Sight and Smell

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    Ovviamente non poteva iniziare l'anno nuovo senza una nuova visione. Ci aveva quasi sperato, essendo arrivata quasi a fine Gennaio senza vedere morte e distruzione, solo qualche piccolo intoppo di poco conto che poteva tranquillamente essere dimenticato e lasciato a se stesso.
    Invece eccola lì, con gli occhi vuoti e fissi in avanti, i muscoli rigidi e il respiro bloccato in gola.

    Le serre di Hogwarts. Il volto di un ragazzo. Una pianta magica bollosa, pronta ad esplodere. Pelle rossa e irritata e un tanfo odioso che aleggiava attorno a lui. Il suo orologio.

    Riprese a respirare, sbattendo le ciglia velocemente per far cadere le lacrime che erano rimasta impigliate nell'occhio, incapaci di scendere senza il movimento della palpebra. Guardò l'orologio, era troppo tardi per impedire che l'avvenimento accadesse ovviamente, non era una cosa insolita per le sue visioni, non era mai una volta riuscita ad impedirle, con sua grande frustrazione.
    Sospirò e si recò verso il suo armadio, prendendo un asciugamano pulito, una bottiglietta d'acqua, due fazzoletti e il tubetto di crema idratante all'aloe che usava quando si ricordava, cioè mai, e le mise nello zaino, uscendo velocemente dal dormitorio e incamminandosi verso le serre.
    Ormai era abituata a pensare velocemente a cosa potesse servire a rendere la situazione migliore, si sentiva sempre estremamente in colpa per vedere cose spiacevoli e non essere in grado di fermarle, almeno essere in grado di dare una mano al povero mal capitato ad evento concluso sembrava darle un po' di pace.
    La strada per le serre non era lunghissima, ma il freddo vento che soffiava in quei giorni non era particolarmente piacevole, facendole rimpiangere di non aver preso una sciarpa. Non c'era stato tempo e poi dentro le serre faceva sempre caldo, sarebbe stato solo un impiccio.
    Si guardò furtivamente intorno, sapendo benissimo che non doveva essere lì a quell'ora, ma aveva una missione da compiere e niente e nessuno l'avrebbe fermata... Ok forse un professore avrebbe potuto, ma questa era un'altra storia.
    Aprì la porta e si infilò nella serra, felice del calore improvviso che le riscaldò le guance ormai ghiacciate e anche un po' le dita, che nonostante fossero state al sicuro nelle tasche comunque avevano risentito del freddo.
    Non era proprio avvezza di quelle zone quindi ci mise un attimo a trovare la strada giusta, anche se dovette ammettere che le urla e borbottii fossero stati un ottimo indizio per beccare la direzione giusta.
    “Oh, eccoti, aspetta che ti prendo un asciugamano e un po' d'acqua, prima togli quello schifo e meglio è per la tua pelle, ho anche la lozione idratante dopo!”
    Ma certo Teresa, inizia a dire cose senza senso ad uno sconosciuto, sicuro reagirà benissimo. Si mordicchiò il labbro, un po' in imbarazzo, mentre frugava dentro lo zaino, passando velocemente l'asciugamano al ragazzo e tentando di aprire la bottiglietta dell'acqua per aiutarlo a sciacquarsi, senza molto successo. Prima o poi sarebbe morta di sete, lo sentiva.
    “Scusa, non mi sono presentata, sono Teresa e ho avuto una visione su questo... Incidente? Mamma che puzza, peggio di quello che avevo previsto... Comunque ecco, ho pensato di portarti qualcosa per aiutarti, non potendo far niente per impedirlo” continuava a parlare, incapace di fermarsi per l'ansia. Era sempre stata chiacchierona, ma i filtri mentali sparivano quando l'agitazione prendeva il sopravvento, anche se per assurdo, a parte la diarrea verbale, dall'esterno sembrava abbastanza calma e tranquilla. Finché non si fosse messa ad imprecare per quella maledetta bottiglietta, ma che cavolo, chi aveva inventato quella chiusura?

     
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    Non dovrei essere qui da solo... Ma chissenefrega.
    Entrare nelle serre senza la supervisione di un professore è vietato, potrei beccarmi una punizione e qualche punto tolto ai Grifi, peccato che di quella sfida inutile tra case non mi interessi nulla e si, l'opzione di riempire dieci rotoli di pergamena con trattati riguardo al rispettare la buona creanza non è allettante, però avevo bisogno di stare un po' da solo.
    Io che cerco l'isolamento... Difficile da credere, eppure è così. Fino a poco tempo fa avrei preferito versarmi cera bollente nelle orecchie piuttosto che starmene per i fatti miei per ore ed ore, le persone normalmente mi danno la carica e non potrei pensare di vivere senza di loro, ma nell'ultimo periodo mi sento la testa fitta di pensieri e non riesco a dar loro un'ordine preciso.
    Lo so di chi è la colpa, posso segnare sul calendario l'istante preciso in cui tutto ha iniziato ad andare a puttane, continuare a ripensarci non porterà ad un cazzo di niente eppure non riesco a smettere di farlo. Continuo a risentire gli scambi di battute tra me e Daisy per cercare dettagli che potrei aver perso nella foga del momento, dovrei parlarne con Karen per sentire se può darmi una mano in qualche modo... A meno che non l'abbia già fatto la Tassa, cosa che dubito altrimenti la rossa mi avrebbe già rincorso per farmi il culo dato il modo in cui ho parlato alla sua migliore amica.
    Il fatto è che, bacio a parte, non credo di avere tutta questa colpa e la mancanza di un totale rimorso è strana.
    E poi c'è quella sensazione di fastidio che se ne sta lì e non se ne va, neanche fosse una cazzo di macchia sul mio maglione preferito. Anche la rabbia è qualcosa di nuovo, così come il pensare che il bullo che ha dato fuoco alla mia coperta e alla chitarra di André si sia meritato quei cazzotti in faccia ben assestati.
    Dovrei parlarne anche con Daisy, sbatterle in faccia ancora una volta quello che provo e poi chiederle se sta godendo di questo scombussolamento che mi ha creato... Ah, fanculo.
    Le piante perlomeno non rompono i coglioni, a parte le Mandragole che strillano come delle ossesse, e passeggiare tra fiori colorati è rilassante. Sto leggendo qualche libro a riguardo, anche fuori dalle lezioni, e trovo sia un mondo molto interessante anche se a volte certe informazioni faticano a rimanermi attaccate al cervello ma col tempo e la pratica migliorerò.
    Ecco, per esempio... Questo cactus grigiastro si chiama Mimboqualcosa, è ricoperto di bolle rossastre invece che di spine e se toccate fanno qualcosa di figo, ma non ricordo esattamente cosa. Potrei provare a toccarlo con la punta dell'indice, no? Cosa mai potrebbe accadere di brutto? Alla peggio diranno a mamma che sono morto a causa della mia troppa curiosità scientifica.
    Punzecchio prima il fusto, poi una bolla e tutto pare tacere finchè, nel giro di mezzo secondo, il cactus sembra iniziare a vibrare e mi spruzza addosso una sostanza viscosa che puzza come letame marcio.
    Ah! Porca troia!
    Me la sento ovunque, e provare a toglierla a suon di manate non sembra funzionare, anche perchè questa merda sta iniziando a bruciare neanche mi fossi infilato in un cespuglio urticante.
    Fanculo, che cazzo di idea di merda Wyldflower, devi imparare a farti i cazzi tuoi... Fanculo!
    Borbotto tra me e me, sbuffando al pensiero di Ralph che m'impedisce di entrare in camera a causa dell'odore di morte che ormai mi sta intasando le narici. Puzzerò da qui all'eternità, e un po' me lo merito.
    All'improvviso mi spunta accanto una piccoletta che inizia a parlarmi e passarmi cose come se ci conoscessimo da sempre. Prendo l'asciugamano con un sopracciglio alzato perchè non capisco come abbia fatto ad essere così efficiente senza sapere cosa sarebbe succ-... Oh. Oh.
    Quindi non sono l'unico che vede tragedie senza avere la possibilità di rimediare, ottimo. Non che pensassi di essere il solo veggente in tutta la scuola, ma non mi era ancora capitato d'incontrare studenti col mio stesso dono. O maledizione, a seconda dei punti di vista.
    Una volta trovavo figo averle, poi era arrivata Daisy coi suoi cazzo di segreti che mi avevano fatto venire il dubbio di essere un mostro a causa di qualcosa che non posso controllare ed avevo iniziato a pensare che, se avessi potuto scegliere, forse ne avrei fatto volentieri a meno di queste visioni di merda.
    Aspetta, dammi qua.
    Le prendo la bottiglia dalle mani con gentilezza, riuscendo ad aprire il tappo senza troppi problemi per poi versarmi l'acqua sulla testa e in faccia in modo da levare quanto più schifo possibile dai ricci mentre resisto alla tentazione di grattarmi via la pelle dalle guance.
    Grazie Teresa, io sono Friday. Dovrei pensarci anche io a preparare uno zaino per ogni evenienza, di solito quando ho una visione parto di corsa senza riflettere a cercare la persona designata.
    Qualche volta ero anche riuscito a dare una mano, tipo con Thursday ed il nocciolo di ciliegia che avrebbe rischiato di farla soffocare, ma un in un paio di occasioni ero stato io a causare il casino in questione... Come quando ho cercato di salvare Daisy dall'annegare e le ho fatto venire un'infarto sott'acqua.
    E' una bella merda questo dono, mh? Che cazzo di senso ha vedere qualcosa che sta per accadere o che è già accaduta? Neanche fosse nostro compito essere sempre dei fottuti eroi.
    Wow Wyldflower, vacci piano con l'entusiasmo! Stai riversando su una sconosciuta il tuo fastidio e nemmeno si merita le tue occhiate accigliate... Prendi un bel respiro e via, ricomincia da capo.
    Mi daresti quella lozioni di cui parlavi? Sento che potrei strapparmi la pelle da un momento all'altro... Voglio credere di essere appassionato di piante ma sono così coglione da aver dimenticato che quel cactus è urticante.
    Ridacchio tra me e me scuotendo la testa mentre cerco di sorridere e tener ferme le mani che già mi hanno creato abbastanza problemi. Ah, un altro effetto collaterale del mio recente umore è che sto fumando di più, sono passato ad una o due sigarette ogni tre giorni ad almeno quattro quotidiane; non esattamente sano come passatempo, ma mi rilassa i nervi e in questo momento ne sento proprio il bisogno.
    Ti va se usciamo da qui? Ho bisogno di fumare e non mi va che tu finisca nei guai a causa mia.
     
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    Oh grazie al cielo! Per fortuna che aveva capito che non ce l'avrebbe mai fatta ad aprire quell'acqua e si era preso lui il compito, anche perché se no a quell'ora erano ancora lì ad aspettare un miracolo. Altri si sarebbero offesi, vedendosi togliere la bottiglia così, magari urlando un 'ce la faccio da sola', ma non lei. Oh no, lei sapeva benissimo i suoi limiti e le bottigliette d'acqua, insieme a qualsiasi cosa fosse a prova di bambino, erano la sua nemesi e non si faceva problemi a chiedere con quegli oggetti infernali. Sempre che ci fosse qualcuno disposto ad aiutarla.
    Inutile dire che forse, solo forse eh, non aveva proprio calcolato che il risultato dell'apertura della bottiglietta fosse quello spettacolo. Cioè, aveva quattordici anni, non di certo una suora, gli ormoni battevano a palla e porcamiseriaperchégliuominidevonoesserecosìfighiquandosibagnanoconl'acqua!
    Ok, concentrati Teresa, non era di certo il momento di sbavare dietro ad uno sconosciuto, uno sconosciuto incazzoso tra l'altro che però... Aveva sentito male? No no, aveva sentito benissimo, era un veggente anche lui! Non ne aveva mai conosciuto un altro! Gli occhi le si illuminarono, fosse stata un cartone sarebbero diventati due stelline.
    “Oh non dirlo a me, vedo solo cose che non posso impedire e le visioni mi sbeffeggiano pure, mostrandomi sempre l'ora dell'evento che guardacaso è sempre troppo vicina perché io possa fare qualcosa! Quindi si, una bella merda proprio!”
    Che gioia trovare qualcuno che la capisse! Si era sempre sentita sola e incompresa, tutti che la allontanavano o le dicevano che il suo dono era una benedizione, mai una via di mezzo, mai vera comprensione, solo idealizzazione di qualcosa che era solo una seccatura, più che un aiuto.
    Iniziò a frugare nello zaino, alla ricerca della lozione che sicuramente c'era, ma anche sicuramente stava giocando a nascondino per non farsi trovare. Era sempre così, le cose piccole se non le cercavi erano sempre in mezzo, se ti servivano scomparivano nel nulla.
    Alzò lo sguardo, una mano ancora dentro lo zaino e l'espressione da ebete che stava tentando di mettere insieme uno più uno. Fumare, certo. Era per quello che gli tremavano così tanto le mani o era il dolore dovuto alle ferite?
    “Facciamo così, troviamo un posto dove possiamo metterci comodi, ti do una mano a mettere la crema se ti serve, basta che non mi sputi il fumo in faccia, non sono una fan di prendermi il cancro passivamente”
    Sinceramente non sapeva se c'erano studi a riguardo nel mondo magico. I maghi e le streghe erano protetti dalle proprietà cancerogene delle sigarette grazie alla loro magia o si potevano ammalare tanto quanto gli umani. Era una domanda interessante, ma non così importante. Era più importante trovare quella maledetta crema, dannazione dove era finita!
    “Poi possiamo tornare a insultare il nostro meraviglioso dono” da notare il sarcasmo che aveva usato con l'ultima parola “mentre mi accerto che non hai altri problemi. Non posso prevenire, ma preferirei sapere di aver fatto tutto il possibile a riguardo, anche se vuol dire monitorarti per un pezzo!”
    Non aveva idea da dove prendesse quella sfacciataggine, di solito era così timida e paurosa nel parlare con gli sconosciuti, temendo sempre di dire la cosa sbagliata... Ma quando c'era di mezzo una visione diventava quasi sicura di se, pronta a vedere che le cose andassero per il meglio fino alla fine. Forse era il senso di colpa che la spingeva, o forse era solo fatta male.
    “Ah ah! Eccola, tieni e andiamo! Sai per caso se c'è una panchina qui nei dintorni? Non ho pensato di portare una coperta o qualcosa dove sederci, non pensavo servisse...” non si era mai abbastanza preparati, mancava sempre qualcosa nel magico zaino degli imprevisti.
    Fare la strada a ritroso per uscire dalle serre era decisamente più facile che entrarci e una volta che la porta fu spalancata fu quasi contenta di sentire l'aria fredda tornare a pungere sulle guance.
    “Spero l'aria non ti dia fastidio, hai pure i capelli bagnati... Sei sicuro che non preferisci rischiare la punizione e stare dentro al caldo?” non che volesse perdere punti così a caso, ma non voleva nemmeno causare un raffreddore al povero ragazzo!

     
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    Mh, allora si può dire che nella sfiga sono stato fortunato... Almeno il mio dono non possiede un sadico senso dell'umorismo.
    Mai sentito di visioni che ti prendono per il culo in questo modo mostrandoti l'ora, mi ricorda la storia di Alice nel Paese delle Meraviglie, il pezzo di quando incontra il coniglietto bianco fissato con l'arrivare in tempo agli appuntamenti pena la rimozione della testa. In questo caso gli unici a rimetterci sono le "vittime" di ciò che vede Teresa, lei deve solo raggiungerle con bottigliette d'acqua e asciugamani per limitare i danni.
    Che dono del cazzo... L'ho già detto, vero?
    Dovrei provare ad informarmi di più a riguardo, magari in biblioteca esistono dei libri con rimedi per attenuare i momenti di blocco in cui ci appare il futuro. In fondo sto pur sempre studiando in una cazzo di scuola di magia, una pozione di merda dovrà ben esistere, no?! Sarebbe crudele il contrario cazzo; cioè, perchè il governo dovrebbe lasciar sole persone come e Teresa? Se non vogliamo avere visioni, levatecele!
    So che è l'incazzatura ancora bruciante a parlare, dovrei fermarmi a riflettere prima di lanciarmi su decisioni prese di fretta, ma l'aver trovato un'altra persona che pare non saltare di gioia ogni volta che si vede costretta ad osservare stralci del futuro altri mi ha acceso più del previsto.
    Non è detto però che tra un mesetto o due tutta questa negatività possa passarmi, tornerò ad amare questa cosa che mi è stata appioppata senza chiedere e il piccolo Friday Wyldflower sorriderà come un ebete al prossimo. C'è da dire però, che quella parte di me stesso non mi manca così tanto oggi, e credo che la cosa dovrebbe preoccuparmi più di quanto non stia facendo... Ma ci penserò in un altro momento, ora ho altro da fare.
    Niente fumo in faccia, promesso. Anche se penso che ai maghi basti un colpo di bacchetta per levarsi il cancro.
    Ecco, altra ingiustizia che non capirò mai anche se da quel che ho colto in giro pare che sui babbani i rimedi magici non funzionino, quindi la mia famiglia potrebbe venir spazzata via da un virus tremendo mentre io me ne sto lì bel bello a guardare. Cristo, quanto la sto facendo tragica.
    Drammi a parte, la piccoletta sembra simpatica e mi diverte questo suo insistere per tenermi sott'occhio neanche fosse una crocerossina. Visto lo stemma sui suoi vestiti in realtà non ci sarebbe nemmeno da stupirsi.
    Monitorarmi pure, al massimo mi si riempirà la faccia di bolle e mi divertirò a farle esplodere mentre i miei pretendenti immaginari andranno verso lidi più affascinanti.
    Sorrido con un'alzata di spalle mentre ironizzo sulla mia vita sentimentale inesistente. Per essere un pansessuale adolescente dovrei avere molta scelta in un castello pieno di ragazzi e ragazze, ma a quanto pare sono molto bravo a scegliermi le cotte sbagliate tra maschi etero e femmine tutte gentili che poi ti prendono a male parole solo perchè loro non sanno cosa vogliono.
    Finalmente la piccola Tassa trova la maledetta crema, gliela tolgo dalle mani neanche fosse il cazzo di Sacro Graal ed inizio a spalmarmela a caso sulla faccia mentre proseguiamo verso l'uscita.
    Le coperte sono sopravvalutate. Il terreno non è poi così freddo e c'è sempre il cortile coi suoi muretti, volendo.
    Quella che mi aveva cucito Wednesday era rimasta nel bosco vicino al Lago Nero, non avevo più avuto voglia di andare a prenderla dopo che quel bullo di merda le aveva dato fuoco insieme alla chitarra di André. Probabilmente basterebbe un colpo di bacchetta per farla tornare come prima, peccato non ne abbia la smania.
    Sta bene dove sta, farà da casetta a qualche uccellino o coniglio, mia sorella potrà sempre farmene una nuova e questa volta vedrò di non portarla ad appuntamenti potenzialmente disastrosi.
    Sai che ti preoccupi un sacco per gli sconosciuti, Tassa?
    Glielo dico senza cattiveria, c'è un sorrisetto che mi piega le labbra e più che altro sono sinceramente curioso di tutto questo accanimento... Però perchè non dovrebbe comportarsi così, se è nella sua natura? L'ho fatto anche io, un sacco di volte, e mai mi sono posto questa domanda, agivo e basta.
    Curioso come un singolo evento storto possa cambiare il modo di farti vedere il mondo.
    Starò bene, sono abituato a fare il bagno nel laghetto della mia comune anche nei mesi freddi. E poi per oggi ne ho abbastanza di incontri sfortunati con le piante; ecco, la vedi quella che somiglia ad una felce? Se la sfiori emette degli squittii talmente forti da mandarti in confusione il cervello.
    Le indico la pianta incriminata alla nostra destra col pollice prima di proseguire finalmente verso l'uscita, dove l'arietta fredda mi sferza i ricci e porta un po' di ristoro alla pelle ancora infiammata del viso. Seguo il sentiero per qualche metro, poi devio completamente a caso verso una zolla d'erba particolarmente invitante e mi ci siedo sopra, invitando la ragazza a fare altrettanto.
    Accetto volentieri il tuo aiuto con la crema se pensi che abbia saltato qualche pezzo. Come posso ricambiare il tuo aiuto? Sono molto bravo a fare il giocoliere mentre canto, se ti interessa uno spettacolo di quel genere.
    Probabilmente troverà strano questo hobby, non sono in molti i ragazzi della mia età che si divertono a far volare palle sopra la propria testa.
    Immagino che il tuo meraviglioso dono sia arrivato insieme ai primi guizzi di magia involontaria, posso chiederti cosa hai visto? Io ho evitato ad una delle mie sorelle di morire soffocata a causa di un nocciolo di ciliegia e da lì in poi è stata una scalata.
     
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    Effettivamente aveva ragione, le sue visioni avevano un umorismo sadico, cosa che notò con dispiacere non essere tanto comune. Proprio a lei doveva capitare il dono sbeffeggiante? Non bastava già vedere solo cose tristi tutto il giorno tutti i giorni ventiquattro ore su ventiquattro? No, a quanto pare aveva pure la fortuna di avere le visioni burlone... E poi si chiedevano perché si autodefiniva sfigata!
    Comunque le faceva piacere che il ragazzo avesse un buon senso dell'umorismo, per quanto fosse ancora un po' incazzoso, ma come poteva dargli torto, chiunque ricoperto di pus puzzolente e urticante sarebbe stato un pochiiiiiino incazzato, glielo poteva concedere.
    Per fortuna aveva il buon cuore di stare dietro alle sue richieste, anche se apparentemente assurde, come le fece notare con quell'imbecco sulla sua incapacità di farsi i fatti propri. Ok, non l'aveva detto proprio con quelle parole, ma il concetto era chiaro: era un impicciona troppo apprensiva. Onesto.
    “Ti prego non far esplodere le bolle se non vuoi che ti vomiti addosso. Ho lo stomaco delicato e ci vuole poco a spingerlo a svuotare il suo contenuto” e considerando che aveva mangiato pesante a pranzo non era proprio il caso, ma quello ebbe la decenza di non dirlo. Era sincera e senza vergogna, ma non fino a quel punto.
    Eppure qualcosa continuava a ronzarle nella mente. Aveva detto i miei pretendenti, non aveva specificato il sesso, non aveva detto le pretendenti o qualcosa di altrettanto femminilizzante e a volte svilente per il genere maschile... Poteva essere che...? No, era solo speranza da parte sua, ci stava leggendo troppo in una frase innocua, semplicemente voleva conoscere qualcun altro come lei, per non sentirsi sola e faceva congetture dove non c'erano da fare. Piedi per terra Rivera, non ti sbilanciare troppo e non fare figure di cacca!
    “Anche se magari poi i tuoi pretendenti possono venire da me visto che sono qui in zona. Ecco, fallo distante però, se no li allontano pure io con le mie doti di rigurgito rapido” inutile, non poteva lasciarsi scappare l'occasione, magari qualcosa all'amo si appigliava, però non voleva sbilanciarsi troppo, alla fine era più facile per una donna usare il maschile universale che non per un uomo usare il maschile che implicava ci fossero per forza dei maschi. La vita era ingiusta, ma molto utile a volte.
    “Lo sai che ti lamenti troppo per uno di cui mi sto prendendo cura?” rimbrottò, con tono bonario e scherzoso, chiaramente divertita dalla frase di Fri, perché sapeva essere vera. Diventava insopportabile quando si fissava con l'aiutare qualcuno, fin troppo asfissiante e pesante. Eppure non riusciva a farne a meno, era qualcosa dentro di lei che la spingeva a prendersi cura di quelle persone, a dare un po' di sollievo e conforto in mezzo alle sventure di cui era stata testimone. Forse voleva che qualcuno aiutasse lei come lei aiutava gli altri... Pensieri più felici, Teresa. Pensieri più felici.
    Tipo... Perché doveva parlare proprio di fare il bagno? Mannaggia a lui, con i capelli ancora gocciolanti che invitavano solo di essere toccati, immaginarsi anche il resto del corpo che... NOOOOO, pensiero cattivo, via! Però sarebbe stato proprio figo...
    “Ho il cervello già abbastanza confuso, stiamone alla larga per favore” borbottò invece, il pensiero ancora fisso sull'acqua più che sulla pianta, ma va beh, almeno qualcosa di sensato l'aveva detto, 1 a 0 per il suo cervello, ormoni in perdita!
    Finalmente, nel frattempo, erano arrivati nello spiazzo a quanto pare perfetto, anche se non è che sedersi al freddo le facesse un gran piacere, specie visto che aveva la gonna e trovare una posizione comoda non era mai facile. Mannaggia alle divise, non potevano esserci pantaloni per tutti?
    “Hai fatto un gran disastro, quindi certo che devo intervenire! Ti sei mai messo della crema in vita tua? Hai di quelle strisce bianche che nemmeno con la protezione solare in estate si riescono a ricreare”
    Si ok quella crema non era delle migliori, quelle poco costose lasciavano spesso uno strato bianchiccio se messe in modo eccessivo o non spalmate bene, ma diciamo che capiva il bisogno di esagerare del ragazzo e tanto lei non la usava, avrebbe finito per scadere prima di intaccare anche solo metà del contenuto, almeno serviva per una buona causa.
    Si avvicinò al ragazzo, mettendosi sulle ginocchia e subito rimpiangendo la cosa visto il freddo che sembrava passare attraverso le calze, misto a quella sensazione di umido e bagnato che era proprio una meraviglia. Ma aveva una missione da compiere, non poteva lamentarsi.
    “Lascia stare le palline, sono sicura che sei un maestro, ma mi viene più da tirarle in testa alla gente che vederle volare in aria, quindi meglio evitare di fare ulteriori danni alla tua faccia. Se proprio insisti troveremo qualcosa immagino, l'anno è ancora lungo e ce ne sono altri davanti visto che non sembra che abbiano intenzione di spostarmi di nuovo, quindi... Riscuoterò a tempo debito. Magari prima mi salvi tu con una delle tue visioni, chissà!”
    Mentre parlava aveva iniziato a spalmare per bene la crema sulle guance e sul naso, i punti che sembravano essere stati più colpiti dal pus, cercando di essere delicata, per non fargli del male, ma allo stesso tempo decisa, per rimuovere quel cerone bianco che si era creato.
    “Sono contenta che la tua prima visione ti abbia permesso di salvare tua sorella, deve essere stato un bel momento, per quanto strano” cercò di tenere il tono neutro, così come l'espressione, anche se non poté nascondere un po' di tristezza negli occhi, misto a gelosia per quella che avrebbe voluto fosse stata la sua di visione. Invece no, lei era nata sfigata fin dal primo momento.
    “La mia purtroppo non è stata così felice... Ho visto i miei genitori morire, cosa che è successa qualche giorno dopo” inutile nasconderlo, era un argomento di cui preferiva non parlare, ma era così intrinsecamente legato al suo dono che non poteva essere evitato.
    Cercava di distrarsi come poteva, continuando a spalmare la crema quando ormai era già assorbita, concentrando la sua attenzione sul resto del volto, senza mai incrociare i suoi occhi, che sicuramente sarebbero stati pieni di pietà, cosa che non voleva assolutamente vedere.
    “Diciamo che non ho mai avuto fortuna con le mie visioni, mi hanno sempre cacciato nei guai, sono stata rispedita al mittente da più di qualche famiglia affidataria per colpa del mio dono e... Beh non è proprio un argomento allegro, ecco”
    Non c'era più niente da fare nella sua faccia, si rendeva conto, così usò quel momento per arretrare di qualche ginocchiata, sedendosi infine nello spiazzetto a sua volta e portandosi le ginocchia al petto, poggiandoci una guancia per poter guardare di sottecchi il ragazzo.
    “Le tue visioni come sono invece? Piene di morte e disperazione come le mie o ce n'è qualcuna di allegra e positiva? Sono sicura che sia possibile vedere anche quelle cose, ma il mio dono ha un macabro senso dell'umorismo a quanto pare...”
    Ok Teresa, non era il caso di ammorbare tutti con il solito pessimismo cosmico! Non era di certo colpa sua se l'argomento era un po' delicato, però non poteva nemmeno fare la depressona e far provare pietà agli altri!

     
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    Che ne sai, magari qualcuno potrebbe trovarti affascinante proprio grazie a questa abilità.
    Come ci sono finito a parlare di pus, vomito e pretendenti immaginari insieme ad una sconosciuta? Cazzo, potrei aggiungere il racconto di quella volta in cui ho visto mamma ficcare il braccio nella vagina di una mucca per aiutarla a partorire, così si che il quadretto idilliaco risulterebbe completo... Però farò il bravo, se Teresa ha davvero lo stomaco sensibile non mi va di farla sbrattare, ed io non credo di essere dell'umore adatto per lanciarmi nei mie lunghissimi simposi colmi di caos e schifo.
    In ogni caso, apprezzo che la piccoletta sappia stare al gioco e risponda con tono scherzoso alle mie battute, se si fosse offesa per così poco non so se avrei avuto voglia di star qui a spiegarle per filo e per segno cosa intendevo realmente.
    E' come se il mio otre di pazienza avesse un buco sul fondo, via via che il tempo passa il contenuto esce e mi svuota, anche se ci sono giorni in cui metterci una pezza funziona e ritorno ad essere super disponibile e preoccupato nei confronti delle emozioni altrui. Non che non me ne freghi più nulla, anzi, è solo che... Boh, ogni tanto mi passa la voglia.
    Magari ho paura di affezionarmi ad una persona facendomi un'idea sbagliata come è successo con Daisy, per poi rimanerci male e col culo bruciato, quindi il mio subconscio sta creando un muro per tentare di tenermi distaccato dal resto del mondo. Oppure sto dicendo un sacco di stronzate per tentare di dare una risposta a emozioni a cui non so dare ordine.
    Una volta fuori e seduti sull'erba, lascio che la piccola Tassa si avvicini per aiutarmi a spalmare meglio la crema. Mi fremono le mani per la voglia di accendere una sigaretta, ma le ho promesso che non le avrei soffiato il fumo in faccia e a questa distanza evitarlo sarebbe estremamente complicato, quindi me le tengo strette in grembo e mi concentro su ciò che dice.
    Senza offesa, ma vorrei evitare di fare ancora l'eroe.
    Accenno un sorriso tirato, un po' a causa del bruciore e un po' perchè vorrei davvero smettere di avere visioni che riguardano la sofferenza di qualcun altro; visto che la soluzione del sbattermi un mattone sul cranio potrebbe finire male e non mi va di finire in coma, credo mi toccherà sopportarne altre e a questo punto anche la piccoletta potrebbe finire nel mirino.
    Osservo il suo viso da vicino, sembra tranquilla nel parlarmi del suo dono, come se non fosse nulla di che, ma ciò che aggiunge man mano le fa brillare gli occhi di una luce triste che mi fa sentire improvvisamente in colpa per averle posto quella domanda.
    Lei non ce l'ha fatta a salvare le persone a cui voleva bene, magari la notte rivede quella visione di continuo e si dà la colpa per non aver provato a fare qualcosa, per non essere arrivata in tempo anche se era solo una bambina. Anche io mi sono sentito così, seppur più recentemente e per una ragione diversa, ma riesco comunque a sentirmici affine.
    La guardo con l'interno delle guance stretto tra i denti ed un lieve fastidio alla bocca dello stomaco, perchè è inutile fare tanto il distaccato, una parte di me continuerà sempre a preoccuparsi per gli altri, sconosciuti o amici che essi siano. Mi è impossibile non provare nulla di fronte al racconto di una bambina che viene sballottata di qua e di là ed ha cambiato sicuramente un sacco di scuole prima di finire qui.
    Lei ha più motivi per odiare il Dono Divinatorio, eppure in superficie mi sembra più tranquilla di come sto io dopo appena una singola delusione.
    No, niente allegria e positività. Una volta ho visto una molestia che era già avvenuta e non ho potuto fare niente per evitarla, a parte consolare la ragazza.
    Ora che Teresa si è staccata, mi getto sul pacchetto e accendo una sigaretta con nervosismo. Riportare a galla quel ricordo non è piacevole per un cazzo, ma in quei due secondi in cui assaporo la nicotina ad occhi chiusi mi sento meglio.
    Non avevo mai avuto visioni del passato, mi sono sentito inutile e poi lei sembrava avesse quasi paura di me, come se potessi sbirciare chissà che segreto del suo passato e... Ah, lascia perdere.
    Con uno sbuffo di fumo grigiastro che mi esce dalle labbra, cerco di chiudere il discorso. Guardo altrove, verso le serre da cui siamo usciti, le braccia poggiate sulle ginocchia ed un piede che si muove nervosamente su e giù. La piccola sconosciuta non deve sorbirsi i miei drammi del cazzo, anche se lei mi ha appena parlato dei suoi e forse mi farebbe bene buttare fuori qualcosina, ma mi rimane tutto in gola e scelgo di tener giù le parole con un'altra boccata di sigaretta.
    Mi spiace per quello che ti è successo, sembri gentile e non dev'essere stato facile vivere in quel modo. Facciamo così, se mai dovessi trovare un rimedio per smettere di avere il Dono sarai la prima a saperlo, ok?
    Accenno un sorriso nel voltarmi a guardarla, ben consapevole di quanto sia impossibile promettere tale regalo sulle basi del nulla, anche perchè credo che qualcuno vi avrebbe già trovato una soluzione, se solo avesse voluto. Sono dei cazzo di maghi, porca puttana!
    E mi spiace di aver portato la conversazione su una china così allegra, di solito sono più gioviale di così. Il mio compagno di stanza dice che ho la bocca grande quanto quella di una rana perchè parlo troppo, sto progettando di regalargli dei tappi da tenere anche durante il giorno e una di quelle mascherine che le signore mettono davanti agli occhi per dormire senza essere disturbate dalla luce. Ho il vizio di dormire nudo e Ralph non apprezza il mio culo secco.
    Con un'alzata di spalle ridacchio tra me e me, totalmente privo d'imbarazzo per l'immagine orrorifica che sicuramente si è impiantata negli occhi di Teresa. Oddio, dubito che qualcosa del genere potrebbe farla vomitare, ma in caso vedrò di levarmi in fretta ed in futuro eviterò di parlare di nudità.
    Tu invece come ti trovi vicino alle cucine? Se ti fai amico qualche elfo puoi pure sgattaiolarci dentro di nascosto e fregare del cibo quando nessuno guarda, e se ti beccano puoi dare la colpa a me. Tanto dei punti non me ne frega niente, che me li tolgano pure.
     
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    Era serio? Teresa sperava davvero che fosse uno scherzo perché se no il ragazzo oltre a un po' di strato superiore di pelle aveva perso anche il senno.
    “No davvero, se qualcuno mi volesse frequentare perché ho un vomito da Eccezionale, anche se penso sia più da Ogni Oltre Previsione, non credo andrebbe così lontano... Comunque, dicevo, penso che mi sotterrerei in qualche bunker isolato dal mondo e morirei lì dentro lasciando che l'umanità si estingua da sola”
    Drammatica? Solo un pochino. Teresa nel parlato usava molto esagerazioni e iperboli, era una cosa che aveva preso dal suo papà, caloroso solo come un latino poteva essere, e gli anni passati in fredde famiglie affidatarie non le avevano tolto questa caratteristica acquisita.
    A quanto pare nemmeno a Friday le cose andavano meglio per quanto riguardava le visioni. Vedere il passato era qualcosa che non era mai successo alla piccola veggente e tremava alla sola idea che potesse avvenire. Già si sentiva impotente a vedere cose che stavano per accadere, ma che non poteva fermare, l'essere spettatrice del passato di una persona, magari di un evento doloroso, l'avrebbe fatta sentire disperata e amareggiata. Povero Friday, non poteva nemmeno immaginare come potesse essersi sentito. Capiva il perché del suo bisogno di fumare.
    “Purtroppo in molti fanno fatica a capire il nostro potere, sembra quasi che per loro ci godiamo a vedere momenti intimi delle persone, non capiscono che non è nel nostro controllo cosa vediamo o non vediamo” non sapeva nemmeno lei come consolare il ragazzo, chiaramente nervoso e addolorato per la perdita di questa persona. Sapeva bene Teresa cosa volesse dire essere allontanati per qualcosa di cui non si aveva colpe, per un azione che agli altri dava fastidio, ma che per loro era solo una brutta normalità che dovevano tollerare.
    Eppure le parole successive di Friday la fecero riflettere. Smettere di avere il dono? Un fremito di puro terrore le percorse la schiena, quasi un segnale divino che era una pessima idea, che non doveva nemmeno pensarci. E perché no, in fondo? Al momento le creava solo sofferenze questo dono, ma se un giorno le fosse servito per salvare davvero una vita? Se avesse potuto fare la differenza avendolo?
    “Sai, non credo che accetterei... Lo so che è una seccatura e che al momento lo odiamo, ma credo sia solo perché non lo sappiamo controllare. Nessuno si degna di insegnarci niente, ci lasciano in balia di noi stessi fino all'accademia, quando possiamo decidere di intraprendere come strada la divinazione, abbandonando però tutto il resto. E se io volessi fare altro nella vita? E se volessi imparare a gestire il dono per me stessa, ma come carriera prendere tutt'altra strada? Perché non possono agganciarci ad un maestro non appena scopriamo di averlo? Perché devono lasciarci soffrire per anni e anni prima di dirci: fate una scelta, o lo usate per viverci o andatevene a quel paese e tenetelo difettoso!” aveva alzato le mani al cielo alla fine, energica nel suo lamentoso e arrabbiato monologo, inviperita contro un sistema che non funzionava, che lasciava marcire dei ragazzi solo per il fatto di essere diversi. Era davvero un mondo giusto? No, lo sapeva fin troppo bene.
    “Scusami tu, anche io sono partita per la tangente, ma queste cose mi fanno infuriare!” le guance della ragazza erano rosso fuoco, imbarazzata per come si fosse infiammata poco prima, esplosiva nella rabbia e nel disdegno come tanto facilmente si calmava e tornava la timida ragazzina senza un filtro sulla lingua.
    Però forse sarebbe stato meglio rimanere incavolata perché l'immagine che si formò nella testa della ragazzina non era di certo una da avere in pubblico... Non era colpa sua se il maschione che aveva davanti aveva detto due parole chiave per aprire il vaso di pandora degli ormoni: culo nudo. Cioè. Non le aveva davvero dette così vicine, ma quello era il succo del discorso.
    E così, in un attimo, tipo film che ti faceva vedere la tua vita scorrere davanti agli occhi, si immaginò fin troppo facilmente come l'ipotetico corpo nudo di Fri – non l'aveva visto davvero, ma era sicura che avesse addominali scolpiti! Dai come poteva non averli – illuminato dalla luna e da qualche candela, la invitasse ad unirsi a lui sotto le coperte per...
    NOPE! FERMATI TERESA NON PUOI PENSARE A QUESTE COSE CON LUI DAVANTI!
    Le gote le si infiammarono, lei distolse lo sguardo, nascondendosi dietro ad una risatina che doveva essere la giusta risposta alla battuta che aveva fatto, ma in realtà era solo messa in mostra per celare il suo assoluto disagio per quello che aveva pensato. Maledetti ormoni, non stava proprio apprezzando l'adolescenza! Era meglio quando ignorava il fascino delle altre persone... Poi davvero, non solo era iperattiva a livello fantasia, pure su entrambi i sessi! Quindi nemmeno poteva scampare metà della popolazione, proprio su tutta doveva fantasticare! Sfiga dopo sfiga, davvero.
    “Ammetto di non esserci mai andata nelle cucine, ma adesso che me l'hai detto devo assolutamente provarci! Magari puoi mostrarmi come si fa... Se ti va ovviamente, non voglio costringerti a fare qualcosa che non vuoi, anche perché non posso nemmeno offrirti il bottino, è gratis, l'avresti potuto avere comunque...” zitta Teresa, davvero, stai zitta. Perché doveva sempre scavarsi la fossa da sola? Non poteva essersi fermata alla prima frase? No, doveva chiedere scusa a priori di chissà che cosa poi! Sapeva di avere seri problemi di autostima, ma questo non voleva dire che doveva complicarsi la situazione da sola e rendersi ancora più odiosa agli altri!
    “Cioè, non siamo amici, anche se mi piacerebbe perché sembri un tipo simpatico ed è sempre bello avere qualcuno accanto che capisce cosa stai passando, però so che non posso nemmeno costringere le persone... Cioè, non siamo più bambini dove all'asilo conosci qualcuno e nel giro di cinque secondi siete migliori amici perché avete condiviso un pennarello che avete pure leccato tutti e due tra l'altro, no?”
    … Cosa avevamo detto Teresa? Meglio chiudere qui, era decisamente meglio. Che Friday la tirasse fuori da quel pasticcio in cui si era cacciata da sola, magari le dava una botta in testa e la faceva rinsavire, chissà.

     
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    Teresa andrebbe d'accordo con mia madre, s'infiammano allo stesso modo quando hanno a che fare con problematiche sociali. Se tra qualche mese dovessi vederla legata ad un'albero per protesta non mi stupirei, anzi, probabilmente mi unirei alla missione della piccoletta, umore negativo permettendo.
    Avevo sentito parlare di quest'accademia e dei suoi corsi, ed ammetto di aver fatto un pensierino su quello di Divinazione qualche tempo fa, quando ancora non avevo ben chiaro il mio futuro; non che adesso sia particolarmente roseo e spianato, ma ho capito che voglio avere a che fare con le piante da grande anche perchè l'idea di essere pagato per guardare il futuro altrui non mi entusiasma.
    Quindi, come dice Teresa, io sarò uno di quelli che dovrà tenersi il Dono difettoso, e solo perchè avrò scelto una carriera diversa. E' una gigantesca stronzata ed andrebbe sistemata in qualche modo, eppure le scuole, il governo o chi per loro non ritengono opportuno mettersi d'impegno per srotolare questa matassa fatta di merda e visioni casuali.
    Mamma direbbe che se il figlio di qualche grande capo avesse la mia problematica allora tutti muoverebbero il culo, e purtroppo è vero. E loro avrebbero anche i soldi per frequentare più corsi insieme e quindi vivere la vita come cazzo gli pare. Che schifo.
    Tranquilla, hai detto cose vere che condivido. E poi sei divertente da guardare quando t'infervori.
    Le sorrido sincero e divertito da dietro il velo di fumo della sigaretta, sicuro che non si offenderà per questa piccola battuta visto il modo in cui mi ha rimbrottato poco fa.
    A guardarla e sentirla parlare in realtà mi ricorda il me di poco tempo fa, quando non ero spesso di cattivo umore. Ah, cazzo, parlo come un vecchio che ricorda i bei vecchi tempi andati... Merda Wyldflower, dovresti provare a tirarti un po' su di morale, porca troia! Cos'è questo muso e lo sguardo mogio?! Guarda la Tassa, non ti manca essere come lei?
    Credo che la risposta a questa domanda sia si, ma non ne sono sicuro. E' come se la mia maturazione avesse raggiunto lo step successivo e sia impossibile tornare indietro a com'era un tempo, magari sarà possibile voltarsi e raccogliere qualche pezzo per rimetterlo a posto, però il resto dell'armatura che componeva il piccolo Friday è andata per sempre.
    Merda, sto parlando di me stesso come se fossi morto, devo darmi una cazzo di calmata o inizierò a filosofeggiare mentre sorseggio vino e fumo sigari cubani... O qualsiasi altra cosa facciano le grandi eccelse menti del mondo moderno.
    Non pensavo che crescere sarebbe stato così pesante, avrei preferito rimanere con la testa tra le nuvole per sempre, e invece il cazzo, sono caduto a terra atterrando sugli incisivi e vaffanculo a tutto.
    Comunque, sentire la piccoletta che straparla è veramente divertente, riesce a farmi sorridere parecchio e di questo la ringrazio in silenzio. Le auguro di rimanere così il più a lungo possibile.
    Leccare pennarelli mi manca come esperienza, una volta però ho mangiato della creta fresca da un vaso su cui stava lavorando mamma. Credo fosse della tipologia commestibile perchè non ho avuto strani blocchi intestinali o getti di vomito e... Perchè torniamo sempre a parlare di queste cose?
    Ridacchio scuotendo la testa, ormai sto imparando a mettermi dei freni quando vado troppo in là con le stronzate. Penso sia sempre a causa di Daisy e del suo rifiuto, perchè lo so che devo essere sempre me stesso e bla bla bla... Però perchè rischiare?
    All'asilo comunque i costrutti sociali non esistono e trovo ingiusto che loro ce l'abbiano più facile di noi, quindi sai cosa? Fanculo.
    Lascio la sigaretta a penzolare dalle labbra mentre con entrambe le mani afferro qualche ciuffo d'erba e lo strizzo finchè non mi lasciano una poltiglia verdastra su palmi e dita. Prendo una mano di Teresa e la appoggio alla mia, palmo a palmo.
    Ecco, ora siamo amici uniti nello schifo e nel disagio delle visioni di merda! Evviva noi!
    Esclamo sorprendendomi di come mi sia uscito più facile del previsto sentirmi libero, e poi è stata lei la prima a proporre di diventare amici, quindi agire in questo modo non mi è suonato così strano. Al piccolo Fry sarebbe piaciuto molto questo momento; da qualche parte sento di essere sinceramente felice di averlo fatto.
    Il prossimo passo sarà guarire da queste bolle del cazzo e infiltrarci nelle cucine per prendere qualcosa da mangiare per festeggiare. Tu sei bassa, sarà più facile sgattaiolare dentro e confonderti con gli elfi, io posso distrarli ed eventualmente tirare padelle qua e là per creare un diversivo. Ci prenderanno di sicuro ma ehi, si vive una volta sola!
    Nonostante l'entusiasmo di chi potrebbe alzarsi e trascinarla via da un momento all'altro, rimango seduto a terra. C'è qualcosa che mi blocca e non capisco di che si tratta. Dubito sia la paura di beccarmi una punizione, anche se potrebbe spiacermi per la piccoletta, quindi forse ho solo voglia di rimanere qui ancora per un po'...? Che cazzo di tedio non capire che merda mi passa per il cervello.
    Alla fine, con un sospiro, mi lascio andare all'indietro sull'erba, guardo il cielo sereno e faccio un lungo tiro di sigaretta.
    Ho letto che esiste questa rana in grado di spaccarsi gli arti, e coi moncherini d'osso che escono dalla pelle ci ferisce gli aggressori... è interessante, non trovi? Puoi leggerle addosso tutte le volte che qualcuno ha cercato di farle male. Se gli umani fossero uguali credo sarebbe un casino perchè poi uno con troppe ossa di fuori verrebbe additato come debole o gli altri proverebbero pena per lui e... Mh. La smetto. Giuro che in questa sigaretta c'è solo nicotina, l'erballegra non mi fa effetto.
     
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    Doveva ancora capire perché la gente la trovava “carina” quando si arrabbiava. Non la prendevano mai sul serio, per questo, e più si arrabbiava e meno otteneva perché era più divertente guardarla, a quanto pare, che non capire da dove venisse il suo disagio. Arricciò il naso al commento, un po' infastidita, ma non ci diede troppo peso perché alla fine sapeva che il ragazzo non la stava prendendo in giro, era semplicemente qualcuno che diceva le cose come stavano, senza troppi giri di parole e senza nessun filtro.
    Prova di questo era che finiva sempre a parlare di cose strane tipo mangiare la creta. Si in effetti era un po' da vomito e sì, erano di nuovo finiti a parlare di quell'argomento.
    “Perché a quanto pare sei fissato! Sei sempre tu che tiri fuori il discorso sai, ti ho già detto che sono sensibile io!” sbottò, cercando di sembrare austera e giudicante, quando in realtà se la stava ridendo sotto i baffi. Era buffo, un po' bambinesco forse, ma trovava carino quel comportamento così aperto e spontaneo, così simile al suo.
    Apprezzava un pochino meno lo schifo che le aveva spalmato sulla mano. Non potevano fare un patto anche senza schifezze dai colori immondi? Cioè, sapeva che era erba e fango, mica vomito, però chissà chi ci aveva defecato sopra prima! Ok Teresa, non pensarci, appena riesci vai a trovare un bagno e ti disinfetti le mani, eh, che dici?
    “Amici... anche se me ne sto già pentendo. Per il futuro, che dici di lasciare le cose scivolose e mollicce dove stanno? Sai, così, giusto per evitarmi una crisi isterica...” la tentazione di pulirsi la mano sulla sua divisa era tanta, ma aveva un po' di contegno e non sarebbe scesa a fare simili cosucce giusto perché aveva un problema con le texture viscide. Era adulta – quasi, insomma.. più o meno – poteva sopportare. Stava parlando delle cucine in fondo e per il cibo gratis questo e altro!
    “... Mi hai seriamente paragonato ad un elfo domestico?!?” la voce si era fatta acuta, gli occhi sgranati dall'incredulità. Oh no, non l'aveva fatto davvero! “Stai rischiando cara la vita lo sai?” sibilò, gli occhi che erano diventati due fessure e la mano che formicolava per pulirsi davvero sulla sua divisa. Se lo sarebbe meritato, ma come gli veniva in mente di paragonarla ad un elfo domestico!
    “Facciamo che non ho sentito niente ok? Niente commenti sugli elfi domestici e niente rane con le ossa di fuori” si alzò in piedi, allungando una mano verso quella del ragazzo per aiutarlo ad alzarsi. Tanto sporco per sporco non poteva andare peggio di così.
    “Adesso ce ne andiamo al castello, ci laviamo le mani nel primo bagno che troviamo e poi andiamo a mangiare qualcosa, ok? E giuro sulle mutande di Merlino che se fai ancora un commento sulla mia altezza ti sotterro lasciando fuori solo la testa e vediamo chi è davvero basso!”
    Stava scherzando... Circa. Ormai era abituata ai commenti sulla sua bassezza, ma non per questo le piacevano. Per fortuna la via per il castello era abbastanza lunga, avrebbe fatto in tempo a sbollire prima di arrivare nei pressi di qualche padella, altrimenti altro che distrazione, sarebbe finita dritta dritta in testa a Friday! Calma Teresa, respira... Andrà tutto bene.

     
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