I lezione di Incantesimi - III / IV / V anno.

Confundus - Insomnium - Dolcisonium

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  1. Rick.
     
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    Non aveva una bella cera, aveva constatato osservando il colorito cadaverico del volto riflesso nello specchio. L’emicrania aveva cominciato a dargli tregua verso le prime luci del mattino: il tempo di lasciarsi vincere dal sonno e ad attenderlo di li a pochi minuti un’altra giornata piena di lezioni. Ripetere tutto il programma per Erik era una noia mortale, ma gli aveva garantito il vantaggio di poter smaltire in fretta il carico di compiti giornaliero per poter esplorare in autonomia il castello. In particolare, Erik aveva continuato ad osservare Marsilda scoprendo quanto fosse ristretta la sua cerchia di amicizie, limitandosi a roditori e tasse. Si era chiesto se non fosse necessario un ricovero immediato per il padre e se non fosse il caso di suggerirgli lo stesso reparto psichiatrico che aveva ospitato suo zio Castiel: vista l’ottima base di partenza non avrebbe potuto peggiorarne il quadro clinico ma se non altro Erik si sarebbe sbarazzato di un obbligo che non sentiva suo e che non stava portando a niente, se non a cose di poco conto. Ignorata la divisa della sua casata, Erik indossò l’uniforme nera di Durmstrang lasciando il mantello rosso sul letto: il clima scozzese non era così rigido da giustificarne la presenza.
    In aula se ne stette per lo più sulle sue, arrivando tra gli ultimi a prendere posto: rivolse un cenno di saluto prima alla tassorosso che aveva conosciuto in riva al lago nero, e subito dopo a Marsilda, alla quale dedicò un largo sorriso. Fittizio come il nome con cui si era registrato.
    A lezione iniziata, la sua attenzione fu catturata dapprima dalla moltitudine di oggetti accatastati al centro dell’aula, che preannunciavano un’ora movimentata, e in seguito dal professore che ne deteneva la cattedra. Quel nome non gli era estraneo: non erano mancate occasioni in cui la sua madrina lo aveva menzionato a tavola insieme agli altri traditori che sette anni prima si erano rifiutati di servire la causa purista, fu inevitabile domandarsi se si trattasse della stessa persona o di un caso di omonimia.
    -Perché no. Si prospetta un quarto d’ora divertente-, il ragazzo di Durmstrang si voltò verso la pittrice, che sostava poco distante accanto al gruppetto dei Grifondoro. Non dimenticava il colpo basso in dormitorio, né si sarebbe fatto scrupoli a restituirlo al mittente. Tuttavia, non fu contro di lei che puntò la bacchetta: lanciare l’incantesimo non verbale richiese non poca concentrazione, soprattutto considerato che quel giorno non era al meglio della forma, ma abbastanza perché gli effetti durassero almeno un paio di minuti.
    -Ti basta come risposta, McCormac?- Erik azzardò un commento impertinente, con la disinvoltura di chi non era interessato a probabili richiami in arrivo. Cedere alle provocazioni era naturale, inoltre lo scopo di quell’attacco non era semplicemente mettere in ridicolo il caposcuola: Erik stava cercando di separare Marsilda dal gruppo, e a giudicare dal modo in cui il McCormac accolse sotto la propria ala un componente diverso da quelli elencati nella propria fazione dedusse che l’incantesimo fosse andato a buon fine. Si avvicinò quindi alla Lavin, il tempo di ascoltare le indicazioni dell’esercizio prima di guardarli e tirare le somme. Trattenendosi dal ridere.
    -Ti trovo un po’ distratta, pittrice… non che sia una novità. Nel caso in cui ti sia sfuggito, i tuoi avversari sono dall’altra parte; cerca di tenerlo a mente per quando prenderai la mira-, commentò sarcastico, prima di afferrare Finnik per le spalle e frapporlo tra sé e l’esterno come scudo umano. Fu lui che colpì l’incantesimo del caposcuola ed Erik fu ben lieto di lasciarlo immediatamente alle amorevoli cure della sua amica.
    -Vi lascio soli per un po’. Buona fortuna, Finnik: ne avrai bisogno tanto quanto di un buon legale, se non intendi mantenerti lontano da lei ad almeno un metro di distanza-, il ragazzo approfittò del caos generale per dileguarsi in fretta: tra le cianfrusaglie trovò una chiave svolazzante, legata al catenaccio di un baule da una cordicella sfilacciata. Erik compì in aria lo stesso movimento che aveva visto fare al professore, e la chiave si imbizzarrì fino a liberarsi della corda, dirigendosi come impazzita a tutta velocità contro la Lavin e il suo partner. Erik si fece quindi strada verso il gruppetto di ragazze, deciso a separarle: fu a Marsilda che si rivolse dopo averla affiancata. Era pronto a colpirla nel caso in cui lei avesse deciso di giocargli un tiro mancino.
    -Pare che la mia squadra conti un componente in meno. Perché non ti unisci a noi?-


    -Castato un confundus non verbale a Logan
    -Usato Ralph come scudo contro il confundus lanciato da Logan <3
    -Incantato una chiave alata, che impazzita si dirige verso Astrid e Ralph
    -Chiesto a Marsilda di unirsi alla mia squadra


    Edited by Rick. - 13/10/2022, 16:07
     
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