I lezione di Incantesimi - III / IV / V anno.

Confundus - Insomnium - Dolcisonium

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  1. ‹ Astrid ›
     
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    – Chissà che cosa faremo oggi! Speriamo di iniziare con qualcosa di soft! – si rivolse a Ralph, saltellando versò l’aula d’incantesimi mentre lo teneva a braccetto, la cartella che le picchiava contro il fianco, facendo svolazzare i capelli su e giù. Quel giorno si sentiva particolarmente di buon umore; sentiva che nessuno avrebbe potuto spezzarle il “ritmo” (un po’ come nelle Follie dell’Imperatore).
    Insomma, che bello! Finalmente la sana movida al castello era ripresa, così come le lezioni… ok, quelle non erano poi così eccitanti. Però, però… dobbiamo dire che i professori erano… interessanti. Sì. Il signor Carter la colpì particolarmente per la sicurezza emanata dal suo tono di voce, il suo pugno fermo… risplendeva di “vi guiderò in quell’ostica avventura chiamata vita” in maniera quasi affascinante. No, ok, era affascinante. Il suo naso un po’ meno, però era particolare su di lui. Aveva un suo perché. Ma forse non dovrebbe fare così caso al suo aspetto. Né alla questione “affascinante o meno”. Quei pensieri facevano parte di una vecchia condotta da superare. Quegli occhi da cerbiatta che assumeva quando Carter si rivolgeva nella sua direzione dovevano essere assolutamente controllati, così come l’aria sognante con cui lo ascoltava parlare. Anche perché, quando si distoglieva dalla sua parlata profonda, da uomo vissuto, con la coda dell’occhio non poteva ignorare certo lo sguardo nervoso di Ralph, che dopo tutto ciò che gli aveva raccontato non vedeva esattamente di buon occhio la sua attenzione stranamente sintonizzatissima verso quella lezione, che altro non era che apparente: in realtà Astrid non poteva fare a meno di immaginarlo in qualche operazione super figa da Auror – che a quanto aveva sentito era il suo lavoro precedente –, agitando la bacchetta come un maestro d’orchestra e facendo fuori trenta nemici in un colpo solo. Robe che neanche nei miglior film d’azione, arraffando solo parole sparse da ciò che gli usciva dalle labbra. Poco importava se quei film mentali fossero, con estrema probabilità, molto lontani dalla realtà; rendevano quella lezione estremamente più interessante. Anche se tutto ciò che vedeva al momento era solo una grande aula ridotta nel più totale caos, come se fosse stato organizzato un party hard per soli folletti della Cornovaglia durato almeno nove ore. Aveva fatto tutto da solo, il professor Carter? In effetti aveva un non so che di…artistico…concettuale…la disposizione pazzah degli oggetti magari aveva un senso nella sua testa…tutto da scopri-
    No, era solo un campo di combattimento per una lotta a suon di… Confundus. Astrid lanciò uno sguardo fulmineo (e fulminante) alla volta di Rick, che per un’orrenda sinergia astrale quel giorno sarebbe stato… in quadra con lei. E Ralph, e Fry… l’unica femminuccia, insomma, in un mare di testosterone. Le “lotte” non facevano esattamente per lei, però ai ragazzi queste cose gasavano, andiamo… sarebbe stata in una botte di ferro con loro. Forse.
    Comunque lo conosceva, quell’incantesimo. L’era stato insegnato dalla madre all’inizio dell’adolescenza, come metodo di auto-difesa contro i malintenzionati. Era stato duro da imparare, ma la sua bacchetta doveva essere abbastanza stramba da essere in sintonia con quel tipo di incantesimi strambi, e se presa da molta paura, l’incantesimo le riusciva anche abbastanza bene. Questo perché la paura, come la rabbia (sentimenti che non provava poi così spesso), le infondevano una maggiore prontezza mentale, donatale dal suo corpo per semplice spirito di sopravvivenza, probabilmente. Le era stato utile anche con Rick, nei sotterranei, anche se fino a un certo punto… era un peccato, dunque, che fosse nella sua squadra: lanciarglielo una seconda volta sarebbe stato soddisfacente più della prima, considerate le diverse circostanze.
    – Purtroppo… neanche tu mi sembri molto sveglio, oggi, comunque… vedo che hai sbagliato divisa. – sibilò acida al serpeverde, constatando poi che Fry si trovasse poi con gli altri. Glielo avevano rubato? Che razza di gioco era, quello?
    L’altra Corvonero aveva l’aria di tramutarti in pietra come Medusa, qualora avessi incrociato il suo sguardo… quindi no, questo cambio di coppie non le stava affatto a genio. Bastava già quel maledetto Rick. -20 punti in meno al professore per quella geniale idea.
    Quindi Astrid decide di andare a riprenderselo. Fry, intendo. Peccato che a quel punto la lezione fosse praticamente iniziata e non fece neanche il tempo a raggiungerlo, che si voltò solo per vedere Rick che usava Ralph come scudo. ”Quel maledetto… lurido…schifosopezzodisterco.”
    – Che diamine stai facendo??! – sbraitò contro il serpeverde, cercando inutilmente di afferrare Ralph per un lembo della divisa… ma quello se ne andò altrove, chiamando un pollo col suo nome. – … io ti ammazzo. – aggiorniamo il punteggio: -1020 punti al professore per quell'idea di merda. Urgeva vendetta. Quindi allungò la bacchetta contro Rick, ora di spalle, sferrandogli un “Confundus” a tradimento. – Ops… ho preso male la mira. – disse con aria noncurante passando accanto al riccio, – Tutto questo mi dà una sorta di deja-vu… – l'onore del proprio uomo prima di tutto. Ma bastò quel poco per perdere di vista Ralph, che era già sparito. E lei era scoperta. Oh cacchio. Quindi decise di piegarsi per infilarsi sotto la prima cosa che vide a tiro: un tavolo con una lunga tovaglia. Quindi si nascose lì sotto, osservando la situazione facendo sbucare un occhio celeste da una piccola fessura tra un lembo e l’altro.
    Ci volle poco affinché la situazione degenerasse. Da sotto il tavolo si sentivano le grida più disparate, frasi senza senso… compresa una voce maschile molto antipatica che non sapeva proprio a chi appartenesse. Poi la sentì avvicinarsi… eccola: si trovava davanti al tavolo, e usava una lingua strana… Astrid alzò in fretta la tovaglia, pronta a castare un secondo confundus, quando notò che la voce non provenisse altro che da un dipinto che doveva esser stato lanciato, scivolando per la stanza a faccia in su.
    – ANGARD! CHI ERES TU?? SOLEVAME! SOLEVAME! ME SIENTO COMO TAPEDO! POTREBERO BUGARME! QUE MALA SITUASIÒN! –
    – Oh santo cielo STA ZITTO, mi farai scopri-… – fu colpita da un incantesimo dritto sulla testa e si accasciò per un attimo. Poi strisciò lentamente a pancia in su, aprì gli occhi e si mise a strisciare fuori dal suo nascondiglio per tutto il pavimento, come un verme appena nato (?), tirando con sé la tovaglia (facendo cadere in modo sparso tutto ciò che stava sopra) sulla quale si rotolò come un involtino raccattando varie cose lungo il tragitto, come il come un paralume color salmone caduto per terra, che mise in testa, di sbieco. Strisciando a casaccio, a un certo punto si ritrovò accanto a Ralph, ricoperto di piume e rosso di uovo. – Ralph, guardami! Sono un verme fèscion! – si vantò del proprio look, completandolo con un paio di piume che infilò in mezzo alla sua lunga treccia, ridendo. Poi portò la bocca a “o” notando un candelabro sopra una sedia, che afferrò avidamente; si lanciò in piedi, alzando il candelabro come un calice d’augurio o un trofeo, gridando a tutti – SONO ORA LA CRACCHIA DELLA LIBELLULA! – e ne era così fiera che non potete immaginarlo. Poi vide sbucare Friday di gran carriera in braccio a Ralph, come un cavaliere che avesse appena salvato la sua Raperonzolo. – RAPUZZONZOLO! EVVIVA GLI SCHIOPODI! – forse voleva dire “gli sposi”… comunque… già detto che la situazione stava degenerando, sì?



    Ammirato con gli occhi adotanti il professore, interagito con Ralph e Rick, nominati Friday, Marsilda, Logan. Cercato di recuperare inutilmente Friday, vendicato il suo moroso castando un confundus su Rick (che goduria... ops), nascosta, colpita da un confundus e iniziato a fare e dire cose strane.
     
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