Le pagine della nostra vita

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    Sarah&Dell

    Dell: Chiedimi chi vuoi che io sia e io lo sarò per te.
    Lei: Tu sei pazzo!
    Dell: Posso esserlo.




    "Tu credi che, il nostro amore riesca a fare miracoli?"
    "Oh, sì certo. È questo che ti riporta a me tutte le volte."
    "Tu credi che, il nostro amore potrebbe portarci via insieme?"
    "Io credo che, il nostro amore possa fare tutto quello che vuoi."
    "Ti amo Dell."
    "Ti amo Sarah."


    5u1e8x

    "Sì, noi siamo così. Noi litighiamo. Tu dici a me che sono un arrogante figlio di puttana,
    e io ti dico quanto sei una rompi coglioni.
    E, lo sei il 99% del tempo. E non ho paura di offenderti.
    Tanto ti bastano due secondi di recupero per passare alla rottura di coglioni successiva...
    E allora, non sarà facile, anzi sicuramente molto difficile, e dovremmo lavorarci ogni giorno.
    Ma io voglio farlo, perché io voglio te. Io voglio tutto di te, per sempre. Io e te, ogni giorno della nostra vita.
    Vuoi fare una cosa per me? Per favore. Prova ad immaginare la tua vita tra trent'anni, fra quanrant'anni. Come sarà? Non scegliere la strada più facile.
    Smettila di pensare a quello che vogliono gli altri. Non pensare a quello che voglio io, o a quello che vogliono i tuoi amici. Tu che cosa vuoi?


    YQppmwj

    Su molte cose non erano d'accordo, anzi di rado erano d'accordo su qualche cosa.
    Era un litigio continuo, una sfida continua ogni giorno.
    Ma nonostante il loro essere così diversi, una cosa importante avevano in comune:
    erano pazzi l'uno dell'altra.

     
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    ...Quattro anni fa.

    8 Marzo 2007



    "AUGURI WILLIAAAAAAM *__*"
    "Grazie Audrey."
    "Quando vieni qui!? Quando quando quando?!"
    "Ehi calma! Verrò fra due week end sei contenta?"
    "Wuaaah siii! Ciao Fratellone!"
    "Ciao Andromeda e salutami mamma e papà!"
    Tu...tu...tu...
    Ecco l'unico momento che adoravo del mio compleanno. Quando Audrey mi chiamava per farmi gli auguri, l'unico perchè per il resto, qua a Londra non conoscendo quasi nessuno...quasi nessuno sapeva che oggi era il mio compleanno.....SIA RINGRAZIATO IL CIELO DIREI.
    Oggi era il primo giorno del mio ultimo anno del corso Auror, finito questo anno avrei incominciato l'addestramento e tutto stava andando come previsto. Il mio obiettivo era davanti a me e ogni giorno che passava lo raggiungevo sempre più. Dimostrerò a mio padre che anche se mi sono immerso nel mondo della magia, posso comunque renderlo fiero di me. O almeno così la pensavo.
    Dopo la telefonata con Audrey, ovviamente non poteva aspettare almeno le undici per chiamare, NO! Alle 8 del mattino pur di essere la prima a farmi gli auguri probabilmente si era puntata la sveglia! Tralasciando che ancora non avevo capito con chi faceva a gara per chiamarmi. Comunque, andai in cucina abbastanza rilassato felice di aver letto sulla gazzetta che i Bats stavano diventando più forti ogni giorno che passava e che la nuova stella Maybell Bernott continuava a stupire.
    "Prima o poi devo andare a vederla!! Sono proprio curioso!"
    Sorseggiai il caffè mentre stavo appoggiato al mobile della cucina, ma la tranquillità durò ben poco quando mi ricordai che quel giorno tutti gli anni del corso si sarebbero riuniti per una riunione generale. Mi toccherà sentire il chiasso di quelli del primo anno, che scocciatura.
    Misi via il giornale, fini il caffè e dopo aver indossato un completo piuttosto formale mi diressi al Ministero.
    Non avevo voglia di sentir nessuno, e sperai vivamente che nessun superiore mi facesse parlare a nome di quelli del terzo anno... "Salve nuovi arrivati, sono Dell Ramirez, io vi odio di già e non ho la minima voglia di starvi dietro! Auguri"
    Arrivato al ministero ormai i miei "compagni" di corso mi salutavano a mala pena, giusto per cortesia, una cortesia che si potevano infilare da tutt'altra parte dato che me ne fregava ben poco del loro saluto.
    Fui uno dei primi ad entrare nell'aula assegnata e mi sedetti negli ultimi posti, abbastanza isolato aspettando che la lezione/riunione avesse inizio.
    Straordinariamente e per miracolo divino, nessuno si era seduto affianco a me, non ci potevo credere ero al settimo cielo!
    Bene, il capoauror Alex Roxburga finalmente aveva fatto il suo ingresso e non si perse in troppi convenevoli partendo subito ad attaccar parola!
    "Benvenuti e Benritrovati allievi"
    Ohh, Roxburga era uno dei pochi uomini che avevo conosciuto a Londra per il quale provavo profondo rispetto. Uno, perchè era rigido e autoritario pretendendo sempre il meglio da ognuno di noi e due...beh, era il giusto superiore, quello che non aveva la minima intenzione di legarsi ai suoi sottoposti come se fosse un amico. Magari facessero tutti così.
    "Oggi vi ho fatti ritrovare tutti perc-..!"
    Non stavo nemmeno ascoltando quello che stava dicendo, volevo solo andare avanti col mio terzo anno imparando ciò che c'era da imparare, non volevo sapere il perchè e il percome di come eravamo tutti nella stessa stanza. Così appoggiando il gomito sul tavolo poi ci appoggiai la testa e solo quando senti pronunciare il mio nome riemersi dal mio mondo.
    "Puoi sederti vicino a Ramirez, Matthews, ma non farmi perdere altro tempo!"
    E QUESTA CHI CAZZO è!
    Alzai la testa e mi ritrovai di fianco una ragazzina del primo anno che sembrava tutt'altro che silenziosa. Ecco Dell era meglio se non gioivi prima, ma non era ancora detta l'ultima parola, magari mi avrebbe lasciato in pace.
    Ritornai alla posizione di prima, quanto durerà sta buffonata?
     
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    -Porca merda sono in ritardo!- male, molto male. I miei futuri superiori, qualora dovessi sopravvivere a tutti e tre gli anni del corso, non si faranno una bella prima impressione di me se non mi presenterò puntuale a lezione... e si sa che la prima impressione è importante perché resta insita nella memoria, e una volta che il pasticcio è bello che fatto difficilmente potrò fare qualcosa per rimediare. Ma insomma, che colpa ne ho io se sono stata costretta ad ad aspettare il cambio-turno a Mielandia? Dico, non ho nemmeno avuto il tempo di togliermi la divisa e cambiarmi. Il primo che dice una parola al riguardo, una sola parola è un uomo morto.
    Sento la voce del capo auror farsi più nitida, non devono avere iniziato da molto. Ci siamo. Dopo aver preso un bel respiro, fattami anima e coraggio entro nell'aula interrompendo il suo discorso. I nostri sguardi per un attimo si incrociano: sorrido colpevole prengando in silenzio che non mi mandi via, non vorrei dire ma ho pagato per questa lezione.
    "Puoi sederti vicino a Ramirez, Matthews, ma non farmi perdere altro tempo!"
    Annuisco con un cenno del capo affrettandomi a cercare con lo sguardo la persona tirata in ballo. E chi minchia è? Con lo sguardo individuo un ragazzo sulla ventina dall'aria piuttosto imbronciata. Sembra quasi sul punto di sbuffare, come se fossi la peggiore cosa che gli poteva capitare. Mi affretto ad eseguire gli ordini e a sedermi accanto a lui, poggiando la borsa per terra e il giubbino di pelle sullo schienale della sedia. Sistemando le braccia sul tavolo per sbaglio sfioro il gomito del sopracitato Ramirez che, con mia perplessità, stupore e irritazione, in successione come le ho menzionate adesso, ritrae bruscamente il braccio. Manco fossi un'appestata o portatrice di chissà che malattia. Manco fossimo dei bambini e mi aspettassi da un momento all'altro di vederlo pulirsi la zona infetta. Ma dove cazzo sono finita, alla scuola elementare?
    -Siamo piuttosto suscettibili eh?- commento a bassa voce con molta ironia per sdrammatizzare il gesto anche se temo che i miei occhi lascino trapelare che non mi sia andato giù proprio per nulla.
    -Non sembri nuovo... sei di un anno superiore, giusto?- e io non sono assolutamente in vena di stare a sentire le menate che ci sta rifilando il suo superiore. Giustizia, valori morali ed etici e blablabla, buoni e cattivi: comincio davvero a credere di non essere finita ad un corso per aspiranti auror. Eppure ero convinta che avessimo superato da tempo la concezione di auror -> buono V mangiamorte -> cattivo.
    -Mi sono persa qualcosa di interessante?- più vedo che non è in vena di fare conversazione e più mi vien voglia di rompergli le palle e assillarlo. Dandomi un'ulteriore occhiata in giro per un eventuale cambio posto noto che alla mia destra al primo banco ci sono Fabiano, con il quale di recente ho litigato e quindi se ne può fare poco; a un paio di file più dietro invece c'è Franco, che non considero nemmeno dal momento che non ci possiamo soffrire l'un l'altra; e Sally, da quel che ho capito, ha intenzione di annullare la sua iscrizione. C'è poco da fare: mi tocca restare qui.
    -Comunque Sarah, piacere-
     
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    -Siamo piuttosto suscettibili eh?-
    Non la guardai nemmeno alzando gli occhi al cielo, ma io dico, non si vede lontano un miglio che non avevo la faccia di uno che aveva voglia di parlare? Qua dentro eravamo non pochi, poteva aspettare una cazzo di ora e poi avrebbe parlato con chi voleva.
    Quasi quasi avrei preferito Karol di fianco, anche se dall'anno scorso non mi rivolgeva più la parola dato che l'avevo scaricata, ma appunto per questo...Non mi avrebbe rivolto la parola.
    La cercai per la stanza, era dall'altra parte opposta col suo solito sorrisetto bastardo, maledetta era quello che faceva credere agli uomini che eri solo una divertente, magari...era un rompi coglioni!
    "In realtà sono all'ultimo."
    Contenta? Bene ora potevi benissimo seguire la riunione stando in silenzio, era così bello entrare nel proprio mondo e far finta di esistere solo tu, ecco prendi esempio da me Matthews.
    Sbadigliai e cercai di capire cosa Alex stesse dicendo, era noioso sentire ogni anno le stesse cose, altro discorso sui valori che si bisognava possedere per fare l'auror, anche uno che non ce li aveva dopo averli sentiti così tante volte si autoconvinceva che erano fondamentali, una specie di ricatto psicologico è la ripetizione continua, fregava sempre.
    -Mi sono persa qualcosa di interessante?-
    "No."
    Ma perchè a me!! Chiedilo a quello dall'altra parte no? Non era la prima che provava ad attaccar bottone con me, non so, sembrava che avevo scritto in faccia "Parlatemi perfavore che se no mi sento solo"...NOOO...c'era scritto "State alla larga non ho voglia di socializzare" Ma forse nessuno parlava bene la mia lingua.
    -Comunque Sarah, piacere-
    "Sin dejar de hablar"
    Ecco cosa succedeva quando perdevo la pazienza, lo spagnolo mi veniva spontaneo e così naturale!
    "Buono a sapersi, Sarah."
    Sapeva già il mio cognome, beh questo bastava e avanzava no?
    Piuttosto di non ascoltarla ,addirittura, mi misi ad ascoltare il capo auror, che nel frattempo aveva pure cambiato argomento, WUAO! Che Sarah avesse detto qualcos'altro, non era successa quella cosa che...entra da un orecchio ed esce dall'altra...no...non era proprio entrata in nessun orecchio.
    "In questa breve ora ho deciso che vi metterete a coppie col compagno di fianco o compagno a scelta, possibilmente di anni inferiori così che vi potrete fare delle domande e conoscervi meglio, lo sapete benissimo tutti che far parte del corpo auror vuol dire sorreggersi a vicenda, avere intesa tra colleghi è di fondamentale importanza, procedete pure!"
    La mia faccia durante tutto questo breve discorso aveva assunto tutte le possibili espressioni esistenti di angoscia, noia, disperazione, scassamento di palle.
    "ESTAMOS ENGAñANDO?"
    Avevo incominciato a gesticolare nervosamente al probabile pensiero di dover far coppia con la ragazzina che avevo a fianco.
    "Ramirez non fare storie, sei in Inghilterra, lo spagnolo lascialo in Messico! Sarà piacevole chiaccherare con la Matthews!"...Una goduria proprio.
    Borbottai qualcosa di imcomprensibile sempre in spagnolo e cercai Karol attirando la sua attenzione. Le feci dei segni per farle capire che volevo far coppia con lei e in tutta risposta ottenni un bel "vaffanculo" con dito medio appresso. Ottimo.
    Mi girai verso la Matthews, forse era la prima volta da quando si era seduta che la guardavo negli occhi.
    "Perchè non parliamo in playback facendo credere che siamo interessati eh?...Dai!"
    Cosa mi faceva credere che avrebbe davvero accettato?
     
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    Ultimo anno quindi. Ora si spiega perché hai tanta voglia di fare il ritroso pallone gonfiato. Ovviamente la mia indole perversamente narcisista mi impedisce lasciarti perdere a crologiarti nel tuo dolore per essere capitato vicino ad una grande rottura di palle come lo è la sottoscritta, e mi suggerisce invece di fare in modo che scenda da quel dannato piedistallo. Come è altrettanto ovvio che nel mio cervello non sia passata neanche per un secondo l'idea che sia un ragazzo come tanti beccato in pieno duranta la fase negativa di una giornata "no".
    E quel suo simpatico hai ancora voglia di parlare? - perché SI', sarò inglese, ma trascorrendo praticamente ogni vacanza in Texas sono riuscita ad assimilare un po' di spagnolo - non fa altro che dirmi: vai, tutto tuo babe!
    E' un vizio che ho anch'io, quello di parlare nella mia lingua madre quando sono sul punto di perdere la pazienza e arrabbiarmi, il che significa che sto svolgendo un ottimo lavoro: in genere i rapporti migliori cominciano sempre con un litigio, vuoi per una cazzata o una cosa seria, poco importa. Non mi vuole dire il suo nome? Perfetto: lo ribattezzerò Pablito, Carlitos, Carmelo o qualsiasi insulso nome messicano - non ho la preveggenza: lo ha detto Roxy! - mi venga in mente sul momento. Non mi piace chiamare le persone per cognome lo trovo così... formale, freddo. E se devo essere sincera il fatto che non mi guardi negli occhi mentre parla, che non volti nemmeno la faccia di 1° nella mia direzione per dare segno di ascoltarmi, comincia a darmi seriamente sui nervi. Proprio come se stesse dicendo: non esisti. Odio l'indifferenza.
    "Perché non parliamo in playback facendo credere che siamo interessati eh?...Dai!"
    Inclino di poco la testa verso sinistra e lascio passare qualche secondo di silenzio approfittandone per osservarlo. Io sono una persona molto strana e lo ammetto, ma ho la vaga sensazione che quella che ho davanti a me non sia poi molto lontana dal rasentare il ridicolo. Si vede lontano un miglio che vorrebbe essere tutt'altro che dove è - non davanti a me, la questione è più vasta: stare qui in questa stanza per lui è una tortura.
    E qualcosa mi dice che il mio sarà un lungo monologo.
    -Perché diavolo hai deciso di fare l'Auror se la sola idea di interessarti a un'altra persona ti fa così schifo?- avrebbe evitato una rottura di palle ad entrambi, visto che il suo continuo annoiarsi, sbuffare e alzare gli occhi al cielo ogni volta che Roxburga nominava la collaborazione tra colleghi mi faceva perdere tutto l'entusiasmo.
    -Fare il cacciatore di taglie non è male, mai pensato di provarci? Il rischio è maggiore ma ti pagano di più e hai molta più autonomia, non devi dipendere da nessuno e nessuno dipenderà mai da te...
    A meno che il problema non sia solo io, e in tal caso perdonami ma non ho pagato fior di galeoni per starmene con le mani in mano
    - perché io, a differenza della gran parte dei figli di papà presenti là dentro, dovevo spaccarmi il culo tutti i giorni a lavoro per guadagnarmi da vivere nonostante fossi ancora al quinto anno di scuola e lo studio mi uccidesse la salute.
    -Se non hai intenzione di collaborare puoi alzare il culo e fare a cambio con qualcun altro.-
     
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    -Perché diavolo hai deciso di fare l'Auror se la sola idea di interessarti a un'altra persona ti fa così schifo?-
    La guardai fingendomi interessato, appoggiando la testa sul tavolo e le spiattalleai la prima cosa che mi passò per la mente.
    "LA PACE NEL MONDO!! :riot:"
    Alzai il braccio al cielo per enfatizzare la cosa. Non capivo perchè tutto questo interessamento nei miei confronti, sarei molto lieto di fare questo esperimento pure da solo, "Ehi Dell, perchè vuoi fare l'auror?"..."EHi William, perchè così posso rendere questo mondo un posto migliore per tua sorella e rendere tuo padre fiero!"..."Ottimo".
    Invece no, mi toccava "socializzare" con una ragazzina per di più.
    non ho pagato fior di galeoni per starmene con le mani in mano-
    Ecco cosa mi faceva di più irritare nelle persone. Se vedi che non ti voglio rivolgere la parola e tu insisti, poi non ti devi alterare perchè risulto stronzo e antipatico! Io il segnale giusto per dirti "FUORI DALLE PALLE" te lo faccio ben notare, poi sono cazzi tuoi.
    "Uno. il cacciatore di taglie non mi ispirava, troppo alla Van Helsing! Non mi ci vedo! E due...oddio non volevo mica offenderti, il problema non sei mica tu...MA TUTTI."
    Dovevamo passare alle frasi dirette? Più diretto di così non potevo essere, era più forte di me, non avevo voglia di socializzare, non avevo voglia di conoscere forse "futuri colleghi" quindi perchè mi dovevano obbligare? C'erano un paio di compagni di corso con i quali parlavo del più e del meno durante le pause, niente di impegnativo, giusto per confrontare pensieri su sport o altro! Ecco, ma non oltre!
    -Se non hai intenzione di collaborare puoi alzare il culo e fare a cambio con qualcun altro.-
    Si era davvero alterata, ma che cara! SPUDORATA!
    "Alzalo tu il culo! Io sto bene dove sto e per inciso non ti ho obbligato a parlare con me"
    Alzai la mano attirando l'attenzione di Roxburga, non si poteva finire questa pagliacciata prima del tempo?
    "Ramirez?"
    "Ma se per caso io avessi un impegno urgentissimo e dovessi scappare via come il vento?"
    In via ipotetica eh!
    "Senta Ramirez, facciamo che ora lei sta li tranquillo? Se non riuscirà a collaborare con nessuno sarò costretto a non farle proseguire l'anno!"
    "QUè?...Es una injusticia"
    Ritornai a guardare Sarah borbottando altro in spagnolo e guardandola negli occhi assunsi una faccia seria, davvero seria.
    "quanti anni hai?...a vederti non più di 18. Sei così sicura di quello che stai facendo?"
    Ok, io avevo iniziato il corso a 19 e ancora non ero del tutto sicuro, lei che diavolo ci faceva? Non che mi interessasse più di tanto, anzi ero più interessato a non farmi bocciare per la mia poca collaborazione del cazzo.
     
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    "Alzalo tu il culo! Io sto bene dove sto e per inciso non ti ho obbligato a parlare con me" istintivo fu scoppiargli a ridere in faccia. Non una risata isterica, non una risata irritata: di gusto. Abbassai il tono onde evitare di essere richiamata da Roxburga ma andiamo, cercate di mettervi nei miei panni! Un ragazzo che al suo ultimo anno di corso si comporta peggio di una femminuccia con la puzza sotto il naso è decisamente il contrario di ciò che una persona matura, recluta tra l'altro e aspirante auror, con una preparazione quasi completa al mestiere dovrebbe essere!
    Nascosi la bocca dietro la mano per evitare che il mio forse futuro capo vedesse che invece di lavorare come ci aveva chiesto stavo morendo dal ridere per l'ennesimo gesto di Ramirez, risparmiandomi quindi richiami già dal primo giorno, ma davvero... io credevo di essere strana, bizarra, stravagante, e tutto quel che vi pare, ma davanti a tali manifestazioni di infantilità sono costretta a ricredermi non poco!
    "QUè?...Es una injusticia"
    -Credimi... non lo è affatto, dovresti essergli grato invece: poteva andarti peggio.- io invece, nonostante l'iniziale prima impressione, alquanto pessima, inizio ad accettare l'idea che se non altro per questi ultimi tre quarti d'ora potremmo collaborare pacificamente e poi non vederci mai più. Un vero sollievo, no?
    -Vedi il lato positivo, tra mezz'ora è finita e non sarai più costretto a sopportarmi.- gli feci notare scostando la mano e poggiandola sullo schienale della sedia mentre ruotavo il busto nella sua direzione. Mamma mia che tristezza... ci mancava poco che si stendesse sul banco dallo sconforto!
    -17.- adesso quella che non aveva voglia di rispondere ero io, perché sapevo che quella domanda, al 70% delle ipotesi, ne avrebbe portata a un'altra: che cosa ci fai qui quando per te e per gli altri sarebbe meglio restassi dietro ad un bancone senza fare danni?
    -Sì. Come sono sicura che, in un modo o nell'altro, mi ammetteranno in squadra.- esordii, scutando, mentre parlavo, i suoi occhi scuri. Ha dei modi di merda ma devo ammettere che i suoi occhi sono belli. In qualche modo mi incuriosiscono; è come se stessero nascondendo qualcosa.
    -Non ho intenzione di fare la commessa a vita.- per quanto fossi grata ad Artemide per avermi assunta salvandomi dalla strada quel lavoro non mi piaceva, era stancante e il più delle volte per nulla gratificante.
    -Hai detto di essere all'ultimo anno.
    Come si articola il corso?Deve essere pesante, eh? E... se lo hanno già detto ti chiedo scusa in anticipo ma devo essermelo perso:ci sono particolari... condizioni
    - mi mordicchiai involontariamente il labbro inferiore -che potrebbero determinare l'espulsione senza nemmeno aver cominciato?Che so,pessima condotta,voti bassi...- precedenti in famiglia.
    -Cose così insomma.- conclusi scrollando le spalle.
    -Quindi a fine anno, se dovessi passare saresti ufficialmente un auror?Hai già partecipato ad una missione?-
     
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    -Vedi il lato positivo, tra mezz'ora è finita e non sarai più costretto a sopportarmi.-
    "Sia ringraziato il cielo allora!"
    Il fatto che Sarah sapesse lo spagnolo non era qualcosa che mi rendeva particolarmente felice, era la mia lingua madre, qualcosa che usavo quando dovevo pienamente esprimere sentimenti, più che altro, negativi e lei mi capiva fin troppo
    -17. Sì. Come sono sicura che, in un modo o nell'altro, mi ammetteranno in squadra.-
    Alzai le mani al cielo in segno di innocenza, come se l'avessi aggredita! Sembrava sicura di se, beata lei se a soli 17 anni sa alla perfezione cosa vuole fare nella vita, io al mio ultimo anno ad Hogwarts pensavo solo a finire la scuola e a divertirmi fin quando potevo, a quei tempi stavo con Lilian ora chi ci penso...bah chissà che fine ha fatto ormai.
    -Non ho intenzione di fare la commessa a vita.-
    "Vita frenetica la tua! Corso auror, studentessa, commessa, madonna mia tempo per divertiri proprio non ne vuoi eh?!"
    Ebbene si, non comprendevo le persone che si riempivano di lavoro fino ad impazzire. Insomma, così non stavo dicendo che non volevo fare l'auror perchè comportava troppo lavoro, solo che a diciasette anni lo trovavo piuttosto strano se non assurdo.
    Mi rassegnai che per questa lezione era meglio agire per il quieto vivere così mi girai completamente verso di lei, girando la schiena e incrociando le braccia, almeno Roxburga non poteva dirmi che almeno non ci avevo provato ad avere contatti con gli esseri umani!
    "Il corso è suddiviso in tre anni nei quali il primo è più che altro teorico dove ti verrano spiegate le questioni burocratiche, o lezioni riguardanti l'arte oscura e come affrontarla, nel secondo anno si passerà anche alla pratica, simulazioni di duelli e interrogatori, mentre il terzo anno che devo ancora affrontare probabilmente si passerà alle ultime questioni più delicate e dovrò affrontare situazioni che metteranno alla prova i miei nervi saldi..."
    Ok inutile aggiungere che di nervi saldi ne avevo ben pochi, ma col tempo avrei imparato anche a gestire questo mio piccolo difetto, o Adios Ministero della magia.
    "Non so dirti se è pesante o no, credo che dipenda da come sei fatto tu, io l'ho trovato piuttosto interessante e credo anche di aver ottenuto ottimi risultati, sono cose che o ti piacciono e hai un obiettivo fondamentale che ti spinge oppure è meglio trovarsi un altro lavoro."
    Quasi quasi mi registrerei per farmi sentire da Roxy così che si renda conto che anch'io ho imparato da mia madre la funzione del verbo "comunicare", perchè nessuno capisce che io non ne ho solo voglia? "Ramirez non sai comunicare"..."Ramirez ti ritroverai isolato" ecc ecc...MA MAGARI MI ISOLASSERO!!! Non avevo mai capito perchè era essenziale creare rapporti "d'amicizia" con i proprio colleghi, il semplice rapporto di lavoro era anche meglio se ci pensavi! Ma forse ero l'unico a pensarla così.
    "Condizioni?"
    Ci pensai su, diventando pensieroso, e avrei fatto il serio se non mi fossi accorto del suo viso sinceramente curioso e forse un pelo preoccupato. :wow:
    "Se ci sono condizioni? In primis ti vanno a guardare ogni singolo antenato! Qualsiasi cosa abbia fatto, qualsiasi cosa può aver influenzato e se attualmente hai qualche parente in vita che possa aver commesso qualsiasi crimine ed è ancora in contatto con te soprattutto, stai attenta eh!!!...."
    Ok stavo solo esagerando, ma ero talmente annoiato che arrivavo pure a fare ste scenate.
    "Scherzavo, ovviamente se provieni da una famiglia di mangiamorte fare l'auror non è di certo la cosa più conveniente, diciamo che magari ti verrebbe chiesta più fiducia, vieni più controllato e seguito. Altre condizioni riguardano la scuola. Bisogna avere almeno cinque M.A.G.O. con votazioni non inferiori a "Oltre ogni previsione"."
    La condotta? AHAHAH se guardavano la condotta dovevo essere stato sbattuto fuori solo dopo un mese, non ero mai stato un elemento tranquillo e taciturno, purtroppo per loro avevo spesso da ridere.
    "Beh la condotta, se sei il perfetto porta rogne ti stanno solo addosso!"
    Fin troppo anche!
    "E infine, beh finiti i tre anni non sarò ancora del tutto Auror, ho un anno di addestramento come recluta e successivamente potrò partecipare a delle vere e proprie missioni."
    Ok, avevo esaurito la mia pazienza per affrontare un discorso normale con un altro essere vivente, ora potevo benissimo andarmene vero?
    Non avevo domande per lei, non mi interessava nemmeno sapere che vita conducesse o i motivi che l'avevano spinta qui. Per cui appoggiai nuovamente il gomito sul tavolo per reggere la testa, socchiusi leggermente gli occhi rilassandomi un po' quando finalmente Roxy disse che per oggi potevamo andare.
    "OTTIMO!...Ciao Sarah a mai più!"
    Mi alzai prendendo la mia tracolla e scesi gli scalini per arrivare alla porta.
    "Oh Arrivederci Roxburga, oggi sono stato uno studente modello che è riuscito a comunicare con un'altra persona, sii fiero di me!"
    E detto così usci per dirigermi immediatamente a casa, per oggi avevo finito.



     
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    .Tre anni fa.
    10 Settembre 2008

    Ce l'ho fatta: dopo un anno di sbatti, difficoltà, incomprensioni con il nostro superiore, dubbi - che tutt'ora continuano ad assillarmi - e mille cose per la testa, tra cui lo studio matto e disperato in vista dei GUFO - sono riuscita a passare; con il massimo della valutazione, tra l'altro.
    Eppure... non riesco ancora a sentirmi pienamente soddisfatta. E' come se mi mancasse qualcosa, procedo nel mio cammino per inerzia chiedendomi dove sia finita la determinazione che un anno fa mi ha spinta a mettere anima e corpo in questo corso del cazzo. Sono qui al secondo livello che fisso i due occhi verde smeraldo di un ricercato la cui taglia verte sugli 80.000 Galeoni d'oro, aspettando che il mio "personal trainer" si faccia vivo per l'allenamento... per modo di dire, non sono tanto sicura di riuscire a combinare qualcosa oggi.
    La sola idea di prendere in mano un libro e di aprirlo mi dà alla nausea. Ogni volta che si avvicina il momento di andare a lavoro a Mielandia mi viene l'ansia. E se penso che oggi mi tocca stare qua dentro per due ore di fila... suvvia Sarah, non fare la mocciosa! L'hai voluto tu, non vorrai mica metterti a piangere per una cazzata del genere?!
    Già, l'ho voluto io... sto davvero facendo la cosa giusta? continuo a fissare quel ricercato e mi lascio sfuggire un sospiro. Mio fratello mi rivolge uno sguardo freddo, quasi sprezzante da questa maledetta parete.
    Lo voglio davvero? mi ripeto ogni giorno di aver scelto questa strada per mantenere la promessa fatta a Jack, ma soprattutto per non correre il rischio di percorrere le stesse orme di Thomas in modo da non diventare come lui ma ho così tanti dubbi e... così tanta confusione in testa che non riesco a capire più nulla... in fin dei conti, anche Thomas ha intrapreso il suo cammino verso le arti oscure diventando un auror. Bel paradosso, eh? Io, poi! Che cosa ci faccio qui quando per quel che ho fatto, - penso mentre inconsciamente stringo l'avambraccio laddove c'è la cicatrice post rituale di evocazione dell'infero - dovrei essere dietro le sbarre?
    E se fosse solo un capriccio? Un dispetto per andare contro al suo volere? Anche Tom dice che non sono adatta a fare l'auror... e tanto lo so che l'unico motivo per cui non mi hanno ancora sbattuta fuori è per tenermi d'occhio, nutrendo l'illusoria speranza che controllando me possano arrivare a mio fratello ed arrestarlo. Assolutamente no: Thomas non è così sciocco.
    Che palle... non credevo che pensare fosse così dannoso! volto le spalle alla bacheca dei ricercati e mi avvio scocciata nell'aula per cominciare la prima lezione del secondo anno.
    In solitudine, tra l'altro, penso mentre prendo posto in prima fila, con il gomito poggiato sul tavolo e la mano a mantenere la testa. L'anno scorso su dieci persone siamo stati promossi soltanto in tre... due dei quali se la sono data letteralmente a gambe. Non è un problema: tanto sono abituata a stare da sola...
    "... 'sera" ho già sentito questa voce, e la mia mente la identica ancor prima che possa voltarmi per vedere quello, strano individuo con cui ho parlato durante la mia prima lezione e che ogni tanto prendo per il culo nei corridoi, varcare la soglia della porta e salutare formalmente Roxburga.
    "Bentornato Ramirez, potete cominciare anche subito... dai alla signorina Matthews un assaggio di ciò che le aspetta a fine corso. Buon lavoro a tutti e due." la sua espressione delusa non fa che accrescere la mia trionfante: lo guardo avvicinarsi di malavoglia, con il sorriso sulle labbra mentre mi siedo composta giungendo le mani a coppa sopra il tavolo.
    -Che fortuna avere un viso conosciuto come "superiore"! Dì la verità, un po' ti sono mancata.-
     
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    Oooh era così piacevole sentire la voce di mia madre. Qualcuno che appena chiamavo non mi urlasse quanto sono stronzo e quanto poco rispetto ho per la famiglia! Gran stronzata tra l'altro, ma mio padre ormai si era fissato, o facevo il lavoro che voleva lui o io non portavo rispetto. Era sempre stato un uomo contorto, ma ultimamente stava esagerando.
    Mi facevo sentire spesso, chiamavo almeno una volta ogni due e tre giorni e almeno due volte al mese riuscivo ad andare in Messico, dato che per ora non ero ancora Auror a tutti gli effetti, ma no, per lui non andava bene ero su un altro continente, quando se proprio dovevo fare l'auror, potevo farlo in America.
    E certo sai che cazzo cambiava, vicino al Messico non ci stava comunque un ministero! E la sede principale era negli Stati uniti. Ma tanto ciò che dicevo gli entrava da un orecchio per uscirne dall'altro. Avevo superato tutti e tre gli anni con ottimi risultati e l'unica fiera di me era mia madre, tralasciando Audrey che era ancora piccola forse.
    "Ramirez, anche se ne sono rimasto piuttosto colpito inizialmente, mi hanno detto di comunicarti che per tutto l'intero anno non sarai da solo a fare addestramento, ma ti è stata affidata una recluta del secondo anno. Non chiedermi il perchè, accetta senza lamentarti."
    Ecco come avevo iniziato il mio anno da apprendista, con questa bellissima notizia datomi dal vice capo auror, e io davvero non dovevo lamentarmi?!?!
    Buttai giù tutto di un colpo il caffè macchiato e guardai piuttosto contrariato il vice.
    "Non c'è nessuna possibilità di rifiutare vero?"
    "No."
    "Non c'è nessuna possibilità che la recluta affidata non sia per niente compatibile con me e quindi dovrò stare solo a vita?"
    "Quando troverai qualcuno compatibile a te fammelo sapere, sono proprio curioso di vedere chi ti piglia!"
    "Sono fottuto insomma..."
    "Perspicace Ramirez...e ricorda, sono sempre e comunque ordini dall'alto!...Arrivederci!"
    Ordini dall'alto! Ma fanculo! Avrò visto il ministro di persona solo due volte e credo pure di sfuggita! Aaah a quanto pareva mi toccava sottostare agli ordini senza creare scompiglio. Come compagno sarebbe l'ideale qualcuno silenzioso, accondiscendente e magari chi lo sa, una bella donna pressapoco della mia età che aveva voglia di divertirsi?! Ecco, sarebbe l'ideale.
    Percorsi abbastanza annoiato il corridoio che mi avrebbe condotto alla stanza per l'addestramento e appena entrai non badai a chi era presente o no e mi diressi verso Roxy!
    "...'sera"
    "Bentornato Ramirez, potete cominciare anche subito... dai alla signorina Matthews un assaggio di ciò che le aspetta a fine corso. Buon lavoro a tutti e due."
    "Aspetta aspetta, sbaglio o questo nome mi dice qualcosa!!!"
    Roxburga mi indicò una ragazza a qualche metro di distanza da noi. E voi non potete capire la mia faccia che attraversò ogni singola emozione. Stupore, preoccupazione, Delusione e simili.
    Guardai male il mio capo e lui di tutta risposta mi regalò un sorriso degno di essere chiamato così che mi fece accapponare la pelle dal ribrezzo. Stronzi bastardi! Piuttosto era meglio un uomo a questo punto.
    "Vuoi la verità?... mmmh fino a questo istante non mi ricordavo della tua esistenza!"
    Rox mi aveva consegnato il fascicolo riguardante i suoi voti e alla sua promozione e beh, ok lo dovevo ammettere, mi stupì.
    "Tu sei l'unica che ha superato il corso superdonna?! WUAO!"
    Almeno non era del tutto da buttare via.
    "Sera, Roxburga posso parlarle?"
    Mi girai di scatto per vedere chi era entrato, quella voce la conoscevo fin troppo bene per essermela dimenticata e non potei che spalancare gli occhi al massimo appena vidi che quella voce apparteneva a Lilian Moon.
    "Ramirez inizi pure l'addestramento con la Matthews, tornerò più tardi."
    Se ne andarono così, senza dire altra parola. E il mio sguardo segui la figura di Lily fin quando la porta non venne chiusa del tutto.
    Lilian era tornata, era pure venuta qui, non la vedevo da anni e neanche un "Ciao Dell come stai?"...Stronza.
    Appoggiai il fascicolo di Sarah, neanche mi ricordavo si chiamasse così, e tutta la buona volontà di fare almeno un po' il simpatico per il quieto vivere era uscito insieme a Lily da quella porta.
    "Unica promossa, voti eccezionali, beh...non bisogna perdere tempo giusto?...Dimostrami tutta questa bravura superdonna!"
    Mi posizionai davanti a lei con la bacchetta alla mano, chiaro invito per affrontare un duello, si...ero piuttosto incazzato non si vedeva eh?
    "Ti ritrovi davanti un mangiamorte, dritto davanti a te, immagina che lo sia io, e sto per attaccarti direttamente! Quale incantesimo mi lanceresti addosso per atterarmi?"
    Iniziai a correre nella sua direzione alzando la bacchetta, i miei occhi erano piantati nei suoi, forse era la prima volta che la guardavo per davvero e così pronunciai un incantesimo non verbale. "Alarte Ascendare"
     
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    "mmmh fino a questo istante non mi ricordavo della tua esistenza!"
    -Non preoccuparti, è normale considerato che non sono nemmeno una recluta. Puoi stare tranquillo: non sono una persona che si offende facilmente. E poi ho tutta la serata per rinfrescarti la memoria!- terminai la frase con un sorriso delizioso e con tanto di occhiolino, iniziare l'anno istigando un mio superiore non rientrava nella mia lista di desideri, volevo soltanto fare un po' di umorismo per alleggerire la situazione visto che se era rimasto scorbutico come un anno fa, e qui mi giocavo la fedina sporca di mio fratello, difficilmente sarei sopravvissuta alle due ore di inferno che mi aspettavano con lui.
    "Tu sei l'unica che ha superato il corso superdonna?! WUAO!"
    Assottigliai lo sguardo per una frazione di secondo prima di riassumere un'espressione tranquilla e indifferente anche se dentro di me mi rammaricavo di non avere a portata di mano oggetti contundenti da lanciargli in fronte. Mi suonava come una presa per i fondelli bella e buona; gli avevo detto che nolenti o volenti mi avrebbero accettata in squadra, era così difficile da credere? L'unica cosa che rischiava di essermi di ostacolo erano le parentele.
    Non mi sfuggì lo sguardo sorpreso - e subito dopo risentito e irritato - che rivolse alla sventola entrata in aula; non la conoscevo, se dovevo essere sincera era la prima volta che la vedevo al quartier generale, ma se alla sol vista era in grado di farlo irritare meritava tutta la mia stima! Non lo aveva filato di striscio nonostante... Ramirez, avesse seguito la sua entrata in scena e la sua uscita con lo sguardo finché non era sparita oltre la porta. Qualcosa puzzava, il mio fiuto per i pettegolezzi e le beghe amorose si era attivato e in genere non sbagliava, ma sul momento non avrei indagato. Mi sarei limitata ad osservare.
    "Ramirez inizi pure l'addestramento con la Matthews, tornerò più tardi." mi affrettai ad alzarmi dal posto e a mettermi in mezzo alla stanza dietro un banco, con la bacchetta alla mano: la rabbia che leggevo nei suoi occhi si avvertiva da lontano un chilometro e mi spaventava, potrà essere una semplice coincidenza il fatto che Ramirez si fosse infiammato subito dopo aver visto quella ragazza come poteva non esserlo affatto, fatto stava che non ero troppo sicura di volerlo scoprire in duello.
    "Ti ritrovi davanti un mangiamorte, dritto davanti a te, immagina che lo sia io, e sto per attaccarti direttamente! Quale incantesimo mi lanceresti addosso per atterarmi?"
    Non appena lo vidi muoversi nella mia direzione agitando la bacchetta mi abbassai usando il tavolo come protezione, il quale subì l'incantesimo al mio posto: dopo essersi sollevato per aria di all'incirca un metro e mezzo lo vidi ricadere proprio nel punto in cui mi ero nascosta. Istintivamente feci una capriola laterale verso sinistra, sbattendo contro una sedia e un altro banco. Il tavolo di legno cadde per terra con un fragoroso chiasso. Ancora a terra, dal lieve dolore restai immobile per qualche secondo prima di individuare Ramirez e puntargli la bacchetta contro.
    -Bombarda!- ho pensato che, dopo essermi difesa ovviamente, non sarebbe male stato impedire il proseguimento del duello a causa di tutte le fratture riportate dall'altro mago.
     
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    Stavo forse scaricando la rabbia sulla Matthews? E anche se fosse? Non ero un tipo che andava a cercare le attezioni delle altre persone, anzi se potevo le evitavo, ma quando persone che comunque avevano significato qualcosa, dopo anni neanche mi guardavano in faccia...no, non mi piaceva affatto e la cosa non riuscivo a farmela andare giù. Erano tante le cose che mi andava di chiederle, com'era andato il suo addestramento, come stava e perchè no, se aveva avuto altri uomini.
    L'incantesimo non verbale colpi il banco in pieno che volò sulle nostre teste.
    Non guardai Sarah, respirai affannosamente e cercai di pensare ad altro. Dovevo, in teoria, fare da insegnante e dovevo farmene anche una ragione. Con tutti quelli che c'erano avevano scelto proprio me. Sicuramente idea suggerita da Roxy che ultimamente aveva la gran voglia di pigliarmi per il culo perchè diceva che sembravo un emarginato "odio il mondo". Beh, si lo ero, più o meno!
    Appena ritornai con la testa alla realtà vidi Sarah puntarmi la bacchetta contro scagliandomi una Bombarda! Ottimo, andiamo sul pesante, non fosse che con gli incatesimi di difesa me la cavavo piuttosto bene mi avrebbe preso in pieno probabilmente!
    "Protego!"
    Il protego fu abbastanza potente da farmi solo andare indietro di qualche passo senza subire danni e così approfittando del fatto che lei stava ancora a terra la guardai con un sorrisetto divertito.
    "Agguerrita direi..."
    Mi guardai intorno notando solo ora che la stanza in cui eravamo non era una semplice aula di studio, era stata creata apposta anche per i duelli e la riconobbi solo quando al fondo dell'aula vidi una porta che conduceva al magazzino degli strumenti di lavoro. Li dentro ci potevi trovare qualsiasi cosa e l'anno scorso avevo dovuto affrontare un esercizio che mi aveva fatto sudare dieci camicie, insomma...ora non dovevo essere io ad affrontarlo :wow: FInalmente proverò l'insuperabile sensazione di essere dall'altra parte.
    "Facciamo un gioco Matthews! Lo conosci palla prigioniera?"
    Era un gioco babbano che solo chi aveva vissuto insieme a loro poteva conoscere. In Messico era capitato che con i cugini durante l'estate ci giocavano in spiaggia, ma ovviamente da fare in due era un po' diverso.
    "Se non lo conosci te lo spiego subito."
    Andai verso quel piccolo stanzino riuscendo a trovare un enorme scatolone pieno di palle che pesavano dai 2 ai 5 KG e la portai al centro della stanza dove Sarah si era appena rialzata un pochino ammaccata.
    "Se non lo conosci, il gioco consiste nel non farsi prendere più che altro! Dovrai stare all'interno di un riquadro dal quale non potrai uscire, io cercherò di colpirti con queste palle e tu dovrai semplicemente evitarle, respingerle, mandarmele contro...scegli tu, sarà piuttosto divertente non trovi?"
    Tracciai con la bacchetta intorno a Sarah delle strisce nere sul pavimento che delineavano un quadrato abbastanza ampio per poter correre ed evitare, ma nemmeno tanto grosso da poterci fare una staffetta!
    "Solo perchè sei don-....anzi, col cazzo, sono piuttosto incazzato, inutile che lo nascondo, quindi perchè no! Potrei usare le palle da 4 kg! Tanto se le eviti il problema non sussiste, Via alla danze!"
    Lo scatolone delle palle si trovava davanti a me ed ad una distanza di qualche metro con una serie di levicorpus iniziai il gioco...una palla alla volta!
    "Ecco la prima!"
    Sollevai la palla in aria mandandola dritta davanti a lei e non verificai di averla presa che subito sollevai la seconda palla per fargliela arrivare da destra e ne seguiì una terza verso sinistra...vediamo le grandi doti della superdonna!
     
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    Un vero peccato non averlo preso. gli incantesimi di distruzione erano sempre stati la mia specialità, testimoni le cortecce degli alberi della foresta proibita e il corvonero Francesco Franco che all'ultima lezione era sbiancato per un bombarda che colpendolo di striscio ha fatto sparire il banco riducendolo in un cumulo di truciolato e pezzi di ferro.
    E comunque. Quella faccia non mi piaceva: un secondo prima era incazzato nero, tre secondi dopo sembrava pazzo di gioia. Questo qui non è tanto normale.
    "Facciamo un gioco Matthews!"
    -Okay Jigsaw- mai sentito parlare del film horror "Saw"? Ogni volta che il serial killer esordiva con la frase "facciamo un gioco" o "voglio fare un gioco con te" mi venivano i brividi addosso. Ecco, le parole di Ramirez me lo avevano stranamente ricordato: c'era qualcosa nel suo sguardo di chi la sa lunga, nel sorriso trionfo e nel tono vagamente malizioso che preannunciava una partita bella tosta. Inconsciamente aumentai la stretta sull'impugnatura della bacchetta, il corpo pronto a scattare nell'eventualità di un colpo basso. Colpo che non arrivò. Davvero strano; mi avevano insegnato ad aspettarmi di tutto, che una volta varcata quella porta non esistevano più le galanterie dei duelli, tipiche di quando si entrava ad Hogwarts, sul campo di battaglia eri tu e l'avversario: non si escludevano colpi bassi da entrambi le parti perché i mangiamorte, o qualsivoglia mago oscuro, non avrebbe aspettato di vederti di nuovo in piedi per assestarti il colpo di grazia.
    "Lo conosci palla prigioniera?"
    -No.- ascoltai le istruzioni mentre man mano un sorriso ironico si faceva largo sul mio volto.
    -Forse ho capito... ci giocavamo spesso all'orfanotrofio.- giocare per modo di dire: i più grandi costringevano quelli più piccoli a prendere parte al gioco solo ed esclusivamente come bersaglio mobile, così, per divertimento... rovesciato non appena per una mera casualità tutte le palle della palestra, come animate da fili invisibili, schizzarono contro le loro teste e le loro schiene per insegnargli un po' di rispetto. Di positivo ci fu che almeno impararono il contetto di "turno"...
    -Quando termina la partita?-
    Qualcosa mi diceva "non prima che sarai sfinita, a terra a mangiar polvere". Mi sistemai all'interno dell'area delimitata dalla magia, un quadrato 3x3 abbastanza spazioso, la mente lucida e il corpo pronto a scattare. Un guaio di gioco, considerando che se negli attacchi eccellevo nella difesa era davvero carente. Una sfida che accettai con il sorriso sulle labbra.
    -Sono pronta.- una dopo l'altra le palle librarono in aria: la prima in un attacco frontale. Non le permisi di arrivarmi troppo vicino:
    -Protego!- il sortilegio scudo frappose una barriera invisibile tra noi due non reggendo il colpo; anche se non aveva respinto la palla l'aveva costretta a decelerare, dandomi modo di schivarla con uno scatto laterale verso sinistra. Pericolo numero uno sistemato.
    La seconda palla, e che culo, venne proprio da sinistra:
    -Esilio!- riuscii a respingerla appena in tempo ma subito dopo dovetti girarmi verso destra per bloccarne un'altra. Ruotai il polso di mezzo giro in senso orario e castai:
    -Impedimenta!- come a rallentatore, la sfera dapprima si bloccò poi si avvicinò lentamente; mi voltai verso Ramirez, era il momento perfetto per passare al contrattacco.
    -Oppugno!- e adesso schiva questo bolide, pallone gonfiato acido e incazzoso!
     
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    -Forse ho capito... ci giocavamo spesso all'orfanotrofio.-
    Alzai un attimo lo sguardo quando senti l'ultima parola che pronunciò. Ormai non ci pensavo quasi più alla mia infanzia in quel postaccio con quelle suore che se adesso me le ritroverei davanti, le sputerei in faccia, diciamo che, però, ero riuscito a superare il dramma del "oh mio dio non ho genitori", ma di certo ricordarlo non mi faceva fare i salti di gioia.
    Non dissi parola, non mi andava di far capire alle persone che ero un ragazzo adottato, così mi limitai a fare un sorrisetto abbassandod i nuovo lo sguardo, era strano incontrare qualcuno che aveva, forse, vissuto il mio stesso problema, ma chi mi diceva che tutti gli orfanotrofi facevano così schifo?
    "Semplice, la partita finisce quando lo decido io."
    Di certo l'avrei terminata prima di vederla quasi senza forze e morente a terra, il mio intento non era quello di farla stancare, questo gioco faceva divertire me e beh, anche se poteva risultare irritante per il giocatore dentro al riquadro, serviva ovviamente anche a lui, era un ottimo allenamento per sviluppare velocità di pensiero contro qualcosa che in meno di tre secondi ti potrebbe arrivare addosso!
    Osservai come Sarah fermava le palle, una dopo l'altra, se subito veniva colpita non mi sarei divertito e, soprattutto, non avrebbe confermato le sue grandi doti da donna prodigio. E l'ultima palla che le avevo mandato addosso riuscì a mandarmela contro e dalla velocità della palla se mi avesse colpito mi sarei fatto moooolto male!
    Queste dannate palle non le voglio più sentire sulla mia pelle, tralasciando che a me mi erano toccate quelle da 5 KG, e si, mi ero fatto abbastanza male!
    "Avifors"
    Presi in pieno il pallone che nel giro di un secondo si trasformò in graziosi uccellini che si posizionarono alle mie spalle canticchiando un po'
    "Bel tentativo, andiamo avanti."
    Mi apparve ancora il viso di Lilian in quel momento. Dannata. E mi apparse solo per un semplice motivo, era state lei ad insegnarmi l'Avifors. Durante un duello tra me e lei giusto per allenarci era riuscita a battermi con questo stupido incantesimo che mi fece distrarre e perdere la bacchetta.
    Feci alzare in aria ancora tre palloni, ma con un incantesimo non verbale prima di sollevarle in aria avevo reso un pallone invisibile con la disillusione per cui Sarah avrebbe dovuto vedere due palloni.
    I due palloni partirono insieme verso la sua direzione, ma stavolta non andavano dritti e spediti, con la bacchetta gli feci fare traiettorie storte che andavano a destra e poi a sinistra, su e giù, così da distrarre il mio avversario mentre nello stesso momento la palla disillusa la stava per colpire alle spalle.
    Non esiste correttezza fuori di qui, era, soprattutto, questo lo scopo del gioco.
     
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    Lo chiamavano l'uomo che dirigeva un concertino di uccelli. Che roba.
    Non commisi l'errore di togliere gli occhi dall'avversario: al secondo attacco furono due le sfere che schizzarono contro di me. Il moto era disordinato; non avevano una traiettoria fissa, tanto andavano in avanti seguendo un percorso rettilineo, tanto zigzagavano dall'alto verso il basso curvando lateralmente. Cominciavo a sentirmi spaesata.
    Non potendo restarmene lì imbambolata e lasciarmi attaccare come se nulla fosse mi giocai il tutto e per tutto indietreggiando nel quadrato osservando le sfere: dovevo beccare il momento esatto in cui fossero state nel mirino d'attacco in modo da respingerle contemporaneamente con un unico incantesimo. Non appena le vidi avvicinarsi pronunciai con decisione la formula:
    -Deprim-!- una botta, un dolore lancinante in mezzo alle scapole dietro la schiena e mi ritrovai buttata in avanti. Lasciai andare immediatamente la bacchetta e per attutire la caduta misi le mani davanti. Quando accennai ad alzarmi le altre due palle, in successione, mi colpirono di nuovo sulla schiena e poi sul braccio, costringendomi a stare di nuovo a terra. Alzai lo sguardo su Ramirez guardandolo pallida di rabbia. Sorrisi sarcasticamente al pensiero che poco prima mi aveva sorpreso non riceve colpi bassi, era proprio vero che spesso e volentieri era impossibile prevederli. Li stava solo riservando per il seguito!
    -Stronzo- borbottai in italiano, assottigliando gli occhi fino a farli sembrare due fessure. Di una cosa bisognava dargli atto però: prima di tornare all'attacco aspettò che mi alzassi e riprendessi la bacchetta. Erano passati quanto? Cinque minuti? Cominciavo ad avere già qualche difficoltà. Se avesse usato di nuovo palle invisibili? Dove la pigliavo la farina o qualsiasi cosa che mi permettesse di vederle e nel frattempo trovare il tempo e il modo di respingerle? Mi piegai sulle gambe tenendomi bassa in modo da poter scattare più agilmente. La situazione, se da un lato mi irritava da morire per il dolore e il fastidio provato ad ogni colpo incassato, dall'altro lato mi entusiasmava perché metteva alla prova le mie "abilità".
    Che il terzo round abbia inizio! Una sola sfera era visibile, il che significava che le altre due, o almeno una, se non si trattava di uno dei suoi trucchi per confondermi le idee e i sensi, erano camuffate con la magia: concentrarsi su quella visibile era uno spreco di tempo, dovevo capire il meccanismo con il quale mi indirizzava quelle non visibili. Puntai la bacchetta davanti a me, poco convinta, e formulai:
    -Specialis revelio!- prima che la palla visibile potè centrarmi in pieno il polso, facendomi cadere di nuovo la bacchetta a terra e strappandomi un'imprecazione, ebbi la sensazione di aver intravisto una striscia di gomma violacea a mezz'aria, non molto distante da quella visibile. Strano che, in ogni caso, il mio "istruttore" non ne avesse approfittato per tartassarmi con quelle restanti.
    Riafferrata la bacchetta la impugnai con l'altra mano, stringendo le dita attorno all'impugnatura fino a far sbiancare le nocche. Mi stavo seriamente incazzando.
    -Sono pronta!- Stessa situazione di prima: una visibile, le altre chissà.Respinsi quella che mi si fiondò di lato con uno scarso protego, ma l'altra... bacchetta fuori dal quadrato, faccia a terra e schiena dolente. Di nuovo. Sentii Ramirez ridere di gusto. Respira Sarah, respira. Muori Ramirez. Questa è la goccia!
    -Lo trovi divertente?- domandai sinceramente curiosa, il sorriso sarcastico che mi dipingeva il volto. I miei occhi le fiamme dell'inferno: ero nera.
    Mi alzai, ma non per proseguire l'allenamento. Ignorai le palle, il quadrato e la bacchetta di merda dirigendomi a passo spedito verso di lui. Passo che divenne rincorsa. Gli saltai addosso facendolo cadere col culo per terra, io sopra di lui, e gli azzannai il collo. Se stavo perdendo la ragione? Probabile!!
    -Come cazzo lo combatto un nemico che non vedo?!-
     
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