Hogwarts Mystery - GdR Harry Potter

Posts written by .Wallflower.

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    Ok, tentativo di tornare in carreggiata sul gdr. Non scrivo da tipo... sei mesi (se non si conta il caccapost che ho fatto oggi) quindi sono molto arrugginita.

    Cerco ruolate/amicizie/conoscenze/quello che vi pare per Bram.

    21 anni, studente di Medimagia in accademia, americano. Per maggiori dettagli vedere la scheda perché con i riassunti faccio pena u.u

    Non ho tempi di risposta velocissimi, ma farò di tutto per non farli diventare biblici, promesso.
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    La pioggia che cade battente è gelida e sembra penetrargli nelle ossa, dritto fino al midollo.
    I ricci appesantiti dall’acqua gli si sono incollati al volto più pallido del solito e freddo, così freddo da essere quasi insensibile.
    Se solo anche il resto del corpo fosse diventato insensibile al freddo, magari sarebbe un po’ più facile camminare. Invece Bram arranca, stringendosi intorno alle spalle il mantello che è riuscito a recuperare da qualche parte in mezzo agli alberi, dove ha trovato anche la sua bacchetta ed i vestiti strappati.
    E’ riuscito a castare un incantesimo sui pantaloni per rimetterli a posto e gli è sembrato lo sforzo più grande mai fatto in vita sua.
    Subito dopo si è ritrovato chinato sul terreno zuppo di pioggia, rimettendo quel poco mangiato a cena, sentendo un dolore bruciante al fianco ferito nello sforzo causato dai conati.
    Indossare i pantaloni e avvolgersi nel mantello pressoché inutile sembra averlo svuotato ancora più delle ultime forze rimaste, ma in qualche modo riesce a mettersi in cammino verso i dormitori.
    E’ notte fonda, ma il rischio di incontrare qualcuno c’è sempre, eppure si rende conto che non gli importa. Che qualcuno lo trovi, così che possa lasciarsi andare al torpore che sta cercando di farlo prigioniero che gli rende così faticoso anche solo respirare.
    Anzi, spera di incontrare un altro studente o insegnante che lo trascini in infermeria, al diavolo il suo segreto, che si sappia pure della sua maledizione.
    Invece le sue gambe lo portano attraverso corridoi vuoti e silenziosi se non per il rumore del suo respiro a tratti spezzato, a tratti affannato.
    Non riesce a smettere di pensare a quanto appena successo, a quanto vicino sia andato all’essere fatto fuori dalla cacciatrice. Perché a giudicare dal suono della sua voce e il corpo minuto non poteva che essere una donna.
    Risente le proprie parole risuonare tra gli alberi, supplicandola di fermarsi. Anche lei era ferita, Bram ha sentito l’odore del suo sangue forte e pungente e sa di esserne l’arteficie perché il suo sapore gli riempie ancora la bocca.
    L’idea che sia successo di nuovo, che abbia attaccato qualcuno senza esserne cosciente, è più spaventosa che mai. E si sente un vigliacco, perché se ne avesse avuto il coraggio, le avrebbe permesso di andare fino in fondo, di eliminarlo così che una cosa del genere non accada più.
    Invece eccolo lì, alla ricerca di chi può aiutarlo a non morire a causa della ferita e dell’aconito ormai in circolo nel suo organismo.
    Al fatto che una cacciatrice lo abbia trovato a sappia di lui, ci penserà poi, quando sarà più lucido.
    Nel cuore della notte gelida, si ritrova a bussare ad una porta, dapprima debolmente. Di certo chi vi è all’interno non può averlo sentito, soprattutto se sta dormendo.
    Allora bussa con più decisione, poi con forza non sapendo quanto ancora riuscirà a stare in piedi.
    Quando la porta si apre, gli occhi assonnati e confusi di Shana incontrano la sua figura messa male, sporca di sangue e zuppa.
    Non sa quanto possa fidarsi di lei, ma è l’unica persona con una conoscenza medica a cui può chiedere aiuto e dopotutto in quegli ultimi mesi hanno instaurato un buon rapporto che si potrebbe considerare amicizia. Un’amicizia che forse sta per rovinare dopo quella notte.
    Sposta il mantello quel tanto che basta per mostrarle la ferita al fianco causata dal pugnale.
    “Mi serve aiuto…” un sussurro spezzato dal dolore. “Sono… sono anche stato avvelenato. Aconito”
    E chissà quanto deve essere ancora più confusionaria quest’affermazione per lei, sapendo che l’aconito è un potente veleno per i licantropi, ma là fuori c’è una luna piena e lui è umano.
    Bram deglutisce, aspettando la decisione della ragazza, cerca di sostenere il suo sguardo ma una forte vertigine lo costringe ad appoggiarsi allo stipite per riuscire a rimanere in piedi.
    Se Shana dovesse decidere di sbattergli la porta in faccia, sarebbe spacciato, eppure in fondo sa che la ragazza non sarebbe mai capace di fare una cosa del genere.
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    Rise, annuendo leggermente con la testa, per niente offeso dalla battuta rivolta all’accento dei francesi.
    Anzi, non poteva che convenire con lei, seppur significava in qualche modo prendere in giro suo padre, il quale tuttavia, a sua volta mal sopportava lo snobbismo dei francesi, i parigini in particolare.
    “E ti assicuro che non è solamente l’accento francese ad esserlo” le disse con fare divertito “Dovresti farti un giro a Parigi per farti un’idea”
    L’ascoltò poi con serietà quando gli parlò di come la spiritualità potesse essere d’aiuto e si soffermò su quel che riguardava l’essere una diversa prospettiva sulla vita.
    Non poté fare a meno di chiedersi, quasi sentendosi sciocco nel farlo, se essere una persona spirituale avrebbe potuto aiutarlo ad affrontare ciò che stava passando.
    In quel momento forse si sarebbe aggrappato a qualsiasi cosa, soprattutto per avere un’altra prospettiva su se stesso e magari non odiarsi così tanto.
    “Oh no, scusa! Scusa non volevo metterti ansia o niente del genere” esclamò repentinamente, avvertendo un lieve calore sulle gote e sentendosi in colpa per il modo in cui si era espresso riguardo la scelta di Shana di seguire due corsi contemporaneamente.
    D’altronde era davvero positivamente impressionato dal coraggio della ragazza e forse in qualche modo la invidiava anche un po’. Un tempo forse anche lui avrebbe scelto di seguire più di un corso per la sola sete di conoscenza ma ultimamente riusciva a malapena a tenersi al passo con Medimagia.
    “Sì, la nostra amicizia è sopravvissuta” sorrise “Ci siamo un po’ persi di vista nel crescere, ma ci siamo ritrovati in Accademia. È come una sorella per me”
    Non riuscì a trattenere un sorriso carico di affetto nel parlare di Daphne, l’unica persona al momento, oltre i suoi genitori, che lo faceva sentire un po’ meno perso.
    “Mh… non è che credo sia sbagliato voler dimostrare qualcosa a se stessi. Ma penso anche che dipenda dalla motivazione per cui lo si fa. È un po’ complicato” si strinse nelle spalle.
    Si rabbuiò per una manciata di secondi per poi scuotere la testa come a voler scacciare qualsiasi pensiero negativo e tornare a sorriderle.
    “La penso come te, la competenza non è l’unica cosa che conta nel campo medico. Ovviamente aspiro al massimo della competenza, ma essere empatici nei confronti dei pazienti è davvero importante. A volte non hanno nessuno che possa confortarli o capirli, trovo davvero triste avere un approccio freddo e distaccato con loro. Vorrei solo… non farmi trasportare così tanto dalle emozioni, spesso ho paura che possano influire sulle mie capacità di guaritore”
    Scrollò le spalle, chinandosi a raccogliere un piccolo ramo rinsecchito che Duke gli aveva appena portato. Il frenchie e la dolce Daisy lo guardavano ora in trepidante attesa che lo lanciasse.
    Li accontentò subito ed i due cani si lanciarono all’inseguimento del ramoscello con entusiasmo.
    “Ottimo, ci vuole questo tipo di energia per affrontare il tirocinio. Nel frattempo, sappi che sono ben felice di aiutarti con lo studio qualora ne avrai bisogno” le fece quell’offerta con naturalezza e totale disponibilità.
    Sapeva quanto la mole di cose da studiare nel corso di Medimagia potesse essere spesso soffocante e non osava immaginare quanto potesse essere più difficile facendo un secondo corso contemporaneamente. Sperava solo di essere davvero in grado di mantenere fede all’offerta appena fatta.
    “I miei lavorano per il ministero della magia americano. Sono entrambi ambasciatori” rispose “È stato il regalo di mia nonna e la sua convinzione che potessi fare qualcosa di buono per gli altri a farmi desiderare di diventare medimago sin da bambino”
    Sorrise appena lasciando cadere così il discorso, consapevole di non poterle spiegare più di questo.
    “Dai, recuperiamo le palle di pelo. Ti faccio vedere il resto dell’accademia”

  4. .
    Bram pensò all’acqua cristallina del lago e al fatto che le parole di Shana sembrassero quasi suggerire che sarebbe potuto essere lui quello da convincere.
    Poi si sorprese di un pensiero tanto egocentrico. La ragazza avrebbe di sicuro fatto molte amicizie in accademia, avrebbe persino potuto ritrovare compagni di Hogwarts, ne avrebbe avute a bizzeffe di persone da trascinare a fare un bagno . Si limitò dunque a sorridere davanti alla sua determinazione.
    Mentre osservava Daisy e Duke giocare - ormai già migliori amici - non poté che trovarsi d’accordo con le parole della mora e convenire che effettivamente gli idioti erano ovunque. Impossibile non incontrarne qualcuno nella vita, per cui la ragazza sapeva già a cosa sarebbe potuta andare incontro.
    Con un pizzico di curiosità si chiese che tipo di esperienze negative potesse aver mai avuto, ma non essendo ancora in confidenza, tenne quella domanda per sé.
    “Mh… sì credo di preferire questa versione di me” rispose dopo averci pensato qualche secondo “Ho fatto molte esperienze. Alcune positive ed altre negative, ma da ognuna ho imparato qualcosa. Non le avrei mai fatte se non mi fossi lasciato andare. Ho degli amici adesso e il me di qualche anno fa non si sarebbe mai sognato di averne”
    Sorrise pensando a quante persone aveva fatto entrare nella sua vita a come si fosse legato profondamente ad alcune di esse e a come avessero migliorato le sue giornate. Erano loro dopotutto a fargli piacere la persona che era adesso e, se solo non ci fosse stato quel problema della maledizione, tutto sarebbe stato perfetto.
    “Devo essere strano io a non aver mai trovato l’accento inglese snob” replicò con fare divertito, ascoltando poi interessato il modo in cui lei descriveva il modo in cui viveva entrambe le culture.
    Aveva creduto che non fosse facile far coesistere due cose così differenti, ma Shana invece sembrava attingere da entrambe con equilibrio, una cosa affascinante.
    “Sembra davvero bello” disse con sincerità, colpito dalle sue parole “Ed anche interessante, soprattutto per quanto riguarda la parte spirituale. Trovi che sia d’aiuto nell’affrontare alcune situazioni difficili?”
    Lui aveva sempre avuto una mente più scientifica o, per meglio dire, unicamente scientifica. Non si era mai avvicinato alla religione o a nessuna cosa potesse somigliarle, si era sempre fatto guidare dalla logica e al più dalla propria emotività, empatia.
    “Beh… non per spaventarti, ma penso che scegliere Medimagia e allo stesso tempo un altro corso, equivalga un pochino ad un suicidio programmato. Ma ammetto anche di essere positivamente impressionato da tale scelta”
    Ma pensava che l’entusiasmo della ragazza fosse in parte frutto del totale oblio che al momento aveva riguardo i due corsi scelti. Sì, probabilmente le era già stato detto, non solo da lui, quanto sarebbe stato difficile, ma non lo aveva mai provato sulla propria pelle.
    Un commento che tuttavia Bram decise di tenere per sé, prima di tutto perché non erano affari suoi cosa la ragazza avesse intenzione di fare dei propri studi e poi perché non voleva spaventarla o risultare superbo.
    Shana aveva tutto il diritto di fare le proprie esperienze e di provare a seguire le proprie scelte. Chissà, magari sarebbe riuscita nella sua impresa!
    “Sì, forse hai ragione” disse poi, rendendosi conto di non aver mai visto l’atteggiamento della piccola Daphne da quel punto di vista. Magari anche il solo fingere che la sua Cordelia fosse malata le portava disagio. “Non ero un bambino dispettoso, per precisare. Ero un bambino con un sogno e sottomesso dalla sua migliore amica in cerca di una piccola rivincita”
    Abbozzò un sorriso in parte di scuse ed in parte innocente, come a voler dimostrare quale bravo ragazzo fosse.
    Ci avrebbe potuto credere lui stesso, se non fosse stato che non credeva affatto di essere così bravo, anche se per motivi che non c’entravano niente con le operazioni fatte alla principessa Cordelia.
    “Sai, penso sia totalmente normale avere le idee confuse. In realtà è più comune di quel che si pensa. Avere una vocazione forte, da sempre, è una cosa inusuale. I primi tempi, dopo essermi iscritto in accademia, mi sono chiesto se la mia di vocazione non fosse semplicemente un modo per dimostrare a me stesso qualcosa”
    Dimostrarsi che c’era del buono in lui, che non era solo il mostro che aveva creduto di essere fino a quel momento a causa della sua natura, e anche per non deludere le aspettative di sua nonna.
    Ricordava ancora il giorno in cui aveva ricevuto la famosa valigetta del dottore, ricordava le sue parole calme e rassicuranti. Sarai sempre il mio Abraham dal cuore d’oro. E lui voleva crederci disperatamente.
    “Quando ho iniziato il tirocinio ho capito che era esattamente ciò che volevo fare. Se vuoi sperimentare è giusto così, dobbiamo farlo finché siamo giovani e abbiamo tutto il tempo del mondo, no? Spezzaincantesimi deve essere un corso bellissimo, ma altrettanto difficile. Ti auguro di riuscire nel tuo intento”
    Raccolse un bastoncino da terra, lanciandolo alle due bestiole che si tuffarono subito all’inseguimento, per poi litigarselo giocosamente. Non poté trattenere un sorriso davanti ad una scena tanto adorabile e buffa.
    “A settembre saranno due anni che ho iniziato il tirocinio e più che chiedermi se sia un’esperienza stressante dal punto emotivo, l’ho provato direttamente sulla mia pelle” si morse il labbro inferiore “Ma devi sapere che io sono una persona emotiva, quindi parto svantaggiato. Quando sono al San Mungo riesco a tenere duro - all’inizio era difficile però - ma una volta fuori di lì, se è stata una giornata pesante, me la sento tutta addosso”
    Scrollò le spalle per poi chinarsi a dare una grattatina dietro le orecchie di Duke che era corso da lui, prima di tornare da Daisy.
    “Come tirocinante non ti lasciano mai da solo con i pazienti più gravi, ma è sempre difficile anche se non è tua totale responsabilità. E a volte ci sono pazienti difficili da gestire, situazioni inaspettate, turni che durano un’eternità”
    Ripensò a tutte le volte che era tornato a casa stremato, a quelle volte in cui non aveva potuto fare altro che piangere con Daphne e altre volte in cui si erano concessi un gelato sul divano - beh lui se l’era concesso, la rossa seguiva ancora una dieta sana - davanti ad un film, entrambi troppo stanchi per potersi dire qualcosa.
    “Però è un’esperienza unica e spero davvero che deciderai di proseguire e farla, perché il vero corso non inizia fino al tirocinio. La teoria è bella, ma la pratica è decisamente meglio. Ti spaventa l’idea del tirocinio?”

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    “Oh no, tranquilla. Non esistono domande professionali in questo caso. L’accademia sarà praticamente la tua seconda casa, è lecito che tu voglia sapere anche queste cose”
    Le sorrise con fare incoraggiante, rendendosi conto di quanto fosse stato invece diverso il proprio arrivo all’accademia, di quanto si fosse poco interessato a ciò che includeva svago o socialità, focalizzato unicamente sul suo obiettivo di studiare senza distrazioni.
    Solo ora capiva quanto fosse stato sbagliato il suo approccio, di quanto fosse importante anche tutto quello che si trovava al di fuori dello studio e della carriera.
    Non voleva che qualcuno facesse il suo stesso errore per questo voleva incoraggiare Shana a chiedergli qualsiasi cosa le passasse per la testa.
    “Per quel che ne so non è affatto vietato fare il bagno nel lago, anche se ammetto di non averlo mai fatto personalmente. L’acqua però sembra pulitissima, quindi se mai volessi provare credo che nessuno ti fermerebbe”
    Un’altra cosa che aveva realizzato solo in quel momento: non aveva mai pensato di utilizzare il lago in quel modo, né si era mai soffermato a prestarvi abbastanza attenzione da capire se qualcuno ci si fosse fatto il bagno.
    Quante cose si era perso nel suo essere chiuso in se stesso e focalizzato su un unico obiettivo?
    “Trovo il corso molto completo, ha superato ogni mia aspettativa. I professori sono preparatissimi e davvero disponibili. D’altra parte invece, alcuni dei tuoi colleghi potrebbero essere degli idioti” si lasciò sfuggire.
    Aveva presto imparato che non tutti quelli con la “vocazione” del medimago avevano la personalità giusta per esserlo. Alcuni lo facevano solo perché era una professione che con il tempo avrebbe pagato bene, ma non avevano il cuore che serviva per quel lavoro.
    Non poteva dire che aveva subito lo stesso tipo di bullismo ricevuto ad Ilvermorny, ma ricordava ancora le battute che aveva dovuto sentire quando era uscito l’articolo di quello stupido giornaletto su di lui ed Alexander.
    “Credimi, ero davvero introverso” sorrise, quasi con fare divertito, nel ripensare a quei giorni, a quanto fosse schivo e quasi spaventato dagli altri “Volevo buttare anima e corpo unicamente nello studio e non permettere a niente e nessuno di distrarmi. Non mi sarei mai offerto come tutor a quei tempi. Quindi direi che le cose sono decisamente cambiate da quando sono in accademia, sì. Ho fatto esperienze e conoscenze che hanno cambiato il mio punto di vista e mi hanno aiutato a sciogliermi un po’”
    Pagò il loro ordine ed una volta avuti i loro caffellatte, seguì Shana fuori dalla caffetteria. Duke e Daisy non si fecero pregare, lanciandosi subito alla volta del parco e giocando a rincorrersi. Bram rise del modo goffo di Duke di correre. Lo aveva visto miliardi di volte, ma non riusciva a smettere di trovarlo tenero e divertente.
    “Un viaggio itinerante è un’ottima idea, ci sono così tante cose da vedere in Francia, è un posto davvero bello”
    Bevve un sorso del caffè dando poi un morso al muffin, annuendo in risposta alle parole di Shana. Il suo aspetto non metteva in dubbio le sue origini in effetti, la perfetta sfumatura della sua pelle scura ed i suoi lineamenti suggerivano la sua provenienza dall’Asia centrale.
    “Come è vivere due culture diverse? Il tuo accento è decisamente inglese fino al midollo” confermò “Ho sempre trovato musicale l’accento britannico. Noi americani siamo molto meno eleganti.”
    Non che potesse lamentarsi del proprio, ce ne erano di ben peggiori negli Stati Uniti, senza contare che i suoi genitori avevano sempre insistito per fargli avere una pronuncia abbastanza chiara ed impeccabile.
    “Due corsi contemporaneamente?!” quella rivelazione lo fece quasi strozzare con un altro sorso di caffellatte e lo portò a guardare la ragazza con gli occhi spalancati. Si chiese se lo stesse prendendo in giro, ma sembrava maledettamente seria. “Wow…”
    Sperava non sembrasse che la stesse giudicando. Certo, una parte di lui pensava fosse una follia, ma la decisione spettava a lei ovviamente.
    “Beccato” confermò alzando le mani con fare colpevole “Giocavo all’ospedale con i miei peluche e con quelli della mia migliore amica. Non sembrava molto contenta quando operavo la sua Principessa Cordelia, ma penso che fosse anche un po’ questo a spingermi a farlo. Mia nonna mi regalò una valigetta del dottore quando avevo cinque anni. E’ stato amore a prima vista, direi. E tu?”
    Sorrise ripensando a quel regalo ricevuto pochissimi giorni dopo la sua prima traumatizzante trasformazione. Sua nonna aveva trovato il modo giusto per convincerlo ad uscire dalla sua camera, in cui si era rinchiuso per tre giorni, terrorizzato da quanto gli era accaduto. Gli aveva detto che c’era del buono in lui e che avrebbe fatto del bene per gli altri e lui ci aveva creduto.
    “Due corsi, dunque, mh? Scusa, non riesco a tornare sul discorso, è incredibile. Sei sicura? Medimagia è molto impegnativa. Qual è l’altro corso che seguirai?”
  6. .
    Bram accolse con un sorriso l’invito a chiamarla con il diminuitivo. Un qualcosa che, anche se piccola, spezzava la formalità tra due sconosciuti come loro.
    Sapeva di essersi presentato lui stesso con l’abbreviazione del suo nome, ma era una cosa che faceva normalmente con chiunque e stava anche lottando per farsi cambiare il cartellino del San Mungo da Abraham a Bram, quindi l’iniziativa di Shana suonava più come una cosa amichevole.
    Oh Daisy. Quindi sei una signorina” disse rivolto alla Cocker che aveva accolto di buon grado non solo le sue carezze, ma anche le attenzioni esagerate di Duke.
    Aveva ragione la ragazza, le due bestiole sembravano già andare parecchio d’accordo e la piccola Daisy non stava di certo nascondendo il suo entusiasmo a riguardo.
    “Ha appena fatto Duke felicissimo. Adora fare nuove amicizie”
    Ed ultimamente non ne aveva avuta molta occasione. Quelle che erano solitamente passeggiate al parco, dove poteva incontrare altri cani, erano diventate passeggiate più limitate ai dintorni di casa e di questo Bram si sentiva terribilmente in colpa.
    Ma la stanchezza che ormai lo coglieva sempre più spesso, accompagnata dall’ansia e dallo stress, gli rendevano quasi impossibile allontanarsi di più.
    Persino andare in accademia e al San Mungo si stava rivelando più difficile di quanto pensasse.
    Di sicuro questo piccolo incontro non poteva compensare del tutto quelli che non aveva avuto e non avrebbe avuto, ma Daisy si stava rivelando una piacevole sorpresa.
    Lei e Duke presero a camminare fianco a fianco davanti i rispettivi padroni, fermandosi di tanto in tanto ad annusare qualcosa con curiosità.
    “Sono pronto per tutte le domande che hai” rivolse a Shana un sorriso gentile “Ci sono dei ponti che collegano le torri tra di loro, per facilitare lo spostamento. Ma è anche possibile smaterializzarsi! Solo all’interno dell’area del campus però non da fuori a dentro o viceversa, per questo abbiamo le porte nell’aula magna”
    Bram prese in braccio Duke prima di iniziare a salire le scale della torre. Per quanto entusiasta, il frenchie perdeva il respiro molto in fretta e tutti quegli scalini non erano il massimo per lui.
    “Oh” fece poi colto alla sprovvista dalla domanda sul lago. Non si era mai soffermato a chiedersi se fosse possibile farci il bagno. “Non ne sono sicuro… dal mio punto di vista no, non ho mai visto nessuno farlo e non credo ci sia un modo facile per scendere lì. E ho sempre pensato che una caduta dalle cascate sia una caduta verso morte certa, sembrano finire dritte nel vuoto in realtà. Quindi, ecco, non proverei a farlo”
    Quando arrivarono in cima, dovette ammettere a malincuore di essere lui quello senza fiato alla fine. Prese un respiro profondo, mettendo giù Duke.
    “Sono un po’ fuori forma” abbozzò con una punta di imbarazzo. “Comunque bene, dopo aver dato un’occhiata in giro possiamo andare in caffetteria”
    E tanto per sottolineare la cosa e non fargli dimenticare quanta fame avesse, il suo stomaco brontolò di nuovo.
    “Ok, questa è l’aula dove si svolgono la maggior parte delle lezioni di Medimagia” indicò a Shana la porta di mogano dalla forma arcuata. Era chiusa, segno che vi era una lezione in corso, forse una di un anno inferiore o superiore a quello di Bram. “Se saliamo un’altra rampa di scale ce ne è un’altra ancora”
    Diede per scontato che non ci fosse bisogno di salire ulteriormente, quella in cima era l’ultima aula della torre, la ragazza non poteva proprio sbagliarsi.
    “In segreteria ti forniranno gli orari delle varie lezioni e dove si tengono. Hai visto la biblioteca quando sei stata qui la prima volta? Di solito studio lì, ma c’è anche un’aula adibita allo studio. Ti mostro entrambe” riprese Duke in braccio, prima di cominciare la discesa, giusto perché non voleva vedere il bulldog ruzzolare giù per tutta la rampa di scale, data la sua goffaggine.
    “Sì, ad Ilvermorny si creavano faide tra casate. Sinceramente anche io non sono mai stato un grande fan di queste divisioni, mi hanno sempre dato l’idea di creare più rancori che altro. Ma se devo essere sincero io mi facevo gli affari miei a prescindere dalle casate, non ero esattamente un tipo… socievole, ecco. Immagino che i secchioni introversi non abbiano grande fama nemmeno ad Hogwarts” sorrise appena. “Sono di New York, comunque. Anche se sono nato a Parigi. Ci andiamo spesso per le vacanze, la famiglia di mio padre si trova lì. E tu mh il tuo accento è inglese, giusto?”
    Duke si agitò tra le sue braccia, mollandogli poi una leccata sotto il mento, quasi una richiesta impaziente di essere rimesso a terra per poter raggiungere Daisy.
    “Sai cosa? Prendiamo qualcosa da mangiare e facciamoli scorrazzare un po’ nel parco, così possono giocare. Credo che Duke non veda l’ora”
    La caffetteria era quasi vuota, a quell’ora la maggior parte degli studenti era a lezione e questo risolveva il problema delle fastidiose file per prendere un caffè.
    Bram lasciò che Shana facesse il suo ordine per prima e chiese poi per sé un caffellatte ed un muffin al cioccolato.
    “Dopo che si saranno sfogati ti faccio vedere il resto. Come ti senti all’idea di iniziare presto l’accademia?”



  7. .
    L’aver trovato un equilibrio che potesse in qualche modo tenere sotto controllo il suo problema, lo aveva in parte aiutato.
    Negli ultimi tempi Bram aveva recuperato peso, sul suo volto c’era più colore e le occhiaie erano quasi del tutto sparite.
    Dormiva con la luce, andava alle lezioni del pomeriggio e faceva il tirocinio di notte e fino a quel momento sembrava aver funzionato abbastanza bene.
    Certo, incastrare anche la sua vita sociale, le visite ai suoi, l’impegno con Theresa in quella particolare routine non era stato facile, ma in qualche modo stava facendo funzionare tutto e, almeno fino a quando non avesse scoperto chi c’era dietro la sua maledizione, era l’unica cosa che potesse aiutarlo.
    Sigyn stava facendo di tutto per cercare di scoprire chi fosse a muovere i fili di tutta quella storia, ma fino a quel momento non aveva avuto successo.
    Ovviamente sapeva che c’era l’altra opzione, quella di andare da gli auror e farsi aiutare da loro, ma questo significava dover dire anche tutto quello che aveva fatto e delle due persone che aveva aggredito e, se anche era consapevole che non era dipeso da lui, aveva il terrore di non essere creduto o che tutto questo potesse mettere fine alla sua carriera accademica e di conseguenza la futura carriera lavorativa.
    Nel frattempo, c’erano delle volte che questa soluzione non funzionava granché bene, creandogli qualche problema, come quel giorno.
    Gli era stato proposto di fare da guida ad una futura matricola del campus, una studentessa di Hogwarts che si sarebbe iscritta a Medimagia con il nuovo anno accademico, e magari di farle anche da tutor una volta iniziati gli studi, e Bram ne era stato così fiero che non se l’era sentita di tirarsi indietro.
    Avevano appuntamento al campus quella mattina, non troppo presto, ma con disappunto il giovane Dubois aveva scoperto di essersi svegliato tardi.
    Freneticamente aveva afferrato dei vestiti e cercato di pettinare i ricci scompigliati con le dita.
    In pochi minuti si era vestito, lavato il viso ed i denti ed aveva agganciato il guinzaglio a Duke, uscendo poi di casa mentre ancora si stava infilando il giacchetto di jeans.
    Quando era uscito dall’aula magna, dopo essere arrivato dalla porta che connetteva Londra al campus, aveva trovato una ragazza in attesa e, essendo l’unica nei paraggi, aveva dedotto che dovesse essere la sua matricola.
    “Shanaya?” le chiese senza fiato, con i capelli più spettinati che mai. “Sono Bram. Scusa il ritardo. Aspetti da molto?”
    Le rivolse un’occhiata ed un sorriso di cortesia, trovando il volto della giovane per qualche motivo amichevole.
    “E questa meraviglia chi è?!” domandò poi chinandosi per accarezzare il Cocker Spaniel che l’accompagnava e a cui Duke aveva già rivolto il suo interesse ed entusiasmo, annusandolo e scodinzolando a tutto spiano.
    “Oh ciao, piacere” sussurrò alla volta del Cocker accarezzandone la testa e le lunghe orecchie morbide. “Questo è Duke, è molto contento di fare la tua conoscenza”
    E a conferma di ciò, il Frenchie lasciò una slinguazzata sul muso dell’altra bestiola, strappando un sorriso a Bram.
    “Vacci piano, Duke”
    Con un ultima grattatina ad entrambi i cani, si rialzò in piedi.
    “Allora, ti faccio vedere un po’ in giro, sei pronta?” chiese a Shanaya sorridendole nuovamente “Il campus è fantastico, ti piacerà, c’è anche un’enorme area verde, Duke ama giocare lì. E magari ti offro qualcosa in caffetteria per farmi perdonare del ritardo” il suo stomaco brontolò appena “E anche perché non ho fatto in tempo a mangiare niente…”
    Fece cenno alla ragazza di incamminarsi, puntando verso l’area con le aule delle lezioni di Medimagia.
    “Ultimo anno ad Hogwarts dunque? Io ho frequentato Ilvermorny, ma so qualcosina di Hogwarts, in che casata sei?”

  8. .
    Il burattinaio ha scoperto che la sua marionetta è sorvegliata dagli auror.
    Nella paura che questo possa mandare all’aria il suo piano ha deciso di portarlo al termine il prima possibile.
    Ha già fallito nell’uccidere il nipote più giovane, ma quello è un intoppo che non dovrebbe creargli troppi problemi. Non ci sono documenti ufficiali che attestano che Finn Anderson sia in realtà Finlay Mountbatten e non gli sarà possibile reclamare l’eredità dei suoi genitori.
    È Jasper l’unico vero problema e dopo tanta fatica nell’affinare il proprio piano, dopo tutto il tempo che gli ci è voluto per avere il totale controllo del burattino, non può permettere che gli auror mandino tutto a monte.
    Prima che Abraham Dubois venga arrestato, Jasper deve morire. La colpa ricadrà poi sul giovane americano e il burattinaio sarà libero di godersi la vita che ha sempre voluto.
    Tutto funzionerà alla perfezione, questa notte è la notte. La notte in cui Jasper Mountbatten morirà.
    L’americano cammina tra gli alberi fitti, ha lo sguardo vacuo, spento. In qualche modo ha eluso la sorveglianza degli auror ma non sa di averlo fatto, la sua coscienza è ben lontana, rilegata in un posto in cui non è sveglia.
    Ha fatto tanto per non finire nelle grinfie del burattinaio ma gli è bastato un piccolo errore, una distrazione, il cedere per qualche minuto al sonno.
    L’aver scoperto di aver quasi ucciso Finn lo ha distrutto, lacerato dentro, ma scoprire di aver ucciso Jasper lo annienterà del tutto.
    Ed è a quest’ultimo che sta per mandare il Patronus con la richiesta di raggiungerlo nella tenuta del campus, prima che le sue orecchie sensibili captino il fruscio più lieve che possa esserci, un suono muto ad orecchie umane.
    C’è qualcuno alle sue spalle, una presenza imprevista e obbedendo al volere e agli ordini del burattinaio, il ragazzo si volta e nel farlo si sta già trasformando e con gli abiti ormai lacerati che gli scivolano addosso, fronteggia l’intruso.
    L’altro ha il volto coperto, un corpo minuto che sembra essere quello di una donna e le armi che porta con sé non lasciano spazi a molti dubbi: una cacciatrice.
    Ci mancava anche quest’altra rogna. Il licantropo ringhia con fare minaccioso, mostrando le zanne più lunghe di quelle di un lupo normale e fa un passo avanti.
    La cacciatrice, naturalmente, non è intimidita, deve averne visti tanti altri come lui e altrettanti ne avrà uccisi.
    Sa che non è un nemico da sottovalutare, si sposta lentamente di lato, scrutandola e continuando a mostrare le zanne.
    Individua i punti più deboli dove attaccarla, il collo in primis, poi il suo fianco. Si prepara facendo pressione sul terreno con le zampe. Sa già che lei lo respingerà, i cacciatori non sono semplici umani senza alcuna preparazione, ma farà comunque lui la prima mossa.
    E salta verso di lei con tutta la sua forza, puntando esattamente al collo. In un modo o nell’altro riuscirà nel suo intento e quella notte di morti ce ne saranno due.
  9. .
    Cooper dice: gnocca ma anche spaventosa.
9 replies since 16/1/2020
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