Hogwarts Mystery - GdR Harry Potter

Posts written by …Feyre…

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    Effettivamente il suo ragionamento non faceva una piega -Hai chiesto cosa pensavo, ti ho risposto- alla fine aveva assecondato la sua richiesta
    -Siamo sottovalutati, non è cosa nuova. Nonostante siamo ormai quasi alla fine del nostro percorso scolastico, in pochi ci credono veramente pronti. E forse non lo siamo davvero, siamo cresciuti quasi tutti divisa tra qui e il mondo fuori, che non accetta il nostro essere quasi… superiori. Siamo abituati a tenere profili bassi, a conformarci al mondo senza bacchetta- Non che lei si sentisse superiore ai babbani, questo mai. Lei stessa era una Nata Babbana, ma era innegabile che per loro la vita era un pizzico più semplice grazie alla magia.
    Forse solo il Preside li considerava veramente dei maghi -Ma, magari la Starling voleva andarci coi piedi di piombo. In fin dei conti era la sua prima lezione, l’abbiamo quasi fatta invecchiare di colpo. Ha ragionato come avrebbe ragionato nel mondo “reale”- virgolettò con le dita, ascoltando le sue parole
    -Com’è Durmastrang? Mi sembra di capire che o esci senza umanità o ne esci distrutto- aveva sentito molte cose sulla scuola dell’est, mai piacevoli. Lui però non sembrava aver subito chissà quale trauma o almeno l’apparenza era quella.
    Ignorò l’ironia contenuta nelle sue parole -Oh puoi considerarlo un privilegio. Se avessi avuto un tornaconto o un plus ti avrei denunciato subito- gli fece un sorriso ambiguo, lasciandolo col dubbio se fosse seria o no. In realtà non lo sapeva nemmeno lei se l’avrebbe fatto o no, non si era mai trovata davvero nella situazione di dover fare un nome a pro suo.
    -Quindi mi consideri una stupida per aver dato fiducia a Korczak? Alla fine dei giochi sono viva e non ho subito ferite. Ho anche imparato qualcosa di interessante- non era forse la verità? Tralasciando un leggero taglio sotto la nuca e qualche livido ne era uscita indenne, arricchita sotto diversi punti di vista
    -Capisco. Forse è un bene essere Nata Babbana- disse con un sorrisetto -Ma se a te e a lei sta bene… auguri e figli sani- chi era lei per giudicare? Se nella loro famiglia era una tradizione sposarsi in giovane età, non era nessuno per contraddirli. La trovava un’idea del tutto assurda, ma lui sembrava averla presa bene. Tutti felici alla fine
    -Alla menta? Continui a sorprendermi- lo guardò con un sopracciglio alzato. Che gusto strano -Allora mi consideri davvero stupida O’Connell- sorrise mestamente, spostando lo sguardo sul sentiero di fronte a loro -Non mi accontento e non m’illudo Rick. So esattamente com’è lui e cosa vuole da me. Non vivo tra arcobaleni e zuccherini, non potrà mai essere niente più di quello che è. Ma questo non significa che io non voglia qualcosa a mia volta- parlando chiaro: Dragomir non era il principe azzurro o il cavaliere che salva la principessa. No, lui era il fottuto rapitore o il drago che teneva chiusa la vittima fino alla morte. Forse era solo una mera illusione, ma poteva cercare in lui delle risposte e degli insegnamenti non convenzionali. Non poteva nemmeno negare che fosse un richiamo per lei, per quanto oscuro fosse. Sicuramente c’era anche un qualcosa di più profondo che la portava a cercare una guida in quell’uomo.. ma quello lo tenne per se
    Scrollò le spalle, come se i suoi ragionamenti e pensieri personali fossero polvere depositata li, da togliersi di dosso
    -Lasciamo perdere la lezione, che fallimento su tutti i fronti- borbottò, facendo poi un verso divertito -Ah sei un tipo silenzioso in tutti i contesti? Non provocarmi troppo O’Connell, potrei accettare e tornare nella tana del serpente- commentò, ironica e divertita -Ma poi dovrei affrontare l’ira di tua moglie, non so quanto mi convenga- si lasciò andare ad una risata genuina
    S’incupì un po’ quando accennò a Daniel e Doreen -E’ quello che sono, donatori di materiale genetico- facendo però un sorrisetto -Se vogliamo cadere nuovamente nei cliché, sono una Corvonero. Per me la curiosità è vita- ed era vero; la curiosità era la costante che la spingeva a ficcanasare e a mettersi nei guai.
    Ascoltò con interesse le sue parole, valutando quanto di vero ci fosse
    -Un’altra cosa in comune. Io sono cresciuta con i mie nonni. Poi il nonno è morto e siamo rimaste io e la vecchietta- fece un sorriso, ricordando per un attimo il nonno intento a sistemare la legna nella legnaia in vista dell’inverno… o mentre le raccontava le storie della sua infanzia nei campi incontaminati di un tempo. Il moro aveva nuovamente aggirato la sua domanda in qualche modo, ma non insistette ulteriormente. Si limitò a spegnere la bacchetta e a seguirlo in silenzio per qualche metro, cercando di non cadere mentre aspettava di vedere qualcosa
    -Non ho rinnegato il mio nome. E’ molto più complesso di così- quanto poteva essere sincera con lui? Con André non aveva avuto dubbi sull’aprirsi e raccontagli tutto, ma con lui… avrebbe usato quelle informazioni contro di lei? Poteva magari spiegare qualcosa senza eccedere nei particolari -Mia nonna è una Sacerdotessa, una druida, e mi ha sottoposta ad un rito di passaggio che si sussegue di generazione in generazione, nel bosco dietro casa. Diciamo che la foresta dove vivo è ancora… incontaminata. Ti piacerebbe secondo me- fece un sorriso al pensiero di casa, ormai si era adattata al buio e vedeva tranquillamente dove metteva i piedi -Ma, possiamo dire che mi sono lasciata alle spalle una serie infinita di abusi psicologici. Insulti, denigrazioni… cose molto simpatiche e carine- cose che l’avevano segnata a vita -Potevo scegliere comunque. Molte delle donne della comunità di mia nonna usano ancora il loro nome originario, magari per una questione di praticità. Potevo rimanere Deoiridh e continuare a fingere di essere la figlia modello che mio padre voleva, brava a suonare il piano, che conosce tre lingue… o essere Feyre, la strega imperfetta, con l’eterocromia che lui odia e una curiosità che un giorno mi ucciderà. Ho scelto me stessa, pregi e difetti annessi- non era stato un percorso facile, ancora adesso lo stava intraprendendo, ma non se ne pentiva. Alzò le spalle, un sorriso rilassato sulle labbra -Tocca a me; hai riconosciuto senza problemi il mio accento, come hai fatto? Mio padre ha speso un sacco di soldi per le lezioni di dizione, per farmi perdere l’accento da “contadina” come lo chiamava lui- una domanda semplice, per testare il terreno e capire quanto poteva osare. Prese un piccolo sentiero poco battuto, fermandosi tra due vecchi alberi e chinandosi, in cerca del cespuglio dell'artemisia
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    Verissimo

    L'utente dopo di me sa giocare a dama
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    Annuì, concordando con lui. Forse non avrebbero mai trovato un punto d’incontro, troppo presi a farsi da sostegno a vicenda, a sostenersi per far capire all’altro quanto era importante averlo a fianco. Lui con la sua paura di ferirla e lei con la paura di deluderlo. Tra loro c’era un filo sospeso, un collegamento fragile che poteva spezzarsi e rovinare quell’amicizia così profonda. Ma era convinta che avrebbero saputo rimanere in equilibrio.
    Una pozione per stabilizzare l’umore, un rimedio efficace -Ti addormentano un po’ immagino, ne conosco qualcuna e non sono molto carine- di solito le pozioni curative offuscavano un po’ le percezioni, era un effetto collaterale dello star bene…. ma alla fine quanto poteva star bene, con le percezioni a metà?
    Le parole successive le confermarono il suo pensiero e si ritrovò ad annuire lievemente, non c’era bisogno di aggiungere molto altro.
    -Non posso promettertelo, non potrei mai farti del male- si sarebbe lasciata insultare o peggio, ma non sapeva se sarebbe mai riuscita a ferirlo volontariamente. Però, se ciò poteva servire a placare il mostro.. -Ma se sarà necessario lo farò- disse a malincuore, sperando di esserne capace.
    Stava per rispondergli, quando lui l’anticipò -Si, ho paura che sia tutta un’illusione, che un giorno vi rendiate conto che non vale la pena passare il vostro tempo con me… che non vi merito- sospirò -Ma giuro che sto cercando di non pensarci, sto lottando contro me stessa per rimanere con i piedi per terra e non lasciarmi condizionare dalla mia mente- ed era vero. Come lui, la sua mente era la sua cella. Rinchiusa in uno spazio fatto di parole crudeli, usate come mattoni. Ma che lei aveva iniziato a demolire. Ogni tanto vacillava certo, qualche mattone era più difficile da scalfire… ma ne sarebbe uscita sicuramente.
    Come lui avrebbe trovato il modo per accettare e convivere con il suo Mr Hyde, smettendo di odiarsi.
    -Stormind non darmi false speranze- scherzò, assecondando il suo tono -La vita è tutta imprevedibile, l’amore ancora di più. Conviene viversi quello che viene, giorno per giorno- un insegnamento che aveva appreso dall’Americano, che non era poi così male
    Ascoltò con attenzione le sue parole su Marsilda -Magari è solo un’infatuazione passeggera, è difficile non provarla per te- cercò di alleggerire il tono
    -C’è tutta l’estate davanti, le cose mutano, come dicevamo prima. Goditi il tempo fuori da qui con Daisy, consolidate la vostra relazione e magari Mars troverà un altro. La nonna mi dice sempre che l’estate è la morte di tutte le preoccupazioni e dei brutti pensieri. Proviamo a crederci- tentar non nuoce, non sempre almeno.
    -McCormac deve chiudere con i liquori- sbuffò divertita, ma grata a che avesse fiducia in lei -Grazie, vuol dire molto per me-
    Piegò la testa, iniziando a rimettere a posto i colori -Tuo padre è un uomo saggio, potrebbe essere un’altra soluzione. L’aggiungerò alla lista- chiuse l’astuccio, gettandolo nella borsa -L’invito però rimane valido, casa mia è aperta. Ma forse è meglio rimandare alle vacanze invernali o primaverili. Questa estate la passerò qui al castello e in Irlanda da Reg-
    La prospettiva che la sua ansia fosse qualcosa di più la rendeva ancora più nervosa -No, capita anche quando sono tranquilla. Ogni tanto mi sento soffocare e solo con la respirazione riesco a controllarla. Ma si, farò attenzione ai segnali che anticipano l’Ombra- e avrebbe cercato, scavato nelle origini del suo potere
    -Di nuovo, grazie André. Lo so, sto iniziando a crederci- diede uno sguardo all’orologio, afferrando le converse e indossandole -Nel frattempo, tra poco devo andare a lavoro- si alzò, recuperando la sua borsa -Andiamo Bardo, accompagnami dentro. Se vuoi venire ai Manici, ti offro qualcosa da bere- gli sorrise, tendendogli la mano e aiutandolo ad alzarsi. Quando fu in piedi gli passò una mano intorno alla vita, averlo vicino placava il suo nervosismo, continuando a parlare e ridere mentre si avviavano dentro il castello.
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    Leggo

    C'è qualcosa che odi (oggetto, vestito, etc) che però non riesci a buttare?
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    Gli lanciò un’occhiata di bonario rimprovero -Se è per questo, continuo a considerarti un gran bel peccato pure io. Potremmo scriverci un romanzo, col Trono di Spade l’incesto ha funzionato parecchio- scosse la testa divertita, stando al suo gioco. Era teso, anche se non voleva darlo a vedere, lo si capiva da quei bei lineamenti leggermente contratti e dallo sguardo di tempesta che si era fatto per un attimo distante. Gli sorrise dolcemente, cercando d’infondere nelle loro mani unite tutto il bene che provava per quel Tasso spettinato e tutto il suo sostegno. Non poteva nemmeno immaginare quanto quel disturbo potesse vincolarlo, ma era certa che lui non si sarebbe arreso davanti a quell’ostacolo e avrebbe trovato una sua via.
    -Non ho paura del buio, ricordati che ne sono la regina- la mente di André era la sua stessa prigione, le cui sbarre lo contenevano a malapena e potevano piegarsi e liberare la sua oscurità da un momento all’altro. Annuì leggermente -Quindi devi mantenere un costante equilibrio, non agitarti troppo… cose così?- cercava di capire, di immagazzinare più nozioni possibili per poter essere pronta ad agire in caso lui avesse bisogno del suo aiuto, della sua presenza
    -Stormind non mi tirerò indietro, se proverai a farmi male ne pagherai le conseguenze. Affronteremo il tuo lato oscuro quando e se uscirà- gli sistemò un ciuffo ribelle -Non lascerò che la tua parte violenta prenda il sopravvento e se mai succederà, cercherò e troverò un modo per riportarti da me, da noi- lo disse con convinzione e assoluta certezza. Avrebbe fatto di tutto per proteggere il suo amico da se stesso. Non avrebbe permesso alle tenebre di averlo, perché nonostante tutto André aveva un’animo buono
    Gli sorrise imbarazzata -Mi sento ancora una stella fuori dal suo cielo in mezzo a voi, non riuscirò mai ad integrarmi pienamente. Però ho capito che essere sbagliata non era poi così tragico. Sarò perfettamente imperfetta e dovrete sopportarmi così- scherzò ma senza allontanarsi dalla verità. Alla fine tutti loro l’avevano accettata per com’era: un mix di caos, disordine ed incoerenza
    -Sbagli, non devi odiarti perché sei te stesso. Sei circondato da persone che ti vogliono bene, che ti accettano e che sono pronte a lottare per te- arricciò il naso -Ipocrita vero?- ricalcò le sue parole, sentendosi tale mentre le diceva. Lei, che non riusciva a vedersi integrata in un gruppo…
    Il suo sorriso si allargò quando le diede la sua “benedizione” a continuare quella stramba relazione con Justin -Lo farò, per una volta voglio provare a buttarmi e vivermi la cosa solo come Feyre e non come mi vogliono gli altri- una cosa solo per se stessa, non doveva compiacere nessuno. Era sicura che il suo Tasso l’avrebbe accettata così com’era, senza maschera o filtri.
    -Sono due musiche diverse, ma qualche volta coincidono e creano una nuova armonia- buttò fuori uno sbuffo di fumo, pensandoci -Alla fine il sesso può tramutare in sentimento, è raro, ma può succedere. Non è questo il caso comunque, sia io che Law abbiamo le idee chiare; come amici funzioniamo benissimo ma non vedo altro in lui e viceversa. Un po’ come con te- sorrise sorniona -Ma rimpiangerò sempre di non averti… suonato- scherzò con una risata, ma era una realtà dei fatti; André era uno di quei desideri mai realizzati
    -Che stupida! Avevo la risposta alla mia domanda sotto il naso per tutto questo tempo, ma non ho mai collegato le due cose! Ho sempre pensato che fosse solo una preferenza per il personaggio tenebroso- scosse la testa. Quante volte l’aveva pensato? Ogni volta che l’aveva sentito suonare, ogni volta che si era persa nelle sue note mentre versava e serviva da bere. Era proprio vero, più mettevi le cose alla luce del sole, più era difficile coglierle davvero.
    Forse doveva aver esagerato con l’espressività quando André aveva rivelato quel segreto -No, non è questo- non pensava che lui non rientrasse nei canoni della sua Caposcuola, non la conosceva abbastanza per poterlo dire.
    -E’ che… si forse non me l’aspettavo. Mi sembrate così contrapposti che è difficile immaginarvi insieme- ed era ancora più strano che fosse stata lei a prendere l’iniziativa. Si accigliò leggermente, quando le confessò di averla respinta in malo modo. André sembrava non saper dosare le sue reazioni, quando in campo giocavano le emozioni così forti. Naturale che fosse così però, che fosse una conseguenza della sua condizione?
    -Quindi adesso non siete più neanche amici? Non potete trovare un punto d’incontro?- non entrò nelle loro dinamiche, alla fine era una cosa che dovevano gestire André e Marsilda -Magari riparlatene più avanti, quando vedrete la cosa con un’altra ottica- alla fine le dispiaceva, per lei era così difficile legare e fare amicizia che vederne una andare alla deriva la rattristava
    -Piantala, non sei una delusione. Finirò per prenderti a bacchettate finché non cambi idea- lo riprese, alzando gli occhi al cielo con un sorrisetto.
    Seguì i suoi movimenti sull’avambraccio, ammutolita di fronte alla sua spiegazione -Non… non riesco a credere che tu veda in me tutto ciò. Sopratutto la guida e il conforto- si schiarì la voce -Un giorno ti porterò nella mia foresta, così vedrai con i tuoi occhi quanto posso essere selvaggia là in mezzo e li scatenerò il mio potere- scherzò, per non fargli capire quanto l’avesse commossa il suo discorso e il fatto che lui avesse una fiducia così grande in lei -Magari è qualcosa legato proprio alla mia oscurità, sarebbe abbastanza controcorrente, un po’ come me- in mezzo a tutti quei poteri di protezione, guarigione, preveggenza… un po’ di buio avrebbe sicuramente scandalizzato tutte.
    Il suo abbraccio la colse di sorpresa, ma rise divertita da quel suo gesto così spontaneo, doveva ancora farci l’abitudine. Si appoggiò al suo petto, trovando confortante quella loro strana “intimità”. Quando mai si era fidata di una persona, così tanto da concedere quelle libertà e confidenze? Una volta sola e aveva trovato un sentimento in continua crescita. Con lui non era quello il caso, ma l’affetto era sicuramente sincero e profondo. Ma gli fu anche grata di non aver approfondito il discorso della madre, passando invece ad osservare la custodia dipinta.
    Voltò leggermente la testa, trovandosi ad osservare i suoi occhi da vicino e trovandoli screziati da così tante tonalità che la voglia di riprodurli su carta fu fortissima. Poggiò la guancia contro la sua ruvida di barba -Peccatore, io osservo e colgo cose che agli altri solitamente sfuggono- fece una smorfia quando le scompigliò i capelli, mentre la lasciava andare, un attimo prima di sprofondare nella pungente paura.
    -Ogni tanto sento come… un’oppressione. Io la chiamo L’Ombra- gli confessò con un filo di voce, incontrando i suoi occhi tempestosi -E’ quella che mi ha spinto ad allontanarmi da Juss e da voi. Non so se sia solo panico… ogni tanto ho dei piccoli attacchi di panico, ma adesso… potrebbe essere altro?- lasciò che la consolasse a modo suo, sbattendo le palpebre e ricacciando indietro le lacrime.
    -Ho… ho una runa- si allontanò dal suo tocco, alzando la maglietta sul fianco sinistro, quanto bastava per mostrargli il tatuaggio che lo decorava -Qui in mezzo, è nascosta- conosceva l’ubicazione di ogni runa tatuata in mezzo ai fiori e alle spine. La indicò, mimetizzata tra un petalo e una foglia, quasi a sembrare un bocciolo -La nonna me l’ha fatta tatuare dopo l’ultimo scoppio di magia involtarla: stavo litigando con mio padre, mi sono arrabbiata e ho distrutto una vetrina… e tutto il suo contenuto- non era successo nulla di grave alla fine -I miei hanno dato di matto e mi hanno buttata fuori di casa. A quel punto seanmhair mi ha portata dalla nostra tatuatrice e da quel giorno le magie involontarie sono diminuite, non sono più gravi almeno- abbassò la maglietta, la testa che ronzava furiosamente in preda alla paura
    -Almeno non impazzirò nell’immediato, avrò tempo per fare delle ricerche… o almeno lo spero- si voltò a guardare il gruppo di Grifondoro poco distante e il lago, buttando fuori uno sbuffo d’aria carico d’ansia

    seanmhair: nonna in gaelico
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    Si, ho la camera tappezzata e due bellissimi album.

    Ricordi sempre i tuoi sogni?
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    Vero

    L’utente dopo di me oggi la prende comoda
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    Vorrei andare in Grecia

    Anche voi odiate fare il cambio armadio? Riuscite a buttare qualcosa?
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    Alla fine pesce spada con zucchine alla griglia

    Che dolce posso fare veloce e light?
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    Studio
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    Si “imprevisto non posso stare al telefono” rimandato a data a destinarsi

    È una cosa solo mia accettare le cose e poi pentirmi, o succede anche a voi?
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    Solo tre? Gambe, braccia e… tutto xD

    Cosa faccio da cena?
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    Arancione
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    Divampa
1610 replies since 9/11/2022
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