Rewrite the stars

Feyre

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    A quanto pare, il completamento delle mappe stellari inizia a partire dal terzo anno.
    Il problema è che io sto ancora imparando ad usare il telescopio, perché questi magici funzionano un po' diversamente da quello babbano che ho a casa e che i miei mi hanno regalato quando abbiamo scoperto che sono un mago.
    Fosse stato per i miei genitori, probabilmente avrei iniziato a frequentare Hogwarts non prima dei miei sedici anni. Invece, proprio a ridosso delle vacanze di Natale, nella mia scuola di Sheffield c'è stato quell'incidente.
    In cuor mio so che non si è affatto trattato di una serie di sfortunati eventi, dato che un mucchio di bellimbusti del penultimo anno se l'è presa con me perché non ho rubato i risultati del loro test di chimica durante il mio laboratorio pomeridiano con il professore. E non è di certo colpa mia, se poi quelli hanno iniziato a rincorrermi per tutta la scuola e io, per sfuggire alle loro grinfie, ho imboccato la scala antincendio.
    Quello che invece è colpa mia, anche se nessuno a parte mamma e papà lo saprà mai, è che, una volta raggiunta la strada, le ultime due rampe delle scale si sono letteralmente sbriciolate come nel mio zaino succede ai cracker nella tasca della merenda, impedendo così di fatto a quegli idioti di raggiungermi. Solo che, nello slancio, uno di loro è caduto di sotto e per fortuna se l'è cavata solo con una gamba rotta.
    E' stato allora che i miei si sono resi conto che non sarei potuto rimanere nella mia scuola Babbana per sempre, a difendermi dai bulli con la magia accidentale e a studiare la teoria di ciò che avrei appreso ad Hogwarts solo nei momenti liberi. I miei poteri stanno crescendo con me ed è da illusi pensare di poterli contenere senza che qualcuno mi insegni a farlo come si deve.
    Per quanto la scuola di magia fosse molto lontana ed inaccessibile agli amorevoli Babbani che mi hanno dato la vita, finalmente hanno compreso che non sarebbe stata più pericolosa di ciò che vivevo ogni giorno a pochi chilometri da casa nostra, così si sono decisi.
    Sono sempre Justin, il loro bambino dal cuore d'oro gracile e impacciato, ma almeno adesso sono in un luogo sicuro, circondato da persone come me e vicino come non mai alla possibilità di imparare a difendermi da solo e di tirare fuori il meglio che ho dentro.
    Tranne adesso, che sto invece imprecando contro questo dannato telescopio magico che non so smontare.
    E' trascorsa da poco la mezzanotte, il cielo sopra la cupola della Torre di Astronomia è una volta stellata degna di essere cantata dai poeti e le lezioni di domani sono spostate alla seconda parte della mattinata, proprio per concederci di dormire qualche ora in più, visto l'orario in cui si svolgono le lezioni di questa materia.
    In realtà non è andata poi così male, se non fosse che adesso non ho la più pallida idea di come portare a termine le manovre di smontaggio del mio strumento di lavoro prima di riporlo nella custodia. Ha una manopola durissima che devo girare in senso antiorario, ma è davvero impossibile e io... Oh, al diavolo, la tiro via!
    Afferro con il pugno chiuso e provo ad estrarre il pomello, ma lo faccio volare con un tintinnio dall'altra parte della stanza circolare, dove un'impeccabile Feyre Starfoll sta sistemando le sue cose con la grazia che compete a tutte le principesse, anche quelle un po' tenebrose come lei.
    Ehi, ciao... le dico con la salivazione improvvisamente azzerata, provando a sorriderle disinvolto. La filastrocca che le ho dedicato sull'edizione del giornale scolastico di San Valentino era rigorosamente anonima, così come lo era l'orsacchiotto che le ho regalato e ho fatto sedere sul suo davanzale con quella rosa in mano. Eppure, in qualche modo, Feyre ha capito che quel messaggio e quel regalo erano da parte mia.
    Mi è caduta la manopola del telefhcopio dalle tue parti, l'hai vifhta?
    L'istinto di fuga vorrebbe prevalere sulla mia volontà di dirle ancora qualcosa, di trattenermi lì con lei con una scusa qualsiasi, ma è come se le mie scarpe fossero appena state ancorate al pavimento con il magiscotch, impossibili da staccare.
    Comunque hai davvero un bel gatto. E anche il tuo disegno, sì... E' davvero meraviglioso. Grafhie.
    Mi gratto nervosamente la nuca, consapevole del fatto che per lei quel gesto non significhi nulla, che ai suoi occhi non sono altro che un ragazzino che la lusinga alimentando il suo ego, ma ho trovato meraviglioso ed estremamente dolce che abbia deciso di impiegare un po' del suo tempo per realizzare qualcosa per me, dopo aver capito che i pensieri di San Valentino provenivano dal sottoscritto.
    Che altro disegni, di solito? Perché è chiaro che lo fai fhpeffho...
    Ed è chiaro che io non posso rischiare di piombare in silenzi imbarazzanti e sembrarle un cretino almeno quanto lo sembro a me stesso.
     
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    Aveva raggiunto la Torre di Astronomia un po’ in anticipo. Voleva sistemarsi con calma e prendersi la postazione migliore. Alzò lo sguardo verso le stelle sopra di lei, sospirando. Prima il giornalino, edizione speciale San Valentino, con quella dedica anonima e la sua foto in bella vista insieme a quella di Korko che le guardava le tette, dandole 20 punti. Che fosse successo non poteva negarlo, c’erano praticamente tutti e non era una novità nemmeno la sua cotta per il prof. Ma le aveva dato un po’ di fastidio la foto di Frederick collegata alla sua, con due cuori. Perché quella insinuazione? Non c’era niente tra loro, un vero peccato doveva ammetterlo, ma così le avevano bruciato ogni possibilità. Il Serpeverde era una persona estremamente riservata, non poteva immaginare come avrebbe reagito nel vedere ciò. Erano alcuni giorni che non lo vedeva, sperava che non la stesse evitando. In più c’era anche la lettera di sua madre, che non era stata molto simpatica. Le sue parole le si erano bloccate in gola, formando un groppo. Certo, voleva darle una bella notizia, aveva solo scelto male le parole forse “Pensarlo non cambierà niente, lo sai perfettamente che non ha sbagliato” le disse una vocina ma la scacciò. Prese un respiro, buttandolo fuori piano. Aveva bisogno di calma, pazienza e silenzio. Li poteva trovarli forse. La lezione si era svolta con la stessa pacatezza e compostezza di sempre e anche lei si sentiva più clama. Mentre gli altri iniziavano ad andarsene dalla torre, iniziò a smontare il suo telescopio. Anche se la luna era calante quella sera non aveva disturbato la mappatura celeste. Allentò la piccola vite e iniziò a ripiegare l’attrezzo in modo che non si rompesse e lo rimise in custodia. Si piegò, i capelli le ricaddero sulla spalla, per fortuna era piuttosto buio e non si notavano le punte colorate. Aveva sbagliato qualcosa e ora aveva le punte dei capelli lilla, ma in fin dei conti non erano poi così male. Stava riponendo l’occorrente per scrivere e tracciare la mappa, quando qualcosa le colpì una scarpa. Alzò un sopracciglio, prendendo l’oggetto incriminato. Era un pomello di un telescopio, sfuggito a qualcuno, poteva capitare. Sentì un timido Ehi, ciao.. alle sue spalle e quando si voltò vide Justin che le chiedeva se aveva visto la sua manopola
    -Intendi questa?- gliela porse -Hai bisogno di aiuto per smontarlo?- rendersi utile poteva in qualche modo farla sbollire un po’ e di nuovo tornò con la mente al suo caos interiore. Le stava dicendo qualcos’altro quindi si concentrò su di lui. Aveva capito gatto, forse le aveva fatto un complimento sulla bestia di Satana? “Concentrati Fey” si bacchettò mentalmente -Loki? È carino solo con gli altri. Con me sembra uscito direttamente dall’inferno- ridacchiò -Ma si, è molto bello- doveva ammetterlo, il suo micio era bellissimo, e non solo perché era suo. Justin la ringraziò per il bigliettino che aveva disegnato, dopo aver trovato un regalo di San Valentino. Sembrava tremendamente impacciato, ma questo la fece sorridere teneramente.
    -Di niente. Mi sembrava carino ricambiare un qualche modo. In fin dei conti ci sono poche persone che scrivono e parlano al contrario- lo guardò, ripensando alla lezione di pozioni. L’aveva riconosciuto per quello -Anzi grazie ancora per l’orsetto, mi hai rallegrata un po’-
    Ed era vero, quando l’aveva trovato le era scappato un sorriso. Finché Loki non l’aveva sequestrato per usarlo come cuscino, ma non glielo disse -Ho fatto un incantesimo alla rosa, non sfiorirà mai- andò a prendere il telescopio mezzo smontato del Tasso, portandolo vicino al suo per fargli vedere come fare, sistemandolo mentre gli rispondeva -Disegno di tutto, soprattutto mi piace illustrare quello che studiamo- fece un cenno con mento, indicando la sua borsa -il mio album è li, se vuoi dargli un occhiata. Ci sei anche tu- fece un sorriso. C’erano le scene delle lezioni fatte insieme, da quella del cappello, erbologia, la festa nella loro sala comune,.. tutto. C’erano anche delle pagine sfregiate e cancellate, ma quella era un’altra storia -Ecco fatto- battè piano le dita tatuate sull'oggetto in questione, ripiegato perfettamente -Pronto per essere messo via-

    Edited by …Feyre… - 19/2/2023, 12:49
     
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    Guardarla è già un privilegio, figuriamoci sentire la sua voce, per non parlare di quando le parole della Corvonero si rivolgono direttamente a me!
    In quei casi è come se la mia testa si trasformasse in un bollitore coi riccioli e qualcuno appiccasse un incendio proprio alla base del collo, fiamme così roventi da arrivare ad arrossarmi le orecchie nel giro di cinque secondi... Non mi sorprenderei se vedessimo uscire del vapore.
    Sì, è proprio lei! Grafhie, Fey...
    Sfiorarle le dita nel riprendermi il pomello è davvero troppo, credo che resterò a pensarci fino a domattina senza chiudere occhio, il che comporterà sicuramente addormentarmi sul banco durante la lezione di Storia della Magia di domani. Bella strategia per far perdere punti alle altre Casate, quella della strega dai capelli color della notte, in cui perfino quelle punte violacee che li sfumavano mi sembrano incantevoli: li seduce, tormenta il loro sonno ed i loro sogni e li porta a stramazzare proprio nei momenti meno opportuni!
    Lascio sparire il pomello del telescopio nella tasca della divisa e la osservo alle prese con il mio strumento del male, che sotto la sapiente guida delle sue dita esperte inizia a smontarsi come se fosse fatto di stuzzicadenti.
    Lo fai sembrare così facile, ci stavo provando da un quarto d'ora! Devo ancora fare un po' di pratica, con gli oggetti magici. Ma vedeffhi come sono bravo con il frullino per montare la panna e con la sac a poche, con quelli non mi batte neffhuno!
    Le sorrido orgogliosamente, lasciandomi sfuggire una vera e propria risata sommessa, quando la sento menzionare il suo gatto Loki.
    Beh, è il dio degli inganni in forma felna, che ti afhpettavi? Ma sono sicuro che sai tenerlo a bada.
    O almeno spero, perché Feyre ha questa leggera tendenza ad essere attratta dai soggetti belli e stronzi; il contrario di me, in pratica!
    Beh... E' come quando si gioca a nafhcondino. replico invece quando finalmente viene svelato l'arcano su come abbia fatto a scoprire che il messaggio sul Grido della Mandragola e l'orsetto con la rosa fossero da parte mia. Dopo un po', chi si nafhconde vuole effhere trovato. Però ci tengo a dirtelo, non ci voglio provare con te. Primo perché non ci fhtarefhti, secondo perché siamo amici e terzo perché...
    Perché non ho neanche quattordici anni, perché non saprei neanche da che parte cominciare e perché sarei un imbranato totale possono bastare, come giustificazioni? La fialetta di Amortentia mi richiama con la sua forza tentatrice dal fondo della mia sacca del materiale scolastico, ricordandomi che è sempre lì per essere utilizzata, ma non sarei mai tanto meschino. Quando però mi dice che ha incantato la rosa per non farla appassire, sono costretto a strizzare gli occhi per scacciare il diavoletto che appare in una nuvoletta di fumo scarlatto sulla mia spalla per dirmi che questa è la mia occasione!
    Perché eri trifhte? le chiedo invece di getto, spostando la conversazione su di lei e sul fatto che si sia sentita rallegrata dai miei regali di San Valentino e riportando lo sguardo sul telescopio per capire come smontarlo da solo, la prossima volta.
    Nel frattempo, prendo il suo album con la cura che si riserva agli oggetti fragili ed importanti, fogli in cui il carboncino ritrae la vita e al contempo l'anima di chi lo usa, riflettendo come uno specchio tutto ciò che i suoi occhi riescono a captare. Mi siedo a gambe incrociate sui cuscini che, al termine della lezione, sono stati portati al centro dell'area circolare sotto la cupola dell'aula di Astronomia ed inizio a sfogliarli uno ad uno.
    Potrefhti disegnare fumetti, hai un vero talento e li leggerei tutti! E comunque sei troppo buona mi ritrovo ad osservare sollevando verso di lei gli occhi grigi. Sembro perfino più bello!
    Sollevo un pollice in direzione del telescopio smontato, ma in questo momento la mia attenzione è catturata prevalentemente dai fogli scarabocchiati, sfregiati e cancellati quasi con rabbia.
    E quefhti? le chiedo semplicemente, sollevandone uno nella sua direzione.
     
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    Scoppiò a ridere immaginandolo alle prese con frullino e sac a poche, tutto impegnato
    -Immagino lo spettacolo!- continuò a ridacchiare -Tranquillo, ci vuole solo un po’ di esercizio. Vedrai che tra poco sarai in grado di farlo senza problemi, basta imparare la tecnica. Pure io faticavo all'inizio- spiegò con allegria. La torre si era svuotata, ma francamente non le interessava. Guardò il ragazzo
    -Conosci Loki grazie ai fumetti o perché ti piace la mitologia norrena?- d’estate frequentava il mondo babbano e il film di Thor era uno dei suoi preferiti. Il fatto che gli attori fossero dei manzi non influiva… nono. Sorrise nel sentirlo parlare dell’orsetto e si stava leggermente impappinando. Gli prese una mano, stringendola leggermente
    -Justin hai tredici anni, io sono quasi maggiorenne. Ti prenderei in giro e basta- la verità poteva sembrare brutale, ma era giusto chiarire. Gli diede un buffetto sulla guancia -Puoi sempre essere il mio orsetto del cuore, un fratello minore- gli scompigliò i capelli -E puoi sempre usufruire dei miei appunti gratuitamente- gli fece l’occhiolino, accomodandosi sul suo cuscino e sistemando la gonna che si era leggermente alzata.
    "Perché eri trifhte?”
    Rimase in silenzio qualche minuto, mentre lui sfogliava il suo album, cercando di trovare le parole adatte. Come faceva a spiegare il caos che le frullava nella mente? Erano tanti, troppi fattori, ma poteva sbilanciarsi un pochino con lui. Forse poteva fidarsi, non troppo, ma solo un po’
    -Ho ricevuto una lettera da mia madre- disse con cautela -Devi sapere che i miei mi hanno avuta molto giovani, avevano diciannove anni mia madre e ventitré mio padre. Avevano finito gli studi da poco e sono capitata io. Si sono sposati e per un’annetto mia madre mi ha cresciuta… poi si è resa conto di cosa ero- strinse un po’ le labbra -Mia nonna, quella fantastica donna, l’aveva capito subito invece, prima che nascessi quasi. Lei è una- cerco la parola giusta -druida, possiamo definirla così. Mi ha presa con se e i miei.. sono andati, in un certo senso, avanti. Hanno proseguito gli studi, finito l’università, girato il mondo. Ogni tanto mi portavano con loro certo ma… hanno sempre avuto un po’ di paura. Adesso mia madre è incinta e mia nonna le ha detto che il futuro bambino, è sicura che sarà maschio, non avrà il “dono”- si strinse nelle spalle -E mia madre mi ha fatto capire, tra le righe ovviamente, che è molto felice, adesso avrà un figlio normale da crescere- guardò il cielo, le stelle ascoltavano il suo tormento interiore da giorni. Si grattò il naso pensierosa -Ero triste perché ero riuscita, dopo anni di bullismo, a sentirmi parte della “massa”. E lei è riuscita a farmi tornare la bambina di nove anni che veniva chiamata Stramba per via degli occhi in quanto? Trenta parole più o meno- scosse la testa -Scusa, ho lasciato emergere il mio lato logorroico e ti sto sicuramente annoiando con i miei drammi- guardò l’album
    -I fumetti? Non sono il mio forte, finirei per far piangere tutti i protagonisti. Sarebbe molto noioso- rise, prima di tornare di nuovo seria -Ecco… quello è un tasto dolente Juss. Mettiamola così, era un ritratto di una persona… adesso è solo uno scarabocchio- forse era stata troppo brutale, ma quello era ancora un nervo scoperto
    -Invece tu orsetto?- cercò di risollevare la conversazione -Hai degli hobbies, oltre montare la panna ovviamente- disse con ironia

    Edited by …Feyre… - 25/2/2023, 22:20
     
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    Oh, tutte e due! rispondo fieramente, gli occhi che brillano di vivo e acceso interesse nel pensare ad uno dei miei villain dei fumetti preferito e, al contempo, al dio degli inganni della mitologia norrena.
    Sono sempre stato affascinato dal mondo dell'immaginario, che si tratti di racconti mitologici o di disegni di supereroi non fa alcuna differenza. Ciò che conta è evadere, soprattutto perché quasi sempre i personaggi ti permettono di identificarti con molte delle loro emozioni e ti insegnano a gestirle, infondendoti speranza poiché sanno superare ogni difficoltà.
    Tuttavia, agli eroi di tredici anni non è consentito prendersi una cotta, men che mai per una ragazza più grande, popolare e stupenda.
    Mi abbandono ad un sospirone melodrammatico, sentendo la verità direttamente dalla voce di Feyre: non ho speranze, sono il suo fratellino, il suo diavolo di orsetto del cuore! Solo che, a differenza di quello che le ho regalato, io non ho neanche accesso al suo letto, al profumo delle sue lenzuola e al calore del suo abbraccio per tutta la notte... Giuro, se potessi avere questi privilegi mi accontenterei, anche se non so quanto sarebbe elegante dirglielo.
    Se poffho scegliere, preferirei i privilegi dell'orsetto del cuore. Alla fine a fhtudiare me la cavo bene da solo, sono pur sempre un nerd! Anche se comunque lo appreffho un sacco.
    Non posso fare a meno di allargare il sorriso, sentendomi bene per la sua sola presenza, riscaldato dal semplice fatto di poterle parlare e trascorrere con lei un momento sereno come questo, senza interruzioni o occhi maliziosi a osservarci e a ridere di noi. Magari quello possono farlo le stelle, anni e anni luce sopra le nostre teste, ma sono comunque troppo lontane perché io possa sentirle o curarmene.
    Però ti prometto una cosa, Corva. Se il problema è solo che ho tredici anni, quando ne avrò diciotto tornerò a cercarti ovunque sarai.
    Tanto per essere chiari: Feyre Starfoll non è una a cui si può rinunciare o di cui potersi dimenticare solo perché non ho ancora l'età per poterci provare seriamente.
    Mi gira già la testa ad averla semplicemente seduta accanto spalla contro spalla, i capelli che sembrano aver rubato le tende di seta del mondo delle tenebre a portata di respiro e quegli occhi che continuano a trafiggermi... Non c'è zaffiro o smeraldo con cui li scambierei.
    Nonostante questo, tuttavia, è ciò che mi racconta a stringermi il cuore, la sorpresa per il suo inaspettato passato e per il dolore che lascia trapelare.
    Non capifhco perché non abbiano dovuto accettarti per ciò che sei. I miei sono Babbani, ma sono fhtati felici di ciò che ho fhcoperto di effhere... Forse un po' invidiosi, ma finalmente si sono fhpiegati perché foffhi tanto fhtrano e faceffhi tanta fatica ad integrarmi dove stavo. Qui invece è fhtato facile e naturale, perfino con una ragaffha meravigliosa come te, Feyre. So che non è appagante come sentirselo dire dalla tua mamma o da quel nuovo Mr Mufhcolo di Grifondoro, ma io ti trovo incantevole. Occhi compresi.
    Le sorrido, disegnando cerchi concentrici sul suo album con la punta delle dita per resistere all'impulso di prenderle la mano e rovinare il momento, rischiando che mi molli un ceffone.
    E ti fhtarei a sentire fino a domani, se serve a farti capire che effhere fhpeciali non è una cosa di cui sentirsi in colpa. Parola di nonna druida e di orsacchiotto del cuore.
    Scoppio a ridere e mi disegno una croce con l'indice all'altezza del petto, felice che ciò che mi domanda la aiuti a distogliere l'attenzione da ciò che le ho chiesto sui suoi disegni scarabocchiati, di cui non voglio sapere di più se non è lei a volermelo dire.
    Ehi, io monto la panna perché sono cresciuto nel laboratorio di un pafhticcere! Io amo cucinare, soprattutto i dolci, fare le decorazioni con la pafhta di zucchero, cose così! Mi piace inventare, di tutto... Oggetti, robot, fhtorie con cui far sorridere le persone... A volte le disegno anche, ma non sono bravo come te.
    C'è una malinconia che non avevo mai notato prima, nella Corvonero. Sarà che è buio e che anche le luci che illuminano la torre di Astronomia stanno iniziando ad affievolirsi, sarà che di notte è molto più facile parlare e far sgorgare fuori dal cuore la verità, troppo timorosa di mostrarsi in tutti i suoi difetti alla luce del giorno.
    Perché non efhprimi un desiderio? Siamo nella torre di Afhtronomia, fai finta che io sia una fhtella caduta e che ha sbattuto di faccia su questi cuscini!
    Emetto il suono di un'esplosione e fingo di cadere stramazzato a terra sopra la superficie imbottita del pavimento.
    Che cosa mi chiederefhti? Cose realizzabili eh...
     
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    Scosse la testa alla sua risposta, sorridendo - Non mi aspettavo niente di diverso. Allora facciamo un patto Tasso - si mise in ginocchio sul cuscino, per guardarlo meglio - Ti devi impegnare negli studi e fare il bravo - gli fece un sorriso più ampio - Quando io sarò in Accademia tu avrai l’età giusta. A quel punto potrai farmi la corte più spietata che vorrai. Però mi devi promettere che se troverai qualcuna che ti piace dovrai fare le tue esperienze e nel frattempo sarai il mio cuor di panna - sì sistemò di nuovo al suo fianco, poggiando la testa sulla sua spalla - Affare fatto? - Il piccolo tasso le stava veramente a cuore e sperava che trovasse una ragazza migliore di lei, che non meritava nemmeno un briciolo di quell’affetto. Osservò il cielo, ascoltando le sue parole e le venne il magone e cercò di non piangere, ringraziando mentalmente il buio, così che lui non vedesse gli occhi lucidi. Era così dolce. Non lo meritava. Si schiarì la voce- Grazie Juss - gli prese la mano, stringendola - Non sono incantevole o meravigliosa, ma tu sei un ragazzo fantastico e ce ne vorrebbero cento come te… ma grazie - sospirò - I genitori sono complicati da capire soprattutto quando si comportano così. Forse mia madre non ha mai mandato giù il rapporto con la nonna… non ne ho idea. Ho fatto il possibile per compiacerli, ma non posso rinunciare ad essere me stessa. Dovrei rinunciare alla magia solo perché i miei sono babbani? - Scosse la testa - Perdei una parte di me e non perdonerei mai loro. Preferisco essere la reietta e cavarmela da sola, ma tenermi la poca sanità mentale che ho - in fin dei conti non era colpa sua se la magia aveva saltato una generazione. Alzò un sopracciglio - chi è Mister Muscolo? - chiese voltando leggermente la testa per guardarlo e sorridendo quando gli raccontò delle sue capacità da pasticciere - Allora orsetto, hai una speranza in più - gli disse ancora più divertita - Io adoro i dolci, sono una drogata di zucchero - rise ancora - Manderei in fallimento i tuoi genitori - Ascoltò interessata del suo hobbies per le invenzioni e del suo disegnare - Se vuoi posso darti qualche lezione, se hai delle basi non vedo perché non puoi migliorare - gli propose, almeno poteva sfruttare al meglio ogni suo talento.
    Rimase un attimo in silenzio pensando alle sue parole sul desiderio e sorridendo a quella imitazione. - Tu cosa chiederesti? - domandò di rimando, pensandoci ancora un po’. Cosa mai poteva chiedere? Era in una scuola che poteva considerare una casa, circondata da persone che le volevano bene…. Forse solo una cosa, praticamente infattibile - Vorrei che mia madre capisse che sarò sempre sua figlia, anche se non mi chiamo più Deoiridh - arrossì lievemente spiegandogli - È il mio vero nome, Deoiridh. O meglio quello che mi ha messo lei - quasi lo sussurrò - Significa Pellegrina, perché la mia vita dovrebbe essere un pellegrinaggio fino alla pace interiore - ripetè le parole di sua madre a memoria - Ma Feyre è il nome che mi ha dato il bosco, il nome che il piccolo popolo mi ha sussurrato all’orecchio… quello del mio vero essere. Vorrei che capisse che sono sempre io - disse con tono triste, poi si tirò su di scatto - Non dirlo a nessuno per favore - non si vergognava di un nome, ma sarebbe stato troppo difficile spiegare come l’aveva lasciato nella foresta, uscendone come Feyre - Per favore -

    Edited by …Feyre… - 8/3/2023, 17:25
     
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    Neanche nelle mie più fervide fantasie avrei mai immaginato di trovarmi da solo con Feyre sotto il cielo stellato dell'aula di Astronomia, in ginocchio l'uno di fronte all'altra su quei comodi cuscini, senza che nessuno venisse a cercarci.
    Ma com'è che fa così caldo e che l'aria è così rarefatta... E che il cuore mi batte così forte? Sto forse avendo uno scompenso cardiaco? Il mio cervello mi sta forse inviando qualche strano impulso tipo farmi fingere morto per evitare di morire davvero sotto l'effetto di quello sguardo magnetico e dolcissimo?
    Affare fatto... le sorrido con una voce che non sembra nemmeno la mia, suggellando il patto con il mignolo intrecciato al suo.
    Credimi, lo sei. Nella fhcuola babbana in cui andavo, le ragaffhe come te mi parlavano solo per farsi paffhare i compiti in claffhe... le confesso con un sorriso mesto. Forse per te non è così perché tu non ne hai bisogno e sei tu che paffhi i tuoi appunti a me. le dico ritrovando subito il buonumore, anche se sono certo che non sia questo il motivo.
    Purtroppo, le persone speciali e particolarmente sensibili sono così perché hanno sofferto, chi per una ragione, chi per un'altra. Ma io non posso certo dirle che sono felice che il suo dolore l'abbia resa tanto speciale e meravigliosa, anche perché in cuor mio sono sicuro che la preferirei stronza e felice, che così dolce ma piena di malinconia.
    I tuoi genitori avranno tanto da farsi perdonare, quando capiranno che caffhata hanno fatto a trattarti così. Fhpero che tu lo capifhca, che quello che vali davvero non dipende solo da loro e che comunque non sarefhti mai una reietta.
    Le stringo a mia volta la mano, domandandomi se stia succedendo davvero. E' tutto un sogno, non può essere vero che Feyre Starfoll è qui e mi sta tenendo per mano! Cavolo, non ci dormirò per una settimana, con questa storia!
    A parte avere diciott'anni entro diciotto secondi? scoppio a ridere quando Feyre mi chiede quale desiderio esprimerei guardando una stella.
    In questo momento niente di niente, ho già tutto quello che desidero e anche di più: sono un mago, vivo e studio in una delle scuole di magia più prestigiose del mondo, per la prima volta nella mia vita ho degli amici, sto tenendo la mano ad una dea della notte... Che altro potrei desiderare che non mi faccia scoppiare il cuore? Perché è chiaro che, se riuscissi a baciarla, morirei sul colpo come una di quelle zanzare che si avvicinano troppo alla luce e rimangono fritte con quello schiocco inquietante!
    Ascoltarla parlarmi, confidarsi con me, avere la sua fiducia, sono già realtà che non avrei neanche mai osato desiderare, sarebbe un po' da ingordi chiedere di più.
    Te lo prometto. Non dirò una parola. giuro solennemente carezzandole il dorso della mano che le sto tenendo con il pollice. Però in realtà secondo me anche Deoiridh è un nome favoloso. E senti... Secondo te qui nella forefhta c'è un punto in cui il piccolo popolo potrebbe dare un nome magico anche a me? Non mi difhpiacerebbe andarci... Con te.
    Il nome del mio vero essere... Chissà, magari gli abitanti del piccolo popolo lo conoscono meglio di me e potranno indicarmi la via. Scoprirlo con Feyre renderebbe solo tutto ancora più esaltante.
     
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    - Grazie - era la centesima volta che lo diceva quella sera, ma non poteva farne a meno - Qui non ne ho idea, ma potresti fare un salto da me, su nella brughiera durante le vacanze. Sicuramente li il piccolo popolo è molto più cortese. Mia nonna ti coccolerebbe come un nipote. Ti farebbe lavorare un sacco però - sorrise immaginando la scena.
    Dalle sue parole aveva capito che nella sua vecchia scuola doveva aver sofferto di bullismo, una vecchia storia che si ripete ovunque - Vale anche per te sai? Sei un ragazzo intelligente, gentile e simpatico. Chi non ti capisce non ti apprezza e nella tua vecchia “vita” era così. Non capivano, ma eri migliore di tutti loro. Lo sei ancora Justin, non ho mai conosciuto una persona come te - strinse la sua mano, trovando quel gesto estremamente naturale - Ti chiederanno scusa un giorno. Oppure puoi sempre trasformarli in una tabaccheria - rise. Ascoltò il suo desiderio e rise di nuovo - Ah si? Diciotto anni subito… fidati, il quinto anno è terribile. Pensa a divertirti - fece una smorfia. Da una parte sperava che Justin trovasse una sua coetanea e passasse oltre, mentre il suo lato egoistico sperava di no. Justin le piaceva, era già carino e crescendo non sarebbe che migliorato ma… lei non era giusta per lui. L’avrebbe rovinato, come faceva con tutto il resto e gli voleva troppo bene per permetterlo. “Non lo meriti” si ripetè mentalmente, scuotendo piano la testa. Sorrise mestamente, cercando di buttarla sulla simpatia - Pensavo avresti chiesto un bacio - lo stuzzicò.
    Le sfuggì uno sbadiglio - Mi dispiace fare la Corva di turno, ma dobbiamo andare a letto Tasso. Altrimenti domani non riusciremo a fare niente - non voleva andare… avevano creato una piccola bolla di serenità, ma la realtà li richiamava.
    Si tirò su, sistemando la gonna e guardandolo - Sai Juss, sei terribilmente carino - si chinò per prendere la sua borsa - Ti voglio bene - non lo diceva spesso, anzi praticamente mai a nessuno, ma lui se lo meritava. Si avvicinò a lui - Questo è per la buonanotte. Il prossimo sarà per il tuo diciottesimo e sarà molto meglio - gli sorrise e, approfittando del vantaggio dell’essere in piedi, gli diede un veloce bacio nell’angolo delle bocca, prima di andarsene via come fumo nel vento.
     
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    Ok, ho deciso che devo raccontare tutto ad André di questa notte incredibile: essendo il Bardo ufficiale di Hogwarts, solo lui potrebbe comporre la prima ballata sulle eroiche gesta di Justin Il Nano cantando di tutto ciò che è avvenuto stasera tra me e Feyre. Sì, qualcosa tipo:
    "Nella stanza più remota della più alta torre,
    risplende il sorriso della più leggiadra Corvonero.
    Justin il Nano la scorge e il suo cuor di Tasso corre,
    tra lor non è ancora amor, ma affetto sincero.
    "
    Ok, le parole ci sono, mi occorre solo lo strimpellatore ufficiale, gli comprerò anche una bella calzamaglia e un cappello con una piuma, tanto Diagon Alley è piena di questi vestiti bizzarri.
    Non ho mai conosciuto una vera druida. Sarebbe fantafhtico! rispondo alla leggiadra figlia di Rowena con l'entusiasmo di chi, se potesse, preparerebbe i bagagli anche adesso e si metterebbe in cammino attraversando tutta la Scozia con spirito impavido.
    Scoppio poi a ridere con lei, all'idea di vedere tutti quei palloni gonfiati trasformati in tabacchiere, anche se la vendetta non è mai stata nei miei piani... Dopotutto, il fatto che quelli avessero bisogno di prendersela con me per sentirsi qualcuno dimostra il loro livello di bassezza già di per sé.
    Nah, meglio non rivederli proprio più. Le loro fhcuse se le poffhono ficcare su per... Ah, lasciamo perdere. E comunque Mifhter Mufhcolo era Hunter. Avrà anche la personalità di una foglia d'insalata, ma è bello. le chiarisco, rendendomi conto che poco fa avevo glissato su quella domanda. In realtà non conosco il nuovo figlio di Godric abbastanza da farmi un'idea sulla sua persona, ma insomma, non può essere bello e pure interessante, no?
    Poi, sulle labbra di Feyre spunta all'improvviso la parola "bacio" ed è lì che smetto di connettere. Non ci sto capendo davvero più niente, prima mi dice che tra di noi non può esserci nulla se non una tenera amicizia, che sono troppo piccolo, che devo conservare le mie speranze con lei in un cassetto per almeno altri quattro o cinque anni... E adesso mi parla di un bacio?
    Perché? Avrefhti voluto che te lo chiedeffhi? le domando con lo stesso tono divertito, anche se la sincerità di fondo resta immutata. Di sicuro non proverei nessun gusto a ricevere un bacio da Feyre solo perché sono io a chiederglielo, preferirei di gran lunga che lo volesse davvero anche lei.
    Quanto a me, ho già avuto da questa chiacchierata sotto le stelle molto più di quanto avrei mai sperato, figuriamoci se chiederei di più!
    Peccato, sai? Quefhti cuscini sono abbafhtanza soffici da non farmi rimpiangere il letto... E soprattutto le centinaia di gradini che devo scendere per arrivarci!
    Sprofondo le mani nelle tasche e sollevo lo sguardo verso la cupola di vetro che ci divide dal cielo stellato sopra le nostre teste, un attimo prima di rendermi conto che anche lei mi sta guardando.
    Sai Juss, sei terribilmente carino

    Mayday, Mayday, caduta libera! Houston, abbiamo un problema!
    Non riesco a fare altro che sorriderle un po' impacciato, il viso probabilmente in fiamme, soprattutto quando la vedo avvicinarsi. Mi stupisco davvero di non prendere fuoco, soprattutto quando le sue labbra si posano fugacemente su un angolo delle mie, che restano socchiuse a conferirmi un'espressione da pesce lesso da Guinness dei Primati.
    Feyre!
    Vorrei dirle che anch'io le voglio bene, che non avrei mai pensato di sentirla tanto vicina a me, che non vivrò per altro che per il bacio che mi prenderò il giorno del mio diciottesimo compleanno.
    Allungo una mano per provare a fermarla, ma sono rimasto imbambolato a godermi il tepore della sua vicinanza per qualche secondo di troppo.
    Lei se ne è già andata e io posso solo lasciarmi cadere di nuovo sui cuscini e rivivere in loop tutto quello che è successo fino a domattina.
     
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