Tá failte romhat

M. Manor, Proprietà McCormac.

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  1. Kenaz
     
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    Capo Auror Repubblica d'Irlanda

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    -Improbabile. Darragh sa come trattare i suoi ospiti-, la rassicurò, aggiungendo poi con ironia una piccola postilla.
    -Nel dubbio, prima di accettare tenderei l’orecchio per qualche minuto… se senti rumori ambigui, che assomigliano a testate nel muro, evita di servirti da bere e da mangiare. È per il tuo bene, ha avvelenato per molto meno- invitarla dal vecchio era valsa la pena anche solo per ascoltarla sfoderare il suo migliore repertorio di battute al vetriolo: la norvegese non gli aveva dato l’impressione di simpatizzare eccessivamente per il suo collega, tuttavia l’irlandese aveva ragione di credere che si trattasse soltanto di una situazione passeggera. Per certi versi Jack e October si rassomigliavano più di quanto avesse immaginato agli esordi della loro conoscenza, del resto lo avevano dimostrato durante l’ultima incursione in Gran Bretagna: se avessero lavorato a stretto contatto nel tempo le probabilità che facessero faville erano alla pari di quelle che li vedeva darsi fuoco a vicenda.
    -Voi continuate pure, io nel mentre faccio gli onori al cuoco prima che decida di avvelenarci tutti-, commentò con un sorriso ironico, versandosi altro whiskey e lasciandogli la scatola con i sigari sulla scrivania.
    -Mi ringrazierai più tardi-, non lo avrebbe biasimato per un po’ di relax alternativo: di tanto in tanto non c’era niente di male nello staccare la spina. In tutti i sensi. Kain si avviò verso la finestra, aprendola in modo da filtrare la sigaretta che accese subito dopo. In una mano stringeva il bicchiere ancora pieno, con l’altra di tanto in tanto aspirava gettando il fumo verso l’altro. Lo sguardo era perso nel buio della brughiera, la testa andò via via svuotandosi di tutta la tensione accumulata nelle ultime settimane. Forse era esattamente quello ciò di cui aveva bisogno, ciò di cui aveva sentito la mancanza: una serata in compagnia delle persone a lui più vicine, in un contesto diverso da quello meramente lavorativo. O che ne esulasse almeno in parte. Una risata sommessa gli sfuggì quando Jack batté un colpo sulla spalla, chiedendogli di non essere geloso.
    -Non funzionerà. Sai bene che esiste solo un modo per comprarmi.-, per un attimo gli occhi cerulei brillarono di un bagliore sinistro. Durante la caccia al Mangiamorte aveva palesato le sue intenzioni, attaccando Westwood come avrebbe attaccato un criminale di guerra che andava consegnato al ministero indipendentemente dalle sue condizioni di salute o dai mezzi usati. A mente lucida aveva avuto tempo per riflettere: ucciderlo non era il suo obbiettivo primario, e per quanto non fosse quel tipo di persona, o quel tipo di Auror, non aveva potuto fare a meno di chiedersi se non avesse fallito e quanto quell’esitazione sarebbe costata a lui o ad altri in futuro. Non avrebbe avuto pace finché la sua faccia, insieme a tutti quelli che avevano minacciato la sua famiglia, non fosse stata dimenticata dietro una porta sbarrata di Kilmainham.
    -Tra le varie cose.- probabilmente October aveva saputo dai giornali dell’arresto del macellaio di Berlino. Tuttavia, non era quel Mangiamorte il protagonista di quella serata.
    -Festeggiamo noi tre. Come squadra-, Kain gettò la cicca nel camino, poi fece roteare il bicchiere prima di bere un sorso di whiskey.
    -Nella speranza che un giorno lo diventi in via ufficiale… indipendente dalla collaborazione tra Regno Unito e Irlanda.-, l’irlandese poggiò il bicchiere vuoto sulla scrivania, e guardò la strega negli occhi.
    -Sei una partner fidata e un auror brillante, October. In più di un’occasione il tuo intervento si è rivelato indispensabile per il nostro reparto-, era innegabile l’affiatamento che nell’ultimo anno si era creato con lei. La norvegese portava su di sé le cicatrici di una guerra che non era mai terminata e che combatteva giorno dopo giorno, esattamente come loro due. Si adattava al contesto in cui si trovava, facendo il necessario, non mancando di andare contro i suoi superiori quando riteneva che le loro azioni potessero rivelarsi controproducenti. O metterli in pericolo, come era stato il caso di Kain durante l’ultima missione.
    -Non mi aspetto una risposta immediata. Ma vorrei che cominciassi a pensarci... e che la tenessi a mente come un’opportunità. Fino ad allora…- Kain si scambiò di sfuggita uno sguardo complice con il suo partner.
    -… se vorrai affiancarci in alcuni interrogatori non avremo di che ridire. Qui entra in gioco l’altro motivo dei festeggiamenti: Westwood quel giorno ci sarà anche sfuggito, ma abbiamo catturato la sua complice.-
     
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