Tá failte romhat

M. Manor, Proprietà McCormac.

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  1. Salomé
     
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    Le Terre d'Estate

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    Uno specchio ad altezza uomo non riflette nulla; le rune che lo incorniciano sono state cancellate tutte, tranne una. Saraid la vede brillare di una luce scarlatta, attende che i viaggiatori lo attraversino per raggiungerla dall’altra parte della radura. Al fruscio del vento si aggiunge il rumore dei passi sull’erba, il volto del Maestro delle Rune è scoperto dal cappuccio Per la prima volta, gli Auror irlandesi possono osservarne la fisionomia: dimostra cinquant’anni ma potrebbe averne molti di più, i lineamenti nordici sono induriti da un’espressione severa, stanca, tanto che nemmeno gli occhi chiari riescono ad addolcirne lo sguardo. Un taglio gli percorre il labbro inferiore al centro, ma non è una ferita inferta accidentalmente. Tra le mani il mago stringe un panno di lino macchiato di sangue secco, al cui interno sembra celare altro. Il volto della mezza-veela si contrae, scorre da quell’indumento agli occhi dell’uomo prima di accettare l’ultima testimonianza di ciò che è stata.
    -Capisco-, pronuncia atona. Se potesse essere in grado di provare emozioni sarebbe il dolore a irrigidirne la postura mentre stringe la tunica tra le mani.
    -Non desiderava altro che esserti leale fino alla fine. Adesso che ha tenuto fede alla sua promessa posso riportarla dalle sue sorelle ad An Gaorthad.-, la mezza veela china il capo in un cenno di saluto, guarda il Maestro sparire dall’altro lato dello specchio, che torna immobile, senza più alcun riflesso e nero come la pece. Mentre gli dà le spalle Saraid si allontana dalla radura dei sussurri, dove quattro anni prima auror inglesi e irlandesi hanno unito le forze per la prima volta contro un nemico comune: il Circolo di Wyrd.

    La stanza in cui si trova è pregna dell’odore di carne bruciata ed erbe curative: la mezza veela viene ricevuta da Abrahm, ma il viso di entrambi sembra più giovane di parecchi anni nel ricordo. Il mago la conduce al capezzale di Sinead: il volto della Veggente, trasfigurato dalle fiamme, è irriconoscibile. Le due donne vengono lasciate da sole; Saraid le si siede accanto e srotola con attenzione le bende da uno dei polsi, cospargendo la ferita di dittamo nota che l’altra viene percorsa da un sussulto di dolore.
    -Non essere in pena per me, sorella.-, la sente sussurrare. Sarebbe dovuta morire durante quell’incendio. È viva grazie alla magia dell’Alchimista: non appena la runa Elhaz, incisa sui polsi e all’altezza del cuore, fosse svanita, con essa sarebbe svanita anche la sua vita.
    -Sinead è morta per permettere ad Evenit di vivere. Il fuoco mi ha risvegliata: i sussurri mi hanno mostrato la via… il mio posto è al suo fianco. Finché la prossima Veggente, che porta il mio stesso fardello, non si sarà risvegliata.- Saraid comprende che si tratta di un addio, sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto sua sorella.

    Saraid è in piedi in una stanza abbandonata al degrado, il suo volto è invecchiato, simile a quello dei giorni attuali. Davanti a sé giacciono tre corpi resi irriconoscibili dalla tortura, le gole trapassate da parte a parte dal taglio pulito di una lama, la stessa che ha rinfoderato lungo la coscia. L’odore del sangue impregna pavimento e pareti. Alcuni passi pesanti annunciano l’arrivo di qualcuno, ma la mezza veela non sembra percepire l’intruso come una potenziale minaccia. Lo accoglie con familiarità, mostrando di averlo aspettato con consapevolezza. Il volto di Westwood, al contrario, sembra sorpreso. È il loro primo incontro, dimostra di non averla mai vista prima.
    -Ti propongo un accordo- esordisce dopo che la loro conversazione è cominciata da un po’, scrutandolo con alterigia.
    -Sdòm questa notte cadrà.- si riferisce mostrando con un cenno il luogo di cui sono circondati, noto covo di contrabbandieri.
    -Conquistala al mio fianco: di qualunque natura sia la tua richiesta… considerala accolta ed eseguita. Non ti chiederò altro in cambio-, lui accetta e dopo una strenua battaglia il covo è sotto il loro controllo. Il modo in cui lei ha condotto la sua battaglia affascina il mago, che avanza la sua richiesta.
    -Tu affronti le tue guerre in modo per me totalmente ignoto… ho bisogno di capire. Di scoprire, di imparare… ci sono guerre che non posso vincere semplicemente diventando più forte. La mia mente… […] è una lama a doppio taglio e io voglio imparare ad usarla ferendomi il meno possibile. Io sto cercando di spiegarti cosa voglio: tu cosa vuoi invece?-
    -Un guerriero in grado di affiancarmi nelle battaglie che mi aspettano lungo la via.- Saraid indica con un cenno il pavimento, laddove i cadaveri sono stati trasfigurati in terra.
    -Non ho alcun timore di sporcarmi le mani del loro sangue. Tuttavia, non posso ignorare i vaticini dei Sussurri. Se voglio avere successo mi occorre un alleato che si dimostri all’altezza. Chissà che non sia proprio tu, Castiel Westwood… solo il tempo potrà dirlo.-

    Il luogo è lo stesso sebbene in un momento diverso: il giornalista vi è stato attirato con l’inganno tramite una passaporta nascosta tra le sue cose, non appena si materializza nella stanza viene schiantato, privato della bacchetta e legato a una sedia. Saraid lo tortura per scoprire chi è la fonte di Hilton che gli ha permesso di metterla alla gogna pubblica, condannandola a sette anni di carcere; Castiel lo tortura per ripagarlo del tradimento subito da Gabrielle, o per piacere personale, difficile comprenderlo.
    -Voi proseguite pure... è necessario che io incida a pelle ciò che lo ha condotto qui.-
    Buone intenzioni sono le parole marchiate a fuoco sul suo avambraccio, quando il Mangiamorte ha terminato la mezza veela pugnala il giornalista alla schiena e gli mozza la lingua per aver “mancato di rispetto” al suo compagno. Prese le informazioni di cui ha bisogno la scena si sposta all’esterno, dove la strega allestisce con rami secchi un fantoccio, secondo il rito pagano la pena capitale riservata a ladri e traditori prevede che brucino vivi al suo interno. Questa è la sorte riservata al giornalista, dopo che gli è stato amputato un braccio. La mezza veela canta, intonando un inno solenne.
    -Il bestiame muore, gli amici muoiono, come loro anche tu dovrai morire, ma conosco qualcosa che non muore mai: la giusta fama che qualcuno ha guadagnato e il valore della vita di un uomo morto-

    La stanza è in penombra, diversa dal desolato covo di contrabbandieri: alle spalle della mezza veela l’altare dedicato alla Dea è colmo di doni per la stessa, la candela accesa. Westwood si alza in piedi di scatto, diminuisce drasticamente la distanza che lo separa da lei. Nonostante sembra voglia attaccarla non le fa del male: accosta la fronte alla sua, guardandola con sguardo animato dalla follia.
    -Io ho bisogno di te. So soltanto questo-, le confida. Per qualche secondo è il silenzio a prevalere nella stanza.
    -Allora resta-, lo invita lei. -In questa casa troverai sempre rifugio e alleati, Castiel. Non dimenticarlo.-


    Edited by Elhaz - 5/5/2023, 23:22
     
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