A good companion shortens the longest road

Ralph

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  1. Elhaz
     
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    puntina
    A light heart lives long

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    Ho i miei dubbi, non riusciva a capirlo: per il ballo di Yule aveva indossato un vestito ancora più vistoso, e lo aveva fatto nella speranza di essere notata proprio da lui, ma per l’occasione Ralph non solo non si era espresso in commenti ma non aveva neanche battuto ciglio. Cosa era cambiato, in appena un anno? Non fosse che la conversazione aveva assunto in fretta toni che non la mettevano a proprio agio Karen non avrebbe esitato a spiattellarglielo in faccia, invece si ritrovò costretta a tenere a freno la lingua. Dalla risposta che ricevette poco dopo Ralph sembrava impegnarsi veramente tanto per impedirle di tenere fede a quel proposito: la rossa rimase a lungo in silenzio, esterrefatta dalla totale mancanza di empatia che stava esternando. Per un attimo si augurò che fosse sarcastico, perché snocciolare con tanta leggerezza trattamenti altrettanto invasivi per un povero coniglietto… sarebbe stata cattiveria pura.
    Sulle prime Karen non rispose. Finse di scacciare via le briciole dal vestito, evitando accuratamente lo sguardo di Ralph. La foga con cui si era espresso la rese pensierosa: non le pareva di aver abusato così tanto della sua disponibilità per badare al coniglio, erano più le volte che lo lasciava in dormitorio o in compagnia di Altair. Non aveva considerato che forse, ora che aveva una ragazza, avrebbe dovuto smettere del tutto di lasciarglielo. Eppure non sarebbe stata la prima volta che ribadiva quanto il proprio “soprammobile ad alta manutenzione” non avesse bisogno di un pet sitter.
    -Wow. Non immaginavo lo trovassi così insofferente-, commentò, senza riuscire a dare credito a quel tentativo di raddrizzare il tiro non appena si era reso conto di quanto stesse esagerando.
    -Certo che anche tu quando te le leghi al dito non ti smuove nessuno. E poi l’esagerata sarei io… si può sapere che ti ha fatto di tanto inaccettabile?-, tanto accanimento poteva concepirlo nei confronti di una persona. E per un attimo le sorse il dubbio che il fastidio verso Sbirro fosse solo un effetto collaterale per qualcosa che invece aveva fatto lei.
    Non te ne è mai importato niente. Non ne hai bisogno Karen, per un attimo la Grifondoro sollevò il capo per cercare lo sguardo del suo concasato. Non sapeva come rispondere, ma non sarebbe bastato quel confronto a frenarla dal cercare una propria dimensione in cui sentirsi bene.
    -Mi è sempre fregato il giusto.-, sotto sotto aveva sempre sofferto del confronto con le altre ragazze, che fossero coetanee o più grandi non aveva importanza: da quel fronte si sentiva sempre inferiore. Meno carina, meno attraente, meno femminile. Non erano mancate occasioni in cui qualcuno l’aveva fatta sentire sbagliata e di tutta risposta poteva considerarsi fortunata nell’aver sempre avuto la prontezza di rispedire certe offese al mittente con tanto di vaffanculo espresso. Ma alcune parole si erano insinuate sotto pelle più di quanto fosse disposta ad ammettere a sé stessa.
    -… non ti credo.-, l’incredulità aumentò ancor più quando realizzò che quei due stavano ancora insieme. Questo non fece che rafforzare l’opinione negativa che si era fatta di loro come coppia e di Astrid come ragazza: non importava che Ralph per lei non provasse niente al di là dell’attrazione, a lei andava bene così. Bastava avere qualcuno vicino quindi chiunque poteva servire allo scopo. Di lui non le fregava niente nella stessa misura in cui non le fregava niente neanche di sé stessa.
    -Se il mio ragazzo mi dicesse una cosa del genere potrebbe dire addio alla sua testa e alle sue palle. L’ultima cosa che una ragazza vorrebbe sentirsi dire è che non è mancata per niente-, eppure lui gliel’aveva detto. Che Ralph, seppur inconsciamente, stesse realizzando che la presenza della biondissima modella in realtà per lui non faceva alcuna differenza?
    -… sicuro che non sia uscita come sarebbe dovuta uscire?-, azzardò, tirando un filo del maglione e intrecciandolo tra le dita per tenere l’ansia sotto controllo. Era un discorso che aveva tenuto in caldo per lui da quella mattina al lago nero, quando la bionda l’aveva adescata per marcare il territorio. La sua opinione al riguardo era solo peggiorata, ma non c’era mai stata occasione per parlarne: l’ultima cosa che Ralph avrebbe voluto sentirsi dire era quanto poco si incastrassero insieme, e lei non aveva avuto davvero voglia di mettersi in mezzo, perché nel farlo aveva sempre temuto di perderne l’amicizia.

     
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8 replies since 8/12/2022, 18:31   163 views
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