Escape from reality

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    Era successo di nuovo, avevo avuto quella visione confusa e senza senso su me stesso. Nonostante fosse la seconda volta che la vedevo continuavo a non capirne il contesto, l'unica cosa che mi lasciava era una sensazione disturbante, di confusione e rabbia.
    Doveva succedermi qualcosa che mi avrebbe fatto sentire in quel modo? Era un segnale verso me stesso per avvertirmi di agire in qualche modo? Ci stavo lavorando ok? Avevo iniziato a fare ricerche per conto mio, a leggere qualsiasi libro potesse illuminarmi sulla mia situazione e c'ero quasi, me lo sentivo, perché avevo iniziato a trovare dei casi documentati, non proprio uguali, ma simili, di persone che soffrivano la mia condizione e che non l'avevano fatta diventare un circo.
    Non era possibile che tutti fossero in grado di controllare il proprio dono divinatorio, io evidentemente non ero fatto per avere questo "dono", non sapevo controllarlo e non sapevo ignorarlo, quindi l'unica soluzione rimasta era di trovare un modo per eliminarlo o quasi.
    Non potevo però vivere sui libri e andare dal prof di divinazione a dirgli che volevo eliminare il mio dono era altrettanto controproducente, dubitavo che mi avrebbero mai aiutato a fare una cosa del genere.
    Mi rendevo conto che stavo cercando di fare qualcosa contro me stesso, qualcosa di innaturale forse...ma ero stanco.
    E ora non avevo la forza di continuare le ricerche per cui la proposta di Abel diventò allettante, anche se non ero sicurissimo.
    Quella sera ad Hogsmeade avrebbero fatto un concerto all'aperto. C'era una band che tanto piaceva ad Abel e mi aveva detto che sarebbe stato li insieme a dei suoi amici. Avevo provato a chiedere a Roy se sarebbe andato, ma non sembrava dell'idea e stavo per rinunciare anch'io, ma forse era l'unico modo per distrarmi a sto giro.
    Non ci eravamo dati appuntamento in un punto specifico, era solo un "se vieni ci becchiamo la" e così stavo facendo, ero uscito e mi ero pure messo bene per non sembrare uno spaventa-passeri per poi trovarmi a una delle piazze del paesello già gremita di gente.
    Non c'era solo il concerto, in piazza c'erano anche stand di bevande varie e cibo, fondamentalmente era un evento per ragazzi e adulti, non c'erano bambini in giro.
    Iniziai a vagare per la piazza dopo aver preso una burrobirra alla ricerca di Abel, era difficile trovarlo e nel frattempo il concerto aveva iniziato e le prime note della musica rockeggiante risuonavano ovunque.
    Mi fermai a guardare i ragazzi sul palco, erano bravi però, presto presi il ritmo col piede sentendomi pure un pelo meglio, la musica poteva fare miracoli e preso da essa mi ritrovai con mezzo bicchiere per terra dato che qualcuno mi era venuto addosso iniziando a saltare.
    Mi voltai un po' scocciato, ma non feci in tempo a dire nulla che un ragazzo che aveva evidentemente qualche anno più di me si premurò a scusarsi subito.
    Era più o meno alto come me, ma più spesso, non che con me come paragone ci volesse molto, aveva i capelli neri, lunghi, ma rasati da un lato, un bel viso e dei grandi occhi marroni.
    Ci tenne con foga a pagarmi un'altra birra e probabilmente aveva voglia di chiacchierare perché non seguì più il concerto per parlare con me, mi andava bene comunque, mi stavo comunque distraendo anche se...a quante birre ero adesso?
    ...Ci stava provando con me?
    Man mano il suo atteggiamento era diventato sempre più...evidente, mi accarezzava i capelli, scese pure sul collo, in un primo momento non reagì subito, ero quasi intenzionato a rifiutare le sue avance, poi però pensai ai discorsi avuti con Vanya e al fatto che se sciogliermi un po' e divertirmi non era sbagliato, era la prima volta che un ragazzo mostrava diretto interesse per me, quindi...perché no?
    Dunque bastò sorridergli per fargli capire che quanto meno ci potevo stare, solo che tra la musica, i rumori e un po' di alcool non ci stavo capendo granché e nemmeno me ne accorsi del tutto di star venendo trascinato in un vicolo lontano da tutti. Provai del disagio, perché in fondo questo era uno sconosciuto e provai a fare un po' di resistenza mentre venivo portato nel vicolo, però boh, continuavo a non capire se mi andasse o meno.
    Mh, però forse era meglio si, tutto quel casino iniziava a darmi fastidio e appunto perché non divertirsi un po'?
    Mi ritrovai contro al muro e la sua bocca sulla mia con un po' di irruenza, sgranai gli occhi sorpreso, però...non era male, ricambiai, anche se un po' impacciatamente forse, non ero abituato a fare cose del genere, forse volevo andarci un po' più piano o forse no...non ci stavo capendo niente.
    Mi stava piacendo, ma al contempo mi sentivo strano, ancora a disagio, quando provò a mettermi le mani sotto la maglia gli presi i polsi...
    "Mmh...aspetta...no."
    Forse era un po' troppo, ok che gli avevo fatto capire di starci, ma di certo non volevo farlo in un vicolo a caso, volevo divertirmi ma non andare di certo fino in fondo subito così!
    Ma lui non sembrava dell'idea di ascoltarmi e io non potevo far altro che provare a spingerlo via. Magari bastava insistere un po' e avrebbe capito no?


    Edited by Jace. - 15/1/2023, 10:31
     
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    Per quanto la mia preferenza musicale viri verso il mondo babbano, ammetto che i The Basilisk In Your Pasta spaccano di brutto!
    Sarà che alcuni membri sono mezzosangue e quindi abituati ad ascoltare più sonorità, ma quello che ne esce è un bel mischione rock di quelli che piacciono a me, godibile e pesante il giusto per permettermi di cantare coi miei amici mentre ci prendiamo affettuosamente a spallate sotto il palco.
    I ragazzi sono abitanti del villaggio e frequentatori della Testa di Porco che mi hanno accolto senza prendermi a sassate quando ero un piccolo undicenne travolto dalle novità del mondo magico, ci vediamo meno rispetto a prima a causa di vari impegni accademici e lavorativi, ma quando ad Hogsmeade appaiono eventi simili è sempre bello radunarsi e fare festa.
    Ho approfittato dell'occasione per chiedere anche a Jace di venire, magari insieme a quel suo amico alto con cui l'ho visto in giro di tanto in tanto, all'inizio non sembrava particolarmente convinto quindi gli ho detto un semplice "Decidi tu senza farti problemi, se vieni ci vediamo lì", con tanto di sorrisone alla Abel Coen che farebbe tenerezza a qualsiasi scorfano brontolone.
    Dopo quello che è successo sull'isola di Skye in realtà è un miracolo se il secco mi rivolge ancora la parola... Tra l'attacco del lupo, il troll e la smaterializzazione sul tetto con tanto di tonfo mi era sembrato un po' provato, ma per fortuna non si era rotto niente. Tra un'insulto e l'altro aveva pure continuato a parlarmi, quindi direi che, inconvenienti a parte, la gita è stata un successo!
    Voglio credere di avergli fatto bene a trascinarlo all'avventura fuori casa, magari prima o poi andremo da qualche altra parte e cercherò di essere meno sconsiderato e più attento a castare Protego vari. Mi sto affezionando a quel ragazzo, a volte sembra un gatto nero un po' depresso dopo essere stato colto da una tempesta improvvisa, ma è gentile e simpatico, pieno di storie interessanti da raccontare e rimproveri da lanciarmi addosso se mi comporto da sconsiderato.
    Potrei pure pensare di lui come ad un buon amico, altrimenti non lo avrei mai invitato qui stasera.
    Ho provato a cercarlo prima dell'inizio del concerto, ma sono rimasto a mani vuote quindi mi sono lanciato nella mischia per agitare la chioma a ritmo di chitarra elettrica. Uno dei vantaggi di essere metamorfomagus è che, se ho freddo, mi basta schioccare le dita per farmi crescere i capelli e voilà, ecco dei paraorecchie super naturali! Di solito sembro un metallaro solo a lavoro, ma stasera mi andava di stare a tema con la band; chissà, forse è per questo che Jace non mi ha ancora trovato, fa fatica a riconoscermi... Nah, che stronzata, rimango pur sempre riconoscibile, devo smettere di preoccuparmi.
    Mi godo la serata finchè, stanco e desideroso di una birra, non mi allontano dal gruppo per prendermi una pausa e qualcosa da bere. Avvicinandomi allo stand noto la figura slanciata del biondo a qualche metro da me, è in compagnia di un ragazzo dall'aria alternativa che lo sta... trascinando in un vicolo? Jace non mi è sembrato preoccupato nel modo di fare, solo un po' reticente forse, ma comunque nella mia testa scatta il bisogno di controllare, sia mai che il mio amico sia in pericolo.
    Mi sembra un'approccio un po' strano per una rapina, quindi spero si tratti di un malinteso, in caso tengo pronte le mani. Non mi piace fare rissa, le poche volte che è successo è stato per legittima difesa o totale ed estrema perdita della pazienza, però per proteggere le persone a cui tengo non mi faccio problemi a tirare due o tre cazzotti.
    Eppure, quando mi affaccio sul vicolo, qualcosa mi dice che non ce ne sarà bisogno.
    Non ho mai chiesto a Jace dei suoi gusti sessuali, sono affar suo così come qualsiasi cosa rientri nella sua sfera privata, però rimango comunque un po' sorpreso di vederlo premuto contro un muro con la lingua del tizio infilata in bocca. Non so, mi dava l'idea di qualcuno che ci andava un po' più piano riguardo queste cose, di solito il flirtatore seriale sono io, ma se si sta divertendo allora buon per lui, a me non resta che girare i tacchi e lasciarlo tranquillo.
    Sto per andar via, quando qualcosa nei movimenti del ragazzo cambia, nonostante la penombra riesco a vedere che ha fermato le braccia dell'altro e col casino a pochi metri non posso sentire cosa gli ha detto, tuttavia potrebbe benissimo essere una richiesta di andarci più piano o un ripensamento. L'alternativo di stocazzo però non si ferma, e mi basta guardare Jace spingerlo via per scattare verso di loro in sua difesa, neanche fossi un cazzo di cavaliere con lo stendardo dei Grifondoro che mi svolazza sulle spalle.
    Ehi! Non ci vuole più avere a che fare con te, hai capito?!
    Dico a voce molto alta per farmi sentire ed interrompere lo sgarbo che stava per accadere sotto i miei occhi, il tizio sembra confuso, si volta a guardarmi ed io ne approfitto per spingerlo via dal secco e mettermi tra loro due.
    Torna alla festa e non rompergli più i coglioni! Jace, stai bene?
     
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    Non era semplice capire che cosa volessi in quel momento, io avevo voglia di divertirmi, questo ragazzo mi piaceva anche, almeno fisicamente parlando dato che ci avevo parlato solo per un'oretta probabilmente, ma la velocità con cui lui voleva divertirsi non mi stava piacendo granché e nemmeno il posto, mi andava bene indirizzare questo rapporto solo a quello, ma di certo non volevo togliermi i pantaloni.
    Per questo motivo cercai di farglielo capire, non volevo essere troppo brusco, da una prima misera impressione non mi sembrava un viscido che stuprava ragazzi, quindi magari bastava farglielo capire con un po' di insistenza no?
    Dopo un paio di tentativi flebili sembrava non star cogliendo troppo il mio volere, per cui mi toccava essere brusco probabilmente e rovinarmi quindi la serata ovviamente, ma la voce famigliare di Abel attirò la nostra attenzione interrompendo il tutto.
    Io sgranai gli occhi sorpreso, più che altro per il fatto che sembrasse avere il potere di essere nel posto giusto al momento giusto o momento sbagliato a seconda del punto di vista.
    Perché mi stavo ritrovando così spesso a essere "salvato" da lui?
    Non riuscì a reagire subito a quello che successe, ma Abel si premurò di spingere via il tipo da me che barcollò indietro un po' indispettito.
    "Cosa sei il suo ragazzo?"
    "Magari...ahah."
    Non mi resi nemmeno conto di averlo detto, scoppiai a ridere subito dopo rimanendo contro al muro mentre mi sistemavo la camicia per riabbottonare i bottoni che lui mi aveva tolto.
    "Senti, sembrava che ci stesse ok? Non voglio problemi."
    Sbuffò per poi passarci di fianco facendo un occhiolino verso la mia direzione, dovevo piacergli davvero tanto se non demordeva comunque eh.
    "Ehi, guarda che se cambi idea non farti problemi. Ciao belli."
    Non risposi e mi limitai solo ad alzare la mano per salutarlo. Beh...magari cambiavo idea davvero, oppure no. Fatto stava che sicuramente Abel non stava avendo una bella visione di me ora, chissà che cazzo pensava, che facevo schifo magari.
    Feci un respiro profondo, facendo un'altra risata, più amara stavolta.
    "Sembri il mio angelo custode, poi uno si fa strane idee sai?"
    Probabilmente era lui che si stava facendo strane idee nei miei riguardi, sicuro diverse dalle mie. Ma io non potevo di certo comandare le sensazioni del mio corpo e i pensieri del mio cervello. Non sapevo controllare niente della mia cazzo di vita.
    "Volevo solo divertirmi un po' ok? Solo che ho sottovalutato la cosa. Sto bene, non è riuscito a far niente grazie al mio cavaliere dall'armatura scintillante."
    Si fisicamente tutto a posto.
     
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    Apro la bocca per rispondere all'alternativo dei miei coglioni, voglio dirgli che no, non serve essere il ragazzo di nessuno per scegliere di difenderlo da chi allunga troppo le mani... Peccato che Jace riesce a precedermi, e quella sua singola parola mi coglie di sorpresa più del fatto d'averlo trovato in un vicolo alle prese con le attenzioni di un ragazzo sconosciuto.
    L'ha detta con estrema leggerezza, il fatto che abbia riso subito dopo forse sottolinea una battuta, un qualcosa per cercare di allontanare il tizio da noi o altro che non riesco a cogliere al momento.
    E se fosse sincero? Se desiderasse davvero avermi accanto in... in quel modo?
    Se mai ho avuto degli uomini interessati a me, in venticinque anni di vita nessuno si è mai fatto avanti, Jace sarebbe il primo a mostrare quel tipo d'interesse nei miei confronti, escludendo il mondo femminile. In un certo senso mi fa piacere che mi trovi attraente o interessante, sono pur sempre vanitoso e consapevole di essere un carismatico bel vedere... Ma sono anche molto etero.
    Capiamoci, non me ne frega un cazzo se alla gente piace scoparsi le persone appartenenti allo stesso sesso, per quanto mi riguarda finchè si è consenzienti e maggiorenni puoi pure organizzare orge settimanali con venti partecipanti; il bigottismo di quel tipo lo lascio a chi ha la mente troppo piccola e chiusa, giudicare la libertà sessuale non è affar mio.
    Però ecco... A me piacciono le donne, soprattutto se bionde, intelligenti e in grado di star dietro al mio senso dell'umorismo. Jace è tutte queste cose, più un bravo amico e compagno di uscite disastrose, ma è anche un maschio.
    Forse sto esagerando, leggo significati sbagliati dietro una semplice parolina detta in un momento in cui probabilmente il secco ha pure bevuto una birra di troppo.
    Osservo il ragazzo dai capelli scuri farsi da parte, assottiglio lo sguardo per fissarlo con un pizzico di disprezzo mentre dice al biondo che, se cambia idea, dovrà solo cercarlo. Non mi piace particolarmente chi non capisce il chiaro messaggio del "fatti da parte perchè stai esagerando" e se fossi stato in lui mi sarei evitato quell'ultima uscita prima di levarsi dai coglioni, ma almeno non ha detto di peggio e si è tolto dalle palle senza fare storie. Avrei potuto tirargli un pugno, se fosse servito a fargli capire meglio l'antifona.
    Accenno un mezzo sorriso quando Jace mi chiama il suo angelo custode, ma le labbra mi si tendono con un po' di nervosismo nel sentire ciò che ha da dire dopo. Allora non stavo sbagliando... Merda.
    Gli ho mandato dei segnali sbagliati? Forse ho insistito troppo nell'invitarlo in giro per tenerlo occupato e adesso pensa che con me potrebbe esserci una possibilità, e la verità è che non voglio spezzargli il cuore o fargli male in alcun modo, ma non posso lasciare che pensi di... Ah, fanculo, perchè mi sento così stronzo e così in colpa?
    La prossima volta se non capiscono un no tiragli un calcio nelle palle, d'accordo?
    E' ironico che sia proprio io quello che insegna a lui come sopravvivere, specie dopo la gitarella a Skye, ma vorrei evitare di saperlo ferito in un vicolo dopo un'aggressione.
    Senti Jace, io...
    Guardo prima a terra e poi i suoi occhi con fare nervoso, mi porto una mano tra i capelli per scostarli anche se non ce n'è bisogno per cercare di prendere tempo. Non è la prima volta che devo mettere dei paletti tra me e una persona, ma questa volta mi sembra più difficile per qualche motivo. Forse perchè è un ragazzo di cui stiamo parlando e non voglio perdere un amico, ma è anche necessario fermarlo adesso prima che sia troppo tardi.
    Se ti ho mandato dei segnali sbagliati mi dispiace tanto, ma il fatto è che a me non... non piacciono gli uomini. Il tempo passato insieme è stato super divertente, farei gite con te ogni settimana se potessi, però come amici.
    Che abbia esagerato nel mostrarmi preoccupato per lui? E perchè continuo a ripetermi di essere un'enorme stronzo? Che colpa ne ho se non mi piace il pene, porca troia?!
    Non ti odio, ok? Nemmeno mi fai schifo, se è questo quello che ti preoccupa. Scopa con tutti i ragazzi che ti piacciono e sii felice mentre lo fai.
    Provo a rassicurarlo per quanto possibile, non vorrei mai pensasse che io sia omofobo o intenzionato ad allontanarlo solo per i suoi gusti. Anche se, ammetto, avrebbe potuto avere di meglio rispetto a quel coso col taglio di capelli che andava di moda quindi anni fa.
    Un po' ti capisco, sai? D'altronde com'è possibile resistere a tutto questo fascino?
    La butto sul ridere con uno dei miei grossi sorrisi idioti mentre allargo le braccia, come se volessi mostrare la mercanzia, e poco ci manca che ruoti su me stesso. Non è il momento Abel, contieniti.
    Tra di noi è tutto a posto, chiaro? Sarò il tuo cavaliere tutte le volte che vorrai, ma... ma non come lo intendi tu.
    Cristo Coen, potresti evitare di ficcare il dito nella piaga ancora più a fondo, no? Quante volte devi sottolineare il fatto che non ti piace in quel senso? Gli hai già spezzato il cuore abbastanza, non gli serve altro dolore.
    Torniamo alla festa, ti va? Ti offro da mangiare.
     
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    "Ma sono contro la violenza io!"
    Ovviamente stavo scherzando, nel senso, era vero che ero contro la violenza, ma se proprio doveva ricapitarmi una situazione del genere mi sarei difeso meglio si, fatto stava che avevo notato che dopo le mie uscite rivelatorie Abel era decisamente in difficoltà e in parte l'idea di rendergli le cose ancor più difficili mi stuzzicava, per un motivo che non sapevo nemmeno realmente trovare.
    Forse era l'alcool, forse era solo bisogno di fare il cazzone, fatto stava che il disagio che vedevo nel suo sguardo mi spingeva a rendergli le cose difficili, giusto perché avevo l'umore che faceva il cazzo che voleva.
    Neanche per sbaglio avevo pensato di avere una possibilità con lui, senza contare che l'idea di imbarcarmi in una relazione ora come ora non era nemmeno nei miei piani figuriamoci provarci con un etero.
    Però ecco mi ero forse infatuato e dirlo magari mi avrebbe tolto da un pensiero dato che ne avevo già fin troppi per la testa e lui...probabilmente era la prima volta che un maschio dimostrava interesse nei suoi riguardi...era divertente.
    "Oh no! E dire che tutti quegli ammiccamenti che fai alle ragazze nei corridoi dell'accademia io li avevo scambiati come metodi di camuffamento perché rifiuti la tua omosessualità! Non ho proprio capito niente."
    Ridacchiai, facendo poco dopo un respiro profondo, rendendomi conto poco dopo che lui era seriamente preoccupato, stava continuando a giustificarsi con una maledetta gentilezza che lo rendeva solo migliore. Che fastidio.
    "Perché dovrei preoccuparmi di farti schifo? Non è che se un ragazzo mi rifiuta penso che sia omofobo. Boh."
    Scrollai le spalle, si stava preoccupando di cazzate veramente, l'avevo ben capito che era una bravo ragazzo, che era forte, vivace e carico di energia, era proprio tutto questo ad avermi fatto venire certi pensieri.
    Ah eccolo l'ego da etero, che si metteva a fare commenti sul suo aspetto, ma era scemo? Davvero aveva appena fatto una battuta due minuti dopo aver saputo i sentimenti di qualcuno?
    "Sei proprio un imbecille."
    Ma stava facendo tutto da solo questo, decideva lui, diceva che era tutto a posto e mi diceva pure di andare a mangiare qualcosa assieme? Dopo questo spettacolo pietoso? Era davvero un imbecille.
    "Ma come fai a essere così?"
    Il sarcasmo e l'ironia usata finora sparirono adesso, perché davvero questo era strano forte. Era almeno la terza volta che mi beccava in situazioni del cazzo, ero un completo disastro in questi mesi, incostante, lunatico, fuori controllo eppure era li a dire che era tutto a posto, che era il mio cavaliere, ma non come lo intendevo io? Mi stava irritando.
    "Ma con quale coraggio vengo ora alla festa a mangiare insieme a te eh? Tu non devi essere il mio cavaliere, basta. Lasciami stare."
    Ma da quel muro non mi stavo muovendo, perché stavo cercando di recuperare un attimo di lucidità prima di andarmene, non volevo arrivare a casa conciato così, mamma ci sarebbe rimasta male, ma lui intanto poteva ritornare dai suoi amici sani e il suo essere fascinoso.
     
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    L'inziale scambio di battute riesce in parte a tranquillizzarmi, è rassicurante sentirlo scherzare e mi preoccupava molto il saperlo incline ad odiarsi per i suoi gusti, ma non mi pare questo il caso.
    Egoisticamente poi non volevo nemmeno passare per il solito maschio etero omofobo che deve sentire il bisogno di camminare con le spalle al muro non appena incrocia per strada un'omosessuale; penso di essere migliore di così e anche Jace pare essersene reso conto, battute del cazzo a parte.
    Ecco, forse quel commento su me stesso e l'essere fascinoso me lo sarei potuto evitare, e sentirmi dare in risposta dell'imbecille ne è la prova. Strabuzzo gli occhi, inizialmente sorpreso dal sentirmi chiamare in quel modo da lui, specialmente in questo frangente, poi la presa di coscienza mi colpisce come un calcio nelle palle e capisco di essere stato un grandissimo idiota.
    Il secco pare sinceramente incazzato, mi spiace che abbia frainteso tutto quanto, giuro che la mia voleva essere solo una battuta e... Ah, cazzo, sul serio gli ho detto che sarei stato si un cavaliere, ma non nel modo che intendeva lui? Cosa mi passa in testa, merda di Ippogrifo?!
    Senti Jace, mi spiace, io...
    E' la prima volta che mi trovo in una situazione simile, non so come comportarmi ed in parte credo che se dicessi altro rischierei di far uscire ulteriori stronzate che potrebbero peggiorare la situazione.
    Mi morsico l'interno delle guance mentre lo stomaco è preso da un groviglio di sensi di colpa e desideri di rimettere le cose a posto, pur essendo comunque pieno d'incertezza perchè, diciamocelo, cosa cazzo dovrei fare? Toccarlo sulla spalla e dirgli che andrà tutto bene? Mettermi semplicemente in silenzio accanto a lui nella speranza di ricominciare da capo con dialoghi decenti?
    Potrebbe sclerare se lo sfiorassi, non ho voglia di sentirmi urlare addosso che sono un coglione -anche se forse me lo merito- e giuro su tutto ciò che mi è più caro che quella era solo una battuta uscita male nel momento peggiore possibile e...
    Ci vediamo in giro, ok?
    Senza aspettare una vera risposta, giro i tacchi e me ne vado più in profondità nel vicolo, diretto verso casa. Mi è improvvisamente passata la voglia di festeggiare.
    Ho sbagliato a lasciarlo solo? Perchè ho seguito l'impulso di andarmene, se messo alle strette? Eppure ho avuto a che fare con un troll di merda ed una smaterializzazione andata male, quindi perchè parlare con un'amico mi fa così paura?

    Sono passate due settimane da quella sera al villaggio, ci siamo evitati vicendevolmente, a parte qualche sporadico saluto in Accademia.
    Ho provato a riflettere sul perchè chiedere scusa in questo specifico caso mi stava risultando così complicato, e quello che ne ho tirato fuori è stato un bel cazzo di niente. Già, nisba, nada... Il vuoto cosmico. E' stato come correre dietro alla giusta nota di una nuova composizione e sbagliare sempre accordo perchè tutti quelli in cui sei incappato suonavano sbagliati.
    Possiedo davvero una così alta opinione di me stesso da rifiutarmi di prostrarmi in ginocchio per chiedere perdono? Certo che no, so di aver sbagliato. Quindi sono incazzato con Jace per il modo in cui ha travisato le mie parole? No, non potrei mai.
    E allora è forse l'imbarazzo all'idea di qualcuno che non sia una donna ad essersi infatuato di me? ...potrebbe. Anche se imbarazzo non è la parola giusta, c'è qualcosa di nascosto dietro di essa e non riesco ad incapparci nel modo giusto. Fatto sta che mi sono rotto i coglioni.
    Si perchè non posso mica stare zitto per sempre, c'è quel cazzo di senso di colpa che mi ravana lo stomaco tipo tarlo e non sono il tipo che riesce a farlo smettere con una semplice spruzzata di anti-tarme. Cristo, come fanno le persone ad essere indifferenti verso il fastidio che provocano agli altri? Vorrei poter dire di volerlo imparare, ma dubito di esserne in grado.
    Vedo la sua chioma in lontananza mentre mi avvio verso la Testa di Porco per l'inizio del turno serale del mercoledì, decido di corrergli dietro fottendomene del fatto che arriverò probabilmente in ritardo se le cose dovessero andare per le lunghe, ma ho ritardato anche troppo questo momento. E poi non ha motivo per mandarmi a fare in culo, giusto? Ha avuto anche lui modo di sbollire.
    Ehi! Aspetta!
    Lo chiamo a voce alta mentre lo raggiungo alle spalle trotterellando, mi fermo a pochi passi da lui con un po' di fiatone e l'accenno di un sorriso incerto sul viso. Ho più o meno pensato a cosa dirgli, e spero di farlo bene perchè se mi escono altre stronzate non potrei mai perdonarmelo.
    Hai ragione, sono un imbecille.
    Ottimo inizio Coen.
    Voglio fare il simpatico per spezzare la tensione e non mi rendo conto che, forse, l'unica soluzione sarebbe stare zitto e basta. Te l'ho detto che mi servirebbe sempre appresso qualcuno come te che m'insegni a vivere.
    Accenno una mezza risata e me ne pento subito, portandomi nervosamente la mano nei capelli sbuffo rivolto a me stesso e alla mia idiozia. Ma perchè cazzo devo essere così nervoso?!
    Ecco, lo sto facendo di nuovo! Senti... Mi dispiace e basta, ok? Tu non hai bisogno di cavalieri e io non dovevo fare lo smargiasso super carismatico che mette il dito nella piaga dei sentimenti della gente. E mi spiace di averci messo tanto tempo ma volevo lasciarti tranquillo e io dovevo... Pensare, credo.
    Prendo un secondo per respirare, l'aria fredda della sera mi pizzica i polmoni. Spinto dal nervosismo vado alla ricerca di una sigaretta per accenderla, la luce dello zippo illumina meglio il viso di Jace ma al momento non riesco a trarne chissà che per darmi una risposta e relativa calmata.
    Ti va di ricominciare ad essere amici, secco?
     
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    Non sapevo esattamente cosa volessi da lui, forse effettivamente "Lasciarmi stare" era l'idea giusta, ma in generale proprio in realtà... non riuscivo a gestire emotivamente i miei rapporti ultimamemnte, faticavo pure con Roy che conoscevo da un bel po' ormai, figuriamoci una nuova amicizia che si era trasformata in qualcosa di non preventivato.
    Non avevo la testa per questi drammi, soprattutto per me stesso che mai avevo trovato modo per gestire realmente ipotetici problemi di coppia e ora volevo pure immergermi in sentimenti non corrisposti per un eterosessuale? Un cretino ero.
    Si, doveva lasciarmi stare, lo stavo facendo sentire una merda senza un vero motivo...nel senso, si aveva fatto due uscite infelici, ma non era la fine del mondo, ma ora ero nervoso e si mi aveva irritato, cosa stava aspettando ad andarsene? Tanto non avrebbe trovato nessuna parola per farmi stare meglio ora.
    Non lo guardai più, tra un misto di vergogna e rabbia, stavo solo attendendo di non sentire la sua presenza vicino e così fece infatti, scelse di lasciarmi la e la cosa più fastidiosa era che una parte di me ci aveva sperato invece che rimanesse, ma per fare che? Commiserarmi?
    Mah, era meglio riprendersi e tornarsene a casa perché non potevo stare così all'infinito, ero così stufo...e un'amicizia che poteva essere preziosa rischiava di andare a quel paese per colpa mia.
    Come quasi ogni rapporto che avevo nella mia vita d'altronde, non ero in grado di tenermi davvero vicino nessuno.
    Quanto di non detto c'era anche tra me e Roy? E gli altri amici sporadici? Per non parlare del comportamento avuto con Bree.
    Ok, stavo cadendo nella depressione e il buio aumentava, classico atteggiamento di quando si andava down, basta.
    Non risposi ad Abel, limitandomi a scrollare le spalle a quel "Ci vediamo in giro". Adesso dovevo solo rendermi presentabile per mamma e capire seriamente che cosa potevo fare della mia fottuta vita da demente.

    Avevo il passo veloce e stringevo tra le braccia un libro che ora ritenevo troppo prezioso. Ero un po' spaventato, ma forse finalmente tra le mani avevo la prima possibilità di rivalsa per la mia fottuta condizione, qui dentro c'era scritta una soluzione, una possibile soluzione...un tentativo.
    Avevo riletto quelle pagine innumerevoli volte per poter capire se davvero avevo trovato seriamente qualcosa che faceva al caso mio e così sembrava...Morgan era stata inconsapevole fautrice di questa scoperta e ora io stavo cercando di convincermi che fosse la cosa giusta da fare per me, anche se...rischiosa.
    In questo libro c'era una testimonianza di una persona che era riuscita a inibire le proprie visioni, io...io non potevo ignorare questa cosa, io queste maledette visioni non le volevo più!
    Perché mica erano finite ovviamente, a parte le visioni su me stesso che ciclicamente ritornavano, quella stessa identica visione ridondante e incomprensibile, si era anche aggiunta in queste ultime due settimane la visione di una ragazza col cuore spezzato che era intenzionata a fare del male alla colpevole delle sue sofferenze, dato che il ragazzo alla quale si era dichiarata l'aveva rifiutata per un'altra...come se ferire qualcuno perché si era stati rifiutati poteva servire a qualcosa.
    E io volevo ignorarla questa situazione, perché non me ne fregava niente ok?! Non l'avrebbe uccisa di certo, ma lo sapevo benissimo come funzionava, se non intervenivo, non smetteva!!
    E così mi ero trovato a litigare con questa ragazza in mezzo al cortile dell'Accademia riuscendo dopo vari insulti a quietarla...probabilmente aveva solo avuto bisogno di piangere e sfogarsi contro qualcuno...ed eccomi qui, pungiball all'occorrenza.
    Per cui, questo libro, ora era la mia assoluta salvezza...forse.
    Volevo correre a casa per studiarmelo in santa pace e quindi decidermi ad andare a Magia Sinister...ma la voce fin troppo famigliare di Abel interruppe il mio flusso di pensieri.
    L'avevo un po' evitato in questi giorni, perché la vergogna era tanta e non sapevo come comportarmi...la rabbia era scemata, c'era solo imbarazzo ora e il non sapere cosa fare e onestamente non ci avevo nemmeno pensato più del dovuto...anche se, mi era mancata la sua risata.
    Mi voltai, scegliendo quindi di non evitarlo stavolta, portando il libro sotto il braccio cercando di nascondere la copertina...ricambiai il suo sorriso incerto...non sapendo che dire, ma fu lui a trovare le parole stavolta.
    Aveva avuto modo di riflettere e doveva aver capito cosa mi aveva urtato tanto, questo era un punto a suo favore...feci un respiro profondo, sentendomi un pelo meno rigido e assumendo un'espressione un po' apprensiva...
    Era la prima volta comunque che lo vedevo così nervoso, sembrava effettivamente aver perso un po' della sua spavalderia, che dire, magari qualcuno che gli facesse abbassare un pelo la cresta da galletto del pollaio serviva.
    L'idea mi fece leggermente sorridere, ma non volevo sembrare offensivo nei suoi riguardi, quindi mi ricomposi presto, cercando di capire che cosa...volessi.
    Non ero certo di aver capito a cosa aveva dovuto pensare nello specifico, forse a come parlarmi? Fatto stava che io forse non ci avevo pensato abbastanza e ora mi trovavo un po' in contropiede.
    "E'...strano no? Nel senso... aspetta. Intanto ti ringrazio. Non serviva nemmeno che io me la prendessi tanto, ma sai... la mia emotività è un po' così."
    Ridacchiai, forse anch'io per stemperare un po' la situazione, ma ero visibilmente in imbarazzo, la vergogna non se ne era del tutto andata, dato che effettivamente l'avevo evitato e basta.
    L'unica cosa di cui ero certo era che non volevo nessuna principessa da salvare, basta. Per il resto...era un altro discorso.
    "Sei mai rimasto amico di una ragazza che si è dichiarata e tu l'hai rifiutata? Sempre che sia mai successo eh..."
    Magari se le era sempre fatte tutte boh, o semplicemente ci aveva sempre provato lui, non lo sapevo!
    "Insomma, io non lo so. Mi...sei..."
    Mi morsi il labbro, non potevo dirlo, a che pro dirgli che mi era mancato adesso ah? PERCHé! Per farlo sentire ancora di più una merda? No. Zitto, zitto!
    "Un'amicizia diversa forse? Mh...non voglio evitarti più ok, però andare avanti come stava andando avanti non so se ci riesco, capisci?"
    Speravo vivamente che lo stesse capendo, perché essere ancora più diretti mi avrebbe creato non poca difficoltà!
     
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    La sigaretta rimane incastrata tra le labbra, ne aspiro una lunga boccata per cercare nella nicotina una tranquillità che non riesco a trovare del tutto; le dita di una mano giocano con gli spessi anelli dell'altra mentre lo sguardo vaga su quello di Jace nell'attesa di una risposta.
    Se fosse veramente incazzato credo che lo avrei notato, o perlomeno mi avrebbe interrotto da subito dicendomi di andare a fare in culo, cosa che non era successa quindi evidentemente il secco è abbastanza una brava persona da concedermi una spiegazione.
    Posso contare sulle dita di una mano le volte in cui sono stato così nervoso nei confronti di un'altra persona, alla fine comunque si era sempre risolto tutto per il meglio quindi perchè questa volta dovrebbe essere diverso? In fondo, come dice il proverbio, il giusto cade sette volte e si rialza, quindi se anche dovessi rimanerci male per un'eventuale distacco da un potenziale ottimo amico col tempo starò meglio.
    Anche se con lui forse potrei starci peggio, visto che alla fine della fiera è stata colpa mia e del mio tatto da elefante in una cristalleria.
    Continuo comunque a non capire il perchè di tutta quest'ansia rivolta verso il biondo, e la cosa mi manda ai matti ma ci sarà tempo in futuro di rifletterci sopra, ora devo concentrarmi sul presente!
    Mi rilasso un pochino quando mi ringrazia e poi ridacchia, vorrei dirgli che non deve darsi colpe per la sua emotività ma preferisco continuare a lasciarlo parlare senza interromperlo. Pure lui ha avuto due settimane per pensare a quanto accaduto, ed essendo la parte lesa sicuramente ci ha rimuginato più di me. Ah, cazzo, spero sia vero e non una mia credenza da pallone gonfiato di merda che si crede così speciale da stare perennemente dentro il cervello di una persona... Datti una calmata, Coen!
    Inspiro di nuovo e lascio andare una nuvola grigia, la bocca che si piega verso il basso mentre rimango indeciso sul cercare o no di mascherare il dispiacere; si perchè che cazzo di diritto ho io di sentirmi afflitto all'idea di mettere un freno alla nostra amicizia dopo essermi comportato da imbecille?
    Avrei voluto portarlo in giro per qualche altra isola ad osservare creature, ma è comprensibile che non se la senta visto il... qualsiasi cosa senta per me, quindi devo solo chinare la testa, dire di si e non rompere i coglioni.
    Capisco, certo.
    Sono sincero, eppure il groppo che sento in gola è bello grosso e pesante.
    Ci vedremo quando e come vorrai tu, seguendo i tuoi tempi.
    Gli sorrido, questa volta un pelo più sicuro di me, rispolverando un pizzico della spavalderia che, per qualche ragione, mi sono lasciato da parte all'inizio di questa conversazione. Per ora dovrò farmi bastare questo tipo di amicizia, poi col tempo magari smetterà di vedermi in quel modo e potremmo tornare a viaggiare come prima, con lui che mi manda a fare in culo se allungo le mani verso una creatura pericolosa.
    Comunque, per rispondere alla tua domanda, mi è capitato di rifiutare un paio di ragazze e ho sempre cercato di rimanere loro amico, ma loro non ci riuscivano e... ehm, smettevano di parlarmi. Però sono contento che tu non abbia scelto quella via.
    Io sono stato lasciato da Shana e non fu una bella esperienza, eppure non l'ho mai odiata per questo ed ora che ci siamo ritrovati le parlo con piacere, ma in questo caso erano passati anni dall'ultima volta che ci eravamo visti; se fosse successo in un tempo più vicino alla rottura forse avrei provato più imbarazzo o malinconia nel guardarla negli occhi.
    Ecco, se c'è una nota positiva in quanto è successo tra me e Jace, è che almeno si è fermato tutto subito e non è accaduto niente di ambiguo. Lo so che non cambia un cazzo se a lui il cuore rimane spezzato, ma che cazzo dovrei fare?!
    La tua emotività non è un problema, secco. Hai un sacco di cose per la testa e...
    Gli farei male se gli dicessi che mi va bene così com'è? Forse è meglio mettermi un freno alla lingua prima di combinare ulteriori stronzate.
    Insomma, da me non riceverai alcun giudizio. In qualsiasi ambito. A meno che un giorno non venissi da me a chiedermi di aiutarti a nascondere un cadavere, in quel caso dovrei avvisare le autorità competenti.
    Sorrido da dietro la sigaretta, felice di come sta andando la discussione e della tensione che via via si è sciolta, sia dentro di me che fuori. Andrà tutto bene, e col tempo riuscirò a farmi perdonare come si deve senza sfociare nel disastro.
    Ad ogni modo... Ti lascio al tuo libro, sono in ritardo per il turno. Fatti vivo quando vuoi amico, ok? Ti aspetto al pub per offrirti birra e stinco di maiale!
     
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