Barricades

Privata

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  1. Dell.
     
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    I’ll honour my sword to serve right ideals and justice for all

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    La reazione che ebbe alla mia affermazione era evidente, non avevo alcun dubbio di aver beccato uno scheletro nell'armadio, ma ancora non potevo avere la certezza dell'identità di quello scheletro. Marsilda non era sorpresa, era tesa. Era visibilmente in tensione e preoccupata, se non ci fosse stato niente non si sarebbe irrigidita ancora di più e se qualcosa c'era e lei però non ne era cosciente sarebbe stata molto più tranquilla nonostante il ruolo che ricoprivo.
    Ormai avevo imparato a distinguere quando una persona era semplicemente agitata solo perché ero il capo auror e basta o quando lo era perché nascondeva qualcosa.
    E le persone a me le cose tendevano molto spesso a nasconderle, per cui non mi era così difficile intuire tali comportamenti irritanti.
    Certo in questo contesto non ero irritato, ma preoccupato, pretendere che Marsilda potesse confidarsi con me come se niente fosse era da illuso e ingenui, ma volevo cercare di trasmettere più sicurezza possibile senza intimorirla, ma forse non ci stavo riuscendo come speravo.
    Quel "Sto bene" aveva note infastidite, forse avevo esagerato, per quanto ne sapevo poteva anche andare dal padre a dirgli che il campo auror la infastidiva e di certo giustificare il mio comportamento sarebbe stato arduo e anche controproducente per me, non dovevo tirare troppo la corda.
    Non dissi nulla, mi morsi il labbro inferiore guardando altrove per pochi attimi. Non stava bene, più ci parlavo e più ne avevo la certezza, ma non avere prove concrete in mano mi urtava.
    Ciò che disse quasi immediatamente dopo mi sorprese invece, non per via del tono usato, ma del contenuto. Io non avevo accennato minimamente al padre, per quanto fosse lui il mio obiettivo, ma nonostante ciò la ragazza ci aveva comunque tenuto a sottolineare quanto fosse una brava persona.
    Era come se avessi ottenuto una sorta di risposta per quanto mi riguardava, comunque azzardato, ma si era messa sulla difensiva scoprendo già un po' le carte.
    Sconvolta da quello che aveva appena detto Marsilda mi voltò le spalle per andarsene, forse dovevo fermarmi qui, lasciare che se ne andasse e prendere per buona questa sua reazione per darmi modo di proseguire con le mie indagini, ma avevo il timore che potesse fare qualcosa di controproducente.
    Dopo pochi attimi quindi uscì anch'io dal negozio e spostai lo sguardo per cercare la sua chioma, fortunatamente non si era allontanata del tutto, così allungai il passo per poi arrivare finalmente vicino a lei trovandola a terra, con le caramelle sparagliate e dei ragazzini decisamente privi di qualsivoglia di altruismo.
    Stavo per intervenire, ma la famiglia Ramirez era composta da elementi che ben poco erano in grado di farsi gli affari propri e dato che probabilmente Emily non si era allontanata da Mielandia perché era una curiosona, aveva anche scelto che non poteva ignorare una situazione del genere.
    Si piazzò davanti a quei ragazzi, mettendosi a modi scudo per Marsilda, e puntò il dito indice contro uno di loro nello specifico. Mi fermai quindi, osservando la scena, decisamente curioso.
    L'unica cosa che dovevo sperare era che non tirasse un pugno in faccia a quello studente, per quanto una parte di me ne sarebbe stata fiera.
    "Immagino sia un sacco spassoso ridacchiare come un cucciolo spelacchiato di Demiguise, che per tua informazione, data la tua ignoranza, sono tipo delle scimmie. Ma i tuoi amici lo sanno che bagni ancora le lenzuola quando ci sono i temporali?"
    Come avesse ottenuto questa informazione era per me un mistero, ero tra lo sconvolto e il fiero oltre ogni dire, dovevo assolutamente raccontarlo a Sarah poi.
    La reazione del ragazzo fu di pure terrore e i suoi amici erano confusi e divertiti, ma comunque fu sufficiente per mandarli via mentre Emily si girava verso Marsilda piegandosi sulle ginocchia.
    "Ti sei fatta male? Lascia fare al mio papà adesso."
    E nel dire ciò alzò un pollice in mia direzione mandando all'aria il nostro piano in incognito. Mi avvicinai scuotendo la testa, ma sorridendo appoggiando una mano sulla testolina di mia figlia.
    "Continua la tua gita su. Più tardi mi dirai come hai ottenuto quella informazione."
    Emily ridacchiò salutando con la mano me e Marsilda e io porsi una mano verso la ragazza sperando di non essere allontanato di nuovo.
    "Scusaci, probabilmente ci troverai particolarmente invadenti e fastidiosi, ma siamo fatto così...ti prego, prendi la mia mano e andiamo via di qua per un pochino. Concedimi solo qualche minuto del tuo tempo. Puoi farlo per me?"
    Se avesse scelto di prendere la mia mano ci saremmo smaterializzati altrove, periferia di Hosgmeade, vicino alla foresta, volevo essere lontano da tutto e tutti per dare modo a Marsilda di tranquillizzarsi.
     
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