Barricades

Privata

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  1. Dell.
     
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    I’ll honour my sword to serve right ideals and justice for all

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    Non era semplice trovare un modo per intromettersi in faccende che non mi competevano affatto. Perché era questo il problema, senza alcuna prova, senza nessun fatto, niente di niente, io mi stavo letteralmente facendo solo i fatti suoi, mi stavo intromettendo a forza in una dinamica che magari vedevo solo io, ma quel pensiero fisso era li, quella sensazione sgradevole che avevo provato nel mio ufficio in presenza di suo padre non riuscivo a scrollarmela di dosso.
    Era decisamente meglio la prospettiva di essere richiamato perché ero un'impiccione, che non intervenire qualora qualcosa di sbagliato ci fosse realmente.
    Il mio obiettivo oggi era quello di avere questa conferma, di essere sicuro che qualcosa c'era anche solo da una sua frase. Mi sarebbe bastata una sua piccola ammissione che tutto avrebbe avuto senso e io quindi mi sarei sentito ancor più legittimato a non farmi da parte.
    Che si sentisse a disagio o i soggezione in mia presenza l'avevo tenuto in conto, anche se non c'era niente ci si poteva sentire agitati se il capo auror braccava così nei negozi di dolciumi.
    Che tra l'altro detta così suonava pure malissimo, ma comunque non ero stupito dal suo nervosismo. Tranquillizzarla non sarebbe stato semplice.
    Forse l'averle detto che volevo solo sapere come stava doveva averla tranquillizzata un pochino, fatto stava che ciò che mi disse era qualcosa che già sapevo. Avevo parlato con Rya a tal proposito e non renderla più allarmata era un bene.
    "Gli adolescenti sono imprevedibili, non mi fido mai al 100% io ahah. Con mia figlia cerco di non abbassare mai la guardia infatti."
    Lo dissi con leggerezza, ma era la pura verità. Questi ragazzi potevano combinarne una da un momento all'altro, abbassare la guardia e fidarsi ciecamente era un errore che non volevo commettere. Certo nemmeno ero diffidente del tutto, ma insomma un occhio di riguardo era necessario.
    La lasciai parlare poi e come uno bravo soldatino ecco ripetere ancora quelle parole a cui non riuscivo a credere, quelle esatte parole che mi avevano scatenato quella sensazione spiacevole.
    "E' qui il punto..."
    Quasi ignorai le sue ultime parole riguardo al fatto che potesse andare via, anche perché no, non potevo farla andare via subito, qui non ci stava vedendo e ascoltando nessuno.
    "Io non credo che tu sia ingenua. Non penso neanche che tu ti sia avvicinata a cattive compagnie. Ma sono solo pensieri miei forse... io.."
    M stavo spingendo oltre, ma il problema era che se non le facevo capire che ero qui per lei, che sospettavo qualcosa, cosa potevo ottenere? Io avevo bisogno di farle capire che se qualcosa c'era, a me poteva dirlo. Era inutile star qui a fare convenevoli inutili, lei voleva andare via e io dovevo darle motivo di rimanere ancora un pochino.
    "Io penso che tu abbia paura di qualcosa...e questo a me dispiace. Volevo solo farti sapere che per qualsiasi cosa, tu puoi parlarmene. Mi basta solo che tu mi dica "Si.""
    Feci un respiro profondo per poi sorriderle, non osai avvicinarmi o farle troppa pressione, mi ero reso conto di come fosse tesa come un filo.
    "In caso contrario non farò nulla, non voglio recarti inutile fastidio o farti sentire a disagio. Però ci tenevo a dirti questo."
    In realtà non ero così sicuro che di fronte a un suo "No" io me ne sarei davvero lavato le mani, forse semplicemente avrei cercato un altro modo per avere una conferma delle mie intuizioni, ma solo fino a un certo punto perché non potevo lottare contro i fantasmi.
     
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