Spill the tea truth

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    16 Agosto
    Il Ministro Nott spolverò la cenere verde che era rimasta sulle spalline della giacca di lino chiaro, prima di recuperare la cappelliera in pelle di drago che aveva posato sul tappeto dell'Ufficio del Preside, appena uscito dal camino.
    Nott non amava particolarmente la Metropolvere ma per alcune situazioni la reputava una rapida soluzione qualora si dovessero trasportare oggetti importanti.
    McCormac, la ringrazio dell'attivazione del camino: mi ha risparmiato molto tempo che preferirei trascorrere con lei e la nostra ospite. E' già stata convocata?
    Ospite sicuramente non era la parola più adatta ma si confaceva alla natura "informale" di quell'incontro non annunciato: sicuramente Every Westwood non si sarebbe aspettata la visita del Ministero della Magia in persona vendendo invitata da Jack McCormac nel suo ufficio per una chiacchierata.
    Avrebbe lasciato che in quanto "padrone di casa" fosse il Preside ad occuparsi dell'accoglienza della professoressa di Erbologia. Nott si sforzò tuttavia di sorridere amabilmente, come solo un politico sa fare, tendendo la mano alla donna e accennando un piccolo cenno del capo.
    Finalmente ho il piacere di conoscerla di persona signora Westwood: ho sentito molto parlare di lei. Charles Nott, Ministro della Magia.
    Inutile essere aggressivi, Nott sapeva bene che il Preside non era famoso per i suoi modi cortesi e garbati e non c'era assolutamente motivo di alzare i toni se la signora si fosse dimostrata collaborativa.
    Perdonerà i pochi convenevoli ma la mia agenda è piuttosto ricca di appuntamenti ultimamente e temo di avere poco tempo a disposizione da spartire con voi. Verrei dritto al punto signora Westwood se non le dispiace.. prego, beva.
    La breve pausa che seguì aveva la sola funzione di dare quei pochi secondi alla Westwood per annuire a quella che in realtà era una domanda puramente retorica e di accettare il bicchiere d'acqua che le veniva offerto dall'elfo domestico di servizio.
    Vorremmo chiarire la posizione di lei e della sua famiglia se possibile, nei confronti di suo fratello Castiel Westwood e della sua condotta.
    Nel caso in cui la signora Westwood avesse avuto qualche dimenticanza al riguardo Nott era sicuro che Jack McCormac fosse in possesso di tutta la documentazione necessaria a rinfrescarle la memoria. In caso contrario Charles aveva sempre con se due copie di tutto l'occorrente.
    E se può fornirci tutte le informazioni su di lui di cui è in possesso. Dopo che avrà bevuto.



    L'interrogatorio vedrà l'alternarsi dell'intervento di Jack con il Ministro in risposta ai post di Every in modo da rendere la role più dinamica e meno ripetitiva.
    Turni: Every- Jack -Every- Ministro- Every e così via.

    Sempre per facilitare la scorrevolezza della role cerchiamo di fare passare tra un post e l'altro non più di 14 giorni.

    Il bicchiere d'acqua contiene ovviamente del Veritaserum.
     
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    Every lo sapeva, lo sapeva dal momento in cui la lettera di convocazione era atterrata sulla propria scrivania, aspettava e si preparava a quel momento da anni, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con le scelte che aveva preso nella propria vita. Il Preside McCormac la convocava per un incontro informale nel proprio Ufficio ma Every sapeva, anche mentre bussava alla sua porta prima di entrare, che non era il Preside ma il Vice Capo Auror McCormac a convocarla.
    "Preside McCormac buongiorno - quante volte lo aveva chiamato semplicemente Jack nel corso degli ultimi periodi passati al Castello, quanta vita sembrava passata da quando erano ancora due ragazzini e percorrevano quegli stessi corridoi avvolti nelle loro tuniche svolazzanti. Lui, fiero figlio di Godric come Anthony, Adam, come suo marito Steve... ed ora invece la Westwood lo cercava il suo sguardo, lo sosteneva, formale come le richiedeva la situazione e la presenza, a sorpresa, del Ministro della Magia, fingendo una sicurezza - Ministro Nott, è un piacere fare la sua conoscenza!'' anche se mi ricordo di te, anche se ho già letto di te. Le vite dei tre maghi presenti in quella stanza infatti si erano già incrociate fra quelle stesse mura, tre vite diverse all'apparenza, tre ragazzini da caratteri così opposti, figli di tre diverse casate eppure ancora, a distanza di così tanti anni, il destino aveva scelto per loro, aveva deciso che un filo invisibile li doveva legare a quel momento, a ciò che Every non credeva potesse mai succedere. Strinse la mano del Ministro prima di prendere posto sull'ampia sedia di legno collocata di fronte alla scrivania del Preside e fu proprio a lui che rivolse un ultimo sguardo. Alla faccia del colloquio informale!
    "Comprendo, comprendo pienamente i suoi impegni Ministro!'' un lieve sorriso le incurvò le labbra mentre sfiorava con la mano il bicchiere di acqua che le era stato offerto dall'elfo domestico, le labbra si erano fatte secche, aride alla nuova reale consapevolezza dello scopo di quell'incontro. Erano anni che aspettava quel momento, maledicendosi, erano anni che si preparava al giorno in cui gli Auror si sarebbero presentati alla sua porta e ora, nonostante avesse bevuto gli infusi più disparati per placare i nervi, la forza ed il coraggio le venivano a mancare. Con l'unghia ticchettò nervosamente sul bordo del bicchiere soppesando con attenzione gli ordini implici del Ministro e le sue domande.
    "Immagino che il fascicolo su di me e sulla mia famiglia sia corposo, corretto? Ed immagino che saprà anche che mio marito è stato ucciso da una Mangiamorte, io stessa sono stata rapita da un mago oscuro... e poi saprà benissimo di mia figlia, ha subito violenza da un Mangiamorte di una delle famiglie più conosciute del mondo magico, un carissimo amico della famiglia Moon, ricordo bene quanto venisse stimato Ichabood Senior anche da chi non la pensava esattamente come lui...'' prese un lungo respiro Every cercando di controllare la tensione ed il nodo che si era formato alla bocca del suo stomaco.
    "Non ho avuto contatti con mio fratello per anni prima del suo arresto...ed anche in quel caso mi sono recata in prigione solamente un paio di volte. I miei figli invece hanno le loro vite, Michelle è in Islanda da più di cinque anni ormai e mio figlio Marcus è appena tornato dall'America, era residente a Boston dalla fine della scuola! Sono adulti, prendono le proprie decisioni, così come è stata totalmente autonoma quella da parte del mio secondogenito di inviare la candidatura per il corpo Auror. Penso questo parli per lui, sulle sue opinioni e su quanto si sia ripromesso di stare dalla parte dei giusti da quando abbiamo seppellito suo padre!''fastidio, ecco cosa provava Every in quel momento, fastidio per il modo in cui aveva dovuto proteggere i propri figli, era lei quella che loro volevano, era sempre stata lei eppure la colpivano nel suo punto più debole, il suo essere madre. Ma avrebbe si sarebbe consegnata anima e corpo per proteggerli, se fosse stato necessario.
    "Mi chiede le informazioni che ho su Castiel? Certo, le darò tutte le informazioni che desidera, ma se permette... rifiuto l'acqua... dopotutto è un colloquio informale, no?'' disse allungando il bicchiere, che non aveva smesso di stringere, sulla scrivania, facendolo scivolare sul legno smaltato.
    "Ed è inutile negare che mio fratello abbia usato casa mia, la casa non era propriamente alle condizioni originali. E devo ammettere che mi è spiaciuto non essere informata dagli Auror ma di averlo appreso tramite ciò che il Capo Auror Ramirez ha comunicato a mio figlio... ma fino ad allora non ne avevo la più pallida idea!'' doveva credere alle proprie bugie, doveva crederci al punto tale da convincere gli altri, anche se sarebbe stata dura, molto dura.


    Edited by .Every. - 10/9/2023, 17:05
     
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    "Si.", ribatto al ministro spegnendo il mozzicone nel posacenere in legno posto sul davanzale, "I ringraziamenti non sono necessari, la nostra collaborazione prevede anche questo Nott."
    Offro un cenno contemporaneamente di benvenuto e assenso all'Inglese nel voltarmi, puntando al contempo direttamente alla sedia posta da questo lato della mia scrivania.
    Siedo e congiungo le dita, con il ministro alla mia destra, e lo sguardo fisso sulla porta ove, di qui a pochi istanti, la figura di Every Westwood si paleserà.
    "Buongiorno a lei. Prego, si sieda."
    Un sorriso di circostanza la accoglie nel mio ufficio, mentre la mano dominante indica quella che sarà per lei una "comoda" seduta prima di sparire al di sotto del mi piano di lavoro.
    Mentre l'inglese parla iniziando ad esporle le vere motivazioni della sua convocazione, dal canto mio mi limito a tenerle gli occhi addosso.
    La mente si mette al lovoro mentre l'espressione sul mio viso resta neutrale, gli occhi però si fanno acuti. Pronti a captare ogni sua minima microespressione facciale mentre risponde.
    Com'era prevedibile, il primo tentativo del ministro finisce solamente per metterla sulla difensiva, cosicché tutto ciò che riusciamo ad ottenere è un lungo elenco di cose di cui siamo già al corrente.
    L'argomento andrebbe trattato con i dovuti crismi, tuttavia non ho intenzione di tergiversare un secondo di più. Non con questo specifico Mangiamorte come argomento fulcro della nostra conversazione, almeno.
    "Every...", richiamo la sua attenzione in tono calmo e confidenziale prima che il ministro possa iniziare a risponderle, "A prescindere da ciò succederà oggi, voglio che tu sappia una cosa: io prenderò tuo fratello.", gli occhi si fanno ora più affilati e attraversano i suoi.
    Se uno sguardo potesse ferire, probabilmente il mio le bucherebbe la scatola cranica.
    "Forse me lo troverò dinanzi nel bel mezzo di uno scontro e allora, lo sai, non ci saranno esitazioni da parte mia. Se dovrò ucciderlo, lo farò.
    Penso però che tu potresti evitare che un tale scenario si verifichi. Credo, fermamente, che tu possa avere molto altro da dirci."

    Poggio le dita della mano destra sulla base del bicchiere, e lo faccio scivolare nuovamente in sua direzione. Senza staccarle gli occhi di dosso.
    "Inoltre, vista la situazione attuale, il tuo diniego a collaborare configurerebbe il reato di intralcio alla giustizia."
    Uno scambio di sguardi complice con Nott, sono certo che questo per lei basterà a fornire il giusto peso alle parole che sto per pronunciare.
    "Credo di poter affermare che il ministro non avrebbe nessuna riserva sul concedermi una deroga giurisdizionale temporanea, quindi sappi che, nel caso in cui tu seguitassi a non voler collaborare, mi vedrei costretto ad arrestarti. Sedutastante."
    Con gli occhi scorro lungo le sue membra superiori, offrendole un segno di dienigo prima ancora che l'eventuale idea di metter mano alla bacchetta possa anche solo sfiorarle la mente.
    Che le piaccia o meno, lei stessa si trova il qualche modo sotto tiro fin dal momento in cui si è seduta. Il mio braccio sinistro che, scioltamente dissimulato, sparisce sotto la scrivania ne è la prova.
    "Bevi Every, e poi rispondi alle domande del ministro. Per cortesia.
    Nessuno ti giudicherà per quello che dirai e no, non te lo chiederò con gentilezza una seconda volta."
     
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    Le cose non stavano andando affatto come si era immaginata, erano bastate poche parole e tutto era già sul punto di andare in mille pezzi. Every lo sapeva, se lo sentiva, non sarebbe finita affatto bene per lei, quello era tutto tranne che un colloquio informale e loro sapevano, sapevano che dietro il suo sguardo innocente si celava molto di più, si celava qualche segreto che loro erano intenzionati a svelare.
    "Jack... - rispose al suo stesso richiamo pronunciando il suo nome come un sussurro leggero mentre tornava a guardarlo, dritto negli occhi, cercando di mantenere il contatto visivo, di rimanere calma e concentrata su di lui e su quello che stava succedendo in quella stanza - Sai da quanto è che aspetto quel momento? Sai quanti auror mi hanno promesso la stessa cosa? Ed ogni volta le promesse venivano disattese ed io mi trovavo a dovermi nascondere, a vergognarmi del cognome che porto. Pensi sia stato piacevole leggere insulti sulle insegne del mio negozio? Vedere la clientela dimezzata, tornare ad usare il cognome di Stephen, guardare i miei figli scappare dalla loro stessa casa!'' ed era vero e non erano cose facili da accettare, da digerire e per anni aveva odiato suo fratello, lo aveva odiato per la disperazione che aveva causato alla loro famiglia, per averla disintegrata.
    "Io non mi sto rifiutando di collaborare, mi sto rifiutando di bere qualcosa che mi volevate far passare per acqua. Non sono poi così ingenua!Se volevate questo mi convocavate al Ministero e non per un colloquio informale. Non avrei esitato mezzo secondo a venirci!'' sempre così buona, sempre così educata e composta tanto da risultare, agli occhi di tutti, facilmente ingannabile, manipolabile. E forse lo era stata, tanto, troppo a lungo, ma a più di 50 anni, finalmente, si era stufata. Era stanca di essere trattata come una stupida, stanca di sentirsi presa in giro anche da chi avrebbe dovuto proteggerla... Quante volte aveva chiesto il supporto delle autorità per proteggere la sua famiglia? Eppure Steve era stato ucciso, Michelle maltrattata, lei stessa era stata rapita e, in cerca di protezione e amore, era rimasta incastrata in una relazione tossica con un uomo che apparteneva ad una famiglia troppo importante del mondo magico per essere scalfito. L'avevano abbandonata tutti. Tutti tranne Castiel. Castiel che ora sentiva più vicino che mai, che sentiva completamente parte di se e doveva ammettere che, da quando si era abituata agli sbalzi d'umore e alla sensazione di non essere mai sola, iniziava a trovarlo quasi piacevole.
    "La vuoi sapere la verità, Jack?'' per la prima volta vi era un pizzico di sfida nella sua voce, nel modo in cui sosteneva lo sguardo del Preside, parlava con lui, si rivolgeva a lui, lo aveva reso il centro delle sue attenzioni in quel momento, come se fosse un duello solo fra loro due. Non era più la timida Tassorosso che abbassava il viso quando lo incrociava fra i corridoi del Castello o a cui tremava la voce se gli doveva rivolgere parola a lezione
    "Ti ho mentito, parzialmente. Ho avuto contatti con Castiel o almeno, così mi è stato detto da uno dei membri del vostro corpo Auror'' le piangeva il cuore all'idea di fare il nome di Ares ma doveva tutelarsi, doveva tutelare la propria famiglia, non poteva semplicemente porgergli i propri polsi incrociati per farsi arrestare. Fino a che le sarebbe stato possibile Every avrebbe lottato.
    "Mi è stato riferito che è stato Castiel a venirmi a salvare, mi ha salvato dai mesi di prigionia assieme ad Auror del corpo londinese, mi ha salvata mentre ero solo l'ennesimo fascicolo sulle loro scrivanie!'' si ritrovò a sbattere un paio di volte le palpebre cercando di cacciare le immagini buie e dolorose di quei giorni, ricordandosi il modo in cui si era svegliata, priva dell'occhio destro, ferita, disidratata. Le mani si strinsero quasi involontariamente a pugno, nervose, tese.
    "Che cosa vorrebbe sapere esattamente Ministro su mio fratello? Vuole sapere se sono stata sua complice durante la fuga dal manicomio? No. Se ho commesso omicidi al suo fianco? No e non lo farei mai ma voi probabilmente a questo non credete...''


    Edited by .Every. - 2/10/2023, 16:30
     
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    "Se volevate questo mi convocavate al Ministero e non per un colloquio informale. Non avrei esitato mezzo secondo a venirci!''
    Normalmente lo avremmo fatto, tuttavia si sono verificate delle circostanze tali da richiedere un diverso tipo di approccio..
    Il Ministro si chinò leggermente per recuperare la cappelliera, poggiandola sulla scrivania con l'apertura rivolta verso di lui. Ci fu un breve istante di esitazione negli occhi di Nott, che però venne presto messa da parte riportando lo sguardo sulla professoressa. Agitò la bacchetta per aprire la custodia e successivamente, fece levitare il contenuto in modo che fosse ben visibile alla donna: la testa imbalsamata di Micheal Moon si poggiò a pochi centimetri da lei affinché la vedesse bene. Noncurante dello shock che questo avrebbe potuto provocare nella strega, anzi, augurandosi che quell'immagine la scuotesse nel profondo, non per sadismo ma semplicemente perché non era del tutto sicuro che la donna avesse un quadro sufficientemente chiaro della gravità del momento.
    Questa.. è stata recapitata poche ore fa sulla mia scrivania. Non penso ci siano dubbi riguardo all'identità dell'uomo a cui apparteneva e le implicazioni che questo gesto porta con sè su moltissimi piani.
    Lasciò qualche secondo alla Westwood per assicurarsi che gli prestasse la dovuta attenzione.
    E come ha detto il Preside, siamo perfettamente a conoscenza di quello che sia lei che la sua famiglia avete passato e non è mia intenzione mancarle di rispetto. Ma proprio per questo credo che possa comprendere benissimo cosa significhi stare dall'altra parte.
    E per essere ulteriormente incisivo Nott le avrebbe mostrato cosa intendeva con "altra parte". Iniziò a porre quindi davanti alla donna alcune fotografie, alcune molto ordinarie e innocue, altre che invece lo erano molto meno. Suo malgrado quella era una lista molto lunga.
    Auror Grethe Hamalainen uccisa assieme al suo cane. Auror Ehimear Murray, la sua famiglia non ha mai ricevuto il corpo.
    Le foto delle due ragazze ritraevano la giovane età in cui la loro vita era stata spezzata: dovevano essere anche più giovani dei figli della professoressa.
    Auror Fhest, aggredita a Nocturn Alley.
    Quelle foto invece erano decisamente più incisive, eppure Nott reputava importante che la Westwood le vedesse: l'auror nelle foto era stata ritrovata in una pozza di sangue in un vicolo di Nocturn Alley, con una mano mozzata, il volto tumefatto dai colpi del mago e infreddolita dalla notte trascorsa prima che un passante la trovasse.
    Sorelle Cavanaugh di 12 anni: sono state attaccate a casa loro, quella a destra Gwyn è rimasta ferita, mentre quella a sinistra, Karen è stata rapita e tenuta lontana dalla sua famiglia per due mesi.
    Karen Cavanaugh era una sua studentessa, la vedeva spesso, le insegnava.
    Questo che ci creda o no è l'Auror Kain Cavanaugh, torturato per due giorni consecutivi. Il suo aspetto, normalmente è questo.
    Le foto erano state scattate mentre si cercava di risalire all'identità del mago, i cui tratti alterati ne avevano rallentato terribilmente il riconoscimento.
    Infine l'immagine che probabilmente provocava più ribrezzo in assoluto.
    Kristopher Hilton giornalista del Calamaio. Risulta che fosse ancora vivo mentre veniva fatto a pezzi.
    Nott non si era mai trovato davanti una scena tanto cruda, capace di accapponargli la pelle. I resti del giornalista erano stati infine disposti sul pavimento in una sorte di rito antico che contribuiva solo a rendere il tutto ancora più macabro.
    Noterà dalla foto che manca un braccio. Acuta osservatrice, è stato spedito alla giovane Cavanaugh pochi mesi fa, con questo biglietto.
    Sul braccio, la cui foto era allegata a una copia del biglietto, erano incise le parole "buone intenzioni".
    Sa perché molte volte casi come il suo.. come questi, rimangono solo fascicoli su una scrivania?
    L'espressione del Ministro divenne più seria mentre i suoi occhi non si schiodavano da quelli della Westwood.
    Perché le persone credono che gli omicidi e la violenza si possano attuare solo nell'atto materiale del gesto. E non ogni giorno.. scegliendo il silenzio e l'omertà.
    Questa donna che chiedeva pietà e comprensione, che piangeva le proprie sfortune e angherie subite, per la mancanza di giustizia, quanta ne avrebbe avuta per le vittime di suo fratello?
    Ho provato a chiederglielo con gentilezza signora Westwood ma ha ragione: questo non è un colloquio informale e lei non se ne andrà di qua senza averci fornito tutte le informazioni di cui dispone su Castiel Westowood in un modo o nell'altro. Ciò che le ha riferito McCormac è corretto, tuttavia, un suo arresto non la esonererà dal.. contribuire. Le buone intenzioni, per citare suo fratello, non bastano.


    IMPORTANTE --> togliere riferimenti allo stupro in questo pezzo qua:
    CITAZIONE
    Eppure Steve era stato ucciso, Michelle violentata

    Citati nel post:
    Articolo su Hilton: QUI

    Biglietto mandato a Karen.
    CITAZIONE
    Pensi che chiunque meriti di avere una seconda possibilità?
    Pensi che basti avere "buone intenzioni" per riuscire in quello che si spera?
    Chi è corrotto, lo sarà per sempre.
    Se l'anima viene macchiata, non si torna indietro.

    Le buone intenzioni di Kristopher lo hanno portato a questo.
    Si è prodigato per qualcuno che non se lo meritava.
    Ha incontrato i suoi demoni.

    E in tanti ne pagano le conseguenze.
    Egoista.

    C.W.
     
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    Sola, ecco come si sentiva Every. Sola, nuovamente sola in completa balia degli eventi che si stavano susseguendo troppo velocemente. Se prima era riuscita a fingere una freddezza che non le apparteneva, ora si sentiva venir meno mentre realizzava a cosa sarebbe andata incontro mentre il Ministro prendeva la parola. E che parola, perchè in quel preciso momento le parole erano decisamente superflue ed un conato acido le salì lungo l'esofago costringendola a coprirsi la bocca con la mano e a girare leggermente lo sguardo di lato. Non c'erano dubbi, Every sapeva di chi era quel volto, quegli occhi vitrei che la fissavano da sopra la scrivania del Preside McCormac. Michael Moon sembrava volerle sussurrare quale fosse il destino per chi, come lei, non si schierava dalla parte giusta.
    "Cazzo! - un'imprecazione, forse una delle poche della sua vita, le dischiuse le labbra - è... potente...'' chiunque fosse stato a compiere quel gesto, chiunque fosse stato in grado di sovrastare uccidere un uomo come Michael Moon doveva esserlo e l'idea la terrorizzava. C'è qualcun altro al potere, si ritrovò subito a pensare Every, c'è qualcuno che progetta di avvolgere nuovamente il mondo magico con un manto di terrore. Castiel lo sapeva? Sapeva che il mangiamorte più potente dell'ultimo secolo era stato ucciso? Ne era complice? Ma certo che ne era a conoscenza, come poteva essere stato tenuto all'oscuro di una cosa simile? Ed il messaggio che avevano voluto recapitare al Ministro della Magia era chiaro anche ad una come lei. Il male sta tornando. Sentiva le viscere contorcersi mentre il Ministro Nott le illustrava le opere compiute dal suo amato fratello. Lo sapeva Every, lo aveva sempre saputo ed aveva voltato lo sguardo per anni, più se ne teneva lontano più non sentiva quelle morti, quegli atti malvagi pesarle sul cuore. Stupida. Non aveva mai toccato con le sue mani il dolore che lui aveva causato, accarezzava le cicatrici che le disegnavano saette sul braccio, marchi indelebili del dolore che aveva subito, realizzando forse solo in quel momento che molti altri portavano segni simili o peggiori sulla propria pelle, che altre madri come lei avevano pianto e urlato fino a non aver più aria nei polmoni per la morte di un figlio, un figlio come i suoi... E l'assenza di Michelle strinse il petto della Westwood come a prendere il dolore provato dai genitori di Karen, la sua dolce Karen, la studentessa che aveva una delle risate più contagiose che Every avesse mai udito in classe, il sorriso di Mark si spegneva come quello degli Auror Fhest, Murray, Hamalainen e Cavanaugh. Marcus, l'uomo della sua vita, colui che rappresentava un pezzo del proprio cuore che camminava per il mondo, che lo scopriva, che ne affrontava i pericoli. Non poteva permettere che gli venisse fatto del male, non sarebbe mai sopravvissuta all'idea di vedere il suo bellissimo Mark riflesso in una di quelle immagini, immobile, privo di vita, circondato da un lago di sangue. Il suo stesso sangue.
    "Parlerò!'' disse con un filo di voce abbassando il volto, cercando di distogliere il più possibile lo sguardo da quelle fotografie, da quella di Kristopher che solo pochi giorni prima di quegli scatti era stato nel suo negozio, le aveva sorriso, le aveva chiesto consigli per far tornare in vita una pianta di rose malinconiche. Fa che io non c'entri niente, fu l'unico pensiero della Westwood mentre la prima lacrima rigava il suo viso contratto in un'espressione di profondo dolore.
    "Mi dovete solo promettere che Mark sarà al sicuro, che sarà protetto'' anche da Castiel. Perchè lo sapeva Every, per quanto amasse e avrebbe amato per sempre suo fratello, non era permesso a nessuno di loro ostacolare i suoi piani, le sue idee, lo sentiva così vicino a se, sentiva i loro cuori battere allo stesso ritmo durante alcuni momenti della giornata, ma si sarebbe mai opposto lui dall'uccidere il suo stesso nipote se avesse scoperto che era un Auror? Every aveva paura della risposta che sentiva riecheggiarle nel petto. Era una sorella, lui non l'aveva mai abbandonata, non come i suoi figli, lui l'aveva salvata, l'aveva protetta, l'aveva stretta cercando di cancellare i lividi lasciati sulla sua pelle dalle mani dell'uomo che amava, ma lui non si sarebbe fermato di fronte a niente. Era una madre e questo avrebbe dovuto vincere su tutto il resto.
    "Ho visto mio fratello sì, è venuto a casa mia una notte di qualche mese fa, prima che lo trovaste voi, con se aveva... aveva il corpo esanime di Nicholas Coventry'' al solo pronunciare quel nome un verso strozzato di rabbia e dolore la costrinse ad interrompersi. Nicholas Coventry, come lo stesso studente che aveva percorso i corridoi di Hogwarts molti anni prima assieme a tutti e tre loro, come l'ex Preside di Durmstrang, famoso per non essersi mai opposto pubblicamente al Governo Moon, come una delle famiglie più importanti della Londra magica sin dai suoi albori. Nicholas Coventry. Come il suo carnefice, come quell'amore tossico che l'aveva annientata ancor prima che lei stessa se ne rendesse conto.
    "...non so come lui ha saputo quel che mi aveva fatto e... mi ha liberata da un mostro e non sono riuscita a denunciarlo... e porterò questo peso addosso per sempre'' era sincera Every, sincera come forse non aveva pensato di poter essere nel momento in cui aveva varcato la soglia di quella porta ed il suo sguardo si era posato sui due uomini che ora stringevano fra le mani le corde del suo destino.
    "Merito qualsiasi tipo di pena per aver omesso tutto ciò, per aver avuto questo segreto...''
     
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    Uno spiraglio sembrò aprirsi tuttavia dinnanzi a quell'approccio. Una interiore nota di compiacimento avvolse il petto del Ministro quando sentì quelle parole uscire dalla bocca della professoressa. La sua espressione tuttavia rimase concentrata sulla donna, aspettando che dicesse qualcosa di più. L'ultima immagine, quella del giornalista sembrava averla scioccata particolarmente.
    Questo, signora Westwood, purtroppo non possiamo farlo.
    Nessuno aveva il potere di poter fare una promessa simile: chiunque avrebbe peccato di estrema presunzione nel garantire a un genitore protezione e sicurezza per il proprio figlio. Avrebbe voluto poterlo fare Nott, ma non era il genere di persona che faceva promesse infondate. Anche Harris avrebbe dovuto essere interrogato prima o poi. Quella volta non potevano permettersi di tralasciare nulla e forse i fili che collegavano le vite di molte persone erano più intricati di quanto ci si potesse concedere di immaginare.
    Mai però Nott si sarebbe aspettato che la sorella del Mangiamorte mettesse sul tavolo un omicidio irrisolto. Sollevò un sopracciglio quindi, voltandosi leggermente verso il Preside per incrociarne lo sguardo. Poi tornò a guardare la donna con un lieve sorriso ad increspargli la guancia destra.
    E per quale motivo suo fratello le avrebbe portato il corpo di Coventry? Qualcuno avrebbe potuto vederlo. A che pro assumersi un tale rischio?
    Era furba. Stava evitando di rispondere davvero a quello che le stavano chiedendo, cercando di spostare la loro attenzione su un altro crimine, denunciandosi colpevole di qualcosa che sì, l'avrebbe portata di fronte a un tribunale, ma se aveva scelto di fare quella mossa, c'era sicuramente altro nascosto sotto a quel tappeto che non voleva far trovare.
    Cosa ha fatto Coventry per meritarsi tale appellativo? "mostro" fa pensare a qualcosa di importante: perché non si è rivolta alle autorità?
    C'era un dubbio che sibilava all'orecchio di Nott: quello di avere davanti una bravissima attrice, più o meno consapevole di esserlo. Le lacrime, il dolore e la sofferenza nel suo sguardo, il pentimento nell'inflessione del capo, nel modo di star seduta. Il tono di voce. Quel pentimento.. che però era uscito solo in quel momento.
    Non posso fare a meno di notare che non ha bevuto la pozione.
    Se aveva accettato di collaborare perché non bere la pozione? Come si aspettava che potessero crederle?
    Temo di averle dato l'erronea impressione di poter scegliere quindi vedrò di essere cristallino stavolta. L'unica scelta che ha al momento è quella di peggiorare la sua situazione allungando la sua lista dei capi di accusa. Beva la pozione Westwood o McCormac procederà a perquisire ed estrarre i ricordi che riterrà rilevanti ai fini giudiziari e di indagine.
     
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    Il mio limite, la massima soglia di sopportazione che posso tollerare in questa conversazione, è quasi raggiunto. Eppure, nonostante ciò, ascolto sia il racconto della Westwood che le risposte del ministro britannico con il mio solito, glaciale, portamento. Per ora l'unica pressione che mi concedo di esercitare sulla mia ex compagna di studi, è quella impressa dal mio più freddo sguardo che resta perennemente posato su di lei. Sia quando il "pezzetto" di Moon viene buttato alla mercé del dialogo, sia in ogni singolo istante successivo a tale azione. Ed esso, non si distoglie nemmeno quando, con tutta l'accademica calma di questo mondo, estraggo una sigaretta arretrando fino alla finestra più vicina per accendermela.
    "Every.", la richiamo ora senza più far trasparire nemmeno la più piccola traccia di comprensione o accomodanza, "Voglio essere del tutto sincero. Io, qui ad Hogwarts, non ti avrei mai voluta. Si, prima che tu lo chieda, è per partito preso e no, non posso fidarmi di te. Non in questo preciso momento storico, e men che meno basandomi sul comportamento che stai adottando ora."
    Emetto un sottile sbuffo di fumo, che immediatamente viene risucchiato verso l'esterno senza appestare troppo l'aria del mio ufficio.
    "Se Castiel ha mai fatto qualcosa di buono in tutta la sua parassitaria esistenza, poca importa. Nulla sarebbe comunque sufficiente a redimere anche solo una minima parte della sua persona da ciò che è veramente."
    In buna sostanza, uno dei peggiori, più efferati, psicotici e pericolosi Mangiamorte che la storia moderna possa registrare.
    "Ho esaurito la pazienza, ed è tempo per te di schierarti apertamente da una parte o dall' altra."
    Afferro il cilindretto di tabacco artigianale dal filtro, e lo pongo in verticale tra a noi. Mostrandoglielo apertamente.
    "Hai trenta secondi per scegliere, ovvero finché questa fottuta sigaretta non si sarà esaurita.
    Bevi quella pozione e mostra di stare con noi, o puoi star certa che, come diceva poc'anzi il ministro, ti entrerò nella testa per prendere ciò che ci serve prima di consegnarti personalmente la lettera di licenziamento."

    Un tiro, volutamente più lungo, atto solo ad opprimerla ulteriormente con una malsana dose d'ansia.
    "Nel caso tu non l'abbia ancora capito, siamo in guerra. Ed io sono un fervente fautore del fine giustificato dai mezzi in situazioni simili.
    Venti secondi."

    Chi sono i buoni o i cattivi? Questo, certamente, non sono io a poterlo decretare con assoluta certezza.
    Una cosa la so però, ovvero che il sottoscritto, in tutta la sua esistenza, non ha mai avuto dubbi sul quale fosse il lato della barricata da occupare.
    A prescindere dai metodi.
     
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    Non potevano farlo. Non potevano prometterle di proteggere almeno suo figlio e questo le strinse il cuore in una morsa di acciaio. Era il volto di Mark quello che aveva davanti agli occhi mentre rimaneva seduta su quella poltrona, era a Mark che pensava mentre prendeva la decisione di non opporsi più, non avrebbe cambiato niente anzi, le cose sarebbero solamente peggiorate. Doveva proteggere suo figlio, il sangue del suo sangue più che se stessa, non poteva permettere che lui venisse discriminato per gli errori di sua madre o suo zio, lo aveva già vissuto con Steve quando tutti li guardavano con quell'espressione carica di pietà e compatimento. Suo figlio aveva scelto una via diversa, aveva scelto di essere migliore di tutti loro inviando la candidatura nel corpo auror nonostante gli sguardi perplessi e le alzate di sopracciglia che avrebbe suscitato. Era per lui che doveva cambiare, che doveva redimersi. Anche se era difficile, difficile pensare di tradire suo fratello, l'unico che non l'aveva mai abbandonata, l'unico che aveva fatto di tutto per convincerla che meritava di più dalla vita.
    "Lo so Jack, ma sono stata una professoressa migliore di tanti altri qui dentro, questo non puoi negarlo, in tutti questi anni non ho causato problemi e non ho mai avuto nessuno screzio con professori o studenti'' poteva essere insicura su tante cose la Westwood ma non sull'affetto che si era guadagnata fra i suoi studenti, da vera mamma chioccia li aveva accuditi, durante il periodo oscuro li aveva protetti e mai una volta si era ritrovata a punirli. Erano loro che avevano riportato un po' di luce nella sua vita dopo la partenza dei suoi figli, dopo essersi sentita abbandonata, vittima di uno dei periodi più bui della sua vita.
    "...berrò...'' non avrebbe potuto fare niente altro di diverso, doveva bere, e bere in quel momento sembrava essere l'opzione migliore rispetto all'idea di Jack McCormac che si infilava impudentemente nella sua mente. Quanto avrebbe scoperto, in quanti suoi pensieri avrebbe trovato validi motivi per arrestarla. Piegò a pugno la mano un paio di volte Every cercando di sciogliere la tensione accumolata nei muscoli che gliela faceva tremare mentre afferrava il bicchiere e lo portava alle labbra. Non era abbastanza brava come occlumante, non poteva sfuggire a tutto quello, ma forse poteva prendere tempo. Non ricordava con esattezza la durata degli effetti della pozione ma poteva provare a partire dall'inizio della sua storia, raccontare ogni dettaglio veritiero ovviamente, cercando di rimandere il più possibile la confessione del suo più orribile segreto. Prese un lungo respiro e, in un unico sorso, bevve la sua pozione capovolgendo poi il bicchiere sulla scrivania per mostrare loro che non li ingannava, che aveva bevuto fino all'ultima goccia.
    "Non ho denunciato perchè ne ero innamorata! Perchè è da tutta la vita che mi incastro in relazioni tossiche e Nicholas è stata una di queste, l'ultima. Abbiamo passato diverso tempo al nord e saprete meglio di me quanto non vengano prese seriamente questioni simili, la sua è una famiglia potente in quelle terre... sono dovuta scappare e dopo il rapimento è stato difficile convivere con la solitudine, i miei figli erano già dall'altra parte del Mondo e io sono finita in un buco nero...'' si era persa in un mare di dolore e depressione Every, si era chiusa in se stessa e per mesi aveva evitato di mostrarsi al Mondo, solo Castiel, che l'aveva salvato, le era rimasto vicino, le aveva tenuto la mano giorno e notte.
    "Mi aveva salvata Castiel assieme all'Auror Lacroix - per un attimo le si strinse il cuore ad essere costretta a fare il nome del suo figlioccio - e da quel momento è tornato, seppur parzialmente, nella mia vita. Mi ha tenuto la mano, ha asciugato lacrime e curato ferite, ha provato a convincermi che cercare vendetta contro l'uomo che mi aveva rapita fosse l'unica soluzione per affrontare il mio dolore. Ero a terra, sarei stata condizionata da chiunque mi fosse rimasto vicino, ma vicino non avevo i miei figli o la mia famiglia, avevo lui, l'unico uomo ad avermi voluto bene, a non avermi mai ferito...'' la sua mente era debole, era facilmente soggiogabile soprattutto da qualcuno che l'amava e le mostrava vie di fughe dal male che l'aveva sempre rincorsa e afferrata. Dove erano Mark e Michelle mentre le sue dita veniva amputate, mentre i suoi organi subivano danni inimmaginabili? Dove erano mentre la sua mente subiva torture e tutta la gioia di vivere le veniva strappate dal cuore e dal cervello? L'avevano lasciata sanguinante in una stanza buia, abbandonata chissà dove, sola, senza più il desiderio di sopravvivere, l'avevano lasciata perchè per primi avevano capito che da quella famiglia potevano solo scappare.
    "... ho espresso il desiderio di non rivedere più quell'uomo che diceva di amarmi e... mio fratello mi ha preso alla lettera, per questo motivo è venuto a casa mia, la casa al mare, col corpo di Nicholas nel cuore della notte... è stata colpa mia...'' le lacrime che le rigarono il viso erano vere, sincere, così come il dolore che stava lentamente riaffiorando assieme al senso di colpa. La morte di Nik era colpa sua e Every non si sarebbe mai perdonata. A sguardo basso ascoltò le parole del Ministro annuendo in maniera quasi impercettibile.
    "A che pro assumersi un tale rischio? Ma lo avete conosciuto Castiel? Secondo voi si è mai fatto problemi simili? E' da quel giorno che non lo vedo, poi ho saputo che era stato trovato alla casa al mare e non sono più andata nemmeno li, ho vissuto al Castello da quel momento fino al termine dell'anno scolastico''
     
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    Sollevò un sopracciglio il Ministro dinnanzi alle parole della professoressa sulla sua buona condotta: anche quella era una strategia di sopravvivenza, quella di essere impeccabili, silenziosi e tranquilli, il tipo di persona che non crea problemi. Non sapeva tuttavia Nott se tutto quello fosse qualcosa di calcolato e studiato o se semplicemente, le cose si fossero evolute in quel modo. C'erano voci contrastanti che si alternavano nella sua mente mentre cercava di stilare un profilo veritiero della donna dinnanzi a loro.
    Alla fine, se dal senso di colpa, di giustizia o forse solo perché posta davanti all'evidenza di non avere più di due scelte, alla fine la Westwood bevve. E quel che disse fu... inaspettato. Nott sfilò dal suo taschino una penna prendiappunti in modo che ogni parola della strega venisse annotata.
    Definisca meglio il ruolo dell'Auror Lacroix in questa vicenda. Sta dicendo che ha collaborato con Castiel Westwood? Che ha avuto contatti con lui?
    Se questo era vero l'intero reparto Auror inglese andava rivisto dalla sue fondamenta: tali informazioni non potevano essere omesse, non da un componente delle forze di difesa del paese.
    Descriva con precisione cosa è successo l'ultima volta che ha visto suo fratello: di cosa avete parlato, che cosa ha fatto e ogni dettaglio che riesce a ricordare di quell'incontro. Una volta che sarà sicura di tutti i dettagli potrà firmare tale deposizione.
    E se avesse mentito ne avrebbe affrontato le conseguenze.
     
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    "Sì...'' lo sguardo istintivamente si abbassa e le mani si stringono a pugno. Non riusciva a tenere a freno la lingua Every, sentiva le parole pizzicarle in bocca pronte ad esplodere e a confessare tutto ciò che Ares aveva fatto. Era lontano ormai, aveva saputo da suo figlio e dall'ex compagna che si era ufficialmente trasferito in Francia, ma temeva che le ripercussioni ci sarebbero state comunque.
    "Da quello che ho saputo successivamente alla mia liberazione mio fratello ha chiesto aiuto ad Ares Lacroix per rintracciare chi avesse potuto rapirmi. Ares è il figlio di una delle mie più care amiche di quando frequentavo Hogwarts, è cresciuto coi miei figli, chiamava me e Castiel 'zii' per questo presumo che abbia accettato di aiutarlo. Sono stati loro due a trovarmi, intrappolata in quel tugurio'' deglutì Every, socchiudendo per un breve istante gli occhi per provare a cancellare dalla propria mente le immagini dei momenti di terrore vissuti per quasi otto mesi della propria vita. Sentiva la bile e la nausea salirle fino alla bocca dello stomaco e avrebbe voluto scappare, smettere di ricordare, di parlarne, ma non riusciva. Le immagini riaffioravano, quell'uomo dal sorriso beffardo e malvagio che giocava con bisturi e strumenti sui suoi organi.
    "Non so darvi ulteriori dettagli su quanto sia accaduto fra di loro, quando mi sono risvegliata al San Mungo c'era solamente Ares'' per ovvie ragioni suo fratello non era presente anche se, in cuor suo, Every lo avrebbe voluto, avrebbe voluto avere accanto almeno qualcuno della propria famiglia. Ed ora era la propria famiglia che Every stava tradendo perchè sì, stava rivelando il suo coinvolgimento negli affari illeciti di Castiel ma, così facendo, sapeva che avrebbe spezzato anche il cuore dei suoi figli. Con che coraggio avrebbe guardato negli occhi quei due bellissimi ragazzi che avevano affrontato le pene dell'inferno a causa dei mangiamorte? Come avrebbe potuto affrontare l'eventuale propria udienza al tribunale magico con Mark seduto fra le file dell'accusa, accanto agli altri membri del corpo auror? Era già difficile per lui sopportare il peso del loro cognome, dell'associazione ad uno dei mangiamorte più ricercati, ora doveva vedere infangato il proprio nome e la propria rispettabilità per colpa del diretto sangue del suo sangue. Every lo sapeva, avrebbe preferito morire piuttosto che scorgere la delusione sul volto del suo amato Mark. Sporca. Ecco come si sentiva, ed era giusto se non fosse uscita da quell'ufficio indenne.
    Prese un bel respiro prima di rispondere alla successiva domanda del Ministro, più difficile della precedente. La verità, ora non poteva fare altro che dire la verità.
    ''... ero ubriaca... avevo bevuto, tanto, e mi sono presentata io in realtà alla casa al mare in cui sospettavo già si nascondesse a volte Castiel e ho espresso quel desiderio, quel maledetto desiderio di non voler più soffrire, di non essere più sola e di non voler vedere più Nicholas... e solo una settimana dopo Castiel, nel cuore della notte, è arrivato con un sacco nero, pesante. E lui, lui era sporco di sangue, le sue mani, il suo viso. Non mi ci è voluto molto prima di comprendere cosa fosse accaduto '' era caduta in ginocchio, in lacrime, col cuore in pezzi per ciò a cui il suo desiderio aveva portato, aveva accarezzato quello che doveva essere il suo viso e si era maledetta. Maledetta mentre chiedeva scusa a Nicholas per quello che era successo, per una fine che in fondo non meritava davvero.
    ''Castiel mi ha presa per mano, con la bacchetta stretta nell'altra, mentre eravamo ancora sulla porta di casa, e mi ha detto che Nicholas non mi avrebbe più fatto del male, che non si sarebbe più avvicinato a me!''
     
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    Uno straordinario sguardo d'intesa col ministro Inglese mi sfugge prima ancora che io possa decidere se elargirlo o meno, mentre la Westwood, finalmente, inizia a cantare come un maledetto usignolo.
    Incrocio la braccia, osservando la scena quasi da mero spettatore non pagante. Ogni sua singola parola, verrà da me esaminata e catalogata a dovere. Ed io la custodirò qui, nella mia stessa mente, cosicché qualora la confessione scritta del ministro dovesse andar perduta, entrambi ne avremo sempre una copia disponibile.
    Io non ho domande per lei, l'onore è tutto di Nott, quindi mi limito a seguire con cipiglio il fiume di parole dal quale ora veniamo, a mano a mano, travolti.
    Nemmeno ribatto alla sua asserzione circa l'esser stata una buona docente poiché, se è pur vero che io giudico come un difetto l'eccessiva modestia, lo è altrettanto che certi giudizi non possano essere auto enunciati. Saranno altri, eventualmente, a valutare il suo operato da insegnante, valutandola "migliore di tanti altri". Non lei stessa.
    "Molto bene.", sentenzio infine.
    Tornando al mio posto dietro la scrivania, solo per afferrare un paio di manette dal primo cassetto e metterle sul tavolo.
    "Un ultima domanda: Ad oggi, sei ancora in contatto con tuo fratello o, comunque, hai in tuo possesso informazioni che potrebbero in qualche modo condurre a lui o alla sua cattura? E con "informazioni", intendo di qualsiasi tipo. Ogni singolo dettaglio potrebbe rivelarsi fondamentale."
    Per un istante incrocio il suo sguardo, scovando sul fondo di esso, dietro gli effetti della pozione, una donna veramente provata per quanto ha vissuto e raccontato ora.
    I suoi sono occhi non poi così dissimili, invero, da quelli della ragazza che camminava con me per questi stessi corridi ormai decenni fa.
    Né così diversi, merlino mi è testimone, dai medesimi che potrebbe avere una buona madre in seria pena per il figlio. O che io, mio malgrado, potrei avere nel sapere Logan in pericolo.
    Se al mondo ci fosse qualcosa ancora in grado di toccarmi fino a rendermi sentimentale, ecco, forse tutto questo potrebbe riuscirci. Forse.
    Ad ogni modo, comunque, deve esistere una differenza tra noi e loro. Sia essa in grande o piccola misura.
    "Prima che tu risponda, ascoltami.", soggiungo alzando una mano per fermare il suo intento a parlare.
    "Ad occhio avrai sulla testa diversi capi d'accusa, alcuni piuttosto gravi. La naturale conclusione, a questo punto, ti vedrebbe in carcere. Con poche visite, visto il tuo status di prigioniera strettamente sorvegliata."
    La scruto per un paio di secondi, in rigoroso silenzio. Soppesandone le reazioni.
    "Tuttavia..."
    Vacillo nelle mie buone intenzioni. Per un secondo, un singolo fottuto istante, poso gli occhi sulle foto di Karen, Gwyn...di October ridotta in quelle condizioni. Ed un moto di rabbia, proveniente da qualche parte vicino allo stomaco, mi sale fino al cervello. A fatica, comunque, lo ingoio nuovamente. Cercando una volta ancora di fare quella che, a mio parere, ritengo essere "la cosa giusta".
    "Ecco la mia proposta: accetta di collaborare con noi, sii un nostro punto di contatto con tuo fratello e i suoi compagni di merende, ed io ti permetterò di scontare la pena che sarà decisa per te qui, protetta entro i confini del castello. Dove, seppur sotto osservazione e solo qualora non ci darai motivo per dubitare della tua piena collaborazione, potrai anche mantenere la carica di insegnante.
    Eccezion fatta dei presenti, e immagino del Wizengamot..."
    , mi volgo in direzione di Nott per trovare conferma in tutto ciò, "...Sarà a conoscenza del tuo stato di informatrice."
    Senza nemmeno accorgermene, pur avendo parlato in tono calmo, la schiena mi si è fatta più eretta sulla sedia, e le nocche hanno incontrato la superficie dellla scrivania.
    "So cosa ti sta più a cuore, la sicurezza di tuo figlio. Com'è normale che sia...", ancora una volta mi trovo a dover scendere a patti con il ministro. Il quale, vista la possibilità di ottenere un vantaggio strategico, immagino appoggerà ogni punto delle mie proposte.
    "Il ministero e il corpo Auror Inglese non possono garantirne l'incolumità, come ti ha già detto il Ministro. Tuttavia, per esperienza, so che sarà possibile gestire il lavoro di tuo figlio affinché sia il meno esposto possibile.
    Potrebbe venir assegnato al Ministro stesso, ad esempio, o magari essere mandato di tanto in tanto in servizio all' ingresso del castello. Così che tu, eventualmente, possa vederlo.

    Ritiro le manette in mia direzione con uno scatto, lasciando comunque la mano posata con decisione su di esse mentre la guardo dritta in faccia.
    "A te la scelta ora: il patto che ti è stato offerto, o una cella di tre metri per due."
    Tutta la comprensione, e l'umanità, che potevo offrirle, si trovano ora sul piatto. Che sia lei a scegliere il suo destino.
     
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    "No, non ho mentito prima, non vedo mio fratello da quel giorno e non ho più avuto con lui alcun contatto e che io sappia non si è mai fatto con alcun altro membro della mia famiglia - per lo meno, questo era quello che Every sapeva ma ne era abbastanza certa, Mark non avrebbe esitato un solo istante a denunciarli se avesse sospettato ciò che la madre aveva appena confessato al Ministro Nott e a Jack McCormac, così come sarebbe corso dagli Auror se Castiel si fosse presentato anche alla sua porta - ma penso che se lo contattassi non rifiuterebbe di incontrarsi con me'' lo sguardo basso mentre realizzava il peso delle proprie parole, delle accuse mosse verso il suo figlioccio Ares di cui sapeva che si sarebbe pentita una volta uscita dall'ufficio del Preside, il capo che, se possibile, si fece ancora più chino mentre lo sguardo si spegneva del tutto alle parole di Jack. Parole taglienti che le illustravano il suo destino, un destino di cui era consapevole da ormai molto tempo e con cui non si era ancora ritrovata a fare i conti.
    Ora la ruota girava e non a suo favore.
    Non poteva fare nient'altro Every che incassare tutto ciò che il Preside le annunciava annuendo debolmente. Amava suo fratello ma la sua priorità erano sempre stati i suoi figli, nonostante tutto. Forse loro avrebbero potuto proteggere Mark, l'unico dei due ancora presente sul suolo inglese, da tutto ciò che sarebbe accaduto, proteggerlo anche dalla sua stessa madre, incapace di prendersi cura di lui, una madre che con le sue scelte gli avrebbe spezzato il cuore.
    "Va bene... '' rispose in tono sommesso sollevando nuovamente il capo
    ''... sappiate però che non conosco nessuno dei compagni di merende di mio fratello, non ho mai avuto contatti con loro. Vi chiedo solo una cosa, se mi è concessa... Vi chiedo, una volta che il mio compito sarà finito di poter rinunciare alla mia carica di professoressa, di poter andare via, una sorta di esilio ovunque voi preferiate!'' sarebbe stata la sua unica ed ultima richiesta, una richiesta fatta per smettere di infangare il nome della loro famiglia, di rischiare di rovinare per sempre la vita e la carriera del suo Mark nel corpo Auror.
    ''Potete dirmi ora come procedere... farò tutto quello che mi chiedete!''
     
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    Uno ci prova anche ad essere gentile, poi però si realizza che le persone non possono scostarsi da sé stesse. E a quel punto, le strade percorribili divengono due: o si continua a mantenere la calma oppure, in alternativa, si è me.
    "Associazione a delinqure."
    Ribatto tra i denti, con il più roco e schifato dei toni a mia disposizione.
    "Intralcio alla giustizia."
    Punto le nocche sul tavolo, spingendo il busto in sua direzione. Tanto da ritrovarmi, di repente, faccia a faccia con lei.
    "Concorso in omicidio."
    Taccio. Riprendendo alla cieca le manette, e sbattendogliele davanti.
    "È abbastanza per buttarti dentro, a marcire dentro una cella in mezzo al fottuto mare del nord per i prossimi vent'anni.
    Forse dodici, se sarai sufficientemente brava da intenerire il Wizengamot."

    Certi soggetti, forse per un'innata genuinità di intendi o magari per semplice superficialità, hanno la straordinariamente disarmante capacità di affogarsi in un mare di letame con le proprie mani.
    "Un esilio...ha sentito, ministro?", con sarcasmo volto il capo in direzione del diretto interessato.
    Solo per poi tornare, di scatto e battendo un palmo sulla scrivania, con tutta l'attenzione sulla "professoressa migliore di tanti altri".
    "In quale cazzo di periodo storico credi di trovarti, Every? Perché mi vedo costretto a chiarirti una cosa: nonostante questo sia un castello, non siamo nel medioevo.
    I criminali, oggi, vengono processati. Al massimo hanno accesso a sconti e benefici se, come hai dichiarato di voler fare, collaborano con la giustizia."

    Respiro pesantemente, tornando poi a sedermi congiungendo la punta della dita dinanzi al viso.
    "E poi dimmi, fino a due minuti fa eri la professoressa modello, una amata da tutti per tutto, ed ora hai già perso la tua passione per il mestiere che svolgi?
    Quella che ti stiamo facendo, Every, è una gentilezza. Dal canto mio, in un certo senso, dettata anche dagli anni di conoscenza che ci legano.
    Quindi no, non ti è concesso di avanzare richieste. Seremo noi, eventualmente, a valutare se concederti ulteriori sconti in virtù della tua collaborazione o meno."

    Inspiro dal naso, riassumendo un certo contegno.
    Credo che adesso, in una parola, tutto sia più chiaro a tutti.
    Dopo anni di sospetti, abbiamo avuto la certezza del suo coinvolgimento. Per sua stessa ammissione.
    Ed io avevo ragione, nonostante essa giunga tardiva, nel non volerla a contatto con i miei studenti. Il che, se possibile, mi irrita ancora di più.
    "Adesso scegli: o te ne torni nei tuoi alloggi, conscia di quanto appena successo e disposta a fare di tutto per tirarti fuori dalla merda, oppure prendi quei maledetti ferri e fai pure che metterteli ai polsi da sola.
    Così, almeno, la smetteremo buttare al diavolo del tempo."
     
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    Jack elencava tutti i capi d'accusa per cui sarebbe potuta essere processata e le conseguenze che sarebbero da esse derivate ed Every non poteva fare altro che rimanere a testa china annuendo ad ogni sua parola, consapevole e pentita di ciò che aveva fatto. Che altro poteva fare? Che altro poteva dire? Era consapevole del proprio destino e lo avrebbe accettato senza più battere ciglio.
    "Jack... Preside McCormack - si corresse subito cercando di moderare i toni nonostante doveva ammettere che il suo sarcasmo la infastidiva parecchio - ho avanzato questa richiesta solamente perchè dubito voi abbiate intenzione di volermi al Castello una volta che Castiel sarà stato catturato'' e lei stessa si sarebbe vergognata a morte a farsi vedere dai suoi ragazzi, da coloro che erano stati il fulcro del suo mondo e la sua ancora di salvezza negli ultimi anni.
    "E non perchè io non ami i miei studenti o non voglia continuare ad essere la loro insegnante, anzi!'' l'insegnamento era ormai l'unica cosa che le era rimasto, l'unica cosa stabile e sicura e le se stringeva il cuore all'idea di dover abbandonare i suoi ragazzi, ad immaginarli delusi nell'apprendere in che tipo di persona si fosse trasformata la loro insegnante. Si era fatta influenzare nelle proprie scelte, aveva commesso errori che non pensava di poter commettere ed ora, quando si guardava allo specchio, vedeva una donna che ripudiava con tutta se stessa. Seguì con lo sguardo i movimenti del Preside, il modo in cui la sua mano sbatteva sulla scrivania facendola sobbalzare, in cui le allungava le manette.
    ''Avete già la mia risposta, farò tutto ciò che è in mio potere e che mi chiederete per farvi catturare Castiel!''
     
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