Tá failte romhat

M. Manor, Proprietà McCormac.

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  1. Battlin' Jack
     
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    Capitano Auror Repubblica d'Irlanda

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    Ci sono casi, pochi, per i quali si rende necessario dispiegare mazzi interi di fogli su un tavolo solo per studiarli attentamente. A più riprese.
    Poiché spesso, nonostante alcuni crimini si mostrino piuttosto banali nella forma, tanto da rendere sufficiente muovere dal punto "a" al punto "b" per risolverli, altri hanno la pessima abitudine di presentarsi più intricati.
    La singolarità è quasi sempre un indizio, in casi analoghi; e più un crimine pare anonimo e banale a prima vista più, solitamente, si rivela incredibilmente difficile scoprire il colpevole entro un lasso di tempo, per così dire, accettabile.
    Pertanto oggi mi trovo qua sotto, nella mia armeria ove tra poco riceverò ospiti, a studiare vecchi rapporti lesinati e stralci di prove raccolte sul campo.
    Il "piromane scostante", così come io e "Murphy-testa di cazzo" abbiamo deciso di identificarlo, non lascia sue tracce evidenti su territorio irlandese da un pezzo.
    Dall'incendio con omicidio nella libreria della Dublino periferica, nulla più è accaduto entro la giurisdizione del nostro dipartimento.
    Non che tutto ciò possa qualcosa contro le mie indagini personali poiché, grazie alla rete internazionale del M.I.R.A, sono riuscito a mettere le mani su alcuni reportage.
    A quanto pare, recentemente, sono stati segnalati incendi dolosi in almeno tre proprietà appartenenti a facoltose famiglie magiche. Dove? In Scozia.
    Non c'è un metodo, né alcun ragionamento apparentemente delineato dietro. È evidente che non si tratti neppure di attacchi specifici mossi da fanatici del "sangue pulito", visto e considerato che sono state prese di mira famiglie sia Mezzosangue che non. Nulla, assolutamente niente, sembra in grado di fornirmi una parvenza di pista percorribile.
    Nemmeno l'isola di Mann s'è rivelata fruttuosa come sperato. Il "sospettato", infine, era niente meno che Dragomir Korczak, attuale professore di pozioni nella scuola ove io stesso sono preside; il quale aveva messo in piedi un emporio di ingredienti laggiù. Seguendo, si direbbe, tutti i crismi necessari e rispettando la legge del luogo. Chiaro, l'ex Durmstrang tutt'ora continua a non convincermi e, spesso, ho avvertito un tintinnamento d'allarme in sua presenza, tuttavia mi sento di poterlo escludere dai sospetti. Allo stato attuale delle cose almeno.
    In fin dei conti egli è oggettivamente troppo attento e manierato, a modo suo, per poter essere un papabile sospetto.
    Mi verso il secondo whiskey e accendo una sigaretta, voltandomi sulla sedia girevole posta a capo del grosso tavolo ovale in faggio. Lo sguardo, assente, vaga e poi cade sulla teca in vetro infrangibile che contiene, da secoli più che decadi, l'ultima spada nota di Brian Boraime. L'estremo Re supremo d'Irlanda il quale, ultimo a ricoprire tale carica, è passato alla storia per aver suonato la carica contro quelle isolate invasioni Norrene che, per motivi vari, si sono rivelate ostili e non favorevoli al corretto scambio tra i nostri popoli com'è avvenuto in altri casi.
    Gli occhi passano in rassegna l'elsa in oro e le effigi celtiche che vi sono rappresentate mentre internamente, nel mio "palazzo mentale", tutte le informazioni raccolte sul caso in esame vengono sequenziate con minuzia e riesaminate a dovere. Nel mentre il fuoco scoppietta dentro il camino, e deve farlo a lungo poiché, d'un tratto, la voce di Darragh mi riporta bruscamente alla realtà.
    - I tuoi ospiti hanno appena superato la linea di confine Signore, saranno alla porta fra circa quattro minuti. -
    "Come dici? Oh si, certo, grazie Darragh. Li riceverò qui, falli pure scendere quando arrivano."
    - Ma Jack, signore, sei sicuro di volerli proprio qui sotto? Posso capire padron Kain, ma l'altra... È inglese."
    "Norvegese in realtà, vecchio mio, e si: li incontrerò qui nell'armeria. È un luogo consono a noi."
    - Molto bene Signore, come desideri. -
    Osservo l'elfo, vestito di tutto punto, che ripercorrere gli scalini al contrario. Quando, d'un tratto, mi torna in mente come sia buona educazione trattare gli ospiti come si convine. Ovvero, appunto, con una certa ospitalità.
    "Ah Darragh! C'è rimasto qualcosa da offrire loro? Oltre al whiskey intendo..."
    - Bhe si, signore, ci sono sempre i trenta metri quadri che compongono la dispensa della cucina.-
    "Ti spiacereb.."
    - Preparare qualcosa per offrire il nostro migliore benvenuto agli Auror? Consideralo fatto, Signor Jack. -
    La creatura mi sorride con complicità, ed io ricambio ampiamente. Come di consueto.
    Più passa il tempo e più mi convinco che, senza Darragh a curarsi della proprietà, a quest'ora vivrei in un perfetto rudere decadente da scapolo. Specie da quando Logan, di sua sponte, s'è praticamente trasferito quasi definitivamente nel rustico posto più o meno nel cuore della Brughiera. E là passa buona parte del suo tempo, quando non si trova ad Hogwarts.
    Un colpo di bacchetta riordina il fogliame sparso sul tavolo e lo pone altrove, pone tre sedie vengono attorno ad esso e ravviva il fuoco.
    Faccio levitare un vassoio sul quale sono posati tre tumbler e una bottiglia in cristallo, contenenete il miglior whiskey incendiario invecchiato della mia personale scorta, posandolo dunque al centro del piano in faggio stagionato.
    Dunque mi accomodo e, accendendomi un'altra sigaretta, attendo l'arrivo dei miei due colleghi. Con un'espressione in volto che, me lo si conceda, è tutta un programma.
     
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