Tá failte romhat

M. Manor, Proprietà McCormac.

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  1. Kenaz
     
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    Capo Auror Repubblica d'Irlanda

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    -Hai una bassa considerazione di me se pensi che stia cercando di scaricarmi la coscienza.-, commentò diretto, posando il bicchiere vuoto sul tavolo. Non poteva negare di essere stato colto dai rimorsi per il pessimo stato in cui October era uscita da quella missione che si era rivelata suicida: il desiderio di rivalsa personale che permeava ogni sua mossa lo aveva spinto a ignorare volontariamente tutti i segnali di pericolo a cui sarebbe andato incontro, decisione della quale a farne le spese più di tutti loro era stata proprio la norvegese, che aveva trascorso al Saint Patrick una settimana di degenza. Tuttavia, non era stato il senso di colpa a spingerlo verso una rivalutazione dell’Auror dallo sguardo affilato: Kain non si era mai circondato di partner che lo assecondassero fino in fondo indipendentemente dalle circostanze, e la prontezza che October aveva dimostrato contestando i suoi ordini prima, che riteneva controproducenti, per scendere ugualmente sul campo in un secondo momento con il proposito di frenarlo dal commettere azioni rischiose per sé stesso e per la missione stessa, era esattamente quello che cercava nella sua divisione. Uomini e donne che pensassero con la propria testa, battendosi per ciò che ritenevano giusto soprattutto in momenti critici, quando la posta in palio poteva diventare fatale. Eppure lei, tutto questo, non riusciva a vederlo.
    -Jack mi trova d’accordo. Indubbiamente c’è qualcosa che ci sfugge- Dell non era uno stolto. Eppure quella situazione non poteva dipendere da lui, non totalmente. Gli unici ostacoli che potevano averla bloccata nell’avanzamento di carriera erano quelli creati dalla sua mente.
    -Tra queste rientra il motivo incomprensibile per cui, piuttosto che prendere una decisione scomoda, preferisci sminuire te stessa e restare confinata nel ruolo che ti hanno assegnato. E non mi riferisco alla possibilità che Dell possa prendere sul personale un tuo possibile trasferimento.-, October preferiva restare in disparte piuttosto che mettere in discussione quella decisione, quasi come se avesse timore di mettere in gioco anche sé stessa. Perché? Qual era lo scenario peggiore che si era materializzato nella sua testa?
    -Capisco che tu non ci conosca e possa avere numerose riserve nei nostri confronti-, poteva comprendere il motivo per cui Dell avrebbe potuto far parte dei suoi scrupoli: October e Dell erano sopravvissuti a una guerra, esperienze simili ti cambiavano radicalmente, portandoti a considerare come una certezza solida e una rassicurazione la presenza dell’altro, la possibilità di contare sempre sull’altro. Un anno di collaborazione sporadica al fianco di Kain era troppo poco per restituirle un quadro veritiero di cosa avrebbe trovato nel loro reparto.
    -Ma non avrei richiesto a Dell di assegnarti come mia partner se non fossi stato sicuro di chi ho scelto a coprirmi il fianco.-, voleva che questo le fosse chiaro. Jack aveva ribadito a sufficienza che era una decisione che si sarebbe risolta a tempo debito senza che fosse bisogno di aggiungere altro.
    Non poteva negare di sentirsi in difetto nei confronti del Capo Auror inglese, non tanto per quella proposta, quanto più per avergli nascosto la cattura di Saraid Rockwood. Specie alla luce di cosa aveva scoperto sondando in modo marginale la mente della strega.
    -Avete usato entrambi la magia oscura.-
    -Rientra tra i motivi per cui la mezza-creatura si trova qui e non a Kilmainham o a Nurmengard: la Magia Oscura non figura nel rapporto… non deve restarne traccia nemmeno nella sua testa.-, l’uso delle Arti Oscure era proibito anche entro i confini dell’Isola di Smeraldo: l’ultima cosa che il Capo Auror intendeva fare era incoraggiare i suoi sottoposti a prenderlo in esempio.
    -Non possiamo permetterci di compromettere i rapporti tra i nostri dipartimenti. Non dopo tutto il sangue che ci trasciniamo dietro- un’inchiesta avrebbe dato il via al peggiore incidente diplomatico con il Regno Unito dai tempi del patto del Venerdì Santo. Lavoravano con gli stessi obbiettivi, in certe situazioni, tuttavia, riteneva necessario sporcarsi le mani per raggiungerli; al tempo stesso dubitava che Dell fosse dello stesso avviso. Un sorriso sarcastico gli curvò le labbra dopo la breve occhiata d’intesa scambiata con Jack, da cui non esitò ad afferrare il bicchiere prontamente riempito per portarlo alle labbra. October aveva già avuto una “dimostrazione” del modo in cui il capo auror conduceva gli interrogatori il giorno in cui avevano sabotato il contrabbando delle creature: non aveva mostrato pietà per il mago di cui aveva sondato i ricordi. Allo stesso modo si era approcciato al giornalista, e si sarebbe approcciato con chiunque minacciava l’incolumità di sua figlia o di chiunque altro, se fosse stato necessario. Fu con un’espressione interrogativa che Kain guardò il suo partner prima di sfogliare il fascicolo con i dettagli del caso e l’autodichiarazione di colpevolezza sottoscritta dal mago. Se normalmente avrebbe obbiettato su quei metodi vista la gravità dei reati commessi non disse una parola. Si fidava di Jack da sapere che li avrebbe riservati soltanto ai criminali peggiori, e si da il caso che quello fosse uno dei peggiori crimini di cui quel mago si sarebbe potuto macchiare. Jack conosceva il dolore di un padre che non avrebbe più visto suo figlio tornare a una vita normale, non lo biasimava per esserne rimasto toccato. Così come si stava ritrovando a riconsiderare le motivazioni che avevano spinto la Armstrong ad ufficializzare il progetto di recupero dei detenuti: la ex Capo Auror aveva sbagliato nelle metologie, ma l’idea di fondo non sembrava più poi tanto sbagliata.
    -Direi che il caso sia ufficialmente chiuso-, commentò, mettendo temporaneamente da parte il fascicolo che avrebbe riportato con sé in dipartimento. Fu a Darragh che si rivolse.
    -Fammi la cortesia di condurlo in stanza e di sorvegliarlo. Puoi liberargli le mani, ma un solo passo falso- gli occhi chiari si soffermarono sul mago, scosso da tremori.
    -E non esitare a tramortirlo.-, sarebbe stato sciocco da parte sua tentare la fuga, ma in situazioni disperate doveva aspettarsi di tutto.
    -Adesso che non è più una minaccia di lui mi occuperò dopo. Lei è diventata la nostra massima priorità: Westwood non è il solo a cui è legata-, Kain posò il bicchiere vuoto sul ripiano per poi accendere una sigaretta, dalla quale trasse una boccata profonda.
    -Avrai sentito parlare della Setta della Runa Bianca.-, esordì, guardando October negli occhi.
    -Quei fanatici si identificano con la magia arcaica e la piegano alla loro volontà, usando il sangue come tramite. È da otto anni che io e Dell siamo sulle loro tracce, li abbiamo smantellati un pezzo dopo l’altro, ma nonostante siamo vicini a mettere un punto a questa storia il loro leader si trova ancora libero. È stato lui a ideare la Sabbia Rossa, il veleno con cui la Rockwood ha attaccato me e Jack a casa dei Westwood. Ma ho intravvisto altro nella sua testa… che mi dà motivo di ritenerla coinvolta con l’Alchimista.-, la radura in cui l’aveva vista muoversi prima che chiudesse la mente gli era maledettamente familiare, così come lo specchio in cui si era riflessa a pelo dell’acqua. Prima di decidere cosa fare di lei aveva bisogno di andare fino in fondo a quella faccenda.
    -Rockwood può diventare la chiave di svolta di entrambi i casi-, se giocava davvero un ruolo di qualche tipo all’interno della setta dell’alchimista e dei Mangiamorte dovevano scoprirlo a ogni costo.
     
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