Sometimes I feel like

Brian - Tressa

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  1. BrianD
     
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    Passi veloci sfioravano l'asfalto lucido. Gli ultimi strali di un rovescio improvviso cadevano obliqui dal cielo mutevole, spazzato dal vento che si era manifestato nel medesimo, repentino modo. Non ci faceva caso, continuava a percorrere il tratto di marciapiede diretto verso una meta precisa, la solita che raggiungeva quando, al termine del servizio, aveva voglia di rinfrancarsi con una buona pinta dal sapore tipicamente irlandese. Del resto quella era l'ora che preferiva. Le strade del centro si stavano svuotando e gli inglesi babbani e non, si riversavano a frotte nei pub senza manifestare la fretta che li perseguitava durante la prima parte della giornata. Avrebbe potuto camminare per ore, benchè la pioggia gli imperlasse i capelli ed il viso che manteneva alto verso un punto non definito. La cadenza regolare lo aiutava a concentrarsi sui suoi pensieri e i rumori ovattati della città favorivano il suo isolamento in ciò che, da un po' di tempo costituiva il suo immaginario principale. Erano molteplici gli spunti a cui la sua mente attingeva, tuttavia in quel momento la pressante e ancora indefinita situazione politica aveva la meglio su tutto il resto. Si sentiva come un fantino alla striscia di partenza. Se pur scalpitava per partire al galoppo, sapeva di non avere gli elementi sufficienti per disputare una buona corsa. Il dovere gli imponeva di far quadrare connessioni semplici, lineari in cui ad una causa corrispondeva un effetto, ma la sua logica non ottemperava agli obblighi in modo altrettanto basico. Il male poteva essere combattuto con altri metodi, non necessariamente si doveva rispondere alla violenza con altrettanta violenza. Esisteva un percorso più razionale e probabilmente più efficace. Tuttavia lui era solo una pedina fra le altre e si sarebbe adeguato per quanto la sua stessa coscienza gli avrebbe permesso.
    Su questo punto, si ritrovò a posare la mano sulla maniglia della porta, facendo ondeggiare il cartello che vi era apposto
    Siamo al completo. Ripassate più tardi se non sarete troppo ubriachi
    Fergus Walsh sapeva come contenere lo spirito ardente dei suoi avventori e limitare, al contempo, il traffico di bicchieri in transito sopra le teste degli stessi. Se non bastava un avviso informale, ci pensava la sua stazza a garantire il rispetto di alcune regole basilari, che una clientela affezionata rispettava senza alcun problema. Ovviamente lui ne faceva parte ed un cenno di approvazione del rosso al bancone, lo inserì rapidamente nella lista dei ben accetti. D' altro canto le dimensioni del pub non avrebbero consentito un maggior afflusso di quello già presente ai tavolini e in coda al bancone. Si guardò intorno e riconobbe qualche fisionomia, oltre a qualche faccia nuova, come quella dei i due giovani seduti in un angolo e la ragazza sola seduta in fondo alla sala. Ritornò velocemente su quel volto un paio di volte prima di ricordare dove l'avesse giù vista. E si, quel bel faccino imbronciato, lo aveva fissato mille volte da un fascicolo fra i tanti, ingombri di pergamene segnaletiche. Non ricordava i particolari, ma si trattava sicuramente di reati connessi al furto di particolari ingredienti per pozioni. Non era strano il fatto che frequentasse un pub prevalentemente babbano, ma che fosse li da sola, chiaramente in attesa di qualcuno. In quel periodo, data l'anomala e scarsa efficacia della magia, la sua presenza era particolarmente singolare. Si accomodò nell'angolo opposto del lungo bancone, in modo da poterla osservare da lontano senza destare sospetti. Gli sorrise prima di ingollare un paio di sorsi e poi prese a chiacchierare con Fergus. Magari avrebbe abboccato.
     
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4 replies since 28/3/2024, 17:43   62 views
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