keep your distance, be a ghost

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    103

    Status
    Anonymous
    L'uomo non era più così solo.
    Dopo il furto avvenuto mesi prima aveva provato emozioni contrastanti che andavano e venivano come maree: gratitudine nei confronti di quella giovane donna che gli aveva salvato la vita e rimpianto per non aver potuto raggiungere moglie e figlio deceduti, l'enorme sollievo provato nell'abbracciare la sua piccola Agatha si mischiava col senso di colpa stagnante per ciò che non aveva fatto anni orsono.
    Arthur Caine è pur sempre umano, la dualità fa parte della sua natura.
    Eppure quell'ultimo triste evento sembra avergli dato una lieve scossa, seppur il grigiore della depressione non riesca ad abbandonarlo del tutto e forse mai lo farà. Risistemare la bottega vandalizzata gli ha donato un pizzico di vigore nei confronti di una professione che si non aveva mai smesso di amare, ma che col tempo si era irrimediabilmente tinta di ripetitività. La solitudine non aiutava di certo, e se nessuno si fosse fatto avanti per andare a trovarlo sicuramente l'uomo sarebbe ripiombato nei propri desideri di morte... Invece una figura longilinea si presentava davanti alla sua porta di tanto in tanto, proponendogli una semplice chiacchierata.
    Coi figli distanti ed impegnati nelle proprie vite -per non parlare di come Emory desideri mettere sempre più chilometri tra lui ed il padre- il vecchio artigiano trova in Audrey Ramirez una persona piacevole che, come la sua Beanie, sembra sinceramente preoccupata per la sua salute fisica e mentale.
    Arthur promette sempre che starà meglio, dice che gli ci vorrà del tempo per rimarginare certe ferite ma non entra mai troppo nei dettagli perchè troppo dolorosi. E poi il suo secondogenito è stato molto chiaro a riguardo: "Non devi dirle nulla di noi". Arthur non capisce il perchè di tutta questa segretezza, Emory non spiega molto e il vecchio non vede nell'aspirante auror un pericolo, anzi.
    Il carattere remissivo che negli anni si è acuito gli impedisce di disobbedire a quell'astioso avvocato dagli occhi freddi che un tempo soleva abbracciarlo così tanto forte da togliergli il fiato... Per un po', almeno. Lui e Audrey parlano di molte cose e pian piano il vecchio uomo non più così solo si apre svelandole quello che non è mai stato un segreto, in fondo tutti nel quartiere sanno cos'è successo a Myra e Shelby Caine, e gli articoli di giornale che parlano dell'accaduto sono facilmente reperibili.
    Tra calme lacrime, le racconta di come si sente ancora in colpa per la morte di una moglie adorata ed un figlio maggiore promettente che avrebbe dovuto occuparsi dell'attività di famiglia al posto suo. Le dice che ha continuato a pagare quel maledetto strozzino per paura quando avrebbe dovuto agire, forse non sarebbe lo stesso mai finito dietro le sbarre grazie al denaro, ma almeno non avrebbe mai ucciso due persone innocenti.
    Non le dice che è colpa di due licantropi, quella parte del racconto porta con se troppe grida e sangue e Arthur è già abbastanza affaticato così. Che quelle zanne rimangano nel buio da dove sono nate.
    Qualche giorno dopo quest'ultima chiacchierata improvvisamente Emory sceglie di fargli visita, forse spinto dalle preoccupazioni della sorella minore. Gli parla controvoglia, si vede, ma il suo sguardo s'illumina nell'istante in cui il vecchio padre nomina innocentemente la donna che gli ha tenuto compagnia in questo periodo.
    Arthur nota che il figlio cambia espressione, sembra furioso e non lo nasconde. Gli chiede di cos'hanno parlato e il vecchio sente di non dover giustificare un comportamento simile, ma lo stesso tenta di spiegare che non hanno fatto nulla di male a parte parlare di tutto e niente, solo per far passare il tempo.
    Emory insiste, vuole sapere se il patriarca della famiglia Caine ha disobbedito al suo ordine di non confidarle nulla del loro privato... E Arthur, preda dell'incomprensione e del desiderio di farsi chiarezza, cede.
    Quando il figlio svanisce sbattendo la porta, l'uomo si chiede cosa diamine abbia fatto ancora di male e non capisce perchè con lui non riesca mai a comportarsi nel modo giusto. Piange, frustrato e nuovamente solo.

    **


    I polpastrelli tamburellano nervosi contro la parete su cui sono appoggiato, tradiscono un'agitazione che solitamente riesco a nascondere bene, ma non oggi.
    Il Ministero come al solito pullula di persone indaffarate nei loro compiti e l'atrio è un via vai di teste e documenti importanti, un caos a cui sono abituato e che stona un po' col corridoio stranamente tranquillo in cui mi hanno piazzato ad aspettare. Sarà stata la mia espressione furiosa ad aver convinto la segretaria con cui ho parlato che sarebbe stato meglio per tutti dare un briciolo di privacy a me e alla sfortunata persona con cui avrei dovuto parlare.
    In questo posto sono conosciuto per la freddezza con cui affronto le aule di tribunale, metter su una scenata non è da me, ma quella lupa ha sorpassato un limite che non posso permettermi d'ignorare per il bene mio e di Agatha. La stanchezza ed il peso che sento sulle spalle da qualche mese a questa parte non aiutano a prendere la situazione con la calma che solitamente le riserverei, e questo mi preoccupa.
    Mio padre è un vecchio e patetico uomo solo, si è lasciato andare ai ricordi ed Andromeda ne ha approfittato. Per farne cosa, poi? Possibile che sia rimasta così ferita dal nostro incontro in Accademia? Che mi attacchi pure tramite Arthur, se vuole, ma non dovrà mai scoprire di Beanie e la sua missione.
    Avevano detto che l'aspirante auror mi avrebbe raggiunto presto, ma sono passati quasi venti minuti e la sua chioma scura non accenna ad apparire all'orizzonte. Passeggio come una tigre in gabbia lungo il corridoio mentre sento bollirmi il nervosismo nello stomaco, risale lungo la gola come bile e per evitare di lasciarmi andare ad un grido di frustrazione devo morsicarmi il labbro inferiore con forza.
    Dei passi mi fanno voltare e, con sopra la lingua un accenno del sapore ramato del mio stesso sangue, non appena registro quel bel volto algido mi ci fiondo sopra come un falco con la preda. Annullo la distanza tra noi con poche falcate, le sopracciglia aggrottate ed una luce furente negli occhi verdi.
    Te lo dirò una volta sola, Andromeda.
    Glielo sibilo ad un palmo dal naso, il tono di voce è quello duro dell'avvocato Caine anche se dall'aspetto si direbbe che abbia lasciato la propria proverbiale freddezza a casa. Emory deve rimanere al suo posto, legato in un angolo, perchè non può permettermi di rovinare tutto coi suoi stupidi dubbi e desideri. Non adesso.
    Lascia in pace me e la mia famiglia, non abbiamo bisogno di te. Continua a far visita ad Arthur e parlerò ai tuoi superiori della tua insana ossessione nei miei confronti. Tutto chiaro?
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,529
    Location
    Moonlight Shadow

    Status
    Offline
    Se non è urgente che aspetti allora”, aveva così congedato il tramite del messaggio di Emory Caine, ritornando a compilare il rapporto di fine ronda. Se ci fosse stata un’emergenza in corso d’opera la mannara non avrebbe esitato a rimandare la burocrazia per mettersi a sua disposizione, non poteva negare che inizialmente la richiesta di quella visita le avesse destato non poca preoccupazione. Da quando Arthur Caine era stato aggredito nel suo negozio Andromeda aveva cominciato a fargli visita saltuariamente. In via ufficiale farsi vedere in zona rappresentava un messaggio con l’esplicita dichiarazione della volontà da parte del ministero di proteggerlo da future incursioni ma la faccenda era già scivolata nel personale da molto prima, e la ragione più profonda era anche più disinteressata da qualsiasi altro fine che non fosse appurare che stesse meglio. L’anziano signore mascherava dietro sorrisi e parole gentili uno stato d’animo inquieto e buio come l’oscurità, lo stesso che Andromeda aveva attraversato anni prima quando aveva cercato di rimuovere le rune dal braccio a modo suo. Presto Emory era scemato in secondo piano e a quel negoziante si era affezionata più di quanto fosse concesso professionalmente parlando, tanto che le visite si erano intensificate fino a trasformarsi in una piacevole abitudine. Arthur era un abile conversatore ma altrettanto sensibile nell’ascolto, e alla fine Andromeda di tanto in tanto aveva lasciato trapelare qualcosa di sé. Nulla che potesse essere usato come dato sensibile: gli aveva confidato di aver fantasticato per un po’ di cambiare vita e di iscriversi in Accademia, luogo dove aveva conosciuto sua figlia Agatha e suo figlio Emory, e di come amasse viziare i suoi nipotini. Nei pochi ritagli di tempo si dedicava alla cucina ed era stato con la “promessa” di tornare con qualcosa preparato da lei, una ricetta tradizionale della sua terra, che lo aveva lasciato.
    Parlare con lui era piacevole, le aveva permesso di capire quanto si sentisse solo da quando la sua vita e quella dei suoi figli era stata sconvolta dalla perdita della moglie e del figlio maggiore. Prendere la decisione giusta gli era costato tutto, per un paradosso del destino quei valori che tanto aveva cercato di preservare non erano stati affatto assimilati da Emory, con cui sembrava non riuscire a trovare un punto di incontro.
    Con queste perplessità Andromeda lasciò il reparto, pronta a qualsiasi cosa avesse condotto da lei l’avvocato. La curiosità aumentò nel vederlo percorrere il corridoio avanti e indietro come una tigre in gabbia. Sotto sotto poteva immaginare il motivo per cui fosse lì: dei tre aggressori due non erano stati ancora stanati, ci stava lavorando da qualche mese ma non era affatto semplice, soprattutto considerato che quello che aveva arrestato non intendeva tradirli. Ma Emory la lasciò talmente spiazzata che sulle prime Andromeda non fu in grado di ribattere alcunché. La persona che si ritrovò davanti non aveva nulla della pacatezza dei loro incontri: Emory era furente con lei… ma lo era per i motivi sbagliati.
    Stai minacciando un pubblico ufficiale?”, Andromeda non mancò di rivelare apertamente tutto lo scetticismo e l’irritazione, non solo per in modi in cui si era posto, quanto più per una questione di principio. Infilò una mano nella tasca dei pantaloni e lasciò l’altra lungo il fianco, resistendo all’impulso di accendere una sigaretta, come ogni volta che non si sentiva a proprio agio.
    Se ti piace farti ridere in faccia da mio fratello accomodati pure. In dipartimento siamo abituati alle manie di protagonismo del Wizengamort, sono certa che i miei superiori saranno ben lieti di accoglierti con tutti gli onori del caso.”, commentò sarcastica, guardandolo con sfida. Una denuncia del genere sarebbe stata una profonda seccatura da affrontare e di certo non l’ideale per lei che era a inizio carriera ma lui non le stava lasciando altra alternativa che rispondere a tono, astenersi significava fargli capire che lo temeva.
    Non è quel che mi risulta, Emory.”, l’occhiata che gli rivolse era di fuoco. Era vero che l’interesse per Arthur Caine non era nato in modo disinteressato, era stata principalmente la curiosità verso Emory a spingerla a fargli visita la prima volta, ma non aveva alcun motivo di dirglielo né lui aveva prove concrete per crederlo. Andromeda trasse un profondo respiro prima di continuare.
    Non sono una ragazzina: mi hai chiesto di andare via ed è quel che ho fatto. Non è mia abitudine imporre la mia presenza a persone che non la apprezzano. E nel caso in cui ti sia sfuggito, tuo padre ha deciso di avvalersi della protezione degli auror da quando gli ho salvato la vita.” uno scambio reciproco: loro avrebbero pattugliato la zona per cercare i fuggiaschi, e nessuno lo avrebbe più toccato finché li avessero visti nei paraggi.
    Stiamo cercando gli uomini che lo hanno aggredito… e la cosa peggiore, avvocato Caine, è che per lui in questo momento rappresentano il pericolo minore. Forse dovresti rivedere le tue priorità.


    Edited by she werewolf - 13/10/2022, 19:27
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    103

    Status
    Anonymous
    Speravo, probabilmente invano, che sarebbe stato tutto più facile di così.
    Avrei voluto vederla chinare il capo, preda della vergogna, e sentirla dire che si, aveva perfettamente capito le mie parole... Ma Andromeda Ramirez è evidentemente più testarda di così, e non è disposta a perdere la sua battaglia. In un certo senso questa sua forza d'animo è uno dei motivi per cui stavo iniziando a trovarla interessante, ed in aula di tribunale se fosse stata mia avversaria sarei potuto persino arrivare ad ammirarla.
    Mi sfida col suo sarcasmo senza abbassare lo sguardo, ed io non ho intenzione di staccare gli occhi dai suoi perchè il fuoco della rabbia che mi brucia dentro non sembra avere intenzione di spegnersi e quindi cedere. Ha fatto un passo più lungo della sua gamba, ed ora dovrà subirne le conseguenze mentre cade verso i miei artigli.
    Oh no, mia cara, non sono minacce. Io parlo solo di fatti.
    Dubito che suo fratello troverà molto divertente quello che avrò da dirgli in caso la lupa qui di fronte sia decisa a continuare con le sue visite. Convincere Arthur a testimoniare e mentire su quanto non sia più intenzionato a parlare con lei non sarà poi così difficile, mi basterà far leva su quel senso di colpa che gli attanaglia le viscere ed il dovere che prova nei confronti miei e di Agatha, quel bisogno di farci sentire amati e al contempo chiederci scusa per le sue mancanze.
    E' orribile e meschino, lo so, ma devo proteggere mia sorella finchè mi sarà possibile. Evitare di perdere anche lei, così da non dimenticare anche me stesso.
    Ora anche negli occhi della recluta vi è rabbia mentre insinua che la mia famiglia abbia, per qualche assurdo motivo, bisogno di lei ed i suoi servigi. Sbuffo un verso divertito dal naso e nello stesso momento un sorriso ironico mi piega appena le labbra... Non la credevo capace di così tanta spocchia, forse mi ha sempre e solo mostrato il suo lato migliore, nascondendo il resto. Non che io ora sia così simile a quell'Emory pacato e pregno di buoni consigli che ero il giorno in cui ci siamo conosciuti.
    A quanto pare, col tempo, chiunque mostra il proprio vero volto. O forse sono io che sto pescando il peggio in lei per evitare di sentire la mancanza delle nostre chiacchierate.
    Dovrei mantenere la calma, per quel che posso, misurare le parole senza chinare il capo, ma il fastidio è troppo grande e pesante e m'impedisce di ragionare come mio solito. Beanie direbbe di andarmene dopo aver messo un punto a tutto questo, sarebbe inutile rimanere qui a discutere rischiando di parlare troppo, eppure non riesco a muovere i piedi e rimango immobile davanti alla lupa, i pugni stretti dalla frustrazione.
    Aggrotto le sopracciglia con fare interrogativo quando lei parla di mio padre e del fantomatico pericolo che sta correndo, ci metto qualche istante a collegarlo a quanto mi disse la sera del furto: Arthur non aveva preso la bacchetta per difendersi, l'aveva abbandonata da qualche parte, probabilmente in attesa di subire la giusta punizione che sentiva di essersi guadagnato.
    Le mie priorità sono verso i Caine, e mio padre non merita la protezione di nessuno.
    Sibilo senza rendermi del tutto conto di dove potrebbe cadere questo discorso, però lotto per tenere la diga in piedi prima che mi travolga.
    Probabilmente nemmeno voleva che tu gli salvassi la vita, visto il modo in cui aveva abbandonato la sua bacchetta. Ti ha parlato di mia madre e di Shelby? Di come sono morti per colpa sua?
    Il risentimento è palese, fa quasi male per come mi fuoriesce dalle labbra, quasi che ogni parola fosse ricca di spine velenose che mi tagliano ad ogni respiro. La domanda però è retorica, so benissimo cosa gli ha detto Arthur, ma voglio sentirlo da lei, voglio cercarle negli occhi verdi qualche altra informazione che magari mio padre ha evitato di dirmi. Opzione improbabile, visto l'uomo che è, ma mi fido più di me stesso che di lui.
    Strano che non si sia ancora ucciso da solo, probabilmente è troppo codardo persino per quello.
    Prendo fiato, mi passo una mano tra i capelli per cercare un po' dell'ordine perso. Il risentimento covato per anni sta esplodendo come tante piccole mine, e farlo davanti a lei non è saggio. Devo mantenere la calma, per Agatha.
    Mia sorella lo ha già spinto più volte ad andare da uno psicologo, lui ha sempre evitato. Se può farti stare meglio prometto d'insistere e mi assicurerò che prenderà parte alle sedute, così si sentirà meno solo e non avrà più bisogno della tua presenza. Ti sembra un buon accordo?
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,529
    Location
    Moonlight Shadow

    Status
    Offline
    Fatti, se così vogliamo chiamare le tue congetture, non supportati da nessuna evidenza. Altrimenti non mi avresti mandata a chiamare per discuterne in disparte” non si era lasciata intimidire da nessuno, nemmeno sotto minaccia assai più grave di compromettersi la carriera. Non avrebbe cominciato quel giorno con Emory Caine. L’ostinazione dell’avvocato al contrario sortiva l’effetto opposto: più Emory cercava di imporre le proprie condizioni, più Andromeda le avrebbe rigettate e raggirate continuando ad assecondare la propria volontà e quella di nessun altro.
    Questo non spetta a te deciderlo.”, finché Arthur Caine avesse ritenuto di aver bisogno della protezione del corpo auror avrebbe trovato tutto l’aiuto di cui aveva bisogno. Andromeda trovava quell’ostinazione a volerlo lasciare da solo insensata e illogica, a tratti perfino punitiva. Sembrava quasi che l’avvocato fosse scontento dell’epilogo positivo che aveva seguito la rapina, reazione che di razionale non aveva nulla: Arthur amava i suoi figli, si percepiva dal modo in cui il suo sguardo si ammorbidiva ogni volta che li nominava… quell’amore veniva invece ricambiato con ostilità, almeno dal maggiore. Perché?
    Lo sfogo che seguì immediatamente dopo la lasciò completamente esterrefatta. Le parole di Emory, crude e dure, la colpirono con violenza come uno schiaffo. Portando con sé un carico di rabbia repressa che premeva per emergere in superficie, si materializzarono in un comportamento distruttivo per sé e per l’uomo che sembrava a stento considerare un padre. Andromeda avrebbe provato anche comprensione nei suoi confronti non fosse che quel che Emory aveva augurato indirettamente ad Arthur non l’avesse gettata in uno stato di collera profonda. La mano al proprio fianco fu scossa da tremiti, e la mannara istintivamente racchiuse le dita in un pugno fino a conficcarsi le unghie nel palmo, gesto impulsivo per non cedere alla tentazione di tirargli uno schiaffo seduta stante.
    Non puoi pensarlo veramente”, sussurrò a mezza voce, tremando di rabbia. Quasi non sembrava la stessa persona che le aveva teso la mano in quel vicolo di Nocturn Alley. Fu con indignazione che lo scrutò mentre la metteva a parte di quanto avrebbe preteso da lei, senza capire perché ci tenesse tanto ad averla lontana da un uomo che per lui vivo o morto non avrebbe fatto alcuna differenza, se non per una stupida questione di principio.
    La terapia da sola non basta”, esordì, parole che aveva fatto proprie e che le appartenevano più di quanto avrebbe voluto ammettere a sé stessa.
    Starà meglio per un po’, potrà sembrare che si sia perfino ripreso… poi cadrà di nuovo. Finché crederà di non avere più motivi per cui valga la pena vivere. Come biasimarlo? Metà famiglia portata via dai malviventi”, Arthur si colpevolizzava per quanto accaduto a sua moglie e a sua figlia. Si riteneva responsabile, come se fosse stato lui a porre fine alle loro vite e non gli strozzini che lo avevano ricattato. Andromeda poteva capire come si sentiva: non era stata lei a uccidere Xavier, eppure mentre Wargus ne scalciava via il corpo sul marciapiede non aveva potuto fare a meno di pensarlo…
    … l’altra metà si tiene a distanza per il dolore. Lo sente quanto preferiresti che fosse morto al loro posto. Lo preferirebbe anche lui”, Arthur ne soffriva in maniera indicibile. Ogni volta che Emory lo respingeva ricordava quanto avrebbe preferito non essere sopravvissuto a quella strage. Era vivo, ma per suo figlio era come se fosse morto.
    Un accordo dici. Lui non è un tuo cliente, per fortuna, e noi non stiamo patteggiando… a volte sembri dimenticare di non essere in tribunale.”, era di una vita che si parlava, di una persona.
    Denunciami pure. Ho giurato di proteggerlo e continuerò ad onorare la mia promessa, se questo significa affrontarti davanti al Wizengamort non mi tirerò indietro. Non scendo a patti con il diavolo, neanche quando si fa scudo con la legge.
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    103

    Status
    Anonymous
    Ostinata e ferma sulle sue decisioni, una volta le dissi che sarebbe potuta essere un bravo avvocato, se mai lo avesse voluto, e quest'opinione non è cambiata ad oggi. Peccato che la giovane recluta auror sia mossa dall'impulsività dei sentimenti, piuttosto che dalla ragione, e in tribunale questo modo di fare può portarti alla rovina.
    Io stesso sto avendo difficoltà a mantenere un certo distacco, ma sono fin troppo coinvolto in questa storia per rimanere del tutto lucido. Filamenti di rabbia scivolano via ed io tento di stringerli a me controllando il respiro, pensando e ripensando ad Agatha, all'affetto che provo per lei e a quanto ci rovinerei la vita se dovessi scivolare e rivelare troppo.
    Potrei lasciar perdere tutto, sperare vanamente in un silenzio di Arthur o costringerlo con la magia a non raccontare nulla dei licantropi che ci hanno divisi per sempre... Potrei fare un patto con lui, uno di quelli che porta alla morte, se infranto. Ci penserò, lo proporrò a Beanie anche se dubito potrà essere d'accordo, ma gli eventi stanno andando verso una direzione che non mi piace e serve una soluzione drastica.
    Non mi preoccupa la mancanza di prove di cui parla, mio padre dirà ciò che voglio se mosso dal senso di colpa e sono sicuro che riuscirò a trovare molte persone in grado di testimoniare la presenza della lupa nella biblioteca dell'Accademia prima e alla conferenza poi, guarda caso luoghi che io frequento e in cui ho insegnato. Diranno che mi ha girato spesso attorno, così da saldare l'idea di una sua ossessione nei miei confronti, talmente forte da voler insidiare persino mio padre pur di non dover rinunciare alla mia presenza.
    Tutto questo per proteggere Agatha, l'unica persona per cui smuoverei montagne. Non dovrà mai preoccuparsi di niente, perchè suo fratello sarà lì per lei, a rimettere insieme i pezzi. Se non fosse mai esistita la mia vita sarebbe stata diversa e chissà, forse Andromeda vi avrebbe trovato spazio ed io non mi sarei sentito così stanco nel doverla affrontare e allontanare.
    In un altro mondo, la lupa non mi sta guardando con occhi pieni di rabbia ed incredulità, ed io non sto detestando l'uomo che sono diventato.
    L'odio che provo per Arthur ha radici salde, ogni anno che passa dall'anniversario della morte di mamma e Shelby esse crescono andando sempre più in profondità, pungendomi il cuore. Sento che quel solitario e triste vecchio si merita ogni parola crudele che gli riservo, ogni istante in cui il senso di colpa lo ha preso al petto facendogli sognare di essere morto. Gli augurerei di guarire, se m'interessasse, ma non lo amo più come quando ero un ragazzino che adorava guardarlo costruire bacchette con le sue abili mani, e non c'è posto per il perdono nella mia anima.
    Andromeda non sa niente di tutto questo, e non la biasimo se mi crede un mostro crudele. In fondo ciò che vuole, l'affetto che prova nei confronti di Arthur, è giusto e dolce, chiunque proverebbe pena ed empatia per lui... Eppure non posso permettermi di concordare.
    Agatha è l'unica che lo visita spesso, non osare parlare al posto suo.
    Scatto per un'istante quando la lupa nomina la parte della famiglia che, a suo dire, non vuole più avere a che fare con mio padre. Beanie gli vuole bene, decisamente più di quanto dovrebbe, e non sopporto l'idea che nella testa della recluta anche lei stia prendendo fin troppe distanze.
    Rimango ad osservare la donna in silenzio, quando finisce, il viso duro e segnato da pesanti occhiaie. Questa guerra non la voglio, non mi serve, ma non posso retrocedere. Forse tutto questo mi farà crollare, chi può dirlo, ma sono troppo orgoglioso per abbassare la testa e farmi colpire.
    Com'è che hai detto poco fa? Ah, si... Credi che il capo auror mi riderà in faccia. Hai una visione molto strana della realtà, mia cara, perchè dubito che tuo fratello potrebbe mai approvare questa condotta che poco si addice a una recluta, o sbaglio?
    Fare leva sul più grande dei Ramirez potrebbe farla retrocedere e forse la prospettiva di perdere il lavoro la farà scattare. Se mi avesse attaccato avrebbe reso tutto più facile...
    Valuta bene le tue scelte e prendi coscienza delle tue azioni, prima che sia troppo tardi. Ultimo avvertimento Andromeda: lascia in pace la mia famiglia.
    Le volto le spalle, rabbioso. Stringo i pugni che tremano per la tensione mentre inizio a camminare lungo il corridoio per uscire da lì il prima possibile, e pregando che lei non scelga di continuare quest'assurda missione suicida.
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,529
    Location
    Moonlight Shadow

    Status
    Offline
    Imbarazzante. Non esistevano altre parole più adatte per definire il comportamento di un avvocato del calibro di Emory Caine. Se gli sguardi avessero avuto il potere di uccidere, quello di Andromeda non avrebbe avuto effetto diverso dal potere mortifero di un basilisco. La strega si limitò a incrociare le braccia dietro la schiena, stringendo saldamente un polso con l’altra mano libera. In quel momento ritornò la stessa sensazione di ambiguità che l’aveva attraversata il giorno degli open day in accademia, quando la sorella dell’avvocato aveva esternato di non conoscerla… salvo poi appellarla, durante la conversazione, con il suo nome meno comune, un nome che non aveva usato per presentarsi. L’ambiguità che avvolgeva quella famiglia diventava più fitta della nebbia.
    Non sto parlando di tua sorella.”, ribatté gelida. Probabilmente quella stessa nebbia gli aveva pregiudicato la lucidità mentale, oppure era talmente abituato a sviare da non voler cogliere la verità che lo riguardava da così vicino. Andromeda non lo stava giudicando: non poteva sapere cosa si provasse nel perdere la propria famiglia in un modo tanto violento e ingiusto, né aveva la presunzione di dirgli cosa fosse giusto fare, quando era evidente perfino ai suoi occhi di estranea che non esistessero presupposti per essere ascoltata. Mentire tuttavia non era nelle sue corde: gli stava quindi, semplicemente, esponendo come stavano i fatti. Suo padre non era infelice del rapporto con la figlia, era quello inesistente con Emory il problema. E adesso… capiva il perché.
    Parlare con lui non era possibile: Caine era così abituato ai suoi intricati discorsi preimpostati da avvocato, con redini tirate verso il solo finale che riteneva impossibile, da aver completamente dimenticato come dialogare con il prossimo.
    Accomodati. Conosci la strada”, ma l’avvocato non era andato da Dell, altrimenti si sarebbero incrociato poco dopo nel suo ufficio. Andromeda chiese un’ora di permesso per potersi assentare, e una volta fuori dal ministero non ci penso due volte a materializzarsi davanti al negozio di bacchetta a Birmingham.
    Arthur stava lucidando una bacchetta abbastanza malconcia quando la strega entrò. L’espressione che la mannara aveva sul volto era tutto fuorché rassicurante.
    Buonasera, Arthur. Ho bisogno di parlarti. Sei da solo?”, arrivati a quel punto non si sarebbe sorpresa se Emory fosse stato in ascolto in qualche angolo riparato del negozio. La tentazione di schermare quella conversazione con un incantesimo imperturbabile fu forte, ma Andromeda cercò di non cedere. Non aveva niente da nascondere.
    Non ci girerò intorno: tuo figlio mi ha appena cercata al ministero per accusarmi di stalking.”, non lo aveva ancora fatto, non ufficialmente. Ma questo non rendeva la faccenda meno grave.
    Vuole che smetta di farti visita. Sinceramente… non capisco a che gioco stiate giocando. Se è questo quel che vuoi sarebbe bastato dirmelo di persona settimane fa.”, lo perforò con lo sguardo. Emory non aveva la più pallida idea del polverone che aveva scatenato con quelle accuse: nel suo passato c’era stata realmente una persona che l’aveva perseguitata, un uomo protetto dal ministero contro il quale aveva potuto ottenere un misero mandato restrittivo, che a stento era riuscito a tenerlo alla larga. Sentirlo minacciarla dello stesso trattamento le aveva fatto ribollire il sangue nelle vene.
    Sto cercando una spiegazione che abbia un senso… insieme a una valida ragione per cui non dovrei contro-denunciarlo per diffamazione e coercizione. I toni che ha usato non sono stati esattamente amichevoli
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    103

    Status
    Anonymous
    NbglHZM
    L'uomo sceglie di concentrarsi sul lavoro, è il metodo migliore per non pensare al suo ennesimo fallimento, o ciò che lui ritiene essere tale.
    Suo figlio se ne è andato sbattendo la porta, ed Arthur non riesce proprio a capire perchè il secondogenito deve trattarlo in quel modo per qualcosa che a lui sembra così innocua: quattro chiacchiere di tanto in tanto con una recluta auror dal viso gentile che è disposta a fargli compagnia, niente di più.
    Pur non riuscendo a comprendere non si astiene dall'essere triste e versare lacrime, eppure sente anche della frustrazione in fondo al cuore. Vorrebbe solo che tutto andasse per il verso giusto, una buona volta.
    E' stanco di lottare contro i suoi demoni ed un figlio che probabilmente lo preferirebbe morto, piuttosto che ancora in piedi a ricordargli ogni giorno quanto sia stato debole ed imbecille.
    Quindi lavora, Arthur Caine, ignaro di chi sta per varcare la soglia del negozio di bacchette.
    Il suo volto s'illumina nell'incrociare quello di Andromeda Ramirez, la ragazza gli sta molto simpatica e il vecchio ha iniziato a pensare a lei come ad una sorta di figlioccia che non ha mai avuto, o ad una nipote.
    Le sorride ma è stranito dall'espressione cupa della giovane, che abbia avuto dei problemi sul luogo di lavoro?
    Andromeda, che piacere! Certo, siamo solo noi due, entra pure.
    Sbircia le mani della ragazza alla ricerca di quel piatto di cucina locale messicana che gli aveva promesso di portare, ma nel non vedere nulla Arthur rimane un poco deluso. Gli sarebbe piaciuto assaggiare un piatto estero in compagnia della nuova amica, che comunque non perde tempo nello spiegare il vero motivo della sua visita, ed è allora che il sorriso del vecchio fabbricante di bacchette si spegne.
    Incredulo e preoccupato, non gli sembra vero quello che stanno udendo le sue orecchie... Perchè mai Emory dovrebbe fare una cosa simile?! E' a lui che Andromeda sta facendo visita, non al figlio, quindi perchè parla di stalking?
    Cosa? No, non capisco... Io non voglio che tu smetta di farmi visita, e non manderei mai mio figlio a denunciarti.
    Arthur è una pedina del gioco, solo che ancora non lo sa.
    La luce nei suoi occhi è carica di preoccupazione e sincerità, prega con tutto se stesso che la donna gli creda perchè non potrebbe sopportare di essere additato come bugiardo e vile, non di nuovo.
    Mio figlio... Lui era qui poche ore fa, è venuto a farmi visita e quando gli ho detto delle nostre chiacchierate sembrava molto arrabbiato. E' lui quello che vuole che ti stia alla larga, non il contrario! Tu e Agatha mi siete state molto vicine, al contrario suo, non potrei mai rinunciare alla tua compagnia, credimi.
    Snocciola la sua verità, tutto quello che sa a riguardo, cioè molto poco. In questa guerra lui è una pericolosa mina pronta ad esplodere che viene maneggiata da entrambi i lati delle barricate; chi sarà il primo a trovarsi vittima dell'impatto?
    Sente di dover mettere delle pezze a tutto questo, anche se suo figlio forse non meriterebbe tutto questo amore non corrisposto, ma in fondo Arthur è pur sempre suo padre e non riesce a smettere di volergli bene.
    Non denunciarlo, posso parlargli! Vedrai che si sistemerà tutto. Lui prova tanto risentimento nei miei confronti, forse questo è il suo modo di punirmi... F-forse me lo merito davvero, di rimanere solo.
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,529
    Location
    Moonlight Shadow

    Status
    Offline
    Non potrei mai rinunciare alla tua compagnia. Nonostante le buone intenzioni dell’uomo Andromeda sapeva che restavano soltanto parole: lei gli aveva salvato la vita una volta ma restava un’estranea che conosceva a malapena, se perdere la sua compagnia fosse stato il prezzo da pagare per non perdere quel che restava della sua famiglia Arthur Caine lo avrebbe pagato. Avrebbe potuto metterci la mano sul fuoco così come scommetteva che Emory si era ritirato in attesa di metterla alla prova, in modo da capire come reagire di conseguenza. Per quanto quelle visite fossero diventate una piacevole abitudine, oltre a un dovere che sentiva come proprio, la mannara col tempo aveva imparato a fare a meno di qualsiasi cosa, troncando con un taglio netto e senza rimpianti tutto ciò che avrebbe potuto nuocerle. In passato un’esitazione come quella che stava avendo in quel momento con Arthur le era costata cara. Ma tagliare con quell’uomo significava fare il gioco di Emory Caine e lei aveva bisogno di capire quanto dietro alle intenzioni dell’uomo si celasse un profondo egocentrismo e quanto invece avesse del marcio da nascondere.
    Tuo figlio mi ha messo in una posizione difficile, Arthur”, spiegò, senza permettere al dispiacere del mago di ammorbidirla. Che lui fosse o meno coinvolto non poteva permettersi di mostrarsi vulnerabile.
    Tutti sanno quanto per un lupo mannaro sia complicato trovare un lavoro stabile. Io sono a un passo dal far parte del Corpo Auror: non mi posso permettere intoppi come questo”, lo sguardo di fuoco della strega si ancorò agli occhi tristi del fabbricante di bacchette mentre la postura divenne più rigida mentre serrava le dita intorno alla bacchetta. Nel convincersi che da qualche parte esistesse ancora l’Emory che aveva ancora dei valori e dei principi aveva commesso un’ingenuità.
    La mia promessa è ancora valida: semmai avessi bisogno di me non esiterei ad aiutarti”, pronunciò, dopo un istante di esitazione.
    Ma questo non significa che accetterò passivamente di essere minacciata e calunniata. Se gli è rimasta ancora un po’ di dignità il minimo che possa fare è scusarsi di persona. E in fretta”, non aveva dubbi sul fatto che il mago si sarebbe prodigato per consegnare quel messaggio; ciò di cui dubitava era dell’epilogo, non si sarebbe fatta illusioni al riguardo.
    Se c’è qualcuno che merita di finire da solo non sei tu. Non è stata colpa tua
    Non era stato Arthur a uccidere sua madre e suo fratello, nonostante Emory si ostinasse strenuamente a scaricargli addosso colpe che non aveva. E in fondo non era stato neanche Arthur a contribuire al rilascio di tanti malfamati come quelli che avevano distrutto la loro famiglia: forse era il caso che qualcuno gli ricordasse che, prima di puntare il dito contro un innocente, era il caso che si facesse un esame di coscienza.
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    103

    Status
    Anonymous
    NbglHZM
    Andromeda non era come i lupi che avevano sterminato parte della sua famiglia, questo Arthur lo sapeva, e gli sarebbe dispiaciuto se la giovane donna che tanto gli aveva tenuto compagnia avesse perso un lavoro che amava a causa delle azioni del figlio.
    A differenza di Agatha, il vecchio Caine aveva saputo dividere la popolazione dei licantropi dagli assassini che si erano presentati alla loro porta, sapeva che non tutti erano uguali e nel suo cuore vi era odio solo per coloro che non erano finiti tra le braccia della legge.
    In questo somigliava al secondogenito, ma nessuno dei due aveva mai voluto intraprendere il discorso con l'altro per carpire il pensiero comune, anche solo per evitare di far riaffiorare il dolore della perdita.
    L'uomo solo non sa cosa fare, si sente perso, preda di una marea che si alza sempre di più e lo farà annegare se non si sbrigherà a trovare un salvagente.
    Forse sarebbe meglio annegare, piuttosto che lasciarsi trasportare dai flutti. Perdere i sensi ed affondare, così da non dover più assistere al dolore altrui e sentire il proprio.
    Arthur è stanco di perdere le persone a cui tiene di più, si era sinceramente affezionato alla giovane recluta, ma ora lei sembra distante e in un certo senso non può biasimarla. Eppure è felice di saperla ancora fedele alla sua promessa perchè, forse, anche lei tiene a lui. Ci spera così tanto, il vecchio Caine...
    Sente che il comportamento di Emory non ha un senso, perchè mai dovrebbe calunniare una persona come Andromeda? Che sia a causa della sua natura? Se avessero avuto modo di parlare, lui e il figlio, ora Arthur saprebbe che non è così e non si morderebbe il labbro inferiore dalla frustrazione.
    Deve parlare con l'avvocato, cercare di capire cosa diamine gli sta passando per la testa.
    L'ultima frase della Ramirez lo spezza, fa cedere quell'ultimo granello di forza che gli era rimasta dopo questa lunga giornata e l'uomo, distrutto, si lascia cadere sulla sedia portandosi le mani al volto. Scosta gli occhiali per coprirsi le iridi arrossate e le rughe che lo fanno sembrare molto più vecchio di ciò che è in realtà, e non gl'importa se lei penserà che è un debole.
    In fondo, in cuor suo, lui per primo è convinto di esserlo.
    Oh, mia cara, t-tu non sai cosa merito.
    Le ha raccontato dello strozzino, dei debiti da pagare con scadenza precisa se non voleva vedersi bruciare il negozio sotto gli occhi.
    Sarei dovuto andare d-dagli auror subito, ma ho avuto t-troppa paura. Se non avessi piegato la t-testa Myra e Shelby non s-sarebbero m-morti in quel modo t-terribile!
    Prova rabbia verso se stesso, singhiozza al ricordo del sangue dei suoi cari, dell'urlo strozzato della moglie. Vuole morire e stare solo, ma desidera anche il perdono e l'amore dei suoi figli senza sapere come risolvere la situazione.
    E forse a questi suoi problemi non c'è rimedio, ma può provare a rassicurare la giovane donna che tanto lo ha aiutato in questo periodo. Tra le lacrime riesce comunque a trarre un profondo respiro, quel tanto che basta per ricomporsi e parlare senza mugolare frasi sconnesse.
    Ti prometto che troverò una s-soluzione. Parlerò con mio figlio, ma tu aspetta a denunciarlo, t-ti prego. Ora esci, mia cara, ho b-bisogno di pensare.
    E di stare solo coi suoi demoni.
     
    Top
    .
8 replies since 26/9/2022, 11:03   95 views
  Share  
.
Top