I lezione di Erbologia

III-IV-V ANNO

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  1. Antares-
     
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    The end justifies the means
    Maximilian
    Degenhardt

    Erbologia.
    Che schifo.
    Era una di quelle materie che detestavo e di per sé, il mio provare disgusto verso qualcuno o qualcosa, non era di certo una grossa novità. Eppure, Erbologia riusciva a risvegliare dentro di me un fastidio ben più radicato: quello che provavo verso Pozioni. Non era sorprendente che quella materia andasse a braccetto con intrugli e calderoni, per quella ragione non mi piaceva. E questo trascendeva il fatto che la trovassi sporca ed estremamente pallosa.
    Il mio ritardo a quella lezione, tuttavia, non era dato dalla poca stima che provassi nei confronti di quella materia. Per quanto scorbutico ed odioso potessi apparire, infatti, il mio fare ritardo ad una lezione poteva essere considerato una rarità che non sarebbe dovuta ripetersi. I Degenhardt esigevano una perfezione alla quale dovevo adeguarmi, per cui certi errori non erano ammessi. Semplicemente, in quanto appena trasferito, trovare le serre era stato più complicato del previsto. Fortunatamente, uno di quei babbei dei miei concasati aveva pensato di allungarmi gli appunti della lezione ed in un modo o in un altro mi era stato anticipato l’argomento di quella lezione, in modo che potessi mettersi in pari con il programma, leggermente diverso da quello di Durmstrang.
    Raggiunta la serra mi fermai vicino all’ingresso. Indossavo la divisa scolastica che riportava i colori di Serpeverde e con me avevo portato la borsa a tracolla scolastica contenente tutto il materiale che potesse servirmi, tra cui: il libro, guanti, cuffie e cose del genere. Erbologia era anche pratica, no? Bussai ed entrai dopo aver ricevuto il permesso, notando sin da subito la mancanza dei banchi. Storsi leggermente le labbra e raggiunsi la professoressa, ignorando quei babbei dei miei compagni di classe.
    « Professoressa Westwood, perdoni il ritardo, non ricapiterà più. » Il mio tono freddo e distante venne immediatamente sporcato dall’accento straniero. Allungai verso di lei una pergamena, che riportava la conferma che fossi io lo studente del quinti anno appena trasferito. « Sono Maximilian Degenhardt, il nuovo studente. » Non ero certo l’avessero avvisata del mio arrivo, visto la mancanza di organizzazione ed efficienza che quella scuola mi stava continuamente dimostrando. Ad ogni modo, attesi le sue risposte e poi strinsi leggermente le labbra carnose, corrugando leggermente le sopracciglia. « Mi è stato anticipato l’argomento della lezione per rimettermi in pari con il programma. Ho pensato alla Mandragola come pianta velenosa. È comune e sottovalutata ma i suoi frutti possono causare allucinazioni. Inoltre, il pianto di un esemplare adulto è letale. Mentre quello delle piante più giovani può causare svenimenti, per questo è necessario indossare delle cuffie quando ci si prende cura di esse. »
    Prendere cura… Pff. Se avessi potuto avrei dato fuoco a tutta la serra. Buttai uno sguardo verso i miei compagni di classe, che avevano già ricevuto le loro pergamene, rivolgendo loro uno sguardo accigliato. « Tuttavia… Devo dire che anche l’abuso di sostanze non velenose, come l’Algabranchia, può avere effetti mortali. » Forse il modo più semplice per liberarsi di qualcuno era proprio tramite l’utilizzo di piante, erbe e sostanze che apparentemente erano innocue.
    Avevo parlato cosí velocemente che non avevo badato ai miei compagni ricevere le pergamene e leggerle. Seguii con lo sguardo glaciale la professoressa far sparire le vetrate della serra con il semplicemente movimento della bacchetta, creando una foresta che permise alla lezione di andare avanti nonostante la mia interruzione. Seguii severo le figure dei miei compagni farsi inglobare in quella vegetazione, cercando con lo sguardo la figura della professoressa. Nascosta. Sparita.
    Ma che cazzo.
    « E io che dovrei fare?! » Allargai leggermente le braccia, parlando con il nulla. Immerso in quella vegetazione, la Westwood sembrava essere sparita davanti ai miei occhi. Indurii il muso, muovendomi a quel punto con il resto dei miei compagni, tenendomi tuttavia ad una distanza di sicurezza da loro.
    « Meritereste tutti una T. Non avete mai sentito parlare dei guanti e cose del genere? Si usano per la pratica. » Ripresi quei bambocci che si erano inoltrati nella foresta, incrociando le braccia al petto. « Ma se volete rischiare l'avvelenamento, io non vi fermerò. » Affermai con semplicità, scrollando leggermente le spalle davanti alla palese impreparazione generale di quei pivelli.


    ✕ schema role by psiche



    Maximilian Degenhardt, V Anno, Serpeverde

    Interagisce principalmente con la prof, porta tutto l’occorrente che serve per la pratica e interagisce con i compagni sul finale


    Edited by Antares- - 6/2/2023, 02:11
     
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