V.M.H.

Infermiera | Studente Accademia

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    Dipendente di Hogwarts
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    Nome: Vanya.
    Secondo nome: Melanie.
    Cognome: Hellström.
    Data di nascita: 27 agosto 1999, 23 anni.
    Città natale: Washington, Stati Uniti.
    Stato di sangue: Mezzosangue.
    Patronus: Canguro
    Bacchetta: Legno di biancospino, nucleo di corde di cuore di drago, 12 pollici.
    Materie amate/odiate: Incantesimi, Erbologia, Pozioni/Trasfigurazione, Volo.
    Allineamento: Neutrale Buono.


    AST7uX3
    "Gratta la pelle di un cinico e sotto vi troverai un'idealista deluso". La citazione mi calza a pennello, come un guanto.
    I primi anni della mia vita li passai nell'allegria più pura, quella leggerezza tipica dei bambini la cui più grande preoccupazione è inventarsi giochi sempre nuovi per non annoiarsi con gli amichetti. Washington era un luogo meraviglioso in cui crescere, così piena di aree verdi e monumenti storici dietro ogni angolo, mi divertivo a passeggiare con mio padre e a puntare il dito in ogni dove solo per farmi raccontare le origini del paese in cui avevo avuto la fortuna di nascere. Era bellissimo. Guardavo al mondo come ad una scatola piena di sorprese ed opportunità da scoprire, mi bastava solo allungare la mano e coglierle, non c'era niente che non andava e la vita era avvolta da un nastro glitterato color arcobaleno. Sapevo che sarei diventata una strega come mamma, me lo sentivo dentro e non stavo più nella pelle all'idea d'andare a comprare la mia prima bacchetta per far levitare le penne o far camminare le mie bambole. Papà era un babbano, un colonnello dell'esercito svedese trasferitosi per un lavoro più tranquillo all'ambasciata nella capitale degli Stati Uniti; era divertente e buffo quando persone di grado inferiore al suo lo salutavano portandosi la mano alla fronte. Gli portavano così tanto rispetto... Se solo avessero saputo che a casa eravamo io e mamma a comandare e che ogni tanto indossavo il suo cappello d'ordinanza solo per il gusto di dargli ordini forse gli avrebbero riservato dei risolini alle spalle. La mia casa era piena d'amore e niente andava mai storto, speravo che sarebbe andata avanti così per sempre ma la vita, come ormai ho imparato, possiede un senso dell'umorismo davvero incredibile e ti colpisce in faccia con la dura verità quando meno te lo aspetti.
    Poco prima del mio undicesimo compleanno papà venne attaccato alle spalle mentre faceva jogging, lo colpirono con un grosso pugnale in due punti della spina dorsale: la base e poco sotto il collo. L'assalitore non fu mai trovato, sparì nel nulla così come era apparso. Papà non morì, ma i medimaghi non poterono fare molto per lui a parte ricucirgli le ferite... La lama con cui attentarono alla sua vita era maledetta quindi non ci fu modo di riaggiustare le ossa che erano state intaccate così duramente. Il mio papà, quell'uomo alto e forte che mi lanciava in aria come se fossi una piuma, quello che mi raccontava le fiabe della buonanotte in svedese per poi baciarmi dolcemente sulla fronte, era stato ridotto all'ombra di se stesso, un paraplegico costretto a letto per il resto della sua vita e capace di muovere solo la testa a destra e a sinistra. Quest'evento mi distrusse, non sopportavo l'idea di vederlo in quello stato e avrei tanto voluto fare qualcosa per riportarlo da me, per farlo tornare quello di un tempo. Anche mamma pianse, ma solo i primi giorni, poi qualcosa in lei cambiò. Papà era assicurato così ci diedero una bella somma di denaro e lei l'accolse con un sorriso soddisfatto sul volto. Usò quei soldi per espandere la sua già fiorente attività edilizia, e decise che non sarei andata ad Ilvermorny come da programma, ma sarei rimasta a casa con lei per studiare privatamente. Disse che sarei stata seguita meglio e avrei imparato più in fretta, e papà era troppo chiuso nel suo dolore per opporsi, io personalmente, dopo un po' di delusione iniziale, ne fui felice perchè l'idea di passare mesi lontano da lui mi tormentava. Passarono un paio d'anni tranquilli, mi dividevo tra le lezioni al piano terra, dove mi dimostrai portata per la magia bianca e la creazione di pozioni, le uscite con gli amici del vicinato e le visite alla stanza di papà. Parlava poco e nei suoi occhi non vi era più alcune luce felice, ma almeno era ancora lì con me e gli dicevo sempre che un giorno sarei diventata una medimaga bravissima e avrei trovato un incanto od una pozione in grado di curarlo e di farlo correre di nuovo e di passeggiare insieme a me. Mamma dal canto suo... Beh, lei passava molto tempo fuori, a lavorare. Non si curava di suo marito e ogni tanto, a tarda notte, la sentivo rientrare a casa ridacchiando in compagnia di voci maschili, ma ero troppo piccola per capire la realtà che stava dietro i suoi gesti, così non ci diedi mai troppo peso e non ne parlai mai a papà.
    Crescevo, diventavo bella e alta, e i primi accenni delle mie forme un giorno finirono con l'attrarre le persone sbagliate. Poco dopo il mio tredicesimo compleanno mamma entrò nella mia stanza, mi riempì di complimenti per la signorina in cui stavo mutando e disse che voleva farmi conoscere alcuni uomini molto importanti per mostrare a tutti quanto magnifica fosse sua figlia. Io accettai con un sorriso, perchè non avrei dovuto? Era la donna che mi aveva generata, mi voleva bene ed era fiera di me, cosa mai sarebbe potuto andare male? Saltò fuori che quegli uomini erano sì molto importanti, ma anche dei viscidi esseri schifosi e senza freni inibitori, e a mia madre servivano dei permessi per costruire in luoghi non propriamente facili da ottenere. Mi lasciò sola con un paio di questi individui immondi dicendo che sarebbe andato tutto bene, che volevano solo passare qualche ora in mia compagnia, niente di più. Si approcciarono a me dapprima con le lusinghe, poi cominciarono ad accarezzarmi il volto e ad allungare le mani sul resto del corpo... Ero pietrificata, non riuscivo a muovere un muscolo o ad aprire la bocca per pregarli di andare via, di lasciarmi in pace e riportarmi da mia madre. Abusarono di me, e quella non fu l'ultima volta. Altri uomini si presentarono alla porta dell'ufficio di mia madre nel corso degli anni, ben sapendo quanto lei fosse disposta ad offrire pur di ottenere il potere ed il denaro che il suo cuore nero bramava. Quei luridi schifosi non si preoccupavano della mia giovane età, non gl'importava niente dei possibili danni alla mia psiche, al mio fisico, a loro interessava solo soddisfare i propri istinti bestiali su della carne fresca e che non si sarebbe mai ribellata. Mamma mi diceva che tutto quello a cui mi stavo sottoponendo era giusto e normale, era così che gli esseri dotati del cromosoma Y si comportavano nella vita di tutti i giorni, non c'era niente di eclatante in tutto ciò, niente che valesse la pena raccontare... Anche perchè, se mai lo avessi fatto, avrei reso papà molto triste, e lui aveva già i suoi problemi a cui badare, no?
    Crebbi col disgusto per gli uomini ed il cinismo si appropriò piano piano della mia anima. Non riuscivo più a vedere al mondo come ad una scatola piena di tesori, mi sembrava così futile provare a sforzarmi, a reagire e lottare per qualcosa di bello, perchè tanto la vita si sarebbe sempre presentata con una brutta sorpresa e ti avrebbe fottuto per bene. Guardavo mio padre immobile nel suo letto e pensavo che tutti i sogni che avevo sul tentare di guarirlo erano stronzate, niente avrebbe potuto riportarmelo e sarebbe morto lì con me al suo fianco. Finiti gli studi privati rimasi due anni in un limbo. Ricordo solo una grande nebbia intorno a me, ogni tanto si alternavano i momenti di buio in cui finivo tra le braccia di qualche porco per ingrossare il conto in banca di mamma, e i brevi veloci momenti di luce che passavo in compagnia dei pochi amici del quartiere che mi erano rimasti. In un certo senso li vedevo come una piccola ancora di salvezza, un faro in tutto quel nulla cosmico. Con loro ero diversa, ridevo, scherzavo... Ma la mia visione di qualsiasi essere maschile era cambiata, ormai guardavo con sospetto anche a quelli che avevano passato l'infanzia insieme a me e li bollavo istantaneamente come vili e senza ritegno. Forse la mia sessualità si formò proprio a causa di questi eventi, chi lo sa... Mi scoprii lesbica. Provavo ribrezzo per barbe, voci profonde e tutte quelle stronzate, trovando ben più affascinanti delle curve femminili e lunghi capelli sciolti nel vento. Alcune ragazze mi aiutarono a dimenticarmi per qualche breve momento della merda che mi attendeva a casa, ma non sono sicura di averle mai amate, qualcosa dentro di me diceva che tanto sarebbe comunque finito tutto perchè nulla è eterno e anche l'amore è una mezza menzogna. La verità è che avrei tanto voluto lasciarmi andare, piangere sulle loro spalle e sfogarmi una volta per tutte.
    Alla fine lo feci, ma non con loro. Appena un anno fa, avevo diciannove anni, ero insieme a papà nella sua stanza ed un moto di nostalgia mi aveva portato a rileggergli delle vecchie fiabe svedesi, le stesse che lui raccontava a me prima di mettermi a letto. Ero a metà di uno di quei racconti pieni di neve e principesse dai capelli d'argento quando ad un certo punto alzai lo sguardo verso di lui, immobile e dallo sguardo vacuo fisso sul soffitto ed io... Non so cosa accadde dentro di me, ma fu come se una diga si fosse appena spezzata e avesse deciso di rilasciare le sue ondate su tutto il paesaggio circostante, distruggendolo. Scoppiai a piangere disperatamente. Ero distrutta per la sua situazione, ed allo stesso tempo piena di odio per me stessa perchè sentivo che, abbandonando il mio sogno, lo avevo deluso e avevo dimenticato tutto quello che mi aveva insegnato quando ero una bambina: aiutare gli altri è il gesto più nobile che un essere umano può compiere. Ed io ero lì a farmi prestare ed usare come una bambola di pezza e non avrei mai potuto liberarmene da sola perchè sentivo di non averne la forza e mi sarei distrutta con le mie stesse mani se avessi potuto. Fu la voce di papà a risvegliarmi dal torpore. "Che cos'hai, piccola mia?" mi chiese, ed il suo tono era così dolce e preoccupato, totalmente diverso dall'apatia che lo contraddistingueva da nove anni a questa parte.
    Gli raccontai tutto, piansi tutte le mie lacrime, e lui reagì. Fu... Meraviglioso e terribile allo stesso tempo. Tutta la sua forza, il suo vero carattere e l'amore che provava per me, era rimasto tutto sepolto ed ora mentre ascoltava le mie parole stava tornando a galla. Col suo handicap non avrebbe mai potuto agire fisicamente, e mamma aveva troppi amici ed amanti potenti per procedere per vie legali. Mi confessò persino che, nel corso degli anni, aveva pensato che fosse stata proprio lei a mandare qualcuno per levarlo di mezzo ed ottenere l'assicurazione, e la cosa non mi stupirebbe se fosse effettivamente vera. Parlare con lui mi rinvigorì, mi disse che annullarmi in quel modo era stupido, io ero una giovane promettente e non avrebbe permesso a sua figlia di rimanere in quel luogo a sprecare il suo talento e a subire stupri. Mi disse che avrebbe parlato con mamma, si sarebbe imposto dopo anni di silenzio per mandarmi a studiare all'Accademia di Arti Magiche e trasferirmi a Londra per poter vivere la mia vita in maniera indipendente e, dopo che gli espressi il mio timore di vederla apparire sulla soglia di casa per obbligarmi a vendere ancora il mio corpo, mi disse che in Inghilterra viveva una persona in grado di proteggermi. Mi rivelò di aver avuto un figlio da una precedente relazione, era un uomo adulto ormai e l'ultima volta che aveva chiesto sue notizie gli era stato riferito che viveva a York e faceva da guardia del corpo ad una famiglia di maghi facoltosi. Disse che si sentiva in colpa per come lo aveva trattato quando era solo un bambino, di come lo aveva abbandonato poichè spaventato dal suo essere un mago, di come lui e la sua allora moglie babbana lo avevano manipolato per fargli credere che la magia era cattiva... In parte non riuscii a credere alle mie orecchie. Non potevo immaginarmi quell'uomo così buono e sposato ad una strega come ad un essere codardo e a tratti spregevole. Mi disse che io ero il suo modo per fare ammenda, per questo accettò mamma e la nostra natura.
    Pochi giorni dopo partii per Londra, mamma non osò dire una parola, forse spaventata da quella ritrovata voglia di vivere di suo marito. Io mi sentivo come rinvigorita, non ancora del tutto pronta a dare fiducia al mondo, ma con un rispolverato bisogno di aiutare i sofferenti perchè, sarà pur vero che la vita finisce per tutti, ma viverla nella malattia non mi sembrava corretto. Non era etico, ecco. Passai i seguenti mesi prima dell'inizio dell'anno accademico alla ricerca di questo fratellastro di nome Eizen, a York mi dissero che non lavorava più in quella casa da qualche anno ormai, ed un maggiordomo mi confidò che se n'era scappato chissà dove col figlio del padrone ma senza chiedere alcun riscatto. Parlai con mio padre via lettera, e lui m'indirizzò verso il vecchio comandante di mio fratello, un uomo che a suo dire sapeva tutto. Iniziammo un lungo scambio epistolare e nel frattempo i corsi iniziarono. Dopo qualche mese di tastaggio del terreno, probabilmente per assicurarsi del fatto che fossi degna di fiducia o meno, mi rivelò la posizione del mio fratellastro: era un insegnante di Duelli, e proprio nell'Accademia dove studiavo Medimagia.
    La vita a volte ha proprio un senso dell'umorismo bizzarro.

    Carattere: Cinica. Sarcastica. A tratti un po' depressa. Questi sono gli elementi principali che racchiudono il mio essere. Ah, anche un'innata voglia di vivere e mettersi in gioco, ma questa è roba sepolta da qualche parte sotto i chili di schifo che mi sono portata appresso per anni e che prima o poi disseppellirò del tutto. Diciamo che sono una bilancia, sul piatto a destra vi sono i pensieri che riguardano la vita e la sua futilità, la consapevolezza che tanto prima o poi moriremo tutti e che l'esistenza è tutto un enorme scherzo pronto a sorprenderti in negativo in ogni istante. L'amore vero è una stronzata, non fate figli perchè il buco nell'ozono si sta allargando, cose così. L'altro piatto invece è colmo di voglia di aiutare il prossimo, di fare del bene per la semplice ragione che è giusto così e, essendo l'esistenza di ogni singolo individuo così breve, è giusto passarla al meglio ed in salute. Lotta per i tuoi sogni, non farti mettere i piedi in testa e bla bla bla. Non dovrei essere bipolare, ma è anche vero che non sono mai andata da uno psichiatra, quindi...
    Mi piace il sarcasmo, lo utilizzo spesso e persino su me stessa. Se sei la prima a trattarti con ironia allora le parole degli altri non avranno più peso su di te e sarai davvero libera. E' una delle tante cose che mi ha insegnato papà, e lo ringrazio. Credo di essere abbastanza sicura di me, anche se ogni tanto mi faccio prendere dalla tristezza, specie quando mi tornano alla mente quei ricordi orribili del mio passato, tutte quelle mani callose e forti sul mio corpo... Che schifo. E non odio il mio corpo o me stessa per quello che è successo, anzi, mi piaccio in senso strettamente fisico e non ho intenzione di nascondermi al mondo esterno solo perchè quattro omuncoli del cazzo non sono in grado di tenersi il pene nelle mutande. Ecco, credo che potrei reagire con violenza di fronte a flirt maschili troppo pressanti e viscidi, nel senso che probabilmente si ritroverebbero con qualcosa conficcato in una guancia. Fortunatamente non è mai successo, e la mia resting bitch face aiuta ad allontanare qualsiasi pretendente attratto da donnine sorridenti ventiquattrore su ventiquattro. La prima impressione che hanno gli altri di me probabilmente è "Guarda quella stronza quanto se la tira", ma non è colpa mia se sono in grado di sorridere solo sotto determinate circostanze e durante il resto della giornata è come se avessi una paresi a metà tra l'apatico e l'infastidito. In realtà credo di essere anche dolce, quando ce n'è bisogno, ma anche lì servirebbe l'occasione giusta dato che non sono una che molla abbracci a caso ed è super espansiva.

    c2FYcIL
    Ama/Odia: Da poco ho ritrovato l'amore perduto per il prendermi cura degli altri e delle loro malattie o ferite, trovo affascinante tutto il mondo che si cela dietro la medimagia e l'arte curativa, direi che al momento si tratta della mia passione più grande. Di contro, dal lato opposto del ring, potete trovare il bersaglio del mio odio e della mia diffidenza: gli uomini. Trovo che gli esseri che se ne vanno in giro con un pene tra le gambe siano tutti spregevoli e schifosi, pronti a tutto per soddisfare i loro istinti più luridi e reconditi. Salvo solo i bambini, mio padre e, per una piccolissima parte, anche il mio fratellastro, ma solo perchè mi fido dell'opinione del genitore che entrambi condividiamo quindi diciamo che finchè non l'avrò incontrato sono pronta a dargli il beneficio del dubbio. Ah, ovviamente questi sentimenti che provo nei confronti del cromosoma Y non m'impediranno di compiere il mio dovere in futuro, fingerò semplicemente che quelle braccia rotte e irritazioni allergiche non siano attaccate a delle scimmie.
    Le donne invece sono splendide, amo toccare la loro pelle morbida ed accarezzare loro i capelli e profumano sempre di buono... Forse dovrei fare fatica anche ad avere a che fare con loro, dato che fu una donna a causarmi tanto male, ma forse il fatto che lei non fosse mai presente mi ha schermato in qualche modo la psiche. Non lo so, dovrei leggere qualcosa a riguardo. Ah, si, amo i libri e le tazze fumanti di tè caldo, ma anche le feste dove si può bere e ballare per sfogare un po' di frustrazione repressa. Anche se il caos alla lunga mi viene a noia e lo trovo troppo distruttivo per piacermi davvero in tutto il suo potenziale, per questo dopo qualche ora passata ad un party o in compagnia mi stufo e torno al sicuro nel mio angolo di misantropia. Nella vita di tutti i giorni odio chi parla troppo solo per il gusto di dare aria alla bocca, preferisco di gran lunga le persone che soppesano le parole invece di sbattertele in faccia come un fiume in piena. Ho anche dei problemi con le manifestazioni d'affetto pubbliche, nel senso che un veloce abbraccio o bacio ci sta, ma non più di così perchè i contatti prolungati mi urtano. Preferisco darmi alle effusioni in privato e quando vedo gente che slingua in mezzo agli altri come se niente fosse provo un senso di nausea fuori dal comune. Amo gli appunti e le case ordinate ma allegre, e i boschi innevati e silenziosi. In un certo senso amo anche chi non è in grado di cogliere il sarcasmo dietro ai miei insulti velati, è un'ingenuità quasi toccante.

    Aspetto fisico: Ho ereditato le gambe da gigante di mio padre, la mia altezza raggiunge il metro e ottanta senza problemi e, mischiata al fisico asciutto e tonico, mi fa sembrare una modella da sfilata. O uno spaventapasseri. Nonostante la magrezza possiedo tutte le curve al posto giusto e due seni pieni svettano sul mio petto pallido.
    I capelli ondulati e biondo scuro coprono due orecchie a sventola degne di Dumbo, e anche i miei altri tratti somatici non fanno fatica a non farsi notare: labbra carnose, naso largo e occhioni azzurri da bambola. L'unica cosa che mi è stata donata con parsimonia sono le lentiggini, quelle sono giusto una spruzzata leggera che mi ricopre la zona delle guance in maniera casuale.

    aFNjo89
    Lavoro e competenze magiche: Sono da sempre portata per la magia bianca e curativa, e trovo affascinanti gli alambicchi e l'idea di mescolare insieme più ingredienti per formare una pozione dai poteri straordinari. Per forza di cose ho un'ottima preparazione in erbologia, non posso permettermi di scegliere le piante sbagliate e dare ai miei futuri pazienti qualcosa che li farà stare peggio. Soffro di vertigini e mal sopporto il volo e tutto quello che ha a che fare col Quidditch. Faccio pena in trasfigurazione, se mi chiedeste di trasformare un ombrello in una papera di gomma probabilmente ne verrebbe fuori un ibrido orribile che vi chiederebbe di porre fine alle sue sofferenze. Sebbene sia la figlia di un soldato non ho chissà che prestanza fisica o preparazione per quel che concerne le strategie militari, quindi se mi voleste in squadra con voi per una partita di softair sappiate che potrei farvi perdere rovinosamente.
    Studio in Accademia per diventare una medimaga, papà mi manda mensilmente del denaro quindi non ho granchè bisogno di trovarmi un lavoro per mantenermi al momento, anche perchè preferisco concentrarmi sullo studio e su questo fratellastro ritrovato.

    Maya Hawke for Vanya Melanie Hellström


    Edited by .Hel. - 7/10/2022, 14:48
     
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