A good companion shortens the longest road

Ralph

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  1. Elhaz
     
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    puntina
    A light heart lives long

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    -Potrebbe andarti peggio di una testa spelacchiata. Tipo una nuova divisa in tema…-, con un cenno del capo Karen indicò le decorazioni natalizie che la facevano da padrone in negozio. Alla rossa quell’atmosfera non dispiaceva: in quel periodo le vie della sua città si trasformavano diventando ancora più colorate e luminose, insieme alla neve le conferivano l’aspetto di un villaggio incantato uscito dalla fiaba di un libro. Dopo che suo padre aveva lasciato Rya trasferendosi a Londra e Stefan aveva rotto i rapporti con lei, il Natale aveva portato di nuovo malinconia in famiglia; eppure, quell’anno Karen sentiva di poterlo vivere con maggiore serenità. Sarebbe stato senz’altro un po’ strano: anche se non era il primo Natale che passava con i McCormac, sarebbe stato il primo insieme da fidanzati. Fidanzati impegnati a fingere di non esserlo per non dare nell’occhio: se uno dei due auror avesse carpito dai loro sguardi o dai loro punzecchiamenti qualche indizio di troppo sarebbe stata una catastrofe.
    -Neanche per sbaglio-, rispose a bruciapelo, stranita dalla domanda.
    -Didi si è fissata con i vestiti, pensa che mi stiano bene. Devo ammettere che in certe situazioni siano più comodi di quanto pensassi, non impacciano come i jeans...-, scrollò le spalle con noncuranza. La tassorosso sembrava divertirsi più di lei a conciarla in modo da “somigliare di più a una ragazza”
    -… il mio culo è al caldo: le calze non sono vere calze ma leggins felpati. Vedi? I vantaggi nell’essere maghi-, Karen ne afferrò un lembo a metà coscia, tirandolo per fargli vedere che si deformava: un incantesimo simulava il colore della pelle, come se fosse nuda. Ma era soltanto un’illusione ottica. Quel che non capiva era tutto quello stranirsi per un vestito, come se fosse la prima volta che gliene vedeva addosso uno in vita sua. Al ballo di Yule dell’anno prima aveva indossato un vestito da fiaba e Ralph l’aveva notato a malapena.
    -Ne dubito-, rispose distratta dal piatto di torta, che non esitò a fare fuori in rapidi bocconi tra una parola e l’altra.
    -È in infermeria e ci resterà per tutta la notte. Ben gli sta: la prossima volta eviterà di ingozzarsi di erba…-, da quando era stato castrato Sbirro era diventato un ingordo: per mezzo secondo che la Grifondoro lo aveva perso di vista se l’era ritrovato agonizzante sul pavimento, salvo poi scoprire che il malessere era dovuto a una indigestione di trifogli.
    -Cosa ti fa credere che lo voglia sempre tra le palle? Ho bisogno dei miei spazi anche io. E comunque mi pare di aver capito che ultimamente tra voi tiri una brutta aria…-, l’ultima volta lo aveva beccato a imprecare come uno scaricatore di porto perché Sbirro gli aveva divorato la relazione per Korko. Non sapendo se prendere o meno sul serio la minaccia di appenderlo alla parete per le orecchie come trofeo di caccia, Karen aveva sospeso per un po’ il servizio da pet sitter, portandoselo dietro ogni volta che poteva per non fargli soffrire la solitudine in camera.
    -Forse no. Però mi guardi quasi come se stentassi a riconoscermi-, commentò, aggrottando un sopracciglio.
    -Ancora sotto Confundus, Finnik?-, per un attimo sorrise sarcasticamente.
    -Toglimi una curiosità, ti tiene ancora in punizione per la storia della gallina?-
     
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8 replies since 8/12/2022, 18:31   163 views
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