Finchè il caffè è caldo

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    Dunque era questo ciò che comportava l’essere consapevoli di se stessi, un’infinita lista di ansie e paure, molte delle quali tutte rivolte verso il futuro. Vanilla viveva la tipica fase adolescenziale in cui le scelte erano necessarie per formare il suo carattere, decidere per se o per gli altri non era mai stato un problema per lei ma adesso, beh le cose erano al quanto differenti. Convinta sin da bambina di doversi far carico degli affari di famiglia, aveva passato i primi anni scolastici programmando il suo futuro, adesso però i suoi desideri non corrispondevano affatto con i sogni che si era fatta, tutto ora aveva un colore diverso, così come i suoi capelli. Gli aveva tinti di rosa la sera prima, adesso giocherellava con una ciocca rosastra lasciandola scorrere tra le dita, ci aveva anche dato un taglio drastico, i capelli superavano di poco le spalle, le era bastato scontrarsi con la nuova figura riflessa nello specchio per capire davvero che in effetti ora si piaceva sul serio. Solitamente si concedeva letture interessanti nel cortile della scuola ma non aveva voglia di parlare con nessuno, doveva riflettere. La biblioteca le sembrò un’idea piuttosto geniale, vigeva l’obbligo di silenzio e nessuno dei suoi amici ci passava poi tanto tempo, dunque un nascondiglio ideale per sfuggire a tutto il resto. Si era accomodata in un tavolo ben nascosto tra due scaffali colmi di volumi sulle creature magiche, armeggiò nella borsa e tirò fuori diversi fogli di giornale tutti ripiegati tra loro, erano le ultime notizie, aveva sottolineato i passaggi fondamentali di ogni articolo soffermandosi su quello riguardante la scomparsa della magia nel mondo magico. Un tempo non se ne sarebbe fregata nulla del problema ma adesso, beh adesso le cose avevano un altro sapore, il sapore della scoperta e della notizia. Forse poteva indagare, forse poteva svolgere piccole ricerche per scoprire qualcosa, -non sarebbe la prima volta che un ragazzino risolve i problemi del mondo- si era detta. Così Vanilla aveva accolto la sua vocazione, voleva diventare una giornalista, una di quelle che inseguivano stormi di fwooper per scrivere un articolo, oppure come quelle che inseguivano il ministro della magia ponendogli domande scomode, ne era certa. Quel brivido era l’unica cosa che in questo preciso istante la rendeva viva. Strinse tra le mani la tazza di caffè che si era fatta preparare dagli elfi, sorseggiò il liquido caldo, purtroppo iniziava già a raffreddarsi..
     
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    Carica di libri sulle creature magiche da riporre, percorse la biblioteca, avvolta solo dal rumore delle pagine e il grattare delle piume degli studenti intenti a fare compiti.
    Sbuffò, cercando di non far cadere i vari volumi; visto che a quanto pareva il suo progetto futuro era più che fattibile, si era messa a fare già qualche ricerca. Si, sarebbe stata dura, ma ce l’avrebbe fatta sicuramente… e poi chi ben comincia è a metà dell’opera.
    Arrivata agli scaffali giusti ripose i tomi, prendendone altri da consultare. Un rumore di fogli la fece voltare, cercando di individuarne la fonte. Di solito in quella zona non soggiornava mai nessuno, ed era un peccato perché era il posto più isolato e silenzioso. Inarcò un sopracciglio alla vista di una chioma corta rosata, sgranando poi gli occhi quando riconobbe Vanilla. Con i libri in mano le si avvicinò, prendendo posto davanti a lei senza chiederle il permesso.
    Picchiettò l’indice laccato di nero, osservandola. Era da qualche giorno che voleva parlarle, senza averne mai la possibilità.
    Le sembrava…. persa. La luce che di solito illuminava lo sguardo della serpentella si era affievolita e non ne conosceva il motivo. Senza parlare tirò fuori il suo blocco degli appunti, dove aveva iniziato ad annotare tutto quello che scovava sugli animali; strutture ossee, particolari sulle varie anatomie… sarebbe diventata matta alla fine
    Alla fine parlò, guardandola di sottecchi, poggiando l’occorrente per scrivere e disegnare
    -Nuovo anno, nuovo colore?- le chiese, senza curarsi di abbassare troppo la voce -Sono giorni che ti osservo Vì… che succede?- le chiese, dritta al punto
     
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    Beccata forse prima del previsto. “Ti piacciono?” fu tutto quello che riuscì a risponderle, non che con Fey ci fosse bisogno di dire molto, riusciva sempre a capirla senza dover per forza avviare discorsi lunghi. Per un secondo Vanilla sprofondò nella sedia dimenticando la tazza di caffè che aveva tra le mani, prima che potesse versarsela sulla divisa la sistemò lontano dai ritagli di giornale.
    “Sto bene. Anzi, forse non mi sento così bene da tanto. Guarda qua” allungò la mano verso di lei, sotto, le pagine di giornale. “Mentre noi studiamo e ci affanniamo il mondo va a rotoli, ti sei mai chiesta chi ci sia dietro tutto questo? Nessuno dice niente, nessuno fa niente. Nessuna rassicurazione e io sono stufa. Voglio scoprire qualcosa.” Strinse la penna tra le dita ed evidenziò il titolo di giornale in grassetto. “La magia sta scomparendo, te ne sarai accorta no?” Forse per la povera corva, tutto questo interesse per il mondo esterno da parte di Vanilla doveva sembrare alquanto strano, non si era mai interessata ad altro se non al suo lattughino e allo studio. Adesso le cose erano un po’ diverse. “Voglio mettermi alla prova, è un po’ che ci penso. Non credo di voler gestire gli Hotel dei miei genitori. Che palle. No io voglio viaggiare, voglio indagare e voglio mettermi nei guai. Ho bisogno di adrenalina Fey. Non posso più vivere come se avessi una scopa dritta nel didietro!” Le ultime parole le pronunciò a voce piuttosto alta richiamando l’attenzione di qualche studente sparso nella stanza. Un sorriso imbarazzato le sfuggì dalla bocca. “Mi sento come fossi una pallina impazzita e per favore acqua in bocca con tutti. Ho volutamente evitato l’argomento con Hunter. Lui capirebbe ma non sono sicura apprezzerebbe l’idea del viaggiare o dover stare lontani per un po’.” Questo poteva essere un bel problema, Hunter era importante ma anche la sua stessa soddisfazione personale lo era.. “Stavo pensando, ecco.. Non so come dirlo.. Vorrei diventare una giornalista.”
     
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    -Sembri uno zucchero filato, ma si… ti donano- le disse con un sorrisetto, poggiandosi al tavolo e osservandola attentamente, per poi spostare lo sguardo sui fogli di giornale che le stava porgendo. Lesse i titoli, sentendo l’ansia salire. Ignorava volontariamente le news del mondo, per non alimentare le sue paranoie
    -Non me lo sono chiesta- si passò una mano tra i capelli scuri, spostandoli dal volto -Dubito però che il Ministero e gli Auror se ne stiano con le mani in mano Vì. Appunto perché siamo chiusi qui dentro non sappiamo tutto e si sa che i giornali tendono ad esagerare con i titoli e tutto il resto- ma la rosina era un fiume in piena, sopratutto quando brandì una penna per evidenziare il titolo ed esclamò “La magia sta scomparendo, te ne sarai accorta no?”
    Si, se n’era accorta. Le pozioni non funzionavano più al cento per cento e tante altre piccole cose… ma preferiva fare lo struzzo e fare finta di niente, per non dare agli attacchi di panico altro con cui far crescere la loro frequenza.
    Lasciò che parlasse, che esprimesse i suoi dubbi e osservazioni ad alta voce, prima di sorriderle e prenderle la mano
    -Se senti che quella è la tua strada, non vedo perché non provare a seguirla. Sicuramente non ti mancano la curiosità e la tenacia per farcela. Non hai una strada scritta e i tuoi genitori capiranno che per te la carriera dietro una scrivania non va bene. Quanto ad Hunter… - le riservò una delle sue occhiate da “che cavolo stai dicendo?” -Lo sai che ti seguirebbe anche dentro la bocca di un drago. Pensi davvero che ti lascerebbe scorrazzare per il mondo da sola? Quello è la tua guardia del corpo serpentella mia, non pensare di partire e lasciarlo a casa- scosse la testa -Alla fine è un Grifondoro, ha lo spirito di avventura giusto. Non tenerlo all’oscuro, dagli la possibilità di scegliere se seguirti o no- per un attimo si stupì di se stessa, stava riciclando la piccola lezioncina che le aveva dato André mesi e mesi prima, sul dover far scegliere agli altri…. segno che aveva colpito e affondato con le sue parole. Scosse lievemente la testa, poteva pensarci dopo
    -Comunque, se vuoi conosco una ragazza che studia giornalismo in Accademia- piegò la testa -In realtà ho conosciuto anche il professore che lo insegna. Se vuoi avere qualche informazioni in più, posso farvi mettere in contatto- perché no? Alla fine Morgan era stata così carina con lei, una lettera non costava niente.
    -Ma tornando a noi… com’è andata tra voi questa estate? Voglio i dettagli- la guardò a occhi socchiusi, prendendo un libro dalla pila e iniziando a sfogliarlo. Sapeva che il ragazzo aveva lavorato per i Matviga, ma la sua amica non era scesa mai nei dettagli nelle lettere che si erano scambiate e ora lei li pretendeva
     
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    Una delle cose più belle del rapporto con la Corvonero era la libertà di poter dire tutto ciò che le passava per la mente senza timore del giudizio, che poi.. La prefetta Corvonero non risparmiava certo le proprie opinioni ma riusciva sempre ad esporle con la dolcezza che solo un’amica può avere. “Almeno adesso non ne ho solo l’odore” annuì annusandosi la divisa, il suo profumo era ovviamente la vaniglia e ricordava lo zucchero filato.
    “Non sono d’accordo, ignorare il resto del mondo non servirà a niente, il castello non è una fortezza e prima o poi qualsiasi cosa coinvolgerà anche noi”, i suoi occhi parlavano chiaro. La situazione la preoccupava da morire al punto che sentiva dal profondo la necessità di fare qualcosa, qualsiasi cosa nel suo piccolo.. Ma a quanto pare Fey era d’altra visione poiché virò il discorso sul Grifondoro. “Bah.. è questo il punto. Lascerebbe la sua vita a metà per seguire me e non me lo perdonerei mai.” Amava Hunter anche se ancora non glielo aveva detto, sperava di averne il tempo magari quanto prima ma le ultime situazioni l’avevano piuttosto impegnata. “Deve darmi spazio e deve prendersi i suoi, se continuiamo così finirà che ci annulleremo l’uno per l’altro” Mai avrebbe permesso che lui rinunciasse ai suoi sogni per inseguire lei, era una di quelle cose che molto probabilmente gli avrebbe fatti scoppiare prima o poi. “Non parliamo solo di me comunque. La tua estate invece? Amori.. Incontri, qualche Corvonero di troppo magari” Vanilla era stata chiara sin dall’inizio, Fey meritava molto di più che qualche incontro occasionale. Quel tipo non le era mai andato giù, troppo concentrato su se stesso e su chissà chi altra signorina. “Il ricciolino invece? Punta su di lui o più in alto. Qualcuno che abbia il doppio della nostra età magari” Le si strozzò una risata in gola, sicuramente l’amica avrebbe colto.
     
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    Prese un respiro profondo -Vanilla, ti giuro che vorrei interessarmi di più, ma se ci penso troppo…. mi sale l’ansia ok?- sbuffò, aprendo la borsa di scatto e facendo fuori uscire tutto -Maledizione- sibilò, prendendo al volo il pedone bianco mentre cadeva dal tavolo. Lo strinse, guardando l’amica -Senti.. ho delle crisi di ansia ogni tanto- le spiegò, rimettendo la roba dentro la borsa, spostandola per terra. Si massaggiò le tempie, senza lasciare il pezzo degli scacchi -Se inizio a pensare mi sento scoppiare il petto. Per questo evito i giornali- le spiegò, aprendo il blocco da disegno e poggiando lo scacco davanti a lei. Quel pedone aveva la capacità di calmarla un po’ quando non c’era Justin.
    Il suo discorso su Hunter non faceva una piega; alla fine aveva ragione su tutti i lati. Avrebbero finito per odiarsi -Tu comunque parlaci ok? Magari troverete un punto in comune e da li sviluppare il vostro rapporto- era sicura che quei due avrebbero fatto funzionare il loro rapporto al meglio.
    Giocherellò con la matita, poggiando la guancia sul palmo della mano -Fingerò di non capire che stai evitando palesemente la mia domanda sui dettagli- le fece la linguaccia, mostrandole il piercing -Non pensare che mi arrenderò tanto facilmente, voglio sapere TUTTO biondina- iniziò a cercare tra i suoi appunti sugli snasi e ricominciando da li
    -La mia estate dici? Ho conosciuta tutta la famiglia di Regan; sua madre Susan è dolcissima e anche sua moglie April, che tra le altre cose mi ha fatto passare la paura del volo- riprese fiato, scrivendo un paio di appunti sull’animale
    -E se parli di Lawrence, siamo solo amici. Anzi… ci siamo fatti compagnia a vicenda quest’estate. E’ stato un amico prezioso. Dovresti conoscerlo meglio, non è male come vuole far credere- fece un sorriso tirato; anche con lui aveva fatto un gran casino.
    Inarcò un sopracciglio -Puntare su Juss? Cos’è un cavallo?- rise -Comunque con lui le cose vanno… bene credo. Sono stata da lui ad agosto, per il matrimonio di sua cugina- le sfuggì un sorriso, frugando nella sua borsa per prendere la foto dal suo portafoglio -Il mio vestito era bellissimo- gliela passò, alzando gli occhi al cielo cogliendo al volo il riferimento a Korko
    -Sai che quello è irraggiungibile Vì, ma se può interessarti- fece un sorrisetto -mi ha insegnato un sacco di cose su come raccogliere gli ingredienti direttamente nella foresta… tipo ad estrarre il veleno da un’acromantula gigante e viva- fece una smorfia -non hai idea di quanto puzzano quelle bestie- si rimise a scrivere, copiando degli appunti sullo scheletro dello snaso.
     
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    Il modo in cui Fey riusciva a rimanere coerente a se stessa era sorprendente. Riusciva ad imporsi con se stessa più di quanto Vi riuscisse a fare. Si ammorbidì appena, aveva ragione su quasi tutto, doveva assolutamente parlare con Hunter ma avrebbe volentieri fatto a meno di farlo adesso. Prima doveva trovare le parole giuste per non spaventarlo, ultimamente la sua apprensione aveva superato ogni limite ed era dolcissimo ok, ma Vanilla viveva nel terrore di deluderlo o offenderlo. “E va bene, se lo vuoi sapere non siamo arrivati al punto di decollo ok? Con i miei tra i piedi è stato complicato, pomiciate e via ma nulla di più” non che non ci avessero provato, anzi ci erano anche andati vicini ma ogni volta suo padre quasi come avesse un sesto senso, si palesava dietro la porta oppure chiamava Hunter per un turno extra.
    Forse adesso tra le mura del castello le cose sarebbero state diverse, un po’ di privacy in più di sicuro avrebbe fatto sviluppare le cose diversamente. “Hai avuto un’estate intensa eh, Regan, Jus e Law.. complimenti ma tra tutti il mio preferito non lo hai nemmeno nominato”. Cantilenò le ultime parole incalzandola un po’. “Si certo come no, ti ha insegnato anche qualcos altro? Mi stai mentendo Feyre?” sporse il busto in avanti bloccandole così la visuale, occhi negli occhi e un sospetto palesemente troppo evidente venne evidenziato dal rossore sulle guance di lei. “Non dirmi che..” si portò le mani sulle labbra per strozzare l’urlo. “Se scopro che hai visto la sua acromantula e non me lo hai detto non sarò mai più tua amica stronzetta”
    Per lo meno i racconti della Corvonero erano più divertenti delle pagine dei giornali ora dimenticate sul tavolo.
     
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    Non si aspettava tutta quella schiettezza da parte dell’amica -Ah- riuscì solo a dire alla sua affermazione -Cioé niente in tutta l’estate?!- com’era mai possibile?! Non era fattibile. Ok che il padre ronzava intorno… ma sempre?!
    -Il bagno dei prefetti si chiude a chiave- le disse con un sorriso complice -li la privacy è garantita- poteva prenderla come una dritta da Prefetto a Perfetto.
    Alzò gli occhi al cielo -Stai capendo solo cosa vuoi tu- la rimbeccò. Poi se la ritrovò di fronte, piegata per poterla scrutare
    -Mi stai facendo paura- arrossì leggermente, sentendosi braccata dallo sguardo della bionda
    -Abbassa la voce!- le sibilò contro, lanciandole la gomma per intimarla al silenzio. L’avrebbe messa nei guai se continuava così
    -Ma che acromantula!- farfugliò. Non poteva rivelare la verità all’amica, era troppo rischioso. Ma era vero che se non le raccontava qualcosa non le avrebbe dato tregua… non dopo che aveva percepito un po’ di verità
    Si guardò in giro, chinandosi verso di lei -Cosa credi che ti dica? Che abbiamo scopato tutta la notte e che più che un acromantula è un basilisco?- tornò con la schiena contro la sedia -Via sii seria. Lui è un professore e io una studentessa, non è interessato a me sotto quel punto di vista. Abbiamo raccolto dei campioni e mi ha dato una percentuale del guadagno- si strinse nelle spalle -Niente di più-
    Alla fine non le aveva mentito, aveva solo mischiato le carte
    Riportò l’argomento su lei ed Hunter
    -Quindi, avete fatto qualche passo in avanti no? Pensi che sia quello giusto?- sembrava di si, almeno a prima vista

    Edited by …Feyre… - 29/12/2023, 22:40
     
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    “Ho detto no. Un bel niente, è così assurdo?” stizzita e innervosita chiuse bruscamente il giornale che solo qualche minuto prima l’aveva tenuta con il fiato sospeso. “Non perderò la mia verginità in un bagno” certo che no, una parte troppo importante della sua vita e meritava di essere vissuta in tutt’altra maniera. Si era domandata spesso se il reale motivo per cui non fosse andata oltre con Hunter fosse solo la presenza costante dei suoi genitori, se i motivi invece fossero stati altri? La paura di non essere abbastanza o solo paura e basta.
    “No aspetta..” conosceva Fey abbastanza bene da capire quando mentiva e da comprendere ancora meglio quando ometteva particolari succulenti. “BASILISCOOOO?” urlò talmente tanto che persino una donna nel dipinto lanciò all’aria il cesto di frutta che portava in braccio. “Ok ok mi calmo” respirò a fatica soffocando a stento la risata chiudendosi la bocca con le mani. “Sisi Hunter è quello giusto ma non voglio parlare di questo adesso” spostare l’argomentazione su un altro argomento era una mossa abile ma Vanilla Matviga non era famosa per la sua discrezione, non avrebbe lasciato in pace l’amica nemmeno per un secondo. “Ragioniamo in modo ipotetico ok? Senza ammettere nulla. Ipotizziamo che tu abbia passato una notte così intensa con un uomo più grande.. Lo rivedresti? Perchè saresti stupida a non farlo ma allo stesso tempo è un professore e se la cosa si venisse a sapere che cosa succederebbe? Ti butteranno fuori e lui pure e poi io continuerò l’anno da sola e poi il tuo futuro sarebbe rovinato oppure potreste mettere su famiglia come nelle fiction americane. Oh cazzo sei andata davvero a letto con un prof…. Ahh sto zitta ok mi calmo” si soffocò da sola ma questa volta per calmarsi ebbe bisogno di sventolarsi con un pezzo di pergamena. “Ne è valsa la pena almeno?”
     
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    Alzò le mani -Assolutamente no- non avrebbe insistito oltre -La mia l’ho persa in uno sgabuzzino- le confessò, arricciando leggermente il naso al ricordo, scacciandolo come si fa con una mosca -Ma capisco il punto di vista- alla fine era una cosa sua, poteva farci quello che voleva.
    Guardò il dipinto -Mi scusi- bisbigliò, guardando male l’amica -Giuro che ti stacco la lingua- le sibilò contro, lasciandola parlare a ruota libera su tutti quei ragionamenti.
    Mentre parlava, strinse il bordo del banco. Aveva ragione, si era arrovellata il cervello su quei pensieri da quando era tornata dalla foresta. Aveva pensato a tutti i possibili scenari e anche peggio. Ma alla fine, nessuno sapeva la verità. La cosa era rimasta nella tenda nella foresta, un segreto tra lei e Dragomir.
    -Era una battuta quella del basilisco- si passò una mano sul volto. Come poteva convincere Vì che non era successo niente?
    -Tutte queste ipotesi sono corrette. E sempre parlando per ipotesi, c’è anche da dire che tecnicamente non eravamo a scuola. Eravamo in vacanza, quindi conta davvero il ruolo professore e studente?- era una di quelle cose su cui il suo cervello era stato impegnato a pensare
    -Ma, tutto ciò non conta- liquidò la cosa -Perché non è successo nulla- calcò la parola nulla, avrebbe mentito e negato anche sotto tortura.
    Sospirò, tornando a guardare i giornali -Però, per ipotesi, ne varrebbe assolutamente la pena- mormorò, passandosi una mano tra i capelli
    -Quindi è deciso, tu farai la giornalista e io la pozionista- cambiò nuovamente argomento -Non vorrei vivere nel campus dell’Accademia però, mi piacerebbe un appartamento dove stare sola- voleva un po’ d’indipendenza, dopo anni passati a condividere la camera con qualcun’altro -Tu andrai a convivere con il tuo amore?- le sorrise, cercando di distrarla dalla faccenda di Korko
     
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    Molto tempo dopo..

    “L’ho presa per il braccio Fey! Lui mi ha visto, avrà pensato fossi impazzita. Dovevi vedere come mi guardava, non l’ho mai visto tanto arrabbiato”
    le aveva raccontato tutto, tutto quello accaduto dopo il compleanno, una serie di eventi terribili. Il litigio con Hunter però era la cosa che più la stava facendo soffrire “so che devo dargli tempo ma non mi ha nemmeno cercata. Ero così furiosa.. anche se lui ha dato credito a quel giornalino maledetto senza nemmeno darmi il beneficio del dubbio” imbronciata sussurrava ogni parola per non subire l’ennesimo rimprovero dalla bibliotecaria. Fino ad ora Feyre non le aveva detto una parola lasciandola parlare senza freni e questo Vanilla lo aveva apprezzato, da tanto tempo non riuscivano a chiacchierare come due normali adolescenti, pensandoci bene da quando la Corvonero le aveva non-confessato di aver fatto faville con il viscido professore di Pozioni. Vanilla distese la schiena, le mani gesticolavano troppo velocemente, più del solito ma fin ora era riuscita a non dare di matto, parte della terapia che stava facendo era appunto non impazzire, basta scatti di rabbia, basta sfuriate, basta qualsiasi cosa fosse semplicemente da Vanilla. “Lo amo Fey, adesso lo so. Cioè lo amavo anche prima ma adesso che non siamo insieme lo sento di più. Non voglio farmi viva prima io, deve capire da solo se tornare o meno da me.. e poi mi vergogno” la vergogna non era un sentimento che le apparteneva ma per la prima volta in vita sua era terribilmente a disagio. Si allentò il colletto della camicia sbottonando un bottone, non indossava la cravatta stranamente. “Parliamo di qualcos’altro ti prego” sbuffò tentando di cambiare discorso “allora chi porterai per primo nella tua nuova casa? Basilisco o Riccioli d’oro?” un sorriso malizioso le si stampò sul volto, spostò il busto in avanti sostenendo la testa tra le mani, le iridi azzurre puntate su quelle speciali dell’amica, non aveva di buon occhio la relazione che aveva intrapreso con il professore, presto si sarebbe stufato di lei e poi quell’uomo era un pazzo. “Di cosa parlate quando non fate le capriole?” difficile immaginarlo in un contesto che non fosse l’aula di lezione.
     
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    Chissà se un giorno sarebbe riuscita a studiare in santa pace. Con una guancia appoggiata al palmo della mano stava ascoltando Vanilla parlare a ruota libera su quello che aveva combinato, mentre la sua matita scandiva il tempo tamburellando sul libro aperto.
    Cercò di parlare, ma la ragazza era un fiume in piena, quindi si limitò a sospirare, aspettando che finisse. Quando finalmente le lasciò la parola, tirò su la testa e poggiò entrambe le mani sul tomo di divinazione pieno di appunti.
    -Vì io ti voglio bene, ma hai torto- disse schietta -Scusa se te lo dico, ma hai passato molto tempo con Fry- come dirle le cose senza ferirla? Non voleva essere brutale, sopratutto riguardo ai suoi genitori -So che quello che avete passato vi ha, in un certo senso, uniti ma...- provava un po’ di disagio, ma sentiva che era giusto dirle il suo punto di vista
    -Hai messo da parte tutti- alzò una mano per fermarla e non farla parlare -Hai perso i genitori e hai tutto il diritto di gestire il lutto a modo tuo ma… Hunter ci è passato prima di te. E tu hai deciso di ignorare la cosa e ti sei affidata solo a Friday- la sofferenza del giovane era stata evidente a tutti -Da una parte lo capisco- doveva essersi sentito completamente inerme di fronte al dolore della ragazza, trovando di fronte solo un muro
    -Per quanto riguarda Cam… si, sei pazza- disse, ora divertita dalla situazione -Sai, si può essere amici dell’altro sesso senza voler fare altro. Hunter è amico anche di Annie, attaccheresti pure lei?- una semplice domanda. Lei era amica di Law e non c’erano tutti questi drammi perché Annie si fidava di loro -Ti devi fidare di lui, altrimenti non ha senso. E devi farti avanti tu, perché sei tu che hai sbagliato. China la testa e prendi il coraggio, accantona la vergogna e vatti a riprendere il tuo ragazzo- le puntò contro la matita, per sottolineare la cosa. Tirò su i capelli, fermandoli con un elastico, cercando di tornare allo studio, ma era evidente che doveva abbandonare le speranze
    Già, la casa nuova. Quell’enorme regalo -Dici quella proprietà per la quale non ti ringrazierò mai abbastanza, ma per la quale dovrò vendere un organo per mantenerla?- le chiavi stavano nella borsa, facilmente riconoscibili per quel pompom rosa confetto e la targhetta “Dark Queen” in tinta. Sbuffò di fronte a quei soprannomi -Nessuno dei due. Nel mio nido, al momento, entrerò solo io. Poi vedremo- doveva ambientarsi, studiarsi la casa e apportare sicuramente qualche modifica -Justin verrà a Natale su ad Inverness. Magari riusciamo a finire quello che abbiamo iniziato da lui questa estate- il tasso si era dimostrato un piccolo esploratore degno di quel nome, curioso e intraprendente al punto giusto. Le avrebbe dato diverse soddisfazioni, ne era certa
    Sostenne il suo sguardo, alzando un sopracciglio -Sai, dovresti proprio concederti ad Hunter, così saresti meno interessata alla mia vita sessuale- la rimbeccò, stringendo lo sguardo -Oh mi fa le trecce e mi racconta storie di unicorni e fate- alzò gli occhi al cielo per poi borbottare -Non è che ci vediamo così spesso e di solito non c’è bisogno di dire niente dopo- sentì le guance pizzicarle per il rossore. Era inutile continuare a fingere, Vanilla non avrebbe comunque creduto ad una parola -Ci fumiamo una sigaretta e recuperiamo l’energie per le capriole successive- se poi parlavano di qualcosa, erano cose loro
     
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    “Non mi aiuti e non sono pazza” mise il broncio, non era pazza se lo ripeteva in continuazione e non le avrebbe dato ragione su questo punto, su altri forse si.. “Anche tu passi tanto tempo con Annie o Law eppure non sono mai stata gelosa della loro compagnia, non giustificarlo Fey. Ha sbagliato, non avrebbe dovuto dare per scontato che fosse vero. Mi conosce bene sa che non sarei stata capace di una cosa del genere”. Il discorso della Corvonero non faceva una piega ma non voleva giustificarsi per essersi presa il suo tempo, era stato uno dei periodi peggiori della sua vita e Fryday era stato l’unico con cui poter condividere il dolore senza paura di essere giudicata, lui lo aveva vissuto in prima persona e questo in qualche modo gli aveva uniti. Tutto ciò però non significava altro che un’amicizia fraterna, tutto il contrario di quanto scritto in quel giornalino del cavolo. Tamburellò con le dita sulla scrivania “e se avesse ceduto lui alla bella bionda?” quella paura l’aveva sconvolta, si era riscoperta gelosa ai limiti del possibile e ovviamente come spesso accadeva nella sua vita, aveva dato scandalo. Si lasciò cullare per un secondo dai suoi stessi pensieri, Hunter era un amico di Annie, lei lo aveva respinto e si era messa con Law, che a dirla tutta prima era stato con Fey. Un giro pazzesco che non condivideva affatto “lasciamelo dire Fey, non so come faccia Annia e non essere gelosa, se Hunter avesse chiesto di ballare ad una sua ex proprio davanti a me le avrei strappato i capelli uno ad uno. Non so perché tu sia così convinta che questo rapporto sia normale, ti sei mai chiesta se per Annie lo sia? So che non faresti ma nulla per ferirla ma lei secondo me ci soffre.. Siete troppo in confidenza tu e quello li”. Ecco le aveva detto quello che pensava, lo faceva sempre ma questa volta voleva essere più chiara proprio poi in seguito al compleanno “tra l’altro, hai talmente tanta confusione attorno che prima o poi esploderai. È chiaro che tu ami Jus e allora perché frequenti quel porko? Se Juss dovesse scoprirlo cosa penserà di te? Non ti giudicherà per esser stata con un professore ovvio ma ci rimarrà male” sussurrò le parole chiave del discorso per non farsi sentire dal resto della Biblioteca. “Se non fossi a conoscenza del suo amore allora sarebbe diverso ma lo sai e lo ricambi pure, che necessità hai di metterti nei casini? Non provi niente per il pazzo giusto?” perché il punto della questione era anche questo. “Se Juss ti si concede non dovrai più rivedere Porko” le puntò l’indice “mettitelo in testa”. Era libera di fare tutto quello che voleva ma non sarebbe stata una buona amica senza però dirle tutto.
    “Comunque la casa è eco sostenibile, si mantiene praticamente da sola. E poi lo sai non ti lascerei mai con il sedere per terra” ne parlò con naturalezza come se gestire una super casa nel centro di Londra fosse una cosa da niente, per lei in effetti lo era. “Non portarci quel viscido” rabbrividì al sol pensiero “quindi non parlate poi molto.. Come immaginavo. Ma che cosa ti piace di lui? È tipo la sindrome di Stoccolma?”
     
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    Hunter tra le braccia della bionda, doveva essere completamente impazzita -Nemmeno lui lo farebbe mai, dovresti saperlo- ribatté nuovamente, guardandola mentre continuava a parlare e intraprendere il discorso sulla sua amicizia con Law.
    -Ok, adesso basta- sbattè la mano sul tavolo, fregandosene del silenzio -Ascoltami bene, perché non te lo ripeterò mai più. Questa storia deve finire! Io non sono la EX di Lawrence, perché non sono mai stata la sua ragazza! Abbiamo fatto sesso, non lo nego, ma non siamo mai andati oltre!- sibilò, carica di rabbia. Ne aveva abbastanza di quella storia, di essere giudicata per una notte -Lui è il mio riflesso: con lui non ho mai dovuto mettere una maschera, mi accetta così come sono, senza dover fingere di essere la perfetta Feyre- una torcia li vicino tremolò e lei fece un respiro profondo -Sai chi c’era con me quando mia nonna mi ha girato la lettera dove mio padre mi ripudiava? Lui. Chi c’era con me quando ho avuto il primo attacco di panico? Quello lì, come ti piace tanto chiamarlo- disse con voce bassa, carica di sarcasmo -Non c’eri tu, non c’era Annie e nemmeno Justin. C’era Lawrence, che non sapeva come cazzo fare per calmarmi ma è rimasto li, finché non mi è passato- chiuse la mano a pugno -Non ti permetto di giudicare il mio rapporto con lui Vanilla, puoi farlo con tutto il resto ma non con questo- si passò una mano tra i capelli, rimanendo però impigliata nell’elastico e imprecando -Con Annie ho già parlato e chiarito tutto. Se poi qualcosa non le è chiaro, le parlerò nuovamente. Mi strapperei un arto prima di farle del male- chiuse il libro con rabbia, incrociando le braccia sotto il seno, sentendo un peso all’altezza del cuore nel pensare che la sua Sunshine potesse aver frainteso nuovamente il loro rapporto. Alla fine avrebbe dovuto allontanare l’americano per farla stare tranquilla, anche se questo l’avrebbe spezzata… ma il benessere di Annie veniva prima di tutto
    -Vuoi che ti dica la verità? Sono innamorata di Justin, moltissimo. E sono abbastanza sicura che lui provi lo stesso, credo.. non lo so con certezza- spostò lo sguardo sullo scaffale alle spalle della bionda -Sono terrorizzata da questo sentimento, faccio schifo nelle relazioni umane. Lo ferirei, già lo faccio. Il biondo è un’uscita di sicurezza. Ne sono attratta come una falena lo è dalla luce. Con me non è come in classe- aveva delle premure nei suoi confronti, la trattava come una sua pari -Non lo so, forse- non lo sapeva se provava qualcosa nei suoi confronti -Forse cerco in lui una sicurezza che non ho avuto da mio padre, in modo totalmente sbagliato lo so- lo disse prima che ricominciasse con un’ altra paternale.
    -Vedremo, magari non se la sente ancora- liquidò la cosa, avevano tutte le vacanze per pensarci. C’era anche la probabilità che Juss non volesse fare niente e lei l’avrebbe accettata senza problemi.
    Sbuffò -Parliamo prima e m’insegna delle cose extra. Mi porta con se quando raccoglie quei pochi ingredienti che ancora sono magici- le lanciò un’occhiataccia -Non ho la sindrome di Stoccolma! Non mi ha mica rapita!- che esasperazione -Mi piace, non lo so. Sarò pazza quanto lui, evidentemente ho dei gusti di merda- sbuffò

    Edited by …Feyre… - 1/5/2024, 23:11
     
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    L’espressione dipinta sul volto di Vanilla era un misto tra il tragico e il comico, le labbra spalancate pronte ad urlare e un sopracciglio insolitamente tremolante sollevato più dell’altro. L’aveva fatta arrabbiare sul serio ma non era questo il punto, Feyre era così convinta delle sue buone intenzioni da non leggere la cruda realtà “beh senti, ci sei andata a letto, se non è un ex quello dimmi cos’è? Un’ex scopa amico? E comunque non è questo il punto” strinse i palmi delle mani in due pugni serrati, sbuffò e una ciocca di capelli dorati le finì sull’occhio, la risistemò nervosamente dietro l’orecchio “ascolta stronzetta se nessuno di noi ti è stato vicino è perché tu non lo hai voluto, dov’eri quando ti cercavamo per tutto il castello prima della tua festa? Rintanata nell’oscurità. Lo vedi? Ti nascondi, hai paura di esporti e ti esponi solo con chi reputi rotto come te” tirò su con il naso, “ma lascia che ti dica una cosa, non sei sola e non lo sei mai stata. Ci sono persone migliori di quel ragazzo qui proprio accanto a te. Non riesco proprio a comprendere come faccia una ragazza sveglia come te ad essere soggiogata da stronzi stratosferici, mi fai diventare tu pazza” le puntò l’indice contro e urlò un po’ troppo perché diverse voci infastidite si animarono dalle scrivanie dei dintorni, Vanilla respirò a fondo e si accomodò in maniera più corretta ed elegante, socchiuse gli occhi e solo dopo dieci secondi parlò. “Ascolta, non dovevo giudicare le tue scelte e mi dispiace per averlo fatto ma non posso mentirti. Avete un’alchimia troppo evidente e persino i ciechi lo noterebbero. Rifletti almeno su questo, per quanto due spiriti affini cerchino di sfuggirsi prima o poi torneranno sempre a cercarsi.. non voglio che tu soffra e non voglio che altri possano giudicarti” se qualcuno si fosse permesso di parlare più del dovuto Vanilla si sarebbe fatta rinchiudere nel reparto psichiatria del San Mungo pur di metterlo a tacere.
    “E poi ti supplico, basta vedere il vecchietto. Non è sano Fey, è un narcisista patologico, un uomo viscido che si sta approfittando di te. Ti sembra di essere consenziente solo perché ti ha ammaliata con il suo super mega basilisco e lo stile da Ken il Guerriero ma credimi, una scopata non vale tutto quanto” sospirò e non riuscì a trattenere gli occhi lucidi, tra tutte le cazzate che la sua amica avrebbe potuto fare nel corso della sua vita, quella era di sicuro la peggiore. Un rapporto che se pur effimero avrebbe lasciato traccia nella vita della ragazza, una traccia indelebile che le avrebbe causato non pochi dolori. “Se ami Justin, hai davvero bisogno di un’uscita di sicurezza? Qualora le cose con lui non dovessero andare potresti persino scoprire che non avere un uomo attorno sarebbe addirittura normale” su questo Vanilla però tornò seria “se hai intenzione di andare avanti con il piccoletto ti prego, non rivedere il vecchietto” lo disse con risolutezza e calma. “Lo perderai..”
     
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