Barricades

Privata

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    Caposcuola
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    Mielandia è un bel posto, quel tipico locale in cui ogni ragazzino e bambino vorrebbe perdersi sperperando denaro a più non posso per poi ritrovarsi con i denti pieni di carie, ma il cuore colmo di soddisfazione.
    Capisco perchè piaccia tanto a Daisy, tutti questi colori sgargianti mi ricordano la sua personalità ed il modo in cui ti stordisce mettendo un sacco di parole una di fila all'altra. O perlomeno, questo era quello che usava fare una volta, perchè da quando è tornata da quel suo mese di malattia l'ho vista diversa, in un certo senso più cupa, e la faccenda mi preoccupa abbastanza.
    Non voglio che capiti un altro incidente come quello accaduto alla Cavanaugh, la mia amica Tassa non si merita tutto quello stress e mi manca vederla sorridere come una volta mentre siamo a lezione. E, odio ammetterlo, ma sento persino la mancanza di quei momenti in cui cercava di distrarmi con quei suoi commenti sconclusionati.
    Di mio non entrerei in questo negozio, non sono un'amante dei dolci e a volte è così pieno di caos e gente da farmi venire mal di testa, ma per lei posso fare un'eccezione e sforzarmi. Voglio prenderle qualche caramella e portargliela, così forse potrò vederla se non felice, perlomeno contenta di avere qualcosa di buono sotto i denti per qualche minuto.
    Il coniglietto rosa shocking che mi fissa da dietro il dispenser pare promettente, ma meglio evitare quella tipologia di animale per evitarle brutti ricordi visto quello che è accaduto al suo batuffolo... Si, prenderò qualche altra bestiolina, tipo quella tigre blu.
    Che strana scelta di colori e abbinamenti, comunque. Chi mai assocerebbe un carnivoro a quella sfumatura di cielo? E perchè non crearli del loro colore originario per dare più realismo?
    Mentre mi pongo queste domande da piccola signorina precisa quale sono una figura si avvicina a me, eppure gli presto attenzione solo quando apre bocca e mi chiama per nome. Quando alzo lo sguardo il volto che mi sorride è gentile, eppure non posso fare a meno di reagire sgranando gli occhi con mal celato terrore di fronte ai tratti del Capo Auror.
    Il panico mi urla in testa che è venuto a prendermi perchè ha scoperto tutto ed ora dovrò finire in prigione per aver coperto le azioni di mio padre, quindi dovrei solo buttarmi a terra e piangere chiedendo mille volte perdono per ciò che ho fatto, volevo solo compiere i miei doveri da figlia come mi era sempre stato imposto insegnato.
    Stringo la tracolla della borsa con entrambe le mani per tentare di mantenere la calma, mi aggrappo a quel sottile pezzo di stoffa come se fosse la mia unica ancora di salvezza, l'unico appiglio che mi trattiene dallo scappare via di corsa lasciandomi alle spalle per sempre quella vita così difficile.
    S-salve, signor Ramirez.
    Lo saluto con un filo di voce e nel frattempo lotto per ritrovare un po' della mia tipica compostezza. Papà dice che con le persone bisogna fingere di avere il controllo anche nei momenti peggiori, perchè se ti mostri debole è la fine. Lui è bravo a farlo, probabilmente ci è nato con questa capacità... Io non lo sono, non quanto lui, e forse non lo sarò mai.
    Mi rilasso nell'apprendere che vuole solo sapere come sono andate le cose dopo il nostro ultimo incontro, anche se una piccola parte di me si chiede quanto sia stato veramente casuale questo incontro. Forse mi ha seguita o qualcosa del genere, se non sbaglio sua figlia frequenta il primo anno dei Grifondoro insieme agli amici idioti della Cavanaugh... In ogni caso, non è qui per mettermi delle manette ai polsi, e questo mi rende felice.
    Sto bene, signore. La preside mi ha solo ammonita senza punirmi in alcun modo, dice che sono una brava studentessa ed è sicura che non combinerò più nulla del genere.
    Un lieve sorriso timido mi piega le labbra ed una luce di gratitudine m'illumina lo sguardo al ricordo di quel piccolo colloquio con la Rei. Sono sicura che papà mi avrebbe fatto passare eventuali punizioni o lavate di capo, visto che l'errore iniziale dopotutto è stato il suo, ma nulla è accaduto e la mia fedina scolastica è ancora praticamente intatta.
    Capisco che il suo intervento è stato necessario, non ce l'ho con lei.
    Perchè mi sento in dovere di rassicurarlo a riguardo? Come se gl'importasse l'opinione di una ragazzina come tante.
    E nemmeno i miei genitori ne sono rimasti risentiti, ho detto loro che ho capito la lezione e non uscirò più con quelle cattive compagnie. Purtroppo sono molto ingenua, signore.
    Ripeto meccanicamente quel discorso, quelle bugie su me stessa che non avrei più voluto sentire o dire, ma che purtroppo sono necessarie per mantenere la facciata che papà ha creato. Devo sforzarmi per lui, glielo devo per tutto quello che ha fatto per me, per ogni lezione che ha voluto impartirmi.
    Torno a guardare le caramelle, ne infilo una manciata in un sacchetto senza curarmi troppo di cosa prendo, toglierò eventuali conigli in seguito prima di darli a Daisy.
    Posso andare adesso? Vorrei portare queste alla mia migliore amica, le giuro che non ho in mente nulla di losco ma se vuole seguirmi per controllare si senta libero di farlo.
     
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