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Brian - Tressa

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  1. Tressa
     
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    Tressa Ferlet era ciò che si poteva definire una vera imprenditrice. Aveva tessuto le sue reti nel sotto mondo magico muovendosi abilmente nell’ombra senza lasciare traccia alcuna. Prima che gli ingredienti e le piante magiche iniziassero a scarseggiare anche per lei, si era garantita un traffico ben più proficuo ma molto più rischioso. La strega dalle mille possibilità aveva iniziato a vendere capelli, unghia, tutto ciò che fosse utile alla pozione polisucco.
    Come riuscisse ad ottenere ciò dalle sue vittime era un segreto che non avrebbe mai rivelato a nessuno. Il più delle volte era piuttosto semplice, le pozioni che conciliavano il sonno le erano utili, altre volte era dovuta ricorrere al suo fascino senza mai però offrirsi del tutto. Se bene senza scrupoli Tressa riservava a sé stessa un trattamento rispettoso.
    Il più delle volte i suoi clienti richiedevano un ingrediente specifico appartenuto ad un individuo. I ruoli più importanti come dipendenti ministeriali o semplicemente persone prestigiose, avevano un elevato costo e le garantivano una vita piuttosto agiata, Tressa però considerava se stessa insaziabile e forse per questo finiva spesso nei guai. Da quando però la situazione nel mondo magico era precipitosamente degenerata la strega viveva di stenti, rubava per vivere molto più di quanto avesse mai fatto e la cosa era diventata piuttosto snervante.
    Forse ciò che stava per fare l’avrebbe spinta un po’ più in là, forse le sarebbe costato troppo ma non poteva fermarsi proprio adesso.. prima di sparire nel nulla. Roxanne era stata chiara a riguardo, tutti erano in pericolo persino lei, ciò che doveva fare era sparire per un po’, almeno fin quando le acque non si sarebbero calmate del tutto ma non poteva farlo senza una certa somma di galeoni.
    Un ultimo furto dunque era ciò che si era concessa prima di dileguarsi nell’ombra del tutto. L’emporio era stato già svuotato, il suo fedele elfo si era occupato del resto, nessuno avrebbe più sentito parlare di Tressa Ferlet per molto tempo..
    Si era organizzata per bene spingendosi oltre il suo normale campo d’azione, solitamente trafficava tra i vicoli scuri di Nocturn Alley ma per l’occasione era stato necessario salire in superficie. La sua preda, l’ultima preda frequentava spesso un noto pub Londinese, uno di quelli colmo di babbani inconsapevoli. Tressa ci aveva pensato bene, doveva garantirsi la sicurezza in un modo o nell’altro e se bene gli ingredienti scarseggiassero sapeva che un capello di un Auror avrebbe fatto gola a chiunque, ne aveva scelto uno in particolare e non era stato affatto difficile scoprire più di qualcosa sul suo conto, generalità banali ma fondamentali. Brian Doyle, residente a Londra e membro del corpo Auror Irlandese presso il distaccamento del Ministero della Magia del Regno Unito. Di lui non sapeva altro, solo che fosse come ogni irlandese, un assiduo frequentatore di un certo pub.

    ***
    Stretta nei pantaloni in pelle Tressa Ferlet era decisamente troppo eccentrica per un comune pub londinese, la camicetta bianca strizzata nel corsetto nero le dava un tono bohemien, non ne era poi così tanto abituata. Non al corsetto si intende, ma a tutto il resto. Raramente si era lasciata incantare dal mondo babbano, da quando la sua magia era stata danneggiata si sentiva molto più simile a loro che ai suoi simili e questo la metteva costantemente a disagio. La sua magia era tutto per lei, l’unica cosa che la rendeva forte e adesso era una donna rotta, fatta in pezzi dalla sventura.
    Una pinta di birra le era bastata, la lucidità prima di tutto, aveva occupato una panca in legno nel fondo della sala, le mani sottili accarezzavano il legno del tavolo mentre le iridi violacee perlustravano i dintorni. Non ci volle molto, l’uomo entrò nel pub proprio come si era aspettata, non aveva considerato però un piccolo particolare che forse le sarebbe costato l’intero piano, Tressa per stessa ammissione di Gale Doyle era un volto noto al corpo Auror dunque possibile che Brian riconoscesse il suo volto tra tanti. Era stanca, stremata, l’assenza di magia la rendeva debole e forse fu questo ad offuscarle il giudizio. Attese qualche secondo forse di troppo, non aveva un piano specifico poichè in genere bastava poco, occhi dolci e sorriso smagliante funzionavano sempre.. Doveva solo prenderlo nel modo giusto.
     
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4 replies since 28/3/2024, 17:43   62 views
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