Karen abbozzò un sorriso incerto, cogliendo nelle parole di André la volontà di essere aperto e pronto al confronto mancato durante la loro ultima conversazione. L’irlandese si chiese se non fosse sempre stato lì ad aspettare l’occasione giusta per parlarle; la voglia di riconciliarsi con il suo amico fu tale da tentarla di rompere il silenzio che negli ultimi mesi si era frapposto tra di loro, ma le parole che lo udì pronunciare dopo aver scartato il regalo le serrarono la gola. Non era colpa sua. Karen tormentò il labbro inferiore mordendolo con forza, sforzandosi di ricacciare indietro le lacrime che sentiva pungerle gli occhi. Quante volte glielo avevano ripetuto, senza riservare per lei alcuna traccia di rancore? Se da una parte avrebbe voluto crederci, colpevolizzarsi era invece più semplice perché conferiva a quanto accaduto l’illusione del controllo: se gliene avesse parlato prima forse lui e Daisy non sarebbero stati lì per vedere quella donna morire… forse non avrebbero rischiato di morire a propria volta. Comunque fossero andate le cose le dispiaceva per avergli mentito e avrebbe voluto lo sapesse… glielo avrebbe detto, se il viaggio di ritorno verso casa non si fosse trasformato in un incubo. La vicinanza che li vide di nuovo uniti ebbe vita breve e di lì a pochi secondi Karen si ritrovò scaraventata via, finché la corsa del treno non si arrestò.
Erano diversi i feriti all’interno del vagone. Mentre Dustin si occupava di Feyre e André delle ferite di Sybil e di Fry, Karen riuscì a guadagnare tempo per impedire al convoglio di continuare ad affondare: con l’aiuto di Cameron riparò le crepe di alcuni finestrini e ghiacciò l’acqua in prossimità di una voragine troppo estesa per essere ricostruita con i frammenti dispersi sul fondale. Per un attimo si bloccò, paralizzata dalla distesa di nebbia che dall’esterno impediva una visuale periferica che andasse oltre un palmo dal naso, restituendole l’immagine di una immacolata tela bianca. All’idea che di lì a pochi minuti quelle stesse acque gelide avrebbero potuto inghiottirla insieme ai suoi amici il cuore iniziò a battere in modo anomalo nel petto procurandole fitte dolorose. Dovevano uscire. Dovevano farlo prima che fosse troppo tardi. -Piantala di dire cazzate, Miller. Io qui non ti lascio, mi hai capito?- replicò, stizzita. Da che si conoscevano era la prima volta che le rispondeva con un tono tanto ostile; non lo avrebbe mai fatto se la paura di perderla non avesse alimentato nervosismo e panico. Fu aiutandosi con l’altra mano per tenere ferma quella che stringeva la bacchetta che Karen attenuò il tremito, indirizzando l’incantesimo sul taglio alla tempia rimarginandolo fino a smettere di sanguinare. Il sollievo che provò nel vedere il suo sguardo più presente fu pari solo a quello di sentire di nuovo André al proprio fianco. Karen lo guardò negli occhi, apprensiva. -Non riesce a camminare. Credo che abbia anche picchiato la testa…- anche il tassorosso non era esente da tagli e contusioni, constatò nell’averlo tanto vicino; tuttavia, il ragazzo era sufficientemente vigile da allontanare temporaneamente il timore che il peggio non fosse ancora arrivato. Mentre Ralph e André sollevavano Corinne, Karen diede il suo contributo tenendo ferma la papera galleggiante, sentendosi inutile e impotente. Ancora una volta le persone a cui voleva bene erano in pericolo e rischiavano di morire e a quel pensiero fu sul punto di piangere. Lo avrebbe fatto, se un movimento fuori dalla finestra non le avesse strappato un brivido: la Grifondoro voltò la testa di scatto, battendo le palpebre come per sincerarsi di ciò che aveva visto. -Diabhail… che cazzo era quello?!-, prima che potesse realizzarlo veramente, due tentacoli agguantarono le finestre del vagone, strappandole con un rumore metallico assordante. Karen tenne Corinne ferma per la spalla integra, affinché non cadesse dal gonfiabile; istintivamente puntò la bacchetta sui suoi amici più prossimi, senza riuscire a pensare ad altro che proteggerli da qualsiasi colpo sarebbe giunto. -Protego!- dovevano uscire da lì, fu il suo pensiero poco prima che il vagone venne spaccato in due metà, strappandole un altro grido di terrore. Con tutte le sue forze restò aggrappata alla struttura dello scomparto, valigie e bagagli si accatastarono incastrando sul posto la papera su cui Corinne era stata adagiata. Quando ciò che restava del convoglio ritornò stabile Karen si voltò verso i suoi compagni e fu con orrore che di loro non trovò nulla. La corrente doveva averli trascinati via. -No…- lacrime salate riempirono gli occhi e le bagnarono le guance, i pensieri vorticarono frenetici nella mente pensando al peggio. Dalla loro parte del vagone erano rimaste soltanto Corinne e Vanilla. -Non sono qui… Vanilla. Abbiamo bisogno di te- con occhi supplici Karen la implorò di restare, ma lo sguardo della prefetta di Serpeverde fece presagire che non sarebbe rimasta con loro a lungo. Guardando fuori dal vagone comprese il perché: Feyre e Teresa erano intrappolate dai tentacoli della creatura. Il kraken, candido come la neve, doveva essere stato risvegliato dall’esplosione e avrebbe fatto delle due ragazze il suo bottino se non fossero intervenute per liberarle. Karen non poté trattenerla: tornò verso Corinne, recuperando una delle due scope che la Serpeverde si era lasciata alle spalle, e dopo aver cinto un fianco della ragazza che considerava alla stregua di una sorella le baciò una tempia. -Resta nascosta. Tornerò a prenderti-, sussurrò, prima di salire a cavallo sul manico di scopa e di sfrecciare all’esterno. L’aria fuori dal vagone era gelida. La nebbia rendeva impossibile vedere oltre pochi metri di distanza, costringendola ad accostarsi ravvicinata al minaccioso specchio d’acqua. Se fosse caduta non sarebbe annegata, si ripeté rinsaldando la presa sul manico, perché il testabolla di Corinne l’avrebbe salvata. Il kraken continuava a muovere i suoi tentacoli gettandola in uno stato d’angoscia: quando vide precipitare una delle sue compagne Karen interruppe la perlustrazione per raggiungerla. -Morbido cadent!-, l’incantesimo avrebbe dovuto frenare la caduta, attutendo lo schianto contro la scopa; la Grifondoro ebbe a malapena il tempo di riporre via la bacchetta quando fu in prossimità di Feyre e imprecò per il dolore nell’afferrarla in malo modo, aiutandola a sistemarsi in sella sul retro. -Tieniti a me-, la condusse nello scomparto più vicino, dove Fry stava dando manforte a Vanilla attaccando il kraken e fu alle loro mani che la affidò. -Corinne è bloccata dall’altra parte… non trovo Ralph, André e Cam. Devo andare-, li informò, sperando che avrebbero avuto un occhio di riguardo per la Corvonero mentre lei cercava i compagni dispersi nel caso in cui il kraken avesse preso di mira il suo vagone. Karen perlustrò la superficie del lago chiamando diverse volte i suoi compagni, invano. -Ralph! André! Dove siete?!-, tentò allora con un accio verbale, invocando il nome del primo: fu quando lo vide riemergere in superficie, senza riuscire a tenersi a galla, che lo individuò; ritentò con un secondo accio, agguantandolo per un braccio finché non fu in sella alle sue spalle. Avesse potuto lo avrebbe abbracciato, tanto era il sollievo che provava nel vederlo ancora vivo. -Hai visto André e Cam?-, domandò, mentre con un ferula avvolgeva delle bende lunghe e fitte intorno al torace, legandole poi alla scopa. -Non c’è spazio per tutti e quattro. Al mio segnale tiraci su!- non attese il suo consenso. Col cuore in gola, si tuffò e per alcuni secondi fu buio pesto. -Lumos!-, la bacchetta le fece luce, aiutandola a districarsi; individuò André in profondità, intrappolato in un mulinello d’acqua. Cercò di nuotare per raggiungerlo e presto fu catturata dalla corrente, arrivandogli prossima. Puntò la bacchetta contro il suo viso e pregò che l’incantesimo avesse effetto, liberandogli le vie respiratorie. -Testabolla! Resisti…- Karen gli cinse la vita con un braccio, stringendolo a sé. Puntò la bacchetta in alto, rinsaldando la presa affinché l’impugnatura non le sfuggisse dalle dita, altrimenti sarebbero stati spacciati. -Nox! Lumos… nox!-, il segnale luminoso si sarebbe spento e riacceso finché Ralph non li avesse visti e riportati in superficie facendo leva con la scopa.
-Rimasta nel vagone con Vanilla e Corinne, interagisce con entrambe chiedendo a Vanilla di restare e lasciando poi a malincuore Corinne nel vagone. -Riesce a prendere Feyre al volo (morbido cadent per attutire la caduta) e a condurla nella metà del vagone dove sono Fry e Dustin, che avvisa della scomparsa degli altri e di Corinne bloccata nella parte opposta del rottame. -Trova Ralph dopo un paio di accio e lo fa salire non senza fatica in sella alla scopa. Si fascia in vita con un ferula che collega alla scopa (esito indefinito). Si getta in acqua per cercare André, lo raggiunge e cerca di aiutarlo con un testabolla. Manda segnali luminosi a Ralph perché li tiri su. A parte il lumos/nox e l'accio con cui ho tirato su Ralph ho lasciato gli esiti indefiniti, a discrezione del master le conseguenze per eventuali fiaschi |