I lezione di Incantesimi - III / IV / V anno.

Confundus - Insomnium - Dolcisonium

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    Difficilmente negli ultimi anni aveva avuto la fortuna di fare sonni tranquilli. Il tempo cura tutte le ferite, dicono, ma nessuno parla mai del segno indelebile che lasciano nell’animo. Né di come in realtà il tempo non possa proprio nulla contro quelle cicatrici. Contro quel fastidioso prurito che ti assale proprio nei momenti in cui ci si rilassa, e di come ogni volta si rischia di essere colti impreparati.
    Ecco com’erano le notti di Adam Carter, aggrappate a un perenne e fastidioso prurito. Alcune volte era appena percettibile, altre gli rendevano difficile anche soltanto poggiare la testa sul cuscino.
    Non era un problema soltanto suo però, questo lo sapeva bene. E per quanto anche Catherine tentasse di nasconderlo, spesso si erano ritrovati a passare la notte in bianco insieme, lui da lato del materasso, lei dall’altro.
    Anche su quel fronte vi erano alti e bassi, alcune notti riuscivano a combatte insieme, facendosi scudo con la forza del loro legame, altre volte invece ognuno evitava di implicare l’altro nelle proprie battaglie.
    Proprio per quello era stato così difficile prendere una decisione sul tornare in quel posto. Perché le ferite guariscono ma le cicatrici restano per ricordarci dove abbiamo sbagliato, e l’unico modo per rimediare agli sbagli è fare il possibile per non commetterne altri.
    Voltare le spalle a tutto non era fare il possibile.
    Parole di Catherine, ma che avevano fatto breccia e spostato il peso della bilancia a favore del suo rientro attivo nella società magica.
    E così Hogwarts. Pensò mentre osservava il mondo aldilà della grande vetrata posta in fondo all’aula. Una leggera nebbia, accompagnata da uno spesso manto di nuvole grigie, nascondeva l’orizzonte aldilà degli alberi del parco che circondava la scuola. La luce soffice ma intensa, risultato di quella malinconica combinazione, avvolgeva l’intera aula donando il clima perfetto per garantire che gli studenti non si imbambolassero durante la lezione rimpiangendo di non poter saltare a cavallo della propria scopa e scorrazzare all’aperto.
    Fu il classico rumoreggiare degli studenti che entravano in classe a riportare Adam coi piedi per terra.
    Con calma l’ex Auror si volto verso l’ingresso facendo il giro della sedia dall’alto schienale che si trovava aldilà della cattedra. Di norma l’aula di Incantesimi si componeva di tre file di banchi posti a scala lungo entrambe le pareti laterali della stanza, creando così un ampio spazio a corridoio nel mezzo lungo il quale il professore di turno era libero di camminare, dimostrare e tenere d’occhio tutte le bacchette dei presenti. Per esperienza sapeva che potevano capitare strane cose, a volte perfino pericolose, nell’aula di Incantesimi e avere una buona visuale per i docenti della materia era fondamentale.
    Quel giorno invece nel corridoio centrale erano stati disposti diversi oggetti.
    Sedie accatastate, banchi rovesciati, poltrone ribaltate, perfino pile di pentole e di libri, bauli e armature… perfino la lavagna che copriva il camino posto a metà della parete destra, era ribaltata a mo’ di tettoia. Tutto era disposto secondo un ordine del tutto casuale, con l’unica accortezza di lasciare dei corridoi di passaggio, più o meno stretti, fra di essi. Il mago non si sarebbe stupito affatto se i ragazzi avessero riconosciuto qualcuna di quelle cose come appartenenti ai propri dormitori o ad altre aule, gli Elfi Domestici non si erano trattenuti nell’arraffare roba in giro per tutto il castello.
    Pazientemente lasciò che tutti facessero il proprio ingresso. Quella mattina avrebbe accolto studenti di anni diversi, lasciò quindi loro qualche momento per ambientarsi coi compagni e con la stanza stessa, prima di interrompere i loro discorsi per dare inizio alla lezione.
    -Buongiorno!- esclamò ad alta voce per attirare l’attenzione, -Buongiorno a tutti!- continuò quando fu certo lo stessero ascoltando, e sorrise. Quella mattina indossava abiti comodi. Ci sarebbe stato del movimento in classe e un paio di jeans accompagnati da un maglione blu gli erano sembrati un abbinamento ideale per l’occasione.
    -Prima di tutto vorrei scusarmi per… beh, questo!- disse allargando le braccia ad indicare la stanza per intero.
    -Ma a breve vi sarà tutto chiaro, non temete.- unì le mani e volando con lo sguardo sui volti di tutti, avvertì una certa emozione. Si era sempre detto che se la carriera da Auror si fosse rivelata un traguardo inaccessibile, insegnare sarebbe stata senza dubbio l’alternativa più divertente. Ma mai avrebbe creduto di potersi concedere il lusso di vivere entrambe le esperienze. I così detti lati positivi dei lati negativi, pensò.
    -Io sono il Professor Adam Carter.- annunciò, -Se vi interessano le mie credenziali, sono da qualche parte nell’ufficio del Preside, perciò per quelle potete rivolgervi direttamente a lui.- lo disse sorridendo, con leggerezza, ma in cuor suo era più che convinto che non vi fosse alcun bisogno di approfondire sulla sua persona. Lui si trovava lì per insegnare, guidare e aiutare quei ragazzi. Per ispirarli a migliorare, niente di più.
    Fece qualche passo in avanti per superare la cattedra.
    -Visto che siamo un bel gruppetto misto mi sono permesso di suddividere la lezione in due esercizi distinti.- continuò cercando di individuare a occhio gli studenti più grandi.
    -Signor McCormac, Signor O’connell, dato che si tratta di un incantesimo che avrete sicuramente già trattato negli anni passati, voi sarete liberi di decidere a vostra discrezione se partecipare al primo di questi.- disse quando i due ragazzi appellati si fecero riconoscere, -Mi comunicherete la vostra scelta non appena avrò spiegato in cosa consiste.- aggiunse afferrando una pergamena dal ripiano della scrivania.
    -Ecco come divideremo i gruppi.- disse schiarendosi la voce prima di elencare i nomi.
    -Signor Wildflower, lei il signor Finnik e la signorina Lavin, farete parte della prima squadra.- alzò lo sguardo per associare i volti ai nomi che aveva chiamato.
    -Mentre…- continuò tornado alla pergamena, -La signorina Locke, Cavanaugh e Everett-Millais, faranno parte della seconda squadra.- osservò anche le tre studentesse, non gli era difficile ricordare i volti, deformazione professionale, ma i nomi… per uno che aveva studiato e parlato per anni il tedesco era quasi una vergogna domandarsi se aveva pronunciato nel modo corretto tutti i cognomi.
    -Per voi, invece, se deciderete di partecipare, signor O’Connell con la prima squadra e il signor McCormac con la seconda.- disse rivolgendosi di nuovo ai due del quinto anno e indicando rispettivamente i due gruppi.
    -Bene ecco in cosa consiste la prima prova.- riprese a dire riponendo la pergamena.
    -Avrete giocato tutti a nascondino almeno una volta, immagino.- passò lo sguardo su di loro per individuare eventuali perplessità, -Oggi sfrutteremo le importantissime capacità sviluppate nella vostra infanzia per imparare un incantesimo chiamato Confundus.- nel dirlo portò la destra alla custodia di pelle appesa alla cinta e ne estrasse la bacchetta.
    -Breve spiegazione: l’incantesimo Confudus ha il preciso scopo di confondere la mente della persona su cui viene lanciato.- iniziò a dire accavallando le gambe e appoggiandosi di schiena alla cattedra.
    -Essendo una forma di manipolazione mentale, come avrete intuito, richiede anche un certo grado di concentrazione per essere eseguito correttamente e con l’intensità giusta per il…- virgolettò in aria con le dita prima di pronunciare le parole successive, -“Grado di confusione” che si vuole causare nell’avversario.-
    Diede qualche istante ai ragazzi per recepire la spiegazione.
    -Di norma tuttavia si tratta principalmente di puntare rapidamente la bacchetta verso il bersaglio e lanciare il più velocemente possibile l’incantesimo.- concentrazione e rapidità non erano certo due capacità facili da abbinare, ma non era quello lo scopo dell’esercizio, o perlomeno non il principale. Con calma sollevò la bacchetta descrivendo con la punta il movimento da compiere.
    -Come potete notare assomiglia al simbolo del punto interrogativo, ma specchiato.- per sicurezza ripeté il movimento e questa volta la bacchetta lasciò nell’aria una traccia azzurrina al suo passaggio, facendo in modo che l’intero gesto fosse visibile a tutti. Quando Adam terminò quello rimase lì, sospeso nell’aria.

    -Il movimento va concluso con una decisa ma breve frustata del polso sul finale. Mentre la formula da pronunciare è Con-fun-do!- aggiunse, scandendo le sillabe e fissando lo sguardo negli occhi di tutti prima di parlare di nuovo.
    E ora passiamo alla pratica.- disse spingendosi in avanti coi fianchi per tornare in posizione eretta.
    -Questo sarà il vostro campo di gioco per il nascondino. Squadra uno contro squadra due, dovrete riuscire a colpirvi a vicenda con il Confundus, niente contro incantesimi, potrete soltanto usare l’ambiente a vostra disposizione per sfuggire all’attacco degli avversari o sfruttarlo per attaccare.- sorrise, sperando che gli studenti la trovassero un’esperienza divertente quanto se l’era figurata lui pensandola.
    -Avete a disposizione…- tirò fuori l’orologio da taschino che si portava sempre appresso, -Quindici minuti, dopo di che interromperò la prova e passeremo al secondo esercizio.- concluse, facendo chiudere con uno scatto il coperchio dell’antico cimelio di famiglia, si fermò un momento ad osservare l’intarsio a “C” che vi era stato incido sopra e poi si rivolse di nuovo ai ragazzi.
    -Bene, potete cominciare!- gli effetti pratici dell’incantesimo, aveva deciso, li avrebbero scoperti strada facendo sulla propria pelle.


    Allora ragazzi, bentrovati! Per questa prima parte avete a disposizione fino alla mezzanotte di Domenica 9 Ottobre per rispondere, dopodiché l’esercizio verrà dichiarato concluso e si darà inizio alla seconda parte, la quale sarà più incentrata sugli studenti del quinto anno. Ma non temete, ci sarà da fare un po’ per tutti.
    Le squadre:

    Squadra 1:
    Friday Wyldflower
    Ralph Finnik
    Astrid Cornelia Lavin
    (Rick O'Connell)

    Squadra 2:
    Daisy Locke
    Karen Cavanaugh
    Marsilda Everett-Millais
    (Logan McCormac)


    Per quanto riguarda lo svolgimento di questa prova l’unico incantesimo che potrete usare è il Confundus,. Si tratta di una prova dai tempi molto rapidi, ma siete comunque studenti alle prime armi con questo genere di incantesimo (eccezion fatta per i due studenti al quinto anno) quindi non strafate.
    Il vostro scopo è colpire i componenti della squadra avversaria e al contempo evitare di essere colpiti a vostra volta, l’organizzazione e le tattiche le lascio in mano alla vostra fantasia. Potete difendervi soltanto con gli oggetti circostanti ma senza l’uso di incantesimi per farlo, anche su di loro avete piena libertà creativa, io ne ho descritti alcuni per rendere l’idea, il resto sta a voi.
    In merito alla decisione di venire colpiti o meno, affido alla vostra coscienza. Ricordate che è un gioco ed è divertente giocare senza esagerare.
    Per gli effetti dell’incantesimo siete liberi di interpretare le seguenti parole:
    “L’incantesimo Confundus serve per confondere il nemico, che fa cose prive di senso per un certo tempo.”
    Non ci sono cose giuste o sbagliate, basta che vi divertiate.
    Ovviamente se leggerò cose inappropriate interverrò come Adam per riportare l’ordine, che sarà sempre lì a controllare che non vi spiaccichiate i cervelli a vicenda.
    Dall’off-topic è tutto, buon gioco!
     
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    "Karen, ma che cazzo...", le faccio sentendomi tirare per una manica nel bel mezzo del corridoio che porta verso l'aula di incantesimi, "Guarda, c'è pieno di gente che passa a due metri da noi. Non ci tieni alla mia integrità fisica? Pensa se qualcuno lo dicesse a tuo pa..."
    Falso come i soldi del monopoli, che tanto lo volevo anche io, non oppongo la benché minima resistenza alla sua palese richiesta di staccarci dal gruppo per qualche minuto.
    Riusciamo comunque a raggiungere l'aula con qualche minuto di anticipo, nonostante la breve deviazione.
    Abbastanza, volendo, per sceglierci due posti sufficentemente lontani dalla cattedra ma comunque abbastanza vicini a Finnik e compagnia bella.
    Oddio, per indole non sono mai stato uno di quelli dediti al casino totale durante le ore di lezione, s'intende, però se ci possono scappare due parole con qualche conoscente nei momenti adatti ben venga. Mica si vive per studiare alla fine.
    "Oilà Finnik, come ti va? Occhio, hai circa due o tre capelli fuori posto amico...proprio qui.", lo sfotto bonariamente indicandomi un punto tipo stranissimo della testa prima di alzare lo sguardo sugli altri presenti, "Giorno a tutti."
    Dai, un po' di propositività nella vita ci sta, e che diamine.
    Butto la borsa a terra, tiro fuori bacchetta, piuma, libro - enorme - e inchiostro, stiracchiandomi poi sulla sedia di fianco alla Cavanaugh, battendole un colpo amichevole sulla coscia per poi ritrovarmi con le dita belle che incrociate dietro la nuca.
    "Hai fatto qualcosa ai capelli oggi K? Cazzo, ti stanno particolarmente bene."
    Dai che sto parlando a voce bassa...e il prof avrà ben indagato un minimo su di noialtri, no? Magari rassegnandosi o accettando il fatto che, per l'ottanta per cento del tempo, il torpiloquio è il pane e burro di noi Irlandesi. Specialmente se sono dei buzzurri dell'Offaly, come il sottoscritto.
    Ad ogni modo, il Professor Carter - così dice di chiamarsi - ci saluta due volte, in una perfetta imitazione di "Jacob due-due", per comunicarci che la lezione è cominciata.
    Ah maledizione, quasi dimenticavo, la classe è un macello. Non nel senso di animali morti appesi a dei ganci o divisi in tagli particolari eh, sia chiaro; Semplicemente, c'è tipo un quarto di Hogwarts sparsa sul pavimento e alcuni complementi di arredamento, almeno a me, ricordano un po' i fortini che facevo da piccolo per nascondermici e sparare al vecchio - o a Darragh - con la pistola a pallini.
    "Io ci sto.", rispondo istintivamente quando mi viene chiesto se ho intenzione di partecipare o meno. Echeccazo, se è vero che uno più uno fa due, la in mezzo ci sarà da divertirsi.
    L'argomento odierno, o almeno almeno uno di quelli trattati, si rivela essere il Confundus. Si lo so, l'anno prima ho perso proprio quella lezione e si, mi ricordo anche di averla poi recuperata in un dato modo, luogo ecc...è un'altra vita, ok? Ormai ciò che s'è fatto, s'è fatto. E comunque, dopo ormai due mesi e fischia di addestramento intensivo con il capo Auror Irlandese, diavolo, un Confundus saprò ben castarlo.
    Evito di prendere appunti durante la spiegazione solo perché, ovviamente, c'è già stato chi ha pensato a farmi capire come e in che misura tale incantesimo debba essere lavorato. Tipo quella volta in cui, sotto tiro di Kain, ho presto a testate per tre volte la porta del suo ufficio prima di riuscire a riprendere il controllo delle mie azioni.
    "Prof, io ho una domanda!", comunico istintivamente per alzata di mano appena prima di raggiungere la mia squadra per coordinarci tutti insieme, "Ho visto che ha posto l'accento sul quanto sia importante la pronuncia....mi chiedevo, è così imprescindibile oppure con il giusto addestramento quest'incantesimo può essere impiegato efficacemente anche se lanciato in forma non verbale?"
    Perché non mi sia mai venuto in mente prima di chiederlo, non lo so.
    E non è neanche che al momento io mi senta così abile nell'usare la magia senza il connubio pronuncia-movimento. Il massimo che sono riuscito a fare, ed era un qualcosa di fortemente voluto, è stato di appellare una bottiglia di whiskey dal piano di sotto. La quale, in ogni caso, è arrivata al destinatario con il collo rotto dopo aver sbattuto sulle scale del Manor.

    Lasciando perdere un attimino le nozioni teoriche, comunque, qui a una certa ci sarebbe da organizzare una bella guerriglia tra studenti a botte di Confundus.
    Nella speranza che nessuno finisca per tirarsi addosso una pila di oggetti medio-grandi finendoci seppellito vivo sotto, è chiaro.
    "Io vi propongo di muoverci così, poi possiamo fare un po' come preferiamo. Anche alla CDC se ci va."
    Strizzo l'occhio ai miei compagni di team, mettendo nel frattempo una mano sulla spalla a Daisy e l'altra a Friday perché...Perché si, sono i due che conosco meno e mi va di rompere il ghiaccio così.
    "Secondo me se ci dividiamo in due gruppi da due, tipo io-Friday e Daisy-Karen, cerchiamo di capire dove si sono nascosti gli altri, attacchiamo su più fronti, magari da mezzi nascosti e alternandoci nei colpi, abbiamo più possibilità di andare a segno.", ecco il piano geniale bello che servito.
    Che poi, perché io associ un viso completamente diverso a Friday quando me lo figuro in mente, resta un bel cazzo di mistero.
    Comunque, io ho appena deciso che andrò a imboscarmi dietro o in mezzo a quella catasta di mobili laggiù. Ad occhio e croce, volendo dovrebbe esserci spazio per due persone.
    Sono dell'idea che il lavoro di squadra, alla fine, ripaghi sempre."

    Facendo capire agli altri con le espressioni facciali che qui, secondo me, il tempo comincia a stringere, mi avvio dove indicato.
    È proprio come pensavo, un armadietto da un anta, accerchiato da sedie e mobili più bassi, mi offre un' ottima copertura su quasi tutti i lati. In più, se apro l'anta, tra essa ed il corpo principale del mobile si forma una fessurina abbastanza grande per infilarci la bacchetta e colpire.
    Certo bisogna arrangiarsi col movimento e infilarcela dentro all'ultimo ma hey, dalla vita mica si può avere sempre tutto.
    Aspettando di capire cosa sceglieranno di fare gli altri, da parte mia, decido che in ogni caso tanto vale puntare un bersaglio quando ecco che, manco a farlo apposta, qualcosa di molto simile al tipico fruscio prodotto da qualche tessuto contro il legno, attira la mia attenzione.
    Un lembo di veste che, se gli occhi non mi fottono, sembra leggermente diversa dalle nostre. Più spessa e, per forza di cose, meno discreta. Ottimo.
    Cercando di emettere meno rumore possibile, mi appoggio con la schiena contro il mobile e do una sbirciata oltre l'estremità sinistra.
    Eccoti lì, caro il mio cavaliere oscuro dell'Aldi, chissà se anche tu mi hai visto.
    Espongo appena la parte di braccio necessaria per castare l'incanto, puntando dunque il mio catalizzatore in faggio contro quello che, presumo, altri non sia se non la nostra new entry con un cognome che ha tutta l'aria di provenire da Ballymena o dintorni.
    Confundo...


    Logan McCormac, V anno. Grifondoro.

    Ho interagito con tipo tutti, più approfonditamente con Karen, Ralph e la mia squadra.
    Posto una domanda al professore e tentato di colpire O'Connel. :pistole:

    Ps: Aldi è il gemello Irlandese del nostro Eurospin. 😚


    Edited by L. McCormac - 3/10/2022, 14:55
     
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    Tassorosso
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    Mi piaceva incantesimi, era una di quelle materie innocue dove non si doveva far esplodere la gente o attaccarla. Erano quasi sempre lezioni piuttosto tranquille che ben si conciliavano con la mia attitudine. Quel giorno però, entrando in aula capii che sarebbe stato diverso. Il professor Carter mi piaceva, aveva un tono gentile e un sorriso tranquillo. Era un po' come mio padre... se solo mio padre fosse stato più alto, più magro, più pettinato con gli occhi azzurri e un accenno di muscolatura.... vabbè diciamo che era più una questione di modi di fare, ecco! Ero arrivata con Marsilda, visto che ultimamente K sembrava non scollarsi neanche per sbaglio da suo cugino...
    Ciao K!
    Era particolarmente di buonumore la rossa quel giorno. A dire il vero lo era da quando era tornata al castello..
    Qualsiasi cosa facciamo oggi non sfottete ok? Quel che succede a Incantesimi, rimane a Incantesimi.. e a Pozioni.. e Trasfigurazione.. e sopratutto a DCOA...
    Ero una pippa a DCOA. C'erano troppi attacchi.. e essere quella con le competenze più scrause mi metteva in forte soggezione. Per fortuna c'era anche Fry che era al terzo anno come me!
    Ehi Fry, vieni qua.. almeno facciamo pena insieme..
    Ok, forse non avremmo fatto pena.
    Oh io sono un mostro a nascondino Fry, forse questa la sfanghiamo..
    L'incantesimo del giorno era il Confundus che serviva per Confondere.. beh, meno male almeno questo aveva un nome evocativo! Mica come Feraverto...
    Le squadre scelte dal professore mi lasciavano abbastanza nella mia zona di sicurezza: con K e Mars, perfetto! Le Charlie's Angels!
    C'era anche il cugino di K con cui però non avevo mai parlato, manco per sbaglio, nella vita perchè.. beh perchè no. Era più grande, di parecchio, aveva quel non-so-che alla re Artù con un buon casting e aveva anche dei modi di fare a cavaliere con la scintillante armatura quindi.. quindi non ci avrei mai parlato in vita mia. Non per prima. E forse, nemmeno per seconda. Ecco, visto come aveva appena fatto? Era arrivato tutto baldanzoso prendendo il controllo della situazione prorompendo con una frase di apertura che lasciava intendere "Non temete donzelle, il condottiero è arrivato!" o qualcosa del genere insomma. Anche se già non ci avevo capito niente, stavo giusto per voltarmi verso Marsilda
    ...cosa cavolo è CDC?
    PERCHE' NESSUNO MI AVEVA DETTO CHE C'ERANO DELLE SIGLE DA STUDIARE??? In ogni caso prima che riuscissi a finire la frase una mano sulla spalla mi riportò al centro di un "raduno tattico a cerchio" che però coinvolgeva... Friday. Seguirono secondi di silenzio dove non capii neanche una parola di quelle pronunciate dal Grifondoro, troppo fucsia e troppo focalizzata sul disagio della mano sulla spalla. No, non riuscivo a trovare una posizione che riuscisse a dissimulare il mio disagio. Era ufficiale: non gli avrei MAI parlato.
    Guardai Karen corrugando la fronte, confusa: doveva dirglielo lei.. doveva no? Era suo cugino, mica il mio!
    Ehm.. prof? Come si fa a capire se.. ehm.. una persona è stata colpita da Confudus..
    Uno sguardo verso il prof, sollevando le sopracciglia e facendo cenni con la testa verso Logan che teneva Friday e Marsilda che invece era in un angolo a braccia conserte e l'espressione di chi ha appena mangiato lo spicchio d'aglio mimetizzato tra le patate al forno. Insomma dovevamo preoccuparci che il biondo cavaliere fosse già k.o?
    In ogni caso, io ero con Karen, quindi mi avvicinai a lei guardandomi intorno in quella distesa di oggetti disseminati ovunque. Potevamo usare solo il Confundus aveva detto il prof...
    Uhm... se non fosse così nuvoloso avremmo potuto usare questo vassoio per abbagliare il nemico e lanciargli l'incantesimo a tradimento..
    Il cielo non sembrava disposto a lasciar filtrare nessun raggio di luce, ahimè.
    ..Oh guarda queste possiamo mettercele in testa e usarle come elmi..
    No, non avevo la benché minima idea che quelli fossero vasi da notte, quindi sorridendo me ne provai uno sentendomi come Merry che indossava l'armatura prima di andare a combattere i Nazgul con Lady Eowyn. Comunque erano puliti.. erano puliti vero?
    In ogni caso l'importante è rimanere unite così non lasceremo i fianchi scoperti.
    Eccoci qua, Xena sarebbe fiera di me!

    1 minuto e mezzo dopo..
    Non riuscivo a capire come fosse successo, fatto sta che io e K eravamo ai due lati opposti della stanza, combattendo ormai in modo totalmente separato.
    "Salve signoritas, come estavos dicendo..
    riportai lo sguardo su quello che sembrava un frate con naso gigante, all'interno della cornice ovale che avevo afferrato per usarla come scudo.
    Sssssh.. con il dovuto rispetto dovrebbe starsene zitto....
    ..che insolenza ai miei tempi le mujeres non avrebbero mai..
    Non riuscii a fargli finire la frase perché con la coda dell'occhio intercettai qualcuno balzare di lato con la bacchetta sguainata e sacrificai l'inquisitore spagnolo lanciandolo senza troppe cerimonie verso il mio avversario, sgattaiolando carponi in un tunnel fatto con quello che sembrava il divano della Sala Comune Grifondoro e una panca.
    HOMBRES! MATAR A LAS BRUJAS! ABOMINIOS! INDECENTIA! I POLPACCI DESCUBERTIOS! FIGLIE DELLO DEMONIO!! AL ROGO, AL ROGO!!
    La sua voce fu presto ovattata e non riuscii più a sentirla sbucando dal lato opposto però mi trovai davanti un altro studente. Panico.. che dovevo fare? Punto interrogativo al contrario... sì.. Ok.. la formula.. AAAAAH CI STO METTENDO TROPPO! TROPPO TARDI, VELOCE, VELOCEEEEH!! Presa dal panico mollai una serie di schiaffetti sulla mano del mio avversario tentando di fargli cadere la bacchetta.
    No! No! Non colpirmi!! Non sono pronta! AH!
    La mossa era del tutto inefficiente quindi inizia a correre urlando
    KAREEEEEEEN DOVE CAVOLO SEI? HO SCOPERTO DI ESSERE OLYMPIA! AIUTOOOOOO!!
    E credetemi, correre con un vaso da notte in testa che ciotola e cade sugli occhi non è un metodo di fuga molto efficiente.. ma almeno se avessero colpito la testa mi avrebbe fatto da scudo no? Era un incantesimo che confondeva le confonde.. quindi aveva penso pensare un elmo....? Fuggire per prati montagne il re delle foreste illegali maialino uccisamente sapete selvatici in un a del!
    Buonanotte Frau Blucher!
    proclamai alla fine a Marsilda, ritrovandomela finalmente davanti e avrei potuto giurare di udire dei cavalli nitrire in lontananza!
    Ricorda Lady Robin di Batman: prima matrimonio poi consumonio!
    Aggiunsi infine ad una Karen in lontananza: forse stava badando lei ai cavalli.. adora le creature.



    Ho citato qualcuno di indefinito che mi lancia incantesimi e a cui prendo a schiaffetti la mano per difendermi prima di fuggire.
    Vengo colpita: fatemi pure fare quel che vi pare XD
     
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    Dici che ci farà mettere a posto tutto questo casino?
    Tiro una gomitata a Ralph per attirare la sua attenzione verso l'ingombro in aula, uno strano insieme di mobili e oggetti accatastati con dei buchi in mezzo tipo corridoi... Sembra un po' casa mia quando piove troppo e il tetto ci crolla sulla testa, solo con meno fango e sorelle che corrono qua e là disperate.
    Il prof sembra un tipo a posto, ispira fiducia e non ha quell'aria da adulto serio e noioso che perde due ore di lezione solo per raccontarti un paragrafo di tre righe, e poi si tratta pur sempre di Incantesimi quindi ci sarà un sacco di pratica e sicuramente sarà divertente!
    Il mio compagno di stanza è impegnato con la sua fidanzatina bionda dotata di effetto vento, quindi li lascio in pace mentre ascolto la lezione e prendo qualche appunto, anche se ammetto di essere nervoso all'idea di dovermi concentrare parecchio per castarlo perchè quando si tratta di mettere la mente sul giusto binario faccio veramente cagare e non mi ci vuole niente a deviare il percorso, tipo uno di quei pesci che in fondo al mare seguono la lucina nel buio e poi vengono mangiati dalla bestia che si nasconde dietro quel lampione incorporato e... Si beh, avete capito.
    Se rimaniamo per tutto il tempo dietro un divano è contro le regole?
    Bisbiglio a Daisy con fare cospiratorio visto che è l'unica ad essere al mio stesso anno, e quindi un pelo indietro rispetto agli altri, ma non lascerò che sia questo ad abbattermi!
    L'esercizio in sé sicuramente creerà situazioni simpatiche, e poi sono in squadra con la coppietta felice ed il tizio Serpeverde dotato di grossi bicipiti ed una paresi facciale, quindi sono in buone mani...? Spero...?
    Sto per dirigermi verso di loro quando Logan, carissimo collega Grifo, mi branca la spalla. Perchè mi sta parlando come se fossi uno di loro? Guardo tutto confuso lui, poi Daisy e infine Karen senza capire cosa cazzo sta succedendo, apro la bocca un paio di volte per interromperlo ma niente, il biondo va imperterrito per la sua strada e sto iniziando a sudare freddo perchè mi trovo in mezzo al nemico e c'è la Corvonero che mi sta fissando con occhi da arpia.
    Ehm... Si, grande strategia McCormac... Io però dovrei andare per di là.
    Col pollice indico dietro di me la gente che ormai si è giustamente dileguata per l'inizio dell'esercizio, e solo quando Logan mi molla posso scappare via correndo neanche avessi il culo in fiamme.
    Cazzo, merda, cazzo cazzo cazzo.
    Impreco a denti stretti mentre mi nascondo dietro un angolo, del ciuffo di Ralph nemmeno l'ombra e non vedo i glitter dell'effetto vento di Astrid. Sono solo e morirò col cervello confuso come un fottuto polpo che viene sbatacchiato crudelmente sugli scogli. Cazzo!
    Basta chiudere gli occhi e muovere la bacchetta come ha detto il professore, no? Non può essere poi così difficile e... Si ok, forse è meglio se le palpebre le tengo bene aperte perchè se becco l'insegnante per sbaglio una punizione non me la leva nessuno, quindi mi limiterò a respirare con calma e a credere in me stesso.
    Quando sento delle urla in spagnolo decido che è il mio momento, le seguo finchè non sbuco davanti ad un divano da cui sbuca il corpo di Daisy, e va bene che mi piace e tutto il resto, ma non sono mica Ralph che pur di non finire in bianco eviterebbe di colpire la sua donzella, quindi le punto la bacchetta addosso ed urlo la formula la prima volta che però finisce in un nulla di fatto -anzi, mi pare pure di aver sentito una scoreggia fuoriuscire dalla punta- quindi ci riprovo, questa volta facendo a modo mio e chiudendo gli occhi per concentrarmi meglio, sento la mano di Daisy che mi schiaffeggia e forse è proprio grazie a lei che l'incanto va a segno, evviva!
    Mi farò perdonare, te lo giuro!
    Le urlo mentre lei corre via con quel coso strano in testa, non sono nemmeno sicuro mi abbia sentito ma pazienza.
    Nel dubbio, mi infilo nel divano da cui la Tassa è uscita, sembra un nascondiglio coi fiocchi e sono intenzionato a rimanerci.

    Friday Wyldflower, III anno, Grifondoro
    Interagito con Ralph, Logan e Daisy.
    Ho colpito Daisy e ora sono nascosto sotto un divano ribaltato
     
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    Caposcuola
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    La giornata è iniziata male e sta proseguendo peggio, l'umore alle stelle di Daisy e dell'irlandese non aiutano affatto, anzi.
    Il risveglio è stato traumatico a causa della maledetta abitudine che ha Sirio di sgranocchiare pezzi di legno, così mi sono trovata a dover lottare con unghie e denti per difendere la vita della mia povera bacchetta dopo che già una volta ha rischiato di finire nello stomaco di quel dannato coniglietto. Fortunatamente madre e sorelle di quel demone sono più pacate e mi creano decisamente meno problemi, ma ammetto che vivere con quattro bestiole sempre affamate sotto il letto sta diventando problematico.
    Se poi ci mettiamo anche l'entusiasmo con cui Daisy saluta Karen e tutto quell'affetto che le riversa addosso nonostante i grandiosi casini che la rossa combina di continuo... Diciamo che il mio livello di sopportazione quest'oggi è bassino, ecco.
    Dovrei smetterla di essere così gelosa ed iniziare a comportarmi da persona matura che ha raggiunto il quarto anno dopo mille recuperi ed ha persino guadagnato la spilletta da Caposcuola, che diamine! E poi non mi ero detta che una tregua sarebbe stata bella per entrambe, finalmente? Devo compiere un bello sforzo, ma ce la posso fare a seguire il mio obiettivo.
    Il nuovo insegnante mi piace, parla con calma lasciandoci il tempo di prendere appunti, anche se l'esercizio in questione non mi alletta particolarmente a causa della sua natura un po' infantile sono comunque pronta a mettermi in gioco. Inizialmente mi comporto in maniera propositiva verso la mia squadra, sempre meglio loro di quel capellone ed il suo amico dall'aspetto idiota e... e Rick che mi ha vista in costume da bagno... Comunque, sono tutta un sorriso e aria fiera, finchè quel bell'imbusto di McCormac non decide di ignorarmi, prendendo un altro studente al posto mio.
    Eppure non dovrei stupirmi, in fondo si tratta di un Grifondoro ed il cervello bacato a quanto pare è priorità degli abitanti di quella casata, ma con quella domanda intelligente di poco fa verso il professore Logan mi aveva pure dato qualche speranza... Come si dice: anche un'orologio rotto dice l'ora esatta due volte al giorno.
    In ogni caso, fisso lui e tutti gli altri con le labbra serrate e gli occhi stretti, tanto più che Karen e Daisy si allontanano insieme per fare comunella ed io proprio non ce la faccio più. Vogliono escludermi? Benissimo! Ci stanno perdendo loro, io so essere una grande maga anche in squadra da sola!
    Me ne vado a passo di marcia e con la bacchetta in mano verso una pila di pentole dietro cui mi nascondo accucciandomi, lottando contro il desiderio di farle cadere sulla testa di McCormac in caso dovesse passarmi di fianco. Idiota di un Grifo.
    Mi sporgo oltre gli attrezzi da cucina quel tanto da notare una chioma bionda girare l'angolo, sicuramente è l'altra Tassorosso della squadra opposta, sto per seguirla ed eventualmente colpirla alle spalle quando una lunga serie di urla attira la mia attenzione e alzo gli occhi al cielo quando ne capisco la provenienza. Rinuncio alla preda designata per andare verso la mia unica amica che non è in grado di sopravvivere per conto suo, sia mai che ci scappi un ringraziamento se la proteggo da se stessa.
    Peccato che il nome che le scappa dalla bocca a mo di richiesta d'aiuto sia quello di Karen, invece che il mio. Ovvio, la fantastica Grifondoro che vuole diventare Magizoologa è decisamente più brava a combattere della promessa dell'Astronomia che passa la vita col muso nei libri. Certo, mi pare logico.
    Quando me la trovo davanti che si comporta da idiota mentre mi chiama con quel nome da bisbetica istitutrice tedesca mentre la rossa le parla in modo gentile poi è la goccia che fa traboccare il vaso.
    Daisy, chiudi quella bocca o ci farai scoprire!
    Sibilo con un diavolo per capello ed un'inizio di tic all'occhio destro. Vorrei solo andare in camera mia e chiudermi dentro fino a domani mattina, perchè questa giornata terribile deve finire quanto prima! E perchè la Cavanaugh deve essere sempre in mezzo?! Inizio ad allontanarmi da loro, ma...
    Dovrei dare il buon esempio vista la mia spilletta da Caposcuola, peccato che l'immaturità abbia la meglio in questo frangente e in un nanosecondo faccio dietrofront per tornare a grandi passi dalle due ragazze. Alla giusta distanza punta la bacchetta dietro le spalle di Karen, quasi vi fosse un nemico e, semplicemente, inciampo. Per finta, ovviamente. Il Confundus vola verso di lei, e spero che la becchi in pieno.
    Oddio, scusa! Ho le caviglie deboli!


    Marsilda Everett-Millais, IV anno, Corvonero
    incazzata nera, ha finto di difendere Karen e Daisy contro un nemico immaginario solo per poi "cadere" e tentare di colpire Karen "per sbaglio". sorry not sorry
     
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    Grifondoro
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    Karen ignorò completamente le proteste di Logan e lo spinse dietro una statua, al riparo da occhi e orecchie indiscrete. Non si fece sfuggire l’opportunità di rubargli un bacio: da quando avevano cominciato a seguire corsi diversi il tempo per stare insieme si era ridotto ai pasti in sala grande e all’arco che precedeva il coprifuoco, decisamente troppo poco per la Grifondoro, fino a pochi mesi prima abituata a rompergli le palle anche a lezione.
    -E tu non farti scoprire, no? Non fare il fifone, McCormac, sei o non sei un Grifondoro!-, lo punzecchiò, separandosi da lui subito dopo per avviarsi insieme verso l’aula di incantesimi.
    -Non appendiamo solo perché quest’anno hai i GUFO, sappilo…-, la piega che aveva preso il loro rapporto era difficile da definire, ma la cosa più strana era non sentire il bisogno di sforzarsi a farlo a tutti i costi: per la prima volta Karen stava prendendo gli eventi per come venivano, e stava scoprendo che viverli e basta senza partire prevenuta era piacevole. Ai loro amici non lo avevano ancora detto tanto in ogni caso presto o tardi ci sarebbero arrivati da soli: per il momento la rossa voleva cullarsi un altro po’ nella discrezione che le garantiva il silenzio.
    -Didi! Tranquilla, le tue vergogne sono al sicuro con me! … Marsilda.-, il calore con cui salutò la tassorosso scemò appena nel vedere la corvonero. Karen cercò di non guardare quest’ultima negli occhi ma di focalizzarsi nella parte inferiore del viso, avrebbe messo la mano sul fuoco che, se avesse ceduto alla tentazione, il suo sguardo da basilisco l’avrebbe uccisa all’istante. Cosa avesse da guardare così storto poteva solo immaginarlo: l’ultima volta che aveva fatto da pet sitter ai coniglietti si era allontanata un secondo per afferrare i fuggiaschi e uno dei cuccioli di thestral ne aveva approfittato per mordere il culo di quello più piccolo. Niente di grave a parte qualche pelo strappato, di fatto non gliene aveva neanche parlato… ma quella volpona era astuta. Doveva essersene accorta, e presto o tardi la bomba sarebbe esplosa. Non esisteva altra via di salvezza che la fuga!
    -Ai capelli?-, Karen lo guardò stranita, un po’ in imbarazzo. Non era abituata a ricevere complimenti, men che mano da lui. Aveva provato ad acconciarli come a sistemarsi per sembrare più carina, ma non avrebbe puntato nemmeno uno zellino che lui ci avrebbe fatto caso.
    -Ho impedito alle tue manacce e a quelle di Finnik di trasformarmi in uno spaventapasseri! Sì, sto sparlando soprattutto di te-, commentò a bassa voce, rivolta a Ralph che sedeva poco distante insieme ad Astrid. Karen rivolse un cenno del capo come saluto generale, in quell’estate avevano perso un po’ i rapporti… con la bionda al lago era andato pressocché uno schifo, mentre lui non lo sentiva dal volontariato in prigione, e neppure era stata una conversazione entusiasmante.
    Karen ammutolì quando il professore diede il via ufficiale alla lezione. Da quando avevano ripreso stava cercando di non essere un elemento di disturbo, la bocciatura era già stata sufficientemente mortificante senza doversi far notare come suo solito. Per di più il professore sembrava molto di stampo germanico, sotto un certo punto di vista sembrava suo padre quando pretendeva ordine e rispetto delle regole, blablabla, blablabla.
    -Perché dovremmo voler sapere le sue credenziali, che avrebbe da nascondere? … lo zio ce le cederebbe davvero?-, fu l’unica domanda che sussurrò a Logan, prima di entusiasmarsi per l’esercitazione che li aspettava: erano autorizzati a fare un casino della Morgana, quale folle si sarebbe tirato indietro?! Karen aveva appreso superficialmente quell’incantesimo, e Carter le aveva appena messo su un vassoio d’argento l’occasione per approfondirlo, usando come cavie i componenti della squadra avversaria. Da cecchino aveva già individuato il suo bersaglio, e mentre il professore continuava con la spiegazione approfittò per studiare il percorso.
    -Carter potrebbe appena essere diventato il mio prof. del cuore. Dopo lo zio Jack, si intende-, al piano del caposcuola annuì con solennità, ansiosa di cominciare. Alla domanda di Daisy invece rispose come se fosse la cosa più naturale del mondo.
    … cosa cavolo è un CDC?!
    -Un cazzo di cane. Per dire che possiamo fare quel che ci pare…-, un dubbio comunque sorgeva spontaneo e di fatto Karen si scambiò un’occhiata dubbiosa con Daisy come per ricevere la conferma di aver sentito bene: perché cazzo Logan aveva scacato Marsilda nell’altro gruppo? Vero che la corvonero sarebbe stata più una zavorra che un’alleata, però insomma… gli anelli deboli della squadra andavano protetti e risaldati a fiamma ossidrica, tagliarla via era eccessivo perfino per lei! Oltretutto non era un comportamento da lui, da quando aveva cominciato ad escludere gli altri studenti?
    -Potrebbe essere stata mia la colpa. I figli di Sbirro gli hanno devastato la camera…- quelle bestie di satana stavano diventando ingestibili, la sua padrona si ostinava a non volerli dare in adozione e Karen si era fatta trascinare in un circolo vizioso da cui non riusciva ad uscire. Da un lato avrebbe voluto non prendersene più cura, dall’altro non se la sentiva di lasciare la Saponetta a gestirli da sola… quindi una sera si era ritrovata così stremata da smollarli tutti in dormitorio Grifondoro. Per la felicità sua e dei suoi compagni di camerata.
    -Non temere, ti difendo io! Seguimi-, rassicurò Daisy, il tempo di entrare nel tunnel di mobili e perderla di vista pressocché subito.
    -Incredibile, le avevo detto di starmi attaccata al culo… come diavolo è possibile perdersi in tre metri di stanza!-, la grifondoro confabulò tra sé e sé mentre si faceva strada tra i mobili, determinata a fare incursione in territorio nemico. E finalmente, lo individuò: Ralph era vicino alla sua principessa, la posizione favorevole la rendeva nascosta ai loro occhi. Non sembravano essersi accorti di lei: prese la mira, puntò al Grifondoro e…
    -Confundo-
    KAREEEEEEEN DOVE CAVOLO SEI? HO SCOPERTO DI ESSERE OLYMPIA! AIUTOOOOOO!!
    Karen sobbalzò per lo spavento, picchiando con la testa contro il culo della sedia. Non avrebbe saputo dire se l’incantesimo fosse andato a segno; mentre si massaggiava la testa imprecò tra sé e sé in gaelico, facendo dietro front per dirigersi alla fonte della voce di Daisy. Alla quale si aggiunse quella scazzata di Marsilda.
    -Didi! Che diavolo stai facendo, lei adesso è il nemico! Non si fraternizza con il nemico!-
    Quando fu fuori non le vide neanche: sentì solo l’adrenalina scemare e trasformarsi in tranquillità, che si trasformò in contemplazione non appena gli occhi da basilisco di Marsilda la perforarono da parte a parte.
    -Bimba dagli occhi pieni di malia ora sei tutta mia-, canzonò rivolgendole uno sguardo perso.
    -Sei tutta vestita di giglio! Mi piace la tua treccia bruna- Karen sollevò una mano verso di lei e cominciò a giocherellare con i suoi capelli, accarezzandoli come se fosse la pelliccia di Sbirro.


    Interagito con tutti, cercato di colpire Ralph con il confundo, subito quello di Marsilda <3
     
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    Serpeverde
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    Non aveva una bella cera, aveva constatato osservando il colorito cadaverico del volto riflesso nello specchio. L’emicrania aveva cominciato a dargli tregua verso le prime luci del mattino: il tempo di lasciarsi vincere dal sonno e ad attenderlo di li a pochi minuti un’altra giornata piena di lezioni. Ripetere tutto il programma per Erik era una noia mortale, ma gli aveva garantito il vantaggio di poter smaltire in fretta il carico di compiti giornaliero per poter esplorare in autonomia il castello. In particolare, Erik aveva continuato ad osservare Marsilda scoprendo quanto fosse ristretta la sua cerchia di amicizie, limitandosi a roditori e tasse. Si era chiesto se non fosse necessario un ricovero immediato per il padre e se non fosse il caso di suggerirgli lo stesso reparto psichiatrico che aveva ospitato suo zio Castiel: vista l’ottima base di partenza non avrebbe potuto peggiorarne il quadro clinico ma se non altro Erik si sarebbe sbarazzato di un obbligo che non sentiva suo e che non stava portando a niente, se non a cose di poco conto. Ignorata la divisa della sua casata, Erik indossò l’uniforme nera di Durmstrang lasciando il mantello rosso sul letto: il clima scozzese non era così rigido da giustificarne la presenza.
    In aula se ne stette per lo più sulle sue, arrivando tra gli ultimi a prendere posto: rivolse un cenno di saluto prima alla tassorosso che aveva conosciuto in riva al lago nero, e subito dopo a Marsilda, alla quale dedicò un largo sorriso. Fittizio come il nome con cui si era registrato.
    A lezione iniziata, la sua attenzione fu catturata dapprima dalla moltitudine di oggetti accatastati al centro dell’aula, che preannunciavano un’ora movimentata, e in seguito dal professore che ne deteneva la cattedra. Quel nome non gli era estraneo: non erano mancate occasioni in cui la sua madrina lo aveva menzionato a tavola insieme agli altri traditori che sette anni prima si erano rifiutati di servire la causa purista, fu inevitabile domandarsi se si trattasse della stessa persona o di un caso di omonimia.
    -Perché no. Si prospetta un quarto d’ora divertente-, il ragazzo di Durmstrang si voltò verso la pittrice, che sostava poco distante accanto al gruppetto dei Grifondoro. Non dimenticava il colpo basso in dormitorio, né si sarebbe fatto scrupoli a restituirlo al mittente. Tuttavia, non fu contro di lei che puntò la bacchetta: lanciare l’incantesimo non verbale richiese non poca concentrazione, soprattutto considerato che quel giorno non era al meglio della forma, ma abbastanza perché gli effetti durassero almeno un paio di minuti.
    -Ti basta come risposta, McCormac?- Erik azzardò un commento impertinente, con la disinvoltura di chi non era interessato a probabili richiami in arrivo. Cedere alle provocazioni era naturale, inoltre lo scopo di quell’attacco non era semplicemente mettere in ridicolo il caposcuola: Erik stava cercando di separare Marsilda dal gruppo, e a giudicare dal modo in cui il McCormac accolse sotto la propria ala un componente diverso da quelli elencati nella propria fazione dedusse che l’incantesimo fosse andato a buon fine. Si avvicinò quindi alla Lavin, il tempo di ascoltare le indicazioni dell’esercizio prima di guardarli e tirare le somme. Trattenendosi dal ridere.
    -Ti trovo un po’ distratta, pittrice… non che sia una novità. Nel caso in cui ti sia sfuggito, i tuoi avversari sono dall’altra parte; cerca di tenerlo a mente per quando prenderai la mira-, commentò sarcastico, prima di afferrare Finnik per le spalle e frapporlo tra sé e l’esterno come scudo umano. Fu lui che colpì l’incantesimo del caposcuola ed Erik fu ben lieto di lasciarlo immediatamente alle amorevoli cure della sua amica.
    -Vi lascio soli per un po’. Buona fortuna, Finnik: ne avrai bisogno tanto quanto di un buon legale, se non intendi mantenerti lontano da lei ad almeno un metro di distanza-, il ragazzo approfittò del caos generale per dileguarsi in fretta: tra le cianfrusaglie trovò una chiave svolazzante, legata al catenaccio di un baule da una cordicella sfilacciata. Erik compì in aria lo stesso movimento che aveva visto fare al professore, e la chiave si imbizzarrì fino a liberarsi della corda, dirigendosi come impazzita a tutta velocità contro la Lavin e il suo partner. Erik si fece quindi strada verso il gruppetto di ragazze, deciso a separarle: fu a Marsilda che si rivolse dopo averla affiancata. Era pronto a colpirla nel caso in cui lei avesse deciso di giocargli un tiro mancino.
    -Pare che la mia squadra conti un componente in meno. Perché non ti unisci a noi?-


    -Castato un confundus non verbale a Logan
    -Usato Ralph come scudo contro il confundus lanciato da Logan <3
    -Incantato una chiave alata, che impazzita si dirige verso Astrid e Ralph
    -Chiesto a Marsilda di unirsi alla mia squadra


    Edited by Rick. - 13/10/2022, 16:07
     
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    Grifondoro
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    Quest'anno pareva esserci un complotto in atto per quanto riguardava i professori: tutti uomini, per forza di cose attempati eppure nessuno lo era abbastanza da essere pelato, rugoso e gobbo con un fondo di bottiglia come occhiali. Quindi ogni volta entravo con estrema apprensione alle lezioni non riuscendo a fare a meno di immaginarmi Astrid che tornata in dormitorio dipingeva la Venere dentro la cozza di mare lì, con i prof al posto della donnina. Sì.. prima o poi avrei superato il fatto che il suo ex era il suo insegnante privato.. credeteci.. crediamoci. Incrociate le dita voi per me insomma che io devo sistemarmi i capelli: il Carter qua sembra appena uscito dalla parrucchiera da signora dove va mia madre: voluminosi, precisi. Immobili. Folti. I miei invece quel giorno avevano una ritrosa indecente che partiva dal cucuzzolo della testa e lasciava un sottile ciuffo a combattere solitario la gravità a tal punto che ero a tanto così da chiedere ad Astrid cosa diamine usava per tenere i suoi così a spot dello shampoo.. "Oilà Finnik, come ti va? Occhio, hai circa due o tre capelli fuori posto amico...proprio qui."
    Sì.. ottimo esame della vista superato Mc Cormac..
    ribattei schioccando la lingua. Quello della simpatia? Decisamente meno. In ogni caso ero decisamente nell'orbita della Tassorosso, così, giusto per non lasciarla incustodita davanti al capello perfetto del Professor Carter che avrebbe potuto essere mio nonno eppure senza averne l'aspetto. Giuro ora la smetto. (no non è vero sta manfrina andrà avanti tutto l'anno, preparatevi e mettetevi l'anima in pace)
    Beh a meno che non ci insegni un incantesimo per ficcare tutto in uno sgabuzzino...
    Io non sapevo mettere in ordine. Zero, meno di zero! Il fatto che qua ad Hogwarts esistesse questa sublime magia chiamata "elfi domestici" poi non mi invogliava a farlo. Lasciavi il dormitorio una merda e quando tornavi MAGIAAA!! tutto perfetto.
    "Spero" invece che sia un qualcosa per rendere inodore l'aria..
    Aggiunsi alla fine spingendo il Grifondoro verso Karen e le sue amiche che lo stava salutando: che andasse a racimolare un po' di fig... ehm.. Mi rivolsi quindi ad Astrid quando il professore spiegò l'incantesimo del giorno.
    Ah bene, vedi tu che eri preoccupata.. non ti serve nemmeno la bacchetta per questo..
    Almeno personalmente l'immunità all'effetto vento/bagliore/rallenty non si era ancora sviluppata lasciandomi spesso con l'espressione assorta da pirla. Non che io me ne accorgessi eh, ma Karen aveva provveduto a sbattermi sotto al naso una polaroid col momento immortalato di nascosto ed evidentemente ne aveva fatto delle copie perché compariva in dormitorio nella bacheca degli oggetti smarriti o quando c'era qualcosa di fuoriposto.
    In ogni caso eravamo in squadra assieme assieme a Fry e.. quel tizio con le emorroidi data l'espressione e la sua tendenza a starsene in piedi a braccia conserte.
    E stavo quasi per cercare di fare a mia volta una specie di piano di attacco quando Fry fu afferrato da Logan e ci ritrovammo con la bisbetica Corvonero arcigna in un angolo..
    ....Oooook mi pare di capire che non siete amici quindi.. gli appioppiamo la bisbetica eh.. troviamo qualcosa da usare come scudo e.. vediamo come va, che dici? Qualche idea?
    Infondo Astrid anche se era al mio stesso anno non aveva seguito l'istruzione secondo il programma di Hogwarts, magari questo incantesimo le riusciva benissimo ad occhi chiusi e si sentiva molto più ferrata ad occuparsi prettamente dell'attacco.. Il tempo comunque era finito e la gara iniziò velocemente. Stavo giusto per andare verso Astrid quando il Becchino mi afferrò per la camicia dandomi una specie di spinta per poi mollarmi. Lo guardai con la fronte aggrottata.
    E che cazzo siamo in squadra insieme.. vieni Astrid, andiamo di qua..
    E detto ciò afferrai quella che ero sicuro sicurissimo fosse Astrid Lavin ma che in realtà era un pollo. Una gallina per l'esattezza.. a mia discolpa molto bianca, quasi lucente e col ciuffetto vaporoso.. si ok mi è appena arrivato un Confundo, voglio vedere voi cosa combinereste..
    COOO COOO COOOOCCCODE'!
    Sì, esatto, osservazione molto intelligente..
    COOOO COOOO!
    Certo che lo è, devi smetterla di sottovalutarti e..ATTENZIONE!
    Con il pollo sottobraccio stile palla da Rugby mi lanciai dietro a una montagna di libri, sparendo tra qualche svolazzio di pagine e piume. Riemersi infine, con la gallina ben accomodata tra i miei capelli, strizzando bene gli occhi per esaminare la situazione.. fu in quel momento che vidi..
    ...Astrid...?? ma era qua un attimo...
    e stava combattendo con.. una chiave con le ali..??

    COOOOOOOOOCCODE'!
    Un movimento di ali sopra la mia testa mi fece saltare all'indietro, sbattendo però contro una tettoia fatta con la lavagna.. in quel momento sentii colarmi addosso qualcosa di caldo e viscido..
    CUOOO!!
    La GallinAstrid emise un suono scioccato fissando il guscio rotto del suo uovo sul pavimento. E immediatamente, avrei potuto giurare... di vederla tramutarsi in un pollo alla diavola.
    Confundus!
    Incantato il pollo lo afferrai lanciandolo nel bel mezzo dell'aula verso l'ignoto.
    LE STREGHE ADESSO VOLANO! AL ROGO! ¡HOGUERA!!
    Riportai quindi la mia attenzione verso la Tassorosso, deciso a salvarla in modo balzandoso quando.. la persi di vista, così all'improvviso.. girai in torno e poi la vidi di nuovo, accucciata sotto al divano.
    Non temere! Arrivo!
    E non so perché, davvero, la presi in braccio nemmeno fossi uscito da un musical del cazzo, con l'uovo che continuava a colarmi dai capelli, ormai andati.
    Ci avrei messo qualche secondo prima di capire che, in realtà, quello era Friday..


    Interagito con Fry e Astrid.
    -Colpito dal Confundus di Mc Cormac ho scambiato una gallina per Astrid (Ti prego non lasciarmi, non è colpa mia ti scongiuro non lo faccio più <3 )
    -Lanciato il pollo Confuso verso Mc Cormac (non specifico ongame perché sta nell'armadio come Narnia)
    -Colpito DI NUOVO dal Confundus di Karen, scambiato Friday per Astrid (Ti prego non lasciarmi, non è colpa mia STAVOLTA DAVVERO non lo faccio più!)

    Qualcuno mi salvi.




    Edited by -Ralph - 5/10/2022, 21:54
     
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    – Chissà che cosa faremo oggi! Speriamo di iniziare con qualcosa di soft! – si rivolse a Ralph, saltellando versò l’aula d’incantesimi mentre lo teneva a braccetto, la cartella che le picchiava contro il fianco, facendo svolazzare i capelli su e giù. Quel giorno si sentiva particolarmente di buon umore; sentiva che nessuno avrebbe potuto spezzarle il “ritmo” (un po’ come nelle Follie dell’Imperatore).
    Insomma, che bello! Finalmente la sana movida al castello era ripresa, così come le lezioni… ok, quelle non erano poi così eccitanti. Però, però… dobbiamo dire che i professori erano… interessanti. Sì. Il signor Carter la colpì particolarmente per la sicurezza emanata dal suo tono di voce, il suo pugno fermo… risplendeva di “vi guiderò in quell’ostica avventura chiamata vita” in maniera quasi affascinante. No, ok, era affascinante. Il suo naso un po’ meno, però era particolare su di lui. Aveva un suo perché. Ma forse non dovrebbe fare così caso al suo aspetto. Né alla questione “affascinante o meno”. Quei pensieri facevano parte di una vecchia condotta da superare. Quegli occhi da cerbiatta che assumeva quando Carter si rivolgeva nella sua direzione dovevano essere assolutamente controllati, così come l’aria sognante con cui lo ascoltava parlare. Anche perché, quando si distoglieva dalla sua parlata profonda, da uomo vissuto, con la coda dell’occhio non poteva ignorare certo lo sguardo nervoso di Ralph, che dopo tutto ciò che gli aveva raccontato non vedeva esattamente di buon occhio la sua attenzione stranamente sintonizzatissima verso quella lezione, che altro non era che apparente: in realtà Astrid non poteva fare a meno di immaginarlo in qualche operazione super figa da Auror – che a quanto aveva sentito era il suo lavoro precedente –, agitando la bacchetta come un maestro d’orchestra e facendo fuori trenta nemici in un colpo solo. Robe che neanche nei miglior film d’azione, arraffando solo parole sparse da ciò che gli usciva dalle labbra. Poco importava se quei film mentali fossero, con estrema probabilità, molto lontani dalla realtà; rendevano quella lezione estremamente più interessante. Anche se tutto ciò che vedeva al momento era solo una grande aula ridotta nel più totale caos, come se fosse stato organizzato un party hard per soli folletti della Cornovaglia durato almeno nove ore. Aveva fatto tutto da solo, il professor Carter? In effetti aveva un non so che di…artistico…concettuale…la disposizione pazzah degli oggetti magari aveva un senso nella sua testa…tutto da scopri-
    No, era solo un campo di combattimento per una lotta a suon di… Confundus. Astrid lanciò uno sguardo fulmineo (e fulminante) alla volta di Rick, che per un’orrenda sinergia astrale quel giorno sarebbe stato… in quadra con lei. E Ralph, e Fry… l’unica femminuccia, insomma, in un mare di testosterone. Le “lotte” non facevano esattamente per lei, però ai ragazzi queste cose gasavano, andiamo… sarebbe stata in una botte di ferro con loro. Forse.
    Comunque lo conosceva, quell’incantesimo. L’era stato insegnato dalla madre all’inizio dell’adolescenza, come metodo di auto-difesa contro i malintenzionati. Era stato duro da imparare, ma la sua bacchetta doveva essere abbastanza stramba da essere in sintonia con quel tipo di incantesimi strambi, e se presa da molta paura, l’incantesimo le riusciva anche abbastanza bene. Questo perché la paura, come la rabbia (sentimenti che non provava poi così spesso), le infondevano una maggiore prontezza mentale, donatale dal suo corpo per semplice spirito di sopravvivenza, probabilmente. Le era stato utile anche con Rick, nei sotterranei, anche se fino a un certo punto… era un peccato, dunque, che fosse nella sua squadra: lanciarglielo una seconda volta sarebbe stato soddisfacente più della prima, considerate le diverse circostanze.
    – Purtroppo… neanche tu mi sembri molto sveglio, oggi, comunque… vedo che hai sbagliato divisa. – sibilò acida al serpeverde, constatando poi che Fry si trovasse poi con gli altri. Glielo avevano rubato? Che razza di gioco era, quello?
    L’altra Corvonero aveva l’aria di tramutarti in pietra come Medusa, qualora avessi incrociato il suo sguardo… quindi no, questo cambio di coppie non le stava affatto a genio. Bastava già quel maledetto Rick. -20 punti in meno al professore per quella geniale idea.
    Quindi Astrid decide di andare a riprenderselo. Fry, intendo. Peccato che a quel punto la lezione fosse praticamente iniziata e non fece neanche il tempo a raggiungerlo, che si voltò solo per vedere Rick che usava Ralph come scudo. ”Quel maledetto… lurido…schifosopezzodisterco.”
    – Che diamine stai facendo??! – sbraitò contro il serpeverde, cercando inutilmente di afferrare Ralph per un lembo della divisa… ma quello se ne andò altrove, chiamando un pollo col suo nome. – … io ti ammazzo. – aggiorniamo il punteggio: -1020 punti al professore per quell'idea di merda. Urgeva vendetta. Quindi allungò la bacchetta contro Rick, ora di spalle, sferrandogli un “Confundus” a tradimento. – Ops… ho preso male la mira. – disse con aria noncurante passando accanto al riccio, – Tutto questo mi dà una sorta di deja-vu… – l'onore del proprio uomo prima di tutto. Ma bastò quel poco per perdere di vista Ralph, che era già sparito. E lei era scoperta. Oh cacchio. Quindi decise di piegarsi per infilarsi sotto la prima cosa che vide a tiro: un tavolo con una lunga tovaglia. Quindi si nascose lì sotto, osservando la situazione facendo sbucare un occhio celeste da una piccola fessura tra un lembo e l’altro.
    Ci volle poco affinché la situazione degenerasse. Da sotto il tavolo si sentivano le grida più disparate, frasi senza senso… compresa una voce maschile molto antipatica che non sapeva proprio a chi appartenesse. Poi la sentì avvicinarsi… eccola: si trovava davanti al tavolo, e usava una lingua strana… Astrid alzò in fretta la tovaglia, pronta a castare un secondo confundus, quando notò che la voce non provenisse altro che da un dipinto che doveva esser stato lanciato, scivolando per la stanza a faccia in su.
    – ANGARD! CHI ERES TU?? SOLEVAME! SOLEVAME! ME SIENTO COMO TAPEDO! POTREBERO BUGARME! QUE MALA SITUASIÒN! –
    – Oh santo cielo STA ZITTO, mi farai scopri-… – fu colpita da un incantesimo dritto sulla testa e si accasciò per un attimo. Poi strisciò lentamente a pancia in su, aprì gli occhi e si mise a strisciare fuori dal suo nascondiglio per tutto il pavimento, come un verme appena nato (?), tirando con sé la tovaglia (facendo cadere in modo sparso tutto ciò che stava sopra) sulla quale si rotolò come un involtino raccattando varie cose lungo il tragitto, come il come un paralume color salmone caduto per terra, che mise in testa, di sbieco. Strisciando a casaccio, a un certo punto si ritrovò accanto a Ralph, ricoperto di piume e rosso di uovo. – Ralph, guardami! Sono un verme fèscion! – si vantò del proprio look, completandolo con un paio di piume che infilò in mezzo alla sua lunga treccia, ridendo. Poi portò la bocca a “o” notando un candelabro sopra una sedia, che afferrò avidamente; si lanciò in piedi, alzando il candelabro come un calice d’augurio o un trofeo, gridando a tutti – SONO ORA LA CRACCHIA DELLA LIBELLULA! – e ne era così fiera che non potete immaginarlo. Poi vide sbucare Friday di gran carriera in braccio a Ralph, come un cavaliere che avesse appena salvato la sua Raperonzolo. – RAPUZZONZOLO! EVVIVA GLI SCHIOPODI! – forse voleva dire “gli sposi”… comunque… già detto che la situazione stava degenerando, sì?



    Ammirato con gli occhi adotanti il professore, interagito con Ralph e Rick, nominati Friday, Marsilda, Logan. Cercato di recuperare inutilmente Friday, vendicato il suo moroso castando un confundus su Rick (che goduria... ops), nascosta, colpita da un confundus e iniziato a fare e dire cose strane.
     
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    Si, forse avrebbe dovuto dare tempo a tutti gli studenti di esporre qualche domanda, esprimere i dubbi, guadagnare qualche punto casata… dopo anni al servizio del Ministero della Magia doveva ammettere di essere un po’ arrugginito con i ritmi scolastici. Adam era un uomo pratico che dava alla teoria il giusto peso, ma che ad essa preferiva di gran lunga l’esperienza sul campo.
    Tuttavia il fatto che fosse stato un ragazzo del quinto anno a fare proprio quella domanda, faceva pensare che di pratica ne avessero fatta decisamente poca, o quantomeno non abbastanza. Significava inoltre che a ridosso dei G.U.F.O. nessuno aveva ancora insegnato loro niente riguardo agli incantesimi non verbali.
    Stava giusto per rispondere, quando vide la bacchetta del Signor O’Connell eseguire il movimento che aveva appena mostrato alla classe. L’istinto di intervenire fu forte, ma lo lasciò fare appuntandosi mentalmente il suo gesto. Il Confundus andò tranquillamente a segno e non ci volle molto prima che mostrasse i suoi effetti sulla mente di Logan: il Grifondoro afferrò e portò con sé verso la propria squadra il Signor Wyldflower che, neanche un attimo prima, era stato assegnato alla squadra opposta.
    E alla giustificata perplessità della Signorina Locke, Adam rispose con lo stesso gesto, sollevando le sopracciglia per lasciare intendere che si, ci aveva visto benissimo.
    La dimestichezza con cui il Serpeverde aveva eseguito quell’incantesimo non verbale era un dettaglio interessante, pensò, il che mandava in fumo le sue teorie sugli insegnamenti ricevuti. Perciò o il signor McCormac era una capra a scuola, o O’Connell aveva avuto una formazione più approfondita. Logan nel frattempo si era diretto verso uno dei pochi spazi vuoti fra gli oggetti sistemati, per poi accovacciarsi a terra dietro una lattiera di metallo. Il poveretto era così confuso che sollevò il coperchio agganciato tramite una cerniera al bordo del pentolino cercando di nascondervisi dietro. Messo di fronte a quella scena Adam dovette trattenere una risata, non sarebbe stato professionale, oltre che assolutamente fuori luogo.
    Lasciò quindi che i ragazzi si organizzassero spostandosi in fondo alla stanza vicino alla cattedra, bacchetta stretta in mano, pronto ad intervenire qualora si fosse rivelato necessario.
    Non poteva immaginare però che quello che sarebbe accaduto avrebbe di gran lunga superato ogni plausibile previsione, sua e quasi sicuramente anche di qualsiasi altro adulto assennato presente in quella scuola.
    Nello svolgersi dell’esercitazione, l’ex Auror si ritrovò a storcere la bocca un paio di volte nel vedere il modo in cui quei ragazzi gestivano le proprie emozioni. Non che ci si dovesse aspettare chissà quale equilibrio interiore da dei ragazzini di quell’età, e il suo lavoro, a conti fatti, doveva essere quello di assicurarsi che imparassero un incantesimo senza che qualcuno finisse dritto in infermeria.
    Eppure, vedere il Signor O’Connell usare un membro della propria squadra come scudo non gli era piaciuto. Come lo aveva infastidito il modo in cui la Signorina Everett-Millais avesse deciso di attaccare alle spalle non una ma ben due compagne, totalmente incurante degli effetti che avrebbe potuto avere l’incantesimo su di loro. D’altronde non era forse la prima volta che lo usavano? In sostanza il neo Professore si era ritrovato a stringere la mano intorno alla bacchetta più volte per costringersi a non intervenire e fermare quel marasma. Quell’esercizio però, capì in fretta, sarebbe servito tanto a loro quanto a lui: Adam stava inquadrando uno per uno i suoi alunni.
    A distoglierlo dai suoi pensieri furono le imprecazioni spagnole di quello che riconobbe essere il logorroico Thomàs de Torquemada. Quel ritratto era uno di quelli che quando sapevi di doverci passare davanti o te la facevi di corsa, o cercavi di passare a filo del muro al di sotto della sua cornice. Il Conquistadores non era cattivo, era solo un chiacchierone incallito e anche un gran pettegolo: se gli raccontavi qualcosa, potevi stare certo che in pochi minuti almeno la metà dei quadri del castello chiacchieravano già sul tuo conto. Eppure era certo di aver specificato agli elfi domestici che potevano prendere tutto quello che volevano esclusi i quadri. Doveva essere opera di Sneez, pensò Adam sollevando il collo preoccupato nel tentativo di trovare il malcapitato dipinto per portarlo in salvo da tutto ciò. Chissà cosa avrebbe finito per raccontare ai quadri nell’ufficio del Preside una volta rimesso al suo posto.
    Tuttavia fece appena in tempo a comporre quel pensiero che uno dei Grifondoro del quarto anno gli passo davanti correndo con una gallina in testa.
    -Oh no!- si lasciò sfuggire il Professore, e quando vide il signor Finnik usare la formula del Confudus sul povero pennuto per poi lanciarlo in direzione di chissà chi, la bacchetta di del professore scattò veloce per eseguire un Mobilicorpus non verbale. Una forza invisibile afferrò il povero malcapitato che lentamente iniziò a levitare verso di lui. Afferrò delicatamente la gallina e andò a posarla sulla scrivania, lo sguardo dell’animale era totalmente fisso davanti a sé, vacuo e tramava preda del terrore. Adam gli diede due leggere pacche sulla testa e poi tornò ad osservare la classe. Quanto ancora poteva degenerare la situazione? Un istante dopo la signorina Locke gli sfrecciò davanti apparendo da dietro una colonna di mobili accatastati e scomparendo subito dopo dietro una pila di libri, il tutto urlando frasi insensate e con un vaso da notte ben piantato in testa. Poco oltre vide passare di nuovo Ralph, stavolta con in braccio il signor Wyldflower. A coronare quel bizzarro teatrino, la signorina Lavin che sollevava un candelabro in aria dichiarando frasi sconnesse a chiunque le passasse vicino.
    L’unica che pareva esserne uscita indenne era la Signorina Everett-Millais. Alla Corvonero però si era ritorto contro il tiro mancino giocato alla Signorina Cavanaugh.
    A quel punto Adam capì che forse era il caso di terminare l’esercizio. Afferrò l’orologio da taschino, mancavano poco meno di 3 minuti allo scadere del quarto d’ora. Un record, pensò, quei ragazzi erano riusciti a incasinare la lezione molto più in fretta di una banda di pixie in un campo di fragole. Si sapeva, no? I pixie erano ghiotti di fragole.
    Con calma il Professore si avviò verso il “campo del disagio”, bacchetta alta e pronta alla difesa. Aveva compreso in fretta che là in mezzo c’era da aspettarsi di tutto. Passando di fianco alla Signorina Lavin afferrò il candelabro che aveva in mano.
    -Questo lo mettiamo via, prima che finisca in testa a qualcuno.- disse posandolo su un alto comodino al suo fianco, -Il cappello può tenerlo se vuole.- aggiunse proseguendo.
    Quando una chiave alata gli sfrecciò davanti, sfiorandogli la punta del naso, realizzò un rapido colpo di bacchetta immobilizzandola a mezz’aria per poi afferrarla tra indice e pollice della mano libera. Si mosse in direzione del Serpeverde con la divisa di Durmstrang e gliela consegnò in mano.
    -La rimetta dove l’ha trovata signor O’Connell. Magari nel baule a cui appartiene troverà una divisa della nostra scuola ad attenderla.- Lo sguardo di Adam si posò poi su Marsilda.
    -Dovrebbe controllare il suo umore signorina Everett-Millais, assecondare certi pensieri può risultare pericoloso.- il modo in cui la Corvonero aveva ceduto alle proprie emozioni gli aveva inevitabilmente ricordato i fatti accaduti diversi anni prima, quando i picchi di magia scaturiti dalle emozioni avevano procurato più di un grattacapo all’intero regno magico.
    -Le consiglio di ripassare un po’ di storia.- disse sollevando la bacchetta per eseguire un Finite Incatatem sulla signorina Cavanaugh ancora intenta ad arricciare i capelli della compagna e fare moine.
    Lo stesso trattamento lo riservò a Daisy, un colpo di bacchetta e poi le tolse il vaso da notte dalla testa sorridendole, ricordando il modo in cui aveva deciso di affrontare la minaccia del Signor Wyldflower. Il Grifondoro fra l’altro si trovava ancora appollaiato fra le braccia del compagno di casata.
    Un altro Finite Incantatem per Ralph e la situazione parve essere tornata sotto controllo. Adesso le note dolenti.
    -Signor McCormac, credo che il Signor O’Connell abbia risposto pienamente alla sua domanda. Se vuole posare quel pentolino e raggiungerci…- l’effetto dell’incantesimo aveva avuto il tempo di esaurirsi da sé, e il ragazzo si era ritrovato con la lattiera stretta in mano.
    -In merito a questo.- si voltò in direzione del Serpeverde indicando il compagno del quinto, -Dieci punti in meno a Serpeverde. Immagino non ci sia bisogno che le spieghi il motivo, giusto signor O’Connell?- domanda retorica, nessuno aveva dato inizio all’esercitazione quando aveva usato l’incantesimo. Detto ciò cercò con lo sguardo Marsilda e Astrid.
    -Colpire un compagno di squadra, tanto più a tradimento e guidati dal proprio egoismo, è intollerabile. Dieci punti meno a Tassorosso e dieci punti in meno a Corvonero.- concluse, dedicando lo stesso sguardo serio anche a Rick, dopotutto anche lui aveva fatto lo stesso con Ralph. Ma a parer suo le due ragazze avevano fatto qualcosa di peggio, erano state egoiste, immature perfino. Sicuramente ad Adam sfuggivano le varie dinamiche e le intricate trame con tanto di drammi che si avvicendavano fra i personaggi di quel piccolo manipolo di studenti, ne era certo. Però non poteva sorvolare su certi comportamenti neanche volendo, e non per una ottusa questione di principio personale, ma per un fatto di necessità. Dovevano iniziare a pensare di vivere certe situazioni in maniera più “utile”, non poteva pretendere lo capissero subito, ma avrebbero dovuto farlo il prima possibile.
    -Tuttavia, siete stati tutti in grado di eseguire l’incantesimo correttamente.- riprese portando entrambe le mani dietro la schiena, -Cinque punti per ognuno di voi.- concluse poi voltandosi e dirigendosi verso la scrivania. Il povero pollo se ne stava ancora impalato sul ripiano di legno. Adam lo osservò per un istante e poi con un gesto della bacchetta costrinse l’animale a tornare alla sua forma originale.
    Le ali si trasformarono in sottili braccia, e mentre il becco cedeva il posto ad un lungo naso affusolato , un paio di grandi orecchie che ricadevano su se stesse comparvero ai lati del capo.
    Nel giro di pochi secondi il pollo aveva lasciato il posto ad un magrolino elfo domestico dai grandi occhi castani e col naso colante di muco.
    -Lui è Sneez, signor Finnik.- disse voltandosi verso il Grifondoro che aveva avuto la brillante idea di usarlo come palla da rugby.
    -Soffre di un disturbo convulsivo, ogni volta che starnutisce si trasfigura involontariamente in qualcosa, animale o oggetto che sia.- si lasciò sfuggire un sorriso posando lo sguardo sulla povera creatura ancora impaurita.
    -È un anima candida. Insieme al Preside McCormac e con l’aiuto del Professor Korczak stiamo provvedendo per cercare una soluzione ai suoi “episodi”.- e mentre tornava ad osservare i ragazzi, dietro di lui il piccolo Sneez fissò lo sguardo su Finnik, lentamente le sopracciglia spelacchiate della creature si piegarono verso il centro, corrugandosi in un’espressione tutt’altro che rassicurante. Quello che ne Adam ne Ralph potevano sapere era che Sneez stava facendo un voto a sé stesso: avrebbe seguito il ragazzo ovunque in giro per il castello, fino al giorno in cui non avrebbe trovato il modo per vendicarsi.
    -Puoi andare Sneez.- lo congedò Adam, quello, con un’occhiata sottile sempre fissa sul suo carnefice, sollevò lentamente una manina e con uno schiocco di dita e un sonoro crack scomparve.
    -Ora.- disse il Professore facendo il giro della cattedra, si fermò davanti a uno dei cassettoni che ne componevano il lato destro e, aprendolo, ne estrasse tre piccole fiale di vetro per poi presentarle alla classe poggiandole in fila sul ripiano. Dalla forma lasciavano intendere ben poco, semplici ampolle di vetro con il collo dorato e in cima un tappo a sfera, anch’esso dorato, con disegnate sopra quelle che potevano apparire come delle macchie bianche ma che in realtà rappresentavano delle nuvole.
    Il liquido al suo interno poteva invece essere un indizio per chi di pozioni ne capiva un po’ più delle basi che servivano a garantirsi una sufficienza in materia. Di un intenso color indaco, la miscela di cui erano piene per metà, emetteva delle piccole bollicine che da poco sopra il fondo galleggiavano fino a scomparire poco prima di toccare la superficie.
    -Pozione Soporifera.- anunciò, -Gentilmente offerta dal Corpo Auror del Ministero stesso.- era stata Saah Matthews a preparale e a fargliele avere. La sua ex sottoposta era un’esperta di pozioni e alchimia e lui non aveva esitato ad approfittare della disponibilità della ragazza e delle sue capacità. Lasciò un momento agli studenti per intuire quello che stava per succedere.
    -Vorrei che la Signorina Everett-Millais e la Signorina Lavin ne prendessero una a testa, per favore.- continuò fissando lo sguardo prima su una e poi sull’altra, -Senza berla, non ancora almeno.- aggiunse, gli erano bastati dodici minuti per capire che con loro la prudenza doveva venire prima di tutto. Perciò specificare era necessario. Poi spostò l’attenzione sui due del quinto anno.
    -Per voi oggi ho due incantesimi: il Dolcisonium e l’Insomnium.- decretò incrociando le braccia al petto.
    -Anche in questo caso si tratta di due incantesimi mentali, quindi come per il Confundus, necessitano di un buon livello di concentrazione affinché vengano eseguiti correttamente.- fece una pausa valutando l’espressione dei due interessati per cercare di capire quanto fossero estranei a quei due incantesimi.
    -Se non controllati a dovere, questi possono scatenare effetti avversi, a volte perfino terribili.- li avvisò.
    -Entrambi hanno effetto unicamente su un soggetto dormiente.- adesso non potevano esserci dubbi sull’utilità di quelle pozioni.
    -Lo scopo tuttavia è uno l’opposto dell’altro. Nel caso del primo incantesimo, il Dulcisonium, si invita la “vittima” alla stimolazione di un sogno, generalmente dai toni piacevoli, che abbia come traccia ciò che gli si andrà a sussurrare all’orecchio. Ovvero, qualche parola che influenzi il flusso di coscienza. Non di più. altrimenti l’effetto sarà nullo.- ci tenne a specificare. -Stessa cosa per l’Insomnium che però come avrete intuito, stimola l’inconscio verso l’incubo.- concluse facendo un’altra pausa, più lunga sta volta, di modo che tutti si prendessero il tempo di assimilare le informazioni.
    -I movimenti per eseguirlo sono i seguenti.- ricominciò sollevando la bacchetta e iniziando a descrivere una figura nell’aria. Si trattava di due gesti identici ma opposti.
    Per il primo eseguì un movimento ovale dall’alto verso destra, come a disegnare una di quelle nuvolette dei fumetti che piacevano tanto a suo figlio quando era piccolo, e che si completava poi con un netto ma breve movimento obliquo sempre verso destra. Per il secondo fece lo stesso ma in maniera opposta: L’ovale dal basso verso sinistra e la linea obliqua che tendeva verso la medesima direzione.

    Dolcisonium


    Insomnium

    -Prendetevi qualche momento esercitarvi sul movimento.- disse ai due interessati.
    -Mentre voi…- si rivolse alle due studentesse a cui aveva consegnato le pozioni, -Potete prendere posto lì.- dicendolo indicò un divano che apparteneva chiaramente alla casata dei Tassorosso e che si trovava a qualche passo da loro.
    -Non appena sarete pronti.- tornò a rivolgersi a Rick e Logan, -Vorrei che provaste alternativamente, l’Insomnium prima e il Dolcisonium dopo, su di loro. Signor McCormac lei sulla signorina Everett-Millais, mentre il Signor O’Connell sulla Signorina Lavin.- con calma raggiunse le due ragazze rivolgendo loro un sorriso.
    -Non vi preoccupate, l’effetto della pozione è temporaneo, e nel caso ci fosse qualsiasi problema interromperò io stesso l’esercitazione per svegliarvi.- cercò di usare un tono di voce rassicurante e determinato, sperando che bastasse per infondere loro abbastanza fiducia nei suoi confronti.
    -Ovviamente siete liberissime di ritirarvi.- di certo non voleva obbligare nessuno a fare niente che non volesse. Tuttavia esisteva un motivo per quella scelta: entrambe avevano dimostrato di essere vittime dei propri interessi e delle emozioni che le legavano ad essi, per come la vedeva lui un’esperienza del genere sarebbe potuta essere utile.
    -Una volta pronte, sarete voi a dare il via ai vostri compagni.- c’era poco altro da dire, adesso dipendeva tutto da loro.
    -Un ultima raccomandazione.- fissò negli occhi Logan e poi Rick, -Siate chiari e decisi nelle parole che sceglierete di usare, i sogni sono un arma a doppio taglio.- si, avrebbero potuto fare un casino, ma anche molto bene in tutti i sensi.

    E rieccoci qua, dopo aver dato un minimo di ordine all’intricato puzzle di eventi che avete messo in moto, (bellissimo eh, mi sono divertito un sacco) passiamo alla seconda parte!
    Come spiegato la prova riguarda più che altro Rick e Logan che dovranno usare prima L’Insomnium e poi il Dolcisonium. L’idea è quella di riportare gradualmente dall’incubo al sogno i vostri compagni.
    Potete organizzare il gioco in due modi: fare due turni di post, quindi per esempio: un post in cui Logan usa l’insomnium e dove Marsilda risponde, e poi un altro in cui Logan usa il Dolcisonium e Marsilda risponde di nuovo. Oppure scrivere tutto in un unico post.
    L’esercizio consiste nel sussurrare un massimo di 10 parole per incantesimo e spiegare sinteticamente nel testo quale debba essere la trama dell’incubo/sogno.
    Saranno le “vittime” a decidere come interpretare la cosa, restando nei “binari” di ciò che avete detto oppure no.
    Gli altri, potete postare tranquillamente per reagire a quanto accaduto, protestare (ma non servirà a nulla) o pregare per le vostre compagne, fate vobis!
    Al termine dell’esercitazione, se sarete ancora in vena di proseguire, abbiamo una terza pozione soporifera, chissà come potremmo usarla?
    Avete tempo fino alla mezzanotte di Domenica 16 Ottobre.
    Per qualsiasi cosa non esitate a chiedere, buon divertimento!


    Edited by Adam Carter - 22/10/2022, 15:01
     
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    "Cazzo!!! Ma questo è lo scudo di Achille!", terra, cielo, mare, sole, luna, costellazioni e tutto il resto.
    Certo però che è un po' piccolo per essere uno scudo, in più me l'hanno pure attaccato a questo inutile calderone in peltro misura standard ventisette. Dai, non si fa così!
    Come posso usarlo per proteggermi dagli attacchi se a malapena riuscirebbe a coprirmi la faccia e, soprattutto, come è riuscito Achille ad usarlo contro un personaggio mega-uppato tipo Ettore? Nono, secondo me Omero si fumava la salvia, non c'è altra spiegazione. Nessuna. Nossignore.
    Però sono certo che almeno la mia bacchetta funzioni ancora, siccome sono riuscito a prendere in pieno Flippik. Esattamente come volevo fare. sisi.
    Scudo in mano e arma in pugno decido che devo combattere, devo farlo, ne va del mio onore e di quello di tutto il Peloponneso. Non ci sarà resa alcu....Perché cazzo sto tenendo in mano una pentola a pressione? E, soprattutto, come sono arrivato in mezzo alla fottuta stanza? Non ero al riparo dietro un bell'armadio? E Karen, Daisy e Marsilda che fine hanno fatto? È tutto fottutamente confuso.
    "Cosa dici Mirmidone?", ah no è il professore,"Ah si? Che dire, forse dovrei ringraziare il mio compagno..."
    Ceeerto, come no. Sono già lì pronto con un cazzo di mazzo fiori.
    Quella specie di becchino con lo sguardo di uno sotto lassativi, si capisce, deve avermi colpito a tradimento prima che l'esercizio iniziasse; ed ecco che, già a primo impatto, capisco come mai sia finito proprio a serpeverde.
    Mi volto a guardarlo per qualche istante, stampandomi un ghigno sulla faccia che, mi si creda, è tutto un fottuto programma.
    Ad ogni modo, decisamente intenzionato ad onorare il mio ruolo nonostante il torto subito, infine distolgo lo sguardo e lo sposto sul prof proprio appena prima di superarlo per andare da Marsilda prima di raggiungere il mio posto vicino a Karen.
    E qui, quasi istintivamente, mi viene naturale offrirle una sorta di sorriso che vorrebbe fungere da silenzioso "Non ho colpe ma mi spiace lo stesso".
    "Senza rancore eh collega?", faccio tendendole la mano perché si, mi pare comunque giusto mettere in chiaro che io, in realtà, mica ce l'ho con lei.
    Prendendomi i cinque punti nonostante la prova decisamente pessima, riprendo posto con la testa piena di pensieri.
    Il vecchio prima, e Kain poi, me l'hanno sempre detto: non si deve mai abbassare la guardia. Evidentemente, non avevo considerato che questo insegnamento dovesse essere applicato anche qui a scuola. Immagino che me lo sarei dovuto aspettare comunque, il mondo non è forse pieno di vigliacchi che sanno solo attaccare alle spalle? Si, certo che lo è.
    "Dopo oggi, chiederò a Darragh di far sparire tutte le pentole a pressione dal Manor.", butto lì per sdrammatizzare in tono abbastanza alto perché sia Karen che gli altri attorno a noi possano sentire, "Che figura del cazzo eh?"
    In realtà me la sto ridendo sotto i baffi, la scena vista dall'esterno dev'essere stata particolarmente divertente.
    Qua però non si perde tempo, il professore è deciso ad andare spedito con il suo programma e ce lo fa intendere chiaramente liquidando con garbo ma alla svelta il vecchio Sneez.
    Il quale, problemi personali a parte, fa uno stufato di manzo che è da leccarsi i baffi. E no, non lo sto dicendo perché ho passato i primi anni ad infilarmi di straforo nelle cucine facendo amicizia con tipo tutti gli elfi del castello, assolutamente no.
    Scherzi a parte, Sneez è un gran pezzo di elfo, gentile e tutto il resto, però lo sguardo che sta rivolgendo a Ralph in questo momento è tutto fuorché rassicurante. "Fratello ti toccherà farti perdonare mi sa, gli elfi sanno essere dei tipetti davvero vendicativi..."
    Tipo quella volta in cui Darragh, stanco di farsi impallinare come dicevo prima, un bel giorno ha deciso di schioccare le dita e farmi scoppiare la pistoletta in mano. Senza ferirmi ovviamente eh, lui è di famiglia e mi ha sempre voluto bene. Temo però che lo stesso non si possa dire per Sneez e Finnik.
    Archiviato il discorso, è ora di passare direttamente al secondo esercizio della giornata, il quale si rivela essere riservato quasi esclusivamente a me e al fratello scemo di Marilyn Manson. Presentandosi anche abbastanza interessante.
    Prendo qualche appunto veloce della spiagazione, segnandomi come d'abitudine le pronunce e buttando giù un paio di ideogrammi che, verosimilmente, dovrebbero aiutarmi a ricordare i movimenti giusti se mai dovessero passarmi di mente.
    Accolgo con un cenno del capo la richiesta di esercitarci, decidendo però sedutastante di rimanere in piedi qui dove sono per farlo. Carter ha raccomandato concentrazione per l'esercizio, ed io sto cercando di racimolarne quanta più possibile prima di tentare con la pratica effettiva.
    Provo una manciata di volte sia un incanto che l'altro, decidendomi a raggiungere il luogo dell'esercizio solo quando, bene o male, mi rendo conto di padroneggiare al meglio movimenti e pronuncia.
    Affianco Marsilda dunque e le offro un occhiolino aspettando che sia lei stessa a strappare la sua boccetta, giusto per cercare di stabilire - nel limite del possibile - una certa empatia tra noi due prima di dare inizio alla prova.
    "Non ti preoccupare, non ho intenzione di calcare troppo la mano."
    In un certo senso, seppur sotto pressioni decisamente peggiori, io ci sono già stato dalla sua parte e so quanto possa essere spiacevole. Ovviamente ho la consapevolezza che non andrò a ferirla nel senso proprio del termine, eppure non posso fare a meno di ripetermi che, soprattutto con l'insomnium, dovrò cercare di ottenere il massimo risultato senza esagerare con la bastardaggine.
    "Io sono pronto."
    Attendo che la ragazza trangugi completamente il contenuto della fiala, prestando particolare attenzione al rilassamento dei suoi lineamenti. Ho intenzione di partire con i broccoli per poi chiudere col dessert, pertanto ritengo opportuno assicurarmi che Marsilda sia completamente addormentata prima di incantarla.
    Insomnium., ricalco il movimento visto e provato poco prima, concentrandomi particolarmente su ciò che, tra pochi secondi, andrò a sussurrare nell'orecchio della corvonero.
    "Non ti vedono, tutti ti hanno dimenticata. Sei stata sostituita..."
    Me la figuro nitida in testa per i corridoi del castello, con il materiale scolastico sotto braccio. Lei cammina ma nessuno nota il suo passaggio, o fa finta di non vederla. Lo scenario è caratterizzato da una "fotografia" grigio-blu molto spenta, così come è demotivata pure l'espressione sul viso di Marsilda. La persone attorno a lei sono felici, in un angolo mi immagino anche io e che scherzo con Ralph mentre Daisy salta al collo di Karen definendola, a voce alta, come la migliore amica che potesse trovare. Nessuno considera la caposcuola di corvonero, né tantomeno ha intenzione di parlarle o risponderle qualora fosse lei stessa a fare la prima mossa. L'abbiamo dimenticata tutti, e lo abbiamo fatto volutamente.
    Tutto avrei immaginato, tranne quanto fosse profondamente complicato mantenere così a lungo la mente focalizzata in un punto. Ricreare uno scenario che sia credibile e mantenerlo tale, alla fine, rischia di rivelarsi un lavoro estremamente di fino. Quando sfiori la realtà così da vicino, basta lasciare indietro un dettaglio per far cadere tutto.
    Inizio a figurarmi in testa come la accompagnerò da incubo a sogno e, pur conoscendola poco o niente, presumo che la strategia di servirle uno scenario completamente opposto a quello appena vissuto potrebbe funzionare.
    Ormai chino su di lei, serrò meglio la presa sul faggio grezzo della mia bacchetta e pronuncio la formula del controincantesimo relativo a quello eseguito poco fa.
    "Dolcisonium...", rigiro l'impugnatura tra le dita e mi pronuncio nel movimento simil ovoide, ancora una volta, appreso poco fa.
    "Vai avanti, qualcosa cambia. Ora sei la migliore, in tutto."
    L'idea è quella di farla scivolare da incubo a sogno senza stacchi netti, quasi come si trattasse d'un flusso continuo di eventi non decisi o influenzati da due intenzioni ben distinte tra loro.
    Pertanto, seguendo nella sua marcia, la corvonero noterà un graduale e visibile rinvigorimento dell'atmosfera attorno a lei. Ogni cosa, persona o soggetto presente riacquisterà il proprio colore, dandole segno di notare il suo passaggio. Ben presto, l'ufficio di mio padre la accoglie tra le sue pareti. Tutti professori le si parano davanti, con un sorriso smagliante stampato in volto. Il preside di Hogwarts fa scivolare sulla cattedra un foglio contenente delle valutazioni, le sue. Ha eccelso in ogni campo, specialmente in quelli che le stavano più a cuore. Un applauso parte dal corpo insegnanti e riecheggia dietro di lei, ove ora sono posizionati tutti coloro che, fino a poco fa, non la degnavano nemmeno di uno sguardo.
    Non ho avuto praticamente nulla su cui lavorare, dopotutto il nostro livello di conoscenza si è sempre limitato ad un educato saluto nei corridoi, però nel complesso credo di aver fatto un buon lavoro. Certo, questo sarà lei a confermarlo o smentirlo una volta sveglia, quindi staremo a vedere.
    "Dannazione...", sibilo tra i denti voltandomi in direzione del Carter offrendogli un mezzo sorriso appena dopo aver interrotto il mio focus sull'esercizio in corso.
    "Anche stare da questa parte è complicato, chi l'avrebbe mai detto..."
    Ovviamente lui non ha idea di cosa stracazzo io stia dicendo. Fattore che, alla fine, non ha praticamente importanza. Quelle son cose mie.
    Rinfodero la bacchetta e mi posiziono di fianco alla Everett-Milqualcosa, attendendo che si risvegli o venga riportata tra noi dall'insegnante solo per riaccoglierla nel mondo tangibile con un educato: "Va tutto bene?"
    Non è che non mi fidi di me stesso eh, solo che quel mio intrinseco senso di cavalleria mi impone, chessó, di portarle un bicchiere d'acqua o qualche cazzata simile se dovesse averne bisogno. Son fatto così, non posso farci nulla. E comunque, a me ci vorrebbe un bel whiskey se mi fossi appena trovato nella condizione di non venir cagato manco di striscio dai miei amici. Altro che acqua.


    Interagito con Il prof, Rick, Karen Ralph e chiunque abbia sentito.

    Ho svolto l'intero esercizio su Marsilda 🤙🏻
     
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    Ammetto che questa versione della Cavanaugh preda del Confundus non è poi così male, tutta rapita dai miei capelli mentre mi guarda con occhi persi... Potrei persino abituarmici.
    Peccato che, essendo nel bel mezzo di un'esercizio, riesce comunque a risultare fastidiosa dato che non riesco a scollarmela di dosso nemmeno dandole qualche pacca sulle mani.
    Sciò, pussa via, accidenti a te!
    Niente da fare, il karma ha voluto punirmi trasformandomi nella sua dannata bambola e forse un po' me lo merito. Sbuffando mi rendo conto troppo tardi dell'affiancamento di Rick, che accolgo stringendo la bacchetta per colpirlo in caso di brutti scherzi, ma esito... La sua proposta mi risuona stranamente interessante, seppur credo vada contro il regolamento del signor Carter.
    In fondo, perchè no? Tutti gli altri mi hanno ignorata e nonostante sembri che stamattina abbia avuto in mente la scuola diversa davanti all'armadio, il Serpeverde è l'unico che durante l'esercizio mi ha vista . Lui, e l'irlandese che mi infastidisce con le sue moine.
    Perciò accenno un sorriso ed apro la bocca per rispondere affermativamente, ma il professore m'interrompe e consegna a Rick la chiave che credo di aver visto svolazzare qua e là durante questi pochi minuti di stress. Il rimprovero che mi viene rivolto è severo, ma dannatamente giusto, e nel chinare il capo sento la vergogna imporporarmi le guance, insieme ad un lieve fastidio alla bocca dello stomaco perchè speravo erroneamente che l'avrei fatta franca.
    Mi dispiace signor Carter, non accadrà più.
    Mi sono lasciata trasportare da gelosia e disdegno quando avrei dovuto essere un esempio, la spilletta da Caposcuola non mi è stata data perchè sono una testa calda immatura e irresponsabile, quindi dovrò fare meglio di così se desidero mantenere la carica. Già una volta mi sono sentita in colpa a causa di ciò che avevo detto a Karen, quell'invito a finire nel Lago Nero così da non causare più problemi, ma a quanto pare sono così stupida da non aver compreso nulla dai miei errori.
    Il resto degli studenti viene liberato dal loro fardello di confusione mentre il professore continua a camminare tra noi, lanciando consigli e togliendo punti. Il fatto di non essere l'unica ad aver tolto dieci punti alla propria casata dovrebbe consolarmi, e invece continuo a fissare il pavimento torturandomi l'interno delle guance con i denti mentre mi ripeto quanto sono stata idiota.
    Dovrei avvicinarmi a Karen per chiederle scusa, per l'ennesima volta, ma rimango coi piedi ben piantati a terra, in disparte da tutti gli altri. Presto poca attenzione al siparietto con l'elfo domestico finchè quest'ultimo non se ne va e il signor Carter prosegue la lezione, esplicandone la seconda parte.
    La mia idea iniziale è quella di svolgere il futuro esercizio con calma e rimanendo in silenzio, con la sicurezza che se si tratterà di qualcosa dove la concentrazione è preponderante sicuramente fallirò dato lo stato mentale attuale... Ed invece sollevo di colpo il capo, quando viene detto il mio nome.
    Mi avvicino e prendo timidamente la fiala di Pozione Soporifera, ne ammiro il colore e l'eleganza della fiala mentre ci viene spiegato cosa dovremmo fare io e la Lavin. Due cavie, in pratica.
    Deglutisco, un po' preoccupata all'idea di dover sottostare al valore di qualcun altro, però procedo verso il divano dei Tassi e mi ci siedo sopra, in attesa di McCormac. L'idea di ritirarmi non è contemplata, non dopo la brutta figura di poco fa, e nonostante i pochi punti recuperati sento la minaccia della bocciatura svolazzarmi sulla testa.
    Sto esagerando, lo so, però anche questa maledetta paranoia fa parte del karma.
    Trovo ironico sia proprio il caposcuola Grifondoro a dovermi trasportare nel mondo dei sogni visto il modo in cui mi ha ignorata... Però da quel che ho capito non era del tutto colpa sua, quindi posso provare a perdonarlo per questa volta. E poi ha un viso gentile, nonostante lo stemma della casata degli idioti.
    Mi fido.
    Rispondo alla rassicurazione con un mezzo sorriso incerto, anche perchè non mi conosce e non può sapere di cosa ho paura, giusto?
    Rigiro la fiala tra le dita ancora per qualche secondo prima di buttarla giù in un unico sorso. Provo a identificarne il sapore... Forse lavanda? Mi piace la lavanda, è così rilassante e... viola e... e tutto sta diventando... scuro e pesante, le palpebre si chiudono.
    Nel riaprire gli occhi la prima cosa che mi dico è che fuori sta sicuramente piovendo, perchè mai dovrebbe essere tutto così buio altrimenti? Diamine, devono essersi per forza scordati di accendere delle luci e i camini perchè l'aria è fredda e tetra mentre cammino per i corridoi con uno strano peso sul petto.
    Nessuno mi guarda e so che dovrei esserci abituata, mi dico sempre che dovrebbe addirittura piacermi tutta questa solitudine, però sembra quasi che tutti stiano volutamente evitando il mio sguardo e allora mi dico che deve essere per forza successo qualcosa, un'incidente in aula pozioni che mi ha resa invisibile... Si, si deve essere per forza così!
    Tutti ridono felici e in gruppo, mi voltano le spalle se provo ad avvicinarmi per parlare con loro di... di qualsiasi cosa. Vi prego, fatemi parlare con voi! Ho un sacco di cose interessanti da dire, ve lo giuro! Non sono così terribile come sembro, ve lo può dire Daisy! Vero, Daisy?
    No, no... Karen non può essere la tua unica migliore amica, non ci credo! Non dopo tutte le cattiverie che mi ha fatto! Abbiamo guardato insieme l'aurora boreale, te lo ricordi Daisy?! Mi hai regalato un tatuaggio per i sedici anni e ogni tanto sfioro il mio piccolo Saturno d'inchiostro quando voglio ricordare quella bella giornata! Daisy? Perchè non sono abbastanza speciale per te?!
    Tutti mi avvicinano e poi se ne vanno, anche Rick che sembrava vedermi mi volta le spalle e in sottofondo mi sembra di sentir ridere mio padre perchè sa che tutto questo me lo merito, sempre e per sempre.
    Voglio andare via da qui! Non posso piangere ancora e ancora e ancora e...
    La luce cambia, il peso nel petto si sposta e i corridoi spariscono insieme alle lacrime.
    Credo di... Questo è l'ufficio del Preside, giusto? Lui e i professori mi guardano, ma non sembrano contrariati, anzi. I miei voti sono tutti stupendi, specialmente Astronomia e Incantesimi ed io sorrido perchè so che adesso potrò perseguire il mio sogno e tutti mi vorranno se sarò la più brava a guardare le stelle. In questo mondo papà non esiste e non mi può fermare, tutti mi applaudono e urlano parole meravigliose nei miei confronti. Daisy mi abbraccia e anche Karen si congratula chiedendomi scusa, ed io faccio lo stesso con lei.
    Ci sono anche i miei conigli, tutti e quattro, ed io li stringo e dico loro che andrà tutto bene, nessuno ci farà più del male e vivremo per sempre tranquilli, felici e liberi, tutti insieme.
    Starò bene, ancora e ancora e ancora e...
    L'aula di Carter si apre dinnanzi a me, mi sono svegliata ma vorrei tanto tornare indietro.
    Mi guardo attorno con un'opprimente malinconia addosso, il dispiacere per qualcosa che ho potuto toccare per qualche minuto ed ho perso così, in soffio. Era solo un sogno Marsilda, torna coi piedi per terra. E non piangere.
    Io... S-si. Si, sto bene.
    Con la voce gracchiante rispondo a Logan, riuscendo persino ad apprezzare quella domanda gentile.
    Sei stato bravo.
    Ha colpito nel segno, forse pure troppo. Rimango seduta sul divano per ora, senza sapere bene cosa dire o a chi, limitandomi a tenere le mani strette contro le ginocchia per impedir loro di tremare.


    interagito con Karen, Rick, il prof Carter e Logan.
    accettato di partecipare all'esercizio e ora sta un po' in post trauma


    Edited by étoile - 10/10/2022, 21:17
     
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    -Mi hai tolto le parole di bocca, stavo per dire lo stesso della tua divisa.-, ribatté con un sorriso tirato. A proprie spese Rick aveva appreso in fretta quanto Tassorosso non era affatto una casata innocua; probabilmente il motivo per cui i fondatori avevano deciso di posizionarla sullo stesso piano dei Serpeverde, erano molti gli aspetti che accumunavano gli studenti delle due casate. Tra i quali l’abitudine di colpire alle spalle, alla quale la pittrice sembrava particolarmente affezionata.
    Come da previsioni, l’aula si trasformò in un surrogato di un campo di battaglia: Finnik della sua squadra scappò con una gallina in braccio, strappandogli una risata divertita; ancora più divertente fu veder andare su tutte le furie la sua ragazza, che lasciò a starnazzare da sola come un’oca senza degnare di considerazione; McCormac in quel quadretto demenziale non fu da meno, la dimostrazione plateale di cosa poteva succedere ad abbassare la guardia; in linea generale non ebbe da rammaricarsi per nessuno. Per certi versi trovò perfino gradevole quell’esercitazione, era riuscita a spezzare la monotonia di cui quel castello sembrava essere pervaso da quando avevano ripreso le lezioni. Soltanto per una cosa provò profondo biasimo: la scelta di aver permesso a una creatura a loro inferiore, un servo, di avere parte in quella lezione. Oltretutto una creatura che mostrava apertamente insolenza e ostilità nei confronti di uno di loro, che fosse un purosangue o un mezzosangue non aveva alcuna importanza: i maghi sarebbero stati sempre a loro superiori e un simile comportamento in un contesto civilizzato non sarebbe rimasti impunito. Invece il docente non solo lo giustificò ma parve perfino incoraggiare tolleranza da parte loro. Erik lo trovava completamente inconcepibile.
    Il professore si avvicinò restituendogli l’oggetto incriminato, una piccola libertà che Erik si era preso contravvenendo alle sue indicazioni. Non gli restò comunque che mangiare la foglia e obbedire, così come non gli rimase che mostrare un’apparente assenza di ostilità quando fu richiamato per ben due volte.
    -No, Professore. Cercherò di non farmi trasportare di nuovo.-, commentò, senza aggiungere altro. Dopotutto Carter era un ex Grifondoro, scontato che avesse una predisposizione naturale a difendere gli studenti di quella casata.
    Carter pose fine all’esercitazione, tornando alla teoria, questa volta incantesimi che riguardavano soltanto quelli del suo anno e di McCormac. Erik sapeva dell’esistenza di incantesimi che influenzassero la mente anche durante il sonno, ma non erano stati oggetto di approfondimento a Durmstrang. Si mise in disparte per ripetere con precisione calcolata il movimento prima dell’uno, poi dell’altro incantesimo, e quando fu chiamato a provarlo su una delle ragazze lo sguardo cercò quello di Marsilda. Il tempo non aveva giocato a suo favore, quindi non era riuscito ad attirarla dalla sua parte; tuttavia, l’esitazione con cui la ragazza lo aveva scrutato gli aveva dato di che sperare per il futuro. Trovare il suo punto debole era stato fin troppo facile: difficile non sarebbe stato convincerla che lui fosse l’unico legame onesto sul quale avrebbe potuto contare, ma fare in modo che lo restasse sul lungo termine. Alla sua compagna di esercitazione invece rivolse un sorriso tutt’altro che rassicurante.
    -Non si discosta poi molto da ciò che hai già sperimentato. Puoi sempre tirarti indietro-, attese la decisione della tassorosso, e infine quando fu profondamente addormentata si concesse qualche secondo di raccoglimento per concentrarsi. La bacchetta guizzò a mezz’aria descrivendo una nuvoletta, poi Erik pronunciò l’incantesimo con fermezza.
    -Insomnium-, il ragazzo si chinò verso di lei, stando ben accorto a non sfiorarla. L’influenza che quella ragazza esercitava sugli altri era anomala e non voleva farsi condizionare nell’esito dell’incantesimo, inoltre la repulsione che provava per lei come persona lo spingeva a tenersi a distanza.
    -Sei come i tuoi quadri: bella, ma senz’anima.-, nella mente del ragazzo si materializzò il portone aperto di ampio palazzo sfarzoso: la pittrice sarebbe stata accolta con garbo in virtù della sua bellezza e condotta al piano superiore, verso un’ampia sala circolare. La stanza era preceduta dal manifesto che annunciava il vernissage della sua prima mostra personale, ma non appena avesse messo piede all’interno si sarebbe accorta di una serie di anomalie: il brusio degli invitati era appena udibile sotto le note di violino, ma camminando tra loro la pittrice li avrebbe sentiti lasciarsi andare in commenti tutt’altro che lusinghieri sui retroscena che le avevano permesso di esporre. Lavin avrebbe capito non appena la folla si fosse diramata, permettendole di vedere i suoi quadri allestiti alle pareti.
    Tele bianche, altre vuote, provviste del solo telaio di legno, erano incorniciate in listelli barocchi. Se si fosse avvicinata le etichette esplicative accanto a ciascuna tela avrebbero riportato come titolo una critica al suo lavoro e a sé stessa. Vuote come la sua artista. La sala si sarebbe svuotata in fretta, concludendo l’inaugurazione prima del previsto.
    -Dolcisonium-, Erik dovette riflettere un po’ prima di decidere il contenuto del sogno successivo. Dovette ammette a sé stesso di ritrovarsi in difficoltà: non solo perché mancava la volontà di agevolare quella ragazza in un risveglio meno traumatico, abituato a considerare gli incubi come la normale amministrazione faticò a trovare un risvolto adatto all’esercitazione.
    -Trovi però una persona capace di apprezzarti.-, ad aspettarla fuori dal portone avrebbe trovato una persona, ma la pittrice non avrebbe avuto tempo per riconoscerla: il sogno non durò abbastanza da permetterle di scacciare la negatività accumulata durante l’incubo. Per certi incantesimi probabilmente era richiesta una predisposizione adeguata.

    -Citati Logan, Ralph, Marsilda e l'elfo
    -Interagito con il professore e Astrid


    Edited by Rick. - 13/10/2022, 16:06
     
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    Si sentiva così elegante, con quell’abito greco e il candelabro alzato come una torcia. La sua espressione allegra e vittoriosa(?) scemò quando se lo sentì sfilare dalle mani, percependo gli effetti dell’incantesimo scemare. Poteva tenere…il cappello? Astrid si toccò la testa, e arrossì, rimuovendo il paralume salmone e osservando la veste improvvisata piena di imbarazzo. Se la tolse rapidamente e lanciò la tovaglia su un mobile a caso, stringendosi nelle braccia, incrociate al petto. Che figura barbina, accidenti.
    Certo, gli altri non sembravano messi meglio: Daisy aveva in testa un…vaso da notte? E Ralph era tutto sporco d’uovo. – Ma che hai fatto??? – fece per ripulirlo delle piume di cui testa e spalle erano disseminati, con piccoli schiaffetti. Poi si ricordò: – …Mi hai presa per un pollo. – gli disse seria, prima di scoppiargli a ridere in faccia. – Solo tu potevi farlo. –
    Astrid osservò il professore cercare di riassestare la situazione, un passo alla volta, e strabuzzò gli occhi quando vennero tolti ben 10 punti alla sua casa. A quel punto si rese conto, a mente lucida, dell’attacco alle spalle di Rick… se ne pentiva? Solo in parte. Usare Ralph come scudo era stato altrettanto sbagliato. Non ci vedeva poi molta differenza. E poi anche Marsilda aveva fatto la stessa cosa… erano in tre, in pratica. Questo la fece sentire un po’ meglio. – Scusa – fece da lontano a Daisy, a causa di quei punti persi. Almeno ne aveva recuperati cinque, per una corretta esecuzione dell’incantesimo.
    Rimase a bocca aperta quando vide la gallina tramutarsi in un elfo domestico. – Ma… poverino – sussurrò a nessuno in particolare, realizzando che fosse avvenuto un vero e proprio maltrattamento nei confronti di quella creatura, che, di tutta risposta, incenerì Ralph con lo sguardo. Ne aveva tutte le ragioni. – Tu non riesci proprio a non inimicarteli, vero? – scosse il capo, gli occhi al cielo. Di quel passo avrebbero organizzato una squadra omicida.
    Pozione Soporifera. Interessante. Ma per cosa?
    “Vorrei che la Signorina Everett-Millais e la Signorina Lavin ne prendessero una a testa, per favore.” Oh no. Non prometteva bene. Perché solo loro due? Era sicuramente una punizione.
    Effetti avversi. A volte terribili. Astrid allontanò d’istinto la fialetta da sé, che ribolliva in modo per nulla allettante.
    Ascoltò la spiegazione del professore, con un’insolita attenzione data da nient’altro che dall’ansia. Quelli non erano incantesimi del quarto anno. C’erano solo due persone che potevano usarli…
    “Vorrei che provaste alternativamente, l’Insomnium prima e il Dolcisonium dopo, su di loro. Signor McCormac lei sulla signorina Everett-Millais, mentre il Signor O’Connell sulla Signorina Lavin.” …ecco qua. Fu in quel momento che si rese conto che no, non poteva tirarsi indietro. Non poteva mostrarsi timorosa. Non davanti a lui. Lo avrebbe fatto sentire potente. E lei si sarebbe comportata da pecorella. Non gli avrebbe dato questa soddisfazione.
    Astrid fu lieta di vedersi passare davanti Marsilda, non avendo la minima fretta di finire in un nuovo incubo targato Rick. Un incubo che, conoscendolo, sarebbe stato doppio: la ragazza dubitava che si sarebbe sprecato in immagini positive, non ne suoi confronti, per lo meno, anche se avrebbe apprezzato potersi ricredere, anche solo in favore della buona riuscita dell’esercizio.
    Vide Marsilda bere la pozione, stendersi e addormentarsi. Fu tutto molto veloce; un po’ meno l'esecuzione dei sogni, che a giudicare dalle espressioni sul suo volto sembravano davvero tanto nitidi. Si strinse nelle braccia nervosamente, mentre attendeva il risvolto positivo: la vide sorridere, e da lì a pochi minuti si risvegliò.
    Sembrava visibilmente scossa. Astrid le rivolse un sorriso incoraggiante, empatizzando con lei.
    Poteva ancora tirarsi indietro… ma non lo fece. Non sarebbe stato giusto. E non perché sarebbe sembrata una fifona, ma perché non voleva che Marsilda fosse l’unica a passarci.
    Eppure aveva tutte le sensazioni negative del mondo, quando si distese sul divano della propria sala comune. Per sistemarsi sul posto, tastò gli angoli, e tirò fuori un lecca-lecca imbustato che pensava qualcuno avesse mangiato al suo posto. Ma nessuno li puliva, quei divani? Comunque… era il momento di concentrarsi: fece un respiro profondo, ingoiò il contenuto della fiala tutto in un sorso e si distese, tenendo gli occhi aperti, attendendo che si chiudessero da soli.
    Non fece in tempo a percepire Rick chinarsi su di sé.
    Si trovava di fronte a un palazzo bellissimo: sembrava quello delle favole. Cenerentola, o la Bella Addormentata. Spinse il largo portone ed entrò, accolta con gentilezza e accompagnata su per una larga rampa di scale. Era vestita elegantemente, un abito talmente bello come mai ne aveva visti: si sentiva leggiadra, ma allo stesso tempo imponente, si sentiva benvoluta. Era una sensazione bellissima. Astrid non capiva: forse aveva iniziato con l’incantesimo sbagliato?
    Arrivata in cima, la prima cosa che vide fu un manifesto: vi era il suo volto, sorridente e raggiante, che invitava alla sua… mostra. Si portò una mano al petto, fortemente emozionata. Chissà che dipinti ci avrebbe trovato?
    Si fece strada in mezzo alla folla vestita d’altri tempi: ampie gonne, orologi da taschino, capelli acconciati e decorati in maniera vistosa, balze e pizzo ovunque.
    Si trovò in un’enorme sala circolare, dove dovevano trovarsi i dipinti. Però non riusciva a vederli: la folla era eccessiva, e copriva lo sguardo da tutte le direzioni. Possibile che i suoi dipinti avessero ottenuto un così grande successo?
    Un senso di confusione la avvolse, quando iniziò a venire sbatacchiata da una parte e poi dall’altra; le stavano facendo male, non era cortese!
    Cercava in tutti i modi di farsi largo tra nobili, dame e quelli che sembravano importanti critici d’arte; voleva arrivare in fondo alla sala, a muro, lì dove i dipinti stavano esposti.
    A un certo punto la folla si aprì da sola, lasciandole il passaggio libero… ma non vide ciò che si aspettava di vedere. Tutt’altro: tele vuote. Ma com’era possibile? Si avvicinò, per passare i polpastrelli sulle tele bianche come le sue dita; in bassò un’etichetta con su scritto: “Vuota come la sua artista.” Cosa…??!
    Si diresse verso ogni tela disponibile: erano tutte uguali. Attorno a lei, un vociare caotico di pareri negativi e giudizi cattivissimi: “È tutto fumo”, “Bella senz’anima”, “Mai una mostra così deludente”, “Non mi aspettavo nulla di più”, “È qui solo grazie a sua madre”, “Che vergogna”.
    Astrid trattenne un singhiozzo soffocato, portandosi una mano alla bocca. Gli occhi iniziavano a farsi lucidi, una potente vergogna la invase, mentre ogni persona presente iniziava ad abbandonare la stanza, lasciandola sola. Le veniva da vomitare.
    Poi corse fuori, si aggrappò alla balaustra e iniziò ad alzare la voce: “Devono aver rubato i miei dipinti, per forza! Dev’essere un cattivissimo scherzo! Non sono vuota! Non sono…” si lasciò cadere, le mani che scivolavano sul marmo, rendendosi conto che nessuno, ma proprio nessuno, voleva starla a sentire.
    Non restava che andarsene di lì. Non desiderava altro, in quel momento.
    Si precipitò lungo le scale, tenendosi il vestito con enorme difficoltà, cercando di non cadere. Poi, sulla soglia, vide una figura indistinta; strinse gli occhi, cercando di visualizzarla, ma non ci riusciva. Questa alzò la mano nella sua direzione, rassicurante; voleva accompagnarla fuori. “Tu mi credi? Chi sei…?”
    … ma non ci fu risposta. Si risvegliò di soprassalto, ansimando. Si era dimenticata dell’esercizio: si era dimenticata che fosse un sogno. Si mise subito a sedere, le mani sulle ginocchia. Deglutì: doveva calmarsi. Un respiro profondo, per poi buttarlo fuori con calma. Ripeté l’esercizio un paio di volte, prima di scattare in piedi.
    – Non è riuscito a farmi uscire dall’incubo – dichiarò al professore, con una serietà piatta, cercando di mostrarsi impassibile, di non guardare in faccia nessuno.
    – Come pensavo, non mi hai stupita nemmeno un po’. – si fermò accanto a Rick giusto il tempo di sussurrare quelle parole, guardandolo intensamente: aveva colto il segno, complimenti… successivamente non aveva fatto che mostrarsi per quello che era.
    Tornò ad affiancare gli altri, in silenzio. Non doveva farsi trapassare da quelle parole. Non doveva cedere al suo gioco.



    Chiesto scusa a Daisy, sorriso gentilmente a Marsilda, interagito con Rick, Ralph e il proffo.
     
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    Adam era rimasto vigile per tutto la durata dell’esercizio, in piedi accanto al divano su cui le due ragazze si erano accomodate. Tuttavia, per fortuna, non vi fu bisogno del suo intervento. I due ragazzi erano stati bravi anche se in maniera diversa, esattamente come si era aspettato.
    Al commento del Grifondoro rispose con un sorriso e un cenno della testa, e quando entrambe le ragazze ebbero ripreso i sensi, il Professore si spostò in direzione della cattedra. Dallo stesso cassetto da cui aveva tirato fuori le pozioni, prese quattro bicchieri, per poi riempirli con dell’acqua grazie ad un incantesimo non verbale. Mentre lo faceva ripensò a ciò che aveva appena visto.
    Logan, era stato il più concentrato dei due. Aveva focalizzato lo sforzo più grande sul primo incantesimo, che per attitudine era senza dubbio quello più difficile a cui doveva applicarsi. Al contrario Rick aveva speso tutte le sue energie nel primo e poi mollato la presa sul secondo. Non aveva sbagliato, semplicemente aveva scelto la via più semplice. Probabilmente si era accorto da sé quanto quel tipo di magia gli fosse poco congeniale. Si trattava di focalizzarsi su sentimenti positivi e lavorare anche un po’ di empatia. Ma mentre il Grifondoro aveva cercato di forzare il suo limite, cosciente o meno della difficoltà, il Serpeverde aveva giocato di anticipo mollando del tutto la presa e limitandosi al minimo sindacale. Quello che doveva capire era se lo avesse fatto per il limite che aveva percepito o per mera volontà di lasciare un segno.
    Nel bicchiere destinato ai due ragazzi, il Professore versò due gocce di una pozione rinvigorente. Dopodichè portò i due bicchieri d’acqua semplice alla Corvonero e alla Tassorosso. Per poi tornare indietro e fare altrettanto per Logan e Rick.
    -Nei vostri ho aggiunto qualche goccia di pozione rinvigorente.- disse mentre porgeva loro le bevande.
    -Quindici punti a Grifondoro, signor McCormac. Ottima esecuzione di entrambi gli incantesimi.- gli sorrise per poi voltarsi verso la signorina Evertt-Millais e farle un cenno del capo per ringraziarla di essersi prestata.
    -Quindici punti anche per Serpeverde.- disse poi mentre si voltava verso Rick senza esprimersi oltre, doveva ancora capire tante cose di quello studente. Ma fu a Astrid che rivolse le successive parole, -Grazie per il chiarimento signorina Lavin. Spero che questo possa aiutarla a tranquillizzarsi.- e così dicendo poggiò la bacchetta sul suo bicchiere, l’acqua iniziò a vorticare lentamente addensandosi e assumendo gradualmente un colore giallognolo.
    -Un vecchio rimedio di famiglia.- aggiunse sorridendole. Si trattava di una bevanda a base di latte, assaggiandola avrebbe potuto sentire il sapore di cannella, zenzero e anice. Russell e Anastasia la chiamavano la Pozione della Strega Raffreddata, dato che Adam la preparava ogni volta che i due avevano il raffreddore o si ritrovassero costretti a letto dall’influenza. Molto buona e dalle proprietà rilassanti.
    -Vorrei inoltre assegnare altri cinque punti a Corvonero e Tassorosso per la generosità e il coraggio di averci concesso il vostro aiuto nell’esercitazione.- sorrise, basandosi sulle espressioni delle ragazze al loro risveglio, fu certo che in qualche modo quella pratica avesse avuto effetto anche su di loro. Magari sarebbero uscite da quell’aula con una consapevolezza in più nel proprio bagaglio.
    Con calma afferrò l’orologio da taschino per vedere l’ora. Avevano ancora abbastanza tempo per un ultimo prova, bene. Riponendo il gingillo, si rivolse in direzione della classe, cercando con lo sguardo Daisy.
    -Visto che abbiamo ancora un po’ di tempo, vorrei chiedere alla signorina Locke di venire verso il divano, per favore.- disse con un tono calmo, poi andò a prendere l’ultima fiala di pozione soporifera porgendogliela con un sorriso.
    -Sarebbe così gentile da aiutare i suoi compagni a portare a termine anche questo ultimo compito? Ovviamente anche lei ha il diritto di rifiutare, nessuno la giudicherà per questo.- soprattutto ora che tutti avevano assistito alla pratica di quello che le proponeva di subire.
    -Mentre la vostra collega decide cosa fare…- tornò a dire voltandosi verso Logan e Rick, -Vorrei che questa volta usiate un incantesimo a testa sulla medesima persona: lei signor McCormac si concentrerà sull’Insomnium mentre lei signor O’Connell sul Dolcisonium. Come prima, non appena la vostra compagna sarà pronta potrete procedere.-
    Adam non si poteva dire che curioso di vedere gli effetti che quella prova avrebbe avuto su tutti e tre.

    Salve gente, ultimo turno di lezione, dai che la tortura è quasi finita!
    L’esercizio sarà identico a quello di prima, a vostra discrezione se affrontare i turni con i due post consecutivi per Logan e Rick e poi di Daisy, oppure se alternarvi.
    Buon divertimento!


    Edited by Adam Carter - 22/10/2022, 14:14
     
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