An Irish story about dreams, magic and love...

Fare la cosa giusta. Questo vuol dire crescere, Anthony, questo vuol dire diventare un uomo. La voce solitamente roboante di Harold era pacata, addolcita nei toni, quasi paterna. Un confronto che avevo evitato a lungo, ma che sentivo di dover esigere, per incasellare tasselli mancanti, per cercare risposte che fossero altre, rispetto a quelle che continuavano a girare a vuoto nella mia testa.
Nessuno di noi la sta abbandonando. Le diamo la possibilità di ritrovare quella che era prima di conoscere te. Sai quanto le sono affezionato, ma è giunto il momento di lasciarla andare una volta per tutte. Non mi era chiaro nemmeno perchè lo stessi ascoltando senza interrompere quella sequela di sentenze pronunciate con la sicurezza di chi non aveva niente da perdere. Eppure non mi sottraevo, nella convinzione che sarebbe stata l'ultima volta che glielo avrei permesso.
Se continuerà a sentirsi responsabile di colpe non sue, se continuerà ad arrovellarsi da sola su situazioni che non è in grado di comprendere, allora si che sarai responsabile di qualcosa di molto più grave. E' meglio che ti odi, adesso. Le sarà più facile dimenticare ed è ciò di cui ha bisogno
Parole dure come pietra che, inconsapevolmente, avevano attecchito, sebbene avessi reagito alle stesse con inaudita violenza. Un altro ponte si era interrotto, lasciando dietro di se macerie che non avrei più potuto riedificare. Ma in sostanza, mi ero isolato dal contesto. Concentrato sul lavoro e sulla costruzione di un futuro procrastinato e che metteva in pausa la mia vita e quella della ragazza che amavo, non avevo altro scopo che combattere il tempo, unico nemico alla realizzazione dei miei desideri. Era difficile persino riconoscermi. Anthony O'Toole aveva cambiato pelle: non c'era alcuna traccia dell'ottimismo incosciente con cui avevo affrontato il mio destino, nessuna leggerezza, nessuno slancio nell'affermare me stesso. Il presente era solo un mezzo per anticipare il domani, per renderlo possibile.
Cercavo solo una scusa per rivederti, una che tu non potessi rifiutare Impossibile prescindere da quell'abbraccio in cui la stringevo con rinnovata determinazione e che mi permetteva di ritornare a respirare in virtù di quel soffio che avvertivo scorrere tra le sue labbra, ad una distanza che non colmavo più da troppo tempo.
Non hai motivo di ringraziarmi, sono qui perchè non posso farne a meno
Impensabile lasciarla andare, ora o più tardi, sebbene avessi accarezzato l'idea di scioglierla da quel patto invisibile che legava entrambi. Niente era cambiato. Solo un fastidioso imbarazzo che avevo sentito strisciare fra noi nel momento in cui si era distaccata per occuparsi dell'inutile preparazione di una tazza di te. La mia mano fasciata era scivolata fra le sue, appena trattenuta perchè potesse osservare le bende che la ricoprivano.
Una stupida distrazione, niente di serio. Anche il suo sorriso si era di nuovo spento calandomi nella sua realtà, fatta di un appartamento spoglio, austero nella sua scarna semplicità. Nulla di simile a ciò cui era abituata. La luce si era spenta nella nuova vita di Susan e per quanto tentassi di giustificarmi, era accaduto per colpa mia. Forse, alla fine, Harold non aveva tutti i torti. Mi guardavo intorno e non riuscivo a vedere che quelle quattro, asfissianti pareti da cui dovevo liberarla.
Dorian non mi aveva mai detto nulla in proposito e nemmeno Rosie, come se volessero preservarmi da una realtà enormemente mutata.
Non li vedo così spesso come vorrei. Il gruppo si era disgregato, i giorni spensierati lasciati alle spalle, come se non li avessimo mai vissuti. Passo gran parte del mio tempo qui a Dublino ed il lavoro non mi lascia molto tempo per altro, ma so che Connor ha paura di essere invadente, in questo momento.
Di Harold non feci alcuna menzione. Mi bastò il suo sguardo per capire quanto l'avesse ferita, convinto di averle fatto un gran favore. Avrei aggiunto altro dolore se le avesse raccontato come era finito il nostro ultimo colloquio e sicuramente non era ciò che volevo in quella notte così particolare.
Non sono mai stato bravo a dirti certe cose, ma sono qui perchè lo voglio e non ho mai creduto di poter trascorrere il Natale o qualsiasi altro cazzo di giorno senza di te.
Assorbii tutto il calore delle sue dita che accarezzavano la mia guancia, chiudendo gli occhi e li riaprii inspirando a fondo. Le trattenni prima che potessero distaccarsi dal mio viso, scrutando in quei pozzi di profonda disperazione, cerchiati di aloni più scuri.
Non la toglierò dissi poi riferendomi alla sciarpa non mi priverò di nulla che ti riguarda. Quindi non dirmi addio, non adesso.
Per quanto mi sforzassi di rispettare la sua volontà, ogni volta che faceva un passo nella mia direzione, mi confermava quanto fosse lontana dalle sue intenzioni, la volontà di dissociarsi da tutto ciò che eravamo.
Sembravamo vicini come non succedeva da tanto tempo, le mie sensazioni non potevano sbagliarsi.
Un passo verso quel destino che volevo modificare in qualche modo, a dispetto di tutto ciò che appariva diverso. Delle sue giornate e di come le trascorreva non sapevo più niente. Persino del tizio che l'aveva accompagnata a casa e di quale natura fossero i loro rapporti, non avevo alcuna notizia. Per quanto, sul momento, la cosa mi avesse colpito, mi sembrava superfluo fare la parte del fidanzato geloso. Ciò che volevo più di ogni altra cosa era restare li e ravvivare quella fiamma che non si era mai spenta.
Se me lo permetterai, vorrei restare L'istinto fece il resto e le mie braccia si unirono dietro la sua schiena. Non significava nulla al di la di questo. Non ero nemmeno sicuro che sarebbe rimasta dov'era, a farsi stringere, ad avallare un'emozione che scorreva copiosa fra di noi. Potevo sentire lo scalpitio del suo cuore a cui faceva eco il mio, ridondante nel medesimo modo.