Lezione - Cura delle Creature Magiche

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    Anastasia si stava muovendo nervosamente nei pressi del capanno del guardacaccia, camminando avanti e indietro a ricalcare le proprie impronte nella neve. Aveva dormito al castello quella notte, in modo da potersi preparare adeguatamente alla sua prima lezione come professoressa di Cura delle Creature Magiche.
    La sua prima lezione.
    Avrebbe voluto poter dire che la cosa non la stava affatto mettendo in ansia…
    La sera precedente, in barba all’emancipazione femminile e alla visione estremamente adulta di sé stessa, l’aveva passata nell’alloggio di suo padre. Adam Carter era uno dei professori più amati di Hogwarts a quella non era mai stata una novità: Adam era una delle persone più amata in qualsiasi ambito lo si mettesse. Confrontarsi con lui, o con l’immagine di suo nonno che di tanto in tanto li fissava invadente da uno dei ritratti, invece che tranquillizzarla aveva contribuito solo ad agitarla di più. Era difficile sentirsi all’altezza.
    Si bloccò nel suo incedere, voltandosi verso il più vicino dei recinti delle creature. Era impossibile dire quanto amasse, e quando odiasse al tempo stesso, quei due uomini. Si calò il cappuccio sulle spalle, liberando un elastico dal polso per legarsi i capelli in una coda alta, ben stretta. Respirò a fondo - Andiamo… - borbottò a se stessa, dirigendosi poi verso la struttura che aveva costruito sopra uno dei recinti.
    Ancora non capiva come ci fosse finita, lì ad Hogwarts.
    Nemmeno era sicura le piacessero poi così tanto, i ragazzini…

    - Benvenuti. Toglietevi pure i mantelli - Anastasia era in piedi all’ampia cupola di legno che aveva eretto sopra uno dei recenti delle creature. L’interno ricordava vagamene una capanna africana, ma molto più grande di quanto nessuna capanna avrebbe mai potuto essere, e la temperatura era tenuta volontariamente alta. Una dozzina di torce sistemate lungo il perimetro garantivano l’illuminazione necessaria a notare i quattro grossi uccelli colorati che erano sistemati su altrettanti trespoli. Due erano verdi acceso, uno rosa e uno di un bell’arancione splendente, e tutti e quattro avevano una sottile catena che, morbida, li teneva legati ai rispettivi trespoli. Uno dei due animali verdi, il più vicino all’ingresso, aprì il becco in direzione degli studenti, senza che però ne uscisse nulla.
    - E i maglioni se volete - aggiunse una volta che tutti gli studenti furono all’interno. Anastasia, ben lungi dall’indossare abiti da strega, li aveva accolti in jeans e maglietta a maniche corte. La temperatura dentro la struttura superava abbondantemente i venti gradi - I nostri amici hanno bisogno di una temperature più idonea di quella che si trova dalle nostre parti - allargò le mani, facendo loro segno di sparpagliarsi per la zona - Evitate di avvicinarvi troppo: i Fwooper non sono animali pericolosi in senso stretto del termine, ma sono comunque dei volatili con un becco e degli artigli ed eviterei di agitarli, se possibile - anche se non si trattava di animali per nulla aggressivi, Anastasia avrebbe preferito il dover evitare di giustificare qualche graffio sulle braccia o un dito mordicchiato.
    Mosse qualche passo, avvicinandosi all’esemplare arancione. L’animale aprì un paio di volte il becco, come a parlare, senza che però ne uscisse nulla. Tutti gli esemplari erano stati silenziati da lei prima delle lezione - Qualcuno sa dirmi da dove vengono questi animali e qual è la loro particolarità? - domandò Anastasia, tirandosi fuori dalla tasca un biscotto e lanciandolo in aria, facendolo prendere al volo alla creatura.


    Scadenza il 10/03
    Mettere in spoiler anno e casata, per cortesia


    Edited by Anastasia Rose Carter - 28/2/2023, 16:20
     
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    Quel giorno in orario c’era Cura delle creature magiche, quindi doveva uscire dal castello.
    Bene, una boccata d’aria non poteva far male, erano diversi giorni che non usciva e si sentiva un corvo in gabbia. Chissà com’era la professoressa Carter, questa era la prima lezione che frequentava con lei, ma sicuramente sarebbe stata una lezione interessante.
    Discese il sentiero esterno, costeggiato dalla neve, verso i recinti degli animali persa nei propri pensieri. L’aria fredda la fece stringere nel mantello, maledicendo nuovamente quella stagione. C’era stata un po’ di tregua nei giorni prima, tanto che aveva sperato in una primavera anticipata ma adesso il gelo era tornato e le sembrava anche più pungente, ma per la lezione fece uno sforzo immenso, accelerando l’andatura.
    Quella era una delle materie che più le piacevano, più che altro perché dovevano stare all’aperto e le creature era bellissime. Certo erano molto pericolose e aggressive, ma così belle! Un po’ come Loki, dall’aspetto dolce con un cuore di puro inferno. Se gestiva lui, poteva gestire anche un drago.
    Si diresse verso una capanna, che le ricordò quelle viste durante un safari coi genitori qualche anno prima e quando entrò il clima le diede ancora di più la sensazione di essere di nuovo nei paesaggi brulli africani. Finalmente un po’ di caldo
    Entrando guardò stupita il Fwooper vicino all’ingresso, con quel bel colore verde. Oddio era così carino che veniva voglia di lisciarli il piumaggio, ma ascoltò l’avvertimento della prof e si tenne a distanza di sicurezza. Con la fortuna che aveva, l’avrebbe subito artigliata o beccata
    Mentre la Carter spiegava tolse il mantello e il golfino, perché effettivamente faceva molto caldo, che gioia, e tirò su i capelli in una coda alta
    Alzò la mano per rispondere alla domanda posta -I Fwooper sono famosi per il loro canto, se ascoltato a lungo può portare alla pazzia. Per questo dovrebbero essere sottoposti ad un incantesimo silenziatore, da rinnovare circa ogni mese- se non ricordava male, aveva letto qualcosa di sfuggita sul libro di testo

    Feyre Starfoll - V anno - Corvonero
     
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    Arrivare all'aula, o in questo caso ai recinti degli animali, da soli era sempre una noia pazzesca e lei, da quello spiacevole evento del mese prima, non riusciva più a sopportare la solitudine. Era sempre circondata dagli altri e cercava sempre la loro compagnia, solo così sembrava riuscire a tenere a bada i ricordi che la perseguitavano notte dopo notte. Gli altri sembravano sempre interessati a farsi ognuno i fatti propri, si vedeva che mancava una figura femminile ad organizzare il tutto. Certo, c'era Daisy, ma era troppo mite per mettersi a dare testate ai maschi di Tassorosso, quindi Teresa si era auto assegnata quel compito! Avrebbe radunato il gregge e sarebbero arrivati a lezione tutti insieme, cascasse il mondo!
    “JUSTIN! ALEX! ANDRE'! DAISY!” urlò la piccola ragazzina che aveva una voce sorprendentemente potente per essere così minuta. “ANDIAMO A LEZIONE, ADESSO! HOP HOP”
    E così la ciurma si radunò, anche se André, a quanto pare, aveva qualcosa di meglio da fare e li avrebbe raggiunti più tardi. Mannaggia a lui e alla ricerca di gonnella! Un giorno o l'altro a Teresa sarebbero venuti davvero i capelli bianchi nel tentativo di tenere d'occhio il bardo pazzerello.
    Durante il tragitto, che con somma soddisfazione di Teresa era decisamente più divertente che stare tutta sola con i suoi pensieri, parlarono della nuova professoressa di Cura delle Creature magiche.
    “Avete sentito il giro di notizie? Dicono che sia imparentata con Carter Medium! Quindi questo vuol dire che è la Carter Junior, anche se forse sarebbe meglio dire Junior-Junior visto che Carter Junior è suo fratello...” di solito non si interessava di gossip, non era esattamente il suo argomento preferito, ma quando stava facendo ricerche per capire che persona fosse suo cugino Dell era incappata in più di un articolo riguardo la famiglia Carter, a quanto pare erano dei pezzi grossi inglesi, quindi era quasi scontato che i giornalisti li nominassero spesso.
    Eppure queste cose a Teresa non importavano. A lei interessavano gli animali e basta quindi essendo la sua prima lezione, Teresa era decisamente curiosa di vedere come se la sarebbe cavata.
    Arrivati all'interno del forno crematorio, perché altro non poteva essere essendo che li facevano passare da zero gradi a più di venti in un batter d'ali di boccino, dei tenerissimi uccellini dal folto piumaggio super colorato li salutarono, anche se era chiaro che erano stati silenziati perché anche se aprivano il becco niente usciva dalle loro bocche. Teresa fece un rapido controllo nei suoi ricordi e in effetti si ricordava di degli uccelli che avevano il canto micidiale, anche se si ricordava più che altro la leggenda collegata visto che era così buffa.
    Iniziò a togliersi mantello e golfino, solo in quel momento collegò la voce che aveva dato quelle indicazioni all'altra presenza non conosciuta in classe. Porca miseria perché i dipendenti scolastici dovevano essere tutti così belli? Sentì il cuore saltarle un battito e gli ormoni iniziare a ballare la samba, una reazione che l'ultima volta aveva avuto con la bella e dolcissima Vanya, anche se quella barca era salpata e purtroppo non poteva che osservarla da lontano con gli occhioni da cucciola bastonata. Ma a quanto pare c'erano altri pesci in mare...
    “Psss, Justin! Guarda, guarda!” gli tirò la manica, trascinandolo vicino a se per potergli parlare nell'orecchio, non volendo che la prof sentisse quello che stava per dire. Non sarebbe stato carino, ecco “Lei si che è una vera bellezza! Lo so, lo so, tu punti a Feyre, ma devi ammettere che la prof è una spanna sopra! Cioè, guarda che eleganza! E che raffinatezza...”
    Come fosse finita a commentare la bellezza delle ragazze con Justin non ne aveva assolutamente idea, ma forse André riusciva a darle man forte.
    “André... ANDRE'” sibilò, attirando l'attenzione del ragazzo e facendogli segno di avvicinarsi. “Dillo anche tu a Jus che la prof batte tutte noi studentesse cento a uno!” non aveva problemi ad ammettere di essere meno bella di qualcun altro, anzi, faticava a pensarsi meglio di altri, quindi lodare la bellezza della bionda a discapito della sua non era così strano per la piccola Tassa.
    Cercò di distrarsi dal pensiero, doveva seguire la lezione, non sbavare dietro la prof! Quello poteva farlo nel tempo libero, alla fine mica se ne sarebbe andata tanto presto da Hogwarts... Guardare e non toccare a meno che non sono della sua stessa età! Ricevuto il messaggio, Vanya dei suoi stivali!
    “A proposito di questo, c'è una leggenda che dice che un mago, Uric Testamatta, per provare che non fossero pericolosi e, anzi, fossero benefici per maghi e streghe, ascoltò per tre mesi consecutivi il loro canto, recandosi poi alla presentazione della sua tesi con un tasso morto in testa invece del parrucchino! Dire che la sua tesi fu bocciata è dire poco...” storse il naso, per quanto fosse fiera di essere nella casata della nobile Tassorosso, andare in giro con un tasso morto sulla testa non era esattamente la sua idea di divertimento ecco.

    Teresa Maria Rivera - IV anno Tassorosso

     
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    Sono curioso ed eccitato all'idea di studiare le creature magiche dal vero, ammesso che non ci mettano davanti a qualche strano demone capace di inghiottire le nostre teste come se fossero Gelatine Tuttigusti + 1.
    No, dai, non è possibile, saranno sicuramente creaturine amorevoli e gentili, del tutto innocue per noi studentelli che non ne abbiamo ancora mai vista una in carne ed ossa. Finora credo di aver visto solo fantasmi, anche se non penso si possano definire Creature Magiche in senso stretto... Comunque, dopo anni cresciuti a pane, marmellata e film horror ho già dovuto fare un grosso lavoro su me stesso per non trovarli inquietanti.
    Per il resto, ogni mostro che io abbia mai affrontato si trovava all'interno dei dungeon delle infinite sessioni di D&D con i miei compagni di nerdende.
    Sto pensando a questo, mentre Teresa ci trascina tutti a lezione con il suo solito entusiasmo. Beh, quasi tutti... André si trattiene per ragioni misteriose e ci promette che arriverà a breve. Non gli chiedo perché, ormai lo conosco abbastanza da essere sicuro che non me lo direbbe o che l'intromissione lo infastidirebbe.
    Però vieni eh, non è lo steffho senfha di te.
    Ecco, almeno questo posso dirglielo. Del resto, se io, Teresa e Daisy finiamo per trovarci in pericolo, chi può salvarci se non lui, evocando la sua magica chitarra da spaccare in testa ai mostri come le migliori rockstar?
    Immagino la scena e nel frattempo Teresa mi intorta con i gossip sulla professoressa Carter, anche se sinceramente non ci ho capito un granché, tranne per il fatto che probabilmente è la figlia del professor Carter che ci insegna Incantesimi.
    Povero professor Carter, con i miei difetti di pronuncia e la mia bacchetta che emette peti, sono diventato la sua dannazione... Però è simpatico, è un uomo estremamente competente e al contempo semplice e con un gran senso dell'umorismo.
    Se è ok anche solo la metà di quanto lo è suo padre, allora va bene. Te lo dirò alla fine della lefhione, se avremo ancora le offha tutte intere.
    Una volta entrati nello spazio chiuso che è stato allestito per la lezione, saluto i presenti prima che il caldo soffocante mi faccia iniziare a sudare in modo imbarazzante... Davanti a Feyre, per di più, a cui essere accaldata sembra donare terribilmente! Si è già tolta il golfino e con i capelli raccolti è un vero schianto.
    Buongiorno saluto anche la professoressa con un ampio sorriso, un attimo prima di sfilare il mantello ed il gilet con i colori giallo-neri a mia volta.
    Il motivo per cui ci troviamo in questa sauna sono i pennuti dai colori sgargianti, apparentemente incapaci di produrre qualsiasi suono, che ci osservano dai trespoli. Cioè, sono meravigliosi!
    Sono già sul punto di avvicinarmi per andare a vederli più da vicino, dimentico di tutti i timori che avevo riguardo a terribili mostri da affrontare, quando Teresa distoglie la mia attenzione per chiedermi cosa ne pensi della professoressa Carter. Cavolo, non l'ho mai vista così... Esplicita. E poi dice che sono io quello esagerato, quando le parlo di Feyre!
    Sarà anche elegante, però non saprei... E' vecchia... E soprattutto credo che abbia lasciato le Pluffe a casa. Feyre invece...
    Che lo dico a fare, le sue si notano eccome e mi riscuoto dal sorrisetto ebete che rivolgo alla Corvonero solo quando la professoressa Carter inizia a parlare, interrompendo i miei bisbigli udibili solo da Teresa, in piedi accanto a me.
    Così quegli uccelli strepitosi si chiamano Fwooper e così, ascoltando Feyre, non cantano perché hanno subito un incantesimo silenziatore.
    Ma è un bel canto o fanno un verso tipo quello delle cornacchie?
    Ormai sono curioso, non posso andare via da qui con un dubbio del genere!
    Tess, poi, ci racconta una leggenda molto buffa che mi fa ridacchiare e domandare dove l'abbia letta... Per me che sono un Nato Babbano, ogni informazione è una scoperta. Sono così ignorante!
    Io al Ghirigoro ho comprato quefhta piuma colorata. dico dopo aver alzato la mano, estraendo dalla mia borsa a tracolla una grossa piuma color rosa shocking molto simile a quelle dei volatili che stiamo osservando. Stupenda, mi aveva catturato dal primo istante! E' fhtata presa da un Fhwooper? Ma le perdono da soli oppure c'è proprio qualcuno che con n incantesimo gliele fhtacca?
    Ecco, solo a questo pensiero potrei iniziare a disinnamorarmi della mia bellissima piuma fucsia.


    SPOILER (click to view)
    Justin Dustin - Tassorosso - III anno
     
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    Crocchia-Ossa dice che i Gallesi è molto più sugoso e smaccheramelloso!

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    Qualcuno le toccò la spalla, era il segnale: “lezione finita, andate in pace”. Stiracchiò leggermente le spalle reprimendo uno sbadiglio. Recuperò la borsa infilandoci dentro di malagrazia un libro troppo grande per il reale uso che ne faceva, ne tirò fuori invece un plico di fogli e li posò svogliatamente sulla cattedra. Compito consegnato, lunghezza spaccata al millimetro, non di più e noi di meno. La docente le lanciò uno sguardo misto di ammonizione e disperazione, inutile dirle qualcosa, sarebbe stato fiato sprecato.
    Uscì dall’aula da sola, in mezzo alla fiumana di studenti e il loro cicaleccio tra i corridoi. In un attimo si ritrovò sotto i portici del cortile e con una mossa studiata da anni si fece scivolare da sopra la nuca un paio di occhiali color verde acido. Si voltò a guardare per un momento il sole che picchiava le teste di alcuni studenti stesi sul prato e arricciò le labbra. Si sentiva un poco un vampiro in quelle occasioni, si infilò velocemente nel primo punto ombroso.
    Storse il naso guardando l’orario, il suo pisolino avrebbe dovuto attendere più tempo del previsto, l’assenza di tavoli e sedie rendeva la lezione di Cura delle Creature Magiche un posto poco consono, inoltre spesso c’era una luce fastidiosa che si infiltrava tra gli al. Si diresse verso la zona adibita alle lezioni stringendo appena il mantello attorno al collo per quegli ultimi sprazzi di freddo prima dell’arrivo della primavera e quando raggiunse la struttura la trovò alquanto curiosa.

    All’interno c’era un bel tepore, tanto che accettò di buon grado di levarsi mantello e maglione, allentando leggermente anche la cravatta e arrotolando le maniche della camicia. Subito lo sguardo fu attirato dai quattro pennuti dai colori sgargianti, due dei quali ricordavano il colore degli occhiali che aveva riposto nello zaino. Non era una grande appassionata della materia Nudd, ma doveva ammettere che certe volte, la divertivano. Non certo quando bisognava prendersi cura di noiosi vermicoli e odiava le fate, perché, insomma, erano delle stronze maledette. Ma alcune altre creature, o per aspetto o per caratteristiche, le risultano alquanto curiose.
    Inoltre quella era una creatura che non aveva mai visto.

    « Le uova che depongono indicano il colore del Fwooper che deve nascere. »

    Disse piegando la testa di lato per osservarlo da un altra angolazione, e anche per vendere se quello avrebbe inclinato anche lui la testa come un gufo. Era una cosa che l’aveva incuriosita leggendo di loro, come se avessero mollato colore ancora prima di formarsi, e quindi ecco il vostro ovetto colorato. Come quelli del coniglio…
    Sì, le piacevano, con uno sguardo un poco incazzoso quelli verdi le ricordavano dei piccoli Grinch. E il Grinch era un pò il suo spirito guida.


    Nudd Evans - V anno - Corvonero
     
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    I giorni nella scuola stavano passando anche troppo velocemente, ormai mi ero del tutto abituato al susseguirsi di lezioni e non mi perdevo più. Stavo anche migliorando in molte materie, visto che le mie basi erano quasi inutili, era tutto nuovo, ma per fortuna avevo un buon cervello. Seguii la massa degli studenti, uscendo dal castello e raggiungendo i recinti dedicati alle creature. Feci l'occhiolino ad una ragazza che mi passò vicino, che ridacchiò. Il mio fascino funzionava ancora, bene a sapersi. Ma ci avrei pensato dopo, adesso dovevo fare il bravo studente.
    Guardai incuriosito la capanna che si ergeva di fronte a noi, era li che si sarebbe tenuta la lezione del giorno, proprio un bel posticino. Entrai, individuando i due tassi con cui avevo condiviso il recupero di pozioni e li raggiunsi in tempo per sentire i discorsi che si stavano scambiando <Devo dare ragione a te tassetta> sussurrai alle spalle della ragazza, come si chiamava? <a proposito, io sono Hunter. Non ci siamo presentati a dovere a pozioni. Ciao anche a te Justin> salutai il ricciolino e guardai la prof <Si, hai proprio ragione> era veramente una splendida donna, ma aveva uno sguardo un po' sfuggente.
    Però, stava spiegando e bisognava ascoltare: Fwooper, ecco cos'erano quei piccioni variopinti sparsi qua e la. Carini, ma un po' inquietanti
    Iniziava a far caldo li dentro, quindi tolsi il mantello e il maglione, tirando su le maniche della camicia, rivelando il tatuaggio che avevo fatto alla prima uscita dal castello e incrociando le braccia, ascoltando anche i vari commenti, tra cui anche quello della corvetta dal bel davanzale.
    Quella materia poteva rivelarsi interessante, anche quei piccioni colorati.

    Hunter O’Donogh, Grifondoro V anno
     
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    "Se ci provi ancora una volta, maledetto, ti prendo per le penne del culo!", do un leggero colpetto con il dorso della mano al corvo, scostandolo il più possibile dal "mio" asticello ficcanaso preferito.
    "Smith è con me da prima che quella ti mandasse a cagarmi il cazzo, cerca di avere un po' di rispetto Dabd!", Cra!Cra!, "Ma falla finita, non ti ha fatto niente!"
    Fantastico, adesso parliamo pure con gli uccelli, sembra il fottuto remake di un film classico. Dopotutto è un attimo a passare da "l'uomo che sussurrava ai cavalli" a quello che litiga con le cornacchie invadenti. Comunque, vaffanculodevoandare. La lezione di Cura sta per iniziare, "Belli Capelli" starà già aspettando di sotto visto che gli espressamente chiesto di andarci insieme, ed io non arriverei tardi a questa materia per nessuna ragione al mondo.
    Mantello, bacchetta, borsa, e sono subito giù nella sala comune.
    "Oilà Finnik! Che si racconta? Scusa il ritardo, ho avuto qualche contrattempo col mio zoo personale."
    Lo guardo, lo fa anche lui, anche se in modo leggermente più astioso del mio. Ma che cazzo. Zio, ci conosciamo da ieri. Non hai motivo di vedermi sotto tutta questa cattiva luce solo perché, ad una certa, ho capito di provare qualcosa per una ragazza - certo forse un po' tanto più piccola di me - che comunque conosco tipo da sempre.
    "Senti Ralph...", gli faccio ad una certa dopo un lungo silenzio quando siamo già praticamente fuori dal castello, "Karen mi ha parlato di come l'hai presa quando hai scoperto che noi due...bhe sì, quando ti ha detto che ci siamo messi insieme."
    Già. A sentire la rossa, il suo storico compagno a delinquere non l'ha presa proprio benissimo. E sto usando un eufemismo.
    "Non credere che per me sia una cosa semplice da gestire, soprattutto da dopo che è uscito quel cazzo di giornalino. Insomma, per Merlino, le nostre famiglie sono legate, la conosco da anni e, probabilmente, sia suo padre che il mio ci farebbero la pelle se venissero a sapere di noi con certezza.
    Un po' di impacciatagine mi coglie al momento visto che, tutto sommato, alla fine non credo di dovermi giustificare con lui. Lei però ci è molto legata e anche a me, dopotutto, belli capelli sta piuttosto simpatico. Ahimè, credo sia doveroso cercare quantomeno di fargli capire che, nonostante tutto, le mie intenzioni nei
    confronti della Grifondoro sono assolutamente delle migliori.
    Un po' per quanto ho appena elencato e un po', ovviamente, perché sono conscio che più Finnik si sentirà "tranquillo" circa il mio rapporto con la Rossa, e meno rischierà di trovarsi colto alla sprovvista dall'impellente bisogno di spiattellare tutto a chi proprio non dovrebbe.
    "Non era programmato sai, io la consideravo davvero alla stregua di una sorella più piccola fino a poco tempo fa. Poi è successo qualcosa, quella sera in cui siete venuti a vedermi e tu mi hai fatto da secondo...Potrei essere codardo e dare la colpa all'alcool, ma la verità è un'altra.", ed io non sono mai stato capace di mentire né apprezzo chi lo fa,"Non lo so, ad un certo punto gli anni che ci separano si sono annullati ed io, per qualche motivo, ho realizzato quanto lei mi piacesse davvero.
    Andiamo, tutti è due sappiamo che Karen non dimostra assolutamente la sua età, sotto nessun punto di vista conosciuto dall'uomo."

    I recinti sono a circa dieci metri da noi ed io, convinto fermamente di voler cavare il fottuto ragno dal cazzo di buco, mi metto a camminare all'indietro con noncuranza così da poter guardare il mio concasato dritto negli occhi.
    "Senti amico, non ho alcuna intenzione di ferirla o usarla se è questo che pensi. Dico davvero, le voglio troppo bene fin da prima che tutto ciò accadesse per poterci anche solo pensare.
    E poi, dai, meglio io che qualcun'altro, no?"

    Cinque metri, il tempo stringe. Forse avrei dovuto scegliere un altro momento per cercare il confronto con lui.
    "Sei un tipo apposto Finnik, mi piacerebbe poter continuare a considerarti un amico indipendentemente dalla mia relazione con Karen. Pensaci, dai."
    Strizzo l'occhio sinistro e gli allungo una pacca amichevole sulla sua spalla, prima di voltarmi e varcare la soglia d'una sottospecie di porticato confezionato ad hoc per l'occasione. Spogliandomi tipo subito, perché qua dentro c'è la stessa temperatura che si potrebbe trovare nell'africa equatoriale in piena estate.
    Ovviamente prendo posto nei pressi della Cavanaugh, salutandola con un sorriso accompagnato dal più complice dei cenni. Prima di arrivare qui, ovviamente, ho provveduto a renderla partecipe circa lo scambio di battute che avrei voluto intrattenere con il Grifondoro. L'idea è quella di poterlo considerare definitivamente un amico in comune, quindi staremo a vedere.
    Comunque, cazzo, sia messo agli atti che ho piantato gli occhi sui Fwooper non appena sono entrato. Ed essi sono, senza perdersi in inutili giri di parole, incredibilmente meravigliosi.
    La lucentezza delle loro penne indica che qualcuno se ne sta prendendo cura e, ad occhio e croce, sono tutti e quattro giovani adulti in buona salute.
    Ed ecco, al solito, d'un tratto mi scordo quasi di muovermi entro uno spazio e un tempo ben precisi, focalizzando le mie attenzioni quasi esclusivamente sulle creature presenti e le domande che la Carter ci pone riguardo ad esse.
    Annuisco vistosamente e d'istinto alla prima risposta delle Corvonero che si trova appena in paio di metri più in là, scoprendomi totalmente d'accordo con lei.
    La domanda a questo punto è: Ma questa farà schifo in qualche materia oppure è tipo una Wikipedia senza internet?
    Poco male eh, non sono il tipo di persona che odia chi si informa esclusivamente perché io, al contrario, mi gratto al solo pensiero di stare chino su un libro per tre minuti consecutivi.
    Animali fantastici e argomenti annessi esclusi, ovviamente. Di quello potrei leggere per giorni, anche senza fottere o dormire.
    "Vengono dall'Africa. Sono classificati con tre "x" non tanto per la loro pericolosità effettiva, quanto più per i motivi esposti da Feyre e la nostra compagna di Tassorosso.", un sorriso amichevole pure a lei che oggi mi sento particolarmente di buon umore.
    "È necessaria una specie di patente per possederne uno, proprio perché sono Creature che richiedono una certa responsabilità nel essere maneggiate."
    Seguo con gli occhi l'esemplare arancione mentre questo, con una piccola spinta, afferra al volo il premio offertogli dalla prof.
    "Sono meravigliosi.", sussurro a Karen sfiorandole il dorso della mano, "Di un po', non ho avuto troppo a lungo quel' espressione in viso, vero?"
    Ovviamente, come entrambi sappiamo dall'ironia nel mio tono, mi riferisco alla faccia assorta al limite dell'ebetismo che metto su ogni volta in cui ammiro dal vivo creature simili per la prima volta.



    Logan McCormac, V° Anno, Grifondoro.

    Interagito direttamente con Finnik e Karen. Indirettamente con Feyre e Teresa. Riposto alla prof.
     
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    "JUSTIN! ALEX! ANDRE'! DAISY! ANDIAMO A LEZIONE, ADESSO! HOP HOP" La fitta dietro gli occhi era martellante, ad ogni parola che la mia compagna di casa pronunciava con quella voce così... alta. Non ci avevo fatto mai caso eppure, per un motivo o per un altro quel giorno la trovavo terribilmente.. fastidiosa. C'era da dire che la giornata era iniziata in modo pessimo dovendo mandar giù la pozione Antilupo che aveva richiesto come al solito, una grandissima concentrazione. Perché faceva schifo e io ero abbastanza schizzinosa con il cibo quindi dovevo starmene almeno cinque minuti buoni con le mani sulla bocca per non rischiare di vomitarla in modo melodrammatico. E la cosa peggiore era che non potevo neanche provare a spingerla giù con dei pasticcini. E la pozione antilupo onestamente non faceva niente di niente per il mal di testa.. e in generale per il mal di tutto lunare.
    Sì... intanto andate, devo passare prima dalle Serre..
    mugugnai esibendomi in un sorriso forzato, mentre mi infilavo un'ulteriore maglia sotto alla divisa: l'ultima volta eravamo morti di freddo nelle lezioni all'aperto. Stavolta non mi avrebbero fregata!
    La mia deviazione però non era una scusa: avevo saltato qualche lezione di Erbologia per motivi superiori e dovevo recuperare le pergamene e le piantine per eseguire una relazione che andasse al colmare quel vuoto nozionistico. Poco intelligente da parte mia andare a prendere delle piante prima di andare a lezione in un posto dove potevano esserci delle bestie erbivore vero? Ecco sul momento non ci avevo assolutamente pensato.
    ...mi sembra di essere la bambina di E.T..
    borbottai fermandomi nuovamente per afferrare meglio quell'enorme vaso con quel fiore strano dentro, che continuava a scivolarmi dalle mani.
    Onestamente non credo che la Westwood abbia capito che affibbiarmi una relazione su un fiore che sboccia con la Luna Piena sia la via giusta per farmi recuperare le lezioni che ho perso per via della Luna Piena.. K puoi camminare in modo meno rumoroso..???
    Avevo beccato Karen proprio alle Serre: a quanto pareva la rossa ne aveva saltate tipo un numero vergognoso e non avevo idea di che cosa fosse successo là dentro ma la rossa era di umore a dir poco nero. E io che volevo chiederle di tenermi d'occhio la fioritura di quello stupido fiore così che potessi inserire la descrizione della.. sbocciatura nel compito.
    Dai per almeno una settimana niente più Erbologia..
    Avrei dovuto chiedere a qualcun'altro di fare il Flower watching.. c'era solo un problema: avevo litigato praticamente con tutti.
    Quando arrivammo a lezione ero già sudata, esasperata dal tragitto con quello stupido vaso pesante per lo stradellino sassoso e ripido. Immaginate la mia gioia quando scoprii che all'interno di quella cupola di legno c'era..
    ..maledizione sono i tropici..
    Alla faccia della mia maglia termica al di sotto della divisa!! E non potevo nemmeno togliermela o tutti avrebbero visto quella stupida cicatrice stupidamente grande..
    Persi un discreto lasso di tempo nel togliermi tutti gli strati possibili, rimanendo comunque con quel lupetto felpato (sì, sì, che SIMPATICA coincidenza vero?) sotto la camicia, posando il fiore all'ingresso. Un veloce sguardo all'aula, cercando di decidere dove sedermi: avendo litigato con tutti però non era semplice. O meglio.. in realtà lo era, perché procedendo per esclusione c'era solo un posto dove potevo sistemarmi: accanto a Karen.
    Permesso....
    Le mie mani sbucarono tra Logan e Karen, per poi aprirsi lentamente suggerendo ai due di farmi spazio e allontanarsi l'uno dall'altra. I motivi della mia scelta erano allo stesso tempo egoistici ed estremamente altruisti. Erano altruisti perché dopo l'uscita del giornalino, vederli attaccati non avrebbe fatto altro che alimentare la convinzione che stessero davvero assieme e quindi li stavo salvando dalle male lingue. Il motivo egoistico era che stavano davvero assieme e non avevo intenzione di passare la lezione con loro che si sfioravano le mani e si sussurravano cose all'orecchio. Capiamoci, sono molto felice che la mia migliora amica stia con lui e tutta quella storia dell'anima gemella e la cinematograficità dell'amicizia che sfocia in love story e il destino e tutto quanto. Ma possono essere cinematografici altrove senza che io passi per la reggimoccolo. Anche se è evidente che lo sono. Avverto il palese disagio nell'essermi infilata lì nel mezzo, con le mani tra le gambe, la testa rinfagottata tra le spalle.
    Comunque sì direi almeno otto secondi.
    Decisi quindi di rispondere a quella domanda che non era assolutamente rivolta a me per cercare di dissimulare l'essere il terzo incomodo, continuando a fissare quegli uccelli dalla testa grossa. Che a quanto pareva erano condannati allo stesso destino della sirenetta Ariel.
    ... perché una persona dovrebbe volerne uno se poi deve tenerlo muto tutto il tempo..? Può comprarsi un pavone se è solo una questione estetica..

    Daisy Locke- III anno - Tassorosso. Interagito principalmente con Karen e Logan
     
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    Accettabile. Era stata la valutazione che aveva preso nella verifica di recupero di Erbologia, lasciando scontenta la Professoressa che non si spiegava un calo così drastico da un trimestre all’altro. Nonostante la storica insofferenza per la materia, fino all’anno precedente la preparazione di Karen si era sempre aggirata sull’Oltre Ogni Previsione: in risposta la Grifondoro aveva scrollato le spalle, lamentando che era un periodo di insofferenza generale, con scarsa concentrazione e costellato da episodi frequenti dove si sentiva male. Poco importava che succedeva accidentalmente solo con la sua materia.
    -Perché non chiedi ad André di aiutarti? Pare che abbia un insospettabile talento per il primo soccorso. Non resisterebbe al richiamo di una donzella in difficoltà.-, commentò con sarcasmo, accelerando il passo. Il nervosismo l’aveva ghermita allo stesso modo con cui Stormind l’aveva trascinata di peso alle Serre, e non l’aveva più lasciata. Karen aveva dovuto ingoiare la bile per tutto il tempo che era stata in compagnia della professoressa, trovando tregua solo quando la Westwood le aveva consegnato piuma e pergamena per il compito scritto. In quella breve mezz’ora i pensieri erano cessati di colpo, tanto che aveva quasi dimenticato in presenza di chi si trovava; il voto reale sarebbe stato una “O”, se la rossa non avesse scritto di proposito il minimo sindacabile per raggiungere la sufficienza. Dopotutto, lei in quella serra aveva previsto di non arrivarci affatto. E avrebbe mantenuto il proposito, se non ci fosse stato un imprevisto.
    -Se non trovi nessuno te lo tengo d’occhio io… potresti chiedere l’esonero per quei giorni però… ne avresti il pieno diritto. Sfruttala a tuo favore!-, arrivate all’esterno, vide in lontananza che la zona dei recinti con le creature era stata modificata. Un padiglione ne sormontava uno, accrescendo la sua curiosità spazzò in parte il nervosismo che aveva accumulato al recupero. Erbologia non era stato l’unico motivo di scazzo: l’edizione speciale della Mandragola aveva acuito l’impressione che Ralph detestasse Logan. Karen si era confidata col Caposcuola, che aveva deciso di tagliare la testa al toro parlandogli… l’idea che potesse degenerare come era degenerata nel cortile della scuola la poneva in uno stato di tremenda agitazione. Teneva a entrambi anche se in modi diversi, detestava l’idea che Ralph lo trovasse tanto insofferente…
    -Buongiorno Prof.-, salutò sia la professoressa che i presenti con un cenno della mano, per poi affiancare Logan.
    -Qui dentro si muore-, la rossa abbandonò mantello e cardigan dove erano stati temporaneamente sistemati gli altri vestiti, restando solo in camicetta. Mentre la professoressa introduceva l’argomento del giorno non poté fare a meno di sollevare lo sguardo, cercando il punto in cui i volatili si erano appollaiati.
    -Se a uno di loro cadesse accidentalmente una piuma posso tenerla? Adoro collezionarle-, i colori variopinti e accesi del piumaggio erano uno spettacolo per gli occhi, e la rossa non poté fare a meno di rimirarle, come incantata. Cura delle Creature Magiche era la sua materia preferiva e anche in quell’occasione non perse il suo potere terapeutico e per un po’ il fuoco che le corrodeva lo stomaco si estinse.
    -Se sono in grado di far perdere le rotelle… perché classificarli solo con tre X? Con le giuste precauzioni diventano innocue, ma si potrebbe dire lo stesso di tante altre creature che invece le presentano tutte…-, tipo i mannari come Didi, che diventavano tranquilli quando assumevano la pozione. Fu Logan a distrarla, catturandone l’attenzione sfiorandole la mano: per un attimo Karen fu tentata di accostarsi maggiormente, ma memore dei pettegolezzi sul giornalino esitò. Ci pensò Didi a rispondere per lei, strappandole una risata che soffocò per evitare di disturbare la lezione.
    -Potresti provare a conquistare Finnik con uno di quei sguardi… sono sicura che cadrebbe ai tuoi piedi...-, sussurrò in sua direzione.
    -Ho quasi paura a chiederti come sia andata…-, non era l’unico timore, per altro. Per un attimo lo sguardo della Grifondoro incrociò quello di André, dall’altra parte della cupola.
    -Hai litigato anche con lui, Didi? Sembra guardare proprio te…-, forse sì, forse no. Forse era il caso di cantargliene un paio per più di un motivo. Karen finse di appuntare dettagli della lezione sul taccuino, poi strappò il foglio senza farsi notare e lo fece cadere per terra.
    Chartanimus, il foglio si ripiegò più volte su sé stesso fino ad assumere l’aspetto di uno scoiattolo in origami. Sgusciò tra i piedi degli studenti con l’intenzione di raggiungere il Tassorosso.

    "Se te lo stai chiedendo, l’ho passato.
    Grazie per la spintarella Stormind, ma non ce ne sarà più bisogno: non fa per me.
    Chiederò al Preside di essere esonerata. Tipo per sempre."


    Karen Cavanaugh, Grifondoro IV Anno
    Fatto una domanda alla prof., salutato i presenti e interagito in particolare con Logan, Daisy e André.
     
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    Ripeto: nella mia vita precedente devo essere stato davvero un pezzo di merda, ma di quelli che proprio sono passati alla storia. Non si spiega altrimenti perché mi ritrovi perennemente bloccato in situazioni assurde. Quali direte voi, è un post sull'andare a lezione cosa dovrebbe esserci di assurdo, perché non inizi semplicemente dal capanno? Beh non l'ha fatto nessuno di quelli che mi hanno preceduto e quindi, signori miei, ora vi beccate anche la mia versione della storia. Prendetevela con gli altri.
    La situazione assurda è che nei limiti del possibile stavo cercando di evitare McCormac. Impresa assai più ardua di quanto non potrebbe sembrare messa così perché dormivamo nella stessa stanza del dormitorio. Ormai la mia tattica per evitare gli scontri era la fuga: non la vedrei come una mossa di codardia, quanto piuttosto una serie di passi indietro per tenersi il più lontano possibile dal pronunciarmi su argomenti che non mi riguardavano. Perché sì, io lo sapevo che non mi riguardavano ma ciò non toglieva che non potessi soffrire il Caposcuola da quando, svoltato un angolo, l'avevo beccato con la faccia su quella di Karen e le mani altrove.
    Ero anche conscio del fatto che litigare con lui non avrebbe portato a niente di buono: analizziamo gli scenari. Scenario 1 = Karen avrebbe smesso di parlarmi e si sarebbe attaccata solo di più a lui. Scenario 2, quello più improbabile ma decisamente più pericoloso= le mie parole avrebbero instillato un qualche dilemma morale nell'irlandese spingendolo a lasciarla scatenando il melodramma massimo dove Karen mi avrebbe dato tutta la colpa e.. onestamente? Non prendeva bene gli abbandoni. Dati i precedenti? Non era il caso di rischiare.
    Quei due stronzi dovevano rimanere insieme ormai, per sempre: che il biondo lo volesse o meno. Non erano affari miei e quindi potevamo semplicemente procedere così, ognuno con la propria opinione senza doverne discutere. Iniziai quindi a sospettare che il motivo per cui il Caposcuola volevesse attaccare questa pippa inutile fosse per assicurarsi che la voce non venisse diffusa ulteriormente.
    Senti non l'ho detto al giornalino e non lo dirò di certo a qualcun'altro. Non voglio farla finire nei casini o creare ulteriori drammi. Se il timore è questo Cormac ti garantisco che non ho intenzione di parlarne.
    E fatta questa rassicurazione immaginavo che la questione potesse concludersi. Eppure mi sbagliavo di brutto. Non sapevo quale fosse l'intento del Caposcuola ma sicuramente non stava avendo l'effetto sperato. Non avevo idea ad esempio che tutto fosse successo quella sera in cui eravamo usciti e rimasti a dormire in quel capanno. Dove eravamo tutti ubriachi. Rallentai il passo, aggrottando inevitabilmente la fronte.
    Vedete, sono proprio queste puttanate che mi fanno girare i coglioni: perché se la decisione fosse stata presa consapevolmente, in modo ragionato, ok, sei comunque troppo grande e lei è infantile e fa scenate e pretende cose assurde e quindi prima o poi lui la manderà a cagare e lei ci rimarrà male. Ma ok, almeno ci hai pensato no?
    E invece no, è successo quando era ubriaco. E lei era ubriaca. E non riesco a fare a meno di immaginarmi la scena e..
    "Andiamo, tutti è due sappiamo che Karen non dimostra assolutamente la sua età, sotto nessun punto di vista conosciuto dall'uomo". Cioè l'ha detto davvero? L'ha vista come una sorella e poi all'improvviso ti ubriachi e la vedi scopabile? Sta cercando di far leva su quello al suono di "Come puoi biasimarmi, l'hai vista?" Rimango inebetito per qualche secondo, combattuto tra una specie di legittimazione adesso, a vederlo come un viscido e la voglia di arricciare il naso per non immaginarmi kiddo in situazioni.. NO! Alla fine sgrano gli occhi come se avessi avuto una rivelazione mistica improvvisa.
    No, no hai ragione in effetti. Sai anche io la vedevo come una sorella ma.. dopo questa spiegazione mi hai convito. Magari un giorno me la scopo pure io. Grazie del chiarimento amico!
    Una pacca sulla spalla del Caposcuola, consapevole che avrebbe potuto tirarmi un pugno e lo avevo visto far volare dei denti di gente più grossa di lui. Onestamente? Non ero riuscito a tenermelo tra i denti. Gli avevo detto di quanto fosse fragile Karen, di come si addossasse una serie di colpe non sue, di come avessi paura che alla minima rottura di qualunque equilibrio di avrebbe provato di nuovo, senza dare segnali di avviso ne niente. E lui aveva sottovalutato tutto, si era approfittato di quello o peggio, magari aveva pensato di poter sistemare la questione col suo cazzo magico! Non riuscivo a non vederlo come un manipolatore. E non perché Karen fosse facile da manipolare.. non da gli altri forse, ma lui avrebbe potuto plasmarla senza nemmeno sforzarsi.
    "E poi, dai, meglio io che qualcun altro, no?" Non rispondere Ralph, continua a sorridere e annuire, come se fossi totalmente d'accordo con quel che ha detto. Come se anche la cosa detta prima fosse solo uno scambio di battute. Ma il biondo non la rende facile: questo cosa cazzo era? "Sei un tipo apposto Finnik.. pensaci.." Pacca sulla spalla.
    Grazie dell'approvazione, ora posso dormire sonni tranquilli.
    Replicai a voce alta, rimanendo qualche secondo lì, fermo sulla porta della costruzione, con le mani in tasca, guardandolo entrare. Aaaaah, si, avrei dovuto cambiare camera...
    Una volta dentro la giornata non poteva che peggiorare: avrei sudato come una merda anche stavolta! Sbuffando mi tolsi il toglibile, slacciando la cravatta già di per se allentata al massimo e rimanendo in camicia con le maniche ben arrotolate, ben conscio che non avrebbero evitato la pezzatura ascellare di lì a 15 minuti.
    Decisi di andarmi a sedere lontano sia dalla Tassorosso nana cagacazzi sia dai cugini meraviglia, buttando borsa e tutto il resto accanto a una Corvonero. Perché sì, se proprio oggi deve essere il mio Purgatorio devo espiare quanti più peccati possibili e quale modo migliore che non immolarmi alla presenza di una Corvonero dall'aria scoccata?
    La lezione era su degli uccelli di merda che a quanto pareva cagavano uova colorate e il loro canto mandava ai matti. Capito perché questa materia mi fa schifo? Inoltre continuavo a ripensare alle parole del Caposcuola, seduto con le braccia conserte schioccai la lingua scuotendo di tanto in tanto la testa.
    "Andiamo amico, pensaci dai..".. coglione..
    Borbottai sottovoce.
    Magari le uova sono commestibili e li allevano come i polli.. hanno uova magiche?

    Ralph Finnick - IV anno- Grifondoro.
    Interagito con Logan, seduto accanto a Nudd


     
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    - Ci si vede a lezione di Cura, Fiammifero. - beffardo e sornione aveva salutato così l’irlandese dalla focosa indole, scaricandola all’ingresso delle serre del Castello per un recupero della lezione di Erbologia. Oltremodo divertito e soddisfatto, senza dubbio per nulla pentito malgrado le vendicative conseguenze che forse avrebbe subito, di avercela invero portata letteralmente di peso, con noncurante facilità come fosse la sua chitarra: era stata una reazione istintiva quella di caricarsi Karen in spalla, allorché a colazione gli aveva palesato l’intento di non presentarsi per l’ennesima volta al cospetto della professoressa Westwood. E poco importava con quanti maledizioni ed improperi la Grifondoro dalle troppe lentiggini lo avrebbe castigato, André era superbamente convinto d’aver agito per il suo bene, privo di qualsivoglia egoistico fine. Da stabile ed affidabile amico, per una volta nella sua vita costellata di errori e di peccati.
    L’unica incertezza, che per qualche graffio di plettro lo aveva costretto a indugiare, era stata la prospettiva di lasciarla sola ad affrontare l’insegnante che probabilmente le rammentava gli orrori che aveva subito. Un’incertezza che tuttavia aveva svelta abbandonato la sua creativa e caotica mente, non appena aveva compreso che sarebbe invero stata affiancata da Daisy, giacché senza dubbio alcuno la sua compagna di stendardi non le avrebbe, nell’eventualità, permesso di crollare.
    - Rick… - aveva aspettato il Serpeverde dallo sguardo di torbidi e tenebrosi abissi all’esterno, poco distante dal portone da cui lo notò uscire. Si staccò dal muro contro cui s’era poggiato, per affiancarlo nel percorso che li avrebbe condotti ai recinti per la lezione con Anastasia: non aveva elaborato un arzigogolato e pentito soliloquio nella sua mente con cui affrontare quell’assunto che lo tormentava da qualche giorno, giacché dopotutto il verde-argento gli aveva sempre donato l’impressione d’apprezzare la propria istintiva schiettezza ed il proprio razionale pragmatismo. Qualità che aveva intenzione d’offrirgli altresì quel giorno.
    - Preferisco tu lo sappia da me piuttosto che da qualche voce: ho baciato Marsilda. Non posso dirti di esserne pentito…ma non era mia intenzione mettermi in mezzo fra voi. E non lo è tutt’ora. - invero, non erano stati i pettegolezzi sussurrati fra i corridoi ad indurre André a confessargli quanto accaduto nella Stanza delle Necessità con la Corvonero dalle aggraziate ed algide movenze. Piuttosto, a fomentare la sua disarmante onestà era stato un senso di lealtà che percepiva nei confronti dell’ex studente di Durmstrang, che per ragioni su cui non s’era interrogato era riuscito ad avviluppare nelle sue tenebrose spire la propria creativa e caotica mente ed il proprio contraddittorio animo.
    - Buongiorno, prof… - varcata la soglia della lignea capanna illuminata da danzanti torce, l’aspirante cantautore si sentì invocare da Teresa e perciò s’accomiatò da Rick con un cenno del capo, per affiancar i suoi compagni di stendardi. - Eccomi qui, come promesso. Non siete sorpresi di trovarmi finalmente così responsabile? - aveva usato invero un tono di voce più alto di quanto sarebbe stato consono, in una vaga allusione che solo Anastasia avrebbe potuto comprendere, se le fosse effettivamente giunta all’orecchio.
    Si tolse il maglione per restare con indosso solo la camicia ed allentò il nodo alla cravatta giallo-nera, mentre ascoltava la giovane dai preveggenti occhi decantare la bellezza della loro nuova insegnante. - E’ senza dubbio stupenda, Tess. - non poteva negarlo André, era stato a sua volta colpito dall’elegante fascino della donna dalle parvenze d’un Veela la sera in cui l’aveva conosciuta, ed era altresì noto all’opinione pubblica che fossero sovente le bionde a metterlo in scacco. - Ma de gustibus - non ritenne necessario terminare la frase, poiché lo sguardo che rivolse prima a Justin e poi a Feyre poco distante fu piuttosto eloquente da far intuire ciò che intendesse affermare.
    A poco, a poco, la capanna dalle esotiche temperature si riempì di studenti di variopinti anni e case, fra cui il lunatico e selvatico Stormind notò il volto dal cipiglio notoriamente scocciato della occhiali-dipendente: alzò svelto una mano verso Nudd, aspettandosi invero che gli rispondesse con un dito medio ben eloquente, prima di dedicarsi al curioso e affascinato ascolto delle parole di Anastasia.
    - Considerati i…particolari effetti dei loro versi sulla mente di chi li ascolta, gli esemplari allo stato brado non hanno creato scompensi nelle comunità babbane dell’Africa? O il loro canto ha conseguenze solo sui Maghi? - mentre osservava il quartetto di silenti volatili, catturato dalle vivaci tinte del loro piumaggio lucente, il volubile interesse di André fu sedotto da del movimento nelle file di sedie dall’altro lato della capanna ed i suoi cinerei occhi si ritrovaron a fissare con indiscreta ed insistente intensità la figura di Daisy, che da giorni lo evitava e si rifiutava di donargli spiegazioni.
    Uno scoiattolo nato dalla carta zampettò non vaticinato sulle sue gambe, distogliendolo dalla Tassorosso che con il suo silenzio lo stava tormentando: il biglietto era stato scritto di fretta, di soppiatto, ed il suo contenuto dipinse uno sghembo sorriso sul suo volto altrimenti cupo e tenebroso. Disegnò una faccina stilizzata che faceva un occhiolino e una linguaccia sul retro del foglietto e, fingendo di doversi spostare per osservare meglio il Fwooper in volo a caccia d’un biscotto, si sedette proprio alle spalle di Karen e di Daisy.
    In silenzio, fece scivolar il biglietto con la sua beffarda risposta sugli appunti dell’irlandese e poi s’approssimò alla compagna di stendardi per sussurrarle poche parole all’orecchio - Per quanto ancora hai intenzione di ignorarmi, Uccellino? -.
    André Stormind - V anno - Tassorosso
    Interagito con Rick, Teresa, Justin, vagamente Nudd, Karen e Daisy
    Mandato messaggi d'amore ad Anastasia.
     
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    Ero ancora disteso nel letto, non volevo alzarmi, la voce di Teresa risuonava nella mia mente.
    Oggi era il giorno della prima lezione di Creature Magiche, amavo quella materia ma il solo pensiero che non potessi seguire la mia strada mi faceva male. Mi alzai e mi vestì indossando la divisa della scuola e dopo aver preso la borsa mi incamminai seguendo gli altri. Salutai l’elfo domestico che porse la solita colazione, ascoltò Teresa, ma sinceramente a lui non gli importava del Gossip. Uscì dal castello , era una bella giornata , la capanna del custode era vicina. Mi misi le mani in tasca e la raggiunsi in poco tempo.

    Gli altri erano già andati avanti, ma non avevo fretta c’era ancora tempo. Mi soffermai un secondo prima di entrare e poi mi feci coraggio, gli altri erano già seduti e vedendo quel bellissimo esemplare di Fwooper , di colore verde gli occhi si illuminarono, conosceva quella creatura e anche molto bene.
    Buon giorno professore

    Salutò con un cenno gli altri compagni di classe e mi misi in fondo alla classe, mi tolsi il mantello e il golfino, faceva molto caldo la dentro e poi mi misi seduto. Ascoltai con interesse la spiegazione di Feyra, che lui stesso condivideva e storse un po’ la bocca nell’affermazione di Teresa, era la solita ragazza esuberante, la prof era sicuramente una donna attraente, ma lui era qui per la lezione anche se quel giorno voleva rimanere in silenzio, avrebbe lasciato che altri rispondessero.


    Alex Mayer tassorosso quinto anno
     
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    -Mi cercavi?-, domandò al compagno una volta che questi fu vicino, socchiudendo le palpebre per il fastidio dovuto alla luce. C’erano giorni in cui Erik approfittava deliberatamente della sua condizione di salute per saltare le lezioni senza una reale necessità, in modo da ridurre ai minimi termini i contatti con i suoi compagni. In altri il mal di testa diventava invalidante, tanto da rendere insopportabile anche solo tenere gli occhi aperti. La lezione di cura delle creature magiche era capitata, di fatto, tra capo e collo nel momento peggiore: il dolore quella mattina lo aveva colto a tradimento, acuto e intenso, e anche se le pozioni erano riuscite ad alleviarlo temporaneamente l’uso reiterato nel tempo iniziava a renderle inefficaci sul lungo termine.
    L’impressione che André gli aveva dato era di averlo aspettato lì fuori di proposito per potergli parlare. La loro ultima conversazione seria aveva lasciato emergere in superficie dettagli che il Tassorosso aveva inconsciamente rimosso, ed Erik aveva lasciato che il tempo facesse il suo dovere, aiutandolo a incassare il colpo prima di infliggergliene un altro. Quando lo aveva chiamato si era chiesto se non fosse pronto a riprendere il discorso, per indagare più a fondo. Di certo non si aspettava che il motivo della sua preoccupazione fosse la figlia di Killian. Per un attimo, quando Stormind gli confidò di aver baciato Marsilda, si fermò dal proseguire verso i recinti. Lo guardò negli occhi, incuriosito e ammirato da quell’impeto di onestà. Allo stesso tempo quell’incognita lo rese estremamente pensieroso: se Marsilda avesse ricambiato André, Erik sarebbe stato costretto a cambiare stratagemma per tenerla ancorata a sé, e allo stesso tempo avrebbe potuto usarla per tenere André legato allo stesso modo, andando avanti con i suoi progetti. Anziché preoccuparlo, quell’imprevisto rendeva ai suoi occhi la sfida più accattivante.
    -Ti ringrazio per essere stato sincero, ma ti sei fatto un'idea sbagliata di noi. Io e Marsilda non abbiamo nessuna relazione-, fu il suo unico commento in proposito, che celava dei non detti e la chiara intenzione che presto o tardi, in un luogo o un momento più propizi, non avrebbe mancato di riprendere quel discorso.
    Prima di entrare nella cupola lasciò mantello e maglione all’ingresso, ponendoli in disparte rispetto agli indumenti degli altri ragazzi, poi sbottonò il colletto della camicia, trovando opprimente il clima che li accolse.
    -Professoressa Carter.-, salutò formalmente la docente, dissimulando il disprezzo dietro sorrisi di circostanza e una cordialità scostante. Non l’aveva mai vista di persona prima, ma sapeva chi fosse: Anastasia Carter era la figlia dell’ex Capo Auror Adam Carter, figlia di un Auror e nipote del defunto preside di Hogwarts, rientrava tra le figure menzionate nel dettaglio da sua madre che l’aveva redarguito su chi erano gli avversari che avrebbe trovato al castello. Contava di mantenere un profilo basso con la ragazza, in modo da poterla osservare con discrezione. Per un attimo provò disappunto per i cattivi rapporti con cui era rimasto con Mark: lui e Anastasia avevano frequentato Hogwarts nello stesso periodo, avrebbe potuto essere una buona fonte di informazioni…
    Intenzionato a restare in disparte, nel passare da un punto all’altro della cupola Erik rivolse un breve sorriso a Daisy, poi sedette poco distante da una Corvonero dai capelli castani, disinteressato all’argomento della lezione.
    Di sfuggita il suo sguardo fu per un’altra creatura, di gran lunga più interessante dei volatili appollaiati tra i rami. Il ragazzo di Durmstrang non parlava con Daisy proprio da quel giorno nei recinti, quanto avevano curato insieme l’indigestione del cucciolo di abraxan. Le parole che le aveva rivolto l’avevano turbata profondamente, ferita anche, ma Erik era certo che le avessero indotto la riflessione di cui aveva bisogno per cominciare a uscire fuori dalla campana di vetro sotto la quale si era nascosta. Doveva solo attendere la sua prossima mossa.


    Rick O'Connell - Serpeverde V anno
    -Interagito con André, citati Daisy e Feyre
     
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    Non poteva andare peggio che nell'altra scuola. Questo continuava a ripetersi come un mantra mentre si dirigeva alla sua prima lezione al castello. Era arrivata da talmente poco, giusto il tempo di disfare i bagagli e fare un giro della scuola con uno dei caposcuola, che per assurdo era Marsilda, ragazza che non vedeva da quando era piccola e i loro genitori le avevano tenute ingabbiate al tavolo della sua casa per quasi tre ore mentre si scambiavano convenevoli. Era stato bello vedere una faccia amica, anche se non era niente di più di una conoscente, ma questo le lasciava ben sperare che forse, in questa scuola, non sarebbe stata bullizzata come nella precedente.
    Come in ogni scuola la vita era frenetica e le lezioni erano in corso, essendo la metà dell'anno. I suoi genitori non avrebbero potuto scegliere momento peggiore per trasferirla, alla fine il bullismo era andato avanti per quasi quattro interi anni, poteva sopportarlo per qualche altro mese, per arrivare alla fine dell'anno scolastico. Non si sentiva a suo agio ad entrare in punta di piedi, come una novellina, quando a Beauxbatons ormai aveva un ruolo, una posizione. Una non favorevole, ma sapeva dove stava nella gerarchia, qui era tutto un'incognita e la cosa la mandava fuori di testa. Doveva ricominciare da capo, doveva ricrearsi la sua posizione e la sua reputazione. Forse era positivo, poteva crearne una migliore, ma non di certo più facile. Quattro anni buttati al vento. Quanto le mancava Emile, avrebbe voluto averlo accanto, lui avrebbe saputo cosa dirle, ma lui non le rivolgeva nemmeno più la parola. Chissà cosa era successo, la odiava così tanto o erano stati i suoi genitori ad impedirglielo?
    Sospirò e si fece forza. Inutile pensare a quello che non poteva avere, era importante rimboccarsi le maniche e trattare con cura quello che effettivamente aveva. Entrò nella strana struttura che sembrava essere quasi fuori luogo per quel castello antico, un'aggiunta successiva e doveva essere proprio così visti gli strani uccelli di certo non del luogo che si trovavano al suo interno. Il caldo era insopportabile e senza farselo dire due volte si tolse mantello e golfino, rimanendo con solo la camicetta, nemmeno fosse piena estate.
    Non ci mise molto a notare che tutti gli studenti erano già divisi in gruppetti: i Tassorosso che parlottavano cospiratori tra di loro, i Grifondoro con una Tassa in mezzo che sembravano decisamente affiatati e gli altri studenti sparsi a gruppi di due tre, chi si guardava in cagnesco, chi con aria sognante. C'era una gerarchia, uno schema di rapporti e comportamenti che doveva studiare per capire come meglio inserirsi al suo interno. Erano finiti i giorni in cui era la reietta, voleva essere integrata, crearsi una rete sociale per espandere le sue risorse. Doveva solo capire come iniziare. Si avvicinò all'unico altro Serpeverde, facendogli semplicemente un cenno del capo in saluto e mettendosi lì a fianco, pregando di aver fatto la scelta giusta. Ad Hogwarts erano molto legati alla loro casa di appartenenza giusto? Altro punto molto importante: la professoressa era Anastasia Carter, la conosceva di nomea, i suoi genitori erano molto interessati alle attività della famiglia Carter e più volte avevano provato ad immischiarsi e riceverne favori, senza molto successo visto che non aveva mai visto nessuno di loro seduto alle loro noiose cene. Eppure sapeva che se si inimicava la professoressa sarebbero stati guai a casa. Bene, doveva impegnarsi in una materia che odiava, ottimo.
    Stavano tutti iniziando a dare informazioni su quelle strane creature e lei non aveva idea di cosa dire. Doveva fare bella figura, solo non sapeva come. Non avevano trattato quell'argomento a Beauxbatons e Cura delle Creature Magiche non era esattamente la sua materia preferita, quindi non aveva qualche strana nozione in testa da sfruttare. Forse con la logica? Forse poteva fare qualche domanda intelligente? Di certo era meglio che stare in completo silenzio.
    “Avendo il colorito del piumaggio di soli quattro colori possibili, se i genitori sono di due colori diversi, c'è una logica per cui il cucciolo viene di un colore o di un altro? O possono nascere di colore diverso dal genitore e quindi è completamente casuale il piumaggio?”
    Non che le importasse effettivamente, però la genetica la incuriosiva. Ad esempio sapeva che il colore rosso dei capelli non era così facile da passare, eppure tutte le donne della sua famiglia avevano i capelli rossi, anche se i genitori non li avevano. C'era una magia in atto anche per quei pennuti?
    Euphemia Theodora le Grant - Serpeverde IV anno


    Edited by Euphemia Theodora - 6/4/2023, 17:41
     
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    La stanza che aveva ideato per la sua lezione era andata pian pianino riempiendosi nei minuti precedenti l’inizio della lezione. Anastasia aveva sorriso e ricambiato i saluti di coloro che entravano man mano che varcavano la soglia, maledicendosi ogni minuto di più per aver scelto di tenere quella lezione in un ambiente tanto caldo. Quell’idea, che tanto affascinante le era sembrata in un primo momento, stava ora sbattendo forte la faccia contro il muro di una realtà incontrovertibile: gli adolescenti puzzavano.
    Puzzavano proprio di loro, a prescindere da quanto si lavassero e da quanta cura mettessero nella propria igiene personale. Puzzavano di ormoni, di sudore e di piedi. E di profumo, ovviamente. Perché alcuni di loro, Anastasia non sapeva quanto consapevolmente, arrivava a riempirsi di profumo per nascondere il tutto, finendo però con l’aggiungere un effluvio fiorito a quello che iniziava a sembrare la stalla degli Erupent.
    - Qui dentro si muore -
    Anastasia si voltò verso Karen - La prossima volta avremo un ambiente più in linea con la stagione, ve lo prometto - rise. Un ambiente freddo e aperto, possibilmente, con un gran ricambio d’aria. Alzò una mano, indicando André - E questo è esattamente l’atteggiamento su cui contavo da parte sua, signor Stormind - disse, prima di sorridere ad Alex, divertita - Preferirei professoressa, se non fosse un problema per lei - aggiunse. Andava bene avere “poche pluffe” come aveva sentito sussurrare a Dustin, ma essere addirittura scambiata per un uomo le sembrava troppo.

    - Tutte risposte corrette - i ragazzi avevano iniziato a spostarsi per la capanna, avvicinandosi chi ad una creatura e chi ad un’altra. Ania fu soddisfatta di non vederli gettarsi addosso a loro rischiando di agitarli inutilmente - Il canto di queste creature è in grado di portare ad impazzire un essere umano nel giro di qualche giorno, che è esattamente il motivo per cui non li sentite adesso - si avvicinò ad uno dei trespoli, chinandosi a raccogliere un guanto da falconeria posato in terra. Il Fwooper che vi stava sopra si agitò e aprì un poco le ali, lasciando cadere una piuma arancione acceso. La professoressa la raccolse, porgendola poi alla ragazza che aveva conosciuto ai Tre Manici di Scopa - Certo, tieni. Potrete raccogliere quelle che troverete in terra, in caso ve ne sia altre, ma non toccate loro - tanto più che quegli animali non le appartenevano, ma le erano stati prestati.
    Indossò il guanto, iniziando a rispondere alle domande che i ragazzi avevano posto. Le piaceva lo spirito che mostravano. Fece cenno a Dustin di avvicinarsi appena, osservandone la piuma - Direi di sì. Se è un falso è fatto molto bene. Le più belle sono quelle che perdono da soli, perché è come se…maturassero - annuì al ragazzino, indossando poi il guanto sul braccio sinistro - E’ un canto meraviglioso, ed è quello che ha fregato Ulric Testamatta - sorrise a Teresa, con un cenno del capo - Era convinto che una cosa tanto bella non potesse anche fare male ma era un presupposto errato, per quanto comune - come sapeva bene chi si era innamorato almeno una volta nella vita - Le uova hanno un colore bianco opaco di base, ma che assume la sfumatura della creatura che contiene man mano che si avvicina alla schiusa. E come per tutte le altre creature del mondo, magico o no, il colore che risulterà in un pulcino non sarà il misto dei colori dei genitori, come tempera mischiata in un bicchiere, ma prenderà o da uno o dall’altro, per quanto alcune peculiarità possano mischiarsi e dare delle sfumature originali al tutto. La vita è bella perché è varia, no? - alzò il bracciò e lo porse verso la creatura arancione, lasciando che le salisse sull’avambraccio. Anastasia poteva sentire gli artigli stringerle la pelle anche attraverso il cuoio spesso del guanto. L’alzò, e in tutta risposta il volatile spalancl le ali e il becco, per farsi più grande minaccioso. Ovviamente non fu in grado di emettere un solo suono - Sono classificati con solo tre X perché l’incantesimo che serve a gestirle è abbastanza semplice, uno di quelli che dovreste saper fare anche voi I babbani ne sono intaccati tanto quanto i maghi, per fortuna delle popolazioni africane sono animali abbastanza schivi, oltre che di una certa rarità. Come in tutte le cose però c’è anche la forza dell’esperienza: nei secoli scorsi capitava spesso che i babbani non sapessero spiegarsi il PERCHE’ qualcosa facesse loro male, ma avessero comunque accumulato l’esperienza necessaria a tenersene lontani - l’animale le pesava sul braccio, i cui muscoli sottili spiccavano sotto la pelle diafana. Anastasia tornò a posarlo sul trespolo, levandosi poi il guanto con un sorriso allegro.
    Adesso veniva la parte divertente.

    - Ora… -
    Anastasia aveva mosso la bacchetta e sistemato l’esemplare arancione, il più grosso di tutti, in mezzo alla capanna - Il canto del Fhwooper è pericoloso se ascoltato “A lungo”, quindi per qualche minuto è completamente innocuo. Al massimo vi farà fare qualche sogno particolarmente colorato questa notte, ma niente incubi - Anastasia si tirò fuori dalla tasca, dei tappi per le orecchie, incantati, che avrebbero protetto chiunque non si fosse fidato ad ascoltare il canto per qualche minuto. Li avrebbe messi anche lei, per essere sicura di non perdere il controllo della situazione in nessuna maniera.
    - Ora toglierò l’incanto a questo esemplare per tre minuti - spiegò - Chi non se la sente può mettersi questi tappi, la cosa non influenzerà il voto - ammiccò nello spostarsi in un punto della stanza da cui avrebbe potuto vedere tutti gli studenti. Senza udito avrebbe dovuto vederli tutti per avere la certezza fossero sempre al sicuro - Al termine del tempo vi farò un segno e mi piacerebbe che uno o due di voi che già conoscono l’incantesimo lo usassero per silenziarlo. Non temete: è una creatura resistente e anche se la colpiste in più di uno non ne avrebbe alcun danno - si mise i tappi, alzando la bacchetta - Pronti? -
    E un canto celestiale iniziò a riempire l’aria.

    CITAZIONE
    Prima parte:
    - Risposto a Karen, André, Alex e citato Dustin

    Seconda parte:
    - Regalata una piuma a Karen
    - Risposto alle domande di Dustin, Teresa, Nudd, Karen, André, Euphemia

    Terza parte:
    - Spiegato l’esercizio. Anastasia toglie l’incantesimo di silenzio per tre minuti al Fwooper, e questo inizia a cantare. Chi non vuole rischiare può prendere i tappi dalla mano di Anastasia e giocarsi sordo per qualche minuto, mentre chi vuole può giocarsi il canto, il gesto di Via di Ania e il tentativo di “Silencio”. Fatelo anche in più di uno, anche se altri lo hanno fatto prima, ma senza dare l’esito dell’incantesimo: mi occuperò io di dare i vari esiti per coordinare la cosa.

    Scadenza 20/03

     
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