"Juss-Tess League" and other drugs

- Justin e Teresa -

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    Tu ragioni troppo, Teresa! sbotto ironicamente con la più cara amica che io abbia trovato in questo castello, mentre insieme trotterelliamo verso il laboratorio di Pozioni che sarà sorvegliato per tutto il sabato mattina per i nostri esperimenti e compiti pratici.
    Pensi davvero che chi ha inventato una qualsiasi pozione sapeffhe già cosa voleva inventare, cosa metterci dentro e quali effetti avrebbe avuto?
    Da quando ci siamo accorti di possedere entrambi un punto di forza nella preparazione delle Pozioni, abbiamo discusso per giorni riguardo una possibile idea da mettere in pratica per la creazione di un preparato tutto nostro.
    Solo che la mia Cip è davvero troppo razionale e deve vagliare prima ogni singola opzione, prevedere ogni singola eventualità, decidere e pianificare, pianificare e decidere.
    Viviamola con un po' di fhpirito di avventura, non dobbiamo mica fare una pubblicazione scientifica o ammaffhare qualcuno!
    Entriamo nel laboratorio, firmiamo la nostra presenza e mi sembra un sogno poter avere a portata di mano l'intera dispensa degli ingredienti meno pericolosi a cui attingere, scaffali e scaffali di libri da consultare alla ricerca di effetti da poter combinare insieme e, per una volta, nessun conto alla rovescia da dover rispettare per concludere una preparazione prima dello scadere dell'ora prevista.
    Siamo nel Paese delle Meraviglie, Cip, godiamocelo con la paffhia del Cappellaio Matto!
    Per me che fino a tre mesi fa il massimo del divertimento era giocare con le provette nel laboratorio di chimica e progettare robot da combattimento con il frullatore e l'asciugacapelli, potermi trovare nelle antiche segrete di un castello secolare ad escogitare l'invenzione di una pozione magica è un'esperienza elettrizzante ed unica, chissà se Tess riesce a rendersene conto. Per un Nato Babbano, tutto è una novità, ogni angolo su cui posare lo sguardo una scoperta di cui meravigliarsi... E lei è la persona che sento più affine al mio modo di essere, la sola con cui potrei condividere queste esperienze con lo stesso spirito di avventura!
    Comunque è da qualche giorno che sei fhtrana... Sei sicura di fhtare bene? Lo sai che puoi dirmi tutto.
    Ed è molto più facile chiederlo a lei che a Feyre, che invece mi evita da un po' senza che io abbia idea del motivo e senza che io abbia realmente il coraggio di provare a scoprirlo.
     
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    A volte trovava davvero esasperante Justin. Non bisognava fraintendere però: lo considerava come il suo fratello minore, lo adorava alla follia e avrebbe mosso mari e monti per proteggerlo. Questo però non lo rendeva meno irritante quando sembrava non capire il punto.
    “Io ragionerò troppo, ma tu non ragioni abbastanza!” sbottò, per l'ennesima volta, ormai stufa di quella conversazione che continuavano ad avere da giorni. Non riusciva proprio a comprendere dove fosse finito lo spirito di sopravvivenza di Justin, sembrava comportarsi da Grifondoro in quel momento, più che da Tassorosso.
    “Direi di si?!? Non puoi iniziare a mischiare ingredienti a caso Jus, l'unica cosa che ottieni è che ti esploda tutto in faccia. Bisogna almeno sapere cosa si spera di ottenere e mischiare le giuste... Si tanto non mi ascolti”
    Esasperata, per l'appunto. Come poteva fargli comprendere che le pozioni non erano come la pasticceria? In cucina se mischiavi ingredienti a caso al massimo faceva schifo la preparazione finale, non montava o non lievitava, ma se in pozioni mettevi due ingredienti contrastanti nello stesso calderone o non mischiavi il giusto numero di volte rischiavi venisse fuori un veleno, o peggio, una cosa esplosiva. Non voleva rischiare così tanto la vita nemmeno per il così detto spirito di avventura che tanto acclamava il suo compare.
    “Finiamo per ammazzare qualcuno se non stiamo attenti... noi! E senza offesa, ho già preso il due di picche da Vanya, non ci tengo a tornare lì tanto presto” era ancora un po' arrabbiata con l'infermiera della scuola, anche se doveva ammettere che non avesse fatto nulla di male. Era solo un brutto periodo, uno in cui sembrava andarle tutto storto e non riusciva a far andare niente per il verso dritto. Combinava solo guai su guai e iniziava ad essere stufa di essere odiata da tutti.
    Un sospiro le uscì dalle labbra mentre osservava il ragazzo guardarsi attorno meravigliato. Da un lato lo capiva, non avesse avuto il pessimo umore che le costringeva il petto come una morsa sarebbe stata anche lei molto più attiva e frenetica, alla ricerca di tutti gli ingredienti rari che riuscisse a trovare, cercando di capire come mischiarli per ottenere la pozione più figa del mondo. Non era solo in vena, aveva troppi pesi sulle spalle, troppo malumore che le tingeva la giornata di blu. Teresa di pessimo umore era una Teresa rabbiosa e non voleva riversare le sue frustrazioni su Justin, soprattutto visto che lui era uno di quelli che aveva ferito senza volerlo... Non che glielo avesse ancora detto, stava solo aspettando il momento giusto. Che a quanto pare era ora, visto che il piccolo Tasso era più attento al suo malumore di quanto pensasse.
    “Jus io...” non sapeva come dirglielo. Aveva paura che la odiasse, che anche lui iniziasse ad urlarle dietro che era una pessima persona che non sapeva come parlare con gli altri. Karen e Ralph erano stati abbastanza chiari a riguardo. “Ho fatto un pasticcio e ho paura che ti arrabbi”
    Non voleva avere oggetti tra le mani quando glielo avrebbe detto... Anzi, non voleva che lui avesse oggetti tra le mani, altrimenti finiva con un calderone lanciato sulla testa o un coltello infilzato da qualche parte. E se lo meritava, ad essere onesta.
    “Avevo le migliore intenzioni, lo giuro, solo che... SonoandataaparlareconFeyre” l'ultimo pezzo uscì talmente veloce che nemmeno lei era sicura di aver detto tutte le parole giuste. Si rigirò una ciocca di capelli tra le dita, nervosamente, guardando di sottecchi il ragazzo per vedere se qualcosa l'avesse capito o se doveva ripetere... No, non doveva fare la vigliacca, doveva dirglielo e prendersi la giusta punizione.
    “Sono... Ho parlato con Feyre, qualche pomeriggio fa. Le ho chiesto che intenzioni avesse con te, perché non voglio vederti soffrire Jus e sei sempre così felice quando la vedi e lei è più grande e magari ti stava solo illudendo...” si mordicchiò il labbro, guardandolo per cercare di capire la sua reazione. Ormai il danno era fatto, tanto meglio finire il discorso e aspettare il verdetto finale.
    “Fey è andata un po' in crisi e adesso sta evitando un po' tutti... Mi dispiace Justin, non volevo combinare un pasticcio, non volevo vederti soffrire, tutto qui...”
    Inutile giustificarsi o cercare di addolcire la pillola. Aveva fatto un disastro e adesso ne doveva pagare le conseguenze, punto e stop.

     
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    Sbuffo soffiando aria dalle labbra con un suono molto simile a quello delle pernacchie emesse dalla mia bacchetta, sollevando gli occhi al cielo.
    Oh per la Peppa, ma perché devi trasformare tutto in una fhpecie di catafhtrofe? Quefhto si chiama metodo empirico, regifhtri i dati che offhervi e vai avanti per prove ed errori! Cosa dovrebbe efhplodere se usiamo roba come...
    Getto una rapida occhiata all'unico armadietto degli ingredienti dal quale possiamo attingere anche senza la guida di un docente. Voglio dire, non sarà un caso se il contenuto di questi scaffali è il solo che non sia protetto da incantesimi e parole d'ordine conosciute dal professor Korko e nessun altro!
    Sono sicuro che niente, di ciò che è qui, avvelenerebbe qualcuno o ci esploderebbe in faccia tanto da causarci momenti terribili in infermeria.
    Ecco! Aculei di porcofhpino. in quale universo sono efhplosivi? O i pungiglioni di Billywig effhiccati o la camomilla...
    Continuo a percorrere con il dito i vari barattoli, leggendone di volta in volta le etichette e storcendo il naso alla vista di alcuni dei contenuti.
    Comunque ok, per me va anche bene trovare il compromeffho e fare un po' anche a modo tuo. Per esempio: per preparare una pozione contro i difetti di pronuncia come la mia effhe, cosa userefhti?
    Torno da lei ed estraggo dalla cartella un taccuino ed un astuccio pieno di matite di vari colori, deciso a non voler usare piuma, inchiostro e pergamene più del necessario, visto che perdo molto più tempo a rifare i compiti perché si riempiono di macchie che non a completarli di per sé.
    Prometto che se poi finifhco in infermeria me la prendo io la responsabilità con Vanya. A proposito, non mi hai ancora detto che è succeffho... E' per quefhto che ultimamente sei così giù?
    Sono un cretino, ecco che cosa. Un cretino insensibile che "tanto non la ascolta". E' vero, me lo ha detto anche poco fa... Il fatto è che per tutta la vita sono stato talmente sommerso dai miei problemi e senza amici che mi confidassero i loro, che devo ancora prendere l'abitudine con questa novità.
    Però quanto meno ci sto provando, a rimediare e ad imparare ad essere un buon amico... Perché una cosa è certa, adesso che ho delle persone al di fuori della mia famiglia che mi vogliono bene e a cui voglio bene, non intendo perderle.
    All'improvviso, però, Teresa mi guarda con l'espressione più seria che io le abbia mai visto sul bel viso sempre allegro e solare. Mi acciglio, curioso di sapere che pasticcio potrebbe mai aver combinato, tale da farmi arrabbiare.

    SonoandataaparlareconFeyre

    Sul momento non capisco niente, al di fuori dell'ultima parola... Quella è chiarissima, è tutto ciò che l'ha preceduta che ancora non mi suona tanto bene. E poi sono io quello che parla strano, forse una pozione per correggere i difetti di pronuncia servirebbe anche a lei...
    Tu con Feyre che cosa?! ripeto, sperando che Tess riesca a spiegarsi meglio e che io, nonostante l'ansia e l'improvviso groppo in gola riesca a capire.
    E capisco. Cioè, capisco cosa ha fatto, ma è qui che tutta la mia comprensione si esaurisce, perché non ho idea né del perché, né di cosa sperasse di ottenere o di che accidenti le importasse.
    Ad ogni parola, il naso si arriccia sempre di più e le labbra si schiudono in un'espressione sempre più incredula, finché alla fine sono talmente accigliato e privo di riferimenti che è come se Teresa mi avesse appena fatto ingoiare il limone più aspro del mondo.
    Quindi mi fhtai dicendo che se non vedo Feyre da tre giorni e non ci parlo da una settimana perché come mi vede fhcappa come se io aveffhi la Fhpruffholosi... La colpa è tua?
    Sono calmo, fin troppo calmo, ma probabilmente il motivo è che voglio troppo bene a Teresa e voglio davvero essere sicuro di aver compreso fino in fondo, prima di iniziare ad inveire.
    Ma porca puttana, Cip... Ma... Perché? Cioè, io non ti ho chiefhto niente di tutto ciò... Che cosa le avrefhti detto di preciso? E per la cronaca...
    Mi indico il viso con entrambi i pollici.
    Quefhta è la mia faccia quando soffro! Ti sembra uguale a quella che avevo cinque secondi fa?
     
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    “Aculei, pungiglioni... Non ti danno l'idea di pericoloso? E ti ricordo che gli aculei di porcospino se li metti al momento sbagliato nella pozione per i foruncoli te li fa venire invece di toglierli! Quindi si, la vedo in modo catastrofico perché forse se uno dei due bilancia la positività dell'altro portiamo a casa la pelle!”
    Non aveva colpe il povero Justin per il malumore della Tassa. Doveva darsi una calmata e non saltargli così alla gola, si stava ripetendo la lezione di recupero di Pozioni dove lei faceva la maestrina e dava indicazioni a tutti. Doveva solo rilassarsi... Ma come poteva con tutto il casino che aveva in testa?
    “Scusa Jus, hai ragione, compromesso. Non credo che si possa togliere con una pozione sai? A meno che non sia un problema di tensione muscolare e allora userei del biancospino o della valeriana... Magari dello stridiosporo insieme, cioè, serve a far perdere la voce, ma magari con il giusto mix fa perdere solo parte della voce, quindi il difetto...” quando iniziava a teorizzare non finiva più, pozioni le piaceva perché metteva insieme le sue due materie preferite, erbologia e cura, e aumentava il divertimento perché potevi creare davvero qualsiasi cosa. Non pensava di avere la testa per essere una pozionista con i fiocchi, era troppo prudente, come aveva detto bene Justin, ma a livello teorico era divertente ipotizzare mille cose. Poi non aveva il coraggio di metterle in pratica però.
    “Che è successo? Niente, mi sono dichiarata, mi ha detto che sono troppo piccola e che non vado bene per lei e io mi sono arrabbiata. Fine del discorso, non c'è altro da dire” le faceva ancora male parlare della donna, era la prima volta che aveva sentito davvero il cuore spezzarsi, anche se era perfettamente consapevole che non era vero amore, solo un'infatuazione. Non la conosceva, non poteva provare veri sentimenti per lei, eppure ad ogni suo rifiuto, ad ogni suo tentativo di spiegare il perché il suo cuore si era fatto sempre più piccolo e dolente, esplodendo poi in rabbia e frustrazione che non le era mai passata.
    “Ma non è quello Jus... sono successe così tante cose ultimamente che sono solo un po' fuori fase” non gli aveva raccontato di cosa era successo in quei giorni di assenza il mese scorso, non gli aveva raccontato della visione del passato e di come era crollata tra le braccia di Friday. Quello era un lato di se che non voleva condividere con nessuno, non voleva rivivere gli orrori di quella notte e preferiva dimenticare, se possibile.
    Ma a questo punto era quasi meglio parlare di quella notte che non aver a che fare con la faccia tutt'altro che felice di Justin. Beh, lo sapeva di aver fatto un disastro, adesso doveva pagarne le conseguenze e tentare di spiegare cosa le era passato per la testa... Spoiler, niente.
    “Lo so Justin scusami, davvero, stavo solo cercando di fare la cosa giusta... Sei come un fratello per me, non potevo non capire che intenzioni avesse! Ti guarda come fossi un cucciolo! E con i cuccioli non stai insieme, li guardi e li accarezzi, ma poi torni dal fidanzato...” pessimo esempio? Non aveva idea se Justin avrebbe apprezzato l'essere paragonato ad un cucciolo, ma un po' lo era per lei, non per la sua età, alla fine avevano neanche un anno di differenza, ma perché era così gioviale e senza macchia... Voleva preservargli quella gioia di vivere che non vedeva in qualcuno da tanto tempo.
    “Quindi le ho parlato e lei mi ha detto che... Insomma, che...” dannazione, non voleva tradire la fiducia di Feyre, non sapeva cosa si fossero detti sulla torre di Astronomia, quindi non sapeva se gli avesse parlato della sua paura di legarsi a qualcuno. Cosa fare? “No, non posso dirti cosa ci siamo dette, è tra noi due e basta, ma so del patto che avete fatto e le ho fatto notare che non era giusto nei confronti di entrambi, perché non potete sapere cosa succederà da qui a quattro anni... Solo che non l'ha presa benissimo ecco”
    Sperava che Justin non se la prendesse per la scivolata di Feyre nel rivelare quella cosa, non voleva che ci fossero problemi tra i due, non sapeva se fosse un segreto o meno, ma gliel'aveva detto lei e non era personale, quindi sentiva di poterlo condividere con il ragazzo, visto che lo riguardava.
    “Non per te Jus, ti vuole bene, questo è chiaro, solo che deve capire cosa vuole per se stessa. Deve solo pensare un attimo e poi torna, ne sono sicura, ma se ti consola non credo che porterà brutte notizie, non è che l'ho fatta scappare sai, ho solo cercato di darvi una mano”
    Alzò la mano prima che potesse interromperla perché si, sapeva perfettamente che non erano cavolacci suoi e che si era messa in mezzo per niente e senza richiesta di nessuno. L'aveva capito, grazie tante, ma ormai il latte era versato ed era inutile piangerci sopra.
    “Lo so che non me l'hai chiesto e che mi odi per essermi messa in mezzo, l'ho capito, però non credo di aver fatto una cosa così sbagliata! Se andassi dietro ad una persona che non sai che intenzioni ha con me non ti verrebbe da chiederglielo per aiutarmi?”
    Sperava che riuscisse a capire che non erano cattive intenzioni le sue, era solo un po' troppo protettiva ed impicciona, una caratteristica che doveva cercare di smorzare perché le stava procurando solo guai con i due Tassorosso che amava di più.

     
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    Sul serio, non riesco a capire se questo lambiccarsi continuamente il cervello sia una cosa tipica delle ragazze in generale o solo di Teresa. Ci sono questi luoghi comuni sul fatto che i ragazzi abbiano una mente semplice e onestamente non mi sono mai piaciuti, ma davvero, se l'opposto di questo significa crearsi delle complessità inutili sono felicissimo di essere un maschio e di avere un mononeurone. Però, appunto, magari questa non è una caratteristica di tutti i ragazzi ma soltanto mia.
    E come funziona, poi, per vedere se ha fatto effhetto? Devi ripetere fhtridiofhporo davanti allo fhpecchio tre volte come per invocare Bloody Mary? Comunque potrebbe effhere un punto di partenza... Grazie per i suggerimenti!
    Figuriamoci se avrei mai pensato allo stridiosporo, io che non lo so neanche pronunciare... In combinazione con il biancospino, poi. Cos'è, una specie di scherzo?
    Tuttavia, Teresa è già fin troppo nervosa e giù di morale perché io possa darle contro anche sulla preparazione di questa benedetta pozione sperimentale... Se fare a modo suo la farà sentire un po' meglio, allora faremo a modo suo!
    Sono così galante da non infierire neanche sul suo sfogo legato a Vanya, la strega dell'Infermeria del castello... Insomma, che si aspettava? Che le dicesse di scappare insieme su un cavallo bianco verso il tramonto? E' ovvio che sia troppo piccola, come del resto io lo sono per Feyre, non è che arrabbiandosi si risolve il problema.
    Non è che ti piacciono fuori dalla tua portata perché hai paura di uno o una che potrebbe fhtarci per davvero? Voglio dire... Vanya... E quella musona della Carter di Cura... Trovatene almeno una sotto i vent'anni.
    Ecco, questo è tutto ciò che ho da dire al riguardo, non c'è altro da aggiungere. Del resto, anch'io dovrò ampliare il raggio dei miei radar verso ragazze della mia età... Non che mi interessi, poi, l'amore non è una priorità vitale, soprattutto dopo il bacio di Feyre, che potrebbe bastarmi per farmi essere a posto da qui ad altri cento anni.
    E forse dovrò farmelo bastare davvero, perché quello che ha fatto Teresa non mi farà vedere più la Corvonero neanche con il telescopio che mi ha smontato quella sera nella torre di Astronomia!
    Ma una mano a fare che, Teffh! Io non volevo una mano, era tutto sotto controllo! Per le chiappe di Tofhca, almeno chiedi prima di fare caffhate di tefhta tua!
    Mi strapperei i ricci ad uno ad uno, se non fosse che poi, pelato, sarei ancora più disperato.
    Guarda che non abbiamo mica detto che tra quattro anni ci dobbiamo fhposare! Che intenzioni deve avere? Lo so già che non ho fhperanze con lei, era solo divertente pensare che quando sarò abbafhtanza grande da poterci provare lei potrebbe fhtarci. Potrebbe! Chi ha mai parlato di certeffhe? Era un gioco, una cosa leggera... E l'hai trafhfigurata in un incudine prima di gettare la mia amicifhia con Feyre nel Lago Nero!
    Possibile che Teresa non capisca che per me era già tantissimo che Feyre non cambiasse strada schifata alla mia vista o che non ridesse di me solo incrociando il mio cammino? Adesso addirittura lei lo evita!
    Mi volto verso gli scaffali ed inizio ad afferrare barattoli a caso, solo per il bisogno di tenermi impegnato in qualcosa, senza guardare neanche cosa sto facendo. Li sbatto letteralmente sul bancone uno per uno, così come un attimo dopo faccio per la bilancia d'ottone e per il calderone che estraggo da una grossa dispensa, rovesciandone almeno altri quattro sul pavimento con un fracasso infernale.
    Se tu andaffhi dietro ad una persona, intanto chiederei a te che cosa vorrefhti che faceffhi... Come la prenderefhti, se ti diceffhi che sono andato a parlare con la tua Vanya per chiederle le sue intenzioni con te? Che senso ha?
    Apro un barattolo per prendere una manciata di qualcosa che potrebbero essere occhi di pipistrello per pesarne un po' nel piattino della bilancia, ma l'intero contenitore mi scivola dalle mani e finisce sul pavimento, frantumandosi mentre migliaia di occhi di roditori volanti morti ci fissano da ogni angolo.
    E che caffho!
    E mi metto a saltare, spiaccicandoli tutti con somma e perversa soddisfazione.
     
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    “Spiritoso Jus, davvero spiritoso. Ovvio che bisogna testarla poi, ma mi sentirei più tranquilla sapendo che nessun ingrediente è nocivo...” forse non era la giornata giusta per provare a fare quella pozione, Teresa era troppo nervosa e preoccupata e Justin sembrava avere anche lui un po' di nervi scoperti.
    Si irrigidì alla supposizione del ragazzo. Non aveva nessuna intenzione di analizzare il perché le piacessero solo persone che sapeva non avrebbero mai ricambiato, era un pensiero che aveva già fatto in passato e l'aveva subito scartato come se fosse un insetto fastidioso. Un po' come il pensiero di gelosia verso André che il piccolo Tasso le aveva suggerito a lezione di Cura... Aveva troppo il vizio di puntare sui suoi lati deboli, dire cose che si rifiutava di dire a se stessa e mettergliele lì, in bella vista, pronte per essere analizzate e interiorizzate. Non poteva e non voleva farlo però, quindi continuava a glissare, a negare l'evidenza quando sapevano benissimo entrambi che quella era la realtà dei fatti.
    “No, mi piacciono proprio perché sono mature, dovresti capirlo anche tu, o sbaglio?” colpo basso Teresa, specie dopo il danno che avevi combinato. Perché era così cattiva? Perché sembrava voler allontanare tutti in quel periodo? Forzava, spingeva e pungolava fino a che la cosa non esplodeva, lasciandola nel torto marcio e con la coscienza sporca. Non riusciva ad uscirne da sola e non riusciva nemmeno a parlarne con nessuno, si sentiva incastrata in una pelle troppo stretta, una che non le piaceva, ma che non sapeva come cambiare. Sarebbe arrivato il punto di rottura, non serviva una visione per dirglielo.
    “Non ho buttato la tua amicizia con lei nel lago!” stava iniziando a scaldarsi anche lei, anche se non ne aveva il diritto. Era nel torto marcio, inutile che cercasse di giustificarsi in tutti i modi possibili, era stata impulsiva e aveva fatto danni, punto. Però non tutto il male era per nuocere e dopo la chiacchierata con Feyre era sicura che il rapporto tra i due si sarebbe intensificato, non affievolito, ma come poteva dirglielo senza tradire la fiducia di Fey? “E ti prego, abbi un po' più di autostima Jus... Sei dolce, simpatico e intelligente, sei un buon amico e sei sempre pronto ad aiutare le persone, cosa c'è da non amare in te? Non dire che non hai speranze con lei perché ne hai eccome!”
    Quella era una cosa che capiva del suo amico, ma non riusciva ad accettare. Anche lei, per come era cresciuta, aveva problemi d'autostima, vedeva il peggio in se stessa. Sapeva che anche Justin era stato vittima di bullismo e di prese in giro, vuoi per il suo aspetto o per la sua pronuncia, ma Teresa in lui vedeva solo cose belle, non poteva accettare che si buttasse giù così. Quindi capiva da dove arrivava, ma non lo voleva accettare.
    “Non saresti mai arrivato a farlo perché lo sappiamo entrambi che non avrebbe mai dimostrato interesse nei miei confronti! A differenza di Fey che invece ne dimostra!” si trovò ad urlare, punta sul vivo sul discorso che non voleva tirare fuori. Vanya era e sarebbe sempre stata inavvicinabile, il sogno impossibile di una ragazzina che aveva bisogno d'amore, ma non sapeva come ottenerlo. Tra Justin e Feyre era diverso, lei aveva mostrato interesse nei suoi confronti, ma come farglielo capire se si era fissato che la sua situazione era identica a quella di Teresa con Vanya?
    “Cazzo Justin fermati!” lo prese per una manica, tirandolo via da quei poveri ingredienti frantumati a terra. Aveva visto il suo muoversi nervoso, il prendere le cose a caso per tenersi impegnato. Non si era intromessa perché sapeva che era un modo per tenere la calma, ma mettersi a saltare su una cosa già rotta era un po' troppo, era il momento di intervenire.
    Gli mise entrambe le mani sulle braccia, cercando di tenerlo fermo, anche se sapeva benissimo che avrebbe potuto liberarsi in qualsiasi secondo, non solo era più alto di lei, ma lei non stava nemmeno esercitando tutta questa forza. Non voleva imprigionarlo, voleva calmarlo.
    “Lo so che sei arrabbiato e hai tutti i diritti di esserlo. Ho fatto una cazzata, non ho pensato prima di agire e non ho chiesto prima a te... Puoi odiarmi quanto vuoi, se non vorrai parlarmi per un pezzo lo capisco e... Lo accetto” accettare era una parola grossa, ma cosa poteva fare? Non poteva chiedergli di non odiarla, non se lo meritava “Però ti prego, credimi solo su una cosa. L'ho fatto perché ti voglio bene. Sei il mio miglior amico...”
    Sentiva le lacrime che le pizzicavano gli occhi, ma si rifiutava di farle scendere. Non era lei la vittima qui, non voleva che lui si sentisse costretto a perdonarla solo per quelle. Eppure avrebbe tanto voluto piangere e urlare perché il mondo le stava cadendo a pezzi attorno e non sapeva come rimetterlo insieme.

     
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    L'elettricità è nell'aria da giorni, la percepisco come si percepisce un temporale in arrivo.
    Teresa è talmente solare e piena di vitalità ed energia, che è impossibile non rendersi conto dei nuvoloni neri e carichi di tempesta che si addensano in fondo all'orizzonte dei suoi occhi scuri.
    Si capisce dalle sue frecciatine taglienti, dal modo in cui si pone sulla difensiva, dall'inquietudine che la spinge a fare, a fare, a strafare, pur di non soffermarsi un attimo a fare un respiro e a fermarsi da tutto per riorganizzare le idee.
    Se io fossi come lei, probabilmente prima o poi esploderei... E anche lei rischia di fare lo stesso. Per questo mi mordo la lingua e mi limito a scuotere la testa, quando accenna ai gusti per le donne mature e al fatto che dovrei capirla meglio di chiunque altro.
    Insomma, a me piace Feyre perché è Feyre, non perché è matura. Non mi sono mai aspettato niente da lei, né l'ho mai preteso o anche solo vagamente sperato... Mi piace e basta, ma non escludo che potrebbe piacermi anche qualcun'altra.
    La situazione, però, è tragicamente degenerata e adesso non conta neanche più recriminare su quanto siano profondi i miei sentimenti per la Corvonero. Per le pluffe di Tosca, era quasi meglio quando ero sicuro che la bellissima Starfoll non mi avrebbe degnato nemmeno di uno sguardo!
    Senti, non mi importa di avere fhperanze! A cosa mi servirebbero, adeffho? A farla vergognare di farsi vedere in giro con uno di tredici anni? A farmi perdere la verginità tra sei mesi per poi farmi ridere dietro e mandare a quel paese? Magari per me è meglio convincermi della poffhibilità di rimandare tutto di qualche anno, no? E se poi non doveffhe succedere niente neanche allora, chi se ne frega! Nel frattempo io Feyre saremo stati ottimi amici...
    Adesso, invece, chi ce l'avrà il coraggio di guardarla ancora in faccia? Anche se Teresa non ha buttato volontariamente la nostra amicizia a picco nel Lago Nero, sono io che preferirei farlo piuttosto che affrontarla su un piano così serio ed importante... Non c'è niente tra di noi, niente! Ci siamo solo tenuti per mano, abbiamo parlato, siamo stati meravigliosamente vicini e ci ho guadagnato un bacio che ancora brucia sull'angolo delle mie labbra. Cosa potrei volere di più? Rovinerei sicuramente tutto, se alimentassi chissà quali speranze!
    Feyre è mia amica, esattamente come lo sei tu! Mi piace, ma so bene quali sono i confini di ciò che poffho o non poffho avere con lei. Non sono pronto ad oltrepaffharli e non dovevi farlo neanche tu, Teresa!
    Sono state queste, le mie ultime parole, prima che i miei gesti convulsi prendessero il sopravvento e si accendesse la mia modalità "Hulk spacca!" con gli occhi di pipistrello, che si spiaccicano sotto i miei piedi in una poltiglia nerastra, con uno scricchiolio inquietante.
    Poi, timidamente, le mani della mia socia scoiattolo e compagna di avventure si posano sulle mie braccia e la vedo... La tempesta che le oscura lo sguardo con le prime gocce di pioggia.
    Le lacrime iniziano a scenderle lungo le guance e io non capisco più niente... Ho fatto piangere una ragazza. E non una ragazza qualsiasi, ma Teresa, la mia Cip, l'amica a cui tengo di più.
    Mi divincolo dalla presa delle sue mani solo per abbracciarla forte, stringendola a me con gli occhi altrettanto colmi di emozione, iniziando a tirare su con il naso.
    Sei proprio una fhcema, lo sai? Io non ti potrei mai odiare... Ed è proprio per quefhto che mi fai incaffhare! Perché anch'io ti voglio bene e sei la sorella che non ho mai avuto... E sì, sono ancora incaffhato, ma ci sarò sempre e mi devi sopportare anche così, se fai una fhtronzata!
    Non si scappa dalle emozioni, neanche quelle negative. Si affrontano insieme, o almeno io ho sempre creduto che gli amici dovessero fare questo.
    Adesso, però, posso solo piangere insieme a lei, continuando ad abbracciarla in mezzo a quella carneficina.
     
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    Le parole del ragazzo la bloccarono, dandole quasi una mazzata sulla pancia. Odiava ammetterlo ma in quel momento Justin aveva molto più appiglio alla realtà di quanto ne avesse lei, pronta a fantasticare su storie che non erano ancora nate e ignorando i fatti di realtà, come il fatto che effettivamente l'età era importante e che comportava delle conseguenze nelle relazioni. Era stufa di tutto questo, stufa di non poter fare niente perché piccola, stufa di essere sempre costretta a buttare giù bocconi amari perché il mondo non era giusto e sarebbe stato bello poter fare le cose senza conseguenze, senza pensare ai se e ai ma.
    L'errore più grande di questa storia non era stato parlare con Feyre, dal suo punto di vista, era non aver considerato cosa Justin voleva da tutto ciò. Non aveva riflettuto sul fatto che lui potesse volere cose diverse da lei, che non fosse pronto ad impegnarsi in niente di serio, perché aveva ragione, erano piccoli entrambi e correre troppo adesso significava rimanere solo delusi e scottati.
    Era qualcosa difficile da accettare per la sua mente, così impegnata a cercare storie e amori impossibili per ritornare ad avere un po' di controllo su qualcosa. Di nuovo aveva ragione Justin, cercava storie che non sarebbero mai andate da nessuna parte perché non voleva affrontare cos'era davvero l'amore, solo la versione idilliaca che si era costruita in testa, quella dove nessuno soffriva e tutto era facile, pieno di amore e felicità.
    “Jus io...” deglutì cercando di trovare le parole giuste che però non ne volevano sapere di venire. “Puoi rimanere incazzato quanto vuoi, basta che tu ci sia...”
    Quell'abbraccio, le parole di conforto, quella confessione uscita senza volerlo, fecero scoppiare definitivamente la diga e le lacrime uscirono più ruggenti e dolorose, accompagnate da singhiozzi che era dal giorno della chiacchierata con Friday che non lasciava uscire. A quanto pare lei con i suoi amici piangeva, tanto, ma che ci poteva fare, la vita faceva schifo e lei era terribilmente guidata dalle sue emozioni, forti, ruggenti, sempre eccessive e talmente cariche di significato che la portavano su e giù come delle onde in una tempesta, in cui ti mancava il fiato in un momento ed eri al settimo cielo in un altro.
    Si strinse a lui con forza, affondando le dita nei suoi vestiti, cercando di tenere il calore di quell'abbraccio per se per qualche tempo in più. Era terribilmente bisognosa di affetto, lo cercava dove poteva, come poteva, ma non era mai abbastanza. Crescere come era cresciuta lei portava dei traumi indelebili nell'anima che non potevi lavare con un colpo di spugna, ti cambiavano dentro, lasciandoti con delle cicatrici che non sapevi nemmeno di avere.
    Ad un certo punto però non potevi più nasconderti dal mondo, era il momento di riaffrontarlo e di lasciar andare, così si allontanò un po', asciugandosi le lacrime e quasi scoppiando a ridere vedendo la faccia altrettanto rossa e bagnata dell'amico.
    “Guardaci, due scemi che piangono in un aula di pozioni mezza distrutta... Meglio che sistemiamo prima che arrivi qualcuno e ci tolga punti” gli diede una spallata, il suo modo di dire grazie, il suo modo di mostrare affetto. Era uno dei modi che aveva imparato negli anni per avere contatto quando nessuno glielo offriva ed era diventato adesso qualcosa di integrato in lei, talmente tanto che quasi non ci faceva più caso, dando per scontato che gli altri ne capissero il significato più profondo e non solo quello superficiale.
    “Secondo te si rimettono insieme anche gli occhi se uso il reparo o sono spacciati? Beh, vediamo... Reparo” i pezzettini di vetro iniziarono a tremare e liberarsi da tutta la poltiglia che li ricopriva e tornarono insieme a formare di nuovo il vaso che erano all'inizio. Decisamente meglio che non le finestre delle serre, con quelli almeno era riuscita a riportare tutto allo stato originale. Tristemente gli occhi di pipistrello rimasero a terra, in una poltiglia veramente schifosa che non aveva la più che pallida idea di come tirare su senza toccarla.
    “Vuoi provare a vedere se si è salvato qualcosa? Direi che ci conviene usarli e farci qualcosa, almeno non vanno sprecati... Magari scopriamo un nuovo metodo per preparare gli ingredienti, spappolamento”
    Era più facile parlare del nulla, ignorare l'elefante nella stanza che forse non era nemmeno nella stanza, ma dentro la sua anima. Sapeva che doveva a Justin delle spiegazioni, che gli doveva qualcosa per quello che gli aveva fatto passare. Funzionava così, do ut des, dare per ricevere. Eppure non era così felice di lasciarsi andare, di far uscire quei pensieri che era da giorni che le ronzavano in testa come delle vespe arrabbiate che ogni tanto la punzecchiavano iniettando il loro veleno. Se voleva debellarle però l'unico modo era farle uscire...
    “Ehi... Lo so che l'ho detto mille volte, ma davvero, mi dispiace. Non è per giustificarmi, ma non è un bel periodo per me, sembra andare tutto storto e sto facendo terra bruciata attorno a me, facendo uno sbaglio dietro l'altro” un sorriso amaro le si stampò sulle labbra, perché non poteva dire che non fosse vero. Sbagli sbagli sbagli... Sempre e solo sbagli, mai che facesse qualcosa di giusto nella vita.
    “Sono fortunata che tu mi abbia perdonato, anche se sei ancora arrabbiato e lo so, tranquillo, ma Karen e Ralph penso mi odieranno a vita, André l'ho proprio fatto innervosire a lezione e se mi mandasse a fanculo non lo biasimerei, Vanya era incazzata nera con me, i miei genitori affidatari mi stanno tenendo il muso per... Per quello che è successo e non so come rimediare a nessuna di queste cose!”
    Chiedere scusa era facile, lo faceva senza problemi perché sentiva davvero di doverlo fare, non era una frase che diceva a caso. Solo che non tutti apprezzavano le scuse, le persone volevano fatti e a volte nemmeno quelli bastavano, perché si erano già fatti un'idea di com'eri e non avrebbero cambiato idea tanto facilmente.
    “Faccio tutto con le migliori intenzioni, ma finisce sempre che faccio la cosa sbagliata. Cosa c'è di sbagliato in me Justin? Perché qualsiasi cosa faccio deve sempre finire nel peggiore dei modi?” alzò le braccia, sconfitta. Era stanca, voleva scendere da quella giostra su cui non aveva chiesto di salire, ma non c'era modo, doveva solo continuare a girare e girare non importava quanta nausea le stesse venendo.

     
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    E così anche gli scoiattoli possono bisticciare.
    Se fossimo due disegni di Walt Disney, adesso saremmo sul nostro bel ramo ad osservare la montagna di noci spiaccicate in basso, in prossimità delle radici, piangendo abbracciati con due getti a fontanella che ci schizzano fuori dagli occhi.
    Uno spettacolo tragicomico e io sono uno dei protagonisti, il che è già sorprendente di suo.
    Per tutta la vita ho sempre pensato di essere uno di quei personaggi secondari, una comparsa nell'incredibile show di qualcun altro con più capacità, più prestanza fisica e più carattere di me.
    Poi, un giorno, per bloccare la strada ai bulli che mi stavano inseguendo ho distrutto la scala antincendio della mia scuola senza avere la più pallida idea di come possa esserci riuscito e da lì tutto è cambiato.
    La mia magia si è palesata ed è cresciuta con me fino a diventare impossibile da nascondere, sebbene i miei genitori abbiano fatto un po' di fatica ad accettare che, nel mio essere strambo, ci fosse una causa tanto ingombrante quanto inaspettata e surreale.
    E' stato quando ho letto il mio nome vergato elegantemente su una pergamena ingiallita che mi invitava a frequentare Hogwarts, ad ogni modo, che mi sono reso conto sul serio: nella mia vita, non sono e non sarò mai un personaggio secondario.
    Tra prenderne consapevolezza e vivere questa nuova condizione di eroica figura di me stesso all'interno della mia storia, c'è stato di mezzo il viaggio che mi ha portato fin qui, dove la mia nuova vita è cominciata davvero.
    Lo Smistamento, le prime lezioni, l'imbranataggine che mi caratterizza e che è stata subito accettata come parte di me... E poi André, il mio primo volo, il coraggio che mi ha aiutato a tirare fuori per darmi la spinta e staccarmi da terra e dagli stessi pregiudizi che avevo su me stesso. Teresa e la sua vitalità, il suo sorriso contagioso, la facilità e la naturalezza con cui siamo diventati amici inseparabili. E Feyre... Il Dulcisonium che coccola il mio sonno e mi fa sognare ad occhi aperti nei momenti di veglia, la sua inaspettata sensibilità, l'intelligenza e le sue battute spiritose, ma soprattutto il fatto che lei volesse condividere con me tutto questo.
    Nel pianto in cui scoppio stringendo la piccola Tassorosso contro di me c'è lo sfogo di tutta la carica emotiva che ho accumulato da quando sono arrivato qui, la paura di vedere tutte le conquiste che ho raggiunto sparire sotto una valanga che, oltre a trascinarmi di nuovo a valle qualora non dovesse sommergermi, mi costringerà anche a ricominciare tutto daccapo.
    Che io abbia solo stretto le mie illusioni, come sabbia in un pugno, unicamente per vederle scivolare via senza riuscire a trattenerne neanche un po'? Se Teresa mi assomiglia almeno un po' come credo, non mi risulta difficile credere che potrebbe provare qualcosa di simile.
    Certo che ci sono, non sei una che può effhere lasciata libera di fare tutti quefhti danni. Ti mollo per due giorni e guarda che combini, dove vuoi che vada?
    Tiro ancora su col naso e le asciugo le lacrime con la manica della divisa, scoppiando a mia volta in una risata umida e mocciosa.
    Fanculo i punti, ne avevo bisogno... E grafhie per avermi detto tutto.
    A colpi di Gratta E Netta, piccole spugnette luminose iniziano a sfregare il terreno con le tipiche pernacchie emesse dalla mia bacchetta di corniolo, rimuovendo parte della poltiglia di occhi di pipistrello spiaccicata ed inutilizzabile sul pavimento.
    Fhpappolamento coi piedi, sì... Raccogliamone un paio di campioni, magari potranno tornarci utili. Li metterò vicino al mio cuore fatto a peffhi, vifhto che Feyre non mi parlerà mai più per le idee che le hai meffho in tefhta.
    L'avevo avvertita, no? Sono ancora arrabbiato e non mi passerà solo perché le ho detto che le voglio bene e non ho intenzione di lasciarla sola. Vuole fare finta di niente? Bene, ma che non pretenda che io abbia cancellato di colpo tutte le mie emozioni solo perché abbiamo pianto abbracciati.
    Se ne deve rendere conto, perché è lei che riprende il discorso proprio mentre stacco dal pavimento gli ultimi pezzi di poltiglia e li faccio levitare fino all'interno di un barattolo vuoto.
    Che è succeffho con i tuoi genitori affidatari? Magari tutto il resto è una conseguenfha e si sifhtema appena affronterai il problema principale... le chiedo spostando gli occhi color mare in tempesta su di lei, il tono di nuovo più tranquillo e comprensivo. Teresa non mi ha mai parlato della sua famiglia, del motivo per cui da Ilvermorny si è trasferita in Europa, di ciò che riguarda la sua sfera più privata. La brunetta è un uragano di allegria, ma cosa ci sia dietro la maschera... E' un volto che ancora devo scoprire e comprendere.
    E non so cosa tu abbia combinato con Ralph e Karen, ma magari, Cip, il problema è proprio quefhto: a forza di fare per tenere tutto sotto controllo, finisce che fhtrafai e combini casini. A volte bafhta solo prendere le cose così come vengono e godersele senza giudicare o senza provare a cambiare le persone... Non fa molto piacere sentirsi manipolati o giudicati, anche se lo fai con le intenzioni migliori del mondo.
    Abbozzo il mio primo sorriso e le poso una mano sulla spalla, stringendola delicatamente tra le dita.
    Ma quanto diamine sei piccola?
    Non me ne ero mai accorto, ma questo non fa che rendere il mio affetto nei suoi confronti ancora più grande, è un rapporto inversamente proporzionale.
    Comunque... A volte il modo migliore per rimediare a un casino è semplicemente afhpettare che le cose si aggiufhtino da sole. Se insifhti troppo, rifhchi solo di peggiorare le cose. Che ne pensi?
     
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    Piangere era catartico, ti lasciava sempre un senso di benessere misto ad un piacevole vuoto che ti faceva sentire quasi di gelatina. Teresa odiava piangere, detestava la mancanza di respiro, il bagnato e il cuore che si spezzava, però la sensazione che ne seguiva non era così male, quella la poteva anche accettare. Era quasi un perdono verso se stessa, verso quello che aveva fatto, un segno che era ora di andare avanti e ricominciare.
    “Ehi, non faccio sempre danni... La maggior parte delle volte, non tutte, ecco” era impossibile negare l'evidenza. Teresa era una combina guai naturale, mai per volontà sua, ma per puro caso. Semplicemente esistendo, facendo quello che le veniva naturale, sconquassava gli equilibri e lasciava distruzione al suo passaggio. Era una calamità naturale che nessuno si aspettava, visto che arrivava in una confezione piccola e carina. Eppure il destino sapeva qual era il suo fato perché continuava ancora e ancora a ricordarle che portava sfortuna, che ovunque fosse dovevano succedere cose brutte.
    “Non ho mai pensato di tenertelo nascosto Justin, stavo solo cercando il coraggio di dirtelo. Non sono esattamente una Grifondoro, come avrai capito, ma ci tengo alla sincerità... Non ti nasconderei mai niente di importante, lo giuro” fondamentalmente era per questo che era una Tassorosso. Non pensava mai ai benefici per se stessa, non riusciva a nascondere qualcosa solo perché l'avrebbe messa in cattiva luce, preferiva la sincerità spietata, via il dente via il dolore, ma era giusto così. Nessuno doveva avere informazioni importanti nascoste solo per la codardia di un altro.
    “Ouch... Me lo merito, ma ouch” si portò la mano al cuore, fingendo una smorfia sofferente, ma in realtà era solo il suo modo di fargli capire che sapeva che era arrabbiato, che non l'aveva dimenticato, voleva solo che le cose non fossero così tese tra loro. Si poteva essere arrabbiati in serenità, giusto? … Forse “Comunque non mi stai ascoltando, te l'ho già detto che non devi preoccuparti di Feyre, tornerà con la coda tra le gambe prima di quanto pensi”
    Era un po' arrabbiata con la Corvonero. Le aveva promesso che non sarebbe scappata da Justin e invece era proprio quello che aveva fatto. Certo, l'aveva avvisata che era nella sua natura fuggire, ma in modo così drastico? Decisamente avrebbero dovuto fare due paroline una volta che si fosse decisa a tornare nella società... Non la biasimava, Teresa sapeva di essere stata dura con lei e di averle dato molto a cui pensare, ma quell'estremo distaccamento non era di certo quello che voleva dalla situazione! Voleva solo un po' più di trasparenza e di buon senso, non le sembrava di chiedere tanto.
    “No, loro non c'entrano, sono il male minore” letteralmente visto che al massimo la ignoravano più del solito, cosa che non la tangeva più di tanto visto che era ad Hogwarts e non aveva nemmeno contatti con loro. Non andare a casa un weekend perché ce l'avevano con lei? Una benedizione, non di certo una punizione. Solo che non sapeva come spiegarlo a Justin. Lui veniva da una bella famiglia, certo, aveva anche lui i suoi problemi con i suoi genitori, ma non poteva capire la complessità della situazione di Teresa, quella in cui l'essere ignorata era una cosa positiva, non negativa. Cercava sempre di non parlare dell'argomento. Era impossibile non tirarlo fuori, visto che era una parte integrante della sua vita, ma non voleva entrare nei dettagli e far capire agli altri quanto disastrata fosse la cosa. Aveva un po' di dignità, grazie tante.
    “Ma io non manipolo...” aspetta, cosa? “Ehi, non sono piccola!” sbuffò, incrociando le braccia al petto e guardandolo storto, anche se non era con vera rabbia, ormai aveva accettato il suo destino di nana e non poteva prendersela con tutti quelli che glielo facevano notare... O forse anche si, ma non con Justin, non è che fosse un gigante nemmeno lui al momento, però era comunque più alto di lei.
    “Penso che se lascio andare le cose semplicemente peggiorano sempre di più. Non avrebbe più senso chiedere scusa? Anche se scusarmi con quel bifolco xenofobo di Ralph mi viene l'orticaria, ma lavoriamo entrambi da Mielandia, non hai idea di che tensione c'è nell'aria quando abbiamo turni che combaciano... Voglio andare d'accordo con tutti, è troppo da chiedere?”
    A quanto pare si visto che riusciva a litigare anche con le piante, sapeva di non aver un carattere facile, non voleva ammetterlo, ma Justin aveva ragione, aveva un bisogno di controllo talmente estremo che si aggrappava anche alle cazzate e peggiorava ogni situazione, facendo credere agli altri di odiarli quando in realtà era solo terrorizzata. Non aveva controllo in niente della sua vita da quando aveva sei anni, viveva nel costante terrore di essere spostata di nuovo perché la sua famiglia non la voleva più, dandola indietro come un giocattolo rotto. Odiava quel senso di impotenza, odiava avere la terra che tremava costantemente sotto i piedi, una voragine che poteva aprirsi in qualsiasi momento, quindi faceva quello che poteva per tenere la sanità, per controllare le situazioni che più le erano familiari e su cui effettivamente poteva avere opinione in capitolo. Era solo un po' estrema nel farlo, ma non se ne rendeva conto, non finché non era troppo tardi e l'altra persona si era già fatta una brutta opinione su di lei.
    Adesso era il suo turno di avvicinarsi agli ingredienti e prendere tra le mani qualcosa che poteva essere usato con i rimasugli del pestaggio di Justin. Con gli occhi di pipistrello che si poteva fare?
    “Se ci mettiamo del bulbo balzellante insieme, magari mischiato a dell'erba fondente magari riusciamo a fare una pozione che ti dona temporaneamente caratteristiche da pipistrello, tipo l'ecolocazione... Sarebbe un sacco figo!”
    Non aveva la più che pallida idea se potesse funzionare, specie con gli occhi di pipistrello che non erano esattamente la base della sua ecolocazione, ma magari bastava una parte dell'animale? Solo che capire come mettere insieme gli ingredienti per ottenere quel risultato e non solo una trasformazione parziale in pipistrello era la vera parte difficile.
    “Hai altre idee se no?” alla fine la sua idea era molto strampalata e aveva un potenziale di successo davvero basso. Fare qualcosa di più realistico e facile forse era meglio per il loro primo esperimento.

     
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    Sospiro, lasciando che, con l'aria calda che espiro in parte dal naso ed in parte dalle labbra socchiuse, fuoriesca anche tutta la tensione accumulata negli ultimi minuti, tutta la rabbia, tutti i pensieri negativi e distruttivi verso me stesso, verso il mio rapporto con Feyre e verso Teresa che si è sentita in diritto di mettercisi in mezzo.
    In fondo, quello che conta davvero sono i rapporti con le persone: si può litigare, ci si può confrontare portando avanti opinioni che potrebbero anche non convergere con quelle degli altri, si può esplodere dalla rabbia al punto da sfogarla sui primi occhi di pipistrello a portata di suola di scarpa, ma se un rapporto è importante e a quella persona ci si tiene davvero, si fa in modo che tutto passi.
    Le parole che la mia scoiattolina gemella mi confessa su quanto lei tenga alla sincerità sono più importanti di tutto, anche di quello che ha fatto per farmi uscire dai gangheri... Dopo tutto, tutti possiamo sbagliare e io sono un campione di errori.
    Tutti sbagliamo, Teffh. L'importante è solo riflettere sugli errori e non ripeterli. La proffhima volta vieni subito da me, così non ci sarà niente da dire per cui trovare il coraggio. Me lo prometti?
    Affondo le mani nelle tasche e sento i pugni contratti rilassarsi a poco a poco, il battito del cuore tornare a farsi regolare, i contorni del bel viso di Teresa che riesco a far rientrare nel mio campo visivo senza farmi venire l'orticaria.
    E comunque non voglio più parlare di Feyre... Se mai tornerà a parlarmi, te lo dirò.
    Sicuramente, adesso che è emersa gran parte della verità e parte della rabbia nei confronti della brunetta di fronte a me sia passata o abbia comunque trovato una valvola di sfogo, è con la Corvonero che ce l'ho maggiormente.
    Come ha potuto farsi raggirare dai discorsi di Teresa e convincersi di qualunque cosa le abbia detto senza prima venire da me e considerare le mie emozioni, i miei sentimenti, o anche semplicemente il mio parare? Conto davvero così poco da essere semplicemente un burattino in mano delle ragazze che sparlano alle mie spalle?
    Sicuramente, non è usando Teresa come tramite che ho intenzione di chiarire questi dubbi, anche perché adesso è il momento di ascoltare, più che quello di continuare a parlare di me.
    Le lascio dire tutto quello che le passa per la testa, sollevando le sopracciglia e mordendomi il labbro inferiore per non risponderle mentre si autoconvince di non aver manipolato nessuno... Perché purtroppo, con Feyre, è esattamente quello che ha fatto, anche se forse non intenzionalmente, inducendola a pensare che mi abbia ferito.
    Comunque, se non vuole essere più specifica, non riesco ad aiutarla maggiormente... Mi limito ad accigliarmi, quando definisce Ralph un bifolco xenofobo, chiedendomi per un momento se si tratti dello stesso Ralph che ho conosciuto io davanti alla Stanza delle Necessità.
    Ma intendi lo fhteffho Ralph di Grifondoro? Quello alto, moro, con il ciuffho? Magari lo hai solo beccato in un brutto momento, con me è fhtato un po' orso, ma gentile... mi limito a replicare, sperando che questo riesca a placare il suo livore o a farle interpretare qualunque cosa sia accaduta tra lei e il figlio di Godric da un'altra prospettiva.
    Secondo me la cosa fondamentale è contare fino a dieci prima di fare una frittata. Perché è inutile desiderare di avere le uova tutte intere, se poi non le maneggi con cura. E una volta che si sono rotte, più che sforzarsi di farle ritornare intere come erano prima, tutto quello che puoi fare è farci una crema pafhticcera da urlo.
    Ecco, sto diventando come mio padre, un asso nelle lezioni di vita con le metafore culinarie! Questa delle uova me l'ha fatta decine di volte e adesso mi sembra che, per la situazione di Teresa, possa calzare a pennello.
    Quello che ti voglio dire è... Usa i tuoi errori per migliorare andando avanti. Così, magari, anche chi è rimasto indietro potrà capire che sei una che vale la pena di frequentare. Anche perché, Cip mia... Andare d'accordo con tutti è veramente impoffhibile.
    Le scompiglio giocosamente i capelli e la guardo rimettersi ad armeggiare con gli ingredienti per le pozioni. Al momento, però, ho troppi pensieri per la testa per tornare a dedicami all'intento iniziale con cui io e la mia amica Tassa siamo venuti fin qui.
    Quindi il superudito dei pipifhtrelli? E' una bella idea, sì, solo che...
    La guardo mestamente. Potrei rimanere a parlare di noi anche fino a domani, ma lavorare alla Pozione con la mente affollata di altri ragionamenti non è affatto producente.
    Ti difhpiace se ci torniamo un'altra volta? Adeffho ho bisogno di... Ecco, rielaborare un po' tutto quanto.
     
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    Ancora non capiva come facesse quello scoiattolino tenerello a farla sentire una bambina. Era lei la più grande, di un anno certo, ma comunque più grande, eppure era lui a farle la paternale, a farla sentire una bambina birichina che nascondeva le mani piene di marmellata dietro la schiena. E per fortuna dicevano che erano le donne a maturare prima, decisamente non era il caso di Teresa.
    “Te lo prometto Jus, ho imparato la lezione” quella almeno, ce ne erano altre migliaia che non aveva imparato e a quanto pare doveva schiantarsi su tutte di faccia prima di capire come mettere le mani avanti e attutire la caduta.
    Voleva ripetergli che Feyre non era così scema, che era sicura sarebbe tornata da lui con la coda tra le gambe, ma non voleva parlarne, così lasciò cadere l'argomento e si concentrò sul resto della discussione, che di certo non era meno strano.
    “... In un brutto momento, certo” ancora non capiva come tutti lo considerassero tanto figo. Con lei si era comportato davvero da schifo ed era indubbio che lei avesse le sue colpe, si era messa a strillare come una banshee isterica e non aveva affrontato la cosa con calma, però lui aveva detto di quelle cose assolutamente agghiaccianti che nessuno sembrava voler capire fossero tanto problematiche. Forse era la sensibilità Americana di cui tutti parlavano, forse se non eri cresciuto con un razzismo sistemico ed incontrollato non potevi capire tutte le nuance che si nascondevano dietro a delle semplici parole, fatto sta che anche in questo caso preferì stare zitta perché non voleva mettersi a litigare con Justin per colpa di Ralph! Le aveva già avvelenato il sangue quanto bastava.
    “Lo so che è impossibile Jus, però vorrei provarci. Cercherò di fare... questa crema pasticcera e porterò pazienza se qualche uovo è irrecuperabile”
    Sperava di aver capito bene la metafora, anche se era un po' contorta. Si vedeva che Justin era figlio di un pasticcere con tutte le volte che tirava fuori riferimenti al cibo, ma era un lato di lui tremendamente adorabile che le faceva solo provare ancora più affetto per il suo Ciop.
    Si rabbuiò un po' alla richiesta di Justin di interrompere la loro ricerca, sperava di poter passare più tempo con lui, adesso che il peso dalle spalle se ne era andato e la situazione era chiarita, però era anche vero che lui era ancora arrabbiato e aveva tutto il diritto del mondo di chiedere più spazio per poter digerire quello che aveva combinato.
    “Ma si, tranquillo, tanto gli ingredienti mica scappano... Tranne questi occhi. Secondo te si accorgeranno che li abbiamo ammazzati?” sperava seriamente di no, anche perché era arrivato il momento di farli sparire e nessuno avrebbe saputo un bel niente... Almeno sperava.
    “Io vado in biblioteca a finire dei compiti per domani, ci vediamo a cena?” chiese speranzosa, uscendo dalla porta della stanza e lasciando dietro di lei anche quella conversazione, quell'errore che era solo l'ultimo di una lista infinita che aveva fatto e che avrebbe continuato a fare.

     
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    Il professor Dragomir Korczak non ha gradito l'utilizzo non giustificato degli ingredienti.
    -10 punti a Tassorosso.
     
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