- Lezione di Pozioni -

Dal III° anno.

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    - Via bacchette e cianfrusaglie varie.
    Soprattutto, fate silenzio.-

    Entro in classe, tirando dritto alla scrivania.
    Poso la borsa e appendo il trench, voltandomi dunque di scatto in direzione della classe.
    Mista. Ancora una volta, come spesso accade.
    Quale patetica generazione è stata quella genitrice dell' attuale.
    Difatto, non sono in vena.
    Il mio lavoro, quello vero, è messo in pericolo.
    La situazione attuale del mondo magico, è una lama a doppio taglio.
    Da un lato è vero che i prezzi della mia merce sono in crescita.
    Dall' altro, maledizione, reperire ingredienti funzionali e sempre più arduo.
    Di questo passo, rischio di dover contare sul mio misero stipendio da insegnante.
    E io odio centellinare.
    Tanto quasi quanto detesto, invero, insegnare a tali cervelli striminziti.
    - Poiché immagino che il progressivo avvicinarsi delle feste sia, ai vostri occhi, un ottimo pretesto per non studiare, direi che un ripassino potrebbe farci bene.-
    Giungo le mani dietro la schiena, e prendo a camminare tra i banchi.
    - Per alzata di mano, e senza parlarvi sopra. -
    Chiarisco, dopo appena pochi passi.
    - Qual'é un altro nome con il quale, erroneamente, viene chiamata da alcuni l'ametista?"
    L'impiego dei cristalli nell' ambito pozionistico è stato dibattuto, meno di un mese fa.
    Chissà se, nel tepore generale, almeno uno dei cervelli presenti si desterà dal coma cerebrale.
    - Chi di voi...-, soggiungo con lo sguardo posato per un istante su due soggetti in particolare, - Sa dirmi con esattezza qual'é il corretto modo di raccogliere l'hypnia? E, ancora, quali effetti hanno le spore della stessa sull'organismo umano?-
    Mentre riesco quasi a sentire gli ingranaggio nelle loro scatole craniche, torno alla cattedra.
    Facendo apparire, con un banale gioco di mano, un' ampolla ricolma.
    Il liquido al suo interno è giallo accesso, viscoso, e dall' odore acre.
    Lo poso sul piano in legno, affinché sia ben visibile a tutti.
    - Qualcuno ha idea, anche vaga, di quale tipo di ingrediente sia questo?-
    Passo in rassegna i presenti con lo sguardo, piegando le labbra in un ghigno appena accennato.
    - Vi do un indizio: è un veleno naturale. Secreto da un particolare essere vivente, assimalabile al gruppo tassonomico degli artropodi.-
    In pochi, presumo, sapranno rispondere.
    Chi perché non vi si è mai trovato dinnanzi.
    E chi, ancora, poiché ne ha maneggiato di una qualità talmente scadente e precoce da non avvicinarsi neppure a quello appena mostrato.
    Men che mai nell' aspetto.
    Ad ogni modo, incrocio le braccia e attendo.
    Con più impazienza di proseguire, invero, che speranza nelle loro capacità accademiche.

    Cazzo, auguri. Oggi lo vedo particolarmente di buon umore...

    Salve a tutti, il vostro prof. Preferito nonché più simpatico è tornato con le sue lezioni pacate.
    Come al solito, vi chiedo di postare l'ingresso aggiungendo in spoiler Nome, anno e casa di appartenenza.
    15 giorni per rispondere 😉
    Si accettano ritardatari (con malus 😈) entro e non oltre il secondo giro.
    Buon gioco a tutti 👋🏻


    Edited by - Drago. O.F. - 7/1/2024, 12:47
     
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    La testa le martellava da ormai un paio di giorni. La pozione che aveva buttato giù non aveva avuto nessun effetto e la cosa la irritava sempre di più. Percorse i corridoi del castello, chiusa nel suo mutismo, fino all’aula di pozioni. Fosse stata un’altra lezione, l’avrebbe saltata.. ma pozioni non si poteva saltare. Un po’ perché era la sua strada futura, un po’ perché… beh non c’è bisogno di spiegarlo. Non aveva idea di come comportarsi con Korko, ma aveva deciso di rimanere nell’ombra il più possibile, cercando di non attirare le sue attenzioni.
    Si mise seduta nel posto meno in vista, tirando fuori solo l’occorrente per prendere appunti e la bacchetta, spostando i capelli davanti, quasi a voler coprire il volto. Il brusio di sottofondo era un incudine per il martellio che aveva in testa. Poi Korczak fece il suo ingresso, intimando il silenzio, grazie al cielo. Si concesse un minuto per osservarlo di sottecchi, stando attenta a non farsi notare, spostando poi l’attenzione sugli appunti da prendere.
    Si massaggiò le tempie, cercando un po’ di sollievo, ascoltando distrattamente le parole del prof e cercando di non soffermarsi su ben altri pensieri, mentre lui passeggiava come un generale tra i banchi. L’altro nome dell’ametista? Proprio le sfuggiva. Forse era semplicemente quarzo viola? Ci mancava solo che Korko si desse alla cristallo terapia.
    Glissò la domanda, alzando la mano per risponde alla parte botanica. Un po’ doveva aspettarselo che la lezione potesse in qualche modo versare su quel particolare fiore, almeno lei poteva rispondere traquillamente. Difatti il prof la stava guardando, conscio che sapeva di cosa parlava
    -L’Hypnia è un rampicante le cui spore, se inalate, risultano allucinogene. L'esposizione prolungata può causare danni neurologici. Per raccoglierla va afferrata dal gambo e va tirata delicatamente, per non rovinare il fiore- finì di rispondere, pur non volendo attirare l’attenzione, rimaneva una secchiona e, in quanto tale, doveva rispondere.
    Poi un ampolla prese posto sulla cattedra e lei fece una smorfia quando riconobbe quella sostanza gialla con fin troppa facilità. Trattenne a stento un brivido, ricordando la caverna umida e la sensazione provata nel toccare quella bestia per prelevarne il veleno. Di nuovo, doveva immaginarselo, quei maledetti ragni l’avrebbero tormentata per un bel po’. Tamburellò la matita sul quaderno aperto, aspettando qualche momento, alzando poi nuovamente la mano
    -E’ veleno di acromantula, di un esemplare adulto, femmina direi- aggiunse mentre nascondeva nuovamente il volto, con un sorrisetto divertito… poteva permettersi un po’ di presunzione no? Alla fine aveva contribuito a raccoglierlo. Arricciò il naso, portandosi nuovamente la mano sulla tempia per un’ improvvisa nuova fitta di dolore, come se il karma volesse punirla per aver risposto

    Feyre Starfoll - VI anno - Corvonero
    Ho risposto alle domande, tranne quella dei cristalli. Non ho interagito con nessuno perché ho mal di testa :D


    Edited by …Feyre… - 10/1/2024, 22:18
     
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    -C… chiodi di garofano. Allora, ci hai ripensato? Pesco un’altra lettera?-, la voce di Corinne risuonò canzonatoria echeggiando nel bagno degli studenti del secondo piano, tanto che Karen sobbalzò per timore che qualcuno potesse averla sentito dall’esterno. Attese qualche secondo in silenzio, lo sguardo puntato sulla porta, finché non fu sicura di non vedere arrivare nessuno.
    -No, ci sono quasi: pozione curaferite, proprietà antisettiche e anestetiche. Ci ho preso?- la guardò speranzosa e in apprensione al tempo stesso, rilassandosi nel vedere un sorriso farsi strada sul volto della Miller. Dopo un’intramontabile, usuale presa per i fondelli. Karen esultò a bassa voce, soddisfatta e sollevata per aver dato la risposta corretta.
    -Non che mi dispiaccia avere ospiti nel mio bagno, ma non dovreste andare?- il fantasma di Mirtilla Malcontenta spuntò proprio tra le due amiche, dal pavimento, inducendole uno spavento da tachicardia. Karen si portò una mano al petto con fare melodrammatico mentre la studentessa spettrale continuò come se nulla fosse.
    -Il Professor Korczak non è un uomo paziente, si sa… è quasi ora, no? L’ultima volta che avete tardato siete rimaste fuori dall’aula.-, Karen si alzò dal pavimento e infilò la tracolla in spalla, rispondendo con una smorfia.
    -Korko è un cazzo di psicopatico, eravamo in ritardo di soli due minuti!-, la Grifondoro si avviò a passo svelto verso la porta e quando fu fuori staccò dallo stipite l’adesivo magico che recava la dicitura “guasto”. Da quando aveva cominciato il nuovo anno aveva approfittato di ogni buco di tempo per ripassare Pozioni, che restava il suo più grande punto debole. Di solito era della disponibilità di André che approfittava; quella volta, però, Karen si era trovata in compagnia della Miller visto che la notte precedente, una delle tante dove l’insonnia l’aveva tenuta sveglia e l’ansia che aveva portato con sé era stata sul punto di farla cedere, si era intrufolata nella sua sala comune per passare la notte in sua compagnia, finché il sonno non l’aveva vinta.
    -Sarei quasi tentata di raggiungere Finnik… quel cazzone non ha nessun attacco di coliche, l’ho visto inghiottire una pasticca vomitosa poco prima che la Starling lo chiamasse per discutere il suo compito…-, aveva commentato scocciata mentre affrettava il passo verso i sotterranei. Quando entrò in aula raggiunse Logan di soppiatto alle spalle, pizzicandogli un fianco a tradimento e schioccandogli un bacio sulla guancia approfittando della momentanea assenza del professore.
    -È morto?!-, domandò, speranzosa, vedendo vanificate tutte le speranze nel momento in cui lo vide comparire dalla porta, con un buon umore che non presagiva niente di buono. Karen si sedette dietro di lui, approfittando della sua altezza per nascondersi alla vista del docente, e vicino alla Miller, guardandosi intorno per scorgere gli altri. In un attimo tutto ciò che aveva ripetuto nel bagno degli studenti divenne un tabula rasa davanti alla pioggia di Interrogazioni due da base volontaria temette trasformarsi in interrogazioni a tappeto, nel caso in cui nessuno avesse fiatato. Si girò verso Corinne, ponendole una domanda a bassa voce.
    -C’è davvero una nomenclatura sbagliata? Sapevo che era conosciuta come “pietra sobria” perché chi la usa non si ubriaca quando beve…-, per un attimo la Grifondoro si assentò quando incrociò lo sguardo di André, a cui abbozzò un sorriso colpevole. Succedeva sempre: ogni volta che metteva piede nell’aula di pozioni tutto quello che aveva imparato, e che fino a poco prima aveva memorizzato ed esposto bene, sfumava come il proprio patronus in uno sbuffo di fumo.


    Karen Cavanaugh, Grifondoro V anno

    -Interagito con Logan, Corinne e citato André

     
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    Nota bene: Cercare di consumare un sonno decente, di tanto in tanto, potrebbe essere una buona idea.
    Anche per cose banali, tipo avere la forza di radersi, non ritrovarsi a girare per la scuola con le occhiaie di Nosferatu e, magari, riuscire ad applicarsi un minimo anche nella materia peggiore del mondo.
    Al momento insegnata, per giunta, dall' uomo peggiore del mondo. Il caro, dolce, professor Korckzak. O, come preferisco chiamarlo io, "quel balcanico con un manico di scopa nel culo."
    Prendendo comunque posto con straordinario anticipo - e grazie al cazzo, sto vagando per il castello dalle sei di mattina - non mi resta altro da fare che stiracchiarmi prima da un lato e poi dall' altro. Urtando, volutamente, alcuni oggetti personali che Feyre ha disposto con cura sul suo banco. Così, giusto per romperle i coglioni e perché si, nonostante le quattro ore scarse di sonno, sono particolarmente di umore leggero oggi.
    Sarà stato qualcosa nel succo di zucca, che ne so.
    "Oh mi scusi madama prefetto...", faccio alla Starfall mentre, con la coda dell' occhio, noto che finalmente la Rossa ha deciso di presentarsi.
    Ed anche lei comunque prima del prof, ecco perché oggi, di sicuro, pioverà grosso così.
    Mi porto le mani dietro al capo e, offrendo le spalle alla Cavanaugh, mi godo il suo arrivo in tutte le sfumature. Sobbalzando al pizzicotto, tenendomi il bacio sulla guancia e girandomi in sua direzione, afferrandola scherzosamente per il mantello, baciandola a mia volta. Come si deve però, chissenefrega se c'è mezza classe a guardarci.
    "Ma speriamo cazzo! Non facciamo altro che mandargli maledizioni da quasi due anni!"
    O almeno io e tanti altri, non come questa qui seduta di fianco a me che invece, per motivi del tutto variabili e privi di qualsivoglia malafede da parte mia, a quanto pare è diventata la vera e propria cocca del prof.
    Se mai in malafede ci sono io, che mi son seduto di fianco a lei tanto perché mi sta simpatica - soprattutto dopo il lavoro di squadra dell' anno scorso - quanto perché, immagino, tutta l'attenzione di Korckzak sarà sua, lasciando cosi me libero di cazzeggiare.
    L'ho già detto che odio Pozioni, si?
    Ovviamente, perché qui non è destino che ne vada bene una, Mr. "fate silenzio" si presenta in classe, ed è più vivo e malumorato che mai. Meraviglioso.
    Okay sui cristalli non so un cazzo, sulle piante ancora meno, il contenuto dell'ampolla però, diamine, quello che si che è roba mia.
    "Si, è decisamente veleno di un acromantula adulta. Solo che... l'ha tenuto per un periodo a contatto con l'aria volutamente per usarlo nel suo ambito, vero? Non dovrebbe essere, tipo, meno lucido e appiccicoso appena colto?"
    Dopotutto è una misura di difesa/offesa che dovrebbe andarti in circolo una volta iniettato, quello dentro l'ampolla difficilmente, vista la densità, riuscirebbe e circolare nel flusso sanguineo.
    Approfitto di un momento di distrazione del nostro insegnante comunque, giusto per scrivere due righe su un pezzo di pergamena e lanciarmelo alle spalle. Dritto, e preciso, in grembo alla cara vecchia Miller.
    Il messaggio è breve, ma chiaro come la luce del sole:
    - Se vai in merda, sbatti le ciglia e tira in fuori il culo. Potrebbe spruzzarti addosso...manciate di punti intendo. -


    Logan McCormac. VI° anno, Grifondoro.

    Interagito con Feyre, Karen e Corinne. Fatto una domanda al prof.
     
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    Il giorno in cui i miei genitori sono morti, qualcosa dentro di me è andato in frantumi, qualcosa nella mia testa si è rotto per sempre. Ho provato ad abbandonarmi al dolore, ho pianto e per un istante, forse solo un attimo, mi sono sentita meglio. Un attimo troppo breve però per provare un reale sollievo. Molto più efficaci i tranquillanti prescritti dal medico al San Mungo, mi lobotomizzavano il cervello per qualche ora e per la prima settimana mi è piaciuto ma poi ho iniziato a dimenticare. Le pillole toglievano dalla mia mente ogni barlume di lucidità, la loro voce era divenuta sempre più flebile e questo non potevo sopportarlo così ho smesso di prenderle. Oggi le occhiaie scure sotto gli occhi acqua marina, sono un chiaro segno del dolore che porto sulle spalle, i capelli dorati un ulteriore affermazione di come quel piccolo cambiamento positivo che si era instillato in me ormai non ha più alcun senso. Sono tornata a scuola da poco, mi hanno detto di prendermi il tempo che serviva per.. come hanno detto? Ah si, metabolizzare il tutto, elaborare il lutto. Stronzate. Due settimane di assenza sono servite solo a sistemare la burocrazia, sono ricca adesso, non che prima non lo fossi ma adesso lo sono io, non i miei genitori. Non sono più figlia di ricchi imprenditori, non sono più figlia e basta.
    Ho ignorato tutti, dopo il funerale non ho più voluto vedere nessuno, Hunter, Fey, Mia, nessuno. Nemmeno il povero Friday, mi dispiace per lui, non dimenticherà mai quello che ha visto ma sono felice che sia toccato a lui e non a me. Egoismo forse, ma da adesso tutelerò me stessa o quel che di me rimane. Non ho voglia di parlare, di giocare o di chiacchierare, ho l’impressione che tutto sia piuttosto banale e inutile, ho altre cose per la testa e non mi sento più parte di quel gruppo di ragazzini che giocava ad essere adulti. Entro nell’aula, ci sono già quasi tutti. Se non erro è la lezione preferita di Feyre, se non la lezione, il calderone di qualcuno sicuramente. La ignoro, non voglio parlare di questo, non voglio parlarle e non voglio dar peso al rossore sulle sue guance ogni qual volta quel viscido di Korko la guarda. Filo dritto in fondo all’aula, abbandono la borsa su un lato e sfilo il mantello pesante sistemandolo sul retro della sedia, ho caldo, è sempre così ormai.. La camicia bianca è inamidata come sempre, tutto è perfetto come sempre, la gonna perfettamente sistemata sulle gambe lunghe ora incrociate, è corta il giusto, non da destare attenzioni. Ciò che basta per essere semplicemente notata, anche se ci sono abituata, questo succede spesso e adesso ancora di più. Sussurrano, mi guardano, per i corridoi sento cosa dicono, a volte pensano abbia perso l’udito. Ho sentito storie assurde, per un po’ la voce circolata è che i miei fossero morti a causa di un infrazione in casa, un ragazzino è sbiancato incrociandomi per i corridoi, solo dopo avevo scoperto fosse circolata anche la voce della mia dipartita. Pazienza.. mi guarderanno anche adesso. Sbottono un polsino della camicia, arrotolo la manica appena sotto il gomito e faccio lo stesso con l’altra, stiro con le mani la cravatta e mi preparo ad ascoltare l’ennesima lezione. C’è qualcosa però nella risposta della Corvonero che riaccende un po’ l’interesse, il veleno di acromantula, ricordo il racconto di lei ma anche questa piccola fiammela svanisce subito dopo. Ascolto le risposte di tutti, resto in silenzio. Faccio sprecare loro fiato inutile e alzo la mano per dire la mia “Veleno di Acromantula, preziosissimo e molto difficile da reperire. Vale una fortuna e perde di efficacia dopo un’ora dalla morte della creatura, i suoi effetti sono legati alla paralisi e può portare alla morte in pochissimo tempo” ripeto tutto con voce ferma e distaccata, ho studiato mi sono data da fare ma ammetto che Logan mi ha spianato la strada, è bastato che nominasse l’Acromantula e il gioco ormai era fatto. Metto giù la mano, ignoro tutti ma prendo appunti perché addolorata si ma sciocca mai.

    Vanilla Matviga - VI anno Serpeverde
    Ignoro tutti, rispondo alla domanda del proff.
     
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    Dopo aver passato metà della notte a ripetere insieme a Karen l’intero contenuto dei libri di pozioni studiati negli ultimi cinque anni, quello che desiderava era proprio una bella lezione mattutina con l’adorabile professor Korczak. «Cavanaugh, se quello ti chiede qualcosa e tu fai di nuovo scena muta con l’espressione da orata come l’ultima volta, giuro che ti do un pugno» le rispose così dopo che la rossa ebbe indovinato l’ennesimo quesito. Aveva avuto modo di metterla sotto torchio per diverse ore e sapeva quanto fosse preparata, se la Grifondoro avesse preso un brutto voto l’avrebbe ritenuto un fallimento personale. «Non te la prendere, mia piccola bambina. Sai cosa si dice degli uomini che pensano che due minuti siano tanti, no?» ironizzò maliziosamente. Ormai era abituata anche a fare battute di quel tipo con Karen, non era più lo scricciolo che aveva conosciuto e questo aveva fatto sì che il loro rapporto avanzasse di un gradino. «Cosa?! Ancora con questi trucchetti del cazzo? Dopo la lezione vado proprio a dirgli quanto è banale» banale almeno quanto la scusa che trovò la Corvonero per giustificare la visita che sarebbe andata a fargli. Arrivarono fortunatamente in tempo, la mora deviò lo sguardo prima che la prefetta ed il caposcuola potessero avvicinare le rispettive labbra, atto che le suscitava sempre un po’ di stranezza, e prese a sistemare le sue cose sul banco, lasciando che i due potessero avere il loro momento senza sentire il giudizio della Miller alitargli addosso. «Ti pare? Quello manco la morte lo vuole» neanche il tempo di finire la frase che lo vide apparire nella sua consueta forma smagliante. Eppure era un bell’uomo, ma la sua personalità lo rendeva spesso indesiderabile. Korczak iniziò la sua lezione utilizzando il classico metodo del terrorismo psicologico, Corinne si limitò a rispondere mentalmente alle domande senza affannarsi ad alzare la mano. «Te la spaccherei in fronte una pietra sobria. Se vuoi dire qualcosa, dilla! Non cagarti addosso, sfigata» rispose bisbigliando al commento della Grifondoro, stringendo i denti sulle ultime due frasi e intimandola con lo sguardo a rispondere alle domande che il professore stava ponendo. Non voleva essere cattiva con lei, ma quello era il suo personale modo per incentivarla a superare le sue paure e dare il meglio di sé. Mentre aspettava che la lezione iniziasse ad essere interessante e che quindi si trasformasse da teorica in pratica, si vide arrivare un bigliettino dal banco davanti al suo. “Preferirei bruciarmele le ciglia. E poi ti sbagli, non sono mica io quella solita vendersi il culo per qualche misero punticino” scrisse di fretta sul pezzo di carta ricevuto e restituì la pallina a McCormac in un momento in cui il prof era di spalle. Per quanto potesse sembrare strano da parte della Miller, non desiderava affatto attirare l’attenzione del docente di pozioni.


    Corinne Miller, V anno, Corvonero
    Interagito con Karen e Logan
     
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    Gelida era l’acqua con cui il giovane dall’intimo in perpetuo conflitto esistenziale tentò di spogliarsi dei segni della notte insonne che aveva trascorso – una delle tante dacché era stato dimesso dal Saint Patrick di Dublino ed era tornato a Londra. A casa dai suoi genitori che non rammentava d’aver più visto tanto angustiati per la sua incolumità da quando…da quando era stato palese che le cure per il suo disturbo bipolare non stessero funzionando. Non come avrebbero dovuto. E come avrebbe potuto biasimarli, dopotutto?
    Negli ultimi tempi, André era divenuto se possibile ancor più irrequieto e selvatico, rapito da tormentati pensieri in veglia e da maledetti incubi in sonno. Neppure la stanchezza che gli aggrediva con ferocia le membra per gli impietosi allenamenti a cui si sottoponeva, riusciva ad impedir ai demoni di fargli visita ogni volta che annegava nell’incoscienza. Demoni che a volte avevano i medesimi tratti innocenti di Daisy ma menzogneri e traditori occhi…altre invece eran un volto folle e crudele oltre uno specchio lacerato da crepe…e poi ancora erano Karen che lo pugnalava con sguardo remoto, voltandogli le spalle…voltandole a Logan che finiva inghiottito nelle tenebre per riprenderla. Demoni che non eran altro che ricordi distorti di ciò che aveva visto e vissuto in quella notte irlandese d’esordio di luglio, allorché una parte di sé sembrava esser spirata al cospetto dei loro aguzzini: quella che nella musica aveva trovato un rifugio…un mezzo per comunicare ciò che non osava esprimere con il verbo…lo strumento con cui donar ordine al caos che gli viveva nella mente tanto quanto nel cuore…
    - Bu. - dispettoso e truffante aveva raggiunto Daisy di soppiatto e circondandole la vita con un braccio, l’aveva stretta a sé sin a percepirne i capelli solleticargli il petto. - Ora che ti ho presa, ho tutte le intenzioni di portarti via da questi sotterranei. Ci stai? - il suo sghembo sorriso si fece malandrino e malizioso mentre ne incrociava gli occhi espressivi, affiancandola e risalendo con le dita da ribelle chitarrista lungo la sua schiena per soffermarsi sulle minute spalle. Stava giocando André, eppure la prospettiva di allontanarsi dal Castello con la fanciulla maledetta dalla Luna assunse le note d’una seducente tentazione mano a mano che s’approssimavano all’aula di Pozioni: la paura e il dolore che gli avevano travolto il contraddittorio cuore allorché l’aveva percepita scivolargli via dalle mani per svanire nel nulla quella notte, erano incisi nella sua memoria come ferite destinate a non rimarginarsi mai. Ferite che lo inducevano ad anelare d’averla sempre più vicina. Tuttavia… tuttavia, si stava sforzando di non costringerla ad appassir accanto a sé, facendola sentir in gabbia fra le sue braccia. Tentando di donar al suo rapporto con lei quell’equilibrio che falliva nel trovar in sé medesimo…
    - Korczak è in ritardo e io in anticipo…che sia l’apocalisse? - celiò con cipiglio accigliato e serio una volta varcata la soglia dell’aula della lezione, già occupata da famigliari volti, alcuni più ed altri meno. Individuò Karen e Logan nell’angolo più remoto della stanza e accennò loro un saluto, prima di allungare le dita verso la mano piccola ed irrequieta della compagna e indicarle un bancone libero poco distante.
    Passando tra le file, si chinò per raccogliere da terra un album da disegno che gli era alquanto noto e nel farlo catturò lo sguardo diverso di Feyre. - Pellegrina… - era pallida la giovane dalla tatuata pelle e i suoi occhi erano spenti, distanti, come se faticasse a metter a fuoco ciò che la circondava. - cosa ti succede? - mentre le poneva quel quesito, l’insegnante fece infine il suo ingresso e non poté attardarsi oltre al suo cospetto, accomodandosi accanto a Daisy poco più in là.
    S’accorse di non avere nulla con sé con cui prender appunti nell’istante in cui sfilò il libro di Pozioni dalla tracolla, solo alcuni spartiti…vuoti come non lo erano mai stati. Li prese e li posò sul tavolo innanzi a sé, rigirandosi fra le dita un plettro della chitarra abbandonata in un angolo della sua stanza.
    Mentre osservava Korczak aggirarsi fra loro con quel fare predatorio e impietoso che aveva imparato a conoscere, però, la sua mente andò a poco, a poco alla deriva, sin alla radura nel cuore della tenuta dei McCormac in cui aveva percepito un’aura di minaccia non dissimile da quella che emanava l’insegnante e per qualche battito di ciglia si sentì di nuovo in pericolo, tanto da irrigidirsi istintivamente. Fu in quel momento che incontrò lo sguardo di cerulea rugiada di Karen che lo cercava e malgrado la tempesta che s’agitava nei suoi occhi tanto quanto nelle sue viscere, si sforzò d’accennar un mezzo sorriso sfrontato e beffardo. E approfittando del diversivo dei suoi compagni che rispondevano ai quesiti, le lanciò un bigliettino con un disegnata una nave stilizzata, conscio che l’irlandese avrebbe recepito il messaggio.
    - Professore…vorrei farle una domanda che esula da quanto richiesto ma…non del tutto, in realtà. - attese qualche accordo di chitarra per cercare le parole con cui formular adeguatamente il quesito che aveva iniziato a vorticare nel caos della sua mente, sovrastando con prepotenza tanti altri. - Che cosa può dirci di ciò che sta succedendo alle piante magiche? -. Korczak era un esperto nel settore e un Mago con esperienza, che anche lui credesse che la Magia stesse scomparendo? Che fosse destinata a morire e con essa il mondo che tutti loro conoscevano? Piante…erbe…creature magiche…e forse chissà persino i Maghi medesimi?

    André Stormind VI anno
    Interagito con Daisy,Feyre, Karen e citato Logan.
    Fatto una domanda a Korczak.
    Perdonalo prof, è la sua materia preferita ma oggi non ha ascoltato un cazz.


    Edited by soul of art and anarchy - 1/2/2024, 06:34
     
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    Dormo di merda da qualche settimana, credo che il colore scuro delle occhiaie e il disordine dei ricci ne siano la prova, ma non mi frega un cazzo di quello che potrebbero pensare gli altri, e guardarmi allo specchio per darmi una sistemata suona come una perdita di tempo.
    Mi sforzo di parlare con gli amici e andare a lezione, anche quando non ne ho voglia, e il risultato è sempre il solito: io che rimango immobile, la pallida e stanca imitazione di me stesso, e al massimo mugugno un paio di frasi per far vedere che sono vivo. Poi, arriva la notte, e prego qualsiasi divinità, spirito o mago mai esistito, nella vana speranza che mi aiutino a non vedere più i volti dei signori Matviga. E, ovviamente, ogni volta è un'ironico buco nell'acqua.
    Quelle facce sofferenti mi guardano mentre sangue gli fuoriesce da occhi e orecchie, le bocche aperte in un'urlo silenzioso... No, non sempre. A volte è il grido della loro figlia, quello che sento, e tanto basta a svegliarmi di botto tra le lacrime, il labbro inferiore stretto tra i denti per non urlare io stesso e svegliare tutta la torre.
    Non so se gli altri sanno di quello che le è successo, di quello che ho visto a causa del dono... Non so se ne parlano, quando io e la prefetta solchiamo i corridoi del castello, e me ne frega ben poco, se devo essere sincero, però un po' li detesto. Loro, e la normalità di una vita priva di visioni. Loro, che non sanno cosa vuol dire convivere con un dono che vorresti solo strapparti dalla testa. E forse è anche per questo che, quando posso, evito chiunque, perchè detesto l'idea di poter vedere la morte di qualcun altro. Non che la totale solitudine sia la soluzione, e forse tutta questa merda e gli incubi finiranno presto, ma nel frattempo preferisco stare in disparte e fumare una sigaretta dietro l'altra.
    Se non fosse vietato, ne porterei una alle labbra anche alla lezione di pozioni, ma già credo di stare antipatico a Korko, quindi meglio non rischiare e tirare troppo la corda.
    Arrivo prima del prof, ma un po' dopo gli altri. Li vedo seduti ai loro posti e non saluto nessuno, nemmeno quelle persone a cui in teoria voglio molto bene, ma anche loro sono come gli altri e un pochino li detesto.
    Però vedo Vanilla, seduta da sola in fondo all'aula, e mi dirigo verso di lei a testa bassa in modo automatico per piazzarmi nel posto accanto al suo. Da quando è tornata mi ha ignorato, e va bene così, nemmeno io avrei voglia di socializzare dopo la morte dei miei genitori, però in questo periodo mi sono chiesto come stesse e l'ipotesi di parlare con lei non mi turba così tanto. La prefetta non ha il dono, ma abbiamo condiviso una brutta esperienza e... Non lo so, forse spero di poter trovare in lei un qualcosa che possa aiutare entrambi ad uscire da questo periodo del cazzo.
    La saluto con un cenno della mano, non faccio in tempo ad aprire bocca perchè Korko fa il suo trionfale e sempre allegro ingresso. Ascolto con svogliatezza ciò che dice, non so niente di ametiste o veleni, quindi lascio rispondere gli altri mentre strappo un'angolo del quaderno per scriverci sopra un messaggio e passarlo alla bionda senza che il simpaticone mi veda.
    "Stai bene? Possiamo parlare?"


    Friday Wyldflower - IV anno - Grifondoro

    -ignorato tutti, compreso il prof, perchè non ha voglia di vivere
    -seduto di fianco a Vanilla, le ha passato un bigliettino senza farsi vedere
     
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    Pozioni una materia che non amava, ma che doveva essere seguita per molteplici motivi. Rassegnato presi la mia cartella e come una persona che si dirige verso il patibolo mi diressi verso l'aula, dopo aver preso alcuni biscotti.
    Da quando era tornato dalla pausa estiva si era chiuso in se stesso, non aveva molta voglia di stare con nessuno, voleva solo studiare e non pensare altro, ma quelle lezione proprio non la digeriva e sicuramente il professore non l'aiutava a farla amare.
    Mi fermai davanti alla porta, strinsi convulsamente la cartella, feci un profondo sospiro ed entrai.
    Buon giorno professore
    L'aula era quasi piena e per attimo , volevo solo girarmi e andarmene, ma non potevo farlo. Scossi leggermente la testa ed entrai, ogni passo sembrava pesante e mi mossi con lentezza assoluta mentre mi dirigevo verso il banco più lontano.
    Mi sedetti nel banco più lontano a qualche metro da Feyra che salutai con un cenno della mano e poi presi l'occorre e ascoltai le parole del professore mentre prendevo appunti.



    Alex Mayer VI anno tassorosso
    salutato il professore e Feyra, ma ho ignorato gli altri
     
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    ULLA FOLEY LYNCH| SCHEDA| GRIFODORO | V ANNO


    Nonostante il casino regnasse sovrano nella sua stanza la Grifondoro riusciva a trovare, quasi sempre, tutti i pezzi della divisa. Magari non erano in perfetto ordine ma questo era un dettaglio che Ulla trovava irrilevante. Quello che non riusciva a tollerare era il pessimo rapporto che aveva con le scale. Pareva lo facessero apposta a portarla in giostra per tutto il Castello facendola arrivare tardi a colazione. La cosa era grave. Ulla adorava mangiare, soprattutto i dolci di cui era ghiotta, soprattutto se doveva affrontare una mattinata impegnativa.
    Pure se in cattedra ci fosse stato il capitano delle Wimbourne Wasps, squadra preferita di Ulla, andare a lezione sarebbe sempre stata una grandissima rottura di pluffe. Lei coi calderoni non aveva un buon rapporto, colpa di sua madre che aveva trasmesso tutta l’abilità in materia a sua sorella.
    Più rassegnata che convinta trotterellò fino all’ingresso dell’aula masticando l’ultimo muffin al mirtillo e controllando di avere, in tasca, una sostanziosa scorta di zuccotti di zucca. I cali di zucchero, durante le lezioni, erano sempre in agguato e Ulla preferiva essere pronta per l’evenienza.
    Peccato che non sarebbe bastato un dolcetto ad intenerire il Professore che troneggiava dalla cattedra in attesa che l’aula si riempisse. Non pareva di buon umore, non era una novità ma intimare il silenzio di prima mattina non prometteva bene.
    Buongiorno Professore.
    Con un cenno del capo l’irlandese adempì al rito del saluto andando a prendere posto in uno degli ultimi banchi. Non amava esporsi, soprattutto a lezione.
    Il suo zaino produsse un tonfo ovatto quando lo lasciò cadere a terra dopo aver sistemato sul banco pergamena e penna. Le intenzioni erano buone, l’idea di prendere appunti l’aveva ma non sempre Ulla riusciva a concretizzare le intenzioni.
    Lo sguardo scivolò veloce sui compagni per poi andare a focalizzare l’ingresso dal quale si aspettava di vedere entrare la sorella. Erano nate insieme, non sempre andavano d’amore e d’accordo ma se una mancava l’altra ne risentiva.
    Il Professore dal cognome impronunciabile iniziò la lezione e la prima cosa che attirò l’attenzione di Ulla fu il riferimento alle imminenti festività. Un guizzo di buon umore illuminò lo sguardo dell’irlandese al pensiero delle feste e dell’ozio che ne conseguiva. Il sorriso, non ancora nato, si spense sulla labbra della Grifondoro ascoltando le domande poste dal docente.
    I compagni stavano facendo la loro bella figura mettendo in mostra le loro conoscenze mentre Ulla corrugava la fronte cercando rianimare qualche neurone in overdose di zucchero.
    Mai nella vita Ulla aveva ambito ad indossare una spilla ma doveva ammettere che la Prefetta della sua Casa ne sapeva. A quanto pareva era edotta anche di alcolici cosa che, per una irlandese, era cosa degna di rispetto.
    Il Caposcuola invece, al pari della Prefetta Serpeverde, pareva parecchio erudito sugli aracnidi. Ulla adorava i ragni. Bestiole magnifiche e laboriose: mansuete fino a prova contraria.
    Dopo aver ascoltato le risposte dei colleghi di corso ed aver mordicchiato ben bene la penna sollevò il braccio per dire la sua. Non era affatto sicura di azzeccare le risposte, quella brava era Edana. Non sarebbe stata la prima e nemmeno l’ultima volta che diceva fregnacce ma poi Ulla si sarebbe perdonata, se ne sarebbe fatta una ragione ed avrebbe accompagnato l’amaro calice delle eventuali prese per il culo con doppia razione di zuccotti.
    Dalla macerazione e distillazione dei petali dell’Hypnia si ottiene liquido trasparente che è sconsigliabile bere a meno che non si voglia fare una brutta fine. Uccide le cellule cerebrali.
    Non avendo idea di che caspita di altro nome potesse avere l’ametista e chiedendosi perché un nome solo non poteva bastare il colorito di Ulla si accese nel prendere in esame l’argomento ragni o, come ostrogoticamente detto dal prof.,” esseri viventi assimilabili al gruppo tassonomico degli antropodi.” Le cose semplici mai.
    Trovo crudele la sola idea di uccidere una creatura splendida e rara come un’acromantula, spero sia morta di vecchia ma concordo con i compagni. Anche secondo me è il suo veleno quello contenuto nella boccetta.
    Ripiegando le braccia e mettendole conserte Ulla abbassò lo sguardo più incazzata per la sorte del povero ragno che preoccupata per le risposte che aveva dato. Provava molta più compassione per gli animali che per le persone, soprattutto per coloro li maltrattavano o li usavano a scopo di lucro.

    Ulla Foley Linch V anno, Grifondoro
    Saluta il Professore, cerca la sorella con lo sguardo.




    Edited by Ulla - 23/1/2024, 21:07
     
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    EDANA FOLEY-LYNCH • MEZZOSANGUE • CORVONERO V ANNO • 16 ANNI


    Caro Diario,
    questo sarà un anno importante. È l'anno dei G.U.F.O., ogni volta che penso agli esami mi sale l’ansia e sento che potrei vomitare da un momento all'altro.
    So già che farò un disastro a Trasfigurazione.
    L’ho detto anche a casa, se ne faranno una ragione. A mamma neanche sembra importare più di tanto, sai che mi ha detto?

    “Edana-banana, tesorino, lo sappiamo che Trasfigurazione ti è tanto ostica. Non ti preoccupare, tu pensa a fare bene Pozioni. Hai troppo talento per sprecarlo dietro a carte, pendolini e costellazioni…”

    Noooiaaa.
    A parte il fatto che odio quel soprannome, a volte è come se non vedesse le sue figlie. Né me né mia sorella. Ulla diventerà una dragoniera ambientalista, o una magizoologa specializzata in creature acquatiche, probabilmente.
    Posso già vederla!!!
    A nostra madre si arricceranno i peli delle gambe come quando non ha voglia di depilarle, ma almeno Ulla-bulla non ha feeling con il calderone.
    Glielo invidio tanto.
    Anche se non è mai bello quando il prof guarda male. E lui è uno che guarda male spesso. Avrà anche una faccia da attore, ma terrorizza.



    Arrivo alle spalle di mia sorella, silenziosa, e scivolo sulla sedia accanto alla sua. L'ho vista strafogarsi di dolci, di nuovo; lo fa prima di ogni lezione di Pozioni. Non so come faccia ad ingurgitare tutto quello zucchero, ma lo fa per disagio e questo mi fa stare male.
    Dimmi che hai già vomitato, ti prego. Se lo fai nel calderone Korczak ti spiuma.
    L'ultima volta mi ha beccata a cercare di correggere l'apocalittico disastro di Ulla, e - beh - non è stato proprio piacevole. Capacissimo che oggi sposterà una delle due, ma non è colpa nostra se viviamo di simbiosi gemellare.
    Anzi no, non dirmi nulla. Sai che somatizzo quando stai male.
    Non voglio farla sentire in colpa ma è un dato di fatto: quando una delle due sta male l'altra lo avverte.

    Arriva Il prof ed è del solito euforico e cordiale umore. Che fortuna. Mi chiedo se ogni tanto sorrida. Alzo la mano ed attendo.
    Penso che in realtà non sia un vero errore ma sia improprio chiamarla solo ametista. Infatti è una varietà di quarzo, chiamata appunto Quarzo Ametista.
    Di certo non sembrava il tipo che si facesse scrupoli a porre eventuali domande trabocchetto.
    Con quel caratteraccio, poi...

    Quando Ulla si erge a paladina degli animali mi irrigidisco.
    Perché?!
    Perché deve sempre dire la sua?!
    Le voglio bene, così com'è, perché è mia sorella ed abbiamo condiviso tutto fin dagli albori dell'esistenza.
    Però perché?!
    A volte vorrei essere come lei. Solo per provare cosa voglia dire riuscire a prendersi la totale libertà del proprio essere. Finirei in punizione o a piangere nel bagno delle ragazze volentieri.


    Edana Foley-Lynch - V anno - Corvonero

    Ohhh finalmente trovo un forum con qualcuno che sceglie il buon Ryan Gosling come pv. Adoro.

    Si siede accanto a sua sorella (se l'adorabile prof non decide di separarle). Spara cazzate Risponde in maniera "alternativa" al quesito sull'ametista perché non ci piacciono le risposte semplici (?). In realtà non sapevo cos'altro farle dire, prof non la picchi, è solo il suo primo post 🙈. Infine digerisce male l'atteggiamento ribelle di Ulla.
     
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    Se vuoi disfarti della spilla potresti semplicemente riconsegnarla a Sua Santità...
    Ormai le parole "Preside" e "Mc Cormac" erano diventate quasi un tabù e quindi avevo trovato modi fantasiosi per riferirmi a lui. Non che avesse importanza alla fine del discorso: il Tassorosso non si sarebbe mai sottratto a quella responsabilità che gli era stata affidata timoroso di deludere tutti se fosse venuto meno, ma anche di deludere tutti tenendosela in un vortice senza fine.
    Abbiamo più di un mese di assenze e almeno a Pozioni devo cercare di non fare schifo... e quello se ne accorge quando mi fai copiare. Accettalo: non usciremo mai più da questi sotterranei, diventeremo ciechi come talpe e pallidi come.. beh come Rick.
    Fare finta di niente era qualcosa che avevo imparato ad allenare dopo il morso. Come quella volta non ci riuscivo sempre e così come le fasi della luna, c'erano delle giornate in cui mi veniva estremamente più facile archiviare alcuni pensieri e fingere che non fosse successo nulla, mentre altre volte mi era impossibile non pensarci costantemente.
    E tutto sommato stavo riuscendo a farlo quel giorno.. almeno finché non entrammo in classe e incrociai lo sguardo di Vanilla. Non era da molto che ero tornata al castello, ma anche in quel breve tempo avevo saputo che cosa era successo ai suoi genitori.. però non la conoscevo bene, ci incrociavamo solo ogni tanto a lezione e non mi sembrava neanche giusto dirle qualcosa conoscendola così poco. Eppure mi venne automatico fermarmi, rivedendo come uno specchio quell'angoscia e tristezza nascoste come meglio si riusciva a fare. Talvolta bene, altre volte in modo piuttosto goffo. Per lei però doveva essere peggio e mi ritrovai a pensare che alla fine di tutto, le braccia di un'altra mamma io le avevo, così come c'era ancora la barba ruvida e grigia di papà. E mi sembrò sbagliato non dirle niente pur conoscendola così poco. Feci per muovermi nella sua direzione quando in quel momento scorsi i riccioli di Friday, chini a coprirgli gli occhi, mentre il Grifondoro sfilava lungo il muro dell'aula diretto proprio verso la Serpeverde. Forse avrei dovuto dire qualcosa anche a lui, eppure da quando avevamo parlato di sua sorella era tutto così strano e temevo che qualsiasi cosa avessi detto o fatto, avrebbe solo peggiorato le cose. La codardia quindi lasciò che la mano Andrè mi conducesse verso i banchi liberi, mentre sentivo la voce di Karen e della Miller dal fondo dell'aula.
    ...credi che dovrei parlare con Logan dopo?
    Domandai sottovoce al Tassorosso. Non sapevo come comportarmi con lui e di conseguenza con Karen e anche se la cosa più ragionevole sarebbe stata parlargli era anche vero che le mie conversazioni con il Caposcuola rosso oro non finivano mai bene e la probabilità di peggiorare la situazione era alta. Le mie elucubrazioni mentali tuttavia furono interrotte dall'ingresso del professore. Mi ritrovai a chiedermi se facesse le prove delle sue entrate in modo da far sempre balzare tutti sul posto per la sorpresa e l'impetuosità con cui spalancava la porta e manifestava la sua presenza.
    E ogni volta non riuscivo mai a capire dove sarebbe andata a parare la lezione del giorno mentre Korko snocciolava ingredienti che apparentemente non avevano NULLA in comune tra di loro e sembravano tutti ingredienti principali di qualcosa.
    Io ovviamente non sapevo mezza risposta e continuavo a non comprendere perché i sassi avessero tutto questo potere nel mondo magico e non avendo frequentato le scorse lezioni la cosa migliore che potessi fare era quella di annuire debolmente alle risposte fornite dai miei compagni, come se concordassi con loro e le loro acute osservazioni, ma al contempo, cercando di scrivere le risposte il più velocemente possibile.
    Sarà una lezione su veleni e antidoti? Che dici..?
    La cosa che mi sorprendeva invece era il silenzio di Andrè che normalmente si sarebbe divertito ad allungare il collo cercando di comprendere la natura dell'ingrediente misterioso, invece sembrava perso da qualche parte.
    La risposta su dove si fosse smarrito il Tassorosso arrivò tuttavia con la sua domanda. Per quanto non volessi pensare anche a quello, ne da dove fosse venuta quell'interrogativo non potevo neanche fingere che la risposta non mi interessasse.



    Si lo so ho fatto un pippone dove di fatto non dico o faccio niente, abbiate pietà quella che non ho avuto per voi.

    Daisy Locke - Tassorosso- IV anno. (credo)
    Citato Vanilla, Fry, Karen e Logan. Parlato con Andrè.
     
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    Prima di entrare in aula, lego i lunghi capelli in un morbido chignon, onde evitare fastidiosi impedimenti o bruciature causate dalle fiamme dei calderoni. La crocchia non è perfetta, qua e là dei ciuffi ribelli scivolano via e so già che mi toccherà rifare tutto entro quindici minuti per non sembrare pazza, ma sinceramente poco m'importa.
    Pur essendo una Caposcuola che prende il suo ruolo seriamente, sto cercando di vivere con leggerezza e poca preoccupazione, perlomeno quando si tratta del mio aspetto esteriore. E' una lezione dura da imparare, specie quando il fantasma della voce di papà è sempre pronta a fare capolino da dietro un'angolo, ma a piccoli passi... Oh, dannati capelli!
    Con uno sbuffo lancio una ciocca all'indietro, sono a tanto così dal prendere in considerazione l'idea di tagliarli a caschetto, avrei meno pensieri!
    La veloce marcia all'interno del regno di Korczak rallenta nell'istante in cui vedo André e Daisy seduti vicini, come la coppia che sono diventati. Sono stati assenti per un po', insieme a Cavanaugh e Logan, ma da quando sono tornati li ho intravisti qua e là, sempre insieme... E va bene così. Si, certo che va bene.
    La mia amica è felice, ed io lo sono per lei, poco importa se ogni volta sento una piccola stretta al cuore ed in bocca percepisco acida bile di gelosia, deglutisco e tutto passa. Perchè questo è ciò che merito, e col tempo andrà tutto meglio. Sorrido quindi ai due, accennando un saluto con la mano prima di passare oltre. Rivolgo una veloce occhiata anche a Karen, seppur diversa dalle solite frecce gelide a cui è abituata: c'è della vergogna, un briciolo di orgoglio e... l'accenno di un sorriso? Quello stupisce anche me, sarà nato dall'imbarazzo. In ogni caso, avrò modo più tardi di conferire con lei, una volta che questo tormento sarà finito.
    Pozioni è una delle materie che mal sopporto, a causa del carattere di Korczak potrebbe persino essere al primo posto di quelle che intendo dimenticare con piacere nell'istante in cui avrò terminato il percorso di studi. Però, pur di mantenere una buona media, ci si sforza a prestare attenzione e agire al meglio delle proprie possibilità, tanto adesso non ho più nessuno pronto a punirmi in caso di voti bassi, faccio tutto per me stessa.
    Osservo l'uomo fare il suo ingresso e iniziare a fare domande, rimango in silenzio mentre gli altri rispondono, soppesando possibili loro errori con le informazioni -poche, a dire il vero- di cui sono a conoscenza. Storco il naso all'idea di avere a che fare con esseri viventi dalle zanne velenose, ma spero che il professore non sia così sadico da chiedere di farceli prelevare o provare.
    Collego quanto detto dagli altri e una lampadina mi si illumina, potrei aver sbagliato, ma tanto vale alzare la mano e provare.
    Se non ricordo male l'ametista viene usata per allontanare malanni della mente o incubi, sarà l'antidoto principale per l'hypnia?


    Marsilda Everett-Millais - Corvonero - V anno
    nominati Karen, André e Daisy
    posto una domanda al prof
     
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    Caposcuola
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    Era stanca. Sfinita perfino e nemmeno una giratempo, non fosse impossibile da reperire, avrebbe risolto il problema, perché non c’erano abbastanza ore nemmeno tornando indietro nel tempo per fare tutto quello che si era prefissata di fare.
    Aveva, forse, alzato troppo il tiro. L’essere Caposcuola era già un lavoro a tempo pieno, soprattutto se volevi farlo bene come si era prefissato di farlo, aggiungerci l’essersi presa la posizione di capitano della squadra di Quidditch e battitore… Beh, forse, e solo forse, aveva sovrastimato le sue capacità. Era al quinto anno, l’anno dei GUFO, la mole di studio era aumentata e il tempo che le serviva sui libri anche. Per riuscire a fare tutto aveva deciso che il sonno era inutile, che anche se dormiva solo un paio di ore a notte era più che sufficiente, solo che dopo qualche mese… No, aveva capito che non era sufficiente.
    Ormai era troppo tardi per piangere sulla pozione versata, si era fatta la sua tomba e doveva essere grata di non finirci prima del tempo.
    L’aula era già quasi piena quando arrivò, tutti già seduti vicini ai loro amici o nemici che fossero, carichi di energia e pronti a fare quello che gli studenti sapevano fare meglio: baccano.
    La testa le pulsava, gli occhi si rifiutavano di stare completamente aperti, cercando di imporle il sonno di cui aveva disperatamente bisogno, ma non poteva cedere, così aveva sul volto l’espressione più arcigna del solito, una maschera di alabastro impenetrabile per non far capire a nessuno le sue debolezze.
    Passò accanto a Vanilla, chiedendole con lo sguardo se stava bene, visto tutto quello che era successo. Si sentiva un’amica pessima, non aveva nemmeno il tempo di consolare una delle sue uniche amiche in quella tragica perdita e le piacevano i suoi genitori, c’era stata insieme in vacanza per Morgana, come poteva non essersi affezionata almeno un po’? Eppure non riusciva a trovare il tempo di sedersi con lei e semplicemente parlare e la cosa la faceva sentire un fallimento. Quindi ignorava il problema, lo rimandava fino al minuto che avrebbe avuto un attimo per respirare che, spoiler, quel minuto mai arrivava.
    Con un sospiro continuò il suo percorso, andando a sedersi accanto a Mars, la sua compagna di disavventure, colei che capiva il peso di quello che stava affrontando, ma che, per qualche bizzarro motivo, sembrava aver trovato la soluzione per avere perfino il tempo di preoccuparsi di storie d’amore andate male! Forse il fatto di non essere capitano della Squadra di Quidditch Corvonero aiutava… No, non poteva permettersi di fare paragoni, aveva scelto la sua strada e avrebbe lottato fino all’ultimo per fare tutto al meglio, anche se questo l’avrebbe portata ad una morte precoce. Alla fine meglio morire per troppa ambizione che per amore, le sembrava una morte decisamente più valida.
    Il professore non sembrava particolarmente di buon umore, lei non voleva rogne, quindi preferì tacere e lasciare che i suoi compagni si immolassero nel tentativo di trovare una risposta che potesse soddisfare il professore. Pozioni era una materia che le piaceva, era metodica e logica, non come erbologia o cura che era soggettiva e impossibile da prevedere. Eppure pozioni poteva avere il suo lato negativo se non eri perfettamente concentrato e quindi preferiva rimanere in silenzio e recuperare quel poco di forze di cui aveva bisogno per non far esplodere qualche calderone nella parte pratica.
    “Se funziona davvero così trovamene un vagone, perché ne ho davvero bisogno” mormorò, cercando di non farsi sentire o vedere dal professore, agganciandosi alla domanda di Marsilda sull’ametista. Il non avere forza di pensare alle cose serie non voleva dire non aver la forza di fare qualche commento sarcastico, era nata per quelli.
    Euphemia Theodora le Grant - Serpeverde - V anno

    Menzionato nei pensieri Vanilla e chiesto con lo sguardo come sta passandole accanto.
    Seduta vicino a Marsilda con cui interagisce.

     
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    Fannie quel giorno non si era svegliata con le buone intenzioni tipiche delle sue giornate a Hogwarts. Non che ce ne fossero così tante, ma non trovare Feyre in camera appena sveglia le aveva messo addosso una malinconia che non pensava di poter provare. Erano giorni che non parlava con Teresa, che non le scriveva e che si ignoravano a vicenda. Avrebbe dovuto scriverle, ma era cocciuta come un asino e orgogliosa come un pavone. Ci avrebbe messo altrettanto tempo prima di decidersi, e forse sarebbe stato troppo tardi.
    Si vestì di corsa, notando che la bacheca degli appuntamenti scolastici segnava una lezione di pozioni proprio quel giorno. Non le era ancora capitato di frequentare una lezione del genere nei sotterranei del castello e sperava che non sarebbe stata una lezione esplosiva come quella di incantesimi. La professoressa le stava anche simpatica, ma il modo che aveva avuto di gestire la classe aveva sconvolto Fannie irrimediabilmente. Indossò la gonna e la cravatta blu e nera e, dopo aver sistemato Pandoro nella sua gabbietta con qualche carota da sgranocchiare, uscì dalla stanza in direzione dei sotterranei. Non fu difficilissimo raggiungerli, soprattutto perché ad un certo punto si ritrovò una coltre di studenti che si dirigeva tutta verso un'aula specifica. Fannie non era stupida. Seguì il flusso e si ritrovò in una stanza nella penombra, con calderoni ovunque. Vide Feyre da lontano e tanti altri studenti a cui non si era ancora presentata, nonostante i mesi passati a Hogwarts. Per fortuna non vide quel Rick O'Connell che tanto le dava fastidio.
    Fey, tutto ok? Stamattina sei uscita in fretta e furia, non ti ho neanche sentita. Si sedette accanto alla ragazza, facendo un cenno di saluto ad alcuni studenti lì intorno a lei. Aveva forse deciso di fare nuove amicizie proprio quel giorno? Aveva aperto il libro a caso, sfogliando le pagine che più la attraevano, quando entrò di corsa il professore. Un biondino abbastanza giovane che Fannie aveva forse visto nei corridoi di recente. Ascoltò con attenzione le domande e le risposte di alcuni dei suoi compagni e decise di intervenire.
    Credo anche io che l'ametista possa essere usata per contrastare l'effetto dell'hypnia, d'altronde si tratta di uno dei minerali che servono per alterare gli stati. Mi chiedo però, professore, come vengono utilizzati i minerali nelle pozioni? Come facciamo a estrarli?
    Fannie Tonks, quinto anno, Corvonero
    Interagito con Feyre e alcuni studenti intorno non specificati. Sentitevi liberi di rispondere al saluto e fare amicizia con Fannie!
     
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43 replies since 6/1/2024, 15:10   1316 views
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