Lying is done with words and also with silence.

Ufficio del Prof. Korczak

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  1. Rick.
     
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    << Il sottoscritto O’Connell Richard, in merito all’esercitazione laboratoriale… la cui tematica “Antidoti mentali”… ricorre pertanto formalmente all’accesso agli atti… affinché venga riesaminata la valutazione attribuita al compito… e si provveda alla rettifica della stessa.>>, questi erano stati i tratti salienti della pergamena che Erik aveva fatto scivolare nella casella postale del Professore di Pozioni. Una semplice pergamena, non tracciabile, senza la seconda provetta che aveva attinto dal calderone come prova ma che teneva con sé nella tasca della giacca mentre percorreva i sotterranei; pertanto non valida ai fini di una reale riesamina del lavoro svolto. Il suo scopo, nel mettere la pulce nell’orecchio al professore, era più sottile: una discreta chiacchierata informale, volta a conoscerlo meglio. Korczak non era un mago qualsiasi: l’istinto gli suggeriva che dietro lo strato superficiale di alterigia, devozione verso la propria materia mista a insofferenza verso gli studenti si nascondesse una personalità poliedrica, della quale non conosceva nulla. Punirlo attribuendogli una valutazione che non andasse oltre la sufficienza dopo le abilità dimostrate sul campo, per altro ammesse da lui stesso, era un modo per provocarlo: forse il professore ne stava testando la tempra, forse intendeva dargli una lezione, o ancora vedere fino a che punto Erik si sarebbe spinto. Qualsiasi fosse stata la motivazione che aveva dato il via a quella situazione ambigua, il ragazzo di Durmstrang aveva deciso di cogliere la provocazione per vedere dove lo avrebbe portato. Perché l’affinità che provava nei confronti di quell’uomo era rara, e non poteva che appartenere a un’anima oscura come lo era la sua.
    Nessun altro era stato messo al corrente di quella lettera: l’unica attenzione che intendeva attirare era quella del diretto interessato. Non dovette neanche attendere molto per una sua reazione: Erik era stato convocato nell’ufficio del Professore al termine dell’attività didattica. Meticoloso com’era, lo studente non si fece attendere. Arrivato a destinazione bussò alla porta ed entrò solo quando venne invitato, in abiti informali scuri come era sua consuetudine a fine giornata.
    -Buonasera Professore.- salutò, avanzando a un suo cenno. Tuttavia, indipendentemente che l’altro gli facesse segno di accomodarsi, Erik preferì non sedersi. Principalmente per abitudine: la postura eretta gli consentiva di tenere alta la guardia e di poter reagire tempestivamente in caso di necessità, inoltre gli conferiva il vantaggio psicologico di sentirsi alla stessa altezza del proprio interlocutore.
    -So che voleva vedermi. Mi stavo giusto chiedendo se il motivo della sua convocazione non andasse oltre la mia esercitazione. Sa perfettamente quanto l’antidoto preparato dalla mia squadra fosse impeccabile.-, gli occhi scuri del ragazzo si soffermarono su quelli del docente, indagatori e curiosi. Entrambi sapevano che la valutazione era stata soltanto un pretesto per combinare quell’incontro. Quel che Erik intendeva scoprire era ben altro. Stava valutando se quel mago fosse il candidato adatto da prendere in esempio come una guida.
    -Se le ho dato in qualche modo motivo di scontento ci tengo a farle sapere che non era mia intenzione.-
     
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