Hogwarts Mystery - GdR Harry Potter

Posts written by - Drago. O.F.

  1. .
    Non ribatto alle sue osservazioni
    Ho agito così, perché dovevo.
    La delusione era troppa.
    E lei, dovrà farci i conti.
    Ammetterlo a se stessa.
    Rassegnarsi.
    Difatto, è nata in una generazione fallata.
    E dovrà conviverci.
    Ad ogni modo, proseguo.
    Ben disposto a "soddisfarla".
    In tutte le curiosità.
    Godendo appieno del panorama.
    Sia di quello geografico.
    Che di quello offerto dal suo lato B.
    Dopotutto, ho gli occhi solo per guardare.
    - Ti preferisco quasi così.-
    Ribatto, sincero.
    Aggrappandomi lungo la salita.
    Per non scivolare.
    E sporcarmi, irrimediabilmente, i vestiti.
    - Al tuo servizio.-
    Entrambi i palmi, si poggiano sui suoi glutei.
    Afferrano per un istante.
    Per poi spingere verso l'alto.
    Un mezzo sorriso, mi segna il volto.
    Raggiungo la sommità.
    Scioglinedo le spalle.
    Poi inclino la testa di lato.
    Scrutandola.
    Pare che voglia insistere sull'argomento.
    - Cosa succede ad una pozione se la lasci sobbollire troppo a lungo con un coperchio sopra?-
    Mi ci avvicino.
    Le poggio entrambe le mani sui fianchi.
    Poi la guardo, dritto negli occhi.
    - Nove volte su dieci: esplode.
    Mi allontano con circospezione.
    La sigaretta appena accesa, mi viene sottratta.
    Direttamente di bocca.
    Altri, finirebbero polverizzati.
    Lei, invece, ha diritto a tale confidenza.
    Accolgo la sua affermazione.
    Con un sopracciglio, leggermente, incrinato.
    - Stormind eh...-
    Riprendo pacato, seguendola.
    - Non mi sorprende.
    Due menti brillanti come le vostre, hanno molto da spartire.-

    Difatti, sono i migliori del mio corso.
    Ed entrambi, posseggono qualcosa di estremamente raro.
    Quasi Unico.
    Il mio gradimento.
    Non raccolgo la provocazione.
    Quel "dovrebbe", mi fa solo sorridere.
    Entrambi, messi insieme, hanno forse un decimo delle mie competenze.
    Com'è giusto che sia, dopotutto.
    - Chi ti ha dato il permesso d'elargire comandi?-
    Una domanda, la mia, più che lecita.
    Comunque le offro un cenno d'assenso.
    Poiché qui, una roccia separa la via.
    Aprendosi su due spiazzi.
    Separati da una macchia di pini.
    Abbastanza piccola.
    - Sta attenta.
    Se dovessi aver bisogno, lancia una scarica di scintille con la bacchetta. -

    Seguo la pietra, fino alla radura.
    Leggermente illuminata, naturalmente, dalla pallida luce lunare.
    Niente, non un singolo fungo.
    Fatta eccezione, per qualche sparuto micete.
    Leggermente rosaviolaceo.
    Ormai morto, banale, non più adatto.
    Ai piedi d'un pino, mi chino al suolo.
    Analizzandone un gruppo.
    Sui parecchi presenti, solo due si ritraggono.
    Appena.
    Quasi impercettibilmente.
    Alla mia vicinanza.
    Li raccolgo, ritrovandomeli morti tra le dita.
    Completamente inutilizzabili.
    Privati, immediatamente, di tutto il potere magico.
    Maledizione.
    Deluso, mi inoltro tra gli alberi.
    Deciso a tornare dalla Starfall.
    Sono circa cento metri da percorrere.
    Uno più, uno meno.
    Sbuco sul lato destro, intravedendola poco lontano.
    Sebbene, ora, non sia lei ad attirare la mia attenzione.
    In un secondo, le sono affianco.
    Bacchetta alla mano.
    Un braccio, il sinistro, la cinge.
    Spingendola ad alzarsi.
    - Vattene.-
    Comando.
    Imperante.
    Ad una creatura che, ora, ci osserva.
    È appena sbucata fuori dal nulla.
    Ha le vesti usurate.
    La carnagione cinerea.
    Tuttavia, i suoi occhi, non lasciano spazio a dubbi.
    Poiché brillano, scarlatti, nel buio.
    Ora, resta una questione da chiarire.
    Ovvero: civile, o selvaggio?
    Non da cenno di muoversi.
    Non avanza, né arretra.
    Sta lì, immobile, a fissarci.
    Concentrandosi, chiaramente, più su di lei.
    Mi frappongo.
    Facendole scudo col corpo.
    - Ti ho detto: Vattene!
    Ne ho già stroncati altri come te, mostro.
    E posso garantirti che furono avversari ben più temibili.
    Hai tre secondi.-

    Non li temo.
    Li disprezzo, in realtà.

    Quando vuoi amico, una parola e lo incenerisco. Dai dai dai, fammelo fare. Fammelo fare. FAMMELO FAREEE!
    Un istante Owen, sto studiando...
    Ooooooooh, VAFFANCULO. Tu e i tuoi studi, non ho mai conosciuto nessuno più noioso di te.

    Sarà come dice lui.
    Eppure, c'è qualcosa di diverso in questa creatura.
    I vampiri, usualmente, non sono così.
    Ci tengono alle apparenze.
    Non si presentano trasandati.
    Né, di solito, cacciano così vicino ad un centro abitato.
    "...Il sangue...la sete. No. No. No.
    Fa maaale. Devo. Io, devo."

    Questa voce.
    È raccapricciante.
    Roca.
    Bassa.
    Non umana.
    A tutti gli effetti, un qualcosa di evidentemente morto.
    - Ti avviso, un altro passo...-
    Le gambe dell'essere, flettono.
    Io, cedo il passo a Owen.
    Oggettivamente, lui farà meglio di me.
    ___________________________________

    Eeeeeee grazie tante Bubu, adesso ci penso io. Stattene li buono buono per un po'. Lascia che ci pensino i professionisti.
    ~ Sta dietro di me e non fare niente di stupido, ragazza.
    O ce la vedremo brutta.

    Il vampiro scatta in avanti e, mezzo secondo dopo, finisce scaraventato all'indietro, sbattendo sul mio incantesimo scudo.
    Per essere uno straccione, assetato e più morto che vivo, è un bastardello bello veloce. Bene così, cazzo. Altrimenti non ci sarebbe gusto.
    Una lunga frusta scintillante, meravigliosamente incandescente, e fiammeggiante, schizza fuori dalla punta della mia bacchetta. Poi fende l'aria più volte, colpendolo di striscio mentre si sposta.
    ~ Se vuoi, puoi darmi manforte. Possiamo tentare di dargli fuoco, a meno che tu non abbia un paletto infilato da qualche parte...~
    Torna all' attacco e, cazzo, stavolta ho appena il tempo di trascinarmi dietro la bella scolaretta del mio compare per evitare che venga travolta dalla furia omicida della sanguisuga.
    La quale, mancandola per un pelo, va a sbattere contro un tronco. Spaccando l'albero in due, come se fosse un fottuto legnetto rinsecchito.
    La mia stecca fende nuovamente l'aria, e delle catene assicurano la creatura al ciocco rimanente. Non so però per quanto la limiteranno, dobbiamo agire. E subito.
    Le schegge di legno prodotte dall' albero spaccato sono ovunque, e creano una confusione meravigliosamente indecente.
    Punto dritto alla schiena del bersaglio, scaricandogli addosso una pioggia di fuoco.
    Ormai, la situazione si riduce alla più banale delle conclusioni: o lui, o noi.
  2. .
    -No. Non l'ho mai visto prima in vita mia.-
    Rispondo, pacato, alla collega.
    Sfilando insieme a lei.
    Lentamente.
    Dinnanzi all' omucolo, instupidito.
    Mi segue con lo sguardo.
    Apre e chiude la bocca.
    Pur senza più osar proferire parola.
    Così come, difatto, gli si conviene.
    Silente.
    Tremante.
    Rannicchiato in un angolino ad elemosinare.
    Questa dev'essere la condizione di individui simili.
    Così bassi, di fatto, tra i ranghi della società.

    ~ E avresti dovuto vedere suo fratello.
    Ma-che-cazzo, nemmeno da avvolto nelle fiamme ha smesso di puzzare come un cane mangiato dalla leishmania.
    E si, ovvio, lui era lì a guardare. Mea culpa, mea culpa, mea grandissima culpa, lo ammetto: gli incantesimi di memoria non sono mai stati il mio forte.

    Fortunatamente, io, basto per tutti noi.
    Dandogli le spalle, muovo la bacchetta nel soprabito.
    Nemmeno mi serve estrarla.
    Puntarla in sua direzione, è sufficiente.
    Obliviato non verbalmente.
    La precauzione minima da prendere in casi simili.
    - Dicevamo, collega? Ah si...-
    La recita riprende, impeccabile.
    -...Mi stavi esponendo i tuoi pensieri circa uno dei ragazzi della mia casa, se non sbaglio.-
    Sospendo nuovamente il braccio tra noi.
    Invitandola, educatamente, a riprenderlo.
    Se proprio le farà piacere farlo.
    - Va avanti, ma sappi che difficilmente cambierò il mio pensiero circa l'alunno in questione.
    Tuttavia, la tua visione mi incuriosisce e, anzi, se credi che io possa fare qualcosa: ti prego di dirmelo.
    Sarò al tuo servizio...-

    Concludo, accennando un inchino ironico.
    La scaltrezza...
    Essa, difatto, non è altro che, una forma prostituita di grande intelligenza.
    L'ho sempre pensato.


    Edited by - Drago. O.F. - 3/5/2024, 19:48
  3. .
    CITAZIONE
    Valutazioni e Risultati:

    Corvonero:

    - Feyre Starfall,
    Presenza: 10 punti.
    Partecipazione: 10
    Bonus Estro: 5 punti + 5 per essersi offerta volontaria.

    - Corinne Miller,
    Presenza: 10 punti.
    Partecipazione: 10 punti.
    Malus: - 10 punti.
    Bonus Estro: /
    Punizione

    - Edana Foley-Linch,
    Presenza: 10 punti
    Partecipazione: 10 punti.
    Bonus Estro: 5 punti.

    - Marsilda Everett-Millais, Corvonero:
    Presenza: 10 punti
    Partecipazione: 10 punti.
    Bonus Estro: 5 punti.

    - Fannie Tonks,
    Presenza: 10 punti
    Partecipazione: 10 punti.
    Bonus Estro: 5 Punti.

    Tot. punti: 115 - 50 Malus = 65.


    Tassorosso

    - Justin Dustin,
    Presenza: 5 punti (Ritardo)
    Partecipazione: 7 Punti.
    Bonus Estro: /

    - Daisy Locke, Tassorosso:
    Presenza: 10 punti.
    Partecipazione: 10 punti.
    Bonus Estro: /
    Malus: 10 punti.
    Punizione

    - Alex Macleod,
    Presenza: 10 punti.
    Partecipazione: 7 punti.
    Bonus Estro: /

    - André Stormind,
    Presenza: 10 punti.
    Partecipazione: 10 punti.
    Bonus Estro: 7 punti.

    Tot. Punti= 66 - 50 Malus= 16.


    Grifondoro:

    - Karen Cavanaugh:
    Presenza: 10 punti.
    Partecipazione: 10 punti.
    Malus:- 10 punti.
    Bonus Estro: /
    Punizione.

    - Logan McCormac:
    Presenza: 10 punti.
    Partecipazione: 7 punti.
    Bonus Estro: /
    Punizione

    - Friday Wildflower, Grifondoro.
    Presenza: 10 punti.
    Partecipazione: 10 punti.
    Punizione

    - Ulla Foley Linch, Grifondoro:
    Presenza: 10 punti.
    Partecipazione: 10 punti
    Bonus Estro: 3 punti.

    - Annie Ross, Grifondoro:
    Presenza: 5 punti (ritardo).
    Partecipazione: 7 punti.
    Bonus Estro: /

    Tot. Punti: 82 - 50 Malus= 32.


    Serpeverde:

    - Euophemia Theodora, Serpeverde:
    Presenza: 10 punti.
    Partecipazione: 10 punti
    Bonus Estro: /

    - Vanilla Matviga, Serverde.
    Presenza: 10 punti.
    Partecipazione: 10 punti.
    Bonus Estro: /
    Punizione

    Tot. Punti: 40 - 50= - 10.
  4. .
    Ora, basta.
    Ne ho avuto fin troppo.
    Di persone che interrompono.
    Non seguono le indicazioni.
    Dormono di in piedi.
    O, banalmente, sono presenti solo perché devono.
    Non ho intenzione di proseguire.
    E per il loro bene, aggiungerei.
    Nel controllarmi, fulmino i presenti.
    Ahimè, solo con lo sguardo.
    Nonostante, difatto, avrei piacere a farlo fisicamente.
    Mai, in tutta la vita, avrei pensato a qualcosa di simile.
    Ad una delusione tale.
    Così grande, e sincera.
    Scuoto la testa alle domande che mi vengono poste.
    Lanciando tacito veleno ad Euophemia.
    - No. -
    Secco.
    Categorico.
    Lapidario.
    Non sarà lei a farsi carico del risultato.
    Né potrà prendersi il merito di un singolo successo.
    Quantunque esso giungerebbe sperso.
    Abbandonato.
    Dentro un mare di fallimento.
    La bacchetta rotea dapprima sul mio capo.
    Ogni singolo oggetto non strettamente personale, svanisce.
    Calderoni, provette.
    Pozioni rapprese e ingredienti.
    Rimangono solo i banchi vuoti.
    Loro.
    Ed io.
    Incollerito.
    Che a malapena, nonostante l'esperienza, trattengo l'ira.
    La quale, alimentata a disgusto, vorrebbe cancellarli tutti.
    Eliminare questa generazione fallace di "maghi".
    Così come si dovrebbe fare con un cancro.
    Estirparlo.
    Quand'esso dovesse presentarsi in un organismo altrimenti sano.
    Un sonorus amplifica la mia voce.
    Ed essa, dopo qualche istante di gelo, gunge tonante.
    Tagliente.
    Giudicante.
    E priva, ovviamente, di qualsivoglia positività.
    - Silenzio!!
    Tutti ai propri posti, raccoglierete il vostro materiale.-

    Osservo, con sempre più disprezzo.
    - Perfino degli scimpanzé, se adeguatamente addestrati, sarebbero capaci di seguire un procedimento scritto.
    Evidentemente, vi ho sopravvalutati.-

    Un altro scatto del polso.
    Le imposte vengono serrate.
    La lavagna cancellata.
    E le candele, invece, ridotte al minimo indisponibile.
    - Per le mancanze di molti, pagherete tutti.
    Cinquanta punti saranno sottratti ad ogni casata.
    Tutte le valutazioni odierne, annullate.-

    Serro la valigetta, sbattendola sulla cattedra.
    - La prossima lezione, per voi tutti, sarà prettamente teorica.
    E si presenterà sotto forma di compito scritto, riguardante tutto il programma dell'anno corrente e di quelli passati.
    Cominceremo, così, già da domani.
    E adesso..."

    Secco, lapidario, alzo l'indice destro.
    - Fuori dalla mia aula. Tutti quanti.-


    Scusate per l'immenso ritardo. Qualche piccolo problema di carattere personale.

    Lezione chiusa.
  5. .
    - Saresti sorpresa dalla mia mia risposta.-
    Controbatto, staccandomi da lei.
    Indice e pollice, nel frattempo, muovono qualcosa.
    Nella tasca sinistra del capospalla.
    Un sorriso a mezzaluna, le basterà come risposta.
    Si, ho la tenda con me.
    E non tanto per utilizzarla con lei, lo ammetto.
    O meglio, non solo.
    È che, negli anni, ho imparato a farmi trovare pronto.
    Non si sa mai cosa potrebbe accadere.
    In questo mondo così avvezzo al voltafaccia.
    Da un momento all'altro, potresti diver lasciare tutto.
    E sparire.
    Le idico la strada.
    Aprendole, addirittura, il cancello della staccionata laterale.
    Quella ad Ovest, ove il villaggio finisce ed iniziano i colli.
    I medesimi che, dall' altro versante, sfociano nella foresta.
    Il nostro obbiettivo, è su quei pendii scoscesi.
    Accolgo il suo braccio.
    Ponendomi tra lei, e i soffi di vento gelido.
    Ai piedi del primo colle, mi fermo.
    E osservo.
    Distraendomi solo quando la sua voce giunge.
    - Certamente.
    Ogni curiosità della mia miglior studente, deve essere soddisfatta.-

    Pongo un'accezione ambigua, volontariamente.
    Dopodiché, attendo.
    Ascoltandola con viva attenzione.
    Un quesito interessante.
    Soprattutto perché è lei a porlo.
    Specie poiché, difatto, lo sta chiedendo in questo modo.
    Con un lieve, seppur evidentemente, interesse personale.
    - Bisogna innanzitutto capire cosa vogliamo intendere per obscuriale.-
    Temporeggio e spiego, valutando.
    Mentre, rapidamente, compongo la mia risposta.
    - L'obscuriale, difatto, non è la persona che solitomente si identifica come tale. Essa, difatto, ne è solo vittima.-
    Un involucro.
    Un guscio.
    Solitamente, troppo debole per contenere il potere magico.
    Un errore della natura, sostanzialmente.
    - L'obscurus, invece, è un entità parassita e simbiotica, peculiarmente oscura, che si sviluppa in tali soggetti quando essi si rivelano inadatti a controllare il proprio potere magico.
    O anche solo a trattenerlo.-

    Le indico col capo un passaggio.
    Stretto e angusto, tra le pareti di roccia.
    Non sarà così difficile, forse, salire da qui.
    - Generalmente L'obscurus attacca e "consuma" il mago già in tenera età.
    Tuttavia, sebbene sia raro, si ha notizia di giovani adulti affetti da tale condizione.-

    Giovani, appunto.
    Poiché nessuno di essi, che si sappia, è mai vissuto a lungo.
    Accendo un sigaretta, standole dietro.
    - Come mai lo chiedi?-
    Non le domando di soddisfare la mia curiosità.
    Difatto, sebbene con garbo, glielo sto intimando.
    Mentre due quesiti si fanno strada tra i miei pensieri.
    Il primo: Crede di essere affetta da tale "disturbo"?
    E ancora, gli Horklump che troveremo - se ne troveremo - saranno utilizzabili?
    Oppure anch'essi si riveleranno ormai inutili in virtù dell morbo antimagia che affligge questa terra?
  6. .
    - Perché non ci hanno pensato i suoi genitori, o chi per loro.
    Quando dovevano.-

    Le rispondo, indifferente.
    E no, non ammetterò mai il resto.
    Non le dirò di averlo fatto per fastidio.
    O perché il modo in cui le si è rivolto, mi ha indisposto.
    Non lo farò, neanche sotto tortura.
    Emetto un verso divertito, dinnanzi alla sua tensione.
    Il contatto della penna sulla mano.
    Il suo vago, concepibile, dissenso.
    E si, anche questo leggero imbarazzo che l'attraversa.
    È ilare, tutto ciò, in un certo senso.
    Sollevo un sopracciglio alle sue rimostranze.
    Poi infilo una mano in tasca, e la poggio sul suo vassoio.
    Due galeoni.
    D'oro.
    - Dovrebbero bastare per le zuppe.
    Tuttavia, sarei più contento se li tenessi tu come mancia.
    Il tuo servizio, ora come in passato, è stato ineccepibile.-

    Entrambi lo sappiamo, che non mi sto riferendo alle sue doti da cameriera.
    Non solo, quantomeno.
    Alzo un sopracciglio, il suo nomignolo non mi aggrada.
    E, ovviamente, non manco di farglielo notare.
    Solo che lo faccio con molto più garbo del solito.
    Poiché, se con altri avrei reagito male, a lei riserbo solo uno sguardo obliquo.
    - Io e questo spirito abbiamo molto in comune, Feyre.
    Ad esempio, la sua storia è fumosa tanto quanto la mia.-

    Inoltre, avendo girovagato per tutto il continente, so apprezzare qualcosa di buono.
    Quando lo vedo.
    O lo provo.
    Ciò detto, non mi resta che stare al gioco.
    Assecondandola, difatto, nelle sue intenzioni.
    Sporgendomi in sua direzione, ad esempio.
    Oppure annuendo, poco dopo, con sincero divertimento.
    Per non parlare del contatto delle sue labbra, sulla mia pelle.
    La quale inizia a bruciare.
    E non propriamente nella parte in cui essa entra in contatto con la sua.
    Per così dire.
    Non solo, almeno.
    È giovane, eppure sa come muoversi.
    Me ne sono accorto da subito.
    La maggior età...
    Come non sorridere ad una domanda del genere.
    - Maggior età...-, alludo voltandomi appena in sua direzione, - Ciò significa che, quantomeno, non potrò più esser tacciato di pedofilia tardiva per tutti i modi in cui ti sto immaginando adesso.-
    La lascio fare, appoggiandomi con scioltezza i palmi delle mani sulle cosce.
    In un ostentantazione, totale, di rilassata padronanza.
    - Ed io, come sai, so essere molto fantasioso.
    Ti aspetterò.
    Riguardo la tua richiesta, puoi stare tranquilla: come hai visto, mi limito ad affatturare.-

    Recito la mia parte, mentendo come un perfetto bugiardo.
    Con ogni singola fibra del mio corpo.
    Difatto, quella di stasera, è stata la prima fattura da anni.
    Forse, se non erro, dai tempi di Durmstrang.
    Solitamente, mi prodigo in ben altri incantesimi.
    Decisamente più complessi.
    E punitivi.
    La osservo allontanarsi.
    Salutandola con un cenno di assenso.
    Da qui, per fare scorrere il tempo, i Kirsh diverranno tre.
    Le poso altri galeoni sul vassoio.
    Annuendo, prima di uscire senza storie.
    La nevicata s'è fatta più intensa.
    Tanto che le vie, a malapena, divengono visibili sotto le lampade.
    Una nuvola passa ed oscura la luna.
    Procurandomi, d'un tratto, una strana sensazione di deja-vu.
    È familiare, quest'atmosfera.
    Come se, in una vita persa, io l'abbia già vissuta.
    Come se, in un altro punto del tempo e dello spazio, mi fossi trovato sotto la neve.
    Con la parvenza di un "sentimento" per qualcuno.
    Che non fossi io stesso, si intende.
    D'un tratto, ricordo un mondo visto da un'altra prospettiva.
    Come dal basso verso l'alto.
    Stringo una mano.
    Mentre tremo nella neve.
    Ho freddo.
    I miei vestiti non sono adatti.
    E neanche i suoi.
    Ha i capelli lunghi e lisci, tuttavia non ne riconosco il colore.
    Forse sono simili ai miei.
    O forse no.
    Probabilmente sono molto più scuri.
    Sento solo...come un profumo.
    Qualcosa di vagamente familiare.
    Il freddo è diverso.
    Più secco, tanto da tagliare la faccia.
    "Sŭzhalyavam, skŭpa."
    Mi dispiace, bambino.
    La voce è ovattata.
    Non la ricordo.
    O almeno, non bene come vorrei.
    Eppure, cazzo, so di averla udita.
    In un'altra vita.
    "Az...ne moga. Izvinete me."
    Io...io non posso. Mi dispiace.
    Mi si avvicina, forse mi bacia la guancia.
    Poi fa rintoccare un battente, e sparisce.
    Nella tormenta.
    Non l'ho mai più vista.
    Ne mai, fino ad ora, ho pensato a lei.


    ~ Che...che cos'era quello? Hai ricordato qualcosa, qualcosa di solo tuo. Io non ero ancora nato. Lei era nostra mad...~
    - Silenzio. Vattene. Ora no!-


    Un fruscio alle mie spalle.
    La sua voce che mi raggiunge.
    Nemmeno mi ero accorto, fin'ora, di avere una Marlboro tra le dita.
    E neppure, onestamente, di averla afferrata.
    "Salvandola" da una possibile caduta.
    Quanto tempo è passato?
    Cinque minuti?
    Dieci?
    Mezz'ora... un'ora intera?
    Non ne ho idea.
    - Tardi dici? No, non fa nulla.
    Tranquilla.-

    Recupero, celere e disperato, il mio contegno.
    Usando la mano che la regge, per cingerle i fianchi.
    - E ora...ci spostiamo qui.-
    Sentenzio con decisione.
    Spingendola, con garbo, dietro l'angolo di una casa.
    Al riparo, se così vogliamo dire, da alcune folate di vento appena giunte.
    La sua schiena incontra la parete.
    Le mie mani, restano dove sono.
    E il mio sguardo, curioso, incrocia il suo.
    Per poco.
    Quanto basta.
    - Se vorrai seguirmi fino al pendio, appena fuori dal villaggio...-
    Le spiego, passandole il naso lungo il collo.
    Mi piace il suo profumo.
    Ha un che magnetico.
    E, forse, vagamente rassicurante.
    - Gli Horklump stanno scarseggiando alle serre.
    E me ne servono un po'.
    Sono un ottimo ingrediente, nella preparazione degli antidoti.-

    Le sono così vicino, da sentire il suo respiro sul viso.
    Dunque, naturalmente, serro la distanza.
    Baciandola.
    Con trasporto.
    D'altronde, è ciò che voglio.
    Dunque, senza esitazione, me lo prendo.
  7. .
    ...Mio figlio non è rientrato da voi secondo i tempi.
    Perché, io, non ne sono sorpreso?
    ...assegnato il comando ad una persona inadatta al compito.
    D'altronde, ci sarei potuto essere io.
    Se solo, ormai mesi orsono, non avessi declinato la loro offerta.
    In un certo senso.
    Cammino verso Hogsmeade, ove mi schiariró le idee.
    Dinanzi ad uno, o forse più, bicchierini di Kirsh.
    La pergamena tra le mani.
    Un pesante cappotto in pelle sulle spalle.
    Ultimamente, di fatto, ho avuto più di un grattacapo.
    Con gli studenti.
    Con i colleghi.
    Con la mia copertura.
    Placidamente, colpisco la cellulosa con la bacchetta.
    Facendola evanescere.
    Solitamente affido questo compito al fuoco di un camino.
    Ora, tuttavia, non ne ho a portata.
    Svoltando a destra, in salita, fendo l'aria nuovamente con la stecca.
    Pensando alle donne.
    All'odore del denaro.
    Alla superiorità della magia.
    E si, anche al profumo di una pelle in particolare.
    Un orso impalpabile compare dinnanzi a me.
    A mezz'aria.
    Lo comando.
    Ed esso va per la sua strada.
    Recando seco, un messaggio per il ragazzo.
    Lo riceverò, al suo rientro.
    E vedrò, per mia salvaguardia, di attuare un lavoro migliore con lui.
    Devo farlo.
    Né va della mia credibilità con loro.
    L'ultima cosa che voglio, è ritrovarmeli ostili.
    Il villaggio mi accoglie, ridente come al solito.
    Anche troppo, a mio avviso.
    La neve rende il paesaggio fiabesco.
    Nonché, a dirla tutta, quasi diabetico.
    Punto alla solita locanda, salvo poi fermarmi.
    Necessitò di tranquillità.
    Di non pensare, per un po', agli affari.
    La dentro, disturbo e "collaboratori", potrebbero sopraggiungere.
    Decido dunque di indossare ancora per un po' la mia maschera.
    Quella da professore.
    Optando per I Tre Manici Di Scopa.
    Un locale, a quanto so, frequentato per lo più da studenti.
    O abitanti del luogo.
    Ed io, non conoscendo i secondi ed essendo poco popolare trai i primi, passerò inosservato.
    O quasi.
    Entro, tirando dritto ad un tavolo appartato.
    Più o meno.
    Se non si considera un gruppo rumoroso.
    Di giovani uomini, in vena di baldoria.
    Maledetto Merlino.
    Incrocio lo sguardo di una cameriera.
    Sorrido, falso.
    Grato di non esser stato riconosciuto.
    E ordino un Kirsh.
    Prendo posto, estraendo la stilografica dal soprabito.
    Con foglio annesso.
    E inizio la stesura della risposta al messaggio ricevuto poc'anzi.
    Buonasera E. Mi dispiace d'apprendere queste notizie. Per quanto riguarda la tua richiesta...
    Ho giusto il tempo di terminare la missiva.
    Piegarla, e riporla in tasca.
    Quando il liquore mi viene servito.
    Da una voce fin troppo nota.
    Che, sulle prima, mi coglie di sorpresa.
    Neanche, per un istante, ho pensato a quest'eventualità.
    Eppure, difatto sapevo del suo impiego qui.
    Non sembra notarmi, e la cosa mi diverte.
    La ringrazio con un cenno, senza voltarmi.
    Per poi, mentre si allontana, ruotare il collo.
    E guardarla.
    Mangiandomela, letteralmente, con gli occhi.


    ~ Dai socio, non di nuovo... lascia stare. Perché? Dico io, cazzo, possiamo avere chiunque, perché correre dei rischi?~
    • Dragomir, mio caro, permettimi di associarmi allo psicotico...•
    ~Psicotico io? Tu sei psicotico, non io. Fottuto mangia cazzi! E intendo letteralmente eh!~


    Taccio le loro voci, chiudendo gli occhi.
    Owen ha avuto largo spazio questo pomeriggio.
    Francis è, come di consueto, relegato in un angolo.
    La serata, ora, la reclamo per me solamente.
    Un senso di fastidio mi pervade, alle parole di un ragazzo.
    Come osa, dico io, rivolgerlesi così?
    Stupido, scortese, beone.
    Urge che qualcuno gli insegni le buone maniere.
    Richiamo Feyre con garbo, muovendo rapidamente la bacchetta nel fodero al contempo.
    Una fattura non verbale raggiunge il simpaticissimo cliente.
    La cui faccia, difatto, si gonfierà a dismisura.
    Prima ancora che la sua zuppa verrà messa sul fuoco.
    - Cosa avete messo nel Rum di ribes stasera?
    O forse, è solo lui ad essere allergico alla frutta a grappolo...-

    Le carezzo un polpaccio con la punta della dita.
    Con discrezione, senza esser visto.
    Alludendo al ragazzo.
    Il quale, adesso, si tasta il viso.
    In preda ad una mezza crisi di panico.
    Povero idiota.
    - Allora, io gradirei un altro Kirsh...
    E poi, a me hai intenzione di dirlo se a fine turno sei libera?-

    La scruto in viso, intensamente.
    Con un mezzo ghigno sulla labbra.
    Una sorta di sorriso allusivo.
    E al contempo imperscrutabile.
    -Forse, potrei aver bisogno di... "un'assistente"...
  8. .
    - Non farti colpe che non ti appartengono, collega.
    Io stesso, come avrai visto, sono piuttosto centellinato nei rapporti umani.-

    Perché le persone, di fatto, non mi piacciono.
    A meno che non abbiano qualcosa da offrire.
    Si tratti di un tornaconto.
    Una fonte di reddito.
    O i beceri piaceri della carne.
    - Oh no, ho l'impressione che tu abbia appena grattato la superficie.
    Ahimè, temo che indisciplina, boria, svoglia e mancanza di qualsivoglia senso di pudore e rispetto regnigno sovrane nella generazione scolastica odierna.-

    Quale miserabile realtà.
    E povero mondo magico.
    Se questa è, come si dice, la generazione del futuro.
    Un futuro che, ora più che mai, appare incerto.
    Avverto il suo braccio sotto il mio.
    E combatto contro l'irrigidimento muscolare.
    Scansandolo.
    Non amo particolarmente le confidenze illecite.
    Né chi, di fatto, se ne prende senza consenso.
    Ad ogni modo, farò di necessità virtù.
    - Naturalmente.-
    Ribatto, battendole qualche colpo amichevole sul dorso della mano.
    Avvertendo, contemporaneamente, un senso di vacuo disgusto.
    E un conato.
    Dovuto alle troppe smancerie.
    Eppure, resto lapidario nella mia maschera di gentilezza.
    Poi la ascolto, in silenzio.
    Soppesando le risposte.
    Riflettendo, di fatto, su quello che posso dire.
    Su ciò che non dovrei.
    E anche, ovviamente, sui dettagli che non devo sfiorare.
    - Ah sì, è difficile non provare empatia per loro.-
    Povere creature.
    Piccoli, sudici, svogliati, ragazzini viziati.
    - Effettivamente si, c'è qualcosa che dovresti sapere circa ragazzo.-
    La guido, galantemente, in un vicolo a destra.
    Da qui, in meno tempo, raggiungeremo Diagon Alley.
    E lì, io stesso sarò meno esposto.

    ~ Di grazia Dragomir, cos'è che dovrebbe sapere esattamente? Forse che il tuo pesudo-pupillo irriconoscente, è in realtà il figlio bastardo della signora capo-mangiamorte? ~
    - Tacciati ora, Owen. -

    Il ciottolato, si incrina in discesa.
    Alcuni odori acri escono dalle finestre incrostate.
    L'atmosfera è, in una parola, quella tipica del luogo.
    - Ovvero che la sua intelligenza è direttamente proporzionale al suo essere un inguaribile lavativo.-
    Sorrido sghembo, in modo accomodante.
    Non le darò l'impressione di avercela col ragazzo.
    Anche se, visto il suo spreco di talento, difatto un po' è così.
    - Purtroppo la scostanza non è rara nei soggetti più brillanti.
    E ahimè, in virtù di essa, spesso questi non arrivano mai ad esprimere il loro vero potenziale.-

    A modo mio, lo sto coprendo.
    Poiché, checché io ne sappia, non ho intenzione di raccontare le sue faccende private.
    Meglio passare per uno svogliato che...
    Bhe, per quello che in realtà il giovane è.
    - A mio modo di vedere, ha solo bisogno di guadagnare un poco in fatto di discip...-
    Veniamo interroti.
    Qualcuno si piazza davanti alla mia collega.
    Sbucando da una porticciola in legno consunto.
    "Salve bella signora, posso venderti qualcosa, eh? Ho delle belle cosine qui.
    Filtri, per far innamorare.
    Veleni, per avvelenare.
    Lumache carnivore.
    Occhi di Augurey.
    Amuleti contro i lupi mannari, la sfortuna, il malocchio.
    Formule segrete, ed osc..."

    Non lascio il braccio della donna.
    Ed altresì, compio un passo a perno.
    Ponendomi faccia a faccia con lo sconosciuto.
    Un essere smunto.
    Coperto di croste.
    Coi capelli unticci.
    Quale disumana bassezza.
    - No, ti ringraziamo.-
    Lentamente, infilo una mano sotto il trench.
    Stringendo, davanti ai suoi occhi, il manico della bacchetta.
    Senza tuttavia estrarla.
    E ben attento, ovviamente, a non mettere in allarme la mia accompagnatrice.
    - Non ci serve nulla di ciò che potresti venderci.
    Adesso, cortesemente, cedici il passo.-

    Lui mi osserva.
    Riflette.
    Tanto che posso quasi vedere le rotelline girare, dietro a questi suoi occhietti arrossati.
    Per l'alcool forse, o lo scarso igiene.
    "T-t-tu... I-io lo so chi sei..."
    - Oh no, temo che tu mi abbia scambiato per qualcun'altro.
    Adesso, ripeto: per cortesia, lasciaci proseguire.-

    Il tono è calmo.
    Cortese.
    Al limite dell' innaturale.
    Quasi metallico.
    Allusivo.
    "Spostati e taci, feccia, o ti polverizzeró".
  9. .
    Pozioni
    Continua Qui
  10. .
    Purtroppo, esistono.
    Questi maleodoranti adolescenti lobotomizzati.
    Con dei QI di poco superiori a quelli delle amebe.
    Esistono.
    Respirano la mia medesima aria.
    E, cosa ancora peggiore, sprecano ossigeno.
    Il quale, invece, potrebbe rivelarsi prezioso.
    Per quei quattro di loro che sanno collegare il cervello, quantomeno.
    Ed io che credevo la lezione odierna oggettivamente elementare.
    Dopotutto si trattava semplicemente di seguire delle istruzioni.
    Perfino una scimmia ammaestrata ci sarebbe riuscita.
    A quanto pare, perfino in questo, li ho sopravvalutati.
    Si.
    Passiamo tutti sotto il nostro sguardo, pregustandoci l'inevitabile.
    Passiamo si, un po' io.
    Un po' lui.
    La osservo spostarsi altrove, nei pressi di quello che ormai anche i muri sanno essere il suo compagno.
    Nonché al cospetto di uno dei pochi presenti con un briciolo di intelletto, il Tassorosso Stormind.
    Alla quale domanda di poc'anzi,per altro, ho risposto con un vago cenno di diniego.
    Non per superficialità, semmai perché l'ho reputata troppo complessa per snocciolarla in quel preciso istante.
    Dopotutto, dovevano concentrarsi sulla predisposizione degli ingredienti.
    Come volevasi dimostrare, però, il tutto precipita nel giro di pochi istanti.
    - Cavanaugh, Locke! E Miller...- , esclamo palesandomi alle spalle delle due ragazze, - Voi due, tornate al vostro posto. ADESSO! IN SILENZIO.
    Ah, quasi dimenticavo, vi verranno sottratti dieci punti, a testa. E naturalmente vi unirete ai vostri compagni in punizione.
    Signorina Miller, posto che se è quando avrò bisogno di qualcosa sarò io a chiedergliel, la sua impudenza è appena costata venticinque punti a Corvonero. Ovviamente, la punizione che la vede implicata sarà estesa a tutti i sabati. Per un mese.
    Che diventeranno DUE, se solo solo oserà dar ancora aria alla bocca per ribattere.
    Al lavoro ora, tutti voi.-

    Il più glaciale dei sorrisi raggiunge le ragazze.
    Tutte e tre.
    Un gesto della bacchetta, e la sostanza evanesce dalle vesti del tassorosso.
    - Tempo di reazione ammirabile, signor McCormac. Sebbene, purtroppo, in linea con le sue attualmente ancora scarse conoscenze magiche. Un vero peccato.-
    Il Grifondoro, avrà sicuramente talento per qualcosa.
    Di certo, però, non in questa branca della magia.
    Sistemo visibilmente la divisa dello Stormind, dandogli un doppia pacca sulle spalle.
    - Per quel che concerne la sua candidatura, signorina Starfall, vedremo... Dipenderà molto dalla qualità del vostro operato.
    Dopotutto, perché l'esercitazione abbia senso, avremo bisogno di un veleno e non di una soluzione corrosiva.-
    , soggiungo senza levare le mani dalle spalle del Tassorosso.
    Limitandomi, invero, ad osservare la Corvonero con la coda dell' occhio.
    E tanto mi basta, ovviamente, per "mangiarmela".
    - Nessun danno grave si direbbe, vero? -
    Ammicco sinceramente, ad un cervello brillante.
    - Per tornare al suo quesito di poco fa, Signor Stormind, non crede forse che la risposta si trovi nella domanda stessa?-
    Voltandomi, alzo la voce.
    Affinché tutta la classe, ora, possa udirmi.
    - L'abbiamo fatto, abbiamo "abusato" del nostro potere? E soprattutto, ponendo come un dato di fatto che la magia è, così come l'intelligenza o l'estro, nulla più di un talento, o dono, naturale fornito a singoli individui, c'è davvero un modo oggettivamente sbagliato di usarla?-
    No. Io non credo.
    A mio avviso ci sono solo limiti di buongusto.
    E soggetti troppo smidollati per andare oltre di essi.
    Ogni qualvolta ciò si renda necessario.
    - Il mio parere è che...dovremo aspettare. Perché, allo stato attuale, non sappiamo ancora che cosa stia esattamente succedendo.-
    Detto ciò, faccio cenno a tutti di continuare con il proprio lavoro.
    Intimando, una volta in più, il silenzio.
    - Più di quante lei possa immaginare, signor Dustin!-
    Esclamo lapidario, chinandomi tra il Tassorosso e le sue compagne.
    Di repente.
    - Questo sembra un buon lavoro.-
    Comunico alle due Corvonero.
    Tonks e Everett-Millais.
    Forse, qui, c'è della materia grigia.
    Dopotutto.
    - Nonostante l'autolesionismo delle vostre compagne, intendo.
    D'altronde, se non erro, a questo tavolo non manca nemmeno un pizzico di determinazione...-

    Viro la mia attenzione, per un paio di secondi.
    Posando lo sguardo, ovviamente, sull'altra Grifondoro di questo team.
    - Continuate così. Il tempo scorre.-
    Congiungo le mani dietro la schiena, tornando al mio posto.
    - Il tempo scorre per tutti.-, soggiungo rivolto alla classe, - Vi resta appena poco più di mezz'ora.-


    CITAZIONE
    Squadra 1:

    State andando bene, anche se le azioni di alcuni membri rischiano di rallentarvi.
    Eventuali malus sono a vostra discrezione.

    Squadra 2:
    <i>Tutto bene, fin troppo oserei direi.
    Ecco perché, tra un passaggio e l'altro, sopraggiunge un piccolo intoppo. Nello spremere il Grinzafico, una goccia di "succo" entra in contatto con una sostanza - libera scelta - scatenando una relazione simile all' effervescenza. Solo molto più maleodorante ed estesa.

    Squadra 3:
    Sia per colpa o per sfortuna, avete già subito un malus e, bene o male, ve la siete cavicchiata.
    Attenti però, siete indietro e il tempo scorre. Tuttavia, sapete cosa si dice della gatta frettolosa, no?

    Ok, scusate tutti per l'incredibile ritardo. Qualche contrattempo privato.🙏
    Allora, direi ottimo e ultimo giro in arrivo! Ci riaggiorniamo l' 11 Marzo per la chiusura/valutazioni. Salvo, ovviamente, necessità di intervenire nel mentre.
    Buon gioco 🥳


    Edited by - Drago. O.F. - 22/2/2024, 11:30
  11. .
    - Scomodiamo Merlino? Addirittura? -
    Le ribatto, con cordialità.
    Ostentanto interessamento.
    Piacere, per cosi dire, nel trovarla.
    Mentendo.
    Molto bene e con perizia attoriale, certo.
    Eppure, sempre di un atteggiamento falso si tratta.
    - Ah certo, capisco.
    Immagino possa capitare a tutti.-

    No, non dovrebbe.
    Solo un incapace, alla sua età, potrebbe trovarsi in una situazione simile.
    Sbagliare con la metropolvere.
    E accettabile, forse, a tredic'anni.
    Le sorrido ampiamente, fingendo ulteriormente.
    - Io? Mi ha colto in fallo, collega.
    Vista la situazione attuale, ho dovuto approfittare del buon Borgin per reperire degli ingredienti.
    Sa, per le lezioni da tenere a scuola.-

    La osservo mentre il suo sguardo si posa sul negozio, stringendo le palpebre per tentare di palparne le emozioni.
    Per la prima volta, devo fronteggiare un "intruso".
    Qui, nei luoghi che frequento di solito.
    Nel privato della mia altra professione.
    Nonché primaria e ben più lieta.
    - Può esserlo davvero, un po' come tutto in realtà.
    E non solo può abusare della mia presenza, ma addirittura deve farlo.-

    Asserisco con il capo, chiudendo i primi bottoni del french e accennandole cordialmente all' esterno.
    Sulla porta, con discrezione, getto un ultima occhiata.
    Alle mie spalle.
    In direzione del titolare.
    Fulminandolo, tacitamente, in una sorta di saluto.
    I vicoli di Nocturn Alley, ci accolgono.
    Ed io mi sento esposto.
    Poiché se lì Owen ha pestato qualcuno, là io stesso ho commesso un illecito.
    In una parola, chiunque potrebbe riconoscermi.
    Addirittura rivolgersi a me con vacua confidenza.
    E ciò, al momento, sarebbe quantomeno deprecabile.
    - Ad ogni modo, visto che operiamo nello stesso luogo, potremo anche darci del "tu", non crede?-
    Urge un escamotage.
    Un modo, qualsiasi, per fare conversazione.
    Spostando dunque la sua attenzione su di me.
    E non, si spera, sul modo in cui la gente mi guarda.
    Spesso sgranando gli occhi.
    O distogliendoli al mio passaggio.
    Devo apparirle mediamente estraneo al luogo.
    In un modo, o nell' altro.
    - Non abbiamo mai avuto modo di confrontarci, giusto?
    Dimmi, come procede il tuo lavoro a scuola?
    Sono forse l'unico di noi che, ad ora, continua a rimanere deluso dinanzi alla scarsa applicazione dei nostri studenti?-
  12. .
    Pozioni - Dal III° Anno.
    Continua Qui 😏
  13. .
    I mocciosetti non impareranno mai, vero? McCormac, Miller, Wildflower e...massì dai Bubu, perché no, anche Matviga. D'altronde, era lei la destinataria designata. Si stanno scambiando dei bigliettini come all'asilo.
    Uuuuh quanto mi piace fare lo spione.


    L'utilità d'ospitare qualcun'altro dentro sé stessi.
    Una delle poche.
    Se non, forse, addirittura l'unica.
    -Prima di prendere in considerazione le vostre risposte, vorrei che l'intera classe si complimentasse con loro quattro.-
    Indico i nominati da Owen, con noncuranti cenni della mano.
    Soffermandomi qualche secondo in particolare, solamente, sulla Miller.
    Il suo incarnato, è intrigante.
    Tuttavia, temo che ciò non le sarà sufficiente.
    Non oggi, almeno.
    - Complimenti, vi siete appena immolati per mostrare alla classe cosa succede a chi non sa comportarsi durante le mie ore di lezione.
    Immagino che i vostri messaggi fossero pieni di contenuti irrimandabili, pertanto sarete ben lieti di scontare la punizione che essi vi hanno appena procurato.
    Ve la illustrerò, nei dettagli, in separata sede. Ora..."

    Con nonchalance, evitando di darle del tutto la schiena, mi appoggio al banco di Feyre.
    Offrendole anche una fugace, singola, occhiata di sbieco.
    Poi, senza più considerare distintamente singoli di sorta, rispondo alle domande.
    O supposizioni.
    Correggendo dunque eventuali errori o inesattezze laddove sarà necessario.
    - Ottimo signorina Starfall, puntuale e coincisa. Un po' troppo forse, al limite del superficiale.-
    Nel mio tono, riconoscerà un preciso messaggio.
    Non dormire.
    - Si McCormac, è esatto. Devo dire che, se tu non fossi un completo fallimento in ogni altro aspetto della mia materia, la tua conoscenza degli ingredienti di origine animale potrebbe quasi definirsi "buona".-
    Appunto, quasi.
    - Inesatto, signorina Matviga. O, per meglio dire, non completo.
    Il veleno di acromantula perde di efficacia solo quando non viene trattato e/o conservato a dovere.
    Il saper come trattare gli ingredienti è un punto fondamentale per un buon pozionista, peccato che l'abbia tralasciato nella sua risposta.-

    Gioventù, inesperienza o lieve distrazione.
    Poco importa, uno sbaglio è uno sbaglio.
    Di scatto, volgo nuovamente il capo in direzione della Miller.
    Fulminandola con gli occhi.
    E portandomi l'indice alle labbra a mo' di rimprovero.
    Detesto i brusii di sottofondo.
    Tuttavia, non ritengo necessario punirla ulteriormente.
    - Mi dica, signorina Ulla Linch, cosa le fa credere che a questa classe interessi cosa lei trovi o meno crudele? La prossima volta, eviti di ripetere ciò che è già stato detto.
    Due risposte uguali, creano una perdita di tempo.
    Discreta osservazione sull'hypnia.
    Fortunatamente lei...-

    E mi riferisco alla sorella, sebbene senza guardarla.
    - Ha avuto la decenza di aggiungere qualcosa.
    Esatto signorina Lynch, chiamarla col nome completo sarebbe più corretto.
    Anche se, purtroppo, non era questa la risposta che cercavo.
    Crede anche lei, signorina Tonks? Si inserisce in un gruppo di persone perché è l'ennesima che spreca il proprio tempo in stupidi di grimori di sorta, oppure altri hanno esposto la sua stessa idea alla classe intera senza che io me ne sia reso conto?-

    Detesto i ragazzini.
    La loro malleabilità mentale.
    Così esposti a stupidaggini, di ogni sorta.
    D'altronde però c'è ancora gente che si interessa alla divinazione, quindi ormai nulla può sorprendermi.
    - Ripassiamolo tutti insieme, una volta per tutte: "dormire con una pietra sotto il cuscino non avrà alcun effetto su di me, se non quello di farmi sembrare un completo idiota."
    Un conto sono i principi magici di un minerale, dei quali si può far impiego nella pozionistica mediante sofisticati sistemi alchemici, un altro è credere a quelle fesserie pseudo-curative riguardo ad altrettanto inverosimili proprietà mistiche.
    Se vi ho chiesto dell' ametista, è solo perché voglio che siate ferrati parimenti nella pratica e nelle teorie più complesse che sfociano nella pozionistica.
    Ecco tutto.-

    Alzo una mano, col palmo rivolto alla classe.
    Volendo placare, definitivamente, i lievi sussurri di sottofondo.
    Inspiro, infastidito, e torno dietro alla cattedra.
    - Avrete notato che ho tenuto la domanda del signor Stormind per ultima.
    Essa esula dal discorso, certo, eppure è la più ispirata che abbia sentito oggi.-

    Un cenno d'assenso al tassorosso, sempre così brillante nella mia materia.
    Ahimè, oserei quasi dire suo malgrado.
    Basandomi, esclusivamente, sulle reazioni che ho riscontrato fin'ora in lui.
    - Lo dirò una volta sola, per tutti.
    Ciò che sta accadendo al nostro mondo, e non solo alle piante magiche, deve preoccuparci.
    Purtroppo per ora nessuno è ancora riuscito a capirne esattamente le cause, tuttavia pare che la magia si stia lentamente affievolendo in determinati oggetti, esseri, o circostanze.
    Si spera, ovviamente, di riuscire a venirne a capo il prima possibile per invertire il processo .
    Poiché il nostro stesso modo di vivere, ad oggi, è messo in dubbio da tali sviluppi.

    E bene che lo sappiano, che se ne preoccupino.
    Io, dannazione, lo sto facendo.
    Più di quanto mi piaccia far trasparire.
    - Giunti a questo punto, direi che possiamo procedere con la lezione.
    Dividetevi in gruppi come indicato alla lavagna.-

    Un colpo di bacchetta, e le formazioni di preparazione sono esposte.
    Cosicché tutti possano sistemarsi, si spera, alla svelta.
    Traggo una seconda fiala dai cassetti della cattedra.
    Ponendo anch'essa alla mercé degli studenti.
    Il liquido è semitrasparente, con fini e flebili sfumature ambrate.
    - Antidoto Polifunzionale.
    Una delle mie creazioni meglio riuscite, la quale ha richiesto quindic'anni di ricerca.
    Appena qualche centilitro di questo, e gli effetti di circa il novanta per cento dei veleni conosciuti verranno debellati da qualsiasi organismo.
    Alcune eccezioni comprendono il veleno di Basilico, per il quale l'unico rimedio noto resta?-

    La domanda è aperta.
    Atta, invero, a mantenere accesi i loro cervelli durante la spiegazione.
    - Tuttavia, tale pozione non è brevettata, né sono pienamente soddisfatto del risultato, pertanto non la tratteremo ancora.
    Ciò che voglio da voi oggi, è quello che troverete nella sezione avanzata del libro, a pagina settecentosettantasette.-

    Tutti loro, si troveranno dinanzi due semplici sostantivi a mo' di titolo.
    Ed è come se potessi presentire lo stupore generale che ne scaturirà.
    Poiché, usualmente, tali preparazioni non vengono trattate qui.
    Non prima che io fossi insegnante, quantomeno.
    - Il Veleno Camuffato. Precisamente.
    Prima che cominciate, vi anticipo: si, prepararemo proprio quello.
    No, non verrà usato su nessuno; ammesso sempre che qualcuno di voi non si offre volontario per testarne gli effetti.
    E ancora no, non vi sarà permesso di portarne fuori di qui neanche una singola goccia.
    Poiché anche la sola detenzione della stessa, ad oggi, è punibile col carcere.

    Mi porto le mani dietro la schiena.
    Poi piego il capo.
    Soppesando le loro reazioni.
    - È parere dell' attuale ordine istituito, che sia necessario formarvi a dovere.
    E, come ormai dovreste sapere, non c'è modo migliore di studiare un veleno se non analizzandolo attentamente.
    Cosicché sia possibile apprenderne le peculiarità.
    Prepararne uno così complesso, sarà un ottimo esercizio mentale per voi.-

    Faccio il giro, riprendendo a marciare tra loro.
    - Ora, nel dettaglio, il preparato in questione risulta: incolore, inodore e quasi del tutto insapore. Il che lo rende incredibilmente difficile da riconoscere.
    Difatto, se preparato accuratamente, può essere appunto addizionato e camuffato in qualsivoglia cibo o bevanda senza che i suoi effetti vengano intaccati.
    I quali, in ordine, comprendono: immediato senso di affaticamento, innalzamento della temperatura corporea, vomito, convulsioni, rallentamento delle funzioni cognitive, paresi localizzate, dolori atroci dovuti al collasso degli organi vitali e, ovviamente, morte.
    Tutto ciò, se assunto in dosi pari a mezz'oncia per ogni dieci chili di massa corporea, avviene in circa quindici minuti.
    Vista la tossicità acuta di alcuni ingredienti, sarà obbligatorio per voi indossare i guanti stregati protettivi e castarvi un testabolla per proteggervi da eventuali inalazioni.
    Per chiunque non padroneggi ancora l'incantesimo, sarà sufficiente chiedere al sottoscritto.
    Non perdiamo altro tempo ora.
    Al solito, le istruzioni riportate dal vostro libro compariranno riviste e corrette dal sottoscritto sulla lavagna.
    Iniziamo.-

    Racchiudo il mio stesso capo, proteggendomi.
    Pronto ad osservare i loro bassi, miseri, risultati.


    CITAZIONE
    Gruppi di lavoro:

    Gruppo A:

    Ulla
    Marsilda
    Fannie
    Daisy
    Karen

    Gruppo B:

    Vanilla
    Edana
    Friday
    Alex
    Euphemia

    Gruppo C:

    André
    Feyre
    Corinne
    Logan

    Lista ingredienti:
    - Veleno di acromantula gelificato (1 Oz)
    - Piuma di Augurey (1)
    - Inflorescenze di Hypnia (3)
    - Grinzafico (1)
    - Radice di Cerevisae polverizzata (1)
    - Anartemisia (1 Foglia triturata)
    - Peli di Demiguise (4)
    - Acqua distillata (1 Gallone)
    - Pus di bubotubero Grezzo ( 1 spruzzo)
    - Asfodelo in polvere (1 Grammo)

    Preparazione:

    1: Portare a ebollizione l'acqua distillata, nel frattempo versare in una provetta il pus di bubotubero e l'asfodelo in polvere, agitandola. A bollore raggiunto, versare il composto preparato a parte nel calderone. Girare in senso antiorario per cinque volte. A questo punto la pozione dovrà assumere un colorito rosastro.

    2: Far bollire a fuoco alto per due minuti e ventisette secondi, poi aggiungere la piuma di Augurey e passare a fiamma minima.
    Pestare grossolanamente l'hypnia in un mortaio, aggiungendo a poco a poco tutta la dose di Veleno d'acromantula gelificato. Infine versare il composto nel calderone, mescolando sei volte in senso orario.

    3: Lasciar sobbollire la pozione, per altri sette minuti.
    Intanto sbucciare il grinzafico e spremerlo nel calderone. Nel frattempo preparare un infuso di Anartemisia, e versare al suo interno l'asfodelo in polvere.
    Addizionare il tutto al calderone, mischiando tre volte in senso antiorario e lasciar sobbollire.

    4: Impiegare la radice di Cerevisae in un decotto, aggiungendo ad esso i peli di Demiguise.
    Versare nel calderone, dal quale si alzeranno fumi acri, pungenti e neri come la pece.
    Mescolare settantasette volte in senso orario.
    A questo punto, spegnere il fuoco e toccare il calderone con la bacchetta.

    5: Filtrare il tutto con un tessuto, evitando il contatto con l'epidermide o altre parti sensibili.
    Il liquido ottenuto, apparirà completamente trasparente e andrà fatto raffreddare prima dell'impiego.


    Siete Meravigliosi 😬😬
    Fino al 5 febbraio per rispondere, buon giro.


    Edited by - Drago. O.F. - 22/1/2024, 11:50
  14. .
    - Mi stai indisponendo.-
    Trapasso l'ometto con lo sguardo.
    Riafferrando la borsa, stracolma di merce.
    - Se le cose stanno così, dovrò dedurne che l'affare è saltato.
    Mi rivolgerò altrove.-

    "Ma Drag..."
    Alzo un sopracciglio, inspirando col naso.
    "Signor Korckzak, le sue pretese riguardo il prezzo...sono fuori mercato."
    Emetto un verso, pienamente ironico.
    Nonché remissivo.
    E decisamente discordante.
    - Per un pidocchio come te forse, piccolo Borgin.
    Tuo padre, lui si che aveva fiuto per le fluttuazioni di mercato.-

    Hypnia, raccolta con ogni destrezza.
    Una scorta di veleno di acromantula, conservato in due modi differenti.
    Metà sottovuoto, cosicché non perda le proprietà velenifere.
    Il restante, esposto all' ossidazione.
    La quale ne mitiga la tossicità.
    Rendendolo un ingrediente estremamente poliedrico in ambito pozionistico.
    "Si ma Duecentoventi Galeoni...sono un rincaro del ventitré per cento confronto le ultime valutazioni. Non saprei..."
    Sto per rispondergli, ed anche a voce piuttosto alta.
    Non fosse che qualcuno, qui dentro, mi mette in guardia.

    Attento, abbassa la voce. Ho sentito scricchiolare le assi, lì dietro da qualche parte. Forse c'è un terzo incomodo, arrivato con la metropolvere. Abbassa quella cazzo di voce!"
    Lentamente, con discrezione, mi porto l'indice alle labbra.
    Lanciando un chiaro messaggio al negoziante.
    Indicando prima alle mie spalle, poi al nostro affare.
    Deve fare silenzio.
    Accenno alla borsa, ancora, mostrandogli un due con la mano destra.
    Duecento, l'ultima offerta.
    Acconsente.
    La merce scivola dietro il bancone.
    Cedendo il posto ad un sacchetto, in velluto nero.
    Lo afferrò, facendolo sparire tra le pieghe del soprabito.
    - Ti saluto Borgin.-, asserisco con tono alto e amichevole, - I miei studenti avranno finalmente l'ingrediente necessario. Grazie per la tua disponibilità.-
    Con un sorriso finto, giro l'angolo dietro lo scaffale.
    Quello posto esattamente tra il loco delle compravendite, e il camino.
    Sbattendo quasi contro qualcuno.
    Una persona che, oggettivamente, mai mi sarei aspettato di trovare qui.
    - Professoressa Starling!-, esclamo con perfetto tono di genuina sorpresa.
    - Che strano. Incontrarla da queste parti, voglio dire...-
  15. .
    Pozioni - Dal III° Anno

    Qui:

    https://hogwartsmystery.forumcommunity.net/?t=62947290
50 replies since 13/2/2021
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