Quest: Damnatio Memoriae

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Help Will Always Be Given At Hogwarts



    Group
    STAFF
    Posts
    4,378

    Status
    Offline



    La Strega si materializzò nella tenuta, illuminata soltanto dai flebili raggi lunari che di tanto in tanto filtravano attraverso le fitte nubi scure. Alcuni pavoni candidi si mossero maestosi tenendosi a distanza allarmati dalla sua improvvisa comparsa, come per studiarla, ma ella non parve farci caso. Lo sguardo fisso sugli acri di terra davanti a sé era in realtà perso in un tempo distante.
    Eleonor ne percorse un lungo tratto immersa nel nulla e per qualche minuto il solo suono che si udì fu lo scalpiccio dei suoi passi sulla ghiaia. Al momento giusto svoltò a destra, imboccando un ampio vialetto che usciva dal viottolo: le alte siepi laterali si curvavano al suo passaggio, finché superata la barriera furono visibili alla vista due imponenti cancelli di ferro battuto che le sbarrava la strada. Non fu necessario dire alcunché: al suo passaggio i cancelli si trasformarono in fumo, tornando alla loro reale forma non appena la strega fu oltre la loro dimensione. Solo allora il Manor si materializzò davanti ai suoi occhi. Le luci brillavano attraverso le finestre dai vetri di diamante al piano inferiore: da qualche parte nel giardino immerso nel buio si poteva sentire lo scorrere dell’acqua di una fontana.
    Un lieve pop risuonò quando Eleonor giunse in prossimità della porta di ingresso, che si aprì senza che vi fosse alcuno visibile dall’interno: la donna attese che la loro elfa domestica la privasse del soprabito, e una volta giunta nel salotto respirò a pieni polmoni il profumo della legna arsa dalle fiamme del camino. Prese posto a capotavola presso il lungo tavolo rettangolare decorato e attese l’arrivo dei suoi ospiti in silenzio.
    Sette anni erano trascorsi dalla fine della loro Ascesa. Sette anni erano trascorsi dall’ultima volta che aveva fatto ritorno in quella dimora. La tenuta dei Sanders era rimasta immutata nel tempo, maestosa nella sua fissità. Una delle poche certezze insieme alla sua fedele devozione alla causa. Da quella sera a venire avrebbe fatto la quartier generale per la loro Rinascita.
    -Benarrivati.-, lo sguardo d’acciaio della donna si soffermò sui suoi ospiti. In pochi avevano risposto alla chiamata. Tra questi riconobbe lo zio del suo figlioccio, Castiel Westwood, e Roxanne Wilefyre la ragazza, la cui famiglia stava intrecciando rapporti d’interesse con quella di suo marito. Riconobbe uno dei maghi da cui era solita acquistare pozioni e veleni avanzati sul mercato, mentre l’ultima donna per lei rappresentava una perfetta sconosciuta.
    -C’è più di un motivo che mi spinge a richiedere la vostra presenza. Le notizie che riporto dal nord non sono favorevoli: ormai è evidente quanto non possiamo più contare sul nostro leader- il capo dei Mangiamorte aveva riposto la bacchetta nel fodero da sette anni. Un simile tradimento era inconcepibile.
    -Sul suo stesso esempio i nostri compagni hanno deciso di rinfoderare le bacchette.- fu con disprezzo e vago sarcasmo che commentò il loro comportamento.
    -Personalmente ritengo che l’unica giustificazione ammissibile per l’abbandono della causa sia la morte in nome della stessa. È arrivato il momento di ricordare al mondo dei maghi quanto questo non sia soltanto un ricordo-, con la punta della bacchetta la Mangiamorte pungolò il Marchio Nero sull’avambraccio sinistro.
    -E per farlo riprenderemo gradualmente il controllo di Londra. Vi chiedo di confermarmi la vostra lealtà alla causa dell’Oscuro… e di aggiornarmi sulla situazione attuale su suolo anglosassone, senza lesinare dettagli.-


    A dispetto delle previsioni iniziali, potrebbero essere due partecipanti in più!
    -Per chi possiede già il Marchio: tenere in conto che un paio di giorni prima dell’incontro il simbolo bruci come se fosse di fuoco, è il segnale che ci sono dei cambiamenti in arrivo. Non v’è alcun bisogno di mostrarlo ai cancelli: questi riconosceranno da sé l’appartenenza ai Mangiamorte e diventeranno di fumo al passaggio.
    -Per chi non possiede il Marchio: un paio di giorni prima dell’incontro siete stati convocati con un patronus. Davanti ai cancelli l’incantesimo che rileva gli intrusi si attiverà e vi verrà richiesto di identificarvi e di spiegare il motivo della vostra presenza nella tenuta.
    -Per tutti: l’unico modo per giungere al covo è una passaporta che vi viene consegnata poche ore prima dell’incontro. Si tratta di un anello in acciaio, nero, con uno zircone verde. Non sapete quando si attiverà.
    La porta si ingresso si aprirà automaticamente, ad accogliervi ci sarà l’elfo di famiglia che vi condurrà nel salotto. La stanza è ampia, la più grande della casa; dispone di due lampadari d’epoca e di un organo a canne a ridosso di un’estremità della parete. Al centro c’è un lungo tavolo intarsiato, mentre dall’altra parte un camino è acceso per riscaldarla.

    Scadenza: 21 Febbraio (compreso). Buon gioco a tutti/e, per domande e dubbi inviate un mp!
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Professore
    Posts
    91

    Status
    Offline
    ~ Lo faccio io.~
    - Non te lo permetterei per nessuna ragione al mondo. -
    - Tu non hai il mio piglio, li lasceresti passare tutto. È un insulto che ci abbiano convocati così. Noi, che abbiamo sofferto la fame - e altro - mentre quel cane del loro capo ha messo in ginocchio mezzo mondo. Noi, oscuri in modi che loro non riescono nemmeno ad immaginare. ~
    - Calma Owen, lo faremo insieme. Ti fidi di me?-
    ~ No. Si. Non lo so. Fai un po' come cazzo vuoi. Sappi solo che se la situazione dovesse farsi tesa, o esilarante, non ci penserò due secondi ad aggredirti di soppiatto per prendere il tuo posto a quel meeting del cazzo. ~


    Accettare l'invito.
    Declinarlo.
    Posso scegliere?
    Temo di no. A loro non si danno risposte negative.
    Non senza ripercussioni.
    Non vorrei andarci, io non sono come loro.
    Non condivido la stessa inettitudine.
    Ne quegli ideali da anni trenta.
    Famiglie che si accoppiano tra consanguinei.
    Solo per preservare una fantomatica purezza.
    Io, un orfano.
    Un bastardo che non ha idea della propria discendenza.
    Come pure molti di loro.
    Che ipocrisia.
    Danno nell'occhio.
    Si muovono come una setta.
    Vengono con i cappucci.
    Vengono in tanti.
    Sono quasi ridicoli, a tratti.
    Eppure è pericoloso contrariarli.
    Io lo so bene.
    Noi, lo sappiamo bene.
    Tutte le precauzioni, sono prese.
    Le bombe fumogene al veleno.
    Le fiale adatte.
    La bacchetta.
    Ogni cosa, tutto, viene sistemato al suo posto nel mio trench.
    Perfino l'accendino di Owen.
    La prudenza non basta mai.
    Soprattutto in casi analoghi.
    Sono preparato al peggio.
    Ho assimilato le informazioni del patronus.
    Quello che è giunto a me, inspiegabilmente, due giorni fa.
    Ed ora siedo, da ore, davanti all'anello.
    Quest'oggetto affascinante.
    Recapitatomi faccia a faccia.
    È una passaporta.
    Non può essere altrimenti.
    Essa vibra, l'afferro.
    Mi ritrovo dall'altra parte.
    Una tenuta enorme mi si para dinnanzi.
    Animali da cortile mi attendono oltre il cancello.
    Eppure esso resta sigillato.
    Lo osservo, con circospezione.
    Poi l'antintruso scatta e comprendo.
    - Korczak Dragomir. Sono stato invitato. -
    Avanzo lungo il vialetto.
    Il passo è deciso.
    La mano, destra, sulla bacchetta.
    Non devo toccare il battente.
    Esso si apre da sé.
    Una creatura, infima, si inchina e mi guida.
    Il posto è gargantuesco.
    Finemente arredato.
    Di mio gusto.
    Lo aprrezzo.
    Congedo l'elfo con un cenno del capo, ed entro.
    Riconosco la donna che ci accoglie.
    È una cliente piuttosto affezionata.
    Giungo le mani dietro la schiena.
    Mettendomi in disparte.
    Voglio, necessito, di ascoltare.
    Non guardo gli altri, non mi interessano.
    Non ancora.
    E forse mai.
    Apprendo che il loro capo, per qualche motivo, ha ceduto il passo.
    Lui.
    Che li comandava.
    Quelli che sono venuti a minacciarmi.
    A mettere in dubbio il mio essere mago a pieno diritto.
    E sono arsi per mano di Owen.
    Per mano nostra.
    Quelli che mi hanno affamato.
    Costringendomi a nascondermi.
    Come un ratto.
    Vivendo di stenti.
    E di aberrazioni umane.
    Su un isola a nord della Germania.
    La donna parla, enuncia.
    E un tuono scuote i vetri della casa.
    Il cielo precipita.
    Ed io con lui.
    tumblr_nwtz55hA4Q1uqvxzyo1_500
    Ciao Drago, sta' buono per un po', adesso tocca a me.
    Sghignazzo volutamente, accendendo e spegnendo la fiamma del mio accendino ripetutamente, così da gettare a momenti alterni una pallida illuminazione intorno alla mia persona.
    Che poi potrebbero anche farsela allacciare la corrente qua dentro, si eviterebbe tutto quest'aria da: "Noi siamo i cattivi perché ce ne stiamo in penombra e confabuliamo in modo sinistro." Echeccazzo, basta con i cliché astrusi.
    Come parlo forbito oggi eh, "astrusi", a forza di chiaccherare con Bubu devo essermi contagiato. Cazzo.
    Comunque, tornando a noi, come dicevo la mia risata ( che è tipo un: ~ Ahah-ah-uuuh-ahahah ~) rompe il silenzio esattamente un secondo dopo che la padrona di casa - perché è lei no? Bho, io non l'ho mica capito - finisce di non spiegarci perché, stasera, ci troviamo qui.
    Specialmente il sottoscritto e chi, come lui, per qualche motivo ha deciso di non tatuarsi un felice teschietto mangia bisce sull'avambraccio.
    Devo fare qualcosa per parlare? Tipo alzare la mano? Puah. Che si fottano, loro e le riverenze da setta esoterica di questo gran cazzo.
    ~ Wow! ~, *segue applauso ironico *, ~ A quanto pare vogliamo dare un taglio netto al passato. E per taglio netto, intendo infliggerne letteralmente uno alle gole di quelli che, tra le righe, indichi come "traditori". ~
    Avanzo di qualche passo, urtando leggermente quello con la faccia più da psicopatico qua dentro. Di primo acchito, mi piace. Tanto che, inspiegabilmente, nemmeno provo l'impellente necessità di incenerirlo sedutastante.
    ~ Ora però mi sorge spontanea una domanda: cosa volete da me? Tu parli di lealtà all'oscuro, eppure quanti di voi possono decantare di convivere con l'oscurità in ogni singolo istante delle vostre vite così tanto sacrificabili? In molti, di questi tempi, non si sono forse nascosti o hanno tentato di mescolarsi con la società? Ho sentito che alcuni, a quanto pare, al Nord si fregiano addirittura del titolo di Auror."
    Menefreghista fino all'osso, cammino tra i presenti osservandoli tutti; Raggiungendo una poltrona a lato della stanza e sedendomici sopra dopo aver accesso la lampada ad olio li vicina con un movimento naturale del polso.
    ~ Ammettiamolo: la mia attuale occupazione in quella sottospecie di scuola, con un ruolo di spicco e la fiducia del vecchio Auror in lenta crescita, vi farebbe fottutamente comodo. Fermateni se sbaglio. ~
    Incrocio le gambe e disgiungo le mani.


    - Owen, smettila! Ridammi la luce.
    ~ Shhhh, non succede niente cucciolo, stai buono ancora per un po'.~


    ~ Fedeli all'oscurità...e ditemi, quanto erano fedeli all'oscuro quei vostri due ragazzi che, nonostante io abbia sempre collaborato con voi in via preferenziale, anni fa hanno deciso di insultarmi e minacciarmi solo per una loro personale ed errata idea? ~
    Alzo un dito platealmente, tacendo per un paio di secondi.
    ~ Magari potremo chiederglielo direttamente, forse ne ho ancora qualche granello di cenere in tasca. ~
    Si, certo che sto giocando ad un gioco pericoloso. Ma sono stati loro a portare il pericolo nella stanza, quindi, se dobbiamo giocare, è bene che tutti lo si faccia a carte scoperte.
    ~ Mi avete convocato qui, dopo che dei membri della vostra cricca hanno osato insultarmi, eppure non mi sembra di aver mai ricevuto delle scuse.
    Io ho giurato fedeltà all'oscurità quanto mi hanno cagato su questa schifosa terra, ed essa mi è sempre appartenuta. Tuttavia ve lo assicuro, non andrò mai in giro con un cappuccio sulla testa e un tatuaggio che urla a squarciagola: "sono uno di loro, state in guardia". Non mi servono simbolismi simili. Io so chi e cosa sono. Quindi, per l'ennesima volta...~

    Volgo la testa, appellandomi un po' a tutti senza una vera e propria distinzione, tanto uno vale l'altro.
    ~ Perché sono qui?
    Ah aspettate, prima voglio fornirvi subito qualche dettaglio sull'attule situazione britannica per dimostrare la mia buonafede.
    Loro sono tanti, voi pochi. Loro sono coesi, noi ci guardiamo vicendevolmente con palese diffidenza.
    Inglesi e Irlandesi hanno iniziato a collaborare di nuovo dopo decenni, e quelli non scherzano. So per certo, perché l'ho udito con queste orecchie, che almeno due di loro hanno la fama d'essere "cattivi" almeno quanto voi in caso di necessità. Ed uno, sappiamo tutti chi, non mostra nemmeno esitazione nel dichiararlo apertamente.
    E il nuovo ministro...uh quello si che sa il fatto suo. L'ho visto entrare a scuola per andare a colloquio con McCormac appena qualche giorno fa. Chissà cosa si saranno mai detti di bello.
    Ecco cosa so. Adesso, di grazia, che qualcuno risponda alla mia domanda.~
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Éire Division
    Posts
    170

    Status
    Offline
    In un effimero battito di ciglia, i contorni del pub La Fata Ubriaca e gli avvenenti tratti del cameriere che stava ammaliando si sfocarono e scomparvero dal suo menzognero e ingannevole sguardo, avviluppati da una vorticosa caligine da cui senza vaticino emerse infine uno scenario differente, lugubre ed estraneo: nelle tenebre d’una notte di rivelazioni, la camaleontica fanciulla si ritrovò di repente a scrutare un giardino ben curato, protetto da torreggianti e austere siepi, e flebilmente carezzato dalla pallida luce d’una Luna prigioniera di nubi minaccianti tempesta. I suoi occhi smeraldini come Anatema che Uccide si posarono istintivamente sul sottile anello al suo anulare che le donò l’impressione di vibrar ancora impercettibilmente, a seguito dell’incanto di cui era stato tramite: la Passaporta era giunta alle sue mani d’amante d’aguzzina poche ore addietro e nella solitudine del suo piccolo appartamento nella Dublino magica l'aveva osservata a lungo, interrogandosi ancor una volta su quale fosse la scelta più scaltra da cogliere. Quella che le avrebbe concesso di raggiunger il fine che ne ispirava ogni pensiero, ogni atto, ogni verbo: la vendetta.
    Sin dacché il fumoso Patronus dalle torbide sembianze d’una iena le aveva svelato d’esser stata convocata al cospetto di coloro che un tempo erano stati il morboso terrore del mondo magico, l’incertezza su come comportarsi aveva infatti avvelenato la sua arguta ed ambiziosa mente. Da un lato, non ambiva a militare sotto il maledetto vessillo del Marchio Nero, non più quantomeno: un tempo lo aveva bramato, per poter combattere accanto a suo fratello e dimostrare a suo padre che non era sol una graziosa e futile bambolina priva di talento, da offrir in sposa come sacrificale agnello ad un uomo per il mero lustro d’un altisonante cognome. E mentire a quella gente sulle proprie veritiere e recondite intenzioni, peccando di superbia nella convinzione di poterli ingannare ed usare a proprio diletto, senza dubbio alcuno sarebbe stata una scelta incauta, se non addirittura folle. Dall’altro lato, però, rinnegare un’organizzazione in procinto di risorgere dalle proprie ceneri, che le avrebbe permesso d’acceder a un bacino d’informazioni su cui sola giammai avrebbe potuto mettere le proprie avide mani, sarebbe stata una scelta avventata e, probabilmente, altrettanto folle. Considerando altresì quanto poco avvezzi ed inclini fossero ad accettar uno sprezzante rifiuto dalle sfumature d’un imperdonabile affronto.
    La sua presenza al cospetto di pavoni dal latteo e lucente piumaggio, comunque, rese palese quale strada avesse infine scelto di percorrere: quella di valutare passo, dopo passo quali trame ordire e quali occasioni sfruttare, recitando come le era usuale la parte più conveniente all’ottenimento dei propri fini, indossando ogni volta l’artificiosa maschera più adatta alle situazioni che sarebbe stata costretta ad affrontare ed a cui sarebbe dovuta sopravvivere.
    - Sete? - si chinò verso i volatili che circospetti le s’erano approssimati, porgendo loro il contenuto del bicchiere macchiato dal rossetto scarlatto che ancora stringeva fra le dita: whiskey incendiario per colei che cullava nell’intimo il demoniaco fuoco d’un Ardemonio. Le era stato offerto dallo stesso giovane che aveva sedotto per esser i suoi occhi e le sue orecchie in uno dei locali più frequentato della parte magica di Dublino, giacché riteneva vi fossero due luoghi in cui una persona era più propensa a condivider i propri intimi arcani: in compagnia d’un confidente dopo qualche brindisi di troppo e in camera da letto dopo un soddisfacente amplesso, o durante invero.
    Al pungente e acre odore del liquore, i pavoni gonfiarono le candide piume, infastiditi e nauseati, e perciò la figlia mai voluta si ritrasse, facendo spallucce e portando il bicchiere alle sue vermiglie labbra: ne vuotò il contenuto in lenti e calcolati sorsi e poi lo gettò in un cespuglio, rifiutandosi di sprecar il suo tempo e la sua magia per farlo scomparire. A quel punto procedette ad inoltrarsi nello sconfinato giardino, un lieve rumoreggiare di tacchi sottili ad accompagnarla, e allorché le siepi si mossero sedotte dal suo elegante e sensuale incedere, intuì d’aver imboccato il prediletto sentiero.
    - Roxanne Wilefyre, mi hanno convocata. - gli oscuri e arcigni cancelli si dissolsero in volute di fumo scure come inchiostro, concedendo il passaggio alla giovane dedita a velenifera arte verso una villa, antica quanto la devozione all’oscura causa di coloro che l’abitavano. All’ingresso, gli austeri battenti le furono spalancati dinnanzi ed un’elfa domestica in perpetua riverenza la invitò ad accomodarsi in un salotto illuminato dalle danzanti fiamme d’un caminetto.
    L’aria era satura dell’odore di legna bruciata e la tensione che avviluppava la stanza era persino palpabile. Dei volti che studiò in composto e calcolato silenzio, solo quello dai tratti affilati della loro ospite le apparve familiare: erano trascorsi anni dacché ne aveva incrociato per la prima volta lo sguardo di tagliente piombo, allorché suo padre gliel’aveva presentata in occasione d’un incontro d’affari dagli ignoti loschi scopi. Che fosse quella la ragione per cui la donna l’aveva convocata? Per riscuotere un debito che non aveva potuto ottenere da suo padre, perito anzitempo?
    S’accomodò in prossimità del focolare, come se le fiamme potessero donarle l’audacia e l’arguzia necessarie per affrontare quel non vaticinato confronto dai risvolti ignoti. Ed ascoltando le parole di Eleonor Murray, a poco, a poco percepì l’Ardemonio nelle sue viscere dimenarsi, iracondo e insofferente.
    - Mio padre è morto in nome della sua lealtà all’Oscuro e mio nonno ha preferito morire in prigione, piuttosto che svelare i vostri segreti. - dal suo tono, quasi sembrò addolorata delle sorti della sua famiglia, ma non fu che l’ennesima recita veritiera sin ad avversa prova. - Ma di questo, scommetto lei sia già consapevole. E scommetto anche che sappia di come mio fratello sia stato sacrificato in una missione d’esplorazione priva di senso, una missione suicida, e lì abbandonato dai suoi stessi compagni e mentori. - si volse verso l’uomo al suo fianco, che aveva preteso per sé la prima parola. - Mi auguro che alcuni di loro siano cenere nelle sue tasche. - soggiunse, in un sibilo malevolo e sprezzante.
    - La mia lealtà è per la mia vendetta. Almeno finché i traditori non avranno pagato per ciò che mi hanno portato via: è un debito che ho tutte le intenzioni di riscuotere. - un debito che aveva in parte già incassato e che avrebbe seguitato ad incassare, incurante del marchio impresso sull’avambraccio delle sue vittime o della spilla dorata appuntata sui petti dei suoi avversari. - Perché per quanto mi riguarda, l’Oscuro ha già preteso troppo dalla mia famiglia ed a me non è rimasto niente. - sol una cocente brama di vendetta che forse un giorno l’avrebbe condotta alla pazzia.
    - Quello che so è che non c’è speranza di riguadagnare il controllo di Londra senza minare l’operato degli Auror dall’interno. Che siano della Gran Bretagna o dell’ÉIRE non ha più importanza, hanno un unico scopo: estirpare ogni Mago Oscuro che ancora osa respirare il loro ossigeno. E con il lasciapassare del Ministro, diventeranno ancora più impietosi. - e fastidiosamente difficili da ingannare, se le medesime misure avessero un giorno coinvolto altresì il distretto della Repubblica d’Irlanda. - Ho fatto domanda per arruolarmi nel corpo Auror dell’ÉIRE per interessi personali. Ma in cambio delle informazioni a cui avrò accesso, desidero delle risposte su quanto accaduto a mio fratello. - e le teste dei responsabili gettate ai suoi piedi.
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar


    Tu hai bisogno dell'Oscurità! Sottomettiti! Inchinati all'Oscurità.

    Group
    Member
    Posts
    918
    Location
    Hell.

    Status
    Anonymous
    Il marchio gli doleva, non capitava da così tanto tempo che quasi si era scordato del piacevole dolore che provoca.
    Si sentiva inquieto Castiel, poco padrone di ciò che era avvenuto nell'ultimo periodo. Se da una parte finalmente aveva ottenuto un tassello fondamentale per i suoi desideri, dall'altra le cose si erano fatte più complicate e ciò rendeva quindi il Mangiamorte instabile più del solito.
    Non che si potesse vedere esattamente la differenza in realtà, la sua follia era una compagna costante che alle volte decideva di regnare sovrana con semplicemente più fervore, bisognava vedere se quel giorno sarebbe stato così o meno.
    C'erano novità nell'aria, le ennesime novità in realtà, l'ennesima situazione che sembrava ripetersi, quante volte Castiel si era trovato ad aver a che fare con persone che speravano di fare qualcosa di concreto? Che avevano dei piani, che volevano rivalsa? E quante di loro ce l'avevano effettivamente fatta?
    Questo sentimento carico di frustrazione aveva quasi spinto Westwood a rifiutare quell'invito...se non fosse arrivato da lei. Eleonor Murray era pressoché sua parente d'altronde e alla famiglia si concedeva sempre il beneficio del dubbio.
    La sua fedeltà era comunque innegabile e forse davvero le sue parole potevano smuovere qualcosa in Castiel, nuova energia vitale per rialzarsi dall'ultimo colpo subito, il pensiero di Salomé nelle loro mani lo tormentava, ma da solo poteva fare ben poco.
    Lui voleva una guerra e Eleonor poteva dargliela e magari aiutare anche Salomé.
    Giunse in quella dimora che non visitava da tempo, fece un tuffo nel passato, breve ma sufficiente a fargli ricordare le regole di quel luogo.
    Non fu quindi difficile raggiungere la sala e quel grande tavolo e per il momento le persone che avevano accolto la chiamata erano ben poche.
    Castiel non li conosceva, per il momento si limitò a salutare con un cenno del capo Eleonor, attendendo le sue parole e quelle degli altri ospiti.
    Una risata amara e per niente nascosta fuorìuscì dalla bocca del mangiamorte quando Eleonor accennò a Moon, quel perditempo inutile.
    Non lo considerava Leader orma da anni, nessuno di loro che gli erano rimasti fedeli adagiandosi sugli allori della nullafacenza, come se rimanere seduto su una poltrona in un Ministero facesse la differenza.
    Ma non disse comunque nulla, non c'era bisogno di specificare niente...ma negli occhi della donna poteva forse leggere ciò che Castiel andava cercando?
    Gli piaceva l'idea, anche perché era quello che provava a fare da anni, ma trovare persone degne e in grado di avere una costanza in questa guerra sembrava impossibile.
    Troppo spaventati forse? Deboli? Egoisti traditori...
    L'uomo prese per primo parola ed evidentemente il suo atteggiamento non sembrava propriamente ben disposto, Castiel si trovò a strabuzzare gli occhi quando si trovò persino a urtarlo.
    Una stanza che poteva ospitare chissà quante persone e lui gli veniva pure addosso, se voleva la sua attenzione bastava dirlo, tutta l'attenzione di Castiel era già riservata a questo incontro e a quello che ne sarebbe uscito.
    Ma alle persone piaceva tanto avere gli occhi puntati addosso e a quell'urto Castiel si limitò a sorridere ed ad allargare un braccio abbassando persino leggermente il capo in segno di scusa, se voleva essere adulato come nuovo attore protagonista di questa storia l'avrebbe accontentato, era divertente e Westwood era più lo strumento in mano agli antagonisti d'altronde.
    "Beh, auror o insegnante cambia poco, sei anche tu immerso nella società o sbaglio? Chiedo eh...Perché io non ho mai tradito la mia lealtà al Signore Oscuro. E' chi si erge a Leader che sembra non essere mai in grado di farlo."
    Il suo marchio era evidente, pulsava sul suo braccio, in quel momento Westwood aveva le maniche della camicia alzata, quasi a farlo apposta per non venir insultato da chi poteva crederlo un traditore.
    Non sapeva nemmeno più quante volte aveva rischiato la vita per la causa.
    Chissà di cosa stava parlando lui comunque, dei mangiamorte gli avevano messo i bastoni tra le ruote? Beh, sarebbe stato addirittura strano il contrario da un certo punto di vista volendo.
    Ridacchiò tra sé e sé, non dicendo nulla in merito, non era a conoscenza della situazione... piuttosto era più interessato sul discorso riguardo gli irlandesi, lui ci era più vicino del previsto...lui era anche vicino ad Every e a Rick.
    Era da tenere d'occhio più del previsto e infatti gli occhi del mangiamorte erano puntati totalmente su di lui ora, quasi sgranati.
    "Quegli irlandesi sono dei fottuti psicopatici sai? Possiamo considerarli avversari alla pari, la loro anima è corrotta...non hanno remore ad usare la magia oscura, mi ci sono scontrato non molto tempo fa e me la sono vista brutta."
    Non avrebbe parlato di Salomé a tutti, al massimo lo avrebbe fatto in un secondo momento solo con Eleonor.
    Ora fu il turno della ragazzina e gli occhi di Castiel andarono su di lei e le sue parole, non era una qualsiasi eh? La sua famiglia, a detta sua, aveva servito a sua volta. Interessante.
    Oh...era carica di rabbia e vendetta, motori utili all'inizio....ma solo all'inizio. Era ancora acerba, un'aspirante, c'era del potenziale?
    "Oh...ma la tua vendetta non può puntare solo verso un unico obiettivo no?"
    Nel dirlo Castiel intanto si avvicinò verso Eleonor, prendendo posto al suo fianco ed appoggiandole brevemente la mano sulla sua.
    "Se fra un mese o un anno...avrai trovato chi è il colpevole del tuo dolore, cosa farai eh? Sarà tutto finito e speri di tornare alla vita di tutti i giorni? O...hai dei piani?"
    Appoggiò il gomito sul tavolo per reggersi la testa mentre attendeva una risposta, ma poco dopo si voltò verso la padrona di casa sorridendole.
    "Scusami, sai che sono curioso. Ma non ho molto da dirti. Tu dimmi cosa devo fare e io lo farò."
    Semplice.
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Help Will Always Be Given At Hogwarts



    Group
    STAFF
    Posts
    4,378

    Status
    Offline


    La reazione dei presenti non scompose la Mangiamorte. Non tutti erano fedeli alla causa: alcuni, quella guerra, non l’avevano neanche sfiorata. Tra questi il mago che per primo aveva preso parola. Prima di quella riunione la strega aveva fatto le dovute ricerche su ciascuno di loro, per comprendere chi fosse degno di varcare i cancelli della sua proprietà, per comprendere chi si stava mettendo in casa. Ed era certa che tra questi, Dragomir Korczak potesse rivelarsi un valido alleato. Da tenere stretto quando l’atmosfera nel Regno Unito sarebbe diventata di fuoco.
    -Non sbagli. E al tempo stesso, sei in errore-, commentò pacata, perforandolo con il suo sguardo analitico.
    -Nella battaglia che ci attende il tuo ruolo a Hogwarts ci conferirebbe un vantaggio fondamentale per vincerla. Ma è in virtù dei riguardi che hai mostrato nei confronti di mio figlio che sei stato invitato a sedere al nostro tavolo.-, l’inesperienza del giovane Sanders avrebbe potuto valergli una fine prematura, specialmente se fosse stato denunciato al preside, che era al tempo stesso un Auror e una delle spine nel fianco peggiori che avrebbero fronteggiato. Dragomir era suo professore e lo aveva coperto a proprio rischio e pericolo, intimandogli di alzare la guardia: una lealtà che Eleonor intendeva ricompensare mettendolo a parte di un progetto assai più grande. Tutti loro avevano in comune più di quanto credevano, e in fondo dovevano avvertirlo. Altrimenti non sarebbero stati lì per discuterne.
    -Non sono io la mandante di quell’ordine ma posso assicurarmi che a tempo debito il responsabile ti porga le sue migliori scuse… insieme alla sua testa.-, il ministro del nord aveva le ore contate: era da mesi che Eleonor stava pianificando quell’epurazione, la bacchetta fremeva per spegnere la vita negli occhi di quel traditore, e presto si sarebbe dissetata col suo sangue. La morte di Moon sarebbe stata solo il primo passo, la prima pietra con cui avrebbero gettato le fondamenta del loro potere. Quanto alla domanda, soprassedé temporaneamente: tutto sarebbe stato loro più chiaro non appena avesse sentito la posizione degli altri presenti.
    -Quanto a coloro che si fregiano di quel titolo-, Auror, -Hai davanti la leader del Nord. Adesso che conosciamo il nostro nemico, faticheranno a distinguerci da loro-, ripugnante, senz’altro. Non si aspettava di dover portare avanti quella farsa per sette anni, e ancora avrebbe dovuto farlo. Eppure, si trattava di una strategia indispensabile per portarsi in vantaggio, perché quella guerra andava condotta con cautela, nelle retrovie, lontano dalla luce del sole.
    Lo sguardo di Eleonor si spostò verso la giovane Wylefire che prese parola per seconda. Così promettente quanto inafferrabile come fumo, ne conosceva i turbamenti, sebbene fosse la prima volta che poteva confrontarvisi di persona: Sanders e Murray avevano intrattenuto negli anni rapporti molto intimi con quella famiglia, più di quanto l’ultima di loro rimasta in vita potesse immaginare. Alcune questioni erano rimaste in sospeso, e al riguardo non avrebbe mancato di interpellarla privatamente, lontano da occhi e orecchie indiscreti.
    -Ero certa di poter continuare contare sulla tua lealtà.-, commentò, rivolta a Castiel. La Mangiamorte non poté fare a meno di rispecchiarsi nei suoi dubbi, ed era interessata alla risposta che sarebbe seguita. Eleonor scambiò con lui uno sguardo d’intesa, lasciò che interpellasse Roxanne per lei.
    -La causa riconosce un gran debito nei confronti della tua famiglia, ragazza. Io stessa ho potuto constatare sul campo il valore di tutti loro. Parlandone in questi termini, disonori la loro memoria-, i Wylefire avevano scelto di seguire il volere dell’Oscuro e di onorare la parola data fino alla fine. Non era stato l’Oscuro a strapparglieli prematuramente, ma l’S.S.M.Auror.
    -Conserva questo risentimento per quanto fronteggerai gli unici veri responsabili della loro dipartita. Ne avrai bisogno… e non basterà neanche. Questi nemici non sono gli stessi che abbiamo sconfitto sette anni fa. Ci estirperanno senza alcuno scrupolo di sorta, perché ci rassomigliano più di quanto avremmo mai immaginato.-, Castiel aveva ragione di crederlo, e dopo aver ascoltato i loro resoconti Eleonor non ebbe alcuna esitazione al riguardo: se un tempo gli Auror rifiutavano di avvalersi dell’oscurità per combatterla, adesso l’avevano abbracciata. Il Capo Auror irlandese e il Preside di Hogwarts lo avevano dimostrato sul campo di battaglia, il Ministro nelle retrovie; una volta che anche il Capo Auror inglese si fosse adeguato, tutte e quattro le figure chiave di quella guerra avrebbero seguito la stessa linea d’attacco, dando loro scacco matto.
    -Ma siamo ancora in tempo per evitarlo-, l’unico modo in cui avrebbero potuto far pendere il piatto della bilancia dalla loro parte era fare fronte comune e agire subito.
    -Ciascuno di voi è qui per uno scopo. Non intendo chiedervi di rinunciare ai vostri interessi in favore della causa. Ma di far sì che essi combacino con la causa stessa. Ne andrà della nostra sopravvivenza: soltanto unendo le forze, attraverso l’azione mirata, attraverso il controllo, potremmo riuscire a sopraffarli. Unitevi a noi: in cambio i vostri nemici diventeranno i nostri.-, il loro gruppo necessitava di un rinnovamento: il flusso degli eventi nel mondo magico aveva richiesto cambiamenti repentini, che richiedevano un adattamento altrettanto rapido da parte loro. Se avessero continuato ad agire disuniti questione di pochi anni, e avrebbero cessato di esistere.
    -Ve lo chiederò una volta sola: giurate fedeltà all’oscurità della nostra causa, e sanciremo un nuovo capitolo della storia... le vostre richieste ne saranno soltanto l'inizio.-

    -Avete adesso ufficialmente la possibilità per unirvi al nuovo gruppo Mangiamorte. Dopo il suo discorso Eleonor porgerà ai presenti un rotolo di pergamena che riporta il proprio nome e cognome (Eleonor Murray), e spiega in cosa consiste. Andrà firmato col sangue, che sancirà il rito magico che li legherà al gruppo in modo definitivo.
    -Soltanto chi firma col sangue sottoponendosi al Voto potrà leggere i nomi scritti sulla pergamena.
    -Chi fa parte del nuovo gruppo Mangiamorte sa di aver sottoscritto un Voto Infrangibile, così come sa che si tratta di una variante di quello che conoscete. Il prezzo da pagare per il tradimento è la vita di una persona che il personaggio ritiene a lui più cara (PG o PNG). Questa persona può cambiare nel corso del gioco in base ai legami che nascono tra i personaggi; chi non avesse affetti in vita o tiene soltanto a sé stesso, morrebbe come il voto infrangibile classico, mentre chi soffre di personalità multipla farebbe cessare una di quelle esistenti.
    -Esiste solo un modo per sottrarsi a questo Voto ed è distruggere la pergamena. Tuttavia, l'unica a conoscenza della scappatoia è soltanto Eleonor e allo stato attuale delle cose non avete motivo di sospettare nulla.
    -Eleonor sospetterà del tradimento nel momento in cui il nome del traditore comincerà a sbiadirsi sulla pergamena. Ne avrà la certezza nel momento in cui il nome risulterà sbarrato (a quel punto il voto avrà ucciso).

    Segnate nello spoiler una persona che in questo momento è la più importante di tutte per il vostro pg.
    Tempo per rispondere fino al 19 Marzo compreso!
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Professore
    Posts
    91

    Status
    Offline
    Ecco vedete? Proprio di questo parlavo. Che cazzo, a quella è praticamente morta mezza famiglia per servire una causa persa e lei che fa? Viene qui. Pronta a puttaneggiare da una parte all'altra pur di trovare, in mezzo a questi bricconcelli, un po' di verità su quanto accaduto al caro fratellino di sto cazzo. Che. Due. Coglioni.
    Non c'è nessuno qui che, per così dire, pensa a se stesso innanzitutto? Me escluso intendo, ovviamente.
    Comunque la biondina si merita sicuramente un'espressione ambigua alla Drago da parte mia quando, con sagacia, ribatte alla battuta circa il contenuto delle mie belle taschette. E lo giuro, sono proprio ad un soffio dal risponderle qualcosa tipo: "O magari c'è il fratellino scomparso, chi può dirlo." giusto per mettere un po' di pepe alla situazione, non fosse che quello pazzo almeno quanto me apre la bocca e gli da fiato. E no, non vado esattamente a nozze con il tono che usa per rivolgersimisi. (Si, ho ingoiato un dizionario a cena). Chiariamoci, non è che ci sia qualcosa di particolarmente spiacevole nella sua voce, sono io che ho dei problemi. E, brutti bastardi, lo sappiamo più o meno tutti.
    ~ Oh no, certo che no. Quell'henne scottante li sul braccio lo prova, dico bene Westwood? Si, so chi sei. Non un Mangiamorte, ma il mangiamorte per antonomasia. Dovremo tutti ispirarci alla tua lealtà...~, lo guardo e ghigno, con intenzioni spiritosamente malevole, ~ Sbaglio, o appena qualche tempo fa hai permesso agli Auror di catturare un'alleata solo per salvare quella tua pellaccia degenerata? Si, mio caro, essere me, come insinuavi, avrà pure i suoi vantaggi, ma ti sbagli: io non sono nella società. Ci striscio dentro, come un serpente, e ascolto. Di certo però, benché ne sfrutti i benefici, non vado in giro a fregiarmi del titolo di professore come invece fanno tanti tuoi amichetti al nord con quello di "Auror".
    Ora che ci penso, per caso devo portare i saluti a tua sorella quando tornerò a scuola? Perché vedi, io posso mostrarmi in pubblico e pertanto...~
    , lo sguardo si sposta sulla donna che ci ha convocati qui, ~ Rendermi utile.~
    Uno sbuffo accompagna il mio allungare distrattamente le gambe sul pavimento e solo ora, proprio per caso, mi accorgo di avere ancora un pezzettino di cartilagine fusa attaccata alle suole di queste bellissime Oxford appartenenti a Bubu. Cose che capitano e, quando nella prossima vita, quei due cretini di Mid Yell si reincarneranno in una coppia di vermicoli, ci penseranno tre volte prima di annoiarmi.
    ~ Hey biondina, questi sono i mangiamorte non l'ufficio persone scomparse. Accetta un consiglio, e cercatelo da sola quell'altro. Non puoi aspettarti che le informazioni cadano dal cielo, e men che mai da loro, i segretti hanno segreti qui dentro. Maddai, non hai fatto i compiti prima di venire fin qui? ~
    Silenzio nella stanza, parla lei. Shhhh...la sentite anche voi? Come? Cosa? La puzza di spiegone in arrivo, ecco cosa. E poi ci mette pure in mezzo che il nuovo protégée di Drago è suo figlio e compagnia bella.
    Basta io il mio l'ho fatto, mi ha appena detto che siamo qui perché hanno bisogno di noi. L'hanno ammesso, ora posso anche lasciare che se ne occupi l'altro. Cia-cia. Statemi bene, brutti bastardi.

    I rischi.
    Lui non calcola mai i dannati rischi.
    Un po' lo invidio.
    Anche io, a volte, vorrei poterlo fare.
    Agire d'istinto, senza riflettere.
    Lanciare sassi.
    Scompostamente.
    Contro chiunque, senza remore.
    Ed ora, tutti noi, saremo morti.
    Quei due sono un cancro.
    Una malattia.
    Anche se devo ammetterlo, Owen ha qualcosa.
    Comportamenti diretti, che io non possiedo.
    Ed essi, rare volte, sono funzionali.
    Devo ponderare le scelte ora.
    Ed anche le parole, è chiaro.
    Cambio postura, incrociando le gambe.
    Con finezza, ed eleganza.
    Cercando di mantenere la facciata.
    Comportandomi come lui., solo con più charme.
    - Non era necessario. Tuo figlio ha del potenziale, non solo a livello scolastico, tutti i miei riguardi nei suoi confronti derivano da tale fattore. Tuttavia, ti ringrazio. -
    Un cenno del capo, nulla più.
    Il minimo sindacale.
    Accompagnato da un mezzo sorriso, appena percettibile.
    Giusto per farle capire che, si, apprezzo.
    In una qualche misura.
    - In tal caso, saprò accoglierle a dovere. -
    La labbra ora si tirano di più.
    E la mente vaga, studiando modi creativi per punire i responsabili.
    Non si tratta di mera vendetta.
    Non solo almeno.
    È il principio ad interessarmi.
    Non si pestano i piedi ad uno come me. Come noi.
    Altri l'hanno già pagato a proprie spese.
    Lo stesso accadrà ai mandanti.
    Saprò attingere con capacità ai miei veleni.
    Optando, ovviamente, per il più doloroso fra tutti.
    Scuoto il capo alla sua affermazione sugli Auror.
    Evitando di ribattere.
    Come per Owen, quel fronte mi trova in disaccordo.
    Non basta fingersi Auror, per pensare come loro.
    Come non basta fingersi Mangiamorte, per agire come tale.
    I buoni, sono buoni.
    I cattivi, cattivi.
    La zona grigia o l'immedesimazione, sono fantasie infantili.
    Questo è un fatto.
    Passo in rassegna i presenti, ripetutamente.
    Lei risponde a tutti.
    Chiarisce dubbi.
    Offre richiami.
    Elargisce complimenti.
    E poi, infine, avanza una proposta.
    Azzecca anche la portata della minaccia attuale, eppure non basta.
    Non per me.
    Ci vorrà ben altro, temo, per convincermi.
    Mai troppo di qua.
    Mai esageratamente dall'altra parte.
    Questo ci ha permesso di vivere nell'ombra.
    Questo ci ha tenuti in vita fin'oggi.
    Non vedo perché rinunciarvi proprio ora.
    Condivido buona parte dei loro ideali.
    Solo...non abbastanza.
    L'oscurità mi appartiene, ed io appartengo ad essa.
    Tuttavia, non ho cause da sposare.
    Né nemici da barattare.
    - Mi dispiace, sarò costretto a rinunciare all'onore di chiamarvi fratelli.-, una punta di ironia forzata caratterizza il mio intervento, - Non ho fatto mia la vostra causa prima, non lo farò di certo ora.
    Mi scuserete, ritengo che la mia di sopravvivenza non dipenda da una goccia di sangue sulla pergamena. Inoltre, reputo quasi offensivo che mi venga richiesto di giurare fedeltà ad una qualsivoglia forma di oscurità. Poiché credetemi, per me sarebbe come dover giurare affetto ad una madre visto che, di ferro, l'oscurità stessa rappresenta la sola che abbia mai avuto.-

    Mi alzo, con pacata premura.
    Una mano lega il trench, l'altra sta in guardia.
    Pronta a scattare.
    Ad agire.
    Qualora il mio diniego, induca qualcuno loro all'attacco preventivo.
    Compio tre passi verso l'uscita.
    E qui mi fermo.
    Rimugino qualche istante.
    Mi volto di nuovo.
    - Ciononostante, come già accaduto in passato e benché io non abbia nemici da rendere anche vostri, qualora lo riterrete necessario, consideratemi pure un soggetto amico. Magari anche un alleato. -
    Ho vissuto un'intera esistenza da outsider.
    Non cederò di certo ora ad un altro modo di vivere.
    Se avranno bisogno di me, sapranno trovarmi.
    Questo posso offrire loro.
    La mia amicizia, e il mio rispetto.
    Rispetto che, ora, mi trattiene qui.
    Fermo con la spalla sullo stipite.
    Ad attendere, educatamente ma sul chi vive, che la padrona di casa mi congedi.
    Con lo sguardo che vira.
    Si muove celere, e poi si ferma.
    Sul corpo della bionda.
    Un ottimo modo per passare i prossimi minuti.
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Éire Division
    Posts
    170

    Status
    Offline
    Gli occhi d’Anatema che Uccide di Roxanne si posarono sul marchio di tenebra che nefasto e vorace pulsava sull’avambraccio scoperto dell’uomo dallo sguardo febbrile e per qualche battito di ciglia, la sua astuta ed ambiziosa mente fu altrove, smarrita in quel giorno d’oramai troppi anni fa in cui aveva visto per la prima volta quel medesimo presagio di Morte impresso sulla carne di Robin. Quel tatuaggio era stata la disgraziata condanna di suo fratello e l’ultima superstite dei Wilefyre non poté che domandarsi se lo sarebbe stato altresì per lei, qualora glielo avessero un giorno marchiato oltre la pelle. Senza dubbio, quel maledetto inchiostro l’avrebbe resa ancor una volta prigioniera, docile marionetta nelle mani di spietati burattinai, ma quantomeno sarebbe stata una sua scelta. Sbagliata, forse, ma propria. Un libero arbitrio che a Robin non era stato invece concesso.
    Il dibattito dagli apri e veleniferi toni in atto fra i due uomini si riappropriò della sua calcolatrice e machiavellica attenzione, non appena la divisione Auror irlandese ne divenne il fulcro: ogni minuzia che quei due si sarebbero lasciati eventualmente sfuggire, la camaleontica fanciulla l’avrebbe raccolta ed assorbita, come avida spugna, giacché quelli eran al momento i nemici che aveva interesse a conoscere, per poterli ingannare. Nulla di ciò che udì, però, la sorprese, semplicemente confermò l’opinione del Capo Auror e del suo Vice che aveva elaborato da sé, con suo ben celato disappunto.
    Accavallò le gambe e prese a giocare con il dorato ciondolo che indossava, dedicandosi dunque ad osservare con dedita attenzione i presenti, in un forse vano tentativo d’inquadrarli: non era mai stata particolarmente empatica, ma i suoi studi le avevano imposto d’apprender a legger il linguaggio del corpo e fu ciò che tentò di fare negli istanti in cui non fu che spettatrice della scena. L’uomo poco distante da sé, che doveva esser un professore di Hogwarts, era senza dubbio propenso ad ostile diffidenza ed in pochi battiti di ciglia parve persino abbandonar ogni cautela per ingaggiar una verbale sfida con una sfrontatezza tale da rasentare la folle incoscienza. Castiel Westwood invece pareva fremere quanto il marchio sul suo avambraccio, ma si tratteneva a favore di quella che Roxanne ebbe l’impressione considerasse una mera messinscena da guitti. E poi v’era la loro ospite che taceva e proferiva verbo sol allorché lo riteneva opportuno, tessendo a poco, a poco un tela con cui intrappolare le loro menti e manipolarle sussurro, dopo sussurro, come uno scaltro e paziente ragno.
    Allorché venne infine il suo turno di parlare, Roxanne ebbe la sensazione che gli sguardi d’ognuno di loro le stessero ardendo la pelle e bramassero scivolarle nell’intimo, per carpire quei segreti che proteggeva invero da tutta la vita, istruita da suo padre ad occultar i pensieri che non anelava venissero sondati. Il quesito che gli pose l’uomo dagli occhi di gelide lame non la colse alla sprovvista, ma la fanciulla dalle plurime maschere scelse d’esitare qualche battito di ciglia nel rispondere, per donare l’impressione d’aver ponderato accuratamente su quell'assunto che invero aveva già studiato: sin dacché la fumosa iena era giunta a farle visita, Roxanne aveva infatti tentato di valutare ogni risvolto possibile ed ipotizzabile che quell'incontro avrebbe potuto avere e l'interrogativo di Castiel era fra quelli a cui s’era preparata a rispondere. Mentendo, invero, giacché ella medesima non sapeva a quali fini avrebbe dedicato la propria esistenza, una volta che la sua sete di vendetta sarebbe stata appagata. Sarebbe tornata infine a vivere come sapeva far un tempo? Una volta domato Il demoniaco e distruttivo Ardemonio nel suo intimo, sarebbe tornato ad arder il passionale fuoco che sempre l’aveva guidata allorché non era stata che una bambina bramosa di brillare di luce propria?
    - Una volta puniti i colpevoli, saprò ripagare chi mi ha permesso d’ottenere vendetta con la mia lealtà e la mia devozione. - allorché il sangue degli assassini di suo fratello sarebbe scorso fra le sue dita d’amante e d’aguzzina, forse non avrebbe avuto altra ragione di vivere e d’esistere, e si sarebbe dunque tramutata nella docile marionetta che suo padre aveva fallito nel farla diventare, priva d’ogni ambizione, d'ogni desiderio, d’ogni emozione…; e se così fosse stato, avrebbe accettato d’esser un’arma nelle mani di quegli uomini devoti all’oscurità senza batter ciglio, facendosi un’altra volta beffe di Damian che mai aveva ritenuto potesse militare fra quelle file.
    Piegò il dorato capo verso il Pozionista al suo fianco, catturata dalle sue parole intrise di aspro sarcasmo. - Devo aver preso la Passaporta sbagliata, allora. Grazie per avermelo fatto notare... - non si scompose nella propria imperturbabilità Roxanne ed accennò persino un sorriso dalle sfumature sfacciate e impertinenti, celando oltre un’accomodante ironia il fastidio per essere stata considerata una sprovveduta incapace e disperata che s’era presentata al cospetto di quegli individui privi di scrupoli senza prima aver tentato ogni altra strada possibile. Se avesse potuto trovare tutti i responsabili da sola, la figlia giammai voluta lo avrebbe senza dubbio alcuno fatto, ma v’erano tracce che solo chi era stato ai vertici dell’organizzazione a suo tempo le poteva mostrare e questo lo aveva constatato negli anni. Perciò non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione che le si stava presentando quella notte, neppure se coglierla avrebbe significato rinunciare a quella libertà che tanto aveva anelato, ma che una volta ottenuta s’era rivelata amara, giacché con essa era giunta altresì la solitudine. - …e per il consiglio. Anche se non sono solita aspettare che i segreti mi cadano ai piedi, non so cosa te lo abbia fatto pensare… - se loro non si fossero dimostrati inclini ad assecondarla ed a donarle le risposte che cercava, Roxanne avrebbe infatti trovato il modo di ghermirle da sé, come aveva sempre fatto. Giacché si sarebbe venduta per ciò che anelava ottenere, ma non sarebbe stata fedele ad una causa che le aveva già strappato quanto di più caro avesse avuto al mondo, senza aver un egoistico e succulento tornaconto.
    - Lo sto già facendo. Ma ho una visione più ampia di chi siano i veri responsabili… - intrecciò il proprio menzognero e ingannevole sguardo con quello manipolatore ed inquisitorio di Eleonor. - raramente l’unico colpevole è chi commette il reato. - soggiunse criptica, senza donar approfondita spiegazione alla propria affermazione, giacché ritenne che i suoi intenti fossero più che palesi: avrebbe preteso la testa altresì del mandante dell’ordine che aveva sacrificato suo fratello in una missione priva di senso e di quelli che lo avevano abbandonato, tradendolo.
    Ancor una volta, il mentore del figlio della loro ospite prese la parola e Roxanne ne osservò in tralice il volto avvenente e di repente privo dell’indomita ed imperiosa ferocia che poc’anzi ne aveva indurito i tratti: il suo verbo, per quanto più accomodante e galante, palesò comunque un perentorio ed irremovibile rifiuto. Roxanne trovò curioso ed altresì vagamente sospetto, che dopo aver fatto un vanto dell’oscurità che era del suo intimo l’essenza, quell’uomo rifiutasse d’unirsi a coloro che avrebbero potuto permettergli un giorno di non strisciare nella società, ma di dominarla senza più doversi celare. E non poté che interrogarsi nel silenzio della propria machiavellica e manipolatrice mente quali fossero i reconditi fini a cui ambiva nel proporsi come alleato, senza tuttavia esserlo appieno. Un quesito che per passionale istinto avrebbe voluto porgli, ma che per cauta razionalità tenne per sé, limitandosi a ricambiare il suo magnetico sguardo come se potesse ottenere la verità da quei suoi azzurri occhi, custodi di molteplici arcani.
    Allorché la sua ospite le porse una pergamena avviluppata su sé medesima com’un serpente in agguato, Roxanne esitò, trafitta da un pensiero che aveva sin a quell’istante con caparbietà tenuto a bada: suo fratello mai avrebbe voluto questo…l’avrebbe persino biasimata per aver scelto quel destino a cui egli era stato costretto, com’un condannato al proprio patibolo. E se lo avesse ritrovato un giorno, probabilmente Robin l’avrebbe odiata per esser divenuta una controfigura di suo padre, ma Roxanne avrebbe saputo accettarlo, giacché egli sarebbe stato vivo e quella consapevolezza sarebbe stata sufficiente.
    Mi dispiace, fratellino…devo farlo.”. Una volta firmato con il suo peccatore sangue, sarebbe divenuta una schiava e lo sarebbe stata sin al suo ultimo anelito, costretta ad anteporre gli interessi dell’ordine ai propri, ad accettare compromessi per non farsi smaschera nella propria avventata farsa. Con quella scarlatta firma, non avrebbe più avuto scampo, giacché se solo avesse osato vacillare, chi amava ne avrebbe pagato le conseguenze. E perciò solo con la morte avrebbe riguadagnato la libertà che quella notte avrebbe sacrificato, giacché mai avrebbe osato tradire se a pagarne il prezzo sarebbe stato Robin, ovunque egli fosse.
    Non era superbamente certa d’esser preparata a ciò che la aspettava nel suo orizzonte di repente ancor più nebuloso e nefasto, eppure senza indugiare oltre firmò.
    Roxanne Wilefyre. La figlia indesiderata che infine tornava ad esser una docile marionetta, i polsi e le caviglie legati da fili scarlatti come il sangue con cui aveva sugellato la propria menzognera lealtà.
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar


    Tu hai bisogno dell'Oscurità! Sottomettiti! Inchinati all'Oscurità.

    Group
    Member
    Posts
    918
    Location
    Hell.

    Status
    Anonymous
    Uno dei motivi per cui Castiel non si era mai proposto come leader era l'essenziale pazienza che era richiesta per tale ruolo. Anzi, un essenziale controllo che era richiesto. Il controllo per Westwood era qualcosa di sconosciuto, non aveva pieno potere di sé stesso e di quello che faceva e nemmeno provava ad esercitarne, non ne era proprio in grado e si ritrovò a fare, per qualche secondo, queste considerazioni nell'osservare come Eleonor rispondeva ai suoi stimati ospiti facilmente irritabili.
    La sua espressione era di ghiaccio in ogni frase che diceva, come se fosse pienamente consapevole di cosa era meglio dire o non dire, ma senza risultare succube della situazione.
    Erano persone del genere che Castiel voleva seguire, che desiderava proprio seguire...ma non in molti la pensavano così, per cui iniziavano a risultare necessarie delle contromisure che Westwood non disdegnava, anzi, in un certo senso, quasi lo divertiva.
    Lo divertiva perché era stanco di avere a che fare con persone egoiste ed egocentriche, dedite solo a battaglie insignificanti, di fronte agli scopi più alti che lui perseguiva.
    Per cui se queste stesse persone venivano messe in difficoltà nel realizzare i loro capricci, ben veniva.
    Quando si trovò davanti la pergamena non ebbe tempo per studiarsela subito, perché l'arrogante professore ci teneva a chiarire quanto avesse ragione solo lui, quanto sapesse più di tutti loro messi assieme.
    Era noioso e nemmeno alzò lo sguardo quando riprese parola, fino a quando non solo esordì con un'informazione che nemmeno lui era stato in grado di avere, ma persino provò a minacciarlo citando sua sorella?
    Ma poi perché tutta questa pomposità? Lui gli aveva forse fatto qualcosa? Forse si divertiva ad ergersi sopra la massa.
    A proposito del controllo, era molto arduo mantenerlo adesso, sentiva dentro di sé il bisogno viscerale di far tacere una voce stonata del coro, ma purtroppo non era a casa sua.
    Eleonor adesso aveva il suo guinzaglio, non avrebbe alzato un dito.
    "Forse il preside di Hogwarts è più stupido del previsto se sei riuscito ad avere un'informazione del genere. Bravo, grazie per la dritta."
    Almeno aveva una location ora, doveva spostare le sue ricerche in Irlanda, ma quanto gli conveniva? Ne avrebbe parlato ad Eleonor in un secondo momento, Salomé poteva essere utile alla causa, questa prospettiva poteva interessarle per dargli delle risorse.
    "Dato che sono il Mangiamorte per antonomasia, spero che quando non saremo in un ambiente sicuro come questo tu non ti metta a denigrare e minacciare le persone come se avessi dodici anni. Portaglieli pure i miei saluti ad Every, sempre che tu voglia far saltare la copertura anche con lei."
    Poi ci fu un cambiamento, nella postura, nello sguardo... non fu immeditato eppure il tono che scelse di rivolgere successivamente ad Eleonor era diverso dal precedente, Castiel ridacchiò tra sè e sé, d'altronde erano un branco di pazzi, ma una cosa non era mutata, la sua spocchia.
    Sbuffò quindi nel sentire le sue ennesime doti a se stesso...stupendosi invece di come la ragazza sembrasse molto più incline...alla ragione? Sempre di quella si potesse parlare, era mossa dall'egoismo, ma con l'intenzione di ripagare ciò che le veniva promesso.
    Così doveva funzionare, così doveva essere! Non si otteneva niente per niente, solo perché si credeva di essere chissà chi, bisognava abbassare la testa di fronte a certe circostanze.
    Per cui Castiel sorrise verso di lei, un sorriso difficile da capire, semplicemente un sorriso, prima di ritornare sul sulla pergamena e ferirsi leggermente in modo tale da usare il suo sangue per siglare un patto già siglato anni fa.
    Every Westwood. Non c'era altro nome che avrebbe potuto scrivere e condannare, erano già condannati e legati assieme, più legati di così era impossibile.


    Every Westwood <3
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Help Will Always Be Given At Hogwarts



    Group
    STAFF
    Posts
    4,378

    Status
    Offline



    Eleonor rimase pacata dalla sua posizione, osservando con disappunto dissimulato l’irriverenza con la quale il suo ospite si rivolgeva al suo più fedele alleato. Dal modo in cui Castiel reagì, comprese che Dragomir Korczak stava dicendo la verità: una loro possibile alleata era stata catturata di recente ed era detenuta presso la Divisione Irlandese.
    -Uno stupido… o una persona estremamente scaltra.-, impossibile che un’informazione tanto importante venisse trattata senza precauzioni. McCormac non era quel tipo di persona che lasciava le cose al caso: di fatto, quello che Eleonor aveva scoperto faceva protendere verso uno stratagemma architettato ad arte per ottenere un loro passo falso, e la conferma di sospetti a danno del loro docente.
    -Forse è proprio quanto abbia voluto farti ascoltare. Non dirmi che non lo sospettavi-, un sorriso di circostanza curvò appena le labbra sottili della Mangiamorte. La sua posizione tra gli Auror del Nord e le amicizie che aveva intessuto presso l’Istituto di Studi Magici di Durmstrang la poneva in una situazione di vantaggio.
    -Stanno indagando anche su di te. Si direbbe da un bel po’-, non avevano trovato molto, non ancora, ma abbastanza per continuare a tenerlo d’occhio. Si sarebbe tenuta lungi dal dirglielo per il momento: se il professore considerava la sua presenza lì come una perdita di tempo perché rimandare il suo rientro?
    L’umore cambiò di nuovo, riportandolo su toni più mansueti: rispecchiando esattamente le sue premesse Dragomir declinò l’invito, mostrandosi tuttavia bendisposto ad essere uno strumento esterno di supporto. Eleonor non rifiutò del tutto la sua offerta: suo figlio avrebbe frequentato la scuola ancora per un po’, un occhio in più che ne avesse riguardo laddove lei non arrivava era sempre meglio stringerlo come alleato.
    -Molto bene allora. Non ti considererò un nemico ma non posso lasciarti andare senza prima essermi assicurata l’incolumità dei miei ospiti e la sicurezza della mia casa-, sarebbe stato lui scegliere se lasciarla agire con tranquillità o oppure resistenza, con conseguenza lo stesso risultato ma inimicandoseli tutti. Quando gli fu vicina Eleonor colpì la tempia con la punta della bacchetta, scandagliando gli ultimi minuti per modificare la memoria in modo minuzioso e sistematico.
    -Oblivion- l’ubicazione del covo, la tenuta, gli interni della stanza, i volti degli altri partecipanti, le loro voci e il contenuto della loro conversazione dovevano cadere nell’oblio. Lei e il “patto” di non belligeranza che avevano stipulato potevano permanere nei suoi ricordi: nel caso in cui lui avesse avuto necessità di cercarla avrebbe sempre potuto mettersi in contatto con suo figlio, lasciare quella finestra aperta era il massimo della disponibilità che poteva offrirgli.
    Fu con fierezza che Eleonor guardò dapprima Castiel, poi Roxanne, realizzando che disponesse di tutto ciò di cui aveva bisogno per la loro rinascenza.
    Una volta che il loro ospite era stato lasciato alla sua passaporta, Eleonor rimase in piedi davanti al tavolo. In una mano stringeva l’anello con il quale Dramogir era giunto a loro, nell’altra la bacchetta. Uno sventolio secco e del fumo argenteo materializzò quattro figure sul tavolo, dell’altezza di un pedone: un nundu, una lince, uno sciacallo, un gipeto. Ciascuno dei quattro si stagliava di guardia a una struttura diversa: i due ministeri e la scuola di magia.
    -La testa del Ministro del Nord sarà solo la prima a rotolare. Il Preside di Hogwarts Jack McCormac. Il Capo Auror inglese Dell Ramirez. Il Capo Auror irlandese Kain Cavanaugh. Il Ministro Charles Nott. Questi quattro saranno i nostri reali obbiettivi e tutti noi saremo chiamati a farli cadere, uno dopo l’altro. La persona che ha maggiori speranze di avvicinarsi al primo è mio figlio-, lo sguardo di Eleonor si perse davanti a sé. Erik non era ancora pronto, ma al momento giusto non avrebbe esitato a colpire, ne era certa.
    -Mi risulta che l’Auror abbia un elfo sempre al suo fianco, che considera un suo pari. Sarà esso il nostro capro espiatorio-, un avvelenamento graduale, con tramite quell’ignobile creatura. Omicida ignaro e insospettabile. Il nundu d’argento scomparve, lasciando Hogwarts scoperta.
    -Quanto a te, Roxanne, pare che la tua strada ti conduca nell’Eire. La fortuna ti arriderebbe: non saresti la prima che quel Capo Auror cerca di strappare dall’ombra di una famiglia di origini oscure-, pur dovendo muoversi con la debita cautela, la strega sarebbe partita avvantaggiata: non c’era migliore arma a doppio taglio dell’affetto e della sintonia che si sarebbe creata, con i giusti presupposti per ucciderlo. Lo sciacallo d’argento scomparve, lasciando scoperta l’isola di Smeraldo.
    -A loro due arriveremo tutti insieme, un passo alla volte: caduto uno, cadrà anche l’altro- la lince e il gipeto svanirono, lasciando incustodito il Ministero inglese. Eleonor voltò appena il viso verso il Mangiamorte, rivolgendosi con calore e rispetto.
    -Sei sempre stato un servitore fedele, Castiel. Ti voglio al mio fianco per ricordare a tutti coloro che ci hanno voltato le spalle chi siamo sempre stati e chi siamo tutt’ora. Non faremo prigionieri: Londra deve ricordare-, soltanto in quel modo il mondo magico avrebbe ripreso a tremare sentendo il loro nome.
    -Distruggerli dall’interno, però, non sarà valso a niente se non preserveremo gli eredi della nostra magia-, le figure scomparvero dal tavolo, sostituire dalle scuole di magia: Hogwarts, Beauxbatons, Durmstrang, Ilvermorny, l’Accademia di Arti Magiche.
    -Per i giovani maghi e le giovani streghe quasi non fa più differenza possedere o meno una bacchetta. Vanno reindirizzati verso la strada giusta, l’unica perseguibile-, a tempo debito, si sarebbero diffusi come la malerba, fino a diventare inestirpabili.
    -Rientrate alle vostre faccende adesso. Mi farò viva quando avrò bisogno di voi-, Eleonor rimase in silenzio, certa che Castiel avrebbe tardato a lasciare l’abitazione: ed era un bene, perché c’era altro di cui voleva parlargli. Una volta soli, la strega parve più rilassata.
    -Non la uccideranno se è questo che temi. Ma in questo momento è assai poco quel che possiamo fare per aiutarla: dimmi tutto ciò che sai, e mobiliterò i miei informatori per individuarla-, dovevano agire con cautela: un solo passo nella direzione sbagliata non solo li avrebbe privati del vantaggio che avevano in quel momento, ma avrebbe messo a rischio le persone che avevano a scuola. Every per lui, suo figlio per lei.
    -C’è qualcosa però che possiamo fare per una nostra vecchia conoscenza. Vorrei che tu mi affiancassi nel suo recupero, Castiel: devo sapere se è ancora uno dei nostri e in fretta. Il Nord non è un più un posto sicuro per nessuno-, gli spiegò, memore delle trattative avviate di recente con Londra.
    -Londra ha iniziato le trattative con Berlino per riprendersi Azkaban.-

    Nessuno conosceva l’esistenza di quel sotterraneo. Nessuna mappa ne attestava l’esistenza: la stessa Eleonor ne sarebbe rimasta ignara se dopo anni di pedinamenti sugli spostamenti del Ministro del Nord, poche settimane prima non l’avesse scoperta ed esplorata di persona. Kostia Preud risultava deceduto nei registri magici da almeno sette anni. Era quel che succedeva nell’avvicinarsi in misura eccessiva a Moon.
    -Buonasera, Kostia- Eleonor si fermò davanti alle grate della cella, osservando il Mago recluso al suo interno. A un primo sguardo sembrava più invecchiato dell’età che aveva. Era deperito ma in salute, cosa che le faceva presupporre che il Ministro tenesse alla sua non dipartita.
    -Sono Eleonor Murray, Capo Auror al Nord. L'ultima volta che ci siamo visti risale a sette anni fa, poco prima che ripiegassimo verso il Nord... probabilmente non ti ricorderai di me. Non ho dubbi però che sai chi sia lui-, attese che Castiel la affiancasse, senza accennare ad aprire la porta della cella.
    -Ti credeva morto. Lo credevamo tutti, prima di oggi-, gli occhi gelidi della donna lo scrutarono con curiosità analitica. Da padrone indiscusso a un detenuto come tanti altri che erano sostati li prima di lui, con la differenza che non avrebbe mai più visto la luce del sole, perché nessuno sapeva della sua esistenza. Come ci si sentiva a trascorrere il resto della vita in quello stato? Quale era il pensiero che gli aveva impedito di lasciarsi andare?
    -Non sappiamo ancora se sia una sorpresa gradita: ci domandiamo quale motivo possa aver spinto Moon ad arrivare a tanto. Giacché siamo la tua sola speranza di tornare a vivere libero, potresti aiutarci a venirne a capo-


    -Dragomir esce dalla quest. Obliviato da Eleonor non conserverà ricordo dell'incontro, al contrario di Owen, i cui ricordi saranno limitati ai tratti in cui è intervenuto. è stato privato dell'anello/passaporta: l'unico modo che in futuro ha per mettersi in contatto con Eleonor è tramite suo figlio.
    -Roxanne può saltare il turno; la sua presenza si rivelerà necessaria nella fase finale della quest
    -Castiel è chiamato ad affiancare Eleonor nella liberazione di Kostia Preud. Può precedere l'intervento di Kostia o seguirlo (accordatevi a vostra discrezione).

    Prossima scadenza il 23 Aprile.
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar


    Tu hai bisogno dell'Oscurità! Sottomettiti! Inchinati all'Oscurità.

    Group
    Member
    Posts
    918
    Location
    Hell.

    Status
    Anonymous
    Castiel Westwood non era solito nascondere le emozioni, era un uomo che non aveva quasi per niente controllo di sé, tutto ciò che sentiva era amplificato, mostrato, reso pubblico senza alcuna vergogna o senso di orgoglio, eppure non esplose, nonostante quell'uomo lo avesse trattato come il primo dei scappati di casa e gli avesse confidato quell'informazione su Salomé.
    Non sapeva spiegarsi il motivo, forse era la presenza d Eleonor, forse era sempre quello il motivo, lui era una bestia che poteva essere tenuta al guinzaglio dalle persone giuste e lei sembrava esserlo...tanto quanto Salomé.
    Voleva aiutarla, doveva farlo, per via della devozione e del dovere che sentiva nei suoi riguardi...ma non era così semplice se fosse effettivamente finita tra le mani degli auror irlandesi.
    Una smorfia di disappunto comparve sul suo volto quindi quando si prese del tempo per riflettere sul da farsi, nell'attesa che Eleonor riprendesse parola.
    Non seguì alla perfezione ogni parola, non perché non volesse portarle il rispetto che meritava, ma non era solito partecipare all'esecuzione dei piani, alle strategie...chi doveva colpire chi, con obiettivi così importanti escogitare dei piani per il mangiamorte era quasi superfluo, tutti dovevano cadere prima o poi, il modo era una circostanza, ma non obiettò di certo, era ben conscio del suo caos e a lui serviva solo qualcuno che lo indirizzasse, così alzò la testa solo quando la donna lo interpellò direttamente.
    "Non ho mai fatto prigionieri a lungo termine, non è un problema."
    Il vero problema era l'insufficienza di risorse, di persone disposte a partecipare a questa guerra, di credere in qualcosa. Era meglio per loro bearsi nella bambagia, chiudere gli occhi di fronte all'ipocrisia costante...oppure c'era solo fastidioso egocentrismo, uno degli elementi che Westwood più mal sopportava.
    Ma Castiel sapeva già da tempo che questa era una guerra a lunghissimo termine, era lo scopo della sua vita d'altronde, finita questa guerra che altro mai avrebbe dovuto fare se non morire?
    Non si alzò dalla sedia quando Eleonor li congedò, aveva bisogno di parlarle di Salomé e lei per prima lo capì subito.
    "Cavanaugh, McCormac e la Fhest mi hanno teso un'imboscata. Salomé è intervenuta per aiutarmi, ma sono riuscito a fuggire solo io. Non sapevo esattamente cosa le fosse successo fino ad ora. Immagino sia tenuta in Irlanda. Dobbiamo scoprire quando avverrà un trasferimento, li possiamo intervenire. Lei non si unirebbe direttamente a noi, ma è una preziosa alleata. E' preziosa per me."
    Ci tenne a dirglielo anche per farle capire quanto fosse fondamentale in diversi sensi, quanto un aiuto in tal senso da parte di Eleonor avrebbe reso la partecipazione di Castiel ancor più motivata, un po' come se le avesse appena detto che questa era una prova di fiducia di cui aveva bisogno dato che ogni precedente capo aveva fatto la figura del pagliaccio e basta.
    Eleonor lo avrebbe colto?
    Solo che a quanto pareva c'era dell'altro e Westwood non riusciva a immaginare chi potesse essere questa vecchia conoscenza, per cui guardò la donna con curiosità, per poi in realtà sorridere all'idea degli auror che avevano iniziato le trattive per Azkaban, voleva dire altro caos per lui, nessun problema.
    "Va bene. Andiamo."

    Non riconosceva quel luogo, si sentiva oppresso e camminava lento a pochi passi da Eleonor cercando di capire chi delle sue vecchie conoscenze potesse essere finito in questo posto dimenticato da Dio.
    La sua curiosità però fu soddisfatta piuttosto in fretta e quando dalla sua bocca uscì quel nome, Castiel sgranò gli occhi.
    Non perse troppo tempo, si affacciò velocemente verso quella cella stringendo, con forza, le grate, osservando Kostia e la condizione in cui era ridotto.
    Le parole di Eleonor erano quasi un rumore di fondo in quei secondi, per diverso tempo Castiel l'aveva cercato, voleva una prova della sua effettiva dipartita e non solo le parole del Ministro del nord. Eppure erano state parole false, le ennesime.
    Se Castiel doveva pensare alla sua sconfitta, quella doveva essere la morte. La prigionia, la reclusione da tutto, non dovevano essere contemplate, non avrebbe mai più passato del tempo rinchiuso con se stesso e nemmeno lo augurava a nessun altro.
    "Avrebbe dovuto ammazzarti quel pagliaccio."
    Era strano sentire parole del genere, perché non sembravano di certo "positive" eppure dal suo punto di vista lo erano, la morte era meglio di questo.
    Non voltò lo sguardo verso Eleonor nel dire le seguenti parole, i suoi occhi ghiacciati erano puntati su Kostia, come se da un momento all'altro potesse svanire.
    "Che voglia o meno una rivalsa da questa prigione deve uscire."
    Oh, sarebbe stata così contenta la Fhest, Kostia Preud era l'elemento caotico che mancava in quello che sarebbe potuto accadere.
    Era...estasiato. Occhi di ghiaccio contornati da un sorriso fin troppo vispo.
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Mangiamorte
    Posts
    1,282

    Status
    Offline

    Gli ultimi sette anni erano stati per Kostia un’unica lunghissima giornata di trincea.
    Ogni mattina si svegliava sapendo di non essere più proprietario del proprio destino, e che sarebbe bastato un capriccio di Micheal per trasformare ogni alba nell’ultima. Come un soldato al fronte attendeva la propria fine con la consapevolezza di non avere alcun potere su di essa, ed esattamente come un soldato al fronte c’erano state mattine in cui quella cosa l’aveva distrutto. Fermo nella prima cella in cui lo avevano buttato, un buco di due metri per due in cui era costretto a fare i propri bisogni in un angolo, aveva ascoltato i bisogno del corpo ancora martoriato dalle torture e si era chiesto se non fosse il caso di lasciarsi morire. Poche persone avevano al mondo la sua esperienza in prigionia, da un lato e dall’altro delle sbarre, e nella pietra nuda di quei nuovi confini Kostia aveva letto il proprio destino come se fosse stato scritto su un libro stampato.
    Quante possibilità aveva di sopravvivere? Quante di uscire e rivedere Danielle, ammesso che Micheal non la trovasse e l’uccidesse prima? Quanta sofferenza si sarebbe evitato se si fosse ucciso subito, in quei primi giorni?
    Scevro da una morale cristiana che non gli era mai appartenuta il suicidio gli appariva più come una via d’uscita onorevole ad una vita di sofferenze che come un peccato capitale capace di dannare un’anima già destinata alla punizione eterna, eppure alla prima occasione aveva esitato. Aveva ripensato al mondo fuori, a Danielle, a Fiona, a October e poi allo sguardo in fiamme di Micheal, al suo sorriso nel torturarlo in quella prima notte e nel giardino stentato della sua anima era fiorito qualcosa in grado di dargli una stilla di resistenza in più.
    Il segreto, aveva capito in quel momento, non era l’Amore: era l’Odio.
    Avrebbe trovato il modo di uscire da lì e sopravvivere anche solo un giorno in più a Micheal Moon.
    E che Dio salvasse il Mondo Magico se avesse mai scoperto che a Danielle era successo qualcosa…

    - Mi ricordo di te -
    Kostia sedeva a gambe incrociate sulla branda della sua cella. Aveva la barba e i capelli più lunghi di quanto li avesse mai portati nella sua vita da uomo libero, e indossava una tuta informe, nera, rovinata in più punti. La cella in cui si trovava in quel momento era molto più grande di quella in cui si era svegliato sette anni prima, con un water in un angolo e numerosi volumi sparsi un po’ ovunque. Erano stati anni di piccole vittorie e grandi sconfitte, quelli, di ore d’aria agognate come acqua fresca e di nottate passate a concedere a Micheal la sua competenza.
    Quanti piani aveva ordito per il suo aguzzino in quegli anni, quanto dolore aveva inflitto per risparmiarsene a sua volta?
    - Castiel - disse poi nel voltarsi verso il vecchio amico. Lo fissò per un lungo attimo prima di essere costretto a distogliere lo sguardo. Sarebbe stato più facile se non ci fosse stato un volto che conosceva oltre le sbarre, qualcuno che non avesse avuto davvero voglia di rivedere. Sciolse le gambe, alzandosi lentamente in piedi. Il controllo su se stessi era indispensabile, e dipendeva in gran parte dal modo in cui si resisteva ai propri bisogni. Bisogni come quello di abbracciare un vecchio amico, o di rinfacciargli il non essere stato in grado di trovarlo e liberarlo prima - Sono stati molti i giorni in cui avrei preferito l’avesse fatto davvero - aggiunse.
    Mosse un paio di passi in avanti, fermandosi davanti alle sbarre della prigione - Non le toccherei se fossi in voi - avvertì. Potevano davvero pensare che quelle semplici barriere fisiche sarebbero state in grado di fermarlo a lungo, se non fossero state incantate in maniera alquanto ingegnosa? - Devo supporre ci sia stato quindi un cambio al vertice? - domandò. Suo malgrado si trovò a sperare che Moon fosse ancora vivo.
    Aveva voglia che lo restasse a lungo, sotto le sue cure.
    - Moon ha rifiutato le mie dimissioni - si limitò a rispondere. Nel silenzio che seguì quell’affermazione si voltò verso Castiel, valutando sul volto di lui la possibilità di approfondire la storia. Doveva decidere se parlare di sua figlia fosse o non fosse saggio per la salute della bambina, ma se October era riuscita davvero a metterla in salvo da Moon probabilmente sarebbe riuscita a tenerla nascosta anche da loro.
    Pensa tu a loro, in caso mi accada qualcosa.
    La guancia gli tirò in un piccolo tic, contraendo il muscolo e facendogli digrignare per un attimo la mascella. Sintomi brutti, che non parevano migliorare. Respirò a fondo e tornò a concentrarsi - Avevo deciso di cedere le redini di Azkaban e ritirarmi a vita privata, per motivi personali - un attimo di esitazione, a calcolare le probabilità - Per mia figlia - aggiunse - Ma ho sottovalutato il desiderio di Micheal di tenermi accanto a sé, e la sua capacità di farlo -
    Piegò le labbra in un sorriso che, nelle sue intenzioni, doveva apparire divertito. Non era mai stato bravo in quello, nemmeno prima di essere catturato - “Rivalsa”, Castiel? Dopo essere stato dimenticato qui per anni? Apri questa porta e posso garantirti che avrai più corpi di cui occuparti di quanti tu possa farne sparire -
    E Castiel avrebbe dovuto saperlo bene: Kostia non era il tipo di persona incline alle esagerazioni.
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Help Will Always Be Given At Hogwarts



    Group
    STAFF
    Posts
    4,378

    Status
    Offline



    Eleonor lasciò che il mago le riferisse tutto quel che sapeva sulla Strega menzionata poco fa, annotando mentalmente qualsiasi dettaglio potesse tornare utile per sottrarla dalla prigionia dei loro nemici.
    -Ce ne occuperemo non appena avremo elementi a sufficienza per muoverci. Abbi fede-, commentò, poggiandogli brevemente una mano sulla spalla. Saraid Rockwood aveva la sua riconoscenza per essersi sacrificata a favore della fuga di Castiel; non l’avrebbero lasciata morire in una squallida prigione irlandese.
    -Dopo che questo capitolo sarà archiviato sarà un piacere riceverti come nostro ospite. Abbiamo molto di cui discutere-, lo mise al corrente delle proprie intenzioni, senza tuttavia ritenere saggio scendere nel dettaglio. Considerata la natura dell’informazione che aveva per lui, sapeva che sarebbe stata accolta con sollievo dall’intera famiglia Westwood: entro quell’anno avrebbero ricevuto la giustizia a lungo negata dal loro ex leader, che aveva permesso al traditore di continuare a camminare impunito tra loro, come uno di loro. Conoscendo però la natura volubile di Castiel, non avrebbe saputo prevedere quali reazioni avrebbe innescato in lui nel riferirlo all’alba del loro coup d’état: per mandarlo a segno occorreva che tutti loro fossero lucidi e disponessero del giusto grado di concentrazione, senza distrazioni di mezzo.

    -È una fortuna che il nostro Ministro non lo abbia fatto, perché sono proprio curiosa di sapere cosa abbia da riferirci-, commentò in risposta alle parole di Castiel, che la affiancava davanti alla cella, affinando lo sguardo non appena questi rimarcò la volontà di liberare il prigioniero.
    -Non così in fretta-, lo ammonì, lasciando infine spazio al detenuto tenendosi ben distante dallo sfiorare le sbarre. Eleonor non avrebbe rilasciato Kostia senza la certezza che potesse fidarsi di lui. Se quel tentativo si fosse rivelato un buco nell’acqua la Mangiamorte non avrebbe esitato a cancellargli la memoria per impedirgli di mettere al corrente il Ministro del Nord di quella visita. Quando il mago avanzò l’ipotesi di un cambio ai vertici si concesse un breve sorriso privo di calore.
    -Avverrà molto presto. È ora che il nostro Ministro venga destituito-, confermò, scrutandolo con sguardo di ghiaccio mentre tra loro calava il silenzio. Fu Kostia a infrangerlo, spiegando loro che aveva sperato in un cambio di rotta, per cominciare daccapo con sua figlia: in parte poteva comprenderlo, Eleonor avrebbe ucciso per suo figlio.
    -Di cosa ti ha chiesto di occuparti nello specifico?-, domandò, scandagliando la mente dell’altro come per capire se le stesse mentendo o raccontando la verità. Da dietro quella cella i movimenti di Preud erano limitati, cosa che non gli avrebbe impedito di muovere ugualmente i fili delle sue marionette.
    -È esattamente questo, quel che cerchiamo.-, una scia di corpi sul loro cammino, più di quanti avrebbero potuto nascondere
    -Le cose fuori si stanno mettendo male per tutti noi, signor Preud. Se rifiutassi di collaborare con noi non potrai mai ricongiungerti alla tua famiglia, ma passeresti il resto della tua vita da una prigione a un’altra. Sempre ammesso che per quelli come noi non sia previsto di peggio-, lo avrebbe scoperto se fosse riuscito a rivedere la luce del sole: le misure che aveva intrapreso Charles Nott nel Regno Unito non erano che l’inizio dell’enorme frana che li avrebbe trascinati a valle, se non si fossero destati dal torpore di quel sonno che durava da sette anni.
    -Il tuo ritiro non è contemplabile, ma posso offrirti un accorto vantaggioso per entrambi. Capisco quanto sia forte l’amore che ti unisce a tua figlia… basterà una mia parola e i miei sottoposti la rintracceranno, assicurandosi che sia protetta in qualsiasi momento. Tu potrai tornare a riabbracciarla e a vivere con lei, se è questo che desideri, e potrai contare sul mio supporto qualora se ne presentasse la necessità. In cambio ti chiedo di collaborare con noi, offrendoci i tuoi servigi.-, Kostia poteva rivelarsi uno strumento utile per la sua causa. Non era necessario che fosse loro leale: se non aveva niente da nascondere non avrebbe esitato a firmare quella pergamena, in caso contrario Eleonor non avrebbe esitato di riflesso a cancellargli la memoria come se non fossero mai passati in quel sotterraneo, e a lasciarlo morire nelle segrete.
    -L’unica cosa che ti occorre per uscire da questo punto… è una goccia del tuo sangue, come garanzia per la nostra lealtà reciproca. Se uno dei due dovesse venir meno al patto, l’altro lo scoprirebbe. A te la scelta-


    -Turno facoltativo per Castiel, obbligatorio per Kostia. Se Kostia dovesse accettare sarà vincolato allo stesso patto degli altri, in caso contrario verrà obliviato e lasciato in cella.

    Scadenza 16 Maggio
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Mangiamorte
    Posts
    1,282

    Status
    Offline

    Qualcosa passò nello sguardo del Mangiamorte, un lampo di pura violenza che i pensieri di Kostia si affrettarono a ripiegare in piccole parti per riporre nell’angolo più remoto della sua testa. Sentiva un lieve solleticare nello spazio fra le sinapsi che poteva significare tanto un’opera di legilimanzia quanto la creazione di un’illusione abbastanza sofisticata da trarlo in inganno.
    Per quanto in parte lo avrebbe preferito, Kostia non aveva passato sette anni della sua vita in completa solitudine. C’erano state persone lì con lui, persone con cui aveva lavorato o che si erano preoccupate dei suoi bisogni, ma Micheal si era assicurato obliviarli tutti davanti ai suoi occhi, o di ucciderli. Il messaggio di Moon era chiaro: “sono l’unico che sa di te, l’unico che si ricorda chi sei”.
    Ora, con lo sguardo che passava lento fra Castiel ed Eleonor, Kostia stava valutando le possibilità che si trattasse di una trappola.
    - Quindi Moon è ancora vivo? -
    La cosa aveva numerose implicazioni che Kostia stava soppesando rapidamente.
    Se era vivo poteva essere davvero una trappola, l’ennesima tortura cui Moon lo stava sottoponendo per puro divertimento o per scoprire quanto fosse disposto a rivelare. Ma se era vero…
    - Avrete un elenco preciso quando sarò fuori di qui. Mi piace tenermi le mie assicurazioni - le fece notare sovrappensiero. Se era vero lui poteva avere ancora occasione di uccidere Moon con le sue mani, e di farlo lentamente.
    Scosse lentamente la testa e tornò ad osservare Eleonor - Credo lei stia sottovalutando la mia capacità di imparare dai miei errori. Credo di aver avuto modo di abusare del concetto di “ritiro” negli ultimi anni, e non è una cosa che intendo ripetere finché non avrò la certezza che chiunque possa rappresentare una minaccia non sia stato accuratamente sepolto - e non aveva detto “morto”. Quella era una cosa che poteva tranquillamente sopraggiungere dopo la sepoltura.
    Scosse la testa - Liberatemi e la troverò da solo - non avrebbe nemmeno dovuto essere troppo difficile, se chi di dovere si era comportato come pensava. Come sperava. Aprì e chiuse le dita della mano destra.
    Sempre che October lo avesse fatto davvero.
    Sempre che fosse ancora viva.
    Sempre che Danielle non fosse stata investita da un bus mentre andava a scuola.
    Il pensiero che Danielle avesse già l’età per andare a scuola la colpì al petto come un pugno. Chissà se assomigliava più a lui o a Fiona…
    Alzò una mano, porgendola verso le sbarre della cella - Garantitemi la mia libbra di carne e il mio sangue è vostro - anche se, supponeva lo sapessero tutti, una libbra non sarebbe affatto bastata.

     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Help Will Always Be Given At Hogwarts



    Group
    STAFF
    Posts
    4,378

    Status
    Offline



    -Per ora. Non lo resterà ancora a lungo-, confermò, constatando dalla luce sinistra che gli accese lo sguardo gli effetti che quella consapevolezza avessero sulla sua psiche. Non dubitava che Moon poteva rivelarsi un valido incentivo per arruolare Preud tra le loro fila: al suo posto Eleonor non avrebbe mancato di fargli scontare ogni singolo istante di prigionia prima di ucciderlo. La strega attese la decisione del Mago, trattenendo un sorriso soddisfatto nel vederlo tendere la mano oltre le sbarre.
    -Diffindo- il taglio che si aprì nel palmo fu sufficiente a far gocciolare qualche goccia di sangue sulla pergamena, la quale registrò in grafia elegante il suo nome, che comparve sotto agli altri. Con uno sventolio di bacchetta la pergamena si arrotolò su sé stessa ed Elenor la ripose al sicuro all’interno della giacca.
    -Avrai presto nostre notizie.-, prese congedo, facendo cenno a Castiel di precederla fuori dal sotterraneo. In quello stesso luogo gli avrebbero teso la trappola che lo avrebbe reso loro prigioniero. Affiancata da Castiel, Eleonor attese il giorno in cui Moon fece ritorno da Kostia e lo attaccò alle spalle senza alcuna remora. Kostia era stato di parola: la magia che permeava le sbarre si attivò a contatto con il corpo del mago, che stramazzò al suolo privo di sensi per suo effetto.
    -Assicurati che non si muova mentre operiamo- commentò rivolta a Castiel, che si stagliava al suo fianco. Puntata la bacchetta contro la tempia del Ministro, Eleonor immaginò di avere davanti a sé una porta aperta: per introdursi nella sua mente avrebbe dovuto soltanto attraversarla.
    -Legilimens-, la strega scavò nei suoi ricordi a lungo alla ricerca di quello che l’aveva visto imprigionare il suo fedele collaboratore, finché non trovò quello che di lì a breve valse la liberazione di Kostia, al quale restituì la sua bacchetta una volta che fu libero di uscire dalla cella.
    -La sua vita è tua: a noi non occorre altro che il suo cadavere-, poi lo sguardo si soffermò su Castiel.
    -E i suoi ricordi, qualora vi fossero informazioni che meritano di essere preservate- dalla sacca di pelle appuntata alla cintola trasse una serie di provette vuote, poggiandole su un tavolo che evocò nel mezzo del corridoio. Sarebbero tornate utili per imbrigliare i ricordi che avrebbero ricavato con la legilimanzia, per sincerarsi l’assenza di sorprese una volta che il leader dei Mangiamorte fosse stato messo a tacere per sempre.
    -Manca un’ultima persona, dopo di che potremmo cominciare. Expecto patronum- la iena argentea volò alla volta di Roxanne, che aveva istruzioni ben precise su come raggiungerli. Solo quando fosse stata presente anche la strega avrebbero potuto congedare il Ministro. Le istruzioni che rilasciò alla guaritrice erano ben precise, non un’ombra di emozione intaccò la voce della strega mentre illustrava l’incarico che aveva per lei.
    -Mi servono le tue conoscenze affinché la sua testa, una volta separata dal corpo, si preservi esattamente com’è adesso-, esordì, senza guardarla negli occhi.
    -Il marchio nero andrà preservato allo stesso dopo essere staccato dal braccio. Hai tutto quel che ti occorre per svolgere un lavoro pulito-, testa, marchio, corpo, ciascun componente avrebbe trasmesso un messaggio: loro non erano mai andati via.


    Siamo infine alle battute finali! Ultimo turno, scadenza 13 Giugno!
    Post obbligatorio per Kostia, Castiel e Roxanne.

    -Kostia è stato liberato e gli è stata restituita la sua bacchetta. Può infierire come meglio crede sul Ministro a patto di lasciare intatti la testa e il marchio nero.
    -Castiel ha il compito di rilevare i ricordi del Ministro (inclusi quelli sulla prigionia di Kostia: per i dettagli potete mettervi d'accordo per mp) e se vuole contribuire alla sua fine
    -Il patronus di Eleonor raggiunge Roxanne, sparendo dopo pochi secondi senza dire una parola. Al termine del meeting Eleonor aveva fatto dono alla ragazza di una passaporta (una piuma di pavone bianco) che le permette accesso immediato ai sotterranei all'ora prestabilita dalla strega. Roxanne può usare le sue conoscenze come guaritrice per separare il marchio nero dal braccio del Ministro e preservarlo insieme alla testa in modo che non si deteriori col tempo.

    Per eventuali dubbi contattate per mp!
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar


    Tu hai bisogno dell'Oscurità! Sottomettiti! Inchinati all'Oscurità.

    Group
    Member
    Posts
    918
    Location
    Hell.

    Status
    Anonymous
    Per come il caos vigeva nella sua mente, era difficile dare un significato a ciò che provava Castiel di fronte alle persone, tutto ciò che sentiva era sempre in continuo movimento, un turbinio di pensieri, emozioni e sensazioni agitate, incoerenti e contrastanti. Fidarsi, non fidarsi, rabbia, poi gioia, rammarico, rimorso, ira, nostalgia. Mentre osservava Kostia in silenzio tutto questo frullava nel suo cervello, sentendo solo l'estremo bisogno di far uscire tutto quell'uragano il prima possibile, in qualsiasi modo.
    Sapeva però che non aveva potere su quello che sarebbe successo di li a breve, per questo rimase solo in ascolto, semplicemente sperando che Eleonor facesse la cosa giusta, anche se Preud non avesse giurato alcunché lo voleva fuori di li.
    Sembrava un'ombra di se stesso, ma un'ombra che nonostante tutto sembrava non aver perso quel guizzo, quella scintilla.
    Anzi in un certo senso, il decadimento del suo fisico, sembrava essere in totale contrasto con la follia nel suo sguardo, per quanto differente e meno caotica della sua.
    Questo gli piaceva, non aveva davanti un uomo arreso, non era una patetica vittima.
    Fu inevitabile fare una smorfia di fronte al fatto che volesse ritirarsi a "vita privata" per via di sua figlia, che spreco. Se essere torturato in quel modo gli aveva fatto cambiare idea a tal proposito quasi quasi era meglio così.
    "Avrei rifiutato anch'io le tue dimissioni, ahaha..."
    Una risata grottesca uscì dalla bocca del mangiamorte, divertito e infastidito al contempo. Che cazzo voleva dire che voleva ritirarsi per sua figlia.
    Era sempre esilarante comunque sentire il veleno uscire dalle persone e Kostia in questi anni ne aveva accumulato parecchio, che cosa aveva Eleonor da dire a riguardo?
    Lei d'altronde si muoveva così, "dimmi cosa vuoi, te lo darò, in cambio della tua lealtà" e così stava facendo anche con Kostia, comprendendo l'amore per la figlia.
    Amore. Westwood aveva scordato che cosa volesse dire.
    Lasciò quindi a loro le trattative, impaziente di agire...una pazienza che si esaurì quando finalmente ebbero Moon davanti a loro, inerme, come carne da macello.
    A mala pena sbatteva gli occhi Castiel, come se un battito di ciglia potesse fargli perdere attimi preziosi, eseguì senza fiatare, trattenne quell'infame con il proprio corpo, non sentendo il bisogno di usare la magia per permettere a Eleonor di fare il suo dovere.
    Adesso però era diventato il loro sfogo, soprattutto per Kostia.
    Il suo mondo era la mente delle persone, non traeva gioia dalla tortura fisica, bensì da quella mentale, erano sepolte li le vere emozioni, quelle nascoste, quelle che non si dovevano rivelare.
    Dunque si posizionò alle spalle di Moon, appoggiò la sua bacchetta sulla sua tempia e prima di fare il suo dovere guardò Kostia.
    "Non aspettare che io abbia finito, ogni sua sofferenza è una barriera distrutta nella sua mente."
    Detto ciò, iniziò il suo viaggio. C'erano troppe porte che andavano aperte, un uomo come lui aveva molti segreti e il suo comportamento lo aveva portato a non poter più esserne custode.
    Era comunque un mago potente e le sue barriere non semplici da disintegrare, ma ciò che stava subendo il suo corpo andava a favorire il suo percorso.
    Le torture procurate a Kostia erano un ricordo da custodire, anche se non sapeva esattamente che cosa ne avrebbero potuto fare, le osservò, consapevole che ogni taglio ne equivaleva almeno dieci restituiti.
    Ripercorse la sua carriera, i suoi intenti, tutte le azioni sbagliate che lo avevano condotto qui, ma la più grande frustrazione fu la consapevolezza che anche Moon si era mosso per un figlio, un figlio non previsto, nato dall'unione con un auror inglese di cui...si era rimosso l'identità.
    Un gran peccato.
    Era un viaggio stancante comunque, nonostante venisse favorito dagli interventi di Kostia, Westwood sentì la sua energia mentale diminuire drasticamente per ogni ricordo che estraeva ed imbottigliava.
    Aveva svuotato quel cervello marcio più che poteva e ora ansimava, seduto poco distante, osservando l'opera compiersi.


    Edited by Castiel. - 5/6/2023, 11:30
     
    Top
    .
17 replies since 1/2/2023, 20:27   626 views
  Share  
.
Top