Starry Night Surprise Partyper Feyre, ma aperta A TUTTI

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    Grifondoro
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    Come sarebbe a dire "è già tanto se vengo, perché devo anche organizzare?"?!
    Quella mattina di dicembre, seduta al tavolo dei Corvonero in Sala Grande, avevo picchiato i pugni sul tavolo e replicato alle flemmatiche proteste di Lawrence con talmente tanta foga da rischiare seriamente di mandare tutto all'aria.
    In realtà Feyre era troppo intelligente per non sospettare assolutamente niente; era ovvio che, in assenza di un invito da parte sua a fare tutta la baldoria possibile in occasione del suo ingresso nella maggiore età magica, ci avremmo pensato noi.
    Qualcosa mi diceva anche che questo era il motivo per cui la brunetta dagli occhi bicromatici sfuggiva a chiunque da almeno una settimana: trascorreva gran parte delle sue giornate in biblioteca e ringhiava a chiunque si avvicinasse troppo per interrompere il suo studio matto e disperatissimo da prima della classe. A me, invece, per mandarmi via bastava che iniziasse a parlarmi per trenta secondi di ciò che stava leggendo e mi dileguavo benissimo da sola.
    Ad ogni modo, era chiaro come un Lumos il fatto che la mia lunare yang non volesse assolutamente una festa di compleanno.
    Beh, la sottoscritta era decisamente troppo egocentrica ed immatura per non dare la priorità al fatto che io, invece, volessi organizzarne una eccome. Non avevo mai avuto l'occasione di provare un'esperienza del genere, o meglio, non avevo mai avuto un'amica tanto preziosa per cui mettermi in gioco fino a questo punto. Solo che... Non avevo idea di come fare.
    Per questo, giorni fa, avevo agguantato Vanilla per la sua soffice sciarpona verde-argento e Justin Dustin per i vaporosi riccioli, pianificando assieme a loro il party a sorpresa perfetto.
    E poi dai, siamo una Grifondoro, una Serpeverde, un Tassorosso... Manca solo un Corvonero e abbiamo rifatto i quattro fondatori, però a sessi invertiti! Suvvia, non fare il solito asociale, Feyre è anche amica tua... Daiii, sia mai che per una volta ti diverti!
    Mi rimaneva solo di convincere il più eremitico dei figli di Rowena e non avrei esitato a sfoderare qualsiasi mezzo, pur di convincerlo.
    Ad ogni modo, quell'11 dicembre, il cielo iniziava a sfumare verso le tinte rossastre del freddo tramonto scozzese, mentre i miei stivali lasciavano orme scricchiolanti sulla neve al limitare della Foresta Proibita, all'interno della quale Vanilla aveva avuto l'idea di organizzare tutto. Ero felice che la bionda Prefetta della Casata dell'ambizione avesse deciso di imbarcarsi in un progetto, anche piccolo ed effimero come una festa di compleanno, che le tenesse la mente occupata e la distraesse dall'inferno che le bruciava dentro da quando ai suoi genitori era successo ciò che sapevamo tutti.
    Non le avevo più parlato di Ashley né del tormento che turbava la mia serenità, mi sembrava indelicato e profondamente egoista, considerato che il dolore che provava lei fosse decisamente più devastante.
    Se potevo aiutare la mia amica, il modo in cui ci riuscivo meglio era quello di distrarla e di regalarle un po' di leggerezza, provando a restituirle un pizzico di quella gioia di vivere di cui dovrebbe unicamente essere fatta la nostra esistenza alla nostra età.
    Ehilà! salutai sia lei che il piccolo Tassorosso al quale la magnetica Starfoll aveva rapito il cuore, quando ci incontrammo nel punto di ritrovo che ci eravamo dati.
    Allora, i fuochi d'artificio del Dottor Filibuster sono stati piazzati, le tavolate con cibo e bevande apparecchiate e la cucina informata sulla quantità di cibo che dovrà dirottare da questa parte. Agli alcolici dovrebbe aver pensato Hunter, mentre per la musica... sfoderai il sorriso che doveva avere una leonessa un attimo prima di balzare sulla preda. ... Gli strumenti ed i microfoni sono già stati incantati e posizionati su un palchetto eretto al centro della radura. Adesso mancano solo tre cose: creare un po' di addobbi ed atmosfera, tenere lontano ed impegnato il Guardiacaccia e soprattutto, cosa più importante... Trovare Feyre. Non l'ho vista per tutto il giorno, voi avete idea di dove si sia potuta cacciare?
    Ecco perché avevo bisogno di Lawrence, era l'unico che avesse accesso ai più reconditi nascondigli della Sala Comune dei bronzo-blu e che conoscesse abbastanza il lato più oscuro della nostra amica.
    Non per mettere pressione, ma tra un'ora sarà buio e tra due al massimo cominceranno ad arrivare tutti, ci manca solo che faremo un party clandestino nel posto più proibito di questa scuola senza la festeggiata! Spero solo che quel musone di Randall riesca a darci una mano e non ci dia buca...
    Con un sospiro, guardai il sentiero in salita che conduceva al castello, sperando di veder comparire Lawrence da un momento all'altro, un attimo prima di riportare gli occhi nocciola su Vanilla e Justin, in attesa di essere aggiornata da loro su qualsiasi novità.
     
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    puntina

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    Serpeverde
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    Ok forse il mio umore non era dei migliori, forse non era il momento giusto per organizzare una festa eppure non ero riuscita a rifiutare. In realtà non ci avevo nemmeno pensato, rifiutare di prender parte al compleanno della mia migliore amica? No assolutamente e poi diciamo pure che parteciparvi era un bel modo per tenermi occupata ed evitare ai ricordi di viaggiare in modo troppo accelerato. Così, quando Annie aveva ingaggiato me e un gruppo di altre povere anime, avevo accettato senza troppe cerimonie ma ad una condizione, la festa sarebbe stata spaziale, grandiosa e soprattutto oltraggiosa. Avevo proposto la foresta proibita come luogo e con enorme piacere tutti avevano accolto l’idea con grande entusiasmo. Chi più e chi meno ognuno ci aveva messo del suo, per quanto riguardava me invece mi ero occupata delle decorazioni, forse avevo esagerato perché adesso la Foresta aveva assunto un aria meno infernale ma più da ehm.. si hippy. Dai rami intrecciati di ogni singolo alberello pendevano nastrini colorati di diversa misura, piccole palline fluttuanti di luce danzavano sulle nostre teste illuminando in maniera soave lo spazio adibito a “sala da ballo”, in poche parole avevamo fatto davvero un buon lavoro.
    “No quello lì no, per favore Hunter te l’ho già spiegato più volte, non vogliamo una piramide di lattine di birra, fa troppo festa americana. Siamo più sofisticati di così, sistemale in maniera più ordinata” le braccia strette al petto evidenziavano il mio disappunto, tutte l’energie erano state canalizzate nell’organizzazione della festa e dopo un attimo di tranquillità iniziale, mi ero trasformata in una sorta di Wedding Planner un po’ despota. Niente sfuggiva al mio controllo, nessuno avrebbe rovinato questa festa, nessun adulto o creatura magica. Tamburellai con le unghia laccate in nero sul mio stesso braccio, mancava così poco, solo un’ora e poco più e tutti sarebbero arrivati. Annie aveva avuto cura di tutto, sarebbe stata una festa grandiosa e anche se la festeggiata ci avrebbe odiato per questo pazienza, non poteva impedircelo e poi.. chi non amava davvero le feste di compleanno? Lanciai un’ultima occhiata al giovane grifondoro che mi aveva rubato il cuore, stargli tanto addosso lo rendeva nervoso se pur la sua pazienza infinita, sbuffai appena e fissai ad uno ad uno ogni angolo, quello del cibo, della musica, delle birre. Mancava qualcosa però..
    “Non pensi manchi qualcosa?” sussurrai alla biondissima Annie, “sarà una festa bellissima ma è tutto molto.. ehm.. esagerato. Un po’ come siamo noi, siamo sicure che le piacerà?” un sopracciglio si inarcò in maniera innaturale, se la festa fosse stata mia l’avrei amata ma non lo era, Feyre tendeva a mantenere un profilo basso e forse tutta questa confusione e tutti questi colori l’avrebbero solo messa a disagio. Tentennai solo un minuto perché il soffio del microfono risuonò per tutta la foresta, qualcuno si stava occupando di mettere in funzione tutta l’attrezzatura, chissà forse Annie ci avrebbe deliziato con un suo concerto, non la sentivo cantare dalla festa infernale nei sotterranei. “Un po’ diversa dall’ultima festa a cui siamo state vero?” punzecchiai il suo braccio con il gomito “comunque pazienza, ormai è tardi e poi dovrà piacerle per forza. Se non le piace o prova a scappare giuro che le stacco la testa” le labbra mi si arricciarono in una smorfia convinta, il pugno stretto come a sottolineare le mie intenzioni. “Tu cosa le hai regalato? Io forse ho esagerato ma se lo merita” nella tasca interna del giubbotto in pelle proprio all’altezza del cuore, nascondevo gelosamente una piccola busta dorata. Da quando tutta l’eredità dei miei genitori aveva sfiorato le mie casse, mi ero resa realmente conto di quanto fossi ricca, il paragone con i miei compagni era stato subito inevitabile. Io così tanto e alcuni invece così poco.. la scelta più sensata a cui ammetto di aver pensato anche troppo poco, era stata quella di vendere tutti gli hotel di famiglia, tutti meno che uno. Quello nel centro di Londra, quest’ultimo l’avrei donato ad Hunter, tutto il resto era stato tramutato adesso in galeoni e ammetto con sommo piacere che c’erano volute almeno due camere blindate per contenerli tutti. Non avevo mai avuto modo di esplorare la mia generosità, non fino ad ora. Il mio avvocato si era opposto in tutti i modi ma non c’era stato verso, l’unica cosa che avevo chiara era il fatto di essere ancora una Matviga, così avevo predisposto l’acquisto di una proprietà notevolmente grande nel cuore di Londra. Ecco il regalo perfetto, un posto dove Feyre potesse sentirsi a casa senza dover chiedere il permesso a nessuno, non le serviva altro se non il mezzo per essere la ragazza libera che millantava di essere. Cosa volesse farci con la casa erano affari suoi, restava un investimento a suo nome e per quanto mi riguardava avrebbe potuto venderla per comprarne un’altra, l’idea era comunque quella di renderla felice e indipendente. Hunter aveva accolto l’idea con gioia, aveva compreso a pieno cosa significasse per me aver trovato un’amica come Fey dunque non ebbe nulla da aggiungere. Avevo fatto anche un altro piccolo regalo, non ancora consegnato però.. Friday meritava qualcosa, glielo dovevo soprattutto dopo avergli rovinato la vita, di questo però ne parleremo un’altra volta.
    “Spero che Lawrence non si faccia ingannare, è furba come una volpe”
     
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    Tassorosso
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    Come cambiano le cose!
    Fino ad un anno e mezzo fa ero quello che non veniva mai invitato, o che vedeva nel chiudersi in uno scantinato a giocare a Dungeons & Dragons la massima espressione del termine "festa".
    Chi vuole i nerd alle feste, dopotutto? Al massimo questi sono un bersaglio per i fighetti di turno, quei palloni gonfiati che si sentono qualcuno solo nella misura in cui tentano di prevaricare gli altri o di farli sentire inferiori e io, stufo marcio ad un certo punto di incarnare il prototipo del target perfetto, ho smesso di partecipare a certi eventi.
    Adesso, invece, faccio parte di una cospirazione supersegreta capitanata da un'ereditiera ricca sfondata e da una cantante famosa del mondo magico, proprio io!
    La cosa ancora più sorprendente è lo scopo finale di questa congrega, che ha agito nell'ombra per l'intero mese di novembre: organizzare il compleanno perfetto per la ragazza perfetta... E indovina un po'? Quella ragazza tiene a me!
    Mentre cammino verso il limitare della foresta, luogo dell'appuntamento con Vanilla ed Annie, le iridi argentee tornano a posarsi per l'ennesima volta sul ciondolo di luna appeso al braccialetto che Feyre mi ha regalato la scorsa primavera, senza ancora capacitarmi di come sia possibile che lei desideri vivere con me dei momenti tanto indimenticabili.
    Cavolo, ho fischiettato la melodia del lento che abbiamo ballato al matrimonio di mia cugina per settimane e, ne sono sicuro, se fossi in grado di evocare un Patronus - o anche solo di pronunciare la formula senza che la lingua mi inciampi tra i denti - non avrei alcun dubbio sul pensiero felice che richiamerei alla mente: il viso della Starfoll, incorniciato dai capelli corvini sciolti sulle spalle, che volteggia nell'abito color cielo in tempesta.
    Voi siete ancora così sicure di voler fare quefhta fefhta dentro la forefhta, giufhto? guardo entrambe le ragazze e mi domando se io sia l'unico a nutrire ancora qualche dubbio. Voglio dire, nella Foresta Proibita ci sono le Acromantule e chissà cos'altro!
    A quanto pare, tuttavia, Vanilla ha già preparato tutto e Annie è riuscita in qualche modo a portare un intero palco ricco di strumenti musicali incantati, a questo punto non potremmo smantellare l'intero allestimento neanche volendo.
    E io non voglio, innanzi tutto perché non intendo fare la figura del Tasso cacasotto e, in secondo luogo, perché voglio dimostrare a me stesso di essere un tipo abbastanza tosto da non far vergognare Feyre di me neanche per un momento.
    Perciò ingoio il groppo di fifa che mi annoda la gola e sfoggio un sorriso che spero essere convincente, spostando lo sguardo da una strega all'altra.
    E sia! Se moriremo tutti, almeno fhpero che avremo una colonna sonora epica.
    Tra l'altro, Vì aveva insistito per quella location e con lei, ultimamente, sebbene non sia mai stato troppo sicuro di andarle a genio dal momento che è palese che non mi creda all'altezza di Feyre, tendo a comportarmi in modo accondiscendente. Dopo quello che le è capitato, se serve a farla stare meglio, ogni desiderio è un ordine... Se quello che è successo ai suoi genitori avesse visto coinvolti i miei, il mio cuore sarebbe letteralmente a pezzi e non potrei immaginare un dolore peggiore. Di certo, ovunque vorrò andare, lo farò in treno, in autobus o a piedi, piuttosto che con i mezzi rapidi del mondo magico.
    Ok, sotto con gli ultimi preparativi! Nelle ultime settimane ho provato a fare una cosa con la traffhigurafhione, fhperiamo che venga bene!
    Un quarto d'ora dopo siamo nel luogo della festa a sorpresa e resto a bocca aperta per l'allestimento raffinato che ha realizzato la Prefetta di Serpeverde, tanto da farmi sfuggire un fischio di approvazione.
    Scambio invece un'occhiata a metà tra il divertito e il perplesso con la piccola star anglo-americana, quando Vanilla ci definisce sofisticati. Sono stato definito in tanti modi, ma sofisticato... Quello mai.
    Non la vogliamo? chiedo alle ragazze e alla montagna di muscoli rosso-oro che risponde al nome di Hunter. C'è anche qualcosa di analcolico, vero? chiedo per sicurezza.
    Un attimo dopo, mentre il crepuscolo avanza gettandoci in un'oscurità sempre più fitta, mi metto all'opera con il tocco finale che spero possa lasciare Feyre a bocca aperta ed illustro la mia idea al resto della combriccola così che possano darmi una mano.
    Ok, devo ammettere che il risultato finale è una figata ancora più paffhefhca di quello che avevo immaginato!
    Gli alberi tutto attorno alla radura svettavano neri contro il profondo blu del cielo, alti, stretti e curvati in eleganti spire così come l'artista li aveva disegnati, al pari dei globi luminosi e dei palloncini che galleggiavano sopra al tavolo, lungo il sentiero e qua e là per l'area allestita per la festa.
    Lanterne e girasoli spennellano un tocco di colore a tutto l'insieme e avrebbero accompagnato la festeggiata fin dal limitare della foresta, sempre che Lawrence fosse riuscito a trovarla. Nel biglietto che il Corvonero ha mandato con un gufo alla Ross poco fa, sembrava essere abbastanza sicuro di dove fosse e io, ancora una volta e con un sospiro di frustrazione, ho ingoiato il groppo in gola che mi è salito nel constatare quanto Lawrence e la mia dark queen siano in sintonia.
    Alla fine posizioniamo la torta realizzata da mio padre in persona al centro della tavola, tre piani di pan di spagna, crema chantilly e cioccolato rivestiti dagli stessi colori e motivi che disegnano il tema di questa festa e che lo stesso Van Gogh ha dipinto per noi creando un'atmosfera unica e da lasciare senza fiato: La Notte Stellata, l'opera d'arte preferita di Feyre.
    La stessa volta celeste sopra le nostre teste, dopo aver cerchiato la porzione corrispondente al cielo che si trova sopra di noi sulla mappa stellare che mi sono portato appresso ed aver picchiettato sulla pergamena pronunciando la formula che ho provato per settimane, dà l'illusione di essere stata dipinta da Van Gogh in persona con la tecnica usata per la sua Starry Night, che stanotte diventerà anche un po' nostra.
    Se si perde tutto quefhto solo perché preferiffhe fare l'asociale e rimanere sulla convinfhione che neffhuno le voglia bene, è una polla, altro che volpe! rispondo ridendo a Vanilla.
    Più tardi, sento l'emozione montarmi dentro come la notte che avanza, dando ai colori cielo "vangoghiano" sopra di noi una tonalità ancora più vivida, mentre io e gli altri accogliamo gli invitati che arrivano a mano a mano per festeggiare la mia Corva preferita. Diavolo se è stato difficile riuscire a recapitare gli inviti a tutti di nascosto da lei, ma con gli sforzi di tutti ce l'abbiamo fatta e il messaggio "segui i globi, i girasoli e le lanterne" è stato efficace.
    Praticamente, adesso, manca solo lei e non vedo l'ora che Lawrence la porti qui.


    SPOILER (click to view)
    Visivamente, il risultato finale è qualcosa di molto simile a questo.

    Se avete voglia di partecipare, tutti siete i benvenuti e potete considerare di aver ricevuto l'invito ongame nei giorni precedenti, o di aver parlato di persona con Justin, Vanilla, Hunter o Annie, che vi hanno spiegato tutto nei dettagli. Enjoy!
     
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    Grifondoro
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    Non avrei dovuto farmi coinvolgere in quello che sembrava un disastro annunciato.
    Bofonchiando avevo accettato di contribuire a quel compleanno a sorpresa, che poi tanto a sorpresa non era, visto che la festeggiata sembrava aver fiutato qualcosa nell’aria.
    Però non potevo far altro che acconsentire se ciò distraeva Vì da quello che era successo ai suoi genitori.
    La morte dei signori Matviga era stata un fulmine a ciel sereno che aveva sconvolto non solo la vita della mia bionda, ma anche la mia. Volente o nolente loro mi avevano accolto in famiglia, ero stato ospite loro, il signor Theodore mi aveva preso sotto la sua ala... insomma, non era stato facile nemmeno per me.
    Sopratutto il non poter far niente per Vanilla, che si era chiusa in se stessa senza darmi modo di aiutarla. Aveva volontariamente ignorato il fatto che io avessi già superato la morte di un genitore e quindi sapevo come si sentiva, potevo offrirle il supporto di cui aveva bisogno.
    Mi ero arreso al muro che aveva alzato, non le avevo messo pressioni, ero rimasto al mio posto mentre lei elaborava a modo suo la cosa. Anche se questo aveva significato non parlarle per giorni interi. Era stata lei a decidere quando tornare da me, parlandomi delle sue decisioni su come gestire il suo enorme patrimonio, ed io l’avevo solo accolta a braccia aperte.
    Quindi sì, quando avevo visto uno spiraglio di vita in lei avevo acconsentito senza pensarci due volte, ringraziando anche Annie per averle fornito una distrazione. E se ciò implicava ridurre bottiglie di alcolici e lattine di birra a dimensioni tascabili, l’avrei fatto.
    Ed ero stato anche discretamente bravo, non per vantarmi ma sul tavolo degli alcolici non mancava decisamente niente.
    <Sono qui> dissi ad Annie, iniziando a sistemare le birre in modo da formare una piramide, ma venni bloccato da Vanilla praticamente subito
    Sbuffai, decidendo se lanciare o no una lattina di birra con il generale biondo che aveva rapito il mio cuore, optando poi per aprirla una e berne un lungo sorso
    <Vì.. io ti amo lo sai, ma ti giuro che ti lancio nel lago se continui così> un conto era tenere tutto sotto controllo, un conto era diventare maniaci ossessivi
    <E’ un compleanno, non un matrimonio di stato> conclusi, sistemando le altre lattine sul tavolo, voltandomi ad osservare Justin <Analcolico? Non esiste nel mio vocabolario> ridacchiai <C’è del succo di zucca e delle bibite> replico al piccolo Tasso, rassicurandolo. Mi sta simpatico, anche se delle volte capisco la metà delle cose che dice
    Controllai la scorta nascosta sotto il tavolo, ne avevamo a sufficienza per due giorni e poi raggiunsi le due bionde <Hai creato un mostro> sussurrai alla mia compagna di stendardi mentre le passavo accanto per raggiungere la mia dittatrice in verde-argento
    <C’è anche troppa roba. Feyre darà fuoco a tutto> commentai, mettendo un braccio intorno alle spalle della serpeverde guardandomi intorno. L’illusione creata dal ragazzino creava quella certa atmosfera, dovevo rendergliene atto, ma non sapevo quanto questo poteva giovare alla loro causa contro l’asociale Corva.
    Già era abbastanza evidente che si era nascosta volontariamente per non festeggiare, immaginavo la sua faccia di fronte a tutto quello.
    Aggrottai la fronte quando Vanilla parlò del regalo, sotto molti punti di vista aveva decisamente esagerato. Ma non potevo dire nulla, visto che avevo approvato pure io all’idea dell’appartamento. Alla fine la Corva si meritava un nido tutto suo, dove poter essere se stessa in totale libertà.
    Avevo notato il sospiro del ragazzino, come se il fatto che il Corvo taciturno fosse andato in cerca della sua lady non gli andasse molto a genio e quindi mi avvicinai a lui <Non devi preoccuparti sai? Quei due sono abbastanza tenebrosi da capirsi, ma non potrebbero mai andare d’accordo in altri campi. Sono due zucconi, finirebbero per lanciarsi oggetti> gli diedi un’amichevole pacca sulla spalla, salutando qualche invitato che sopraggiungeva
    <Credo che l’abbia stanata> indicai con il mento la cima del sentiero, dove qualcuno si stava avvicinando

     
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    Era la prima volta che qualcuno invitava Fannie a un evento che non fosse prettamente scolastico. Stava studiando in biblioteca i primi giorni di dicembre, con la sciarpa corvonero arrotolata intorno al collo per il freddo che provava, quando era stata braccata da un rumoroso Justin Dustin. Alla piccola corvonero erano brillati gli occhi al solo nominare della festa. Erano mesi che avrebbe voluto partecipare in modo più attivo alle attività sociali a Hogwarts, ma non ce n'era stata occasione se non l'evento spaventoso di Halloween. Era rimasta decisamente sconvolta da quella serata e il pensiero di quella vecchia sibilante ancora era fisso nel suo cervello nonostante fosse passato ormai un mese buono. Disse di sì a Justin senza indugiare troppo, chiedendogli tuttavia di fare silenzio. Erano pur sempre in una biblioteca.
    Quella sera Feyre era uscita prima di lei dalla stanza, lasciando Loki a zonzo tra i mobili. Pandoro se lo guardava da lontano, annusando l'aria in cerca di grane. Fannie gli lanciò uno sguardo di autorità pura, per evitare che i due si prendessero come era successo il mese precedente. Da quel giorno Fannie aveva lasciato Pandoro nella sua gabbietta ogni volta che usciva, ma era davvero una scena pietosa alla quale assistere. Quella sera non lo avrebbe fatto, anzi. Si sarebbe portata il furetto con lei alla festa, perché no? Pandoro aveva imparato le buone maniere ed era diventato un bravo compagno di avventure. Certo, gli mancava il fratello a dirla tutta, Fannie lo sentiva, ma Teresa era irraggiungibile da un bel po' ormai. Con il cuore un po' pesante, Fannie si vestì a metà tra il comodo e un look da festa. La chicca di quell'outfit era la giacca blu: in tema con la festa, Fannie aveva incantato il tessuto, che brillava dolcemente sotto la luce della luna. Uscì, con Pandoro sulla spalla, arrivando al luogo che Justin gli aveva indicato con un po' di anticipo. Riconobbe Justin, ovviamente, che salutò per primo e Vanilla, la serpeverde gentile che le aveva offerto il suo aiuto durante la lezione di incantesimi.
    Ciao a tutti! Che bell'allestimento, è da sogno, a Feyre piacerà moltissimo! Si avvicinò ai compagni di scuola, in particolare alla ragazza bionda vicino a Justin. Doveva essere la Annie che il tassorosso le aveva nominato quel giorno in biblioteca, perché di certo il grifondoro accanto a Vanilla non poteva essere. Piacere, sono Fannie...non credo ci siamo incontrate prima d'ora. Si girò poi verso il ragazzo, che aveva forse riconosciuto da qualche lezione. Era carino, ma il modo in cui si teneva vicino a Vanilla le fece pensare che ci fosse del tenero tra i due. Le mancavano i gossip di Ilvermorny, doveva ammetterlo almeno a sé stessa. E ciao anche a te. Alzò una mano nella sua direzione, per poi ricordarsi di Pandoro sulla sua spalla. Lui è Pandoro. Scusate se l'ho portato ma non poteva rimanere in camera con Loki...non corre buon sangue con l'animaletto di Feyre. A proposito, dov'è la festeggiata?
     
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    E' completamente inutile discutere con la Ross quando abbraccia una causa con questo fervore. Per quanto sia completamente edotta sulla mia idiosincrasia per feste e raduni vari, niente e nessuno può farla recedere dai suoi propositi. Dopo aver flemmaticamente ascoltato ogni minuzioso dettaglio del suo programma di festeggiamenti, elencato con enfasi e vistosi sbracciamenti, mi sono permesso di comunicarle che un semplice " buon compleanno" all'interessata, sarebbe stato più che sufficiente. Feyre avrebbe ringraziato con il suo consueto grugnito ed io mi sarei risparmiato lazzi, balli e torta coreografica con estrema soddisfazione. Il suo faccino adirato mi ha però convinto che la sintesi non sia ciò che desidera e che anzi anche la location dell'evento debba essere all'altezza delle aspettative. Sorvolo silenziosamente sulle inevitabili conseguenze di una tale scelta. Del resto sarebbe del tutto improprio da parte mia porre questioni in tal senso, dal momento che, notoriamente, non sono il tipo che si sottrae per timore di una qualche punizione.
    Più complesso, per la mia adorabile grifa, potrebbe essere il convincermi a partecipare attivamente all'organizzazione. Su quello sarei stato categorico e non avrei accettato compromessi.
    Il mio cipiglio si accentua mentre lei sbatte i pugni sul tavolo.
    Non ti serve il mio aiuto per questo sollevo le spalle mentre allargo le braccia mai visto nessuno con le idee più chiare e poi io non saprei da dove cominciare.
    Ho sottovalutato le capacità di convincimento di Annie Ross? Decisamente, se mi sono bastati i suoi "argomenti" migliori per capitolare come il peggiore sfigato della scuola. Occhi incredibili quelli della biondina, in grado di sciogliere anche un freddo insensibile come me. Per non parlare delle sue labbra su cui ho già fantasticato fin troppo, per questa mattina. Divago così intensamente che, senza neanche accorgermene, mi ritrovo incastrato in una missione di recupero festeggiata. La lunare Corvonero latita ultimamente, anche se personalmente non ho dato nessun peso alla cosa. Annie però è convinta che Fey si stia nascondendo apposta, per sottrarsi a qualsiasi sorpresa le possa essere riservata.
    E sia. Se è per una rappresentazione storica, posso anche sacrificarmi. Ridacchio all'idea di calarmi nei panni di uno dei fondatori di Hogwarts, rassicurato dal fatto che siano maschili, sebbene avrei comunque acconsentito, mio malgrado.
    Per quanto riguarda la Starfoll ho qualche idea su dove possa essersi rintanata
    Un sorrisetto sarcastico accompagna le mie dita che scorrono fra alcune ciocche dei capelli dorati.
    Il vero problema non è trovare una ragazza che ha i suoi luoghi preferiti quando vuole restare sola e nemmeno convincerla a seguirmi. Il dilemma pincipale è impedire al guardiacaccia di rovinare i nostri piani, piombando come un falco nel bel mezzo della festa. E' vero che scegliere il suo territorio per animare una sonnacchiosa foresta, significa anche correre un rischio annunciato, una sfida aperta all'autorità precostituita. E questo dovrebbe fermarmi? Si tratta di uno stimolo troppo allettante, perchè io possa solo pensare di rinunciare. Senza contare la determinazione di Annie ad escogitare fantasiose strategie per allontanare l'irlandese dal nostro obiettivo, fino a quando una delle tante è destinata a prendere corpo e...ali.
    Andrò da lui poco prima dell'ora prefissata riassumo, prima che le nostre strade si dividano. Non sospetterà niente, perchè non mi conosce. Chi avrebbe l'ardire di procurare un tale allarme, schermandosi dietro uno stupido scherzo? Sono un corvonero, non farei mai una cosa simile.
    Normalmente non mi presterei mai ad una tale infima mistificazione, rifletto avvicinandomi al capanno,all'esterno del quale individuo il guardiacaccia, chino a rovistare fra l'insalata del suo orto.
    Un ghigno quasi feroce si dipinge sulle mie labbra al pensiero di ciò che sta per accadere. Non ho niente contro costui, che ho praticamente ignorato fino a questo momento. La sua unica colpa è quella di interporsi fra la Foresta e i desideri di Annie, per cui ogni scrupolo è prontamente accantonato.
    Indosso una maschera dall'espressione compunta: in questi stessi momenti, la serra numero tre pullola di presenze insolite che io e la grifondoro abbiamo provveduto a richiamare spargendo, a caso, qualche puffagiolo.
    Ok senti, credo di aver commesso un grosso guaio esordisco ancor prima che la mia vittima si renda conto di avere qualcuno alle spalle. Mi pianta negli occhi il suo azzurro sguardo perplesso e io aspiro dalla sigaretta che mi penzola fra le labbra. Abbiamo provato a sistemare la faccenda , io e la Ross, ma quel fottuto fagiolo ha cominciato a riprodursi ed era dannatamente veloce, molto più delle nostre bacchette! Ho un'espressione abbastanza disperata? Credo di si, perchè le sopracciglia ramate di O' Toole si congiungono quasi al centro, mentre gli spiego che il trasporto in sicurezza del puffagiolo è franato miseramente e lo stesso è planato sulle zolle erbose della serra.
    Ci siamo dovuti arrendere e smettere di castare incantesimi, quando sono cominciati ad entrare stuoli di doxi, attirati dalle forte luminescenza.
    Le ultime parole le esalo a voce bassa, dopo aver enfatizzato il mio racconto con tonalità molto più accese.
    E' in atto una specie di catastrofe. Quelle creaturine sono intrappolate in una specie di foresta che cresce a dismisura e non riescono piu' ad uscire! Insulsi doxi, mi verrebbe da aggiungere, ma l'irlandese temporeggia, si guarda intorno e poi mi lancia uno strale muto, piuttosto intimidatorio, prima di avviarsi quasi di corsa verso il luogo infestato.
    La prima parte del piano sembra procedere senza intoppi. Ora devo sbrigarmi a completarlo, prima che cali il tramonto.
    Ho pochissimo tempo per rintracciare la Starfoll in uno dei suoi nascondigli prediletti. Sempre che non abbia trovato qualcosa, di cui non mi abbia reso edotto. Mi dirigo a passo svelto verso il casello e poi scendo l'ampia scalinata centrale fino ad uno dei cortili interni. E' un luogo poco frequentato , sormontato da una collinetta rocciosa, in cui una spaccatura naturale offre un riparo quasi confortevole all'eventuale incursione nella piazzetta sottostante. Deve essere il mio giorno fortunato, perchè nascosta da un tomo che le cela completamente il volto, riesco comunque a visualizzare le sue lunghe gambe che dondolano nel vuoto. Mi arrampico per raggiungerla e da quella altezza riesco a visualizzare il limite della foresta Proibita, non troppo lontano.
    Stiamo cercando di sfuggire alle responsabilità della maggiore età, prefetto? Mi accuccio e allontano il margine del libro dal suo volto. Beh mi aspettavo un'accoglienza più calorosa, anche da te. E' eufemisticamente "contrariata" e ridacchio per il broncio che le arriccia le labbra.
    Lo sai vero che non accetterò un rifiuto? mi hanno chiesto di portarti in un posto e non hanno specificato che debba farlo con gentilezza. Il suo diniego echeggia come una sentenza. E' palese che non accetterà di buon grado di seguirmi.
    Però puoi scegliere se portarti il libro o abbandonarlo alla sua sorte. Sulle prime sembra non capire e non presta la considerazione che dovrebbe, ma un attimo dopo si ritrova sollevata sulla mia spalla come un sacco, recalcitrante e lamentosa. I suoi lunghi capelli svolazzano dietro la mia schiena, insieme ai suoi pugni che battono rapidi nello stesso punto. La tengo per le gambe, mentre le grido di fermarsi.
    Non ti conviene dimenarti tanto, la tua gonna svolazza che è una bellezza. Se qualcuno ti vedesse si favoleggerebbe per anni sul tuo bel culetto sodo. Per mia fortuna, da quel lato del Castello, il viaggio è relativamente breve, ma Annie dovrà farsi perdonare per questo ratto periglioso.
    Già intravedo le luci e gli addobbi che la piccola compagnia ha ideato per festeggiare la più riottosa delle donne. Ho la certezza che, quando anche lei potrà vedere, le passerà ogni intenzione bellicosa. Per il momento però, mi da parecchio filo da torcere e devo tenerla saldamente per impedirle di cadere.
    Inutile aver paura, l'ho già fatto, non te lo ricordi più? Certo, non sei dimagrita, nel frattempo.
    Finalmente scorgo con chiarezza il piccolo gruppo nella radura protetta da una cintura di di alberi dalla folta chioma.
    Ehilà, guardate cosa ho trovato...
    Annie è la prima a corrermi incontro, seguita dal Nano Rosso visibilmente preoccupato. Più in disparte, Vaniglia con un sorriso che non riesce a sbocciare completamente, con accanto il grifondoro che da un po è diventato la sua ombra. La piccola Fannie con il suo inseparabile furetto, ci accoglie festosa.
    Deposito l mio fardello con dolcezza e le scosto i capelli dal viso.
    Era davvero impaziente di unirsi a noi, non riuscivo a trattenerla.
    Mentre lascio che i suoi occhi si riempiano dei dettagli di quella poetica scenografia, allungo un braccio per avvolgere le spalle di Annie.
    Tutto a posto, ora ho bisogno di qualcosa di forte Le mie labbra lambiscono le sue, per un brevissimo, fantastico istante.
     
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    Era stata una settimana terribile. Tra lo studio e gli allenamenti non aveva un attimo di respiro. In più il suo compleanno si avvicinava sempre di più e questo la rendeva nervosa come un gatto vicino l’acqua.
    Per fortuna la biblioteca rimaneva un luogo silenzioso e sicuro, dove un’occhiataccia bastava a far scappare i più, anche la sua biondissima Sunshine… beh a lei bastava solo accennare alla parola studio per vederla sparire.
    Inoltre aveva finto di non vedere le due bionde e il nano riccioluto confabulare tra loro di tanto in tanto, rendendola sospettosa e nervosa oltre ogni limite.
    Anche se scavava nei suoi ricordi, non trovava niente che potesse farle apprezzare il giorno del suo compleanno. Si, la nonna le faceva i pancake e una torta quando era a casa, ma quando era a scuola rimaneva un giorno come un altro. I suoi non si degnavano nemmeno di mandarle una lettera e non riusciva a ricordare un compleanno passato con loro. Ovviamente trovava sempre un regalo, di solito giochi didattici o corsi pagati per qualche assurda conoscenza che Daniel voleva inculcarle, ma mai una volta avevano festeggiato tutti insieme, come una normale famiglia.
    Quindi perché iniziare adesso?
    Certo, quel particolare compleanno segnava l’inizio della sua libertà, era finalmente maggiorenne, ma… le sembrava che avesse un retrogusto amaro. Non aveva ricevuto nemmeno una lettera dalla nonna, cosa che aveva scavato ancora di più nella ferita già aperta dalla storia della zia. Almeno lei le aveva mandato un bigliettino, un minimo si era rincuorata.
    Così aveva deciso di nascondersi, lontana da tutto e tutti, per non ammorbare nessuno con la sua aria poco festosa e molto incline al malumore.
    Aveva portato con se un libro, qualche biscotto, la borraccia dell’acqua e ovviamente la sua amata solitudine.
    Nel suo posticino segreto si sentiva come avvolta da una confortevole calda coperta, mentre leggeva indisturbata un vecchio tomo preso dalla biblioteca. Aveva acceso anche un piccolo fuocherello magico e aveva lanciato il cappotto da una parte. Da li godeva di una splendida vista sulla Foresta, ma era anche abbastanza in alto da non attirare attenzioni indiscrete. O almeno così credeva
    Finse di non vedere Lawrence arrampicarsi e accucciarsi vicino a lei. Alzò gli occhi dal libro, quando lui lo allontanò dal suo volto, per incrociare i suoi color cioccolata calda -Come mi hai trovata?- fece uno sbuffo, rendendosi conto che era colpa sua se lui era li. Glieli aveva mostrati tutti i suoi nascondigli durante l’estate, così che potesse usufruirne pure lui nei momenti no -Devo imparare a tenere certe informazioni private- arricciò le labbra in una smorfia, molto più simile ad un broncio che altro.
    -Non sto scappando da niente, oggi non ho voglia di stare in mezzo agli altri Cap- non s’illudeva che sapesse che giorno era, ma forse fra tutti era quello che poteva capire il suo stato d’animo…
    Alzò un sopracciglio, tornando alla sua lettura e provando ad ignorarlo mentre le diceva che era li per portarla via -No grazie, sto bene qui- dichiarò coincisa, chiudendo il discorso. Alzò nuovamente lo sguardo -Puoi rimanere tu qui con me, in religioso silenzio- gli propose, facendogli pure spazio
    -Che cosa sta-…?- lanciò un gridolino, mentre il povero libro crollava sul pavimento del piccolo rifugio -Lawrence mettimi giù!- protestò, cercando di tenere pure la gonna sotto controllo
    -E TU LASCIAMI! E NON GUARDARMI IL CULO!- urlò contro la sua schiena, continuando a divincolarsi come un pesce e iniziando a dargli pure dei pugni -TE LO ORDINO COME TUO PREFETTO: MOLLAMI!- iniziò ad insultarlo in ogni lingua che conosceva, sopratutto in gaelico
    -Tu più di tutti dovresti capirmi e aiutarmi a fuggire! Non consegnarmi a qualsiasi cosa sia!- continuando ad opporsi e a ribellarsi al corvaccio che la teneva sulle spalle come un sacco di patate, tentando di divincolarsi dalla sua presa. Non gli avrebbe certo reso le cose facili.
    “Certo, non sei dimagrita, nel frattempo”
    -Ma paura di cosa?! ….COME SCUSA?!?- gli diede un pugno più forte quando accennò al suo peso, indignata da quel commento -Peso cinquanta chili! Se dimagrisco sparisco!- ed era anche per quello che non aveva avuto scampo quando l’aveva catturata e portata via di peso dal suo nascondiglio
    “Ehilà, guardate cosa ho trovato…” e certo! Come se l’avesse trovata per strada e non stanata di proposito! -Vaffanculo! Mi hai RAPITA! E’ diverso! Traditore che non sei altro!- scandì bene la parola, per rafforzarne il concetto
    Quando la scaricò lo guardò malissimo sentendosi oltremodo tradita -Mi vendicherò- gli ringhiò contro, dandogli un ultimo pugno sulla spalla. Ma si addolcì un po’ quando le scostò i capelli dal volto. Porca miseria, gli voleva troppo bene per rimanere incazzata con lui e quel sorrisetto beffardo che lo caratterizzava
    Rabbrividì all’aria gelida della sera, strofinandosi le braccia. Non le aveva dato nemmeno il tempo di prendere il cappotto quel traditore malefico e adesso si ritrovava con solo il maglioncino grigio e la gonna.
    Adesso si che aveva voglia di correre via, ma aveva paura che lui la riacciuffasse subito
    Si voltò con un sospiro rassegnato con un broncio sul volto, ma bloccandosi di colpo, imbambolata di fronte a quello che vedeva. Aveva capito che stavano combinando qualcosa, ma non si aspettava di certo quello. Credeva che si fossero limitati ad una torta e qualche candelina.. invece avevano organizzato una festa in piena regola.
    Alzò gli occhi, incapace di dire qualcosa di fronte a quello spettacolo, mentre lentamente girava su se stessa, immergendosi in quella Notte Stellata che avevano ricreato per lei e nei suoi dettagli. Lanterne, girasoli, il cielo che risplendeva. E la torta… vedeva lo stile del padre di Juss anche da li. Era troppo, veramente troppo.
    Ed era solo per lei
    Si portò una mano alla bocca, il senso di colpa la trafiggeva come una lama mentre spostava lo sguardo su tutti loro, agli strumenti musicali al centro, fino ai tavoli colmi di cibo e bevande.
    Loro si erano dati così tanto da fare e lei non aveva fatto altro che nascondersi e allontanarli per tutta la settimana
    Si portò le mani al volto, coprendolo per non farsi vedere da loro e scoppiò a piangere, incapace di dire o fare qualcosa
    -Scusatemi- cercò di calmarsi, sventolandosi gli occhi -Grazie, davvero grazie- andò da Annie, strappandola dalle grinfie dell’Americano con un’occhiataccia che urlava Vendetta, attirando a se anche Vì. 

    -Scommetto che è tutta opera vostra. Voi siete due meravigliose pazze, siete come due sorelle per me- continuò a piangere, dando ad entrambe un sonoro bacio sulla guancia prima di lasciarle andare e dirigersi da Justin -E so che c’è anche la tua zampa Tasso- gli sorrise, abbracciandolo e baciandolo, per poi prenderlo per mano e salutare anche Fannie con Pandoro e Hunter. Si sporse verso Capitan America
    -Ok, scusa per i pugni- gli disse, non senza un filo di soddisfazione
    -Visto che ormai ci sono e che voi vi siete impegnati così tanto… direi che possiamo bere qualcosa. Di forte e che riscaldi, ho un freddo cane visto che qualcuno non mi ha dato il tempo di prendere il cappotto- una nuova occhiata tagliente a Law, ma seguita da un sorriso divertito. Trascinò con se Juss, mentre salutava qualche altro invitato, fermandosi davanti al tavolo degli alcolici
     
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    Egan Baskerville

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    Da quanto gli aveva detto Hunter, il suo compagno di stanza, si sarebbe tenuta nella Foresta Proibita una festa di compleanno per Feyre Starfoll. Non era nulla più che una conoscenza per lui ma ci sarebbe andato, d'altronde un vero gentiluomo non avrebbe potuto rifiutare. Per l'occasione Egan aveva indossato un elegante completo blu scuro incantato per sembrare un cielo stellato. Era uno dei suoi abiti migliori nonchè uno dei suoi preferiti. D'altronde ci teneva a mostrarsi bello ed impeccabile. Ad ogni modo, visto anche il vestiario, Egan fu abile o forse più che altro fortunato a riuscire a non farsi beccare da nessun professore mentre raggiungeva la sua meta. La Foresta Proibita l'aveva sempre affascinato, chissà quante Creature Magiche e avventure nascondeva quel luogo, ma purtroppo ogni suo tentativo di entrarvi era stato mandato in fumo dal Guardiacaccia. Tuttavia per quanto quella serata potesse essere ideale per esplorare finalmente la foresta sarebbe stato scortese nei confronti della festeggiata e questo era inammisibile per lo scozzese. Ci sarebbero state altre occasioni. Una volta arrivato alla festa il suo sguardo si perse subito ad ammirare il cielo che riprendeva il dipinto "Notte stellata" di Van Gogh. Complice il suo interesse per le stelle non poteva che trovarlo meraviglioso. Tuttavia presto la sua attenzione si spostò sui presenti tra cui puntò presto proprio Feyre. Al che le si avvicino. "Auguri." Le fece i suoi auguri con tono sentito. "Vedo che sei sempre bella come un Nero delle Ebridi." Aggiunse poi quel complimento disinteressato e volto solo al voler essere gentile con la ragazza. Seppur a modo suo data la bizzaria del complimento. Justin invece venne prima bellamente ignorato e poi sguadrato dall'alto in basso. "Da quando ti invitano alle feste, Justin Dustin?" Se ne uscì poi rivolto al povero Tassorosso con tono chiaramente sarcastico e che marcava il nome dell'altro dato che lo trovava semplicemente ridicolo. Non a caso Justin era proprio una delle vittime preferite degli scherzi di Egan nonchè uno perfetto da bullizzare per più motivi. Almeno dal punto di vista del Grifondoro. Se i suoi fratelli avessero frequentato la scuola con lui magari sarebbero riusciti a tenerlo, più o meno, a bada ma dato che ciò non era possibile Egan si sentiva libero di comportarsi come gli pareva tra le mure scolastiche. Non che non lo facesse anche fuori dato che era stato abituato così male da sua madre.
     
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    Quando finalmente la prof annunciò di aver corretto i compiti, Sibylla sollevò lo sguardo dal tomo di Divinazione con rinnovata speranza. Non si aspettava certamente un gran voto, ma quella volta era sicura di aver preso almeno una sufficienza. Aveva spulciato tutta la biblioteca in cerca di qualsiasi testo che potesse aiutarla con l'interpretazione dei sogni, aveva letto e riletto tutto il materiale raccolto e si era data all'analisi del suo subconscio con disperata dedizione. Ma quando quel mattino la prof si avvicinò a lei, col mantello dalle sfumature lilla-argentee che lambiva i banchi ad ogni passo e che brillava avvolgendola in una luce divina, Sib cominciò ad avvertire una spiacevole sensazione nello stomaco. La guardò dall'alto al basso, come si guarda un cerbiatto ormai in fin di vita, lasciando cadere sul banco, inesorabile, lo spesso rotolo di pergamene frutto di un mese di duro lavoro, ed accompagnando il gesto con un drammatico: "Ahimè, Sibylla, solo di nome...".
    Quante volte le aveva ripetuto quel maledettissimo appunto negli ultimi due anni? Almeno Desolante poteva darmelo!, pensò arrabbiata, gettando il rotolo nella borsa. Mi boccerà ai G.U.F.O., si disse rabbrividendo. Non posso farmi bocciare ai G.U.F.O. La nonna mi ammazza.
    Il pensiero della nonna — anzi — il ricordo del sogno in cui la nonna la inseguiva con una mannaia da macellaio bulgaro dopo aver visto il risultato del G.U.F.O. di Divinazione (Troll -) riaffiorò così vivido nella sua mente che, non appena terminarono le lezioni, si fiondò in biblioteca. Non ci voleva mica un genio ad interpretare quel sogno. Tormentò nuovamente la bibliotecaria chiedendole altri titoli, ma non solo non ebbe risultati, venne pure scacciata malamente con l'accusa di persecuzione. Disperata, decise che era rimasta solo una cosa da fare: andare nella Foresta Proibita e parlare con un Centauro (forse Fiorenzo?). Sapeva bene che la metà dei loro discorsi non erano comprensibili, ma forse... forse quella volta qualcuno l'avrebbe aiutata... Cos'ho da perdere? Al massimo mi sarò fatta un giro al fresco, che non fa mai male.
    Così corse a perdifiato fino alla sua camera, lasciò tutta la sua roba, si tolse la dannata gonna della divisa, infilò un paio di pantaloni neri, il mantello e si mise un taccuino con matita in tasca. Uscì passando dalla sala comune di Tassorosso come era entrata, così rapida e silenziosa da non destare l'attenzione di nessuno. Evitò che un suo compagno di Casa la travolgesse all'uscita (forse Dustin? Non aveva tempo per notare i dettagli) con un movimento agile ed in men che non si dica si trovò nel corridoio delle cucine. Mancava poco al tramonto e doveva essere certa di trovarsi fuori dal castello prima che qualche Prefetto o professore cominciasse ad intimarle di rientrare o di avviarsi a cena.
    Non appena fu certa di essere lontana da occhi indiscreti tirò fuori la bacchetta e, toccandosi il capo con la punta, mormorò Disillio!, e sparì confondendosi con l'ambiente circostante. Ormai era diventata così esperta di Incantesimi di Disillusione che era davvero difficile beccarla. Finalmente libera, pensò, gettandosi a capofitto verso la Foresta e voltandosi, di tanto in tanto, per cancellare con un semplice incantesimo le impronte lasciate sulla neve (le era già capitato di farsi beccare per colpa di quell'errore banale).
    Stava camminando nella Foresta da pochi minuti quando si accorse che qualcosa la stava seguendo. Si girò lentamente stando attenta a non fare rumore, sguainando la bacchetta come una spada. Il cespuglio di fronte a lei cominciò a tremare e, dal candore dei rami innevati, sbucò un cane di grossa taglia nerissimo, col pelo lercio e la lingua fuori, schizzando neve dappertutto. Ah, ciao Calante!. Calante cominciò ad annusare l'aria brontolando. Ah già, sono invisibile, scusami, gli disse toccandosi nuovamente la testa e pronunciando il contro-incantesimo. Va meglio così?
    Calante era un randagio, forse scappato da Hogsmeade, che Sibylla aveva trovato verso la metà del suo secondo anno ad Hogwarts. All'epoca era solo un cucciolo: era apparso in una notte buia in cui il cielo era appena appena illuminato (la luna era calante, da lì il nome), con una zampa ferita e tanta paura negli occhi. Sib lo curò e da lì divennero amici.
    Calante le saltò addosso, cercando di leccarle la faccia. Sì, anche io sono felice di vederti, ma adesso devo andare, ho una faccenda da sbrigare. Per tutta risposta Calante cominciò ad annusarle il mantello ed a ficcarle il muso nelle tasche. Non ti ho portato niente da mangiare. No, non piangere... domani... promesso domani passo dalle cucine. Ho solo caramelle stasera... non ti piacciono...
    Ma Calante non aveva la benché minima intenzione di lasciarla in pace. Aveva fame e voglia di giocare! Prese a girarle intorno ed a mordicchiarle il braccio, il mantello... finché non sentì qualcosa di rigido in una delle tasche di Sib. Emozionato, pensando che si trattasse di qualcosa di commestibile, infilò tutto il muso nella tasca ed addentò l'oggetto.
    Ehi! Il mio taccuino! Ridammelo!, sibilò, estraendo la bacchetta mentre quel birbante di un cane se la squagliava Accio taccuino! Accio taccuino!
    Ma ogni volta che Sib pronunciava l'incantesimo ed il taccuino cominciava a volare nella sua direzione, Calante lo riacciuffava con un balzo e scappava di nuovo.
    Che furbone che sei, disse Sib infilando la bacchetta in una tasca dei pantaloni. Adesso vediamo chi è più veloce, e cominciò ad inseguirlo.
    Procedevano come matti attraverso la Foresta, con Calante che continuava a guardarsi indietro sbavando estasiato, e Sib che lo rincorreva veloce come un fulmine, l'aria che le sferzava il viso ed un solo pensiero nella testa: Questo è molto meglio di Divinazione! Ad un certo punto un ramo la colpì sul viso — sentì aprirsi un taglio su uno zigomo — e perse il mantello, che rimase indietro impigliato tra le fronde innevate. Ma anche Calante non se la passava benissimo: era inciampato su una radice ed era rotolato per terra, attraverso un muro di cespugli.
    Aha!! Ti ho preso!, esultò Sibylla spiccando un salto attraverso quella siepe selvaggia ed acciuffando la preda.
    Sfilò il prezioso taccuino dalle fauci bavose di Calante con un abile gesto, atterrando in piedi con una piroetta. Si toccò istintivamente i capelli per controllare che la treccia fosse ancora salda — lo era — nonostante l'inseguimento (deformazione dovuta dall'educazione ossessiva della nonna) e sorrise beffarda. Stava per dire a Calante quanto fosse fuori forma quando si rese conto di non essere sola. O peggio. Molto peggio. Di aver interrotto qualcosa. Si guardò intorno e, con sommo orrore, notò che oltre i cespugli attraverso cui aveva seguito Calante c'era una radura, e che quella radura era illuminata ed a quanto pareva ospitava... una festa.
    Una festa? Come aveva fatto a non vedere le luci? A non sentire i rumori? Una festa... forse... qualcuno ne aveva parlato a scuola? Forse una festa di compleanno? Aveva sentito qualche chiacchiericcio nei corridoi...
    Non fece a tempo nemmeno a muoversi che il suo amico a quattro zampe, ancora su di giri per la corsa, cominciò a fare le feste ad un ragazzo dall'abito impeccabile — che Sib riconobbe come un Grifondoro del suo anno, Baskerville — ed a mordergli la giacca, sporcandolo di fango e neve.
    Sib sapeva che avrebbe dovuto sentirsi in colpa, ma Calante mica era suo e vedere quella scena la divertiva parecchio. Perciò eccola lì, in camicia in quella gelida notte, i vestiti una volta quasi eleganti ora bagnaticci di neve, le scarpe sporche di fango, il viso tagliato ed un mezzo sorriso sghembo stampato in faccia.

     
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    Tranquillo, Juss, non può succedere niente di peggio di quello che ci capita abitualmente quando siamo a lezione! diedi quella che voleva essere una pacca rassicurante sulla spalla del riccioluto Tassorosso, rivolgendogli un'occhiata benevola, prima di rimettermi all'opera con gli ultimi preparativi.
    Il massimo pericolo che ci può capitare è che piombi qui di punto in bianco il Guardiacaccia, ma ci abbiamo pensato io e Lawrence... Con tutti i Puffagioli che abbiamo lasciato casualmente cadere per la serra numero tre, quel poveraccio starà lì a liberare i Doxy fino a domattina. sghignazzai, rimandando i sensi di colpa ad un momento successivo, presumibilmente quando sarei stata abbandonata dall'eccitazione per la festa incombente.
    Ero sicura che sarebbe andato tutto bene e che Lawrence se la sarebbe cavata egregiamente, con Regan: non arrossiva, sapeva mentire come il più scaltro degli avvocati nel tribunale del Wizengamot ed aveva una parlantina ed un cipiglio talmente seri che era praticamente impossibile che il magizoologo potesse intuire che lo stesse prendendo in giro e tuto era stato architettato per tenerlo lontano dalla Foresta Proibita.
    Ehm... Vì? Non vorrei dirtelo, ma mi sa che qui l'unica sofisticata sei tu. risi prendendo sottobraccio la mia bionda amica Serpeverde per condurre il suo sguardo lontano dalla piramide alcolica che stava ergendo Hunter, spostando il mio verso l'elegante allestimento architettato dalla Prefetta. Secondo me è bello anche che Feyre veda il tocco che ha messo ognuno di noi, lasciamo che Lattughino lasci il suo marchio, mh? E le piacerà, sono sicura che le piacerà... Soprattutto quello che hai messo su tu!
    Quando poi Justin incantò tutto con quella trasfigurazione che ricordava La notte stellata, rimasi letteralmente senza parole... Il che era tutto dire. Diamine, quel soldo di cacio era nato tra i Babbani, aveva quattordici anni e maneggiava già gli incantesimi di trasfigurazione meglio di me!
    Quanto alla mia firma, era apposta sul palco, dal quale altri girasoli e globi luminosi incantati dal Tassorosso diffondevano una piacevole melodia strumentale, mentre ogni tipo di strumento dava sfoggio di sé su un tavolo in fondo alla pedana, in attesa di un Engorgio per essere ingrandito e suonato.
    Fannie! Sei venuta, che bello! salutai la Corvonero quando la vidi sbucare dal sentiero, rivolgendole un caldo sorriso. Ci conoscevamo appena, solo di vista, perché capitava che seguissimo le stesse lezioni, ma era la prima volta che avevo a che fare direttamente con lei. Piacere mio, Annie! Forse per la prima volta non mi vedi spalmata su un banco mezza addormen... Oh, che bel furetto! Posso toccarlo o mi stacca un dito?
    Ladies and gentlemen, Annie Ross, la Grifondoro che saltava di palo in frasca e si faceva distrarre da qualunque cosa prima di arrivare alla fine di un discorso!
    Lentamente, la radura si andava riempiendo e io saltellavo qua e là come una cavalletta in preda all'eccitazione, lanciando di quando in quando gridolini entusiasti nel gettare occhiate verso il sentiero da cui Lawrence sarebbe arrivato con Feyre a momenti.
    Beh, niente di neanche lontanamente paragonabile a quello che le hai regalato tu risposi a Vanilla mentre davamo gli ultimi ritocchi. E' una maglietta che ho fatto incantare così da riprodurre i loghi di quattro delle sue band preferite. Se tocchi il logo una volta, parte una riproduzione casuale delle canzoni più famose di quella band, se lo tocchi ancora smette, se invece picchietti tre volte il logo cambia. Ah, se la mette al rovescio c'è una nostra foto insieme e parte una mia canzone che ho scritto per lei durante l'estate.
    Non avevo ancora reso pubbliche le canzoni del nuovo progetto a cui stavo lavorando e che conteneva musica e parole legate alle esperienze vissute ad Hogwarts da quando mi ero trasferita, ma una di queste era dedicata proprio a Feyre e non vedevo l'ora che la ascoltasse.
    Nel frattempo era arrivato anche Egan, che salutai allegramente un attimo prima di salire sul palco e schiarirmi la voce.
    Grazie a tutti per essere qui esordii dopo un Sonorus. La notte è calata e Feyre sta per arrivare, pronti a cantare Tanti Auguri A Te quando la vedete sbucare dal sentiero!
    Hunter aveva ragione: Lawrence era riuscito a stanarla e stava arrivando, avrei riconosciuto la sua voce anche in mezzo al caos assoluto e nonostante le urla che provenivano chiaramente da Feyre, tra le quali però non riuscivo a distinguere le parole.
    Ehilà, guardate cosa ho trovato...

    SORPRESAAAA! Tanti auguri a... Ma che diavolo...?!
    Mi lanciai correndo verso i due Corvi che mi avevano rapito il cuore, smettendo subito di cantare quando realizzai che Feyre non stava arrivando sulle sue gambe, ma letteralmente trasportata da quell'orco del mio ragazzo come un sacco di patate e messa giù con la stessa delicatezza.
    Ecco, tutto mi sarei aspettata come prima reazione da parte della Starfoll, tranne un "vaffanculo" isterico, seppur giustificato.
    Per fortuna, fu questione di pochi attimi prima che la Scozzese dai capelli corvini realizzasse dove fosse e cosa avevamo realizzato, per poi scoppiare a piangere con le mani sul viso.
    Eccola la reazione che stavo aspettando! AUGURIIIII!
    La strinsi in un abbraccio stritolante e l'ultima parola gliela urlai praticamente ad un paio di centimetri dall'orecchio, mentre posavo un bacio tra i suoi capelli di seta d'ebano e la lasciavo tra le grinfie di Vanilla, Justin e gli altri, dopo essermi presa le labbra a schiocco della mia amica sulla guancia.
    Vuoi che urli qualcosa di forte anche nel tuo orecchio, mio adorato PuffagioLaw? risi lasciandomi circondare le spalle dal braccio di Lawrence, cingendogli la vita mentre sollevavo il mento verso di lui e rispondevo divertita al suo bacio fugace. Hai fatto un ottimo lavoro, Corvo. Non proprio elegantissimo, ma quel che conta è raggiungere l'obiettivo. A proposito, bella maglietta. risi passandogli un dito sul petto, proprio sotto le lettere che riportavano la scritta "BIRTHDAY", lettere nere e lineari che trasmettevano entusiasmo al sol guardarle.
    Ed ero proprio sul punto di trascinarlo verso il tavolo per prendere qualcosa da bere, quando Feyre arrivò di nuovo per tirarmi via con sé assieme a Vanilla... E niente, non potei fare a meno di seguirla con l'ennesimo gridolino della serata, senza lasciare la maglietta di Lawrence che fu costretto a venirmi dietro.
    Allora brindisi sia! Ogni drink è stato corretto con la Pozione Pepata che giuro di non aver fatto io, perciò se la berrete non morirà nessuno! Cinque minuti e ti ritroveremo a correre nuda nella foresta, Starfoll!
    Un rapido movimento con la bacchetta e un calice pieno di caldo, alcolico liquido ambrato, levitò fino ad ogni presente, assieme ad un braccialetto che richiamava i colori delle tonalità del blu elettrico e del verde fluo, molto simili alle particolari iridi della festeggiata.
    E visto quanto tendete al depresso, se volete un po' di leggerezza... Indossate i braccialetti!
    Senza pensarci due volte lasciai scorrere lungo il polso il mio, così che si avvolgesse in eleganti e luminose spire lungo tutta la lunghezza dell'avambraccio.
    Anche tu, Eggy, così magari per una volta eviterai di prendertela con i più piccoli! trillai verso il mio compagno di Casata, che come al solito non riuscì a resistere alla tentazione di tormentare Justin.
    Non intervenni oltre, ormai il Tassorosso era abbastanza grande e "tosto" da sapersi difendere da solo e non volevo rischiare di umiliarlo mettendomi in mezzo, così salii sul palco e puntai di nuovo la mia bacchetta di quercia rossa sulla pelle delicata che ricopriva la mia laringe.
    Tanti auguri, Fey... Questa è per te
    Ingrandii il pianoforte ed iniziai a suonare, lasciando che la melodia di Pyramid si diffondesse nella foresta, assieme alle parole che avevo scritto per l'amica più cara che avessi mai avuto e che mai avrò.
    And even when the wind is blowing
    We'll never fall just keep it going
    Forever we will stay
    Like a pyramid

    La invitai con un gesto della mano a continuare a suonare il piano mentre io mi divertivo a dare voce ai miei pensieri e sentimenti più profondi, salutando anche una ragazza che era appena arrivata assieme al suo cane, che si avvicinò al tavolo del cibo per sgraffignare un panino, mentre Pandoro correva a nascondersi chissà dove.


    Credo di aver interagito più o meno con tutti, per i dettagli... Leggete il post, pigroni! XD
    Comunque, i braccialetti sono stati incantati con il Divversio. Decidete voi se indossarli e quale effetto potranno sortire sul vostro pg ;)
    La role è libera e senza turni, postate pure quando vi va, non importa rispondere "a giro"
     
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    Serpeverde
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    Oggi, è stata una giornata particolare. Ho mangiato, frequentato lezioni, parlato con vari studenti, alcuni sono stati gentili, altri invece mi hanno preso per uno strambo o raccappriciante. (Magari raccontare con un tono un po' troppo divertito, di una donna in cui è stata sbranata da un coccodrillo, perché ella voleva fare le coccole al rettile poteva essere un po troppo, per alcuni studenti o professori. Pochi capiscono la bellezza dei Darwin Awards).

    in ogni caso, in sala comune ho sentito che c'è una sorta di una festa nella foresta proibita. Ovviamente non avendo ancora una amicizia platonica, non c'è stato la prodigatura di "invitarmi" a tale festa (anche se sono abbastanza sicuro che non ci vuole un invito).

    Nell'attesa ho cercato di capire se il movimento delle scale fosse in qualche modo prevedibile, e cercavo di capire come possono avere una "volontà" se sono una cosa diciamo non viva (e non parlo di zombie). O forse sono gli insegnanti che stregano le scale per far arrivare in ritardo i malcapitati studenti, cosi da avere manodopera praticamente gratuita nel fare i lavori noiosi che dovrebbero fare loro (be almeno non sono come gli insegnanti a Durmstrang che sono dei sadici con la loro stanza delle torture, se non mi avessero congedato prima del tempo, l'aula delle detenzioni avrebbe fatto una brutta fine, sarebbe stato uno bello spettacolo).

    Teorie complottistiche a parte, mi sono reso conto che ero abbastanza in ritardo, quindi decisi di incamminarmi verso la foresta proibita, portando anche dei dischi (sono riuscito ad creare dei dischi con della musica metal scandinava e non solo, spero che c'è qualcuno riesca ad trasfigurare un grammofono), verso il posto concordato. Be dopo circa un quarto d'ora/venti minuti, senti già dei brusii, praticamente alcuni sono già arrivati, anzi pare che la festa in questione era una festa di compleanno, e la festeggiata era già arrivata. Sarei voluto arrivare in anticipo, così da fare in modo che sarebbero stati gli altri a presentarsi al sottoscritto.

    In ogni caso, siccome che oggi mi sento abbastanza di buon umore decisi di presentarmi in modo abbastanza plateale: DAMES OG HERRER, ANNUNCIO LA MIA PRESENZA DELL'UNICO E INIMITABILE MAGH'RA GALEK., si ci sono giorni che tendo essere esuberante, e giorni che invece meglio strami lontano, e mi estraneo, oggi sono nel mood esuberante ed egocentrico. Poi aggiungo Comunque dov'è il cibo e dov'è la musica? Senza di esse non è una festa, ma un comitato di benvenuto di Durmstrang, e vi assicuro che è una tortura peggiore del Cruciatus., dichiaro tenendo le braccia aperte, e tenendo alcuni dischi nella mia mano destra. Si, vi ho detto che avevo praticamente soltanto un amico a Durmstrang? Ma almeno non era un amico finto, che mi accettava per quel che sono, ci scambiavano progetti di grandezza, lui sarebbe diventato ministro della Magia della Norvegia, e io il caporedattore di un mio giornale capace di guidare l'opinione pubblica verso un futuro radioso (magari prima fare altre cose da rendermi abbastanza conosciuto, magari crare uno specchio tv, una sorta di versione magica della Televisione... strano che un nato babbano non ci abbia tentato di creare tale specchio. Avrebbe avuto anche il controllo di un nuovo media e un arma in più contro i megalomani di sangue).


    Sono entrato appena dopo la fine della canzone.
    Comunque magh'ra è in Cercai di iterazioni umane in questa festa,


    Edited by Magh'ra Galek - 28/2/2024, 12:02
     
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    Serpeverde
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    “E’ solo un compleanno?” Inorridita strinsi le mani al petto simulando un infarto “Hunter ma ti ha dato di volta il cervello? A volte di dimentichi chi io sia..” terminai la frase con uno strano senso di inquietudine sulle ultime parole, ero una Matviga e lo sarei stata per sempre anche se adesso ero l’unica della mia famiglia a poterlo ancora urlare al mondo. Non volevo rovinare l’armonia e l’allegria quindi dipinsi sul volto un sorriso sincero, in fondo un breve momento di normalità era quanto di più desiderassi al momento. “Ti perdono solo perché sei dannatamente sexy lattughino” afferrai la sua maglia tirandola a me, il suo profumo inebriante fece il resto e per un secondo quando le nostre labbra si sfiorarono, dimenticai tutto il resto. “Ok, non tergiversiamo, non è la nostra festa”, lasciai che Annie mi prendesse sotto braccio, non ero poi più tanto sofisticata, considerando i mesi precedenti adesso le cose erano ben diverse ma la lasciai dire, non era un insulto e comunque ci andavo fiera. “Le piacerà tutto” ammorbidì il sorriso osservando tutto quello che -insieme- avevamo creato, ognuno a modo suo aveva messo il proprio tocco personale al servizio degli altri, assurdo quanto affetto ruotasse attorno a quella ragazza e assurdo come ancora non volesse condividere un giorno come questo con tutti noi.
    Man mano che gli invitati arrivavano scorsi dei volti nuovi, persone con le quali non avevo mai avuto il piacere di condividere momenti se non lezioni, “Ciao Fannie, piacere Vanilla. Finalmente ci conosciamo per bene!”, non sfiorai il suo furetto nemmeno per sogno, la mia avversione e paura verso gli animali non era un problema da risolvere in quel momento, quindi mi limitai a sorridere a debita distanza senza fare passi falsi.
    Di lì a poco la ragazza sarebbe arrivata e non riuscivo più a contenere l’ansia e il fermento, la busta stretta nel petto premeva forte, quanto si sarebbe arrabbiata lei per questo regalo? Troppo forse.. “E’ bellissima Annie” certo io non l’avrei indossata mai nemmeno sotto tortura ma Fey si, lei e il suo gusto discutibile per le maglie strane e le calze a rete, dunque tutto sommato era un regalo gradito alla festeggiata, senza considerare poi l’enorme valore affettivo che questo significava. Ricordai a me stessa la maglia color lattuga che regalai ad Hunter il giorno del suo compleanno quindi chi ero io per giudicare? “Le piacerà un sacco” conclusi così prima di essere interrotta da un vociare molto riconoscibile che man mano avanzava per i sentieri della foresta. “Oddio ce l’ha fatta”
    Prima che potessi dire qualsiasi altra cosa eccola lì la corva tanto attesa, portata di peso da Law, non riuscì a non sfiorare con lo sguardo il triangolo Fey, Annie, Law.. io non avrei mai permesso al mio ragazzo di portare in spalla nessuno se non un sacco di patate ma se andava bene a loro chi ero io per giudicare? Nessuno.. Eppure lo facevo sempre.
    Il sorriso commosso della mia amica mi fece dimenticare i pettegolezzi e il resto, la sua commozione fu anche la mia e lasciai che il suo abbraccio suggellasse il momento “E’ stato un lavoro di squadra” la verità in fondo era questa, finito l’abbraccio venne poi rapita da tutti per lo scambio degli auguri, un gesto carino che però mi fece brontolare non poco, avevo voglia di darle il mio regalo e l’attesa non era il mio forte. Il bicchiere di liquido ambrato suggellò l’inizio della festa, indossai il mio braccialetto fluorescente e lasciai che i colori brillanti avvolgessero il braccio.. L’effetto fu immediato, un torpore simile a quello provocato dall’alcol si irradiò lungo tutto il corpo, dopo tanto tempo provai serenità, calma. Respirai piano, stavo imparando a non cedere alle emozioni malsane, era una festa e tutti dovevano avere il loro spazio, persino Annie che di cantare non ne aveva mai abbastanza ma di questo ne fui felice, la sua voce era melodiosa e delicata, un momento dolce che con l’aiuto del suo braccialetto meraviglioso mi aiutò definitivamente a mantenere la calma.. Ancora per poco almeno. Terminato il primo bicchiere passai alla birra, scolai la prima lattina senza troppa difficoltà “Alla salute!”, tra le mani strinsi la terza che lanciai ad Hunter. Giunse il momento anche per Fey di dare il meglio di se al piano, l’impazienza non era il mio forte “Vai così ragazza! Propongo un brindisi!” sgranai la voce già mezza brilla “Feyre, o Feyro, Fayre.. Dipende dai gusti. Sei come una sorella per me, la sorella con le tette grandi migliore che potessi desiderare, ti voglio bene. Buon compleanno. Ti auguro milioni di basilischi giganti e affascinanti. ALLA SALUTE!”, troppo su di giri.. troppo. Sollevai l’ennesima lattina al cielo!

    Vanilla interagisce con tutti! Ci mette poco ad esser brilla quindi è già su di giri.
     
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    Grifondoro
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    Sbuffai nuovamente, alzando gli occhi al cielo <Ah figurati se posso dimenticare chi sei> borbottai ancora sottovoce, lanciando uno sguardo di supplica a Justin <Salvati tu che puoi> gli mormorai, consapevole che ormai eravamo tutti complici di quella follia
    <Vedi? Grazie Annie> feci un mezzo inchino, prendendo la bacchetta in quercia contro le lattine, mettendole, con estrema soddisfazione, nuovamente a piramide, ma lasciandomi distrarre dalla bionda che afferrò la mia maglietta ricambiando il suo bacio <Non istigarmi a portarti via di qui donna> scossi la testa, lasciandola andar via con Annie
    <Quelle due, tre se ci metti pure la festeggiata, insieme sono pericolosissime. Mi meraviglio che il castello sia ancora in piedi con loro in giro> dissi a Dustin, scuotendo la testa e tornando alle mie mansioni <Tappo dammi una mano con queste bottiglie> almeno lo avrei salvato dalle grinfie di quelle femmine pazze.
    Spolverai le mani, giusto in tempo. I primi invitati iniziavano ad arrivare, alcune faccie conosciute e alcune meno
    <Ciao Fannie> le porsi la mano da vero gentiluomo <Hunter piacere, ci siamo visti a lezione> guardai Pandoro con interesse, ridendo con Annie <Ti prego, fammi vedere come sto cosino potrebbe staccarti un dito. Vanilla lo prendiamo anche noi?> dissi divertito, sapendo quanto ne avesse paura.
    <Mi hai scritto nel bigliettino vero? Io non le ho preso niente> guardai il Tasso tutto ricci <Tu invece? Che le hai regalato? Sei il suo ragazzo no?> guardai le due in cerca di conferme, non seguivo molto i pettegolezzi del castello e spegnevo il cervello quando Vì parlava di determinate cose. Quindi si, molto probabilmente avevo fatto una gran figura di merda, ma sticazzi.
    Tossicchiai, mettendo un braccio intorno alle spalle di Vì, mentre il vociare dei due Corvonero si avvicinava sempre di più <Incredibile che sia ancora vivo> si sentì chiaramente un “Vaffanculo” carico d’astio riecheggiare nell’aria e risi <Ma sembra molto incazzata> posai un bacio sulla testa di Vì <Stai pensando qualcosa di poco carino, ti è venuta la ruga qui> le dissi a bassa voce, toccandole un punto sulla fronte. Ma non riuscii a terminare il discorso, perché mi fu sottratta dalla festeggiata e io alzai le mani, limitandomi a seguire il piccolo gruppo fino al tavolo del bere
    <Egan quando ti ho invitato, avevo sottolineato un vestiario poco appariscente> scossi la testa nel vedere il mio compagno di stanza <E smetti di tormentare gli altri o giuro che poi lo farò io> gli rivolsi un’occhiataccia nel sentirlo prendersela con il tappo, allontanandolo con decisione <Bevi, magari diventi più simpatico> gli mollai una pacca sulla schiena.
    Misi il bracciale in tasca, almeno uno di noi doveva rimanere abbastanza vigile. Mi lascia trascinare dagli altri fino al palco dove adesso una Sunshine arzilla iniziava ad intornare la canzone che aveva scritto per Fey. Quando la invitò sul palco la Corva fece un passo indietro ma trovò solo la mia mano, che la spinse fuori dal gruppo fino a farla finire al piano, salutandola quando mi fulminò con lo sguardo.
    Guardai Vanilla <Non sapevo suonasse e tu tra poco sarai ubriaca> le dissi, spingendola verso il tavolo con sopra il cibo, infilandole senza cerimonie un panino in mano <Non protestare e butta giù> ne sapevo più di lei in fatto di sbornie.
    Qualcosa travolse Egan <Che ci fa un cane qui?!> chiesi osservando la scena divertito, salutando la ragazza che arrivò dopo l’animale e voltando la testa verso uno che si stava… presentando? Ma chi cazzo era? In quella scuola le persone sbucavano fuori come funghi
    <Questo è già ubriaco> commentai, scuotendo la testa



    Ho interagito un po' con tutti
     
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    Tassorosso
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    E' che a volte ho l'impreffhione di non effhere abbafhtanza bad boy, per lei. Cioè no, non a volte, in realtà sempre. sospiro alle parole di Hunter, alle quali però rispondo con un sorriso grato.
    Il Grifondoro è il mio angelo protettore e sono felice che, nel corso del tempo, mi abbia preso a ben volere e abbia sempre una parola gentile nei miei riguardi. Mi fa sentire meglio il fatto che creda che tra Feyre e Lawrence durerebbe poco, anche se questo non mi rassicura poi un granché sul futuro che, invece, l'incantevole regina delle tenebre potrebbe avere con me.
    Il fatto che ancora, per qualche assurdo ed incomprensibile motivo, Feyre possa avere bisogno di me, mi sembra già un miracolo senza che Hunter mi mandi di traverso il succo di zucca che ho appena sorseggiato dal calice che mi sono riempito poco fa, facendomi tossicchiare.
    Non sono il suo ragaffho, è un po' più complicato di così! replico, provando gratitudine per le ombre gettate su di noi dal crepuscolo a mascherare il rossore che mi ha sicuramente colorato le guance.
    Cavolo se vorrei essere il ragazzo di Feyre, sentire la sua voce definirmi proprio così, mentre la vedo sollevare il suo mento perfetto e proclamare a testa alta che, per lei, sono più di un semplice amico. Tuttavia non voglio illudermi, so bene che la mia Corva può avere molto di meglio e che pretendere dal nostro rapporto più di quello che già c'è tra di noi equivarrebbe a farla scappare via, come una farfalla troppo a lungo imbrigliata tra le dita chiuse a rete. Chi sono, io, per intrappolarla e sentire le sue ali sbattere disperatamente sui miei polpastrelli, alla ricerca di una libertà di cui la priverei?
    Comunque il mio regalo è...
    Non faccio in tempo a dirlo al nerboruto Grifondoro che ha rapito il cuore di Vanilla, perché il buio trafitto dalle calde luci delle lanterne viene appena squarciato anche dalla voce inconfondibile della festeggiata, che inveisce contro lo spilungone Capitan America, che al contrario di me non si fa problemi a trascinarla con la forza ovunque desideri.
    Esattamente, Annie... Cos'è che ti piace, di quello lì? non posso fare a meno di chiedere alla Grifondoro, sollevando con perplessità entrambe le sopracciglia quando l'Americano mette giù la sua Prefetta.
    La meraviglia che le illumina lo sguardo un attimo dopo, è il più bel regalo in cui potessi sperare... Feyre è semplicemente rapita da ciò che abbiamo allestito in questa foresta per lei e se quel sorriso, in parte, è anche merito mio, mi sento talmente felice da avere anche l'impressione di essere più alto.
    C'è la mia zampa, ma senza le tue amiche non ce l'avrei mai fatta, da solo. Ma che tutti lo sappiano, adeffho che sei maggiorenne... Qualunque cosa tu voglia fare di me, sono consenfhiente. rido direttamente sulle sue labbra, stampando contro quelle di Feyre un altro bacio, giusto in tempo prima che la veda districarsi tra tutti gli invitati.
    Vedo che sei sempre bella come un Nero delle Ebridi.

    Ecco, appunto, Egan Baskerville è uno di loro e, come al solito, non riesce a trattenersi dal darmi il tormento e dal provare ad umiliarmi.
    Da quando mi chiedono anche di aiutare ad organizzarle, in effetti. mi sforzo di sorridere, consapevole che l'arma più efficace contro un bulletto da due soldi sia la gentilezza che contraddistingue ogni Tassorosso. E sai qual è la differenza tra quelli come me e quelli come te? Che quelli come me invitano anche gli fhtronzi, perché non si credono meglio di neffhuno.
    La domanda implicita è chi, invece, si creda di essere lui, ma non credo che Egan sia così scemo da doverglielo spiegare senza che ci arrivi da solo.
    Accolgo l'invito ad indossare un braccialetto dell'allegria e scruto con titubanza il contenuto scuro del bicchiere, chiedendomi cosa mai potrebbe succedermi, se mi decidessi a berne il contenuto. Dopotutto ho quasi quattordici anni, no? Sono abbastanza grande da poter rischiare, e poi... Hakuna Matata, giusto?
    A Feyre! faccio quindi eco al brindisi di Vanilla e, chiudendo gli occhi, lascio che il liquido mi infiammi l'esofago e lo stomaco tutto in un sorso, facendomi scuotere da un brivido mentre il calore mi pervade e la testa inizia immediatamente a galleggiare con un piacevole e stordente formicolio dietro la nuca.
    Quando Annie inizia a suonare la sua canzone per Fey mi unisco agli applausi e mi lascio rapire dall'incanto di quel momento, soprattutto quando anche la festeggiata sale sul palco e si mette al pianoforte.
    Mi sa che tra quelle due siamo io e te, quelli di troppo commento con Lawrence, porgendogli un hot dog come se fosse un ramoscello d'ulivo, mentre addento quello che ho preso per me.
    Devo averlo fatto penzolare dalla mano un po' troppo, però, perché un attimo dopo mi sento atterrare da due grosse zampe che si posano sulle mie spalle, facendomi cadere sulle ginocchia mentre il succulento panino rotola poco distante ed il grosso cane che mi ha sferrato l'agguato si accalappia il bottino, scodinzolando soddisfatto.
    Sybillaaaaa!
    Invoco il nome della mia compagna di stendardi e scoppio a ridere un attimo dopo, sicuramente per effetto del braccialetto che ho indossato e che non mi fa prendere troppo sul serio quello che è appena successo.
    Calante si è calato il mio hot dog! Per penitenza, il prossimo momento open mic fhpetta a te!
    Mi rialzo e mi strofino le ginocchia così da togliere grossolanamente il fango che è rimasto attaccato ai pantaloni, avvicinandomi a Fannie dopo aver staccato un girasole dalle decorazioni ed averlo porto alla Corvonero, solleticandole la guancia con i petali.
    Quefhto è per te, perché ho sempre pensato che tu sia davvero un sacco carina. Ti va di ballare?
    In un qualsiasi altro momento mi sarei reso perfettamente conto di aver parlato troppo o di aver dato voce a pensieri subconsci che non avrei mai ammesso nemmeno con me stesso, ma adesso mi sento così leggero da non riuscire neanche a realizzare di aver probabilmente commesso una cazzata gigantesca.


    SPOILER (click to view)
    Interagito con i pg di cui ho evidenziato i nomi.
     
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    ☽The Dark Queen☾

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    Corvonero
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    Pianti, lacrime e risate. Il tutto condito da una felicità che forse un po’, alla fine, si meritava. Non riusciva a smettere di piangere, ancora incantata da tutto quello che vedeva intorno a lei -Chi ha creato questa illusione?- chiese curiosa, meravigliandosi ancora.
    -Fannie pulcino mio- salutò meglio la ragazza, dandole un abbraccio -Hai portato pure Pan- fece un grattino al furetto -Loki era in giro?- strano, ma quel diavolo era imprevedibile.
    Si voltò verso… come si chiamava? Egan? Un Grifondoro vestito come una palla stroboscopica che le augurò buon compleanno, paragonandola a un Nero delle Ebridi.
    Inarcò un sopracciglio, ringraziandolo comunque... che strano complimento. Poi però arricciò il naso quando si rivolse a Juss con quel tono -Davvero? Fai il prepotente con lui davanti ad un Prefetto?- l’istinto di difenderlo si fece largo nel petto, anche se sapeva che il suo tasso poteva cavarsela da solo -Andiamo Juss- gli strinse la mano, allontanandosi da lui. Odiava i bulli, in modo viscerale -Da quanto va avanti? Da quanto ti ha preso di mira?- gli chiede preoccupata, spostandogli un riccio ribelle dalla fronte, dandogli un altro bacio -Quindi posso farti tutto quello che voglio senza rischiare una denuncia?- chiese curiosa e divertita.
    Afferrò il suo drink, ridendo alle parole di Annie, ecco perché le aveva chiesto di preparare la pozione pepata in quelle quantità -Ora capisco per cosa ti serviva la pozione… Vedremo Ross, alla fine ci ritroveremo noi due dietro un cespuglio- le lanciò un bacio -Ehi chi è che tende al depresso? Guarda come sia sfavillanti- rise, indossando il suo braccialetto -Forse a Lawrence dovresti darne più di uno di questi- lo prese in giro, notando solo in quel momento la maglietta che indossava l’americano -Ah carina, sprizza gioia come te- gli diede una gomitata giocosa, mettendosi in prima fila per ascoltare Annie cantare… una canzone per lei
    Come per lei? Si portò una mano sul cuore, emozionata come non mai. La sua Sunshine aveva messo in musica il loro bellissimo e straordinario rapporto -Volete vedermi disidratata- si asciugò nuovamente gli occhi. Cavolo era bravissima a cantare e quando la chiamò per prendere il suo posto scosse la testa terrorizzata, alzando le mani per negarsi, ma qualcuno la spinse verso il palco e lo strumento. Maledizione, chi cavolo era stato?! Fulminò Hunter dopo aver capito che era colpa sua, mandandolo a quel paese. Sospirò, prendendo il suo posto al piano. Non aveva mai suonato davanti a così tante persone e sentì una certa agitazione. Lanciò uno sguardo a Juss, soprattutto lui non l’aveva mai sentita, chissà cosa avrebbe pensato. Le ci vollero un paio di tentativi, ma alla fine azzeccò la melodia, suonando con lei e canticchiando anche qualche parola a mezza voce, avrebbe sicuramente imparato il testo a memoria nei giorni seguenti.
    Un cane sfrecciò tra le persone, sporcando Egan di fango e lei sorrise soddisfatta -Si chiama Karma questo- ridacchiò, salutando anche Sibyllla che arrivò poco dopo il cane. Rise di cuore, terminando la canzone e andando ad abbracciare Annie una volta finita -Grazie. Lo sai che sei il mio sole- ridacchiò, voltandosi poi quando sentì una voce nuova presentarsi con un fare eccentrico -Oh magnifico, come ha detto che si chiama?- bisbigliò alla bionda -Oh pazienza, voglio mangiare qualcosa- un senso di euforia l’aveva invasa, sicuramente merito del braccialetto, e si avvicinò al tavolo del cibo. Quanta roba avevano dirottato la?! C’era di tutto, salato e dolce e lei afferrò un cupcake decorato con lo stesso motivo della torta.
    E con quello in mano si avviò per raggiunse Justin, con l’intenzione di proporgli un giro nel famigerato cespuglio; in più voleva dirgli dell’invito arrivato dalla nonna per Natale, arrivando da lui proprio mentre si rivolgeva a Fannie e le porgeva un girasole con un sorriso luminoso.
    Quefhto è per te, perché ho sempre pensato che tu sia davvero un sacco carina. Ti va di ballare?
    Si fermò di colpo, il resto del cupcake che finiva per terra. Quella scena le fece stringere lo stomaco e non seppe bene come reagire. Davvero aveva sempre pensato che Fannie fosse carina? Effettivamente lo era, ed era anche più vicina d’età con lui… quella improvvisa consapevolezza la scosse, tanto che l’euforia che aveva in circolo sparì in un battito di ciglia. Eppure prima si era dichiarato giocosamente consenziente alle sue avance…
    Evitò di avvicinarsi ancora, anzi fece un passo indietro, voltando la schiena ai due e allontanandosi in fretta, temendo di vedere qualcosa di peggiore, tornando al tavolo del bere. Trovò la vodka e prese direttamente la bottiglia, nessuno ci avrebbe fatto molto caso
    Camminò senza meta, salutando e sorridendo fintamente agli invitati, ringraziando per la partecipazione e per gli auguri… anche se in quel momento voleva solo rintanarsi nuovamente nel suo posticino segreto. Vanilla era leggermente ubriaca e Hunter cercava di contenerla, Annie aveva altro da fare e sinceramente voleva solo pestare a sangue quel nano malefico, per ricambiare il modo in cui si sentiva in quel momento.
    Raggiunse un albero distante, sedendosi dietro di esso per nascondersi. Aveva bisogno di un momento da sola, solo qualche minuto per riordinare le idee.
    E così fece, alzandosi pochi minuti dopo e dirigendosi con fare bellicoso verso il pianoforte, fulminando con lo sguardo Juss.
    Posò la bottiglia per terra, forse non era poi così tanto lucida ma sapeva esattamente cosa voleva fare. Scrocchiò il collo e le dita tatuate, sedendosi poi sul piccolo panchetto e sfiorando i tasti d'avorio ed ebano.
    Voleva ballare? Bene, gli avrebbe dato qualcosa con cui ballare... una canzone che lui conosceva bene... visto che l'aveva ballata con lei al matrimonio di sua cugina.

    Edited by …Feyre… - 6/3/2024, 19:22
     
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29 replies since 6/2/2024, 17:25   982 views
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