Lying is done with words and also with silence.

Ufficio del Prof. Korczak

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Rick.
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Serpeverde
    Posts
    479
    Location
    Inverness

    Status
    Offline
    Un accorgimento da parte del docente, prima di entrare nel merito della conversazione, gli diede di che pensare. Erik lo vide agitare la bacchetta in aria, descrivendo rapidamente un movimento che, nonostante non venne accompagnarlo da formule magiche, risultò familiare al ragazzo. Da quel momento in poi non solo la stanza avrebbe beneficiato di una protezione che avrebbe impedito alle loro voci di essere udite dall’esterno, ma avrebbe cambiato perfino la percezione di eventuali intrusi che dall’esterno non si sarebbero neanche resi conto della loro presenza. Gli occhi scuri del ragazzo si accesero di curiosità: con quel gesto il professore di pozioni si era guadagnato la sua completa attenzione.
    -Non è corretto ritenermi responsabile dell’inettitudine dei miei compagni, Professore. Sono contrattempi da tenere in conto nel momento in cui la scuola sceglie di non rendere la conoscenza una conquista meritocratica. Si dice che anche lei si sia formato nel mio stesso istituto, potrà quindi comprendere a cosa mi riferisco.-, mezzosangue e nati babbani che non realizzavano l’importanza, il privilegio di poter usufruire della magia, nonostante il sangue marcio che scorreva nelle loro vene, potevano essere problematici. Gli stessi purosangue negli ultimi tempi parevano aver dimenticato la posizione di prestigio che ricoprivano, adattandosi alla mediocrità comune. Uno dei motivi per cui aveva atteso di proposito l’errore imminente era ottenere una prova concreta con cui dimostrare che aveva ragione, a ritenere gli altri immeritevoli di frequentare una scuola tanto prestigiosa come lo era Hogwarts.
    -Eppure, nonostante questo… il risultato parla da sé. L’antidoto è perfettamente efficace.-, risultare indisponente non era sua intenzione ma l’arroganza che dimostrava era comprovata da solide basi: Erik sapeva di non parlare a sproposito. L’antidoto era perfetto e non aveva bisogno di testarlo per esserne sicuro, perché conosceva le proprie abilità. L’arte di creare pozioni e veleni aveva sempre esercitato fascino su di lui, forse perfino maggiore di quanto ne esercitassero le Arti Oscure. Pochi ingredienti in quantità innocua miscelati tra loro potevano sortire un effetto letale, garantendo all’artefice il potere di vita o di morte sulla persona che li avrebbe assimilati. Placare gli impulsi negativi del ragazzo era impossibile: per quanto Erik si fosse mimetizzato perfettamente in quell’ambiente, c’erano momenti in cui l’oscurità che macchiava la sua anima esigeva di spezzare le catene. Quella lezione gli aveva offerto il pretesto perfetto per dissetarla, e il Grifondoro era stato la cavia perfetta per lo scopo. Tuttavia, la cautela usata non aveva permesso a quel gesto di passare in sordina: Korczak lo aveva tenuto d’occhio per tutto il tempo, mostrandosi un acuto osservatore. I punti sottratti alla sua casata, il voto immeritato, non erano altro che ammonimenti volti a farlo rientrare nei ranghi: così era stato.
    C’era qualcosa, però, che Erik non riusciva a spiegarsi. Talvolta aveva la sensazione di ritrovarsi davanti a un individuo sempre diverso, una faccia sempre diversa; l’atteggiamento del professore, così come la sua predisposizione, spesso differivano da un giorno all’altro, a volte perfino nello stesso momento. Sottigliezze che aveva colto in un’intonazione, nel modo in cui gesticolava, perfino nella postura. Per certi versi gli ricordavano gli stati di psicosi in cui incorreva suo zio nei momenti peggiori… però, nel caso del professore, era diverso.
    In altri momenti Erik aveva l’impressione che gli stesse scavando nella testa. Non avendo motivo di avvertirlo come una minaccia, non si era mai curato di avvalersi dell’occlumanzia: non aveva niente da nascondere. Era questo il messaggio che doveva trasparire per salvaguardare la propria copertura. Dalle parole di Korczak fu plateale quanto la farsa, per quanto ben orchestrata, non era stata perfetta.
    Erik avvertì l’intromissione nella propria testa. Fu una sensazione strana: come le altre volte, l’impressione che Korczak non fosse il solo a provarci. Per alcuni istanti nella mente del ragazzo comparvero delle sequenze confuse: il fuoco che bruciava nelle vene, la difficoltà nel respirare, la cenere… l’immobilità. Il nulla. Il ragazzo aveva chiuso la mente.
    -Non ho mai fatto mistero della mia istruzione con il corpo docenti, ma non c’è motivo per cui debba farne un vanto con i miei compagni.-, McCormac sapeva che la sua istruzione fosse “avanti” per un quinto anno, anche se non fino a che punto. Non che avesse importanza: l’auror aveva intuito quanto il ragazzo che aveva accolto nella sua scuola fosse terribilmente ambiguo. Marcio dentro.
    -Perché sono stato convocato qui?-, isolando la stanza Korczak aveva reso ovvio che non intendeva segnalarlo in presidenza, quindi Erik escluse una denuncia da parte sua. Non riusciva però a comprendere dove l’altro volesse arrivare.
     
    Top
    .
7 replies since 14/1/2023, 21:54   165 views
  Share  
.
Top