Bad girls in detention

Daisy - Karen - Marsilda

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    ... e lui ci crede, come no l'ex Corvonero distese le labbra in un sorriso rivolto al giovane Mc Cormac, trattenendo il filtro della sigraretta mentre sbuffava un'esile spirale di fumo bianco.
    Un po' invidiava la simpatica faccia da schiaffi del Grifondoro, Regan al contrario era sempre stato uno al quale il senso di colpa si poteva leggere guardandolo negli occhi solo dalle intenzioni, ancora prima di compiere qualsiasi misfatto; da bambino, per i momenti in cui era necessario essere adorabilmente paraculi, per fortuna c'era Niav. Dalla sua parte, il magizoologo aveva più che altro una logica e petulante dialettica, con la quale di solito riusciva a conquistare i suoi traguardi per sfinimento. Ad ogni modo, relazionarsi con le creature magiche era sempre molto più facile che non con gli umani, soprattutto se si trattava di adolescenti dalla fragile emotività.
    Per questo ignorò sia le recriminazioni di Karen, sia le sue frecciatine che quelle della sua amica Tassorosso nei confronti del Caposcuola rosso-oro, lasciandogliela sbrigare da solo nella certezza che non gli sarebbe affatto dispiaciuto, soprattutto per quanto riguardava le attenzioni della piccola Cavanaugh.
    Ad ogni modo, nonostante gli sguardi truci con i quali le tre streghe, se avessero potuto, lo avrebbero trafitto sul posto e nonostante qualche piccola protesta, alla fine tutte e tre si misero a cavalcioni del manico di scopa come indicato e partirono.
    Volerete talmente basse rispetto al pelo dell'acqua che non ve ne accorgerete nemmeno; vi trovate costantemente ad un'altezza maggiore stando normalmente in piedi. aveva replicato alle obiezioni che le furbette avevano provato ad avanzare in merito alle vertigini. E comunque, anche se fosse, è scientificamente provato che l'esposizione diretta all'evento traumatico costituisce uno dei principali trattamenti contro l'acrofobia.
    E con ciò, per quanto lo riguardava non c'era altro da aggiungere.
    Non ne hai idea, eh? rispose invece alle parole del Grifondoro, sorridendogli divertito. ... E io ci credo, come no. ribadì utilizzando le stesse parole di poco prima, quando parlavano della miscela di tabacco del vecchio Jack che spariva misteriosamente.
    Alle parole del Grifondoro, gli occhi chiari dell'Irlandese si spostarono sulla figura di Karen, che smanacciava dando le dovute indicazioni a Daisy, che guidava la sua scopa alla cieca poco distante da lei, proprio sopra la superficie del lago.
    Non la conosco bene quanto te ma sì, l'ho capito subito che è speciale. Per questo con lei non intendo mollare, anche a costo di doverle tirare le orecchie, quando è necessario. Sempre che per te non sia un problema, se la tengo d'occhio come un fratello maggiore.
    All'inizio, Regan credeva che il suo istinto protettivo nei confronti della strega dai capelli ramati fosse scattato per via di una semplice e sconvolgente somiglianza con la sua sorellina minore, ma conoscendo meglio Karen aveva imparato ad apprezzarla per ciò che era realmente, in tutte le sue sfaccettature, comprese quelle che la rendevano una piccola peste ribelle. In lei c'era molto di più e su questo poteva solo concordare con il Grifondoro che continuava a guardarla come se non ci fosse niente di più prezioso al mondo.
    Sono felice per voi e non sono così vecchio da mettermi a farti prediche, Logan, penso che basti già il tuo, di vecchio, a fartene abbastanza... Però non farti problemi a cercarmi, se dovessi averne bisogno, ok?
    Il giovane Mc Cormac aveva la testa sulle spalle e teneva chiaramente a Karen, ma a quell'età si tendeva ad agire di testa propria e a fare cazzate. Questo era umano e in qualche modo naturale, tuttavia Regan ci teneva a far sapere al ragazzo che ci sarebbe stato, se lui o la rossa avessero chiesto il suo aiuto.
    Al momento, una grossa mano serviva proprio alla Grifondoro oggetto della loro conversazione, che si era fatta scivolare il retino di mano, lasciandolo finire in acqua.
    Wingardium Leviosa scandì allora l'Irlandese, i suoi dodici pollici di castagno puntati in direzione del punto in cui lo strumento era caduto nel lago, risollevandolo prima che gli Avvicinini riuscissero a liberarsi e a sparpagliarsi, affinché la Grifondoro riuscisse a recuperarlo.
    Nel frattempo, chiaramente frustrata dalla situazione, se la stava prendendo con Marsilda sebbene non fosse in grado di proferire parola.
    Quella che però, sorprendentemente, sembrò accusare di più il colpo di quella fase della punizione, fu Daisy.
    Toglierle il senso della vista aveva chiaramente fatto scattare qualcosa in lei, elevando il carico di stress oltre la soglia di sopportazione.
    Una volta tornate tutte e tre a terra dopo due viaggi andata e ritorno, Regan poté contare sei degli otto avvicini giunti a destinazione, due in ciascuna vasca.
    Stava per dare le ultime indicazioni, quando fu proprio la signorina Locke a dare sfogo a tutto il suo disagio, ancora prima che l'Irlandese potesse liberare le ragazze dagli incantesimi che le avevano colpite.
    La lasciò fare, un sopracciglio inarcato in un'espressione sempre più perplessa finché la Tassorosso non ebbe dato sfogo a tutti i suoi pensieri... Evidentemente, per darle la spinta a dare loro una voce e tirare fuori tutto ciò che aveva dentro, c'era stato bisogno di privarla della vista.
    Hai finito? si decise a prendere la parola con una calma quasi irritante, l'unica che sforzarsi di mantenere gli avrebbe consentito di non farlo abbassare al livello e ai toni di quella ragazzina, che sembrava sul punto di andare a lagnarsi dalla mamma, o dall'avvocato, da un momento all'altro.
    Un altro movimento della bacchetta in direzione delle tre studentesse e qualsiasi effetto gli incantesimi del guardiacaccia avessero prodotto su di loro svanì all'istante, liberandole.
    E' buffo che proprio tu venga ad accusare me di ostinazione, signorina Locke, quando è stata la vostra che vi ha portato a prendere freddo, bagnarvi e stancarvi molto più del previsto fin dai primi minuti di questa punizione.
    Non credeva ci fosse bisogno di ricordare alle tre ragazze con quale spirito avessero deciso di raccogliere l'acqua per riempire le vasche, inzuppandosi molto più del dovuto... E adesso questo doveva diventare un suo problema? Se avessero collaborato fin dall'inizio come aveva chiesto loro, di certo adesso le loro condizioni sarebbero state decisamente migliori.
    E checché tu ne pensi, Daisy, siete tornate fin qui con sei Avvincini, nessuna di voi è affogata nel lago e, volenti o nolenti, in qualche modo siete comunque riuscite a porre al primo posto il vostro obiettivo, il che mi fa comunque considerare raggiunto il mio. E questi Avvincini non rischiano la vita per un po' di cacarella, te lo assicuro, fornire loro l'adeguata assistenza può aspettare tranquillamente dieci minuti.
    Sull'obiezione del fatto che le creaturine che li fissavano dall'interno delle vasche con i loro occhietti demoniaci fossero cadute in acqua, preferì non replicare... Si sarebbe resa conto anche da sola, o almeno sperava, di che stupidaggine avesse detto senza che lui si mettesse a comportarsi da professorino supponente più di quanto non stesse già facendo. Del resto, la sua insegnante di Cura delle Creature Magiche era Anastasia.
    Quello su cui gli premeva di più esprimersi era lo sfogo legato al motivo per cui probabilmente la giovane Tassa era finita in punizione. Sapeva della sua condizione, sebbene non conoscesse le dinamiche che, ad ogni luna piena, la costringessero a seguire Regan nel luogo stabilito da Jack per la sicurezza dei Lupi Mannari e del resto della popolazione studentesca di Hogwarts. Evidentemente lo sapeva anche Marsilda, se non aveva esitato ad usare argento e aconito come armi per ferirla, seppure solo verbalmente.
    Di persone che vogliono fare del male ad altre ed usano le parole per raggiungere lo scopo è pieno il mondo, Daisy. sospirò il ragazzo, stavolta con un tono di voce meno perentorio. A volte lo fanno per rabbia o per delusione, a volte solo perché sono delle stronze perfide ed insensibili. Non so quale sia il tuo caso, Marsilda, né è questa la sede per sviscerarlo o a me interessa saperlo. alzò una mano in direzione della Corvonero, qualora intendesse interromperlo in quel momento. Comunque, signorina Locke... Ti capisco. Sono stato ferito e attaccato verbalmente anch'io, da persone che hanno fatto leva proprio sui miei punti deboli, perché ognuno ha i suoi e magari anche tu, senza volerlo, lo hai fatto proprio con Marsilda prima di lei, io questo non lo so. Questo tuttavia non giustifica la violenza. Mai. gli occhi di zaffiro dell'Irlandese indugiarono con fermezza in quelli della Tassorosso, sebbene non ci fosse alcun rimprovero nel suo sguardo. E' troppo facile essere degli adorabili pulcini con chi è nostro amico e non ci fa mai incazzare... Ma è proprio con chi ci fa uscire dai gangheri, invece, che scopriamo di che pasta siamo fatti davvero e dobbiamo imparare a trovare la forza di difenderci senza passare dalla parte del torto. Se la pensassimo tutti come te, in questo mondo non ci sarebbero problemi di sovrappopolamento.
    Damnù, aveva ragione suo padre quando gli diceva che sarebbe stato un prete perfetto.
    Sospirò, gettando una rapida occhiata all'orologio.
    Ti chiederei di rifletterci un po' mentre torni verso il lago a prendere gli ultimi due Avvincini rimasti, signorina Locke. Facciamo riposare le altre due ragazze, stavolta... C'è anche un'altra scopa, se a Logan facesse piacere aiutarti non lo fermerò.
    Lo sguardo del guardiacaccia si spostò sulle due Nimbus e sui retini che giacevano momentaneamente inermi accanto ad una delle vasche.
    Ormai, quella punizione stava quasi per giungere al termine.
    In ogni caso, stasera vi farò recapitare via gufo gli ingredienti per prepararvi una Pozione Pepata. Suppongo che il professor Korko vi abbia insegnato come prepararne una per non rischiare di essere uccise per una banalissima polmonite da un guardiacaccia che, alla vostra età, dà per scontato che siate streghe piuttosto dotate. In caso contrario potete sempre andare a frignare da Vanya, sono sicuro che sarà più clemente di me.
    Dopotutto non si smetteva mai di essere Corvonero un po' altezzosi e supponenti, neanche quando si era ormai più vicini ai trent'anni che ai diciotto... Certi Tassorosso proprio non potevano fare a meno di cercarsela, quando dicevano certe cose.


    Ultimo giro e poi si chiude ;)


    Edited by Regan O'Toole - 24/7/2023, 18:32
     
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    Karen ammutolì e frenò di colpo quando vide il retino con l’avvincino sollevarsi dall’acqua. Prima di afferrarlo si voltò in direzione del lago nero: tuttavia, la gratitudine che provò verso Regan scemò non appena mise nuovamente piede sulla terra ferma, quando il guardiacaccia annullò l’incantesimo che le comprometteva l’udito. La Grifondoro non aveva colto granché dello sfogo della Tassorosso: tra una parola e l’altra – alle quali era seguita una fitta ma costante stretta allo stomaco – si era augurata fino alla fine di aver sentito male… rammaricandosi di non poter dire lo stesso per Regan, davanti al quale si sentì umiliata e mortificata. Accusava il freddo e la stanchezza come le altre, ma non se ne era lamentata; volare e nuotare la terrorizzava, ma aveva preferito nasconderlo e scontare la punizione nonostante la ferrea convinzione di non meritarla. Quella convinzione cominciò a indebolirsi via via che il Guardiacaccia esternò quanto poco lusinghiera fosse l’opinione che si era fatto di loro. Regan continuava a sottolineare che non gli importava cosa pensassero, giudicandole buone solo a frignare. Per un attimo Karen si voltò verso Logan, domandandosi se il Caposcuola non condividesse una percezione simile: il dubbio di essere stata davvero una bulla nei confronti di Marsilda insieme a quella costante sensazione di essere sbagliata fecero riemergere i sensi di colpa con una violenza tale da costringerla a distogliere lo sguardo per la vergogna, spostandolo su un punto indefinito della vasca con gli avvincini. Se fin da principio non l’avesse tormentata con i suoi stupidi scherzi non sarebbero arrivate a quel punto: Marsilda non sarebbe scattata in cortile e Daisy non l’avrebbe aggredita di rimando. Suo malgrado Karen si ritrovò costretta ad ammettere che la rabbia della Corvonero nei confronti della Tassorosso non era così ingiustificata. Da quando era arrivata a Hogwarts Marsilda non aveva fatto altro che subire le angherie della Grifondoro, davanti alle quali Daisy aveva preferito mantenere un atteggiamento neutrale decidendo di non schierarsi a favore della vittima.
    Karen incrociò le braccia al petto e si strinse nelle spalle, cominciando ad avvertire la tensione e l’ansia farsi sempre più opprimenti nel petto. Non appena aveva capito che Marsilda non apprezzava i suoi scherzi aveva deciso non solo di smettere di fargliene ma di rinunciare del tutto a quel passatempo; tuttavia quella consapevolezza era arrivata troppo tardi per correre ai ripari, tanto che le successive attenzioni verso la Corvonero erano state fraintese e percepite come ulteriore moto di scherno. A quel punto Karen si era rassegnata ad essere considerata sgradita: non potendo cancellare quel che aveva fatto poteva però allontanarsi e prevenire qualsiasi occasione che costringesse la Caposcuola a interagire con la bulla che l’aveva tormentata. Neanche quello era bastato, non sarebbe mai bastato… la Grifondoro conosceva solo un modo per chiudere quella storia. Se ricorrendovi era riuscita a placare la Mangiamorte forse avrebbe funzionato anche con una ragazzina della sua età.
    -Preferirei che non lo facessi-, mentre afferrava la scopa si rivolse a Logan, adesso come allora evitandone accuratamente lo sguardo. La sua presenza risultava ancora difficile da mandare giù: Karen avrebbe preferito scontare la punizione lontano dai suoi occhi, quando era di cattivo umore sapeva di diventare scontrosa e intrattabile… trovava mortificante che l'irlandese avesse dovuto assistere al modo in cui si era fatta spingere in acqua da Regan ma soprattutto che fosse stato testimone di quelli che anche lui, con tutta probabilità, reputava stupidi battibecchi da ragazzine.
    -Io non sento freddo, riesco ancora a volare. E poi non sei tu quello in punizione: se siamo qui è per causa mia. Devo risolverla da sola- erano sempre gli altri a scontare maggiormente le conseguenze delle decisioni sbagliate che prendeva. Lui doveva saperlo molto bene, considerato che ogni singola volta Karen tendeva a trascinarlo a fondo con lei. Non questa volta però; aveva bisogno di risolverla a modo suo. A quel punto si voltò verso Marsilda, evitando per qualche secondo prima di proferire parola.
    -Daisy non c’entrava niente: vi ho visti insieme, fuori dalla tua sala comune...- tutte e due avrebbero capito di chi stava parlando: non era stato insolito vedere il Serpeverde aspettarla al settimo piano, per questo sapeva che la scusa avrebbe retto. In fondo era già stato deciso che lei fosse colpevole, non aveva fatto altro che dare a conferma che aspettavano. Se andare fino in fondo significava mettere un punto e non dover più provare quella fitta allo stomaco sarebbe stata ben lieta di mentire ancora una volta.

    ho chiesto a Marsilda se le andava bene che postassi prima di lei🍀 mi preparo a ricevere ceffoni :XD:
     
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    Ovviamente ben sperare, se c'è di mezzo Karen Cavanaugh, risulta sempre vano. Pensavo che, almeno in questa situazione orrida in cui ci troviamo, sarebbe stata abbastanza matura da stare zitta e far andare solo le braccia per portare le bestie vomitose nelle vasche, e invece no: la stupida Grifondoro deve attaccarmi sempre e comunque, persino quando non faccio niente di male.
    Sto attaccata a Daisy, terrorizzata da questa stupida scopa e dal finire in acqua, e quella scema cosa fa? Mi tratta come se le avessi appena insultato il padre solo perchè l'ho guardata con le sopracciglia aggrottate per mezzo secondo! E nemmeno le ho dato dell'imbecille incapace per il modo in cui ha fatto cadere il retino, accidenti!
    Ma tanto io per lei sarò sempre il male incarnato, quella che la insulta solo perchè esiste e respira... La signorina dai capelli di fuoco non fa mai niente di sbagliato, persino quando fa scherzi di dubbio gusto si aspetta la amino tutti. Sono io quella sbagliata tra le due, perchè non riesce a ridere di un nomignolo denigratorio e prende tutto troppo sul serio. Sono io a dover porgere l'altra guancia, non lei.
    Una volta a terra ci si mette pure la Tassorosso, che nemmeno può vedermi ma mi accusa di star mettendo su chissà quale espressione... A onor del vero, attualmente sono abbastanza incarognita e rossa di rabbia, ma mi urta la supponenza del tono usato dalla bionda.
    Mi da anche fastidio il fatto che abbia ragione: tutto questo non è servito a niente. Si, certo, abbiamo dovuto collaborare per aiutare dei cosi viscidi, però una volta tornate al castello continueremo ad ignorarci e guardarci male perchè nessuna delle tre ha voglia di fermarsi a ragionare per provare a sistemare la situazione. Sentir sviscerate le mie malefatte poi, non aiuta.
    Mi stringo le braccia al petto e distolgo lo sguardo per bloccare il senso di colpa, fastidioso e bruciante, perchè per il momento non voglio che si accorgano troppo di quanto mi faccia male aver augurato a Daisy di finire in una gabbia d'argento e aconito. Nei confronti di Karen provo meno dispiacere, eppure, per quanto non mi piaccia come persona, in fondo non la voglio veramente vedere stesa nella fanghiglia del Lago Nero. Apro la bocca, finalmente libera dall'incanto, per potermi esprimere e dire al signor Regan che non sono così perfida o insensibile come sembra... ma lui mi blocca, dimostrandosi apertamente disinteressato a conoscere il mio lato della storia.
    E perchè dovrebbe importargli? In fondo sono solo una ragazzina a cui è stato appioppato il titolo di megera del castello, quindi è giusto lo pensi anche lui. Smetto di ascoltarlo, rimango nel mio angolo con le braccia incrociate e lo sguardo basso, desiderando con tutto il cuore che questo delirio finisca presto per poter tornare in camera a farmi gli affari mie. Sola, come sono sempre stata.
    Alzo appena gli occhi nel sentire la voce di Karen, più che altro perchè sono stupita dall'udire quella presa di coscienza: "Se siamo qui è per causa mia". La guardo con espressione inizialmente confusa, man mano però la bocca si piega all'ingiù in una smorfia rabbiosa ed al contempo triste mentre il labbro inferiore inizia a tremare ed il mistero -che poi così misterioso non era mai stato- mi si dipana davanti.
    Tu non hai detto niente.
    Suono incredula perchè davvero non so come qualcuno possa essere così crudele alla sua età, poi però il tono cambia e si stabilizza sulla rabbia cieca che quella dannata merita di sentirsi riversata addosso.
    Tu mi hai visto litigare con la mia migliore amica, e non hai detto niente! Hai rovinato il mio unico legame sano perchè la volevi solo per te, non è vero?! Perchè ti da fastidio che possa voler bene ad una come me! E tu...
    Mi volto verso Daisy con gli occhi gonfi di lacrime e le mani strette attorno alle braccia per evitarmi di compiere gesti inconsulti di cui potrei pentirmi, tipo tirare due schiaffi sulla faccia di Karen davanti al guardiacaccia. Si meriterebbe questo ed altro per il modo in cui ha voluto spifferare i fatti miei a quel giornalino becero, per come ha lasciato me e Daisy discutere senza dire una parola e risultare poi la santa della situazione. Però anche la Tassorosso ha le sue colpe, e questo fa male più di tutto il resto.
    Tu continuerai a starle vicina dopo quello che ci ha fatto, non è vero? Perchè nel tuo cuore hai spazio per il perdono solo quando si tratta della Cavanaugh. Su una cosa avevo ragione: vi meritate a vicenda.
    Con uno scatto mi giro ed inizio a camminare per allontanarmi da lì, fregandomene della punizione e del signor Regan che ha ancora la mia bacchetta, di quanto potrei sembrare immatura con questa fuga precipitosa condita di lacrimoni e singhiozzi.
    Spero solo mi lascino andare, che si dimentichino di me come hanno sempre fatto tutti quanti.
     
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    "Lo ribadisco Locke, hai preso un granchio.", ribatto con tranquillità, mimando il suo stesso tono tra i denti.
    Non sono qui né per divertirmi, né tantomeno per pavoneggiare. Difatto, al contrario di quanto si possa pensare standomi intorno, non è mia abitudine farlo. In nessuna circostanza.
    No, se sono qui oggi è per una ragione, e una soltanto: star vicino a Karen in un momento difficile.
    Ciò non toglie, però, che se si è beccata una punizione, così come le sue due compagne, è giusto che la sconti. E di certo non ho l' intenzione di rincarare la dose, al massimo, come è successo poco fa, la mia presenza vuol essere un balsamo da prendere a piccole dosi per il suo umore che, lo so bene, è soggetto a mutazioni repentine.
    Ciò che invece non mi sarei mai aspettato, forse per incapacità di concepirlo o più semplicemente perché, come tutti i miei compari di genere, le donne le capisco quanto so leggere il greco antico, è la reazione che scaturisce dalla tassorosso nel giro di qualche secondo.
    È un fiume in piena e, benché su certi punti mi venga spontaneo darle ragione, passo tutto il tempo del suo intervento ad osservarla con un sopracciglio leggermente alzato. Non per giudicarla eh, manco per il cazzo, è tutto stupore. Il quale, sul passaggio riguardo la "gabbia d'argento" si trasforma in sbigottimento per la rivelazione, prima, e in sdegno nei confronti della corvonero subito dopo.
    A me non frega un cazzo delle ragioni, della mancanza di lucidità dettata dalla rabbia del momento o della volontà di ferire. Se millanti e vuoi che una persona sia tua amica, certe cose non devi dirle. Fine.
    E a questo punto, muovendo gli occhi sulla caposcuola, non posso fare a meno di pensare che se Daisy si è beccata una punizione, al suo posto, io, sarei sicuramente stato espulso.
    Incrocio lo sguardo del guardacaccia, e mi avvicino allo stesso sostenendolo. Conscio che non sia nemmeno necessario parlare per spiegargli come, in questo frangente, mi trovi piuttosto in disaccordo con la sua lettura.
    D'altronde, si sa, se c'è qualcuno che reagirebbe d'impeto in una situazione simile, quello, sono proprio io.
    Comunque annuisco con pacatezza a Regan, avvicinandomi istintivamente alla scopa dopo aver rivolto un cenno che, nella mia mente, dovrebbe essere d'intesa alla tassorosso.
    Mi alzo un poco i pantaloni per renderne il cavallo più agevole al volo, e poggio il palmo sul manico pronto a partire. Non sono mai stato un fan estremo delle scope, ne del quidditch a dirla tutta; anche se da qualche mese a questa parte, o forse più da ormai un paio d'anni, prendendo lezioni qui a scuola, ho dovuto ricredermi scoprendo che in realtà il volo può essere anche un qualcosa di assolutamente divertente, quando sai come approcciartici. Nulla che possa competere con un viaggio in sella alla mia HD, ovviamente, ma comunque piacevole.
    Con questa vaga leggerezza in testa faccio per montare sul manico, quando la voce della rossa mi raggiunge alle spalle.
    Lentamente mi volto in sua direzione, offrendole uno sguardo che in breve muta da interrogativo a comprensivo. La osservo da sotto le sopracciglia per un paio di secondi, cercando di trasmetterle tutta la mia comprensione mentre mi avvicino a lei con passo calmo ma deciso.
    Non prima, comunque, di congedarmi con un paio di parole dalla Locke.
    "Se e quando vorrai parlare con qualcuno di imparziale...", saprai dove trovarmi.
    Automaticamente, appena mi è possibile, poggio le labbra sulla fronte di Karen prima di spostarle a pochi millimetri dal suo orecchio destro.
    "Capisco...", sussurro con tono fortemente caldo, "Fa ciò che devi, o credi giusto. Sarò nei paraggi però, se dovessi aver bisogno di me. Tienilo a mente."
    Con disinvoltura le strizzo l'occhio prima di superarla, raggiungendo di nuovo brevemente Regan con l'intenzione di prendere la via che mi farà definitivamente uscire di scena, forse.
    "Mi spiace amico, questa gatta da pelare è tutta tua. Sappi che ti ho preso in parola però, mi aspetto delle lezioni di Maridese."
    Una pacca sulla sua spalla funge da saluto, e anticipa anche il mio allontanarmi dalla scena.
    Non troppo però, poiché a circa duecento metri da loro mi fermo, appoggio la schiena ad un albero, e mi accendo da fumare. Continuando ad osservare la scena da lontano ed assistendo - per così dire - al nuovo concitato scambio di battute fra le tre ragazze.
     
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    Sapevo che non avrei dovuto reagire in quel modo eppure non ero riuscita a fermare quella pulsione che sentivo ancora presente al centro del mio corpo, nella testa, nel petto e al centro della pancia. Riuscivo quasi a sentirla sotto la pelle fino alla punta delle dita e in qualche modo dovevo farla uscire. Come ogni volta che affrontavo un litigio però, ben presto riuscii a sentire gli occhi pungere e fu necessario un enorme sforzo fisico per non iniziare a piangere come sempre. La linea della mascella si serrò con ostinazione mentre ascoltavo il Guardiacaccia e la sua visione di quel che stava succedendo. Mi sentii incredibilmente mortificata dalle sue parole, non riuscendo a riconoscermi o a condividere quel che stava dicendo. Strinsi le mani, iniziando a schioccarmi una ad una le dita con il pollice, nel tentativo di sfogare in qualche modo quel formicolio uggioso: forse non sarebbe bastato lo sfogo di poco prima ad evitare una magia involontaria. Stava sminuendo tutto, stava ridicolizzando tutto quanto...
    Fui quasi felice di dover andare a recuperare gli altri Avvicini: per quanto fossi stanca e avessi freddo, almeno mi sarei tolta da lì e fulminai con lo sguardo ancora furente di rabbia il Grifondoro quando afferrò la sua scopa. Come volevasi dimostrare quella casata non era poi dotata di grande coraggio se bastava la voglia di entrare nelle grazie del guardiano delle creature per far finta di niente. "Mi dispiace amico, questa gatta da pelare è tutta tua." Amico.. certo..
    Lanciai uno sguardo a Karen per poi alzare gli occhi al cielo quando si prese la colpa di aver fatto la spia. Non mi aspettavo però che gli altri ci credessero. Ma d'altronde quelle due non si erano mai capite e in quel momento, io non avevo alcuna intenzione di sforzarmi di nuovo di credere che ci fosse un motivo, una ragione dietro alla rigidità e all'atteggiamento della Corvonero. Forse se non fossi stata così.. arrabbiata e delusa e mortificata da quella giornata, sarei riuscita a vedere di più nei suoi occhi blu pieni di lacrime e rabbia. In quel momento erano altri i sentimenti che avevano preso il sopravvento e ben poco spazio era rimasto per compiere il benché minimo sforzo empatico.
    ..voi Corvonero non capite mai niente..
    sussurrai tra me e me, osservando Marsilda che si voltava e se ne andava via mordendomi l'interno della guancia. Non aveva senso controbattere e prolungare quella giornata. Volevo solo che finisse il prima possibile. Mi posi vicino a Karen, volando accanto a lei per andare a recuperare le ultime creature rimaste.
    Non dovevi mentire. Non dovevi dargliela vinta..
    Le dissi una volta lontano dalla riva mentre immergevamo il retino. Aveva detto quel che volevano sentirsi dire, eppure era lampante che non fosse vero: Karen non l'avrebbe mai fatto, odiava quel giornalino, era stata più di una volta vittima delle sue mire e per quanto potesse essere dispettosa o pestifera non era quello il suo stile ne avrebbe agito in modo così subdolo. E se Marsilda l'avesse conosciuta almeno un po' senza essere ossessionata da quella stupida faida che avevano in corso.. lo avrebbe saputo. Se non altro quell'attività riuscì a incanalare almeno parzialmente il mio fastidio nei confronti di tutti quanti e una volta recuperati entrambi gli Avvicini tornammo a riva dal Guardiacaccia. Senza proferir parola attesi che ci fornisse quindi altre istruzioni oppure ci congedasse, mi auguravo senza ulteriori morali.
     
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    Poteva quasi scorgerla e respirarla come se fosse costituita di denso fumo tossico ed opprimente, quella nube di rancore e delusione da cui si sentì irrimediabilmente investito, poiché era tutta per lui ed era consapevole di averla evocata con ogni sua parola, con la fermezza del suo atteggiamento, obbligandosi a rendere glaciali i suoi occhi azzurri e solitamente gentili.
    Eppure, quel giorno a lui era toccata la parte del cattivo al di sopra delle parti, non poteva e non voleva farsi coinvolgere, o avrebbe sicuramente finito per fare di peggio.
    Tanto per cominciare, non sarebbe stato in grado di essere obiettivo nei confronti di Karen, per la quale nutriva un affetto atavico he avrebbe sicuramente offuscato la sua razionalità. Aver deluso lei e perso la sua fiducia era ciò che più gli dispiaceva, ma così come aveva predicato alle ragazze fino a quel momento, anche le sue emozioni avrebbero dovuto aspettare un momento migliore per essere esternate.
    Poi c'era Marsilda, intrappolata nel vuoto e nella solitudine che probabilmente lei stessa si era creata attorno, commettendo l'errore di aver inflitto una stoccata nei confronti di un'amica con parole troppo affilate. L'Irlandese non aveva idea di cosa provasse realmente, se in fondo alla voce incrinata della Corvonero ci fosse pentimento o una rabbia ancora più viscerale, ma il dolore che stava esprimendo era autentico e strinse il cuore del Caposcuola e compagno di stendardi di sei anni addietro. Tra tutti, forse, era proprio lei quella che aveva più bisogno d'aiuto e che Regan avrebbe provato a liberare da quella trappola... Tutti potevano sbagliare ma, allo stesso modo e soprattutto per un'adolescente con la lingua troppo tagliente e chissà quale vissuto alle spalle, chiunque poteva redimersi e imparare dai propri errori.
    Infine lo sguardo cristallino del magizoologo si posò su Daisy che, dato sfogo ai suoi pensieri, tornò a barricarsi nel suo silenzio, probabilmente più per farlo smettere con la sua ramanzina che altro. Sicuramente, pensò il mago, la Tassa sarebbe sopravvissuta, aveva degli amici leali a darle il loro supporto e a rinforzare la sua autostima, non l'avrebbero mai lasciata sola. Al momento poteva essere sicuramente arrabbiata, sentirsi mortificata o umiliata, ma si sarebbe rialzata molto presto, più forte di prima.
    Perfino adesso, nel raccogliere gli ultimi due avvicini, Karen si era rifiutata di lasciarla sola.
    Credimi, affronterei cento volte la tua regina delle Maridi incazzata, piuttosto che un altro pomeriggio così. si congedò a sua volta Regan dal giovane Mc Cormac, rivolgendogli un sorriso dispiaciuto, lo stesso con cui accolse le due studentesse rimaste una volta tornate.
    Non aveva cercato di fermare Marsilda, le avrebbe restituito la bacchetta tramite gufo a tempo debito, non intendeva infierire ancora su di lei.
    Ok, ragazze, grazie per l'aiuto. Da qui in poi con gli Avvicinini ci penso io.
    Restituì la bacchetta ad entrambe, guardandole con occhi in cui il ghiaccio stava iniziando a sciogliersi per cedere il posto ad un liquido e azzurro, sincero dispiacere.
    Forse era stato troppo duro e sicuramente si sarebbe interrogato su questo per ore, ma una delle tacite regole con i ragazzini era quella di non mandare messaggi equivoci o mostrare il fianco di sé più vulnerabile, soprattutto in quella sede.
    Considerate la vostra punizione scontata e...
    Buona fortuna, perdonatemi se ho dovuto assumere il ruolo del cattivo, non lasciate che l'odio prenda il sopravvento nei vostri cuori così giovani, cercate di imboccare sempre la via più giusta anche se non è la più facile, spero che capiate che non vi ho tenute a distanza e trattate freddamente per cattiveria, ma solo perché era necessario, che in una sede e in un momento diverso da questi ci sarò per voi come ci sono sempre stato.
    Potete andare.
    Le guardò entrambe, ma indugiò sulla piccola Cavanaugh, sperando che un giorno riuscisse a perdonarlo.


    Chiusa <3
     
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