Opportunities

| per Feyre |

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    Osservare, comprendere, analizzare. Euphemia era sempre con un occhio vigile, a guardare cosa le succedeva attorno, pronta a reagire a scherzi - o tentativi di bullismo, non che qui ad Hogwarts ce ne fossero stati - o a trovare opportunità che poteva sfruttare.
    I suoi voti erano ovviamente calati. Non per colpa sua, si impegnava quanto più poteva a prepararsi in anticipo e a fare i compiti al miglior modo possibile, solo che il programma di studi era diverso ad Hogwarts rispetto a Beauxbatons, quindi c'erano delle cose che tutti gli altri davano per scontate che invece lei non sapeva. Questa cosa le provocava notevole fastidio, odiava non avere sempre la risposta pronta, a trovarsi a porre domande che gli altri studenti già conoscevano. Non era da lei, non era l'immagine di lei che voleva mostrare agli altri.
    Così aveva osservato, attentamente, cercando di capire chi poteva essere il miglior candidato per aiutarla a rimettersi in pari. A quanto pare c'erano molte persone in quella scuola attente allo studio, tutti cercavano di intervenire in classe come potevano, cercando di fare sempre domande intelligenti od osservazioni a volte strampalate, ma comunque pertinenti.
    Poi c'era lei. Attirava meno l'attenzione perché non sgomitava per mettersi in mostra, non cercava di far vedere che sapeva più degli altri, era lì, tranquilla, a prendere appunti e qualche volta a disegnare. Eppure aveva intravisto i suoi quaderni, gli appunti erano perfetti e i voti alti, infatti spesso le veniva chiesto di tenere le classi di recupero quando più alunni saltavano una lezione.
    Era decisamente la persona adatta, doveva solo capire come approcciarla. Non era esattamente una persona socievole e visto il suo passato aveva saltato tutte le tappe per imparare come comunicare con i coetanei senza sembrare una squilibrata, sempre troppo formale o troppo rude.
    Ci volle qualche giorno per trovare la strategia giusta, ma decise che alla fine dell'ultima lezione della giornata avrebbe chiesto alla ragazza di fermarsi un attimo e le avrebbe spiegato la sua richiesta. Gli altri studenti, se tutto andava bene, sarebbero sgusciati via velocemente, per godersi le ore di libertà dopo una giornata di studio, così da non rendere troppo pubblica la cosa.

    Così fece. Era appena finita la lezione di pozioni e tutti stavano uscendo dai sotterranei alla velocità della luce. Feyre era ancora nell'aula, a raccogliere i suoi libri, così Euphemia ne approfittò, cacciando velocemente in borsa i suoi appunti e avvicinandosi alla ragazza, schiarendosi la voce per annunciare la sua presenza.
    “Ciao, Feyre giusto? Sono Euphemia, non so se avevi afferrato il mio nome, visto che sono nuova...” colloquiale, ma non scortese. Aveva cercato la giusta formula per giorni e dopo inutili tentativi aveva deciso che questa potesse andare bene.
    “Mi chiedevo... Avresti tempo per darmi una mano? Ho notato che certi argomenti che voi avete già trattato qui a Beauxbatons non ci eravamo ancora arrivati e mi servirebbe una mano a capire cosa devo riprendere in mano... Se hai tempo, ovviamente”
    Ovviamente una mano in più non le avrebbe fatto schifo, specie nelle materie che odiava. Euphemia non era una secchiona, non le piaceva studiare per il gusto di farlo, voleva solo avere le informazioni che le servivano per avere successo, per avere sempre la risposta pronta e non sembrare una stupida. Non era una che si lamentava se c'erano scorciatoie o rifiutava di copiare gli appunti. L'importante era il risultato finale per lei, il resto erano solo bazzeccole.


    Edited by Euphemia Theodora - 5/4/2023, 11:20
     
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    La lezione di pozioni era passata come al solito. Quella materia era ogni volta sempre più affascinante e poi non poteva dire niente su Korko... lui si che la faceva sobbollire come un calderone.
    Certo il suo umore era migliorato parecchio, aveva chiarito con Juss e molto presto l'avrebbe fatto con Tess, o sarebbe morta nel tentativo, ma la vita si era di nuovo allineata.
    Stava mettendo via i libri quando un versetto vicino a lei le fece alzare lo sguardo. Aveva già visto quella ragazza dai capelli rosso fuoco a Cdcm, ma chissà perché era convinta si chiamasse Eufrasia, meglio per lei che non fosse così
    -Ciao, si sono io. Non sapevo il tuo nome- mezza verità -Piacere. Ti stai trovando bene?- l'educazione prima di tutto e visto che comunque era nuova, la domanda era legittima. Ascoltò la sua richiesta e alla fine annuì
    -Si certo, nessun problema. Hai delle materie che hanno la precedenza?- chiese pratica. Non era la prima volta che aiutava qualche alunno -Sei al quarto anno giusto?- Poteva darle direttamente qualche appunto o una copia -Dove sei arrivata con il programma di Beauxbatons?- sembravano domande da interrogatorio, ma doveva capire il suo livello
     
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    Era ovvio che la ragazza avrebbe accettato. Euphemia non era mai stata preoccupata da quell'aspetto, ma più dal resto. Non era abituata a parlare così tanto con le persone, era sempre rimasta isolata, sola nel suo mondo, almeno fino all'arrivo di Emile... ma di Emile ce n'era solo uno e lei non poteva sperare di incontrare qualcun altro che la facesse sentire così a suo agio. Doveva adattarsi con quello che aveva e cercare di fare il meglio possibile per sopravvivere. Si era ripromessa che non sarebbe mai più stata bullizzata, non poteva sopportarlo.
    “Si, mi sto trovando bene” un eufemismo considerato il motivo per cui era stata costretta ad abbandonare Beauxbatons, ma di certo non avrebbe parlato di quello con una perfetta sconosciuta “Diciamo che Hogwarts è molto diversa da quello a cui ero abituata, sto ancora cercando di ambientarmi”
    Le chiacchiere leggere, quelle fatte tanto per fare, non perché ti interessava davvero quello che pensava una persona erano una delle cose che odiava di più nella vita. Fosse stato per lei tutto e tutti avrebbero dovuto essere diretti, non sinceri perché altrimenti avresti passato metà del tempo ad insultare la gente, ma almeno essere chiari su quello che pensavi e volevi si, avrebbe fatto risparmiare dannatamente tanto tempo. Per quello apprezzò il lato pratico della ragazza, subito pronta a porre le domande giuste per farsi velocemente un'idea di cosa avesse bisogno Euphemia.
    “Erbologia e Pozioni credo abbiano la precedenza... Non riesco a capire quali piante sono state fatte o meno a lezione e sono sicura che alcune di quelle che ho fatto a Beauxbatons ancora non le avete toccate...” era normale che due scuole diverse, con due professori diversi, avessero un programma di studio differente, per non parlare del fatto che erano in due stati diversi, quindi non avevano nemmeno le stesse leggi da rispettare. “Pozioni invece sono sicura che una delle ultime pozioni che avete fatto, l'antidoto mentale, non l'avevamo fatto...”
    Era difficile sapere cosa doveva recuperare non sapendo cosa avessero fatto. Era proprio quello il problema e la cosa che frustrava di più la ragazza. Non esisteva da nessuna parte un programma a punti, una check list dove spuntare cosa era stato fatto o meno, quindi doveva andare ad intuito, cosa che non sempre si rivelava efficicace.
    “Anche incantesimi credo di non aver fatto qualche incantesimo, ma quello non penso sia possibile fare la parte pratica, mi basterebbe poter vedere gli appunti di teoria, per capire se il professore ha detto qualcosa di diverso dal libro...”
    Stava iniziando a frustrarsi per la mole assurda di lavoro che c'era da fare. Odiava immensamente i suoi genitori per averle fatto cambiare scuola a metà anno, avrebbero dovuto aspettare la fine, tanto ormai il danno era fatto e non sarebbe cambiato rimanere lì un altro po'.
    No, avevano troppa paura di cosa comportasse la sua amicizia con Emile, non sembravano quasi interessati al bullismo estremo a cui era stata sottoposta, o alla rissa finale... No, Emile era il problema, l'unica cosa buona di quella scuola. Aveva quasi paura a farsi amici ad Hogwarts, e se i suoi genitori avessero deciso un altro spostamento solo perché si era legata a qualcuno? Dovevano davvero smetterla di cercare di comandare la sua vita, sapeva bene quali erano le conseguenze dell'innamorarsi, non era stupida, era capace di capire i pericoli ed evitarli. L'autoconservazione era una delle sue caratteristiche principali, non voleva morire...
    “Scusa, non so come aiutarti di più a capire cosa mi serve, non so proprio da dove iniziare, ecco perché ho chiesto aiuto...” nonostante le fosse costato parecchio, sia in termini di ego, sia per quanto riguardava la sua ansia sociale. “Ho dietro i miei appunti di Beauxbatons, magari può essere d'aiuto confrontarli? Sono tutti in francese, ma se non sai la lingua posso tradurre”
    Mai dare per scontato che altri non conoscessero la lingua, infondo anche lei era di madrelingua inglese ma conosceva il francese alla perfezione ed Emile era francese, ma parlava molto bene l'inglese. Tutto era possibile e considerare una persona ignorante era sbagliato e pericoloso, sempre considerare l'altro più intelligente di quello che era, ti avrebbe risparmiato sorprese sgradite.


    Edited by Euphemia Theodora - 5/4/2023, 11:20
     
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    Sorrise -Fidati, ad Hogwarts non ci si abitua mai. Ma sono sicura che l'apprezzerai sempre di più- poteva mai parlare male di casa sua? Ovviamente no. Ma tornò ad ascoltarla, annuendo lentamente
    -Bene, tutte materie in cui sono abbastanza brava- poteva aiutarla tranquillamente -Posso prestarti i miei appunti, se vuoi copiarli e posso chiedere al prof se ci fa usare il laboratorio per la pozione- Una scusa per andare da Korko -Per incantesimi uguale, ho gli appunti e posso insegnarti tranquillamente i movimenti e la pronuncia- iniziò a sistemare la sua postazione, ci teneva a lasciarla pulita
    Certo, iniziare così di botto da metà anno poteva destabilizzare non poco e rimettersi in pari era una corsa contro il tempo. Si fermò per guardarla -Non ti preoccupare, non devi scusarti. Vedrai che se facciamo un piano di studio ti rimetterai in pari senza problemi- le sorrise -Si, possiamo confrontarli e vedere cosa e come procedere. Tranquilla parlo e leggo francese, non dovrei avere problemi a tradurli- Una volta pulito tutto, aprì uno dei suoi quaderni, intanto potevano iniziare da Pozioni -Questo è l'antidoto mentale, intanto posso darti la lista degli ingredienti e i passaggi- si sedette, invitandola a fare lo stesso
     
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    La guardò dubbiosa, ma non disse nulla. Non era sicura di apprezzare Hogwarts, era strana e poco comoda, gli studenti sembravano indemoniati, sempre a creare drammi, a parlottare tra loro, organizzare festini e danni che avrebbero tolto punti alla loro casata... Almeno non aveva ancora visto atti di bullismo, solo per quello la scuola era già la migliore che avesse mai frequentato.
    “Perfetto, mi sembra un buon piano. Anche se non è possibile usare l'aula se possiamo ricrearla a mente passo passo con i vari problemi che si possono incontrare sarebbe già una cosa utile” le piaceva come materia pozioni, era anche abbastanza brava, ma se poteva evitare di fare una pozione noiosa... Beh, ottenere il massimo con il minimo sforzo, quello era il suo motto.
    “Très bien, merci beaucoup” le rispose, una frase molto semplice e basilare, giusto per avere la certezza che non stesse mentendo e che il francese lo capisse davvero. Tanto ben presto se ne sarebbe accorta, se non capiva i suoi appunti era tempo perso e poteva arrangiarsi da sola.
    Si accomodò accanto a lei, aprendo uno dei quaderni vuoti, quelli in cui prendeva gli appunti da organizzare poi in seguito, e la sua fidata penna, leggendo dal quaderno della ragazza gli appunti che aveva diligentemente scritto. Per fortuna era ordinata e c'era tutto, dalla lista di ingredienti ai passaggi in ordine, con pure qualche nota su cosa bisognava prestare particolarmente attenzione. A quanto pare aveva fatto la scelta giusta.
    “Posso copiarli, grazie, se ho qualche dubbio magari ti chiedo” era più facile fare il passaggio da quaderno a quaderno, gli occhi che svelti sfrecciavano tra una pagina e l'altra e la penna che quasi in automatico copiavano quanto visto in precedenza. Ormai era abituata a fare il passaggio di appunti da un quaderno all'altro, non le ci voleva tempo, né fatica.
    “Senti... Hai qualche consiglio da darmi? Visto che sono nuova dico...” si spostò una ciocca dietro l'orecchio, guardando di sottecchi la ragazza e sorridendole quasi timidamente, ovviamente una farsa messa in piedi per sembrare più dolce, qualcosa che aveva imparato a fare da piccola e che era una seconda natura per lei. Nascondere quello che provava davvero era di una facilità allarmante. “Come sono gli altri studenti? C'è qualcuno da cui bisogna stare lontano? Qualche ragazzo intoccabile altrimenti vieni uccisa da una banda di fangirl...?”
    Sapere era potere. Doveva conoscere al più presto i segreti del castello e dei suoi abitanti, doveva scoprire da chi stare alla larga e chi poteva sfruttare per ottenere status e popolarità. Doveva iniziare a tessere il suo piano per scalare la scala gerarchica del castello, trovare il suo posto e cementarsi lì, permettendole di ricreare una base d'appoggio per il suo futuro.
    “Ah, qui hai sottolineato polverizzare e triturare, è importante come passaggio o c'è un altro motivo per cui l'hai evidenziato?” non poteva sapere come funzionava la mente della Corvonero, magari c'era qualche segreto nascosto in quel segno con la penna, magari era solo qualcosa che aveva detto il professore durante la lezione, meglio chiederlo, sicuramente era meglio fare una domanda in più che saltare qualcosa di fondamentale e fare in seguito la figura dell'idiota.


    Edited by Euphemia Theodora - 5/4/2023, 11:20
     
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    -Pas du tout, je le fais volontiers- le rispose a sua volta in francese, mettendosi comoda e iniziando a sfogliare gli appunti di Euphemia, cercando una corrispondenza, mentre lei copiava i suoi. Meno male che aveva una calligrafia leggibile e passare al francese fu estremamente facile. Con il volto immerso nel quaderno ascoltò la sua domanda, soppesando le parole e pensando a cosa dirle -In linea di massima no. Nessun gruppo o fangirl che io sappia- ma lei non era proprio la regina della socialità -Sono, siamo, tutti abbastanza tranquilli- si strinse nelle spalle
    -Ti spiace se segno qualche punto che trovo uguale alle nostre lezioni?- le chiese indicando gli appunti
    -Tornando a noi. Ovviamente c’è chi è più espansivo e chi meno, quello dipende dal carattere generale- la guardò -E’ comunque un covo di adolescenti con gli ormoni alle stelle e preferenze personali sulle persone. Come è logico che sia-
    Era una domanda un po’ strana quella, ma forse voleva sondare il terreno -Vedrai, alla fine non mordiamo- le disse con un sorriso, sperando di farla sentire a suo agio, abbassando gli occhi su i suoi appunti
    -In realtà è più un promemoria per me. Se guardi nel libro c’è scritto “sminuzzare” ma il prof disse che il risultato è migliore se si polverizza e tritura il più finemente possibile- e la parola di Korko era vangelo per lei. Rimase in silenzio qualche minuto, poi le chiese -Come mai ti sei trasferita?-
     
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    Le sembrava strano che non ci fosse un ragazzo particolarmente popolare dietro al quale tutte sbavavano. In ogni scuola c'era, anzi, in ogni situazione. Il bello e dannato, carismatico da morire, dietro al quale tutte morivano dietro e per cui si facevano la guerra a vicenda. Era nella natura umana, la società aveva insegnato alle donne che dovevano competere per aver il miglior marito sulla piazza, per avere un futuro degno di essere vissuto. Doveva esserci anche qui quell'esemplare, ma forse aveva scelto la persona sbagliata per farsi dare notizie, o magari doveva spingere di più, fare le domande giuste... Però non voleva sembrare una che faceva gossip, non era nella sua natura, non le interessava scambiarsi informazioni per il gusto di farlo, le voleva usare come armi per i suoi scopi, per trovare i giusti tasselli da muovere per diventare anche lei popolare.
    “Davvero non c'è un ragazzo che piace a tutte? Deve esserci il più popolare della scuola, altrimenti mi viene da pensare che siete tutti dei robot” la stuzzicò, cercando di farla sembrare come una battuta, qualcosa divertente su cui ridere, non una cosa da prendere con serietà. Faceva ancora fatica ad essere spontanea con questi cambi di tono, specie con le persone che non conosceva, doveva fare pratica e quella era la situazione ideale.
    “No no, scrivi pure, aiuti anche a me a capire cosa è stato fatto e cosa no” sperava solo che scrivesse in maniera ordinata e sensata, ma visto l'ordine maniacale dei suoi appunti non aveva dubbi a riguardo. Anche perché ormai quei vecchi quaderni poteva anche bruciarli, non se ne faceva davvero niente.
    “Immaginavo, nessuna scuola è immune dalla dose di ormoni letali che fa perdere la testa a tutti” non che prima fosse tanto meglio, aveva sperimentato di persona che la crudeltà era a qualsiasi età, fin da piccoli gli umani erano predisposti per primeggiare ed essere i migliori, questo voleva dire sconfiggere la concorrenza e uccidere le minacce... In questo caso socialmente parlando “Quindi immagino ci sia anche qui la giusta dose di coppie, tradimenti e litigi...” la imbeccò, sperando che abboccasse all'amo e si desse al gossip. Aveva davvero bisogno di notizie fresche, doveva capire come funzionava la catena sociale e negli adolescenti c'erano la Queen Bee e l'Alpha Male da tenere in considerazione.
    “Capito, lo terrò in mente. Se ti vengono in mente altre di queste cose dimmele per favore, mi sarebbe utile sapere dove il professore devia dal libro, per capire quali punti migliorare” segnò anche lei con un tratto marcato la parola, facendo una freccetta specificando quanto appena detto dalla ragazza.
    Il tasto dolente era arrivato, la domanda che sapeva sarebbe arrivata, ma che sperava di saltare. Era naturale essere curiosi, alla fine era arrivata a metà anno e durante il quarto anno, non era un momento molto propizio per cambiare scuola, come sapeva bene.
    “Purtroppo a Beauxbatons gli stranieri non sono molto ben accetti, fin dal primo anno mi avevano preso di mira con dispetti e scherzi crudeli, ma nell'ultimo anno le cose erano peggiorate e i miei genitori hanno ritenuto opportuno rimuovermi da quell'ambiente”
    La scusa ufficiale era sempre la migliore, nessuno avrebbe capito perché i suoi genitori fossero più preoccupati dal suo avere un migliore amico a cui era molto affezionata più che gli atti di bullismo che doveva sopportare quotidianamente. Poi non voleva parlare di Emile, era una cosa solo sua, di nessun altro.
    “Quindi mi hanno trasferito qui ad Hogwarts, dove avrei dovuto andare fin dall'inizio non fosse che si erano impuntati che una scuola all'estero poteva darmi sbocchi nuovi nella vita... Diciamo che spero che qui il bullismo non sia tollerato, spero di integrarmi al meglio anche se sono arrivata da poco” si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, guardando di sottecchi, senza farsi vedere, la reazione della ragazza, vedendo se poteva puntare di più sulla carta della povera vittima o se era meglio mostrarsi forti. Era una abilità che aveva sviluppato in anni di bullismo, aveva dovuto imparare ad analizzare il comportamento umano in velocità, cambiando strategia man mano per ottenere sempre il meglio dalla situazione. Non a tutti piaceva essere manipolati in questo modo, ma lei non conosceva altro modo di interagire con le persone.
     
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    Soppesò la sua domanda. Chi poteva mai dirgli?
    -L’unico potrebbe essere Stormind- in effetti… era quello più accerchiato. Lei compresa, ma su quello poteva sorvolare -Tassorosso, capelli sempre spettinati, espressione perennemente lontana da qui…- glielo descrisse -Chitarra in spalla, forse l’hai visto a Cura delle creature- si per forza doveva averlo visto li.
    Segnò qualche punto, aveva trovato qualcosa in comune con il loro programma e scrollò le spalle
    -Come in ogni scuola. So che Daisy e Karen hanno avuto un brutto scontro con Marsilda. Non corre nemmeno buon sangue tra Logan e Rick- da quello che aveva visto e capito -Non so di coppie o altro… - non si era mai interessata più di tanto -Le varie cotte potrebbero farti impazzire, sono talmente intrigate che non le ho ben presenti nemmeno io- ridacchiò -Non so più nemmeno le mie- la squadrò, c’era qualcosa in quella ragazza che le sfuggiva. Perché tutte quelle domande?
    Ascoltò la sua storia, alzando un sopracciglio -Scusa, ma nessuno dei tuoi vecchi professori non si è mai accorto di niente?- era molto strano -Comunque no, qui non è tollerato ed è severamente punito. Puoi stare tranquilla- le disse sperando di tranquillizzarla
     
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    Ecco che venivano fuori le informazioni che le servivano. Stormind. Finalmente il ragazzo che le interessava raggiungere aveva un cognome. A quanto pare era anche il bello e dannato della scuola, quello a cui tutte sbavavano dietro... Lo sapevano che il suo cuore era interessato al Serpeverde dal fuoco facile e dal passato travagliato? Era qualcosa su cui stava ancora indagando, nessuno dei due era facile da raggiungere e senza un motivo valido non si sentiva di iniziare una conversazione, perché non voleva rovinare i suoi piani per la fretta. Ci voleva tempo per le cose, niente veniva facile, men che meno mettere insieme pezzi di un puzzle così complesso.
    “Con Marsilda? Quali sono Daisy e Karen?” la ragazzina era affezionata alla Caposcuola Corvonero e voleva segnarsi i nomi delle persone da evitare. Non voleva di certo diventare amica con loro e inimicarsi la ragazza, le piaceva il suo carattere un po' ombroso, ma schietto, finché poteva voleva stare nelle sue grazie e se questo voleva dire non parlare con due persone... beh, niente di perso.
    “Scusa se faccio tante domande, faccio ancora fatica a mettere i nomi sui volti degli studenti e mi interessa capire le dinamiche del castello, è sempre utile sapere come funzionano le cose, prima di alzare un vespaio senza volerlo” mezza verità, non perché avesse mentito, tutto quello che usciva dalle labbra della rossa era verità, ma non diceva mai tutto e questo la rendeva manipolativa, agli occhi delle persone, quando dal suo punto di vista stava solo ottenendo quello che le serviva. Era gentile e cortese, non stava facendo del male a nessuno, quindi non vedeva il problema.
    “Ah, quindi ti interessa più di un ragazzo? Posso sapere chi sono i fortunati o non siamo ancora a quel livello di intimità?” il sorrisetto furbo che le si stampò sulle labbra era un chiaro segnale che stava scherzando, che sapeva fin troppo bene che due persone appena conosciute non potevano avere talmente tanta confidenza da aprire le porte del loro cuore, ma un tentativo ci stava sempre, magari qualcosa le sarebbe uscito dalle labbra e lei lo avrebbe immagazzinato per dopo, quando poteva essere utile. Euphemia non era maligna, non voleva il male delle persone, era solo consapevole che avere più armi possibili nel suo arsenale era quello che avrebbe potuto salvarle la vita, un giorno. Anni di bullismo questo facevano alla psiche, ti lasciavano costantemente in uno stato di combattimento o fuga che si ripercuoteva in ogni azione della vita.
    “Si sono accorti e hanno cercato di intervenire, ma da quando sgridare i diretti interessati e metterli in punizione aiuta? Ha solo peggiorato le cose...” fingeva indifferenza, ma la cosa le bruciava ancora dentro. Era assurdo come gli adulti non capissero la mente dei ragazzi, come punirli alimentasse solo il loro odio per la persona che li aveva fatti punire. Per loro non c'era niente di sbagliato nel fare bullismo, non lo vedevano come tale, quindi non capivano nemmeno il perché della punizione. Sperava di evitare proprio il problema qui ad Hogwarts, sperava che non iniziasse niente, così non doveva nemmeno capire come difendersi. Infatti non disse niente all'ultima affermazione della ragazza perché tutti pensavano che la loro scuola fosse sicura, almeno fino a quando non erano loro stessi vittima del bullismo dilagante.
    “Con pozioni dovrei aver finito. Provo a ripeterti i passaggi e mi dici se mi sono persa qualcosa, va bene?” chiuse il quaderno, cercando di ricordare a memoria quanto appena scritto, cosa semplice visto che era ancora fresco nella sua mente, ma a volte era difficile ricordarsi ogni dettaglio e per quello preferiva avere una conferma da qualcuno.
    “Bisogna mettere l'acqua di sorgente e le foglie di acetosa nel calderone, spento, e accendere solo dopo il fuoco e tenendolo basso, giusto?” di quello era abbastanza sicura, ma non voleva sembrare troppo sicura di se, anche perché le parti difficili arrivavano adesso “Tritare le ali di coleottero ed aggiungerle una volta che ha iniziato a bollire e girare per... Cinque? Cinque giusto? Volte in senso orario” se c'era una cosa che odiava delle pozioni era ricordarsi quei dettagli, anche perché quale cavolo di pozionista faceva le cose senza ricetta davanti agli occhi? Che senso aveva ricordare a memoria le pozioni?
    “Pestare i semi di fuoco nel mortaio, aggiungerli e alzare il fuoco, lasciando bollire per otto minuti. Intanto polverizzare nel mortaio le scaglie di Ramora, abbassare il fuoco ed aggiungerle, lasciando tutto in infusione a fuoco spento per trenta minuti prima di filtrare e ottenere una pozione che sembra acqua frizzante con le bolle che muovono dall'altro al basso, così come i fumi... Ho detto tutto?”
    Voleva essere sicura di aver capito al meglio la cosa, infatti aveva messo i cambiamenti del professore nel procedimento, ripetendo quello e non la versione del libro. Forse se andava bene potevano passare oltre e cambiare materia, anche se voleva dire andare su erbologia, la materia che odiava di più. Però era il caso di tenere incantesimi per ultimo, giusto per finire in bellezza la cosa.
    “Possiamo passare ad Erbologia adesso? Che piante avete fatto l'ultima lezione? Magari le ho già fatte a Beauxbatons...” lo sperava davvero perché non aveva proprio voglia di parlare più del dovuto di piante assassine e fiori che sembravano belli ma che in realtà erano mortali.
     
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    Annuì -Si, so che hanno avuto un brutto litigio in cortile, sono quasi venute alle mani lei e Daisy ma per fortuna il Preside ha interrotto tutto. Non so chi ha iniziato o perché- le disse con sincerità -Le informazioni cambiano da persona a persona, è un po’ come il gioco del telefono senza fili- il passaggio aggiungeva o sottraeva sempre qualcosa -Daisy è una Tassorosso, bionda, piccolina- ci pensò su -Forse l’hai vista con André a Cura, erano vicini- o almeno ricordava così -Karen invece è Grifondoro, anche lei era a cura. Capelli ramati, lentiggini- descrizioni basiche, ma per farle capire chi erano andavano più che bene.
    Scrollò le spalle alle sue scuse -Non preoccuparti, arrivare in un posto nuovo deve essere disorientante. Anzi ti chiedo scusa io perché non sono molto abituata a parlare di queste cose. Tendenzialmente mi faccio gli affari miei- era vero, anche se nell’ultimo periodo era migliorata molto il suo approccio umano con gli altri -Beh non è perché sei amica di un nemico vuol dire sollevare un vespaio. Ognuno è libero di creare relazioni con chi vuole- o almeno lei la vedeva così, poi si mise a ridere
    -Sai Euphemia, il problema è che mi piace fin troppo il genere maschile- scosse la testa -Siamo chiusi qui dentro per mesi e tutto questo testosterone mi da alla testa- rise ancora, poi tornò seria quando ascoltò la sua storia
    -No hai ragione, l’intervento degli adulti non migliora quasi mai le cose- anche lei ne sapeva qualcosa. Nella scuola babbana gli insegnanti avevano provato a far smettere gli altri bambini… ma alla fine si voltavano dall’altra parte.
    -Datti tempo e vedrai che ti troverai bene- le disse a mo di consolazione, ascoltandola poi ripetere i passaggi dell’Antidoto Mentale. Quando finì annuì -Si perfetto, ottimo. Avresti fatto una pozione magnifica anche al mio recupero- era soddisfatta, i suoi appunti su Pozioni erano perfetti e lei aveva compreso benissimo
    -Si, passiamo ad Erbologia. Abbiamo affrontato delle piante velenose. E quando dico affrontato intendo che le abbiamo proprio cercate nel bosco. Ovviamente era un’illusione, ma posso assicurarti che le bastarde erano reali- ricordava ancora gli effetti del polline allucinogeno -Quindi l’argomento, come avrai capito, era il veleno- cercò nei suoi appunti, doveva avere ancora la pergamena con i nomi dei fiori -Ah eccola- mormorò, prendendola -Quelli erano i nostri obiettivi, guarda se ti dicono qualcosa- la passò alla ragazza

    Orchideum Confusionarum: Non ama i rumori forti né la confusione, potrebbe attaccare di sua spontanea volontà se si sentisse particolarmente infastidita da estranei di passaggio. Provoca una momentanea perdita delle facoltà intellettive superiori. Parlantina a vanvera, gesti sconclusionati, pensieri fuori luogo, istinto suicida.
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    Inferis Stramonium: Conosciuto anche come erba del diavolo. I suoi graziosissimi ed astutissimi fiori sono soliti fluttuare attorno alla vittima prescelta illudendola e persuadendola con piccoli doni o aiuti. Al momento più propizio, poi, procedono all'assalto dei pollini tossici. Provoca allucinazioni con mondi fantastici e creature mitologiche del tutto macabre, grave nausea, crampi, dolori addominali e poi morte.
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    Difflorem: Sono fiori birichini e dispettosi. I loro petali si fanno duri e taglienti come lame al momento del bisogno. Vorticando attorno al nucleo, essi lacerano gli oggetti o i lembi di carne umana da cui si sentono minacciati. Con lusinghe e racconti divertenti possono essere corrotti, a quel punto diventano fedeli al soggetto che li ha conquistati e rispondono ai suoi ordini per brevi lassi di tempo.
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    Eupatorium Rugosum: È una pianta molto permalosa, non ama chi interrompe l'equilibrio e l'armonia dei suoi cespugli. Provoca tremori, crisi cardiaca e morte a chi la disturba.
     
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    Mise da parte l'informazione per un altro momento, doveva indagare su cosa avessero combinato quelle tre, perché a quanto aveva capito erano fulcri centrali della scuola e capire come erano i loro rapporti e soprattutto perché avevano litigato poteva essere di fondamentale importanza per il futuro.
    “Non preoccuparti, non sono una a cui piace farmi i fatti degli altri” fondamentalmente vero, non le piaceva il gossip per il puro spirito di spettegolare, per lei erano informazioni vitali e necessarie, altrimenti avrebbe speso il suo tempo in modo molto più proficuo “però credo che arrivata in una nuova scuola sia davvero importante capire come funzionino le cose... Perché purtroppo non è vero che si è liberi di avere relazioni con chiunque, c'è sempre un filo comune che bisogna seguire per non avere problemi in futuro”
    E se voleva capire capiva, perché di solito non dava consigli su come gestire le cose, preferiva lasciare che ognuno imparasse le lezioni a modo suo e se voleva dire sbatterci la testa tanto meglio, una dura lezione era una lezione che ti rimaneva più impressa nel cervello. Eppure la ragazza la stava aiutando in più di un modo, quindi le sembrava solo giusto darle quei piccoli consigli di cui poteva fare quello che voleva, anche non ascoltarli.
    “Beh, mi sembra di aver visto a lezione che hai l'imbarazzo della scelta...” meglio per lei, l'amore era una cosa sopravvalutata e nessuno pensava al mero divertimento, alla gioia di vivere e godersi la vita da soli. Lei non ne voleva sapere niente dell'amore, voleva starci più lontano possibile, evitare le tentazioni quindi sembrava una cosa sensata. Se Feyre non aveva di questi problemi perché non sfruttarlo? Era una bella ragazza, poteva permetterselo...
    “Oh, il tempo è uno dei grandi problemi della vita, non se ne ha mai abbastanza” fin troppo vero, specie dal suo punto di vista che non sapeva quando sarebbe impazzita, quando la sua morte avrebbe iniziato a diventare inesorabile e ineluttabile. Era una visione un po' amara della vita, ma almeno le dava la forza di fare quello che voleva e come lo voleva perché stava lottando con le unghie e con i denti per non finire male così presto, ma nel caso voleva andarsene senza rimorsi.
    Prese il quaderno, cercando di leggere velocemente gli appunti e cercare di ricordare se qualcosa fosse familiare. Aggrottò la fronte quando notò l'Eupatorium Rugosum, recuperando velocemente un quaderno dalla sua borsa – grazie al cielo dell'esistenza degli incantesimi ingrandenti – e aprì alla pagina giusta, annuendo poco dopo e picchiettando il dito sulla pagina scritta in francese.
    “Questa non l'abbiamo fatta, ce l'ha solo citata il professore, ma non siamo entrati nei dettagli” rilesse gli appunti della ragazza, grata che fossero davvero così ordinati e precisi, tanto da renderle quasi immediata quell'operazione di confronto “quindi sono dei cespugli? Ma tipo siepe o a se stanti? E il fatto che che non ami chi interrompe l'equilibrio si intende solo la potatura o anche solo il toccarla?”
    Era meglio capire con cosa avesse a che fare, perché la loro professoressa sembrava davvero folle. La lezione sulle piante velenose a Beauxbatons era stata puramente teorica, con solo una dimostrazione molto da lontano di cosa volesse dire veder roteare i petali del Difflorem, visto che poteva essere visto a distanza di sicurezza e senza che nessuno si facesse del male.
    “Le vostre lezioni sono sempre così pericolose? Pensavo che Cura delle Creature Magiche fosse stata un'eccezione, ma da quello che mi stai dicendo è sempre un pericolo costante...”
    Chissà se i suoi genitori l'avrebbero mandata in quella scuola sapendo che poteva rischiare la vita per ben altre cose oltre alla maledizione di famiglia. Forse l'avrebbero rimandata a Beauxbatons... Ma voleva davvero tornarci? No, voleva solo rivedere Emile. Ancora non le aveva risposto a nessuna lettera, era davvero preoccupata per lui.
    “A proposito di Cura, ma il ragazzo della mia casata, quello che ha fatto il putiferio alla fine con l'incendio... Cosa si sa di lui?” era riuscita a fingere abbastanza indifferenza? Non era ancora riuscita a scoprire nulla sul riccio Serpeverde, solo il suo nome. Sembrava essere un fantasma, sempre pronto a volatilizzarsi quando si avvicinava troppo. Non riusciva ancora a capire come mai fosse così interessata a lui, forse era stato il vederlo così fragile e allo stesso tempo così sicuro che l'aveva affascinata, avrebbe voluto avere anche lei la stessa forza di fronte agli ostacoli, invece si ritrovava sempre a tremare come una foglia sperando che tutto finisse presto.
     
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    Si strinse nelle spalle, ognuno era libero di pensare cosa voleva. Forse era talmente tanto tempo che non aveva un amicizia vera che non sapeva nemmeno lei come comportarsi. Dal canto suo, avrebbe continuato a parlare e stare con chi voleva. Se gli altri volevano la guerra interna peggio per loro.
    La guardò perplessa -L’imbarazzo della scelta?- era davvero stranita da quell’uscita, non aveva la minima idea di cosa stesse parlando. Annuì alla sua affermazione -Parole sante- sopratutto quando volevi qualcuno e il tempo sembrava non passare mai. Fece un sospiro e si concentrò sull’argomento del momento, Erbologia.
    -Si, crescono a cespugli. Sono molto compatte tra loro, è un’arma di difesa- spiegò velocemente -Non amano chi magari le calpesta, chi fa rumore, chi cerca di cogliere i loro fiori… sono molto poco socievoli in effetti. Amano la loro pace nella loro mezz’ombra. Quindi meglio non disturbarle senza le giuste precauzioni- disse, quelle erano cose in aggiunta alla lezione, lette qua e la sui libri della biblioteca.
    -Non sono pericolose, ci aiutano ad affrontare al meglio le cose. Nessun libro di testo ti prepara quanto la pratica, se sbagli capisci e la volta dopo non sbagli più. In più i professori non permetterebbero mai incidenti gravi- semplice e veloce -Cura è stata una vera e propria esplosione di caos, non mi era mai capitato di assistere ad una cosa così in effetti- la guardò -Ancora non ho ben capito cosa sia successo- le disse con estrema sincerità.
    Alzò un sopracciglio, curiosa -Chi, Rick?- scosse la testa -Mi spiace, non so dirti niente di lui. Non è un tipo molto loquace, forse dovresti chiedere ad André, credo siano amici o un qualcosa di simile- le fece un sorrisetto -Ti piace?- chiese curiosa come un gatto
     
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    Rimase interdetta dalla confusione della ragazza. Stava cercando complimenti gratuiti o davvero non aveva capito cosa intendeva? “Ci sono un sacco di bei ragazzi in giro per la scuola e tu non sei una brutta ragazza, se ti interessa così tanto il genere maschile hai un ampio bacino a cui attingere”
    Più di così non le avrebbe dato, non le interessava farsi bella dicendo un sacco di complimenti, secondo lei la gente doveva guadagnarseli e solo allora avrebbe usato termini più consoni. Al momento si sarebbe fermata nel dire dati di realtà: in nessun mondo Feyre poteva essere considerata una brutta ragazza.
    “O c'è qualcuno in particolare a cui sei interessata?” sempre meglio sapere con chi stare in guardia, molte ragazze erano gelose dei loro interessi e lei non voleva nemici, non di certo per dei ragazzi a cui non era minimamente interessata. L'amore era proprio l'ultima cosa nella sua lista delle priorità, anzi, era la prima della lista delle cose da evitare, visti i risultati previsti una volta che si fosse innamorata davvero di qualcuno.
    Annuì, memorizzando velocemente quanto aveva detto la ragazza, segnandosi solo delle parole chiave per ricordare i punti focali, poi avrebbe scritto in bella quello che le serviva ricordare, non era quello il momento di mettersi a fare la perfettina.
    “Molto simile all'Orchideum Confusionarium quindi, anche quello odia essere disturbato, giusto? Anche se i suoi effetti sono più legati alla mente e alla perdita del controllo delle facoltà intellettive superiori giusto?” odiava le piante, davvero. Non bastava che avessero nomi così complessi e impossibili da ricordare e che le loro foglie sembrassero tutte dannatamente uguali, no, dovevano anche essere pericolose e letali! Non aveva nessuna intenzione di trovarsi per caso in mezzo a quelle piante, eppure sapeva che non poteva evitarlo, anche perché l'anno prossimo avrebbe già dimenticato queste nozioni e si sarebbe trovata punto e a capo.
    “Ma l'erba del diavolo è in qualche modo parente del tranello del diavolo o sono due piante totalmente diverse che per puro caso hanno lo stesso nome?” pure questo era assurdo, perché mai dovevano chiamare le cose in modo così simile! Chi si occupava di piante sicuro si faceva grosse risate alla sera pensando a tutto quello che avevano combinato durante il giorno.
    “Non so, sono abituata ad un metodo più teorico a Beauxbatons quindi mi sembra strano tutto questo interesse verso la pratica. Però forse hai ragione, di certo impari di più...” come evitare i compagni di classe più imbranati, ad esempio, tra il caposcuola che ficcava la faccia nel seno dell'altra Grifondoro o del Tassorosso che copriva con la cravatta le parti intime del pollo spennato dalla sua compare di Casa... Beh, di certo non si sarebbe mai proposta per fare coppia con loro nel caso ci fosse stato bisogno.
    “Rick?” aveva finalmente un nome, un passo avanti rispetto a qualche minuto prima, quando di lui conosceva solo il suo aspetto e il fatto che fosse un Serpeverde. André continuava a tornare nei discorsi di più persone, forse era arrivato davvero il momento che provasse a conoscere il tasso tormentato. Di certo sembrava interessante e se le voci erano giuste non si tirava indietro davanti ad una bella ragazza, quindi forse aveva qualche possibilità di parlargli in privato, se toccava i punti giusti.
    “Mi piace? In che senso?” improvvisamente una lampadina si accese nella sua testa e fece un salto sorpreso, sgranando gli occhi e diventando rossa come un pomodoro. “No, assolutamente no! Hai frainteso... Sono solo preoccupata per lui dopo quello che è successo a lezione e vorrei capire un po' di più su di lui per aiutarlo meglio la prossima volta”
    Cose assolutamente vere, ma sapeva che la Corvonero avrebbe messo in dubbio quanto aveva detto, perché nessuno le credeva mai quando diceva che non le interessava nessun ragazzo. Punto. Di certo non voleva parlare del perché fosse così, quindi non poteva nemmeno lamentarsi se doveva passare più tempo del previsto a far cambiare loro idea.
    “Non mi piace nessuno e non sono interessata a far cambiare la cosa... Preferisco concentrarmi sulla scuola e sul mio futuro, i ragazzi rovinano sempre tutto e non ho intenzione di avere una palla al piede che mi blocchi il percorso”
    Quello era il modo più carino che avesse trovato per spiegare la cosa senza entrare in dettagli intimi sul passato della sua famiglia. Perché alla fine era vero, le persone in generale erano stupide, non voleva avere relazioni di nessun genere e tipo non solo per la paura delle conseguenze, ma anche perché non voleva davvero rimbambirsi per amore, dimenticare tutte le sue ambizioni per un altro. Era quello che succedeva alla gente quando si innamorava e per lei pure quella era una forma di follia.
     
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    -Ah și, ma non tutti sono interessanti- si strinse nelle spalle, abbassando gli occhi sugli appunti di lei
    -Si, qualcuno che mi piace, ma è un po’ complicato- non avrebbe aggiunto altro al riguardo. La situazione ragazzi era fin troppo complicata e il suo giudizio non avrebbe migliorato
    Annuì -Si esatto- confermò il suo appunto su erbologia -Attacca la psiche più che il corpo appunto- fece una smorfia
    -No, sono due cose diverse. Anche questa provoca allucinazioni, posso confermartelo personalmente- maledetto polline
    -La teoria insegna, la pratica ti fa capire quanto hai imparato- disse con semplicità
    Sorrise nel vederla cambiare gradualmente colore fino ad uno splendido rosso pomodoro -Se lo dici tu- non erano affari suoi alla fine, se le piaceva e non voleva dirlo non avrebbe insistito -Non lo vedi mai in sala comune?- chiese curiosa. Oddio, non sempre gli orari di ognuno combaciavano, quindi non era poi così strano. Alzò un sopracciglio alle sue affermazioni
    -Effy, ti dispiace se ti chiamo così?- chiese prima di proseguire -Non devi giustificarti. Se dici che non ti piace nessuno ti credo- si strinse nelle spalle -Non sono affari miei, se pensi che per te sia un blocco fai bene a non cercarne uno- Le fece un sorriso -Tranquilla, nessuno ti giudica per questo. Anzi sai che ti dico? Adotterò questo pensiero pure io- rise
     
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    Sentiva che dietro a quella ammissione c'era una storia. Da un lato voleva indagare, chiedere, soddisfare la sua curiosità innata e aggiungere informazioni importanti alla quantità irrisoria che possedeva. Dall'altra parte voleva rispettare la volontà della ragazza perché a nessuno piaceva quanto la gente insisteva e pungolava nei punti magari più dolorosi. Non erano nemmeno amiche, non aveva nessun diritto a chiedere di più, soprattutto se era dettato solo dalla curiosità e non dalla voglia di aiutare.
    Storse il naso parlando di quelle piante, vedeva chiaramente che la ragazza aveva avuto esperienza diretta con esse e non osava immaginare come ci si sentisse. Non era qualcosa di piacevole, sentire la propria testa non rispondere più normalmente, essere condizionata da qualcosa di esterno. Erbologia più la studiava e meno le piaceva.
    “Si, lo vedo” rispose spiccia, per chiudere velocemente l'argomento.
    Forse era meglio parlare di erbologia che non di Rick, perché quell'argomento era un po' delicato e faceva fatica ad affrontarlo con tranquillità. Continuava ad avere nella testa l'immagine dei suoi occhi in quei momenti, tenebrosi e letali, come se non la vedessero nemmeno, ma fossero stati catturati da qualcosa che lo tormentava. Le ricordava troppo Emile e non potendo più aiutare l'amico aveva spostato il suo interesse su di lui. Non che il serpeverde lo volesse, l'aveva reso ampiamente chiaro a lezione, ma lei era decisamente testarda e voleva continuare nella sua ricerca della verità... Senza farlo sapere al diretto interessato perché non voleva rischiare di finire uccisa veramente e in quel caso non sarebbe stato un incidente, ma un azione ben voluta.
    “Si, chiamami pure come vuoi” rispose, agitando la mano per aria con fare annoiato. Un giorno avrebbe capito perché nessuno voleva chiamarla con il suo nome, certo, era un po' antiquato, ma non lo trovava così brutto. Il doppio nome era un po' eccessivo ecco, quello si.
    “Non mi sembri il tipo” mormorò onesta, alzando un sopracciglio scetticamente all'ultima affermazione della ragazza. Adottare il suo modo di pensare quando poco prima aveva candidamente affermato di essere attratta da ogni uomo che respirava nel castello? Certo.
    “Direi che con Erbologia ci siamo, passiamo ad Incantesimi?” cercò di spostare il discorso, cambiando nuovamente quaderno e prendendo uno più spesso, con note di vario genere appuntate in ogni angolo. Era una delle sue materie preferite, le piaceva annotarsi idee e piccole curiosità su ogni incanto e si vedeva nel disordine che rendeva la pagina altrimenti impeccabile più personale.
    “Eravamo un po' indietro con il programma, quindi gli... Incantesimi mentali? No, cosa stavate facendo l'ultima lezione?”
    Aguzzò la vista cercando di capire dagli appunti della ragazza, dall'altra parte del banco, cosa ci fosse scritto, ma non aveva ancora imparato l'arte del leggere bene al contrario, quindi aspettò che l'altra le passasse il quaderno, facendo come prima uno scambio di oggetti.
    “Com'è il professore?” era importante chi insegnava la materia ed essendo una delle sue preferite era doppiamente fondamentale. “Non è anche lui uno dei pazzi che ti fa rischiare la morte, vero?”
    Anche perché era una materia già pericolosa di suo, se ci mettevi anche un pazzo scatenato che metteva in pericolo di proposito la vita degli studenti... Beh forse Beauxbatons era più sicura per lei, non che l'avrebbe mai detto ai genitori.
     
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19 replies since 28/3/2023, 12:29   277 views
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