non mi includesse in nessun modo: si siede lontana da me a lezione, mangia ad orari diversi, il tempo che trascorre in Sala Comune si è drasticamente ridotto...
    Mi dispiace per tutto ciò che sta passando, ma non sono mai stato io a non volerle stare vicino.
    Per me un vero amico è una persona che, quando ti succede qualcosa di bello, è felice per te. Quando diceva di effhere preoccupata non ci ha pensato cinque minuti a mettersi in mezzo, no? Perché se adeffho le cose vanno bene dovrebbe darle tanto fafhtidio? Io non voglio perdere il legame con Teffh, ma non voglio neanche che tutto debba dipendere solo da come percepisce le cose lei, perché la sua visione non è la verità affholuta e lo deve capire.
    Le parlerò, questo è poco ma è sicuro. Primo, perché voglio bene a Teresa e voglio che tra di noi le cose tornino come erano prima che ficcasse il naso tra me e Feyre. Secondo, perché voglio bene a Teresa e voglio che sia felice, cosa che in questo momento certamente non è. Terzo, perché voglio fare qualcosa per rimediare al litigio che è nato tra le due ragazze e non voglio vedere quell'espressione triste sul bel volto della Corvonero.
    Sei tu che mi hai dato l'armatura di Iron Man e mi hai fatto sentire invincibile per la prima volta in vita mia, Corva, lo hai dimenticato? stringo a mia volta la sua mano, voltandomi appena per posarle un bacio tra i capelli.
    Non voglio litigare con lei, tranquilla. Voglio solo sifhtemare le cose. E ok, non le dirò niente. Però... Voglio pensare che seduti sul pavimento di quefhto gabinetto ci saremmo fhtati comunque, io e te.
    Ridacchio e allungo una mano verso la piccola kneazle di panna e occhi d'argento, accompagnandola fino alle mie gambe distese dove la lascio accoccolare.
    Allora, come la chiamiamo? Io non sono un granché con i nomi, sceglilo tu, dall'alto della tua saggeffha corvosa.
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    Ti direi che finché non tocco con mano non credo a niente, signorina Fhtarfoll, ma non oserei mai senza il tuo permeffho! la prendo in giro a mia volta, quando la sento parlare di rassodamento delle chiappe a forza di fare le scale.
    Quanto alla mia notte trascorsa nella torre di Astronomia, mi limito a scuotere la testa. Davvero pensa che sia per quello che quella volta ho deciso di dormire lì?
    La verità è che sarei troppo romantico e sentimentale, se le dicessi che non volevo privarmi dell'atmosfera che si era creata tra di noi sotto quella cupola stellata, che anche se lei mi aveva posato su un angolo delle labbra quel bacio fugace - l'unico che avrei mai creduto di riuscire a ricevere da Feyre - e poi era scappata più veloce di una stella cadente che sfreccia nel cosmo, io avevo bisogno di trattenere ogni pensiero e sensazione nel solo luogo in cui avrei potuto viverne l'eco fino al mattino successivo.
    Anche la coda, vedi? Sembra quella di un leone... Sono meravigliosi, vero? le faccio eco mentre anche gli altri tre cuccioli si strusciano tra le nostre gambe e io mi ritrovo a domandarmi come farò a separarmi da quello che non rimarrà con me.
    Ancora più meravigliosa, tuttavia, è ai miei occhi la Corvonero che si lascia conquistare ed intenerire dal batuffolo candido con gli occhi argentati che fa le fusa tra le use braccia - che piccolo felino fortunato! - e la vocina con cui si rivolge a lei, scegliendola come nostra kneazle definitiva.
    Dici? I miei non sono più tipo... Un insignificante grigio ferro? Comunque aggiudicato, teniamo lei! Ehi piccola... Vuoi effhere la mia micetta? Loki continuerà ad effhere uno fhtronzo cafhtrato, il che mi fa capire perché è sempre incaffhato con tutti, ma tu sarai sempre al sicuro.
    E avrei anche pensato volentieri ad un nome degno della sua pura ed eterea bellezza, se non fosse che la conversazione, ormai virata in direzione di Teresa, aveva già portato i miei pensieri altrove.
    Quindi come dovrebbe funzionare? Che lei può dire e fare tutto quello che le pare e gli altri non hanno neanche il diritto di incaffharsi e reagire perché sennò lei tiene il muso? Noi ci siamo chiariti e sì, non mi è piaciuto quello che ha fatto mettendosi in mezzo tra di noi, ma mi sarebbe paffhata e gliel'ho anche detto... Ho molte più occasioni di vedere lei che te, perché dovrebbe effhere gelosa di noi due? Non sono mica io che la evito!
    Prima di venire qui sono stato vittima tante volte, ma non mi sono mai comportato come tale. Invece, purtroppo, è quello che mi sembra che Teresa stia facendo un po' con tutti, evitandoci solo per poi dire che siamo noi ad avercela con lei. Sono giorni che cerco di parlarle e che lei sguscia via come se non volesse attaccarmi il Vaiolo di Drago, rinunciando a tutte le occasioni per essere noi stessi e fare quello che abbiamo sempre fatto senza che io potessi neanche obiettare. Ha una cotta per il suo amico Grifondoro di cui non mi ricordo il nome? Beh, poteva anche dirmelo, invece che soffrire in silenzio!
    Ho capito di chi parli, non ricordo come si chiama. E no, fhcusa Feyre, ma non ti sei meritata un bel niente. Il solo motivo per cui ti ha fatto fare quella promeffha è perché voleva pararsi il culo e non doversi sentire in colpa per non effhersi fatta i caffhi suoi. Se l'è presa con te perché era più facile farti credere quefhto, che non riflettere sul fatto che forse sono fhtate proprio le sue azioni, a farti reagire in un certo modo e che quindi la colpa foffhe solo sua.
    Nel frattempo i gattini si sono addormentati e, nel silenzio, io non ho occhi che per lei e vorrei solo sciogliere la preoccupazione che scorgo in fondo al suo sguardo tanto particolare quanto ipnotico.
    Tu sei andata a cercarla. Ti sei fhcusata con lei, che tra l'altro è la prima ad effhere convinta che bafhti quefhto per mettere a pofhto gli errori. E lei ti ha fatto credere tutte quefhte affhurdità per... Nemmeno io so perché! Se io ho un problema, sono proprio le persone che mi vogliono bene, quelle che vorrei tenermi vicine. E ci puoi giurare, che le parlerò, oh altroché... Ci tengo a lei ma tengo anche a te e non è giufhto che tu fhtia così solo perché Teresa si sente meglio con se fhteffha a farti sentire una merda.
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    La guardo ridere e penso solo che per me non potrei desiderare niente che non sia già di fronte ai miei occhi in questo momento.
    Ho tra le braccia la ragazza più seducente di Hogwarts, mi guarda come se fossi il suo sole e mi bacia come se fossi un cupcake da addentare, come potrei solo azzardarmi ad esprimere la volontà di avere qualcos'altro?
    Infatti ho detto che lo voglio fhcoprire, non che me lo devi dire... E' molto più divertente. indugio senza accorgermene sulla pelle dei suoi fianchi che la maglietta le lascia scoperta quando si protende verso di me e quando lo realizzo mi ritrovo a farle il solletico, perché è molto più facile scherzare con lei che assecondare altri tipi di sensazioni che non saprei tenere sotto controllo.
    E comunque sì, qualcosa l'ho desiderato anche per me. Ma nemmeno io ti dirò cosa decreto solennemente prima di riprendermi i suoi baci dopo giorni di distacco forzato.
    Anche quando scendo dal muretto, nel vederla imbronciata, sento l'euforia impennare al solo rendermi conto che adesso, qualunque cosa succederà tra di noi, io e Feyre vogliamo esattamente le stesse cose e mi sento attratto come una calamita, con una forza tale da dover richiedere l'applicazione di una qualche legge della fisica, per calcolarla come si deve... Qualcosa tipo che il mio bisogno di sentirla addosso e sulle mie labbra è direttamente proporzionale alla quantità di baci che mi ha già dato o alla distanza che occupiamo all'interno di uno spazio sempre più ristretto.
    E chi ha detto che è finito qui, il difhcorso...
    E quella è stata solo la prima volta, a meno di due metri dal punto in cui eravamo seduti, che l'ho attirata verso di me per baciarla di nuovo.
    Se dopo puffhi, ti ci dovrefhti buttare tu, nel lago! Ammeffho che alla principeffha non pesi troppo il sederino a rifare tutte le fhcale. replico al termine di quel tempo decisamente troppo lungo che abbiamo impiegato per salire fin lassù.
    Però, poco dopo, la guardo accovacciata vicino ai felini dall'indole magica e sono sicuro del fatto che ogni passo fin qui sia valso la pena di essere stato percorso.
    Sono Kneazle, non gatti... O almeno, sono un incrocio. La mamma è una comune gatta nera di una Taffha per niente simpatica. le spiego mentre sorrido teneramente nel sentirli fare le fusa attorno a me e alla strega dalla pelle tatuata.
    Pensavo di prendere una delle due femmine, così magari un giorno Loki sarà meno fhcontroso. Sennò come faccio a fhposarti? Quello mi mangia vivo! rifletto ad alta voce, portando lo sguardo dapprima sulla micina candida che si sta acciambellando proprio addosso a lei, con due occhi di un grigio talmente brillante da sembrare d'argento, poi sull'altra, nera come la mamma, tranne che per il petto ed i piedi che sembrano essere stati dipinti con la neve. Ovviamente quella sullo sposarci è solo una battuta, niente da prendere sul serio o per cui doversi fasciare la teta o andare in paranoia. Fortunatamente anche la Corvonero sta ridendo, perciò non ho motivo di pensare che la prenda come un'altra promessa di cui doversi pentire.
    Sono ancora smarrito nel dilemma tra quale tenere e quale dare via, quando Feyre mi parla di Teresa.
    Eh?
    Mi volto verso di lei e la ascolto sempre più sconcertato, sempre più dispiaciuto, sempre più avvinto dal senso di impotenza che mi stringe lo stomaco in una morsa tutte le volte che penso ad un modo per aiutare la mia Cip.
    Era così felice e spensierata, quando è arrivata qui... Cosa le sia successo tutto in una volta, non riesco proprio a capirlo. E' come se fosse un'altra persona, o forse è adesso che sta indossando il suo vero volto, quello che aveva tentato di celare dietro una maschera di apparente allegria e spensieratezza.
    Ehi... Lo sai che c'è una legge che dice che non si può effhere trifhti in mezzo ai gattini?
    Mi siedo accanto a lei e le prendo la mano, tracciando con la punta dell'indice tutti i segni che le tatuano le dita affusolate in una carezza leggera, come a volerli imprimere nella mia mente e ricordare il percorso anche quando non saremo insieme come adesso.
    Ti sei chiefhta se per caso non sia fhtata lei a mandare tutto a puttane? La mia paura è che lo avrebbe fatto comunque, qualunque cosa tu le aveffhi detto. sospiro, ferito dalla stessa conclusione alla quale le mie riflessioni sulla brunetta latino americana mi hanno condotto. Si fhta allontanando da tutti, anche da me... E io non so come aiutarla. Però mi difhpiace per come ti ha trattata, non avrebbe dovuto.
    Le circondo le spalle con un braccio e la attiro verso di me, dandole un bacio tra i capelli.
    E non capifhco di cosa tu ti sia dovuta fhcusare con lei. Quale incredibile torto le avrefhti fatto? Sentiamo.
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    Da come mi ha quasi stritolato la mano, non so se per lei sia davvero un piacere conoscermi o se lo dica così, come si enunciano tutte quelle frasi di circostanza dettate dalla buona educazione.
    Da quando sono uscito dalla Sala Grande continua ad avere quel cipiglio come se qualcuno non le avesse ancora tolto da sotto il naso una cacca fumante di Ippogrifo e non riesco a capire se sia colpa mia o se quella sia semplicemente la sua espressione, a prescindere da tutto ciò che le capita.
    Purtroppo nella vita esistono anche le persone a cui piace polemizzare su tutto, lamentarsi di tutto e prendere le distanze da tutto, chissà perché... Magari hanno semplicemente paura di essere troppo felici, all'idea di godersi qualcosa.
    Comunque, invece che desistere, mi rendo conto che questo atteggiamento da parte di Euphemia desti in me una certa curiosità... Voglio dire, ci sarà pure qualcosa che le piace, a parte stare per conto suo a guardare male la gente!
    Perché potrebbe sembrare un invito con un secondo fine e qualcuno potrebbe fraintendere! Comunque non devi preoccuparti, io non ho fhtrane intenzioni. le giuro con una mano sul cuore mentre ci avviamo verso il "posto tranquillo" in cui ho deciso di condurla.
    Riguardo la sua idea di cautela, decido di non esprimermi, non adesso che siamo sulle scale e potrebbe spingermi giù per una parola detta di traverso che non le vada troppo a genio. Del resto, non sembra apprezzare neanche che io abbia elogiato il suo comportamento a lezione di Cura delle Creature Magiche, come se avvicinarsi a quel Serpeverde fosse il gesto più naturale del mondo, quello che chiunque avrebbe compiuto.
    C'era la Carter, non eri tenuta a fare niente che poteffhe metterti in pericolo... Quel ragaffho non era in sé e tu hai deciso comunque di avvicinarti e provare a calmarlo. Io ci vedo sia coraggio che gentileffha, se poi a te piace apparire in modo diverso per non dare a vedere che hai quefhte doti non so che farci. mi stringo nelle spalle mentre continuo a salire, una mano appoggiata alla ringhiera di marmo e l'altra che ancora regge il piattino con la torta.
    Il pensiero del Fwooper nudo e pronto per essere arrostito invece mi fa ridere, è un'immagine che non mi toglierò tanto facilmente dalla testa e non so nemmeno io perché d'istinto mi sono avvicinato con la cravatta per provare a coprirlo... Forse volevo restituirgli un minimo di dignità e non fargli provare l'imbarazzo che sicuramente avrebbe avviluppato e soffocato me, se solo mi fossi ritrovato al suo posto.
    Non sapevo che altro fare... Per uno fhtrambo come me, non è un problema ammetterlo le rivolgo un occhiolino e pochi attimi dopo varchiamo la soglia della stanza dell'orologio, una delle mie preferite di tutto il castello.
    Sarà che non c'è niente di apparentemente interessante e che viene considerata alla stregua di uno sgabuzzino, ma ogni volta che sono venuto qui non ci ho mai trovato nessuno. Invece a me piace da impazzire, il ritmico ruotare degli ingranaggi di tutte le dimensioni - alcuni sopra le nostre teste anche più grandi di noi - sembra perfino rilassante e l'odore degli oli utilizzati per lubrificarli è pungente e piacevole, sa di pulito e di nuovo e mi ricorda i pomeriggi trascorsi nel garage di casa a costruire robot inutili.
    Finalmente, tra l'altro, riesco a scorgere un mutamento sul viso di Euphemia, i tratti si addolciscono e le labbra si incrinano in quello che sembra... Eh sì, assomiglia proprio ad un sorriso e la rende molto più carina.
    Io vengo dal mondo Babbano, considera che il giorno in cui sono arrivato ho paffhato due ore solo a capire il sifhtema di fhcarico nel bagno. le spiego grattandomi dietro la nuca, avanzando fino a sedermi al centro della stanza con le gambe incrociate ed il piattino su un ginocchio, le dita che infilano distrattamente la forchetta nella torta.
    Mi piace capire come funfhionano le cose, o almeno provarci. Così, guardando il grande orologio da fuori, ho deciso che dovevo a tutti i cofhti trovare il luogo in cui tutto quello che vediamo trova un senso e una fhpiegazione.
    Porto la forchetta piena di un grosso pezzo di dolce alle labbra e lo assaporo lentamente, guardandola con la bocca piena e annuendo senza ancora aver deglutito, con le guance gonfie tipo scoiattolo.
    Sì 'he fhuoi, non è mi'a profhietà p'ivatha.
    No, ok, forse è davvero meglio deglutire, prima.
    Dicevo... Non è proprietà privata, puoi venirci quando vuoi. le sorrido con le labbra contornate da briciole al cioccolato.
    Comunque... Prima mi hai detto che sei cauta, perché? Tanto, se la gente vuole trovare un pretefhto per trattarti da fhchifo, lo fa anche se te ne fhtai per i fatti tuoi. E' vero che eviti le cose brutte, ma te ne perdi tante anche di quelle che potrebbero effhere davvero belle. E qui a Hogwarts le occasioni non mancano... Io ti consiglio di coglierle.
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    Ferragosto!

    Simpson o Griffin?
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    Per sua stessa definizione, Feyre è caos, disordine, incoerenza. Non una piuma nella tempesta, ma la tempesta stessa, che guida ogni sua azione e la rende a tratti travolgente, a tratti rigenerante, a tratti spaventosa, a tratti pericolosamente attraente, un po' come i lampi, i tuoni e le saette durante un temporale.
    Quello che aveva scagliato contro di me il giorno della mia prima lezione di Incantesimi, solo guardandomi, mi aveva fulminato in pieno.
    Tutto quello che è successo e che ci ha legati da quel giorno in poi, fino a questo istante su questo muretto, mi riecheggia dentro con tuoni potentissimi e frastornanti, che mi confondono e mi lasciano in allerta, nella costante attesa del successivo, un'emozione dopo l'altra.
    Come tutte le tempeste, però, anche Feyre è imprevedibile, potente e libera e così voglio che rimanga, anche a costo di dovermi proteggere.
    Il fatto che avevamo detto di vivere ciò che ci spinge l'uno verso l'altra con leggerezza e senza promesse in qualche modo mi aiuta, non mi illude, mi protegge da quello che invece potrebbe succedere se lei mi desse anche solo il minimo segnale di volere qualcosa in più. Da quello, ne sono sicuro, se finisse male non saprei guarire.
    E' troppo tardi, Corva. Mi fhtai facendo prendere gufhto con un sacco di cose... sghignazzo al tempo stesso divertito e stordito dalla sua vicinanza, guardando la regina d'ebano sparire nel mio palmo e tra le mie dita racchiuse dalle sue, costellate di quei simboli ipnotici di cui vorrei conoscere ogni storia.
    La vera sorpresa, tuttavia, deve ancora venire. Feyre la estrae direttamente dal taschino e non posso fare a meno di immaginarmela, intenta ad intrecciare quei fili neri uno ad uno solo per me, fino a legarli a quella magnifica falce di luna argentata.
    E' la prima volta che qualcuno mi... Io... Grazie la guardo senza riuscire a trattenere il sorriso più felice del mondo, porgendole il polso mentre mi spiega il significato di quel dono.
    E poi è lunatica come te, direi che è perfetta. la prendo in giro a mia volta, sperando inutilmente che questo eviti di farmi tremare le dita per l'emozione. Perciò le chiudo, annuendo solennemente alla spiegazione sui sette desideri.
    Cavolo... I primi tre sono facilissimi e riguardano tutti lei: che un giorno mi porti davvero nella foresta dove vive la sua nonna druida e mi sveli il nome scelto per me dal Piccolo Popolo; che un giorno, quando sarò abbastanza grande, lei desideri stare con me... e che, qualora non dovesse succedere, lei sia sempre felice.
    Lo stesso desiderio di felicità lo esprimo per André, per Teresa e per Karen, dopodiché, per ultimo, desidero che i miei genitori siano sempre fieri di me e non si debbano mai pentire di avermi fatto seguire la strada dell'apprendimento della magia qui a Hogwarts.
    Ok, fatto, non è fhtato neanche difficile. le restituisco lo sguardo adesso che è tornata così vicina, prima di abbassarlo sul braccialetto candido con il sole, che in teoria dovrebbe rappresentare l'altra metà del cielo, quella che la illumina.
    Un giorno, magari, se mi sforzerò di non crepare, fhcoprirò anche cos'hai desiderato tu.
    Difficile che sarei vissuto a lungo, però, con i suoi fianchi da stringere e le sue labbra che tornano sulle mie, dolcissime, ammalianti e stordenti come il giorno del nostro primo bacio e forse anche di più. La stringo e percorro i suoi fianchi in timida punta di polpastrelli, prolungando ogni sensazione il più possibile, fino a staccarmi lentamente da lei.
    Anche se così mi ucciderai molto prefhto, signorina Fhtarfoll.
    Scendo dal muretto, lascio scivolare la regina degli scacchi nella tasca destra dei miei jeans e ripongo gli altri nella scacchiera richiudibile, ripromettendomi di venirla a recuperare più tardi.
    Vieni con me in un pofhto? Voglio farti vedere una cosa... le dico dopo averla presa per mano.

    Il tragitto fino ai bagni ai piedi della torre di Grifondoro è lungo e costellato di baci che continuo a rubarle ogni volta che svoltiamo in un corridoio deserto, o che trovo un'ansa nelle pareti di armature, o che spariamo dietro un arazzo, ma finalmente arriviamo dove volevo condurla.
    Il piano escogitato prevalentemente da Karen per tenere gli intrusi lontani da quel bagno è andato a buon fine, visto che il corridoio è costantemente allagato e puzzolente e le Caccabombe continuano ad esplodere e a rendere l'aria irrespirabile tutte le mattine. Tuttavia, smetteremo molto presto, ormai è davvero questione di pochi giorni.
    Dentro non puffha così, te lo prometto.
    Scavalchiamo una pozza ed apro la porta del bagno, diretto verso l'ultimo cubicolo, che ormai è diventato l'habitat dei quattro cuccioli di kneazle che io e la Grifondoro abbiamo trovato prima di San Valentino, quando ancora erano solo cuccioli di pochi giorni.
    Non appena mi riconoscono mi vengono incontro e si strusciano tra le mie gambe, osservando con i loro musini curiosi e dolcissimi anche la nuova arrivata.
    Ti piacciono? Ormai è arrivato il momento di farli andar via da qui, sono grandi abbafhtanza. Pensavo di tenerne uno, regalarne un altro a Teresa e di dare al guardiacaccia gli altri due per vedere cosa farne. Ne farei prendere uno anche a te, ma con Loki potrebbe effhere complicato. le spiego mentre gratto dietro l'orecchio quello grigio tigrato.
    Ma il mio sarà anche tuo. Lo terrò io ma sarà nofhtro, se vuoi. Perciò dimmi... Quale teniamo? E quale darefhti a Teresa?
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    Probabilmente sarei morto entro la fine della giornata. Sarebbe successo per soffocamento, strozzato dalla mia stessa vergogna semplicemente per tutte le volte che proverò a pronunciare la parole "sesso" e derivate senza riuscirci a meno di non sputacchiare dappertutto. Dannato difetto di pronuncia, ma è possibile che non ci si possa fare niente?
    Devo ricordarmi di trattenermi, alla fine di questa lezione a cui ho deciso di iscrivermi in un raptus di follia, per chiedere a Vanya se può fare qualcosa per me.
    Vanya l'infermiera, Vanya l'aspirante medimaga, Vanya che ha fatto perdere la testa e mandato in tilt la mia Tess, forse potrebbe fare qualcosa.
    Magari è questo che inconsciamente speravo quando ho aggiunto il mio nome all'elenco di quelli in bacheca, qualche settimana fa, anche perché andiamo... Uno come me non farà mai sesso, o quanto meno, di sicuro, non a breve. Non nego di averci pensato, praticamente ci penso ogni volta che Feyre invade il mio spazio vitale, ma non sono neanche così stupido da pensare che potrebbe succedere davvero.
    Tuttavia, essere pronti ad ogni evenienza o magari imparare qualcosa in più sul sesso per quando - e se - verrà il momento di farlo, non mi dispiace affatto, di sicuro mi farà sentire un po' meno impacciato.
    Il fatto che poi, su quell'elenco, io abbia notato anche il nome della Corvonero che invade tutti i miei pensieri più o meno puri, mi ha mandato in iperventilazione... Lo devo ammettere.
    Ad ogni modo, André mi ha insegnato che le paure vanno affrontate, che non c'è niente di peggio che rimanere imbrigliati nei propri timori senza provare a spezzarne le catene. Ho volato su una scopa, posso certo rimanere per un'ora in un'aula a parlare di sesso... Credo.
    Quando entro nello spazio predisposto per la lezione, saluto e mi guardo intorno alla ricerca di un posto a cui sedermi.
    Teresa non mi guarda nemmeno negli occhi, si è messa da sola in un angolo e mi evita come se avessi la Spruzzolosi o le avessi fatto un torto irrimediabile... Io a lei! Che diavolo di problema ha? Le ho detto che per lei ci sarei sempre stato, che anche se avessimo litigato e discusso non avremmo mai smesso di essere insieme quella sgangherata famiglia che rappresentano gli amici che si scelgono, ma da quando è uscito il giornalino della scuola che ha messo in mostra le sue più profonde fragilità sembra quasi che si sia chiusa in un mondo inaccessibile.
    Beh, tanto peggio per lei, se mi vuole sa dove trovarmi.
    Quanto a Feyre, invece, è insieme alla Serpeverde con il nome che ricorda un dessert - Cannella, Vaniglia, Zucchero a Velo, qualcosa del genere - e sembra arrabbiata.
    La saluto con la mano e mi siedo dietro di lei, abbastanza vicino da non sentirmi tenuto a distanza di sicurezza anche da lei ma non troppo da soffocarla con la mia presenza.
    Ehi... va tutto bene?
    E' tutto ciò che riesco a chiederle prima che Vanya avvii il corso con un argomento molto delicato: le bandiere legate ad i vari orientamenti sessuali della comunità LGBTQ+, qualcosa di cui abbiamo parlato molto anche nella mia scuola babbana.
    In un primo momento resto in silenzio ed ascolto le opinioni di tutti, del resto cosa dovrei dire? Io sono un ragazzo e mi piacciono le ragazze, non potrò mai capire cosa significhi essere additato e giudicato solo perché potrebbe non essere così. Ad ogni modo, so perfettamente cosa si provi ad essere diversi, presi di mira, bersagli di chi crede di essere nel giusto solo perché le sue caratteristiche rispettano i canoni di "normalità" imposti da quella che è semplicemente la maggioranza... Persone ottuse e senza cervello, per come la vedo io, indipendentemente dalla ragione per cui possano sentire il bisogno di prendersela con gli altri.
    Mi ritrovo ad annuire alle parole della Corvonero dai lunghi capelli rossi, piuttosto in linea con il suo punto di vista, che però viene prontamente stroncato da Teresa, che la zittisce con un tono niente affatto gentile dal fondo della stanza, come al solito con la convinzione che solo il suo punto di vista sia quello corretto... Niente di diverso, nel modo di fare, dal comportamento di tanti omofobi che trattano gli altri con paura e disprezzo. Il più delle volte, tra l'altro, questi fenomeni sono anche razzisti, sessisti e classisti. A me, sembra solo che il vero problema sia vivere con i paraocchi e chiusura verso l'altro, indipendentemente da quale sia la tua "parte".
    Sicuramente chi si identifica in una qualsiasi di quelle bandiere e ha la forza di dirlo deve mofhtrare molto coraggio e una forza che agli altri non è richiefhta. Io li ammiro, non lo so se quel coraggio ce l'avrei. Per lo meno, non a tredici anni. intervengo timidamente, inspirando mentre cerco di dare ordine ai miei pensieri.
    Ma penso anche che la nofhtra identità non sia solo il nofhtro orientamento seffh...
    No, non posso esprimere un concetto serio dicendo "seffhuale"!
    Solo da chi siamo attratti. Così come non lo è solo la Casata dei colori che indoffhiamo. O solo la fhquadra di Quidditch che tifiamo. O il colore della nofhtra pelle o, da grandi, il partito politico che voteremo. Tutti quefhti afhpetti fanno parte dell'identità di una persona, ma non determinano ciò che per me conta davvero.
    E stavolta, voltandomi, mi rivolgo direttamente a Teresa.
    Quando conofhco una persona, tutte quelle cose per me paffhano in secondo piano. A me importa se sei una fhtronza oppure no, se sei simpatica oppure no, se tratti bene la gente oppure se dici che le sue opinioni sono fhtupide solo perché non coincidono completamente con le tue e in questo mi ritrovo ad indicare Cordelia, che non mi sembra abbia detto che qualcuno dovrebbe essere costretto a non scegliersi una bandiera LGBTQ+ con cui identificarsi, ma solo che in un mondo ideale non dovrebbero avere importanza.
    Quindi il tuo sfogo è comprensibile, perché il mondo è pieno di gente di merda che tratta le persone di merda... Guarda un po', ci sono anche gay cisgender che difhcriminano le persone transeffhuali! O Serpeverde che sbatterebbero fuori da qui i Nati Babbani come me, mentre altri, invece, combatterebbero i loro steffhi concasati che la pensano così, quelli della loro steffha bandiera... Perché l'identità va oltre l'identificazione.
    Torno a sedermi e mi accorgo che mi tremano le mani. Non mi ero mai esposto così nell'esprimere un'opinione e mi sento accaldato, vivo, in qualche modo felice...
    E io penserei alla tua, di coscienza, Teresa, prima di fhparare addoffho e puntare il dito su quella di Cordelia per i peccati commeffhi da altre persone, vifhto che quelle azioni fanno vomitare anche la maggior parte degli etero!
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    Feyre non mi guarda neanche negli occhi ed è come se i miei polmoni si sgonfiassero a poco a poco senza che l'ossigeno riesca a riempirli di nuovo, le labbra si schiudono per incanalare aria, bramano quell'anelito di vita che non c'è e non riescono a trovare che fumo velenoso, soffocante, una morsa che brucia nella gola.
    E' ancora qui con me, ma è come se l'avessi fatta scappare lontana anni luce, una cometa che ha attraversato il mio cielo troppo in fretta e che mi ha fatto esprimere un desiderio acciuffato solo per un istante... E smarrito senza sapere nemmeno il perché.
    Poi, dopo un silenzio assordante in cui ogni secondo ha risuonato nella mia testa con un tetro ticchettio, la sento di nuovo parlare ed è come se il mondo tornasse a riacquistare i suoi colori.
    Tuttavia, non vi è mare azzurro in cui posso tuffarmi, né verde distesa di dolci colline irlandesi in cui posso smarrirmi, perché continua a negarmi entrambi e si ostina a fissare un punto al centro del cortile.
    Fey... la chiamo ancora, esercitando una leggera pressione delle mie dita sulle sue, che lentamente si muovono per ricambiare la mia stretta. Poi, lenta come la notte che cede il posto all'alba, la vedo tornare a voltarsi e sento l'argento dei miei occhi illuminarsi, perché "quello che voglio" ce l'ho in questo preciso istante.
    O meglio, ce l'ho nell'istante in cui me la ritrovo addosso, avvinghiata in un abbraccio con cui mi avvolge con le braccia e con le gambe e che mi toglie il respiro, anche se in un modo decisamente più magico e piacevole di quello con cui mi sentivo privo di ossigeno poco fa.
    Le cingo la vita con le braccia e la stringo forte, inspirando piano tra i suoi capelli di seta notturna, ascoltando il flusso scrosciante della sua anima in tumulto trasformarsi in parole con cui si confida con me e mi dice ciò che sente e che forse non è del tutto chiaro neanche a lei.
    Poi, finalmente, l'inquieta Corvonero torna a guardarmi e tutto diventa più semplice, riesco perfino a inclinare gli angoli delle labbra in un sorriso, mentre continuo a stringerle le mani e a carezzarne i dorsi con i pollici.
    Dice che sono l'unico che ha un posto nel suo cuore e questo fa di colpo aumentare il battito del mio,
    Solo quando sembra aver finito, deglutendo, mi faccio coraggio e le sollevo il mento con l'indice per riportare i suoi occhi nei miei.
    Mi hai trascinato proprio dove vorrei effhere le dico un attimo prima di osare coprire gli ultimi centimetri che dividono i nostri volti per posarle sulle labbra un bacio tenero e gentile, su cui indugio solo per un paio di secondi.
    E per la cronaca... Io non ci voglio provare proprio con neffhuna. Ho paura perfino a provarci con te, che sei l'unica che mi piace.
    Poso un altro bacio, stavolta sulla sua guancia.
    Sono io che devo effhere felice di poter fhtare con te come adeffho e non fhperare nient'altro, perché avevamo detto così. Fhcusa... E' che per me è così fhtrano che tu sia gelosa. E comunque mi piace.
    Lascio una sua mano per scostarle i capelli dietro l'orecchio e guardarla ancora, così da vicino che potrei sentire il suono del battito delle sue ciglia.
    Non dirlo mai più che ti fai fhchifo, ok? Qualunque cosa accada tra di noi, se sei con me io voglio solo che tu ti senta bene.
    Con la mano libera estraggo la bacchetta dalla tasca della felpa e faccio levitare fino allo spazio lasciato vuoto dai nostri busti vicini la regina nera ed uno dei pedoni bianchi degli scacchi, che raccolgo e racchiudo nel suo palmo.
    Tienili sempre con te, ok? Ogni volta che pensi di te quelle cose orribili, ricordati che quel piccolo nanerottolo bianco non abbandonerà mai la sua Regina e che adesso morirebbe per un suo bacio, uno vero.
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    Non credo foffhe intereffhata a me, comunque... Era più come se provaffhe una forte ansia. Non so, non ci ho capito molto, anche perché poi si è meffha a fare l'acida, quindi...
    Mi stringo nelle spalle e taglio corto così, anche perché, davvero onestamente, parlare della nuova Serpeverde non è la mia priorità. Forse un giorno la capirò meglio, forse conoscendola un po' di più riuscirò a comprendere alcuni dei suoi meccanismi e a diventare suo amico, ma non è ciò che in questo momento mi interessa di più.
    Ho già una migliore amica ed è Teresa, che ultimamente evita tutti come se fossimo degli appestati... O forse è lei che è malata e non vuole contagiarci con qualche strano morbo di Spruzzolosi Acuta? Fatto sta che, se devo preoccuparmi per qualcuno, preferisco farlo con la mia Cip per aiutarla a ritrovare il sorriso, piuttosto che a cercare di scoprire la natura della strega dai capelli rossi.
    Inoltre, proprio di fronte a me si dispiega il mistero più grande e più affascinante di tutti, che mi fa sentire come se tutto fosse il contrario di tutto e come se gli aghi di tutte le bussole del mondo smarrissero il Polo Nord e girassero in tondo senza capire più niente, completamente disorientato.
    Ok... Se è così, allora ci verrò.
    Che senso ha voler andare a quella festa per poi mollarmi con la ciotola delle patatine e divertirsi per conto suo? O forse non è questo che intende? Che sia stato io a dire qualcosa di sbagliato senza rendermene conto?
    Evidentemente sì, perché all'improvviso si incazza e io divento di colpo il ritratto della perplessità, gli occhi in cui ruggisce il grigio mare in tempesta che la scrutano come se, in fondo ai suoi, io riuscissi a trovare le risposte a tutti i punti interrogativi che ho in testa. Probabilmente i miei stessi riccioli si sono trasformati in punti interrogativi, adesso che la Corvonero si scosta così bruscamente da me.
    Ehi, ti fhto dicendo che non ho proprio neffhun problema con André. E non mi importa di quello che vuole lui, ma di quello che vuoi o non vuoi tu.
    Feyre si barrica dietro le sue ginocchia abbracciate al petto e io sono ancora qui che cerco di capire che cosa possa aver frainteso delle mie parole. Sono io quello insicuro, non la sto mica incolpando di niente!
    Poi, quando se ne esce con la storia della mantide religiosa, la nebbia inizia a dissiparsi ed un barlume di comprensione inizia a distendermi i lineamenti fino a quel momento imbambolati come se qualcuno mi avesse Pietrificato sul posto.
    Feyre, no... Non penso quefhto, no...
    Vorrei anche approfondire il concetto nella speranza, stavolta, di riuscire a trovare le parole più adatte ma...
    1) Ho paura di dire ancora qualcosa di sbagliato.
    2) La Corvonero è un fiume in piena, completamente in balia delle sue emozioni con cui mi travolge e cavolo... La trovo così vera e così bella da rimanere a fissarla senza fiato.
    I-io non voglio andarci con Euphemia... mi ritrovo quindi a balbettare, finché non emerge il macigno di una verità così grande che Feyre, nel dirmela, non riesce neanche a guardarmi negli occhi.
    E' gelosa.
    Di me.
    Tanto che vorrebbe farmi mangiare gli scacchi solo perché ho accennato all'aver conosciuto un'altra ragazza.
    Possibile? No, perché a me sembra assurdo, soprattutto dopo tutto quello che ci siamo detti l'ultima volta... Che quel bacio indimenticabile abbia cambiato tutto e non me ne sono accorto?
    Ehi... mi avvicino cautamente scorrendo con il posteriore sul muretto, le mani che si sfregano i jeans prima che una salga incerta sul ginocchio della magnifica Starfoll.
    Tu sei quella che è fhcappata da me per giorni solo perché ti ho detto che a diciaffhette anni ci avrei provato con te. E quella che poi è tornata solo perché ti ho detto che non volevo farti sentire in gabbia e non mi afhpettavo niente da te. E' ancora così, voglio che tu abbia tutto quello che vuoi e non ti senta mai come quel povero Fwooper a lezione, con me.
    Scendo con le dita fino a cercare le sue, sperando che ricambi la mia stretta, mentre lo sguardo incalza sul suo viso nella speranza che lei decida di voltarsi a guardarmi.
    Ci siamo baciati ed è fhtato... Beh, incredibile! Ma proprio perché sei un incoerente e belliffhimo uragano di emozioni, io non ci capifhco niente di quello che vuoi e che senti.
    Vuole me? Vuole un altro? Non vuole nessuno? Io so solo che mi gira la testa.
    E credimi, quefhto mi rende così geloso che l'unico modo che ho per tenerlo a bada è sapere se ti piace anche qualcun altro, perché non faccio che pensare a quand'è che ti dimenticherai di me.
    E' stata lei a dirmi di non trattenere mai i miei pensieri e di confidarle sempre se qualcosa mi turba. E' quello che sto facendo, dovrebbe farle piacere... E già che ci sono, con un sospiro abbasso lo sguardo e vado fino in fondo.
    La verità è che per me è una tortura fhtarti lontano e lo faccio solo perché penso che sia quello di cui hai bisogno tu. Quindi mi sono sbagliato?
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    Figuriamoci se Feyre non presta i suoi appunti o non aiuta nei recuperi i nuovi studenti. E' sempre così gentile e disponibile ed è proprio per questo che, quando tre mesi fa l'ho conosciuta, sono stato irrimediabilmente stregato. Per le chiappe di Tosca, mi sembra sia trascorsa un'eternità, invece si tratta solo di una dozzina di settimane.
    Può una persona diventare tanto importante in così poco tempo, tanto da farti sembrare tutto ciò che hai vissuto e provato prima di averla nella tua vita qualcosa di assolutamente inutile e insensato?
    Feyre mi è entrata dentro e lo ha fatto con talmente tanta dolcezza da sentirmi sciogliere, soprattutto adesso che mi chiede di Euphemia come se tra di noi fosse successo chissà cosa.
    Le avevo mandato un bigliettino durante la lefhione di Cura... Per darle il benvenuto e dirle che, se voleva conosfhere persone nuove, poteva venire al club degli fhcacchi. Invece quando è arrivata lì è fhtata lei a fhcrivermi per dirmi di andare fuori, che lì non ci voleva rimanere e preferiva andare in un pofhto isolato. le spiego mentre sposto dalla linea di tiro dei suoi pezzi iperaggressivi il mio ultimo alfiere rimasto, prima che venga fatto fuori anche quello.
    Ti ci porto io, al Comic Con di San Diego, foffhe l'ultima cosa che faccio! E non serve neanche darsi il mignolo, lo farò di sicuro! le prometto solennemente, certo che questo sia un impegno realizzabile nel concreto a prescindere da qualunque evoluzione possa avere la nostra amicizia. Non occorre stringere patti, è un dato di fatto: a quell'evento ci andremo insieme, dovessi metterci anche tutta la vita per trovare i soldi per comprare i biglietti ad entrambi. Magari utilizzerò quelli che mio padre mi sta mettendo da parte per farmi prendere la patente... Dopotutto sono un mago, non ho bisogno di guidare, no?
    Comunque sì, certo che ci vengo alla fefhta con te. Tu piuttofhto... Sei sicura di volerci venire con me? Magari ti divertirefhti di più, se non mi aveffhi tra i piedi. mi stringo nelle spalle, schiacciato ancora una volta dal peso della verità che si insinua nella serenità che provo solo guardandola.
    Non sarebbe sciocco pensare che ad una festa, se non avesse me come zavorra, Feyre sarebbe una delle ragazze più corteggiate, circondata da ragazzi più grandi con cui ballare, divertirsi, magari anche avvinghiarsi come ha fatto con me qualche giorno fa.
    Proprio per questo, sulla china di questi pensieri, sollevo lo sguardo su di lei e la ascolto parlare del Serpeverde con pochissima convinzione, ricordandomi anche di come André quel giorno l'abbia aiutata mentre io pensavo solo a scappare e, nel farlo, perdevo anche le scarpe.
    Mi si deve leggere in faccia, che ho qualcosa che mi frulla per la testa, altrimenti la Corvonero non toglierebbe la scacchiera di torno - con infinite grida di protesta da parte dei pezzi bianchi e neri ancora in gioco, per giunta - per sostituirsi al tavoliere quadrettato ed occupare lo spazio sul muretto che prima ospitava proprio i guerrieri d'ebano e avorio.
    Davvero vuoi sapere perché te lo chiedo? sussurro solo dopo averla ascoltata, cercando di ignorare lo stomaco che si stringe in una morsa d'acciaio.
    Forse perché ho bisogno di sapere chi è che ti conquifhta davvero. E sai che c'è? Che se doveffhe effhere André va bene, almeno lui è uno ok da cui non ti dovrei proteggere!
    Se uno stronzo la facesse soffrire, non saprei neanche da dove cominciare per fargliela pagare, o per difendere la strega da un occhio di giada ed uno di zaffiro dalle lacrime che potrebbe farle versare. Se non altro, con il mio amico cantautore non avrei questo problema.
    Forse la vofhtra amicizia fhtrana non sarà con qualcosa in più, ma diventerà più di un'amicizia perché è proprio quello che vorrai... O forse ne hai anche altre di quefhte amicizie, io che ne so?
    Il fatto che tra di noi non possa esserci un vero legame che vada oltre ciò che abbiamo adesso - e che ne sono consapevole - non significa che io possa mettere i miei sentimenti a tacere e sorridere dicendo che è tutto ok, quando la vedrò tra le braccia di un altro che se la merita molto più di me.
    Comunque non devi dirmelo per forza, se non vuoi. Siamo liberi, no? Poffhiamo fare quello che ci pare e con chi ci pare.
    Niente legami, no? Lo ha detto proprio lei e io le ho detto che andava bene, non posso rimangiarmi la parola
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    Però, permalosetta la tipa... Non faccio neanche in tempo a cominciare a parlarci che già inizia a prendersela con me perché "noi" ce l'abbiamo con il suo nome.
    Io e quale esercito? replico quindi con un ghignetto divertito voltandomi per vedere se mai ci sia qualcuno alle mie spalle. Comunque no, non ce l'ho con il tuo nome, ti pare che uno che si chiama Jufhtin Dufhtin potrebbe prendersela con il nome di qualcuno? il sorrisetto che le rivolgo è eloquente al pari delle sopracciglia che si sollevano a sottolineare l'ovvio, con la massima sincerità.
    Insomma, non è mica colpa mia se, da una semplice domanda, lei ha tratto subito la conclusione sbagliata. Se poi qualcuno l'avesse davvero presa di mira per come si chiama, sarei il primo a difenderla a spada tratta.
    So bene come ci si sente, quando il gruppo dei più popolari ti mette al centro dell'attenzione per il puro divertimento di umiliarti, a prescindere dal motivo.
    E Mia va beniffhimo, volevo saperlo solo perché me lo ricorderei meglio. Ricominciamo, ok? Piacere Mia, io sono Juffh.
    Le porgo la mano e stavolta il mio sorriso si apre in un'espressione solare ed accogliente, quella con cui ormai qui al castello iniziano a conoscermi un po' tutti.
    Quindi il tuo concetto di "tranquillo" corrifhponde al concetto di "isolato", ok... Ti rendi conto che, anche se sei fhtata molto cortese a ricambiare il mio invito, il fatto che tu chieda ad un ragaffho che non conosci di andare con lui in un pofhto isolato può sembrare sofhtpetto, sì? Però ok, prendo nota del fatto che quello fhtrano sono io.
    Scuoto la testa e appello comunque un piattino con una grossa fetta di torta al cioccolato perché, ovunque Mia decida di andare, non ho nessuna intenzione di rinunciare alla mia merenda.
    Se poi cambi idea... mugugno già con la bocca piena di una prima forchettata, che lascio a mezz'aria quando lei mi domanda per quale motivo io l'abbia invitata.
    Sì, questa ragazza è decisamente bizzarra, parla come se fosse stata educata all'etichetta da un precettore ma non ha la minima idea di cosa sia una relazione sociale autentica, fatta di gentilezza e accoglienza sinceri.
    Ok, andiamo che nel frattempo te lo dico replico senza saper bene come prendere quel suo improvviso disagio, come se dall'ombra potessero sbucare ombre nere pronte a divorarle l'anima da un momento all'altro.
    Sempre con il piattino in mano, mi avvio verso la scalinata di marmo centrale, senza sapere molto bene dove andare... Quale posto potrebbe non aver ancora visto? Quasi quasi la porto nella stanza del grande orologio che troneggia al centro della torre centrale. Di solito lì non va mai nessuno, a parte chi si occupa della manutenzione... E me, che ero troppo curioso di vedere gli ingranaggi e scoprire i meccanismi magici dietro il loro funzionamento, per resistere.
    Sono arrivato solo qualche mese prima di te, Mia... esordisco guardandola con la coda dell'occhio, mentre continuiamo a salire. E non è mai facile effhere "quello nuovo". Ti ho vifhta a lezione e mi era sembrato carino invitarti ad un'attività che ti avrebbe permeffho di conoscere un po' di gente, che ne sapevo io che a te le persone non piacciono?
    Mi stringo nelle spalle, sperando che almeno le piacciano gli orologi.
    Comunque, per quello che vale... Sei fhtata gentile e coraggiosa, ad aiutare quel ragaffho.
    Senza neanche pensarci, ancora prima che la professoressa Carter lo disarmasse, Euphemia si era avvicinata al Serpeverde che aveva incendiato tutto, correndo un grosso pericolo. E' stato un gesto ammirevole e in quel momento, ancora di più, mi sono sentito certo di voler far sentire questa nuova ragazza bene accolta nella tribù.
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    Falso, il più delle volte ne ordino due!

    L'utente dopo di me preferisce il vino rosso al vino bianco
236 replies since 29/10/2017
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