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Preside McCoormac

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  1. Battlin' Jack
     
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    Capitano Auror Repubblica d'Irlanda

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    "Noto che, a quanto pare, c'è ancora molto che potrei fare per lei."
    Il tono si fa vagamente pungente, alludendo in modo non troppo velato alla sfilza di richieste o provvedimenti che sono appena stati messi sul piatto dal ministro.
    Il whiskey, ora, sarà non solo utile ma anche necessario per evitare che la mia irascibilità irlandese sfoci nella lite. Lite che conoscendomi, in breve, si alimenterebbe da vecchi rancori e finirebbe con uno di noi due pesto e sanguinante.
    Ovviamente, è mia idea che nessuna delle due parti in gioco voglia questo. Pertanto mi sembra giusto prendere il tempo di un sorso, trapassarlo con gli occhi, e formulare risposte più che soddisfacenti.
    "É strano, una manciata di secondi prima ha accettato la mia idea di collaborazione tra noi e poi, poco dopo, nonostante abbia sapientemente misurato tono e sintassi, le sue parole sono giunte come un imposizione incontrovertibile. Un qualcosa che, checchesenedica, non sarà negoziabile né accetterà rimostranze."
    Il che mi riporta indietro di anni, a quand'ero poco più di un ragazzo. E fu proprio allora, ben lungi dalla presenza di un rigurgito oscuro, che mi resi conto di come gli inglesi solitamente quando vogliono, pretendono. E se pretendono, non accettano compromessi. Lo stimo, lo rispetto, e vorrei che le cose rimanessero così.
    "La sua proposta, viste le circostanze, mi piace. Devo ammetterlo. Tuttavia la trovo un po acerba, fraintendibile e, forse, difficile da digerire per i più."
    Nonché utopistica e poco intelligente da un punto di vista tattico, questo però evitiamo di dirglielo apertamente. Non voglio certo offenderlo.
    "Proviamo a renderla più attuabile insieme come stavo dicendo poco fa, le va?"
    Con un cenno della mano indico il suo bicchiere, estraendo dal primo cassetto una scatola di ottimi sigari che saranno messi a nostra disposizione con tutto il necessario.
    Dopotutto qui si tratta di questioni delicate, dai caratteri vagamente politici e sociali, e in casi come questi, un uomo, necessita di ogni possibile "coccola" per poter ragionare con quanta più lucidità possibile.
    "Per quanto riguarda la stazione di King's cross e i presidi a Diagon e Nocturn Alley, nulla da dire. Sono di competenza esclusivamente ministeriale, pertanto non ho intenzione alcuna di metterci becco."
    Mi sporgo in avanti, giungendo la punta delle dita e fissando il mio sguardo su di lui. E lo guardo, come si conviene, dritto negli occhi.
    "Sulla stazione di Hogsmeade e i territori strettamente interconnessi al castello, invece, temo di dover porre alcune condizioni. Cosicché, come si suol dire, tutti potremo essere più che lieti di collaborare.
    Per quanto riguarda gli Auror inglesi incaricati di svolgere le attività di cui parlava poco fa, voglio la Matthews. Chi la affiancherà mi interessa relativamente, di lei so di potermi fidare, e tanto mi basta."

    Sarah ed io abbiamo avuto i nostri dissapori in passato, i quali spesso sono sfociati anche nella discussione professionale. Tuttavia, se penso ad un membro dell'SSMA che "vorrei" ad occuparsi di tale compito, la mia scelta non potrebbe che ricadere su di lei. Ne conosco l'integrità professionale, e sono certo che saprà tenere nei ranghi chiunque le verrà affiancato.
    "Ovviamente mi prenderó la libertà di scegliere i membri del mio staff presenti ai controlli, i quali, a mio avviso, dovrebbero avvenire direttamente nelle immediatezze del cancello principale della scuola più che alla stazione ferroviaria di Hogsmeade. Non so ancora con esattezza cosa aveva in mente, tuttavia è mia premura mettere le mani avanti fin d'ora e comunicarle che, qualora l'idea fosse di far scortare dagli auror tutti i miei studenti - maggiorenni o meno - lungo la strada che collega la scuola al villaggio come fossero sorveglati speciali, bhe allora tale provvedimento mi troverà in completo disaccordo.
    Fino a prova contraria, sono ragazzi. Non criminali. Molti di loro maggiorenni, o comunque in possesso di specifici permessi come lei stesso diceva; pertanto gli spostamenti degli studenti di Hogwarts erano, sono e dovranno continuare ad essere liberi. In caso contrario, Charles, mi spiace ma qui troverà una forte opposizione. E quando dico "qui", credo di poter parlare a nome di tutta la scuola e le personalità in essa racchiuse."

    Afferro un sigaro, ne taglio il superfluo e me lo accendo, assaporandone il fumo speziato per qualche secondo prima di ricominciare. Ci sono altri punti, a ben riflettere, che devono essere chiariti.
    "Ha parlato di posti di blocco e controlli quindi, per esperienza, immagino che in tali circostanze saranno eseguite delle perquisizioni. La legge lo permetterà e, qualora ciò avvenga per la sicurezza pubblica, ben venga. Ho solo alcuni appunti da avanzare in merito a ciò.
    La prima è che qualsiasi oggetto o materiale venga rinvenuto sugli studenti nelle circostanze di rientro al castello, qualora esso non rappresenti un potenziale pericolo per la sicurezza pubblica, dovrà essere consegnato al mio personale. Cosicché che la scuola possa valutare e applicare, qualora lo si ritenga necessario, i provvedimenti adatti al nostro contesto.
    Nello specifico, mi riferisco alle solite cazzate da adolescenti come: alcol, droghe e gingilli ludici vari. Nessuno studente dovrà però venir perseguito dal ministero per questo, in nessuna misura.
    Hogwarts accoglie ragazzini e adolescenti che qui hanno bisogno di sentirsi anche tutelati nel loro privato. Qualora questo equilibrio decadesse, il sistema stesso della scuola imploderebbe su se stesso. Immagino che lei sia perfettamente in grado di comprenderlo da sé."

    I toni si mantengono amichevoli, mai leziosi, e segnati dal medesimo tono rispettoso usato fin'ora. Difatto, non molto è cambiato da quando stavamo disquisendo circa le reazioni ai nuovi decreti ministeriali e, ad un occhio superficiale, potremo benissimo passare per due buoni conoscenti che si scambiano opinioni circa un dato argomento.
    Non fosse che l'argomento in questione è di una natura estremamente importante è delicata, si intende.
    "Io la rispetto. Così come ammiro il lavoro che si è prefissato di svolgere, le chiedo di riceve in cambio lo stesso trattamento. Voglio fidarmi di lei, Charles, e mostrarle che a sua volta può fidarsi di me.
    Ecco perché, su questa fiducia, le chiedo di esentare il mio personale da tali controlli. Lo troverei terribilmente irrispettoso nei loro confronti poiché, per ognuno dei miei professori o collaboratori, sono pronto a garantire io stesso.
    Questo almeno finché non sorgeranno sospetti fondati su un dato componente. In tal caso, ha la mia parola che non mi opporrò in alcun modo."

    Ci penso per un istante, offrendogli ora un profilo per focalizzare meglio i pensieri.
    "Alla luce di ciò, le comunico che già da ora non ci saranno ostrusioni da parte mia qualora tali controlli vengano regolarmente svolti sulla Westwood. O sul professor Korczak."
    Cerco il suo sguardo nuovamente, poiché qui entriamo nell'ambito della speculazione istintiva. Una sensazione che due come noi, per forza di cose, devono conoscere bene.
    "Il professore di pozioni non ha fatto nulla. Assolutamente. È perfetto in tutto, fin troppo. Calcola i suoi movimenti ed è lezioso nel modo di porsi. Non mi convince.
    In più, come immagino saprà, c'è uno strano alone di mistero sul suo passato. Ed io non mi fido mai di chi non si sente a proprio agio nel comunicare da dove viene o cosa ha fatto con tutta la chiarezza di questo mondo. Chi minaccia di aver qualcosa da nascondere, spesso, è perché c'è l'ha."

    Rilasso la schiena sulla sedia, offrendo ora un mezzo sorriso distensivo al mio interlocutore.
    "Ovviamente non mi sono volutamente inserito nel discorso, poiché è chiaro che dal canto mio sarò più che felice di sottopormi a tali controlli qualora ciò sia ritenuto opportuno."
    La Torre dell'orologio scocca dodici rintocchi, segnando l'inizio di un nuovo giorno.
    Chissà che il domani, forse, non possa riservarci una buona e sana collaborazione fra tutte le parti coinvolte.
    "Un'ultima cosa. E sia chiaro, non vuol essere una minaccia né un monito. Solo un avviso, per chiarezza.
    Come dicevo, mi fido di lei e voglio credere che la cosa sia reciproca. Tuttavia, qualora dovessi venire a conoscenza di un qualsivoglia sopruso ai danni di uno studente, un insegnante, un elfo o qualsiasi altra creatura abiti queste mura da parte di uno dei suoi uomini...in tal caso, Charles, le posso assicurare fin da adesso che allora al cancello non vi saranno due o tre membri del mio staff ma io steso, con tutto il corpo docenti e collaboratori al seguito. Pronti, in ogni modo, ad assicurarci che un fatto simile non si ripeta."
     
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