Assassinio Avventura sull'Hogwarts Express!

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    Quando stai per vivere il giorno più brutto della tua vita non sai che sarà il più brutto, finché non lo diventa. Vanilla si era solo preparata a far ritorno a casa, una dimora da riempire di nuovi ricordi e amore, non avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe stata vittima e carnefice di un evento che nuovamente avrebbe sconvolto la vita di tutti.
    Immobile scossa dalle lacrime si lasciò pervadere dalla paura cedendo così alla sconfitta, un rivolo di sangue le rigava il volto quasi come fosse una lacrime accesa sul viso pallido, era fortunata, per ora era ancora viva. Come un tuono la voce di Friday riuscì a riportarla in vita, gli occhietti spaventati del ragazzo erano insolitamente freddi e spenti, conficcato nella sua pupilla verde vi era una scheggia di vetro, brillava riflettendo la luce del giorno. La Serpeverde lo guardò attonita, le labbra strette in una morsa secca reprimevano la voglia di urlare e abbandonarsi nuovamente al terrore e al panico ma per assurdo e come non le capitava mai deglutì e respirò. “Il tuo occhio..” mormorò appena rendendosi conto finalmente di quanto fosse grave per tutti la situazione, era rimasta immobile esplodendo in un pianto copioso molto più rumoroso della bomba mentre i suoi amici lottavano per rimettersi in piedi o addirittura per sopravvivere, si sentì devastata dalla sua stessa imbarazzante reazione. Si definiva da sempre una ragazza coraggiosa ma ciò che stava dimostrando era solo debolezza, strinse il pugno conficcandosi le unghia lunghe nel palmo della mano “no non lo è, Friday è.. credo di.. lascia stare ne parliamo dopo” fù quasi sul punto di prendersi giustamente la colpa dell’accaduto ma non c’era tempo, il suo egocentrismo vittimistico avrebbe atteso il giusto tempo. Gli attimi concitati del momento non le permisero di comprendere a pieno tutto ciò che gli altri studenti facevano nel disperato tentativo di salvarsi la vita, troppo lenta e forse troppo sciocca dovette attendere lo scossone di Andrè prima di svegliarsi sul serio e questa volta completamente. Tutti erano stati più utili di lei e si rese conto solo ora che due papere gialle galleggiavano sull’acqua increspata, Andrè era persino stato in grado di aiutare Friday cosa che per lei era stata impossibile, ricacciando indietro il senso di colpa si lasciò guidare sulla papera.. La verità dei fatti era che Vanilla provava una profonda confusione, difficile per lei comprendere quale fosse la cosa giusta da fare poiché l’unico istinto prevalso sugli altri era quello della sopravvivenza, la voglia di fuggire e liberarsi dalla paura. Comprese però di essere nuovamente sotto l’effetto di qualcosa di straordinario, fuori dagli schemi. Riuscì a capirlo solo poiché questa strana sensazione di soggiogamento l’aveva provata qualche ora prima a causa della maledizione, stordita si guardò attorno mentre i suoi amici compivano gesti disperati a rallentatore come fossero riprodotti a velocità ridotta. Spostò l’aria con la mano attraversando una nebbia grigia tendente al nero che di lì a poco aveva invaso i resti del vagone, non fece in tempo a comprenderne la provenienza poiché un rumore sordo simile ad un gorgoglio venne emesso dalle profonde acque gelide. Subito dopo due tentacoli viscidi e giganteschi invasero i finestrini del vagone afferrando due vittime sfortunate, il movimento dei tentacoli sbalzò via la ragazza dalla papera, Vanilla finì sul fondo del vagone mezzo sommerso dall’acqua gelida, se bene l’acqua non fosse ancora alta non riuscì a riemergere soffocata dai ricordi e dal modo in cui i suoi stessi genitori erano morti. Se fu l’acqua gelida o la mancanza di ossigeno non riuscì a capirlo ma la sensazione di stordimento scomparve nell’istante in cui il suo volto si era scontrato con il gelo delle acque del lago, comprese allora come un’intuizione che forse il vero problema era l’aria e la nebbia. Riemerse buttando indietro i capelli biondi come un incantevole sirena, la bacchetta stretta tra le dita “Testabolla” lanciò a se stessa l’incanto respirando finalmente aria pulita. Prima che potesse però far altro un terzo tentacolo irruppe bruscamente nel vagone distruggendo ogni possibilità momentanea di salvezza, con la sua lucidità ritrovata Vanilla riuscì finalmente a concentrarsi sulla situazione presente rendendosi conto a giudicare dalle urla che Feyre e Teresa ora danzavano strette nei tentacoli di un maledettissimo polipo gigante. Il tentacolo aveva diviso in due il vagone scaraventando nelle acque profonde tre sagome che la ragazza non riuscì a distinguere, cerco Friday tra i presenti riuscendo ad individuarlo nell’altra parte del vagone, dalla sua invece Karen e Corinne, proprio le due ragazze che tanto aveva detestato durante la lezione, beffardo destino. Vanilla sfiorò con una rapida occhiata Corinne, le sue condizioni disastrate erano evidenti, il volto pallido parlava da solo, provò dispiacere, un sincero dispiacere sentendosi nuovamente colpevole di aver recato tanto dolore poiché anche se non aveva piazzato lei la bomba ne era stata complice e a proposito di questo.. Allarmata si guardò di nuovo attorno cercando Tristan ma non riuscì a trovarlo, non c’era tempo adesso doveva fare una scelta, quale amico salvare per primo? Gli studenti nell’acqua, Feyre, Teresa o se stessa? Forse l’errore di Vanilla stava nel ragionamento, troppo composto e troppo incline all’ovvietà, per una volta scelse la follia e il possibile sacrificio, nessuno meritava di morire, nessuno tranne i colpevoli dell’accaduto e al momento per Vanilla lei stessa era l’unica. “Accio scopa” individuando tre scope galleggianti tra i resti dei bauli fu la cosa più sensata che le venne in mente, il legno umido le finì dritta tra le mani, salì a cavalcioni sulla scopa e velocemente disse alle ragazze “Ci sono altre due scope lì! Non affettate i tentacoli.” e aggiunse "mi dispiace" lo disse sinceramente, un mi dispiace che conteneva diversi significati, era dispiaciuta perché in qualche modo le stava abbandonando lì, dispiaciuta perché si era resa complice del disastro, dispiaciuta per non averle aiutate.. Si librò in volo riuscendo a fuoriuscire dal resto del vagone, il testabolla le permetteva di respirare impedendo anche all’aria fredda di disturbarla in volo, riuscì ad evitare un tentacolo viscido e urticante, il mostro concentrato sul tenere a bada gli studenti forse non si era ancora reso conto di avere una studentessa volante attorno ai tentacoli, fastidiosa come una zanzara. Solo qualche mese prima non avrebbe mai osato un gesto di tale coraggio, se qualcuno però doveva morire quella era lei e non di certo gli altri studenti.
    Vanilla non era una grande esperta con le creature magiche però leggeva tanto e conosceva diverse storie su mostri spaventosi fuoriusciti dall’acqua, l’istinto le aveva suggerito che tagliare i tentacoli non sarebbe valso a molto poiché essi sarebbero ricresciuti più forti di prima. Nei libri spesso una creatura come questa non era mai sconfitta dai mal capitati, piuttosto questi riuscivano a sopravvivere con l’astuzia, il problema però restavano le due ragazze strette nei tentacoli.. Vanilla riuscì ad individuare la sua amica, il volto di Feyre era pallido, scosso da fremiti, stava soffrendo era evidente eppure nonostante questo riuscì a comprendere i mormorii delle sue parole “Salva Teresa” tipico della Corvonero. Forse dopo Vanilla avrebbe protestato ma non adesso, puntò la bacchetta sul mostro pensando che l’unico modo per evitare ulteriori vittime fosse quello di bloccarlo “Incarceramus” senza verificare la riuscita dell’incantesimo puntò invece la bacchetta sul tentacolo che teneva ben stretto Teresa “Incendio” Vanilla era certa che il metodo giusto non comprendesse affettare l’animale così sperò che il fuoco puntato sul tentacolo costringesse la creatura a mollare la presa sulle ragazze. Lanciò poi un “Mordibo Cadent” proprio sotto Teresa sperando qualora fosse rilasciata, di attutirne la caduta.

    Vanilla è confusa e ci resta fin quando il tentacolo non divide in due il vagone, viene sbalzata via dalla papera e finisce con la testa nell'acqua. Il freddo e l'acqua la fanno rinsavire e comprende che la sensazione di stordimento è dovuta alla nebbia, lancia un Testabolla e poi un Accio scopa. Ho dato per scontato l'esito positivo di questi incantesimi dopo averlo chiesto al nostro master <3
    Si libra in volo tra i tentacoli scegliendo di salvare prima Teresa (anche qui Feyre mi ha detto di non salvare prima lei xD), Vanilla comprende che forse affettare il polipo non sia una buona idea.
    Per gli incantesimi Incarceramus sul polipo e Incendio e Mordibo Cadent lascio l'esito aperto.
     
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    Il caos è vero, come il dolore ed il sangue. Non è una visione o un'incubo particolarmente brutto, questa è la realtà e svegliarsi non basterà a far smettere tutto.
    Attorno a me sento gli altri studenti muoversi, provano a fermare l'acqua e mettersi in salvo mentre io me ne sto qui davanti a Vanilla, calmo in modo quasi innaturale. So che devo provare a tirare su Teresa, e poi il resto si vedrà. Sono cosciente del braccio rotto e della scheggia infilata nell'occhio sinistro, però sarà un problema per dopo, per quando il mondo tornerà a scorrere in modo normale.
    E' come se avessi il cervello avvolto dall'ovatta, eseguo movimenti lenti come la nebbia che, pian piano, entra dai vetri rotti che gli altri non sono riusciti a chiudere. Sibylla mi lancia una camicia che non riesco ad afferrare, cade a terra bagnandosi e per un lungo istante la osservo chiedendomi cosa dovrei farci; le parole della ragazza sbloccano qualcosa, quel tanto che basta per farmi chinare a raccogliere l'indumento ormai zuppo e tentare di creare un tutore di fortuna. Con una mano sola è difficile e sento le dita molli come dei budini, quindi rinuncio in fretta ma quel gesto gentile mi riecheggia nella testa perchè da lei non me lo aspettavo, non dopo la litigata di cui siamo stati protagonisti. Credo che dovrei dirle grazie, ma a cosa servirebbe? L'acqua potrebbe inghiottirci da un momento all'altro, quindi perchè sforzarsi?
    Anche l'intervento di André è inutile, perchè perdere tempo a guarirmi l'occhio? Fa male e basta, con un gemito mi porto la mano sinistra verso il viso e sul palmo mi trovo la scheggia che mi stava decorando l'iride, è sporca di sangue e quando la guardo è come se avessi una linea davanti alla pupilla, o un fastidioso capello che non vuole levarsi di torno.
    Mentre gli altri continuano a muoversi, io mi appoggio ad un sedile ancora in piedi e lì rimango a fissare il pezzo di vetro, come affascinato dai disegni rossi sopra di esso. Presto l'acqua entrerà e finirà tutto, almeno ci sarà un po' di pace dall'altra parte, niente visioni. E' rassicurante, anche se mamma e le mie sorelle saranno sicuramente tristi, però col tempo staranno sempre meglio, lo so.
    Un tentacolo interrompe improvvisamente questa serie di pensieri allegri, dividendo in due il vagone su cui ci troviamo. La botta è bella forte e mi scuote, ma dopo essermi tirato su nemmeno sono sorpreso perchè è ovvio che in questo mare -o meglio, lago- di sfiga ci sia anche una bestia assassina, nel guardarmi attorno mi rendo conto d'essere rimasto su una metà insieme a Justin ed Egan, dall'altra ci sono Vanilla, Karen e la sua amica Corvonero mentre Teresa e gli altri... Già, dov'è Teresa?
    Terry...?
    Mormoro lasciando andare finalmente quel pezzo di vetro, seguo con gli occhi i tentacoli pallidi finchè non vedo a chi appartengono e, finalmente, noto i corpi della mia amica e Feyre intrappolati. Moriranno se stanno lì, la mia piccola Tassa... è giusto lasciarla perdere, chiudere gli occhi e dare tutto in pasto al destino? No, certo che no! Idiota, svegliati! Ci sono anche Ralph, André e Cameron in acqua! Devi fare qualcosa, smettila di comportarti in questo modo, dove hai messo le palle?!
    Strabuzzo gli occhi per cercare di mettere a fuoco e, nell'impeto, mi colpisco il braccio ferito con una manata per uscire da questo fottuto stato comatoso. La botta fa male, è come una scarica elettrica lungo tutto il corpo e finalmente caccio l'urlo che ho trattenuto fin troppo. Con un grugnito afferro la bacchetta e riesco a castarmi un Testabolla nell'eventualità che finisca sott'acqua. Dentro quel piccolo mondo, riesco a respirare meglio e pensare un po' meno da stronzo. Avanti Wyldflower, i tuoi amici hanno bisogno di te, fa qualcosa!
    Vedo Vanilla su una scopa alle prese con la creatura, quindi decido di darle manforte da qui perchè di volare con un braccio solo non se ne parla.
    Diffindo! Diffindo!
    D'istinto punto ai tentacoli più vicini a me, l'unica cosa che voglio fare è liberare le ragazze e il polpo troppo cresciuto potrebbe scegliere di lasciarle andare se gli rompo abbastanza i coglioni.


    all'inizio è in mood super depresso, la nebbia aumenta i suoi pensieri disfattisti e si mette da parte senza fare un cazzo, poi il tentacolo che divide il vagone lo fa mezzo ripigliare.
    non si era accorto dei due tentacoli che avevano preso Teresa e Feyre, e nel vedere loro messe così e gli altri in acqua il suo cervello si smuove. si tira una botta sul braccio rotto ed il dolore lo fa tornare in sé, il testabolla (esito positivo concordato col master) fa il resto.
    sceglie di aiutare Vanilla da dentro il vagone provando a tagliare con dei diffindo i tentacoli più vicini a lui. no, non aveva sentito il consiglio della ragazza d'evitare di farlo... ops.
     
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    Stava fissando un punto senza guardarlo veramente, il tempo intorno a lei sembrava aver rallentato completamente la sua corsa. Un tocco, il suo nome che la riportava alla realtà del vagone “Tieni” Justin le stava tendendo la bacchetta, richiamata dall'accio lanciato poco prima
    -Grazie- lo guardò, stringendo la presa sul manico d’argento del suo legno. Con l’altra mano gli accarezzò velocemente una guancia, preoccupandosi per un attimo. La rabbia, il senso di colpa.. era svanito tutto -Stai bene? Sei sporco di sangue- che domanda stupida, chi non lo era? Ma le sembrava di non riuscire a formulare qualcosa di più sensato. Spostò lo sguardo sugli altri; sembrava un campo di battaglia. Sangue, lamenti e bauli ovunque. Almeno il suo era rimasto sull’altro vagone. Le venne quasi da ridere, ma il dolore alla schiena non glielo permetteva, già le sembrava di respirare male e un dolore si stava irradiando anche alla nuca e al collo.
    Il norvegese di cui non riusciva ad afferrare il nome stava già sistemando gli altri sulle papere, aiutato da André. Si avvicinò al tasso spettinato -Stai bene tu?- lo controllò i cerca di ferite gravi, ma sembrava star meglio di tanti altri.
    -Ottima idea Juss, dobbiamo sbrigarci però- una scintilla di lucidità, solo quella le serviva per continuare ad andare avanti. Una nebbia densa e fitta iniziò a filtrare dentro al vagone sempre più inabissato. Ci mancava solo quella
    Si appoggiò per qualche momento ad un baule rovesciato, una mano sul collo dolorante cercando di capire come agire, cosa poter fare per migliorare la loro situazione.
    Ma si sentiva stanchissima e l’idea di lasciarsi andare stava prendendo sempre più piede e qualcosa scattò in lei. Un campanello d’allarme prese a suonare nella sua mente, mentre lo sguardo tornava a spostarsi da una persona all’altra
    -C’è qualcosa che non va- mormorò. Ok che era una persona arrendevole, ma non così tanto. Qualcosa stava spingendo su quelle sensazioni negative
    -Justin- si mise in allarme -Tieniti pronto a tu…- qualcosa invase il suo campo visivo zittendola completamente. Un enorme e viscido serpente bianco sbucò dal nulla, colpendo Justin e afferrandola per la vita, trascinandola via. Sgranò leggermente gli occhi, guardando un’ultima volta il tasso di fronte a lei.
    Gridò mentre veniva strappata via dal vagone e veniva sospesa a mezz’aria. Le si mozzò il respiro mentre abbassava lo sguardo e vedeva l’enorme bestia emergere dalle acqua.
    Non era un serpente, era un tentacolo.
    Era un cazzo di kraken e la stava stritolando. Già respirava a fatica, adesso poi le sembrava di non avere più nemmeno i polmoni. Sicuramente le aveva spezzato pure qualche costola. Oltretutto era viscido, disgustoso e troppo bianco per essere un normale mostro marino. Ma su tutto era concentrata tranne che sul manuale di magizoologia. Delle urla le fecero voltare la testa, vedendo Tess uguagliarla nella cattiva sorte. Voleva chiamarla, aiutarla ma come poteva? Si sentiva come su un’ottovolante mentre quel coso muoveva il tentacolo, sballottandola in ogni possibile direzione
    Lanciò un nuovo grido quando avvertì un bruciore intenso all’altezza della gola e del petto, la dove il tentacolo terminava e le ventose le aderivano alla pelle. Anche le gambe avevano subito la stessa sorte, ma li era meno accentuata; forse le calze avevano fatto da barriera e sentiva come una puntura di una medusa estremamente dolorosa.
    Quella bestia era pure ustionante. Andava sempre meglio. Le veniva da vomitare dal dolore e mentre osservava giù, tra le lacrime di terrore e dolore, vide il vagone dividersi sotto i colpi del mostro e il gruppo dei suoi amici andare alla deriva, catturati dalle onde e dalle correnti generate da quella orrida bestia.
    Doveva reagire, non poteva rimanere immobile. Sopratutto quando un enorme bocca irta di denti iniziava a fare la sua comparsa a pelo d’acqua.
    No, non poteva morire. Si divincolò, avvertendo una nuova fitta di dolore all’altezza dell’addome… il maglioncino doveva essersi alzato, lasciando la pelle alla mercé delle ventose. Lanciò un nuovo urlo, non aveva più voce a forza di farlo, vedendo sfrecciare di fronte a lei una figura. Stava iniziando ad avere le visioni?
    Vanilla, era Vanilla su una scopa e si avvicinava a lei, zigzagando tra le altre braccia del kraken
    -SALVA TERESA!- le urlò contro. Doveva isolare il dolore e la paura, doveva usare la testa anche se al momento c’era solo caos e altre mille emozioni.
    Sentiva le braccia bloccate intorno al corpo, ma stava ancora stringendo la sua bacchetta. Poteva fare qualcosa, poteva farcela.
    Doveva liberale il braccio armato, quindi strinse i denti e iniziò a tirarlo su. Forse era stata l’idea peggiore del mondo.
    Il tentacolo strinse la sua presa, bruciandola con le sue ventose mentre tirava su centimetro dopo centimetro il braccio e la mano. Ma nel mentre pensava e più pensava e più era convinta di aver trovato una soluzione
    Trattenne il fiato dando un ultimo strattone, tremando per il dolore e per lo sforzo, ma ce l’aveva fatta. Era libera. Guardò la mano rossa e piena di bolle, sentendosi sempre più vicina allo svenimento
    -Maledetto stronzo- ringhiò con odio, puntando la bacchetta contro il tentacolo nel punto più lontano da lei, per non rimanere vittima del suo stesso attacco -GLACIUS!- l’arto bianco iniziò a cristallizzarsi e il gelo la investì di nuovo. Veloce, doveva essere veloce -Deletrius!- un nuovo colpo e lei cadde nel vuoto. Almeno era libera da quella bestia e poteva morire liberamente in un altro modo

    -Justin le restituisce la bacchetta (concordato con player)
    -E' molto spaesata e ha problemi con la respirazione, chiede ad André come sta
    -Si rende conto che la nebbia ha qualcosa che non va, ma non fa in tempo a dirlo
    -Non fa un cavolo se non urlare e soffrire
    -Interagito con Vanilla per farle salvare prima Teresa
    -Libera un braccio, attacca il tentacolo con Glacius e Deletrius. Ha scelto di ghiacciarlo per avere un effetto "cauterizzante", sperando che non si moltiplichi.
    -Cade nel vuoto. Non ho specificato se il mostro la lascia perché il tentacolo è stato distrutto o perché è stato solamente disturbato. Al master la scelta
    Se volete salvarla bene, altrimenti cadrà in acqua o farà da antipasto. A voi la sorte
     
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    Karen abbozzò un sorriso incerto, cogliendo nelle parole di André la volontà di essere aperto e pronto al confronto mancato durante la loro ultima conversazione. L’irlandese si chiese se non fosse sempre stato lì ad aspettare l’occasione giusta per parlarle; la voglia di riconciliarsi con il suo amico fu tale da tentarla di rompere il silenzio che negli ultimi mesi si era frapposto tra di loro, ma le parole che lo udì pronunciare dopo aver scartato il regalo le serrarono la gola.
    Non era colpa sua. Karen tormentò il labbro inferiore mordendolo con forza, sforzandosi di ricacciare indietro le lacrime che sentiva pungerle gli occhi. Quante volte glielo avevano ripetuto, senza riservare per lei alcuna traccia di rancore? Se da una parte avrebbe voluto crederci, colpevolizzarsi era invece più semplice perché conferiva a quanto accaduto l’illusione del controllo: se gliene avesse parlato prima forse lui e Daisy non sarebbero stati lì per vedere quella donna morire… forse non avrebbero rischiato di morire a propria volta. Comunque fossero andate le cose le dispiaceva per avergli mentito e avrebbe voluto lo sapesse… glielo avrebbe detto, se il viaggio di ritorno verso casa non si fosse trasformato in un incubo. La vicinanza che li vide di nuovo uniti ebbe vita breve e di lì a pochi secondi Karen si ritrovò scaraventata via, finché la corsa del treno non si arrestò.

    Erano diversi i feriti all’interno del vagone. Mentre Dustin si occupava di Feyre e André delle ferite di Sybil e di Fry, Karen riuscì a guadagnare tempo per impedire al convoglio di continuare ad affondare: con l’aiuto di Cameron riparò le crepe di alcuni finestrini e ghiacciò l’acqua in prossimità di una voragine troppo estesa per essere ricostruita con i frammenti dispersi sul fondale. Per un attimo si bloccò, paralizzata dalla distesa di nebbia che dall’esterno impediva una visuale periferica che andasse oltre un palmo dal naso, restituendole l’immagine di una immacolata tela bianca. All’idea che di lì a pochi minuti quelle stesse acque gelide avrebbero potuto inghiottirla insieme ai suoi amici il cuore iniziò a battere in modo anomalo nel petto procurandole fitte dolorose. Dovevano uscire. Dovevano farlo prima che fosse troppo tardi.
    -Piantala di dire cazzate, Miller. Io qui non ti lascio, mi hai capito?- replicò, stizzita. Da che si conoscevano era la prima volta che le rispondeva con un tono tanto ostile; non lo avrebbe mai fatto se la paura di perderla non avesse alimentato nervosismo e panico. Fu aiutandosi con l’altra mano per tenere ferma quella che stringeva la bacchetta che Karen attenuò il tremito, indirizzando l’incantesimo sul taglio alla tempia rimarginandolo fino a smettere di sanguinare. Il sollievo che provò nel vedere il suo sguardo più presente fu pari solo a quello di sentire di nuovo André al proprio fianco. Karen lo guardò negli occhi, apprensiva.
    -Non riesce a camminare. Credo che abbia anche picchiato la testa…- anche il tassorosso non era esente da tagli e contusioni, constatò nell’averlo tanto vicino; tuttavia, il ragazzo era sufficientemente vigile da allontanare temporaneamente il timore che il peggio non fosse ancora arrivato. Mentre Ralph e André sollevavano Corinne, Karen diede il suo contributo tenendo ferma la papera galleggiante, sentendosi inutile e impotente. Ancora una volta le persone a cui voleva bene erano in pericolo e rischiavano di morire e a quel pensiero fu sul punto di piangere. Lo avrebbe fatto, se un movimento fuori dalla finestra non le avesse strappato un brivido: la Grifondoro voltò la testa di scatto, battendo le palpebre come per sincerarsi di ciò che aveva visto.
    -Diabhail… che cazzo era quello?!-, prima che potesse realizzarlo veramente, due tentacoli agguantarono le finestre del vagone, strappandole con un rumore metallico assordante. Karen tenne Corinne ferma per la spalla integra, affinché non cadesse dal gonfiabile; istintivamente puntò la bacchetta sui suoi amici più prossimi, senza riuscire a pensare ad altro che proteggerli da qualsiasi colpo sarebbe giunto.
    -Protego!- dovevano uscire da lì, fu il suo pensiero poco prima che il vagone venne spaccato in due metà, strappandole un altro grido di terrore. Con tutte le sue forze restò aggrappata alla struttura dello scomparto, valigie e bagagli si accatastarono incastrando sul posto la papera su cui Corinne era stata adagiata. Quando ciò che restava del convoglio ritornò stabile Karen si voltò verso i suoi compagni e fu con orrore che di loro non trovò nulla. La corrente doveva averli trascinati via.
    -No…- lacrime salate riempirono gli occhi e le bagnarono le guance, i pensieri vorticarono frenetici nella mente pensando al peggio. Dalla loro parte del vagone erano rimaste soltanto Corinne e Vanilla.
    -Non sono qui… Vanilla. Abbiamo bisogno di te- con occhi supplici Karen la implorò di restare, ma lo sguardo della prefetta di Serpeverde fece presagire che non sarebbe rimasta con loro a lungo. Guardando fuori dal vagone comprese il perché: Feyre e Teresa erano intrappolate dai tentacoli della creatura. Il kraken, candido come la neve, doveva essere stato risvegliato dall’esplosione e avrebbe fatto delle due ragazze il suo bottino se non fossero intervenute per liberarle. Karen non poté trattenerla: tornò verso Corinne, recuperando una delle due scope che la Serpeverde si era lasciata alle spalle, e dopo aver cinto un fianco della ragazza che considerava alla stregua di una sorella le baciò una tempia.
    -Resta nascosta. Tornerò a prenderti-, sussurrò, prima di salire a cavallo sul manico di scopa e di sfrecciare all’esterno.
    L’aria fuori dal vagone era gelida. La nebbia rendeva impossibile vedere oltre pochi metri di distanza, costringendola ad accostarsi ravvicinata al minaccioso specchio d’acqua. Se fosse caduta non sarebbe annegata, si ripeté rinsaldando la presa sul manico, perché il testabolla di Corinne l’avrebbe salvata. Il kraken continuava a muovere i suoi tentacoli gettandola in uno stato d’angoscia: quando vide precipitare una delle sue compagne Karen interruppe la perlustrazione per raggiungerla.
    -Morbido cadent!-, l’incantesimo avrebbe dovuto frenare la caduta, attutendo lo schianto contro la scopa; la Grifondoro ebbe a malapena il tempo di riporre via la bacchetta quando fu in prossimità di Feyre e imprecò per il dolore nell’afferrarla in malo modo, aiutandola a sistemarsi in sella sul retro.
    -Tieniti a me-, la condusse nello scomparto più vicino, dove Fry stava dando manforte a Vanilla attaccando il kraken e fu alle loro mani che la affidò.
    -Corinne è bloccata dall’altra parte… non trovo Ralph, André e Cam. Devo andare-, li informò, sperando che avrebbero avuto un occhio di riguardo per la Corvonero mentre lei cercava i compagni dispersi nel caso in cui il kraken avesse preso di mira il suo vagone. Karen perlustrò la superficie del lago chiamando diverse volte i suoi compagni, invano.
    -Ralph! André! Dove siete?!-, tentò allora con un accio verbale, invocando il nome del primo: fu quando lo vide riemergere in superficie, senza riuscire a tenersi a galla, che lo individuò; ritentò con un secondo accio, agguantandolo per un braccio finché non fu in sella alle sue spalle. Avesse potuto lo avrebbe abbracciato, tanto era il sollievo che provava nel vederlo ancora vivo.
    -Hai visto André e Cam?-, domandò, mentre con un ferula avvolgeva delle bende lunghe e fitte intorno al torace, legandole poi alla scopa.
    -Non c’è spazio per tutti e quattro. Al mio segnale tiraci su!- non attese il suo consenso. Col cuore in gola, si tuffò e per alcuni secondi fu buio pesto.
    -Lumos!-, la bacchetta le fece luce, aiutandola a districarsi; individuò André in profondità, intrappolato in un mulinello d’acqua. Cercò di nuotare per raggiungerlo e presto fu catturata dalla corrente, arrivandogli prossima. Puntò la bacchetta contro il suo viso e pregò che l’incantesimo avesse effetto, liberandogli le vie respiratorie.
    -Testabolla! Resisti- Karen gli cinse la vita con un braccio, stringendolo a sé. Puntò la bacchetta in alto, rinsaldando la presa affinché l’impugnatura non le sfuggisse dalle dita, altrimenti sarebbero stati spacciati.
    -Nox! Lumos… nox!-, il segnale luminoso si sarebbe spento e riacceso finché Ralph non li avesse visti e riportati in superficie facendo leva con la scopa.

    -Rimasta nel vagone con Vanilla e Corinne, interagisce con entrambe chiedendo a Vanilla di restare e lasciando poi a malincuore Corinne nel vagone.
    -Riesce a prendere Feyre al volo (morbido cadent per attutire la caduta) e a condurla nella metà del vagone dove sono Fry e Dustin, che avvisa della scomparsa degli altri e di Corinne bloccata nella parte opposta del rottame.
    -Trova Ralph dopo un paio di accio e lo fa salire non senza fatica in sella alla scopa. Si fascia in vita con un ferula che collega alla scopa (esito indefinito). Si getta in acqua per cercare André, lo raggiunge e cerca di aiutarlo con un testabolla. Manda segnali luminosi a Ralph perché li tiri su.

    A parte il lumos/nox e l'accio con cui ho tirato su Ralph ho lasciato gli esiti indefiniti, a discrezione del master le conseguenze per eventuali fiaschi <3
     
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    Tassorosso
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    Mi sento come se un intero sciame di insetti "pungigione-muniti" non meglio identificati mi stesse ronzando al centro del cervello, mentre le gambe si fanno molli ed un'attanagliante sensazione di vuoto mi serra lo stomaco.
    Non sta succedendo davvero, non è reale è il solo pensiero che riesco ad elaborare, più e più volte, per non andare completamente in stand-by.
    E' tutto talmente ovattato da andare quasi al rallentatore, perfino l'orrore mi aggroviglia le viscere troppo lentamente, avvelenandomi fino a lasciarmi come unico meccanismo di difesa... Il torpore.
    Forse è ancora il mio primo giorno a Hogwarts ed i miei compagni si stanno ancora esercitando su di me con l'Insomnium ed il Dulcsonium, alternando incubi e paradisi onirici.
    Chiunque stia sussurrando al mio orecchio ciò che i miei occhi grigi riescono a captare in questo momento deve essere dotato di un sadismo da guinness dei primati, non può essere altrimenti.
    Il sangue riga i volti dei miei compagni, sfregiando con vermiglia precisione il pallore della loro pelle ed il grigiore delle loro espressioni atterrite, probabilmente specchio della mia.
    E' solo quando inizio a guardarmi intorno, che mi accorgo di tutto questo ed ignoro Magh'ra che mi vorrebbe far salire su una delle papere di gomma ingrandite, che io stesso ho ricavato da quella manciata di castagne galleggianti.
    Non poffho laffharli qui... rispondo con un filo di voce, scostandomi dal mio compagno in verde-argento quando André mi esorta ad andare ad aiutare Teresa.
    Anche Tess è su questo vagone?
    Non può essere solo una tagliente coincidenza, il fatto che tutte le persone a cui mi sono legato di più nel corso dell'ultimo anno si trovino qui, a vivere questa tragedia con me.
    Vorrei annuire ad André, ma non so se effettivamente lo faccio davvero o se i muscoli del collo non rispondono ai comandi impressi dal mio cervello.
    So solo che le mie gambe sono come incollate a questo instabile appoggio pieno d'acqua ghiacciata e tutto ciò a cui sono in grado di ancorarmi è il viso di Feyre di fronte a me, che mi chiede se sto bene, che impugna la bacchetta riemersa dall'acqua.
    Credo di sì mi sento rispondere, nonostante il nodo che mi chiude la gola in cui, ancora dormiente, rimane un grido disperato che devo continuare a tenere imbrigliato lì... Se lo liberassi, so per certo che impazzirei e metterei me stesso e tutti gli altri ancora più in pericolo.
    Fey, volevo dirti che mi difhp...

    C'è qualcosa che non va


    Vengo interrotto dalla voce della Corvonero che, in allerta, sembra aver colto qualcosa che a me ancora sfugge e che mi porta istintivamente a serrare le dita attorno all'impugnatura della mia bacchetta di Corniolo.
    Sono davvero pronto a tutto? La verità è che non sono pronto a niente e, di sicuro, non lo ero per tutto questo.
    FEYRE!
    Né per lo spettacolo raccapricciante di cui sono al contempo spettatore e protagonista, al quale non avrei mai voluto assistere, né a cui avrei voluto prendere parte.
    L'impatto con la realtà è violento e mi lascia senza respiro, al pari del bianco arto che mi colpisce in pieno petto e mi sbalza all'indietro, un attimo prima di avvolgersi attorno al busto della Corvonero per strapparla via dal mio fianco.
    E' quando Feyre viene inghiottita dalla nebbia, che il disorientamento mi confonde i sensi e gli intenti e rimango in quello stato inerte per attimi che, per quanto ne so, potrebbero durare ore.
    Adesso tocca al Dulcisonium, mi ripeto. Dalle spire di questo vapore tornerà la mia Regina e torneremo insieme ad Inverness come avevamo pianificato, festeggeremo insieme il mio compleanno e potrò finalmente darle il mio regalo di Natale e confessarle senza più equivoci ciò che provo per lei. Deve solo dissolversi la nebbia e poi...
    SBAM!
    Un altro tentacolo grosso come un tronco si abbatte sul vagone e lo spezza in due come se fosse fatto di Lego mentre io, d'istinto, mi aggrappo al sedile semidivelto contro il quale sono stato sbalzato poco fa per evitare di finire in acqua del tutto.
    Sparisco tra i glaciali flutti del lago per un paio di secondi ed è forse lo shock termico a ridestarmi completamente... O il fatto che penso di essermi pisciato addosso, ma sono sicuro che, in questo frangente non se ne accorgerà nessuno.
    E' un attimo, quello in cui realizzo che non sto affatto sognando, che l'incubo è spaventosamente reale e che Feyre è stata davvero catturata da questa sorta di Kraken color morte.
    Da questa angolazione, riemergendo dall'acqua con i capelli fradici attaccati alla fronte, riesco a scorgerla chiaramente assieme a Teresa, entrambe intrappolate nei tentacoli del mostro acquatico che il vagone, cadendo nel lago, ha risvegliato.
    No... riesco a malapena a sussurrare, mentre Vanilla, su una scopa, cerca di raggiungerle.
    Tento anch'io di dare man forte e gattono in salita tra i sedili fino a raggiungere il punto di frattura del vagone, oltre il quale mi sporgo e mi accorgo di Friday, che sta attaccando la mastodontica piovra con dei Diffindo ai tentacoli, sebbene ne abbia davvero troppi e probabilmente i tagli non riuscirebbero comunque a reciderli.
    E' proprio mentre mi chiedo cosa fare, che sgrano gli occhi alla vista dell'enorme testa della creatura del lago che, lentamente emerge dalla superficie increspata e gelata dello specchio d'acqua.
    Non osare papparti la mia migliore amica e la mia ragaffha! Conjunctivitis! tuono con quanto fiato ho in gola, disperatamente, orientando la mia unica arma in direzione della testa del Kraken. Se l'incantesimo andasse a segno, probabilmente la smetterebbe di menare colpi a destra e a manca e tornerebbe nell'abisso da cui è venuto... Funziona contro i draghi, per quale motivo non dovrebbe funzionare su di lui/lei?
    Non so se è una conseguenza del mio attacco o se si tratta solo di una coincidenza, ma vedo Feyre cadere e Karen, in sella ad un'altra scopa, afferrarla al volo e posizionarla proprio dietro di lei, sfidando qualsiasi legge della fisica. Ad ogni modo non mi importa di come ci sia riuscita e di come abbiano fatto a non finire in acqua entrambe, disarcionate e trascinate giù dalla semplice forza di gravità di un corpo che cade a peso morto da quell'altezza, mi importa solo che stiano entrambe bene.
    Nel frastuono e nello stordimento che provo nel vedere Feyre a pochi metri da me, non riesco ad udire e a capire neanche una parola di ciò che Karen ci dice, riesco solo a distinguere il nome di André prima che Karen voli via un'altra volta.
    Già, André, dov'è finito Stormind?
    Mi volto a destra e a sinistra e non riesco a vederlo da nessuna parte, ma è alla Starfoll che mi dedico prima che a chiunque altro.
    Fanculo tutto e tutti, le getto le braccia al collo e la stringo in un abbraccio intriso di sollievo ed angoscia al contempo, cercando il suo sguardo oltre una patina di lacrime che lo hanno appena reso umido e bruciante.
    Se quel coso ti ha toccato le tette prima di me lo ammaffho a mani nude. tento di sdrammatizzare, ma non credo di essere in grado neanche di sorridere.
    Non di fronte alla scena che mi si para davanti adesso che, dalla scopa, vedo Karen tuffarsi in acqua. In sella al mezzo volante riconosco adesso Ralph, completamente fradicio. Realizzo con orrore che, nel mulinello d'acqua che sta vorticando e trascinando verso il fondo del lago un consistente numero di corpi solidi, non vi sono solo detriti del treno, ma anche persone.
    Deve effherci qualcuno, là sotto!
    Che si tratti proprio del mio venerato Caposcuola giallo-ebano?
    Hai una bacchetta, usala... Non possono essere queste, le ultime quattro parole che gli ho udito rivolgermi, mi rifiuto.
    Soprattutto, però, non possono essere "Ho anche due pugni, se è per quefhto, ma ci sono modi migliori per farsi valere con le persone" le ultime che gli ho detto io.
    Ma sì, cazzo, su una cosa André ha ragione da vendere: ho una bacchetta ed intendo usarla. Mi inginocchio sul ciglio del vagone spezzato e guardo verso il basso, cercando disperatamente di scorgere qualcosa - qualcuno - in quel vortice scuro.
    Scorgo delle luci accendersi e spegnersi, vedo qualcosa di simile ad una schiena con due braccia e due gambe attaccate, riesco a rendermi più o meno conto della posizione di chi è caduto laggiù.
    Mobilicorpus! esclamo quindi con decisione, nella speranza che magici fili invisibili afferrino quel corpo e riescano a sollevarlo da lì per trarlo in salvo così da permettergli, a sua volta, di salvare qualcun altro.
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    SPOILER (click to view)
    Justin è stato colpito dall'effetto della nebbia emessa dal kraken fino al momento in cui il tentacolo non spezza il vagone, facendolo finire per un momento sott'acqua.
    A quel punto, avanzando fino al punto di rottura, Juss si accorge di Feyre e Teresa intrappolate tra i tentacoli del Kraken e lo attacca con un Conjunctivitis (sperando funzioni!) quando la sua testa emerge dall'acqua.
    Da Karen riesce ad udire solo il nome di André e dopo il tuffo di K, quando capisce che è in acqua, cerca di individuarne la posizione. Vede un corpo (non ho specificato quale per non autodeterminare) e ci scaglia contro un Mobilicorpus per farlo emergere dall'acqua.
    Interagito con Magh'ra, Feyre e, rispondendo alle sue parole precedenti al disastro, ad André.


    Edited by DustinTheDwarf - 29/4/2024, 17:35
     
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