Open Day: Magizoologia

Karen - Logan - André

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    Conoscere gli studenti che avrebbe ospitato all'Open Day poteva essere un'arma a doppio taglio, Regan lo sapeva bene.
    Poteva essere paradossale, ma l'ansia da prestazione percepita dall'Irlandese quella mattina era molto più intensa di quella che aveva provato il giorno della sua prima lezione come professore associato in quell'Accademia, o nel sostenere svariati esami.
    A dimostrarlo, se non fosse bastato il fatto che continuava a sospirare e a guardare l'enorme orologio esterno degli edifici universitari, c'era anche la pressoché inconsistente quantità di tabacco residua all'interno del sacchetto che albergava nella tasca posteriore dei suoi jeans.
    Quei ragazzi lo conoscevano come "il guardiacaccia di Hogwarts", era strano accoglierli nei panni di un docente che avrebbe dovuto orientarli verso il loro futuro lavorativo come streghe e maghi. Damnù, per l'occasione, per la prima volta, lo avrebbero anche visto indossare una camicia e una giacca, lui che al castello vestiva solo flanella, felpe comode e giubbotti di varie consistenze.
    Avrebbe preferito non averli mai incontrati prima, per non sentir gravare sulle sue giovani spalle il peso della responsabilità delle sue azioni e delle sue parole, o per non ritrovarsi eventualmente a deludere le loro aspettative.
    Invece, ormai, l'Irlandese conosceva tutti e tre i suoi ospiti, alcuni dei quali anche piuttosto bene.
    Quando li vide arrivare non poté fare a meno di distendere le labbra contornate da una barba rasata e pettinata di fresco, soffermandosi con gli occhi chiari sulle loro tre figure.
    Karen Cavanaugh sembrava essere il numero ricorrente che i dadi della sorte, dopo innumerevoli rimbalzi, mostravano ineluttabilmente sulla facciata superiore. Regan non sapeva se fosse una sorta di richiamo della loro terra natia, o se semplicemente le loro esistenze erano ormai destinate ad un intreccio inscindibile, ma ormai avrebbe potuto scommettere sulla presenza della vivace Grifondoro in ogni sfaccettatura delle sue esperienze. L'aveva salvata dalle spore di una pianta velenosa che gli aveva permesso di conoscerne le fragilità, accompagnata in un'esperienza che aveva visto sorgere il sole di fine inverno e le innumerevoli potenzialità della giovane strega e le aveva perfino fatto la paternale del fratello maggiore pochi giorni addietro, durante una punizione in cui aveva avuto modo di conoscere anche il suo lato più insopportabile... Per il quale, doveva ammettere, le voleva bene ancora di più.
    Poi c'era Logan, il figlio di Battlin' Mc Cormac in persona, uno degli Auror e degli esperti in creature magiche più autorevoli che Regan avesse mai conosciuto. Il giovane O'Toole non era sorpreso di vederlo interessato alle meraviglie che poteva offrire la facoltà di Magizoologia, sebbene Regan fosse consapevole di quanto ardua fosse la sfida di insegnargli qualcosa che già non sapesse.
    Sicuramente, nel suo futuro di studente dedito alle creature magiche, la parte più ostica sarebbe stata quella legata alle innumerevoli normative che regolavano la tutela di questo o quell'animale fantastico e la sua protezione, scartoffie su scartoffie di burocrazia che loro, in quanto professionisti, erano tenuti a conoscere sebbene non servisse assolutamente a niente.
    Ad ogni modo, il maggiore degli Irlandesi del gruppo ricordava tanto Logan, quanto Karen, da quando ancora erano due piccoli scavezzacollo innocenti, con le ginocchia sbucciate e gli occhi che scintillavano di spirito di avventura, pronti a viverne una dietro ad ogni angolo.
    Infine c'era André Stormind, un Tassorosso con una vita meno intrecciata a quella del magizoologo, ma non per questo passata inosservata agli occhi attenti del mago di Wicklow. Le sue prodezze con la chitarra erano note in tutto il castello, così come il suo sguardo, a tratti inquieto e sfuggente, a tratti guizzante d'interesse ed acume per tutto ciò che lo circondava. Sveglio, simpatico e gentile, che lo volesse o meno, André era un punto di riferimento tra gli studenti di Hogwarts, qualcuno da ammirare e rispettare.
    Avevano interagito faccia a faccia solo quando il musicista aveva azzardato l'idea di usare, per il recupero di Cura delle Creature magiche, la sua capanna da Guardiacaccia, oppure la serra che proteggeva le piantine di insalata e di Puffagioli nell'orto adiacente. Alla fine, tuttavia, nessuna delle due opzioni era risultata praticabile, vista la scarsa fiducia nel fatto che tutti gli studenti sapessero rispettare la privacy dei cassetti con la biancheria intima sua e di sua moglie April, o che tutti fossero in grado di lasciare intatta ogni singola piantina. Con il giovane Stormind erano bastate poche parole per capirsi al volo senza difficoltà, così come per fargli comprendere che, tra i tanga di April e le piantine di insalata, erano più le seconde a destare nell'Irlandese un profondo senso di protezione.
    Adesso, quali che fossero i loro spaccati di vita passata con O'Toole, era sulle loro prospettive future, che si sarebbero confrontati.
    Dopo averli salutati nell'Aula Magna e aver dato loro il tempo di riprendersi dal viaggio in Passaporta, Regan accompagnò i suoi tre caballeros all'esterno del campus, fin sotto un albero ai piedi del quale aveva disteso delle coperte ed un cestino da picnic contenente ogni ben di Dio di cui la caffetteria dell'Accademia fosse capace.
    Quella, al centro del grande chiostro con l'erba tagliata di fresco, era la posizione più strategica per mostrare loro tutti gli ambienti dell'Accademia comuni agli studenti di qualsiasi facoltà, eventualmente accompagnarli in quelli di maggiore interesse e poi, finalmente, passare alla magizoologia.
    Eccovi qua, finalmente! Rimpinzatevi pure, mentre facciamo quattro chiacchiere.
    Si sedette per primo su una delle coperte e invitò i due Grifondoro ed il Tassorosso a fare lo stesso, aprendo il cestino.
    Per cominciare, questo è ciò che passa il convento della Caffetteria. Personalmente, impazzisco per tutto quello che fanno qui... Eccola là, la vedete oltre quella finestra. indicò con la punta della bacchetta un'ampia vetrata, oltre la quale i tavolini, tutti occupati dagli studenti dell'Accademia, erano stipati di tazze e piattini di tutte le dimensioni ed i vassoi, magicamente incantati, svolazzavano da una parte all'altra per recapitare ordini scritti su apposite lavagnette.
    So che avrete un sacco di cose da chiedermi sulla magizoologia e sul lavoro che faccio... Non qui o a Hogwarts con voi, ma quello del magizoologo puro, che è ciò per cui realmente vivo. Prima, però, sono io che vorrei porre a voi delle domande.
    Dalla tasca estrasse una pergamena, che si aprì per andare ad attaccarsi al tronco dell'albero. Regan vi puntò contro la sua dodici pollici di castagno e, ad ogni domanda che pronunciava, luminose lettere di un intenso blu elettrico comparivano a ricomporle anche sulla pergamena, così che i ragazzi potessero sempre tenerle d'occhio per fornire le loro risposte, anche senza andare necessariamente in quell'ordine.
    Come vi aspettate che sia la giornata lavorativa tipo di un magizoologo? Cosa sapete su quali sono le sue vere mansioni quotidiane? Perché siete orientati verso questa scelta? E non ditemi "perché amo le creature magiche...". Ve lo assicuro, alcune non sono affatto amabili, eppure dovrete prendervi cura anche di quelle. E ultima domanda, ma non meno importante... Cosa vi aspettate di imparare con me oggi?
    Li guardò tutti e tre apertamente, curioso di scoprire chi, per prima o per primo, avrebbe rotto il ghiaccio.
     
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    "Per le mutande putrefattissime di Merlino!...", mi afferro lo stomaco e barcollo. Appoggiandomi alla prima cosa solida a portata di braccio, che poi sarebbe la spalla del Tassorosso, per evitare di vomitare l'anima.
    "Perché proprio le passaporte? Cazzo, tutte le volte rischio di sboccare male. Io, tipo, potevo materializzarmi. Certo, anche quello non è il massimo ma hey, almeno non si ha l'impressione di vorticare all'infinito nel fottuto nulla cosmico."
    Signore e signori dell'Accademia di Magia, buongiorno. Eccomi, sono giunto tra voi. E si, per la cronaca, l'ho fatto portandomi dietro tutto il sano vecchio grezzume made in Offaly.
    "Allora, è in aula magna no?", domando quasi retoricamente alla Cavanaugh non potendo fare a meno, ovviamente, di scompigliarle i capelli non appena la nausea decide di levarsi dalle palle .
    Eh, che devo farci, io vivo per volerle bene e romperle le palle in egual misura. E poi si, anche altre cose che di certo non starò qui ad elencare.
    "È là, ci ho sostenuto l'esame di smaterializzazione dentro..."
    Lo comunico un po' a entrambi, così per fare conversazione, cercando poi Regan con lo sguardo appena ciò si richiede necessario.
    Enniente comunque, "buongiornocomestate" e siamo subito fuori, all'aria aperta, per bontà divina.
    Già mal sopporto gli spazi chiusi, per indole, so poi dovrò associarli verosimilmente ad ulteriori anni di studio...meglio evitare l'argomento.
    "Vuoi metterci all'ingrasso per poi darci in pasto ad un drago come nelle favole che si raccontano ai bambini dalle nostre parti, per caso?", ribatto divertito al guardacaccia di Hogwarts, strizzando anche l'occhio a Karen. Si lo so, l'altro giorno al lago si è palesemente risentita per il mio comportamento, e di certo non ha mancato di farmelo notare in seguito ma, diabhail , o si sopporta tutto o niente.
    Ogni tanto tocca anche mangiare i fottuti broccoli. È la vita.

    "Ci stai facendo tipo un test d'ammissione camuffato, Wicklow, oppure è solo un modo per capire se siamo veramente orientati nella direzione giusta?"
    Glielo domando con una punta di sarcasmo confidenziale, avvicinandomi alla pergamena così da avere bene in testa tutte le domande mentre formulerò le mie risposte.
    "Dunque, innanzitutto, da t..da lei oggi, prof, mi aspetto di imparare più che altro come viene intesa la cura delle creature magiche da un punto di vista accademico. Che immagino sia un po' più complesso e sfaccettato rispetto a come la materia è trattata ad Hogwarts..."
    Esito per un istante, lo guardo con un luccichio negli occhi, e poi sorrido ampiamente. "O da autodidatta.
    Ah, comunque, spero che non si tratti di chiudersi in aula per il novanta per cento del tempo. In quel caso, forse, valuterei più volentieri la carriera da mago oscuro."

    Fa ridere. E non tanto per il sarcasmo con cui caccio la battuta, no, è solo che più o meno tutti, qui, sappiamo quanto io, sia per convinzioni personali che per storia familiare, mai potrei anche solo avvicinarmi a quella vita. La ripudio da sempre. Quasi quanto stare per ore intere con la testa china sui libri, quasi.
    "Sono orientato a questa scelta perché...dai, ma fai sul serio? Perché da quando ho imparato a camminare mi sono ficcato nella foresta dietro casa alla ricerca di qualsiasi creatura anche solo vagamente interessante. Non è che amo le creature magiche, sono proprio legato a loro indissolubilmente, per indole."
    Sarò stato convincente? Lo spero. Anche perché onestamente non saprei come spiegarmi meglio. Va bene che non vuole sentire un: "amo gli animali fantastici come risposta", però, ad una certa, uno cosa dovrebbe rispondergli?
    "Mi piaceva incantesimi ma ho preferito mettermi alla prova?" Suvvia.

    "Io la giornata di un Magizoologo me la sono sempre immaginata all'aria aperta, a lavorare, curare e studiare le creature direttamente sul campo. Raccogliendo informazioni, imparando da loro.
    Per quanto riguarda le vere mansioni quotidiane invece, da un punto di vista più professionale: che un gatto possa mangiarmi, e il diavolo possa mangiarsi il gatto, se ne ho anche solo la più minima idea."

    Un po' colorito e sopra le righe forse, sicuramente molto peculiare, ma rende bene la mia condizione.
    Io, le creature, le ho sempre vissute come una passione spontanea e, entro le mie capacità, curate per propensione naturale. Di base, non mi piace vedere un essere vivente - qualunque esso sia - in difficoltà, quindi cerco sempre di aiutarlo come come posso. O comunque al meglio delle mie possibilità.
    Però no, effettivamente non mi sono mai posto prima in vita mia la domanda: "Cosa fa un Magizoologo professionista quotidianamente?".
    Allargo le braccia, totalmente immerso nella discussione, e lancio uno sguardo ai miei due compagni di ventura.
    Del tipo: Io non so un cazzo. Però se voi avete qualche idea, diamine, sono tutto orecchie.
     
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    -Immagino già cosa scriveranno dietro la tua cioccorana: l’impavido eroe di Grifondoro, re dei bifolchi e protettore degli ippogrifi, messo al tappeto da una innocua passaporta. I posteri rideranno fino alla fine dei loro giorni.-, Karen non aveva minimamente risentito degli effetti della smaterializzazione: all’atterraggio si era sì dovuta aggrappare alla maglietta di André per non cadere per terra, ma l’esperienza era stata tanto esaltante da spingerla a non vedere l’ora di ripeterla.
    -Anche il tuo vecchio dovrebbe adattarsi, ma quando meno ce lo aspettiamo… ci pensi? Siamo a tavola, con un cucchiaio o un bicchiere a mezz’aria e… bam! Si rivela una passaporta che ci risucchiati nel nulla. È una figata più di quanto lo sia la metropolvere- Karen si voltò verso André per controllare che fosse tutto intero. Indugiò qualche secondo sul suo sguardo, indecisa se compiere quel passo. Una parte predominante di sé, quella guidata dalla paura di essere ferita mascherata da prudenza, continuava a ritenerlo un azzardo; l’altra, quella che amava Logan e che cominciava a fidarsi di André, le intimava di buttarsi. L’unico modo che aveva per sconfiggere la paranoia.
    -… hai tutto il pomeriggio per riprenderti, fossi in te ne approfitterei. André stasera suona ai Tre Manici di Scopa-, per un attimo, mentre proseguivano a passo spedito, la voce della Grifondoro suonò malferma.
    -Ed è stato così gentile da offrirci una burrobirra.-, non ebbe il tempo di aggiungere altro che, al suo solito, Logan non mancò di arruffarle i capelli; Karen lo guardò in cagnesco mettendo su involontariamente un’espressione buffa, per poi borbottagli contro.
    -La prossima volta te le mordo- lo minacciò, cercando di salvare il salvabile sistemandosi le ciocche con le dita.
    -Non credevo le creature ti piacessero fino a questo punto-, commentò, rivolta al tassorosso.
    -Confessa: è stato il salvataggio dell’asticello a ispirarti la passione. Sapevi che anche Logan ne ha uno? Si chiama Mr. Smith! Dovreste combinare un incontro per vedere se riescono a familiarizzare. Magari ne esce una bella amicizia-, appena in tempo per beccare il professore di Magizoologia. Karen rivolse a Regan un sorriso solare e un saluto amichevole, dimentica di ogni formalità come se non avessero mai lasciato Hogwarts. Non c’era traccia del malumore per la punizione al lago, era troppo entusiasta per non pensare ad altro se non a quello che il Guardiacaccia avrebbe mostrato loro quel giorno.
    -Non so voi ma io mi ritengo a tutti gli effetti sedotta dal fascino della magizoologia. Soprattutto dal suo cibo-, commentò rivolta agli altri due prima di sedersi a gambe incrociate su una delle coperte e di servirsi di una pizzetta dal cestino imbandito per loro. Mentre Regan li accoglieva non poté fare a meno di notarlo così diverso rispetto a quando stava a scuola, soprattutto nell’aspetto: di solito il Guardiacaccia favoriva abiti pratici e più “rustici” che davano l’impressione di un suo preciso modo di esprimersi. La giacca e la camicia invece lo rendevano più serio e formale, ma non era l’unico cambiamento che la Grifondoro aveva scorto in lui. Sembrava agitato, in senso buono però…
    Si sistemò sulla coperta cercando una posizione più comoda, poi strofinò le mani per disfarsi delle briciole.
    -Guarda che non ti assegna punti extra se ti metti in tiro, sappiamo tutti che sei nato prima tu e poi l’uovo di ippogrifo-, lo punzecchiò, prendendolo bonariamente in giro. Logan aveva avuto la fortuna di crescere in una foresta piena di creature, di cui Karen aveva scoperto l’esistenza poco dopo aver conosciuto il McCormac, ma per quanto le fossero sempre piaciute la scintilla era scattata molti anni dopo, durante il suo primo anno ad Hogwarts. Cominciata come una punizione per aver appiccato il fuoco al cappello parlante, era diventato un momento piacevole che aspettava con entusiasmo. Quando fu il suo momento di rispondere guadagnò tempo giocherellando con la pietra allacciata al polso.
    -A me piace occuparmi delle creature. Mi fa sentire con uno scopo-, andare a caccia di creature era diventata anche un’abitudine piacevole nella quale rifugiarsi quando le cose non andavano come avrebbe voluto.
    -Suppongo dipenda dal magizoologo comunque: se si prende cura proprio di tutte le creature o se si specializza solo per alcune, come il dragologo. Penso che parte delle sue mansioni riguardino anche la loro salvaguardia e la loro sicurezza nel loro habitat: molte diventano prede facili per i bracconieri, non vengono viste come creature ma come beni da rivendere sul mercato nero. Quindi di tanto in tanto potrebbe essergli richiesto di collaborare con il reparto regolazione del Ministero-, fu inevitabile pensare alle uova di jaralda che suo padre aveva salvato dalle grinfie di Coco, e per un attimo lo sguardo di Karen si fece più riflessivo, quasi come se la testa fosse da tutt’altra parte.
    -Però forse questo rientra tra le giornate “speciali”…? Potrebbe occuparsi anche della ripopolazione di specie protette a rischio?-, domandò, cambiando argomento curiosa della risposta.
    -Io mi aspetto un assaggio della “giornata lavorativa tipo di un magizoologo”! Che domande, prof.!-, sorrise, poi rivolge uno sguardo pensieroso ad André.
    -Linea all’intervistato numero tre. Ero pronta a scommettere che un giorno ti avremmo visto a schitarrare in una band…-


     
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    - Voglio diventare una rockstar! - lo aveva detto un giorno un bambino dai ramati capelli in perenne disordine, avviluppato nel giubbino in pelle di suo padre e assordato da ribelli e graffianti note. Quel bambino non era che un ricordo per il giovane a cui il giubbino in pelle di suo padre oramai calzava a pennello, eppure il sogno era rimasto il medesimo: vivere di musica, anarchico ed eccentrico nel suo aborrire ogni convenzione, cliché e catena. Negli anni trascorsi al Castello di Hogwarts, però, quel giovane dai capelli ancora in perenne disordine aveva altresì scoperto di posseder un’altra innata dote: quella d’esser propenso a connettersi con le creature magiche, a guadagnarne la reticente fiducia sin a farsi accettare. Un talento…un istinto…una passione che aveva giorno per giorno coltivato sin a farne il proprio sogno alternativo, il proprio piano B.. Per questo l’aspirante cantautore aveva preso una Passaporta che lo aveva catapultato all’Accademia delle Arti Magiche, il giubbotto in pelle di suo padre su una maglietta di David Bowie e i capelli caotici e indomiti tanto quanto la sua indole: poiché se un giorno avesse cessato d’inseguire la sua ispirazione e d’udire il canto della sua Musa, avrebbe voluto vivere curando, scoprendo e proteggendo le creature magiche. Dopotutto, con gli animali s'era sempre sentito più a suo agio che con le persone, libero d’esser appieno sé medesimo senza il timore di deluderne le aspettative, giacché essi non rispondevano a quelle leggi degli uomini che gli stavano strette, che lo soffocavano.
    - Avrei preferito arrivare a cavallo di un Ippogrifo o di un Thestral…sarebbe stato anche in tema. - celiò mentre riguadagnava l’equilibrio grazie alle prese congiunte e opposte dei due suoi compagni, tanto irlandesi quanto Grifondoro. Aveva invero trovato il viaggio tanto elettrizzante da esser adrenalinico, ma la sensazione di vago stordimento che gli aveva lasciato, gli rammentò spiacevolmente quella che provava allorché assumeva gli stabilizzatori dell’umore. - Se vai di materializzazione al ritorno, posso scroccarti un passaggio? Magari se mi lasci qui un piede, tuo padre mi risparmierà dalle esercitazioni di duello della settimana prossima… - non abbandonò il tono giocoso e beffardo André, eppur il suo sguardo di tempesta rimase cupo, tradendo come invero quelle lezioni di combattimento fossero un tasto dolente. Non giacché fosse un duellante scadente o pavido, bensì poiché l’adrenalina dello scontro sovente lo rendeva aggressivo…incapace di dominar il brutal istinto a prevaricare di Mr Hyde con la disperata ragione di Dottor Jekyll.
    La Grifondoro dalla focosa indole catturò di repente la sua volubile attenzione con uno sguardo che non seppe decifrare: gli apparve irrequieta e circospetta per qualche graffio di plettro, il tempo che le occorse probabilmente per raccogliere l’audacia di parlare. Di rivelargli, benché indirettamente e con note vagamente stentate e intimorite nella musicale voce, l’identità del suo ragazzo: Logan McCormac che camminava al suo fianco e che, malgrado effettivamente più grande di loro, era alquanto più giovane di quanto si sarebbe aspettato. - Non avevo capito che con “molto più grande" intendessi semplicemente più alto di te, Lentiggini. - non poté che commentare con il proprio usuale beffardo British humour quella rivelazione, il cipiglio fittiziamente serio e stralunato. Poi, però, le sue labbra si distesero in uno sghembo sorriso sornione e dolce al contempo, volto a rassicurare la rosso-oro dalle troppe lentiggini sul fatto che nulla fosse cambiato, che le parole che le aveva detto quel primo giorno da Zonko ancora le pensava. - Ci vuole qualcosa di più forte di una Burrobirra per brindare al fatto che non sei un vecchio come la mia inclemente collega mi ha fatto pensare. - si rivolse al Caposcuola, ribadendo benché indirettamente il suo invito.
    - Mi conosci, Fiammifero…è stato più il fastidio di non averlo potuto vendicare. - i responsabili non avevano pagato le conseguenze della loro crudeltà e malgrado non fossero stati trovati altri Asticelli prigionieri, André aveva etichettato la questione come un’amara sconfitta. - Perché no? Manderò volentieri Mordicchio in visita alla vostra Torre...così forse i miei spartiti e la mia chitarra avranno un po’ di tregua… - il nome con cui lo aveva battezzato era proprio ispirato alla propensione della lignea creatura di rosicchiare qualsiasi cosa passasse fra le sue secche e pungenti dita. - Sbirro permettendo. - soggiunse, ricordando di come il dispettoso orecchie lunghe avesse a sua volta fatto indigestione con i suoi scarabocchiati spartiti.
    Fu ostico individuare Regan nell’aula magna gremita, giacché l’uomo aveva sfoggiato abiti eleganti per l’occasione, diversi da quelli con cui s'era accostumato a vederlo. Il sorriso accogliente e benevolo che rivolse loro fu però il medesimo ed il pic-nic organizzato nella fresca erba dei cortili del campus non tradì il ritratto che l’aspirante cantautore aveva di lui: quello d’un uomo cresciuto a contatto con l’incontaminata natura dell’Isola di Smeraldo. Origini che aveva in comune sia con Karen che con Logan e che André non poté che invidiare nel confronto con i suoi ricordi di un’infanzia vissuta nella bigia caligine londinese…la musica come unica via di fuga. Dalla realtà, tanto quanto da sé medesimo.
    - Sarei stato curioso di assaggiare le tue insalate… - celiò verso la loro guida dagli occhi di profondo oceano, accennando vagamente alla conversazione che avevano avuto sulle piantine che aveva deditamente coltivato. - Anni e anni passati a sfuggire alla piovra gigante, per poi diventare gli antipasti di un Drago accademico. Tragico. - fece eco al Grifondoro dalla travolgente e temeraria indole mentre s'accomodava a sua volta su una delle coperte, sfilandosi il giubbino di pelle per godere delle delicate e tiepide carezze di quel primaverile sole.
    - Mi hai sgamato, Lentiggini. Mi sono imbucato solo per darti fastidio. - sul suo volto fece di nuovo capolino uno sghembo sorriso malandrino e malizioso. - Lo ammetto: vivere di musica è ancora la mia aspirazione. - dopotutto, non era mai completamente felice come quando graffiva le corde della sua chitarra e cantava la sua medesima anima. - Ma sin da subito sono stato a mio agio con le creature magiche e loro con me, quindi… - avrebbe voluto spiegare cosa avesse provato allorché Ser Mordicchio l’Asticello s’era fidato di lui e gli aveva permesso di liberarlo…o allorché con Anastasia aveva nutrito i Thestral e se li era immaginati dipinti nella neve…o ancora allorché sempre con l’insegnante dalle parvenze d’una Veela aveva a poco, a poco conquistato il Fwooper con il suono della sua chitarra. Tutti momenti che eran impressi nella sua memoria tanto quanto nel suo contraddittorio cure insieme a molti altri in cui era stato a contatto con le creature magiche, scoprendole nelle loro variopinte minuzie. Momenti che erano l'egoistica ragione per cui era lì, ma a cui non riuscì a donare giustizia con le sue mere parole. - vorrei capire se anche quella del Magizoologo, potrebbe essere la mia strada. - si limitò pertanto a dire infine: non aveva certezze André, forse poiché la sua indole instabile ed inaffidabile non glielo permetteva: sarebbe stato mai capace di dedicarsi con costanza e serietà ad una carriera, qualunque essa fosse? Quello era il quesito che invero lo tormentava.
    - Il Magizoologo l’ho sempre pensato come un intermediario fra le creature magiche ed i Maghi. Le studia per poterle comprendere e poi farle comprendere agli altri, a favore di una convivenza che negli anni si è evoluta, ma che è sempre stata…difficile. - quanti animali fantastici erano stati uccisi dalla paura di chi non li aveva compresi e non aveva saputo trovar altro modo per proteggersi? Tanti. Troppi. E di contro, quanti Maghi erano stati uccisi dalle creature magiche poiché non erano stati in grado di capire come conviverci? Tanti. Troppi.
    Quanto alle mansioni effettive…il dubbioso interrogativo che adombrò il suo sguardo fu specchio di quello di Logan e pertanto scelse di non tirar a indovinare, raccontando invece un aneddoto che gli sovvenne di repente alla mente. - Una volta abbiamo ospitato un Magizoologo amico di mio padre e ricordo stesse studiando un modo per far vivere gli Ashwinder più a lungo. - insieme, avevano assistito alla nascita di uno di quei piccoli serpenti del fuoco e André rammentò d’esserne stato affascinato: erano creature tanto minute e fragili all’apparenza, ma capaci di causare immensi danni se non custodite adeguatamente. Poteva far anche questo un Magizoologo? Salvare le creature dall’effimerità della loro vita?
    - Quanto a ciò che mi aspetto da oggi…ah, non saprei. Forse di scoprire come coltivare insalate. O come conquistare una studentessa più grande… - finse di aver seriamente ponderato su quella canzonatoria risposta, avvolto ancor una volta in quell'ironia sovente incompresa e fastidiosa. - ma anche quello che hanno detto loro va bene. -.


    Edited by soul of art and anarchy - 18/4/2023, 11:45
     
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    Non ci volle molto a sciogliere la tensione, dopotutto con loro non c'era bisogno di intavolare conversazioni di circostanza necessarie a rompere il ghiaccio, esattamente quel tipo di interazioni artefatte che Regan non sopportava e che non facevano minimamente parte del suo modo di essere.
    Non che quella fosse propriamente la situazione per lasciarsi andare agli abbracci, battere il cinque o scolarsi insieme una pinta come se fossero ai Tre Manici, magari per quello si sarebbero accordati una volta concluso l'open day così che Regan potesse mantenere quanto meno una parvenza di professore degno del ruolo che rivestiva, ma non era neanche un contesto così formale da atteggiarsi come il damerino impettito che non era mai stato.
    Tuttavia, se l'Irlandese dei Monti Wicklow voleva continuare a ricevere fondi dall'Accademia per poter portare avanti le sue ricerche e partire per i suoi viaggi in giro per il mondo, doveva comunque dimostrare di meritarselo.
    Preferisco gli enigmi che permettano ai più degni una possibilità di salvezza, ragazzi, non vi sacrificherei mai senza motivo. sorrise divertito alla battuta di Logan e André sull'essere messi all'ingrasso per essere dati in pasto ad un drago. In caso contrario sì, anche se forse non oggi, è molto probabile che molto presto diventerete il pasto di qualcuno, se deciderete di imboccare questa strada senza sapere ciò che fate. Perciò, tanto vale godersi il buon cibo, la birra migliore e la buona compagnia finché si può. E no, non berrete alcolici in mia presenza. Non qui, almeno.
    Addentò un sandwich, annuendo con convinzione all'approvazione di Karen riguardo il cibo della caffetteria, mentre gettava una rapida occhiata alla maglietta che André sfoggiava sotto il giubbotto di pelle: anche sua madre doveva averne una con quel tizio stampato sopra, a casa da qualche parte, doveva essere dei tempi in cui viveva ancora tra i Babbani a Dublino.
    Poi, dopo aver illustrato loro i quesiti, Regan rimase in ascolto, spostando gli occhi chiari su ciascuno dei tre studenti per osservarli attentamente e sforzarsi di comprenderli quanto più profondamente possibile.
    Quello era il loro open day, non il suo; per come la vedeva l'Irlandese, compito di un buon insegnante era sempre quello di riuscire a "tirare fuori" il fuoco della passione che ardeva in ciascuno di quei ragazzi, piuttosto che rimpinzarli di nozioni che già conoscevano o avrebbero imparato comunque leggendo il libro giusto, senza fare leva sulle loro reali e profonde inclinazioni e sul loro punto di vista.
    E' un modo per dare a questa giornata un senso vero e profondo indipendentemente da quale sarà la vostra strada, Logan. Oggi non siete sotto esame e io non sono qua per valutarvi, né per farvi una lezioncina sulle creature magiche. Per quello, vi basta Miss Carter e il lavoro che fate a Hogwarts con lei. rispose al ragazzo, il primo a rompere il ghiaccio, cosa che non sorprese affatto il giovane O'Toole.
    Dietro i modi scanzonati e rilassati del Grifondoro, in realtà si celava una mente acuta e sagace, da attento e sensibile osservatore. Karen gli aveva detto che un po' glielo ricordava, anche se Reg non era mai stato un gran chiacchierone o uno di quelli a cui piacesse particolarmente stare al centro dell'attenzione... Piuttosto, lui era uno che preferiva ascoltare e comprendere chi avesse intorno, aprendosi a sua volta a poco a poco. Logan, invece, aveva la spontaneità tipica della maggior parte dei figli di Godric che il giovane magizoologo aveva incontrato lungo il suo cammino e su questo, sicuramente, non potevano essere più diversi.
    Parte di ciò che disse poco dopo, tuttavia, gli fece pensare che la rossa Cavanaugh non avesse tutti i torti, nel cogliere in loro due qualche somiglianza. Per questo Regan si ritrovò istintivamente a sorridere, quando lo sentì parlare di indole che lo legava indissolubilmente alle creature dal momento che ci era cresciuto in mezzo; poteva capirlo perfettamente.
    Sperimentare l'approccio alle creature magiche da un punto di vista accademico - anche se preferirei dire naturalistico piuttosto che didattico - è esattamente ciò di cui ci occuperemo oggi. Quello che già sai fare per indole o perché lo hai imparato per sperimentazione diretta ti aiuterà, biondo.
    Poi fu il turno di Karen, che ovviamente non perdeva occasione di punzecchiare McCormac ogni volta che poteva... Erano davvero teneri, nonostante Regan avesse avuto la conferma che quei due facessero cose che presto, forse, avrebbe fatto anche la sua piccola Gwyn... Un pensiero che lo fece rabbrividire di orrore. Ad ogni modo, dato che prima o poi sarebbe dovuto accadere, sarebbe stato meglio che le capitasse con qualcuno che potesse renderla felice quanto evidentemente Logan faceva con la piccola Grifondoro, alla quale brillavano gli occhi al solo rivolgergli la parola.
    Fu lieto, comunque, di sentire la risposta della giovane Cavanaugh, che integrò perfettamente quella fornita dal figlio di Godric poco prima.
    Annuì a tutto, tenendo risposte e precisazioni per quando tutti e tre avrebbero finito di parlare.
    Venne quindi, infine, il turno dell'aspirante cantautore dai capelli e l'indole ribelli, uno spirito inquieto che viveva di musica e per la musica, intenso e profondo quanto il suo sguardo, talvolta caldo come caramello fuso, altre volte più sfuggente.
    Non tutte le creature sono fatte per essere a loro agio con noi, André. Ci arriveremo molto presto... E' proprio cercando la strada per guadagnarti la loro fiducia, o anche semplicemente per riuscire ad avvicinarti e osservarle senza interagirci, che puoi capire molto anche su di te. La sensibilità che metti nella tua passione per la musica è già un vantaggio. E a proposito, prima o poi dovrai farmi ascoltare qualcosa di tuo, David Bowling.
    Le ultime parole del Tassorosso lo fecero ridere e scuotere la testa. Damnù, era così strano che ad un mago piacesse coltivare l'orto e godere dei frutti della terra che aveva lavorato con amore e fatica? Ogni germoglio era la nota di una struggente melodia, un'alternativa forma di poesia, in cui le parole si facevano terra, luce, acqua e calore per far sbocciare ogni singola forma di vita.
    Comunque torna a trovarmi quando vuoi al Capanno del Guardiacaccia, Stormind. Io ti aiuto con la zappa e tu con la chitarra. Quanto al conquistare le studentesse, mi sembra che tu vada già alla grande senza bisogno del mio aiuto... Anche perché, io non sono mai stato con una studentessa. gli fece un occhiolino, dopodiché, con un colpo di bacchetta, riarrotolò la pergamena che aveva appeso all'albero e la fece scomparire con un "pop!" che la materializzò automaticamente nel suo ufficio.
    Molto bene, un po' di teoria con cui cercherò di non annoiarvi troppo, altro motivo per cui vi ho portato da mangiare, almeno le vostre bocche saranno impegnate a masticare piuttosto che a sbadigliare. batté le mani le une con le altre e le sprofondò un attimo dopo nelle tasche, guardandoli tutti e tre.
    Sulle mansioni del magizoologo avete detto tutte cose giuste anche se, come faceva notare Karen, il lavoro quotidiano dipenderà prevalentemente dalla specializzazione che uno sceglierà e dalla professione specifica che avrà la possibilità di intraprendere in futuro. Il mio consiglio è: tenetevi aperte tutte le porte e non escludete niente a priori. Parte del lavoro di un magizoologo è quello che diceva Logan, che è anche ciò che personalmente preferisco: esplorare un ambiente naturale, osservare le creature nel loro habitat, studiarne il comportamento, le abitudini, le interazioni con tutto ciò che le circonda... E questo non richiede necessariamente interazione, anzi, meno contaminazione umana c'è e più i dati raccolti sono attendibili. Perciò, potrà capitarvi un finanziamento per una spedizione nella Foresta Amazzonica, in cui dovrete muovervi semplicemente come osservatori. E questo...
    Gli occhi zaffiri dell'Irlandese si posarono stavolta sul Tassorosso.
    Ci porta a ciò su cui hai posto l'accento tu, André: la divulgazione di informazioni. Quello che però un magizoologo non perde mai di vista è lo scopo principale con cui trasmette e comunica il frutto dei suoi studi: la tutela delle creature stesse. Non si tratta tanto di facilitare la nostra vita affinché impariamo a conviverci, tutt'altro. La maggior parte delle creature magiche che esistono in natura non è addomesticabile, non vuole convivere con noi né avere niente a che fare con gli esseri umani o con le trasformazioni che, magicamente o babbanamente, vengono apportate al loro habitat. Conoscerle, quindi, significa fornire un modo affinché la persona incompetente in materia eviti di andare a disturbare determinate creature e a modificare il loro ambiente di vita per soddisfare i propri egoistici interessi. E questo porta ad un'altra mansione del magizoologo: in collaborazione con il Ministero della Magia di competenza, ripristinare le condizioni ambientali adeguate alla vita di una creatura, qualora queste non siano più soddisfatte.
    Questa conclusione portò quindi il mago di Wicklow a soffermarsi su Karen che, tra tutti, era stata quella a fornire una risposta più completa riguardo le mansioni di un magizoologo.
    La lotta al bracconaggio è un'altra faccia della stessa medaglia, ma è solo una piccola parte di ciò che significa tutelare le creature magiche nel loro ecosistema. Più che altro, poi, noi siamo quelli che adottano le misure adeguate per prevenirla... L'azione vera e propria e lo scontro diretto con i bracconieri rimangono comunque di competenza degli Auror, che agiscono secondo i nostri rapporti e le nostre indicazioni.
    Con ciò, l'Irlandese era quasi certo di aver risposto ed approfondito tutti i punti sollevati da Karen, Logan e André, ma aveva ancora qualcosa da aggiungere.
    Per il ripopolamento delle specie a rischio, quando non è possibile intervenire direttamente sul loro ecosistema, ci sono le Riserve, dove gli accoppiamenti vengono studiati e selezionati al fine di far nascere cuccioli più forti e resistenti che, al momento giusto, saranno gradualmente reintrodotti nel loro ambiente. Altro tipo di struttura è invece l'Oasi per Creature da proteggere: lì è dove vengono condotte le creature malate o ferite per il tempo necessario a prestare loro le cure dovute. Nel mio stesso villaggio, a Wicklow, davanti alla casa dei miei genitori c'è una piccola Oasi di cura per i cavalli alati che troviamo nella nostra foresta, principalmente Etoni; altre, invece, possono accogliere creature delle specie più disparate e hanno magizoologi esperti negli incantesimi e nelle pozioni curative, come il mio assistente Luis, che forse più tardi conoscerete. Infine... E giuro che ho quasi finito...
    Sperava davvero di non averli annoiati troppo, ma se volevano proseguire il loro percorso come strega e maghi esperti in magizoologia dovevano avere ben chiaro tutto ciò che li avrebbe attesi in quell'Accademia per almeno tre anni dopo i loro M.A.G.O. a Hogwarts.
    Ci sono le collaborazioni con il Ministero della Magia e l'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Una volta ottenuta l'abilitazione all'esercizio della professione, si viene automaticamente iscritti ad un albo, per cui i magizoologi che operano su un determinato territorio vengono contattati per le problematiche più disparate. Una delle più comuni è riorientare le creature che, smarrite, si sono spinte troppo verso le zone urbane e sono state avvistate dai Babbani, o da maghi che hanno rischiato di essere attaccati. In quel caso, vanno riportate verso il loro habitat e occorre cercare di capire perché si sono spostate... E in quel caso intervenire come vi dicevo poco fa. Il Ministero, inoltre, regola il funzionamento delle Riserve e delle Oasi ed incarica, eventualmente, il reperimento di ingredienti per pozioni o per anime di bacchette attraverso modalità che non arrechino alcun danno alla creatura. In generale non mi piace l'idea che una creatura magica debba dare qualcosa in cambio ai maghi per poter vivere tranquilla con ciò che è suo di natura, ma a volte, se noi aiutiamo loro senza fare alcun danno, non escludo che loro possano aiutare noi, nel rispetto reciproco e nella convivenza di cui parlava André. Ovviamente non è possibile farlo con tutte le creature, ma con molte sì.
    Ok, finalmente aveva detto tutto ciò che doveva e, una volta passati alle domande, sarebbero finalmente potuti partire con la parte pratica di quella lunga giornata che ancora li attendeva.
    Adesso, se non vi ho abbastanza sfracellato le pluffe, potete farmi tutte le domande che volete. In ogni caso, quando alla fine della giornata passerete dal mio ufficio per l'attestato, troverete anche delle pergamene informative che vi riassumeranno tutto ciò che vi ho detto, perché a prescindere da ciò in cui vi specializzerete, nel corso di laurea in Magizoologia ci sono esami e laboratori che vi formeranno su ognuno di questi aspetti. E ora si passa all'azione! Visto che qui all'Accademia si studia ciascuna delle sfaccettature di cui vi ho parlato, non è difficile predisporre attività simulate per tutti questi aspetti... Perciò lascio a voi la scelta. Ditemi se preferite lavorare in squadra, oppure se vi piacerebbe testarvi in un'avventura individuale. Ed eventualmente... Su quale degli aspetti di cui vi ho parlato, anche più di uno, se volete.


    Scusate l'attesa e scusate il parlato lunghissimo, ma un'introduzione teorica mi sembrava realistico che
    ci fosse XD Calibrerò il prossimo (o i prossimi, a seconda di ciò che sceglierete) post sulla base delle scelte che farete voi. Come Regan, voglio proporvi qualcosa che vi faccia divertire e stuzzichi il vostro interesse! Per qualunque domanda o chiarimento, sapete benissimo dove trovarmi 😘


    Edited by Regan O'Toole - 29/4/2023, 17:39
     
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    Cazzeggiare lungo i corridoi, fatto.
    Buttare lì una mezza idea per prendermi qualcosa da bere insieme al Tasso, fatto.
    Ho scoperto che karen mi dipinge come un vecchietto con la dentiera, che probabilmente dovrò dare uno strappo - letteralmente - ad entrambi per il ritorno e, inoltre, mi sono ascoltato anche qualche discorrimento su conigli e spartiti di cui io, onestamente, so meno di un cazzo.
    Il che dovrebbe implicare che la parte di "chiaccherata generale" l'abbiamo passata; così come, stando a Regan, anche il primo step della sua idea di Open Day.
    A questo punto però, prima di andare avanti, mi sale spontanea una domanda per il guardiacaccia/professore/Magizoologo.
    "Ammettilo Reg, tutta sta roba da dire te la sei preparata per giorni, vero?"
    No perché qui, a spiegazioni, non si sfugge. Ma manco per il santissimo bastone magico di Merlino in persona.
    Ad ogni modo, io ho passato buona parte del suo discorso a mangiare e bere, pertanto spero di essere riuscito a segnarmi mentalmente almeno i punti salienti dello spiegone teorico.
    Tenetevi aperte tutte le porte, esplorate senza contaminare, tutelate le creature prima di tutto, collaborate col ministero, fate sesso protet...ah no, quella è un'altra storia.
    Devo ammettere, però, che alle parole bracconaggio, ripopolamento e riserve, la mia attenzione torna tutta sull'Irlandese. E ciò che dice da lì in poi in, parola mia, potrei ripeterlo parola per parola.
    "Comunque, scherzi a parte, grazie Regan. Ci hai dato un fottio di informazioni! Personalmente non credo di aver domande da porti a questo punto, anche perché hai già detto che avremo una bellissima pergamena illustrativa tutta per noi."
    Mi pulisco la bocca con un tovagliolo e, una volta scrocchiato il collo, sono fottutamente pronto all'azione. finalmente, oserei dire.
    "Siamo venuti insieme....quindi perché no, proporrei qualcosa di corale."
    Per un attimo sposto lo sguardo sugli altri due in cerca di confere sorridendo ad entrambi, ed ostentando a che una certa esaltazione per quanto ci stiamo apprestando a fare.
    "Riguardo gli aspetti da trattare nella nostra "avventura", per me hai carta bianca. Voglio dire, la materia mi interessa in tutte le sue sfaccettature, quindi sorprendici prof!"
     
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    -Da qui ad accoppiarmi con Korko ce ne vuole, non esistono scusanti che ti salvino…-, commentò, aggrottando un sopracciglio. Nonostante non lo desse a vedere esplicitamente, per lei era un sollievo constatare che ai suoi amici non facesse alcuna differenza scoprire che era proprio Logan il misterioso ragazzo con cui aveva una relazione. Sarebbe stato fantastico se i genitori di entrambi avrebbero reagito con la stessa disinvoltura, ma non era abbastanza ottimista da sperarci. Accantonati temporaneamente quei pensieri, Karen si prestò all’ascolto del punto di vista dei suoi amici con particolare attenzione rivolta alla spiegazione di Regan. La ragazzina aveva sempre trovato che le creature, magiche e babbane, fossero affascinanti, e stava valutando seriamente di trasformare quella passione in un lavoro, non fosse per un piccolo “ma” sollevato poco dopo da Regan al termine di una approfondita spiegazione su cosa li avrebbe attesi durante quel percorso, e di cui da un anno a quella parte temeva le conseguenze. Non era poi così infrequente che i Magizoologi collaborassero con il Ministero e con gli Auror, suo padre per primo aveva dovuto ricorrere all’aiuto di un esperto quando pochi anni addietro alcune creature erano sparite dalle riserve naturali dell’Isola di Smeraldo. Quel che Karen non conosceva in modo approfondito erano i dettagli burocratici: non aveva idea che bisognasse essere iscritti a un albo apposito, così come non sapeva se agli atti poteva accedere a quel ruolo, dopo quanto accaduto un anno prima.
    -Mi associo al Caposcuola: preferisco puntare sul lavoro di squadra!-, abbozzò un sorriso, lasciandosi trasportare per un attimo dall’entusiasmo di quel che li aspettava. Erano arrivati lì insieme, dal suo punto di vista sarebbe stato bello continuare fino in fondo conservando un bel ricordo di quell’avventura in gruppo. Tuttalpiù considerato che, una volta tanto, provava una spiccata affinità verso tutti i componenti del team improvvisato.
    -A me piacerebbe osservare da vicino qualche creatura più pericolosa, tipo quelle classificate come ammazzamaghi, e vedere come ci si approccerebbe un vero magizoologo. Senza rimetterci le penne. Ma mi piacciono le sorprese, quindi va bene qualsiasi cosa tu abbia in mente per noi!-, poteva ritenersi già molto fortunata ad aver visto da vicino un unicorno poche settimane prima e ad aver aiutato Regan a reperire i suoi preziosi crini, ma se il magizoologo li avesse premiati con un bis di quell’esperienza di certo non si sarebbe fatta pregare per aiutarlo. Prima di andare avanti, tuttavia, c’era un tarlo che sentiva necessità di mettere a tacere una volta per tutte…
    -Prima che mi dimentichi, però… ho un dubbio. Quali sono i requisiti di cui abbiamo bisogno per diventare magizoologi? Non mi riferisco all’amore per il lavoro e alla passione per le creature, quello lo do per scontato.- Karen tacque per qualche secondo, incerta su come metterla giù. Chiederlo in privato avrebbe dato adito a possibili domande alle quali non era sicura di voler rispondere, ma non sapeva come sottoporre il quesito a Regan senza sputtanarsi allo stesso tempo con i presenti. Logan conosceva i suoi trascorsi, non poteva dire lo stesso di André, che preferiva restasse all’oscuro di quanto accaduto un anno prima.
    -Parlo di eventuali impedimenti burocratici. Cose come voti al di sotto di una certa soglia in alcune materie, come lo è per gli aspiranti auror… precedenti con la legge… cose così.-, il Wizengamot l’aveva dichiarata colpevole per l’uso non autorizzato che aveva fatto della metropolvere quando era scappata da Hogwarts. Sarebbe bastata una macchia insignificante come quella per precluderle quel tipo di lavoro?
     
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    Mentre ascoltava la voce profonda e pacata dell’irlandese dallo sguardo d’oceano, l’aspirante cantautore iniziò a battere con leggerezza un piede contro il terreno soffice d’appena nata erba, assecondando il ritmo della musica che gli scorreva nelle vene in ogni istante della sua esistenza, altresì allorché non aveva una chitarra fra le dita da pianista disertore bensì una bottiglia di frizzantina limonata. Un gesto che sarebbe potuto esser creduto traditore d’una sua disattenzione, ma erroneamente, giacché invero il volubile interesse di André era stato catturato dagli assunti che la conversazione andava pizzicando, con intensità ed intimità crescenti: semplicemente, il suo corpo si muoveva per riflettere come la sua creativa e caotica mente fosse sedotta da note che venivano ispirate dalla realtà che lo circondava e da ciò che gli accadeva, incessantemente.
    La consapevolezza che Regan non avesse l’intento di giudicarli, ma che li stesse studiando e sfidando con garbo e intelligenza per comprenderli, fece sentir istintivamente il lunatico e selvatico Stormind più a suo agio, libero dalla prospettiva di poterne deludere le aspettative e dalla sensazione d’esser ancor una volta una nota fuori spartito, giacché non aveva calcolato su quali righi e spazi si sarebbe posato in futuro: non era ancor il momento di decidere…poteva conceder al suo avvenire di giacere nella caligine di perpetui mutamenti di idee ed ambizioni ancora per un po’...una consapevolezza che lo allietò. Dopotutto, non a torto qualcuno un giorno lo aveva appellato un eterno Peter Pan
    - Se fosse così semplice, probabilmente non servirebbero Magizoologi. - celiò con uno sghembo sorriso sornione e machiavellico sul volto: benché il legame empatico di reciproco rispetto che era riuscito ad instaurare con le creature studiate nel corso dei suoi anni al Castello, fosse ciò che lo aveva indotto a pensare di poter essere portato per quella carriera, André era conscio che lungo il percorso sarebbe potuto incappare altresì in altrettante che sarebbero invece state probabilmente sempre ostili nei suoi riguardi. Una prospettiva che tuttavia non lo atterriva e che non l’avrebbe indotto a desistere, forse poiché era nell’intimo sconsiderato nello scommettere ancora ed ancora contro il Fato, bramoso delle adrenaliniche sensazioni che il rischio gli ispirava…o forse poiché lo angustiava maggiormente affrontare la verità di come il suo destino sarebbe sempre stato irrimediabilmente rovinato dalla sua indole inaffidabile ed instabile.
    Quei pensieri gli rabbuiarono lo sguardo e gli contrassero i lineamenti per qualche graffio di plettro, ma le parole che seguirono del Guardiacaccia gli restituiron una risata divertita, svelta a tacere ma genuina. - Potremmo giocare a Bowling mentre ascoltiamo Bowie, che ne dici? - di nuovo era tornato lo sghembo sorriso malandrino e malizioso sulle sue labbra, mentre porgeva con teatrale solennità la mano al suo interlocutore per suggellar un patto, fittizio tanto quanto la sua beffarda farsa.
    - Non vorrebbero convivere con noi, ma sono costrette a farlo…perché condividiamo un mondo che sembra sempre più piccolo… - fu un pensiero ribelle che istintivamente espresse con roca voce intrisa d’una nota d’amarezza, riflesso d’un quesito che s’era posto spesso: sarebbe davvero giunto il giorno in cui la vita delle Creature avrebbe avuto il medesimo valore di quella dei Maghi? Il mondo che Regan stava indirettamente dipingendo con le sue parole gli apparve come idilliaco ma…purtroppo utopico, invero: il Magizoologo aveva il compito d’insegnar il rispetto delle creature altresì a coloro che si rifiutavano di comprenderle, eppure André aveva l’impressione che la sopravvivenza dell’uomo fosse comunque più importante, nonostante tutto. E che le creature sarebbero sempre state sacrificate e sfruttate all’occorrenza, altresì da coloro che sol avrebbero dovuto tutelarle, rispettarle e con esse il loro habitat. Forse, intraprendere quella carriera lo avrebbe portato a ricredersi…soprattutto, se avesse avuto al suo fianco persone come l’irlandese dallo sguardo d’oceano, la cui ardente e intensa passione per le creature e per la sua professione emergeva in ognuna delle parole con cui irrimediabilmente lo catturò ancor una volta, trascinandolo in quel mondo in cui avrebbe tanto voluto osare credere.
    - Così se Regan cambiasse idea sul darci in pasto a qualche creatura, in tre potremmo avere qualche chance in più di farla franca. - ironizzò alla proposta di Logan di proseguire quella giornata insieme: l’aspirante cantautore trovava ispirante il vibrante entusiasmo con cui il Grifondoro stava affrontando la discussione, palesandosi pronto a saggiar ogni esperienza sulla propria pelle. E pertanto non avrebbe rifiutato di lasciarsi travolger ancora un po’ dalla sua energia, focosa come l’indole della sua compagna. Ammazzamaghi. Quella parola lo riportò irrimediabilmente a Daisy e per qualche graffio di plettro il suo sguardo si fece remoto, mentre si smarriva al ricordo di quella notte in cui la giovane dal romantico e sognatore cuore gli aveva rivelato la sua maledizione: benché ella fosse una creatura solo a metà, forse quel giorno avrebbe avuto l’occasione d’apprendere qualcosa che gli avrebbe permesso di comprenderla meglio…un pensiero che tenne per sé, sforzandosi di riappropriarsi del presente. - Di solito prediligo le eccezioni, ma oggi vorrei tornare al Castello con un’idea di ciò che di norma comporta operare sul campo come Magizoologo. Magari, supportandoti nel rintracciare una creatura che si è smarrita e nel riportarla nel suo habitat, così da poterci anche soffermare ad osservare e studiare come si comporta… - erano tante le porte che quella carriera offriva loro e così forse ne avrebbero varcate due, fra cui quella che Regan medesimo aveva confidato loro di preferire.
    - Ho solo una domanda - esordì a sua volta dopo aver osservato per qualche graffio di plettro Karen, incuriosito da ciò che si celava oltre il quesito che aveva posto: la noncuranza con cui la Grifondoro dalle plurime lentiggini aveva parlato, gli era apparsa infatti fittizia…come fosse l’ennesima menzogna oltre cui ella soleva celar il proprio intimo e le proprie paure. E quello non fu che l’ennesimo tassello mancante al ritratto della giovane dalle tinte d’autunno che ogni giorno gli appariva più complicato…più indecifrabile…più tormentato. - ci consiglieresti questa carriera? Per come la affronti tu e per come pensi potremmo affrontarla noi… - riportò i suoi occhi di tempestose nubi su Regan, liberando Karen dal suo insistente e intenso sguardo. - puoi rispondermi anche alla fine di questa giornata. - soggiunse, restituendogli il complice occhiolino che il Guardiacaccia gli aveva riservato poc’anzi.
     
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    Aveva parlato davvero tanto, troppo. In pratica, era come se avesse tenuto una vera e propria lezione, ma era fondamentale che i ragazzi sapessero ciò a cui sarebbero andati incontro, se avessero deciso di intraprendere un percorso di studi ricco di sfaccettature teoriche e pratiche come quello della Magizoologia.
    Sia quando Regan aveva affrontato il corso da studente, sia dopo aver ottenuto il posto come professore, aveva visto molte giovani streghe e giovani maghi entusiasti desistere dall'obiettivo perché troppo distante dalle loro aspettative.
    Quello del Magizoologo a volte poteva essere un mestiere di merda, letteralmente. Altre volte, poteva farti vagare per giorni interi in mezzo al fango, sferzato dal freddo più incalzante o dal caldo più torrido, senza avvistare neanche mezza creatura. Altre ancora, si trattava semplicemente di routine, scartoffie e burocrazia... Era giusto che i tre ragazzi che si trovavano lì quel giorno si rendessero conto di tutto ciò che comportava proseguire lungo quel cammino.
    Vorrei che fosse così ma no, Logan... E' che ormai mi si è conficcata nel cervello e mi è venuto fin troppo naturale. Sarà così anche per voi, quindi siete avvisati! rise l'ex Corvonero all'osservazione del giovane Mc Cormac, spostando gli occhi chiari sui due compagni di avventura.
    Diciamo che la selezione avviene in corsa rispose quindi al quesito intelligente posto da Karen. Dopo tutto, lei era quella delle domande scomode e lui quello a cui piaceva coglierle al volo per rispondere.
    Puoi accedere con qualsiasi voto tu abbia lasciato la scuola di magia, ma se sei una pippa in Erbologia o in Pozioni andrai comunque poco lontano. Non sono le E che prendi ai M.A.G.O. a fare dei grandi magizoologi, comunque... Se non hai spirito di adattamento, flessibilità mentale e la giusta attitudine sul campo, puoi ficcartele direttamente nell'orifizio che più preferisci. Quanto alla fedina penale... Spetta all'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche del Ministero, fare i dovuti controlli prima di dare l'abilitazione all'esercizio della professione e decidere se eventuali precedenti potrebbero interferire. aggiunse per completare le informazioni che la Grifondoro aveva richiesto.
    Si concentrò infine su André, domandandosi il perché di quel quesito. Per Regan, quella verso la magizoologia era l'unica carriera possibile, tutto il resto - incluso l'insegnamento e l'incarico come guardiacaccia a Hogwarts - era un contorno che lo avvicinava ancora di più a ciò che amava fare più di ogni altra cosa, ampliando i suoi orizzonti ben oltre i confini della sua verdeggiante, amata isola.
    Sia adesso che dopo ti risponderei che quella delle tue scelte è una responsabilità che potrai e dovrai assumerti soltanto tu, André. Se lo vuoi davvero, non sarà comunque un mio "no, lasciate perdere" a farti tirare indietro. Se invece capirai che non è la strada per te, succederà a prescindere da tutto l'entusiasmo che potrei metterci nel dirti che non esistono lavoro e stile di vita migliori. Tu imbocca la strada che credi giusta, dopodiché ci penserà la vita a darti le risposte che cerchi.
    Gli posò con un rapido gesto d'affetto una mano sulla spalla, stringendola per un paio di secondi prima di lasciare la presa. Avrebbe voluto rassicurarlo, dargli le certezze che qualsiasi adolescente si aspettava dalla vita, solo per poi rendersi conto che l'unica verità possibile era che non ve ne fossero, mai, ci si trovava sempre di fronte ad un bivio che avrebbe condotto a rimorsi, rimpianti o sensi di colpa. Non potevano essere altri a decidere al posto di un singolo individuo e questo poteva fare una fottuta paura... La faceva, perfino lui l'aveva provata in più di un'occasione. Diventare adulti, tuttavia, stava anche in questo.

    Bene, passiamo all'azione allora! batté le mani sfregandole tra di loro, sfilandosi la giacca per abbandonarla sulle coperte e slacciando i primi due bottoni della camicia... Fino a quel momento era stato anche troppo composto, ma adesso era giunto il momento di tornare ad essere meno formali.
    Seguitemi.
    Li condusse all'interno dell'Accademia, camminando tra i corridoi che conducevano direttamente al suo ufficio, seguendo le orme - quel giorno di Demiguise - che li avrebbero portati fin davanti alla sua porta, sulla quale una targhetta d'ottone raffigurava in rilevo un drago che scorreggiava fuoco sulla parola "Professor" seguita dal suo nome e cognome.
    Era lieto che i ragazzi avessero scelto di lavorare in squadra, per lui sarebbe stato più semplice monitorarli e aiutarli in caso di difficoltà.
    Innanzi tutto, formate pure il vostro kit di viaggio, scegliendo non più di tre oggetti a testa tra quelli che trovate sul tavolo. Nessuno vi vieta di prendere anche gli stessi, se lo ritenete utile... Dopodiché, infilateli negli zaini che vi ho preparato e già incantati con l'estensione irriconoscibile.
    Con un gesto della mano, l'Irlandese indicò al Tassorosso e ai due figli di Godric la sua scrivania sgombra, tranne che per una serie di oggetti accompagnati da cartellini, tra i quali scegliere ciò che ritenevano più adatto per il loro kit personale. Gli studenti potevano scegliere tra:
    - una Nimbus;
    - una catenina da appendere al collo, contenente una minuscola boccetta, chiusa da un piccolo tappo di sughero, contenente non più di tre gocce di Pozione dell'Invisibilità (per un effetto di 15 minuti);
    - uno spray anti-odore per una persona;
    - un barattolo contenente fiamme azzurre, che bruciavano anche senza bisogno di combustibile o a contatto con l'acqua;
    - un mantello resistente al fuoco e all'acqua e alle loro temperature;
    - un fischietto per uccelli capace di riprodurre il verso dei più comuni pennuti magici, semplicemente girando una manopola alla sua base sull'immagine di quello desiderato;
    - Caccabombe accecanti: caccabombe modificate che, invece che emettere una puzza insopportabile, esplodevano con una luce che acceca per qualche secondo chiunque abbia gli occhi aperti nel raggio di tre metri;
    - una boccetta di essenza di Dittamo;
    - una boccetta di essenza di Purvincolo;
    - un cofanetto, diviso in più scomparti, contenente vari tipi di mangime per vari tipi di creature (a voi individuare chi preferisce cosa);
    - un paio di scarponi capaci di aderire a qualunque tipo di terreno;
    - un prontuario con le immagini delle piante più comuni e la spiegazione delle loro proprietà e delle impronte delle creature magiche che era possibile incontrare in un determinato ambiente.

    Dunque, ragazzi. Quando ho studiato qui, ho ricreato in bottiglia tutti gli habitat naturali possibili... Chiedete pure alla professoressa Lindey del corso di Spezzaincatesimi cosa è successo, quel giorno in cui il vetro si è spaccato e questo intero corridoio è stato invaso dalla foresta pluviale. spiegò ai tre studenti, indicando loro una mensola con sopra posate almeno una ventina di bottiglie di vetro trasparente, ciascuna delle quali conteneva un determinato ambiente naturale.
    Ovviamente la maggior parte di queste sono vuote, ma per l'occasione mi sono fatto prestare delle creature che vivono in alcune oasi o allevamenti da alcuni conoscenti, così non saranno troppo aggressive, anche se non significa che si fideranno di voi a prima vista.
    Dalle pareti della bottiglia che Regan prese per posarla sul tappeto al centro della stanza, era possibile scorgere un ambiente di alta montagna, prevalentemente roccioso e costituito da vegetazione non troppo alta, erbe e fiori magici e non di ogni genere. La montagna ai piedi della quale si sarebbero trovati i tre amici ospitava anche un ghiacciaio e diverse caverne. Il clima era soleggiato ma ventoso, lo si poteva notare dall'ondeggiare dei fiori e dell'erba.
    Appena sviterò il tappo, sarete risucchiati all'interno. Purtroppo vi è stato segnalato che un Troll di Montagna ha rapito un cucciolo di Graphorn per addestrarlo a diventare la sua cavalcatura. Dovrete ritrovarlo e riportarlo ai suoi genitori e al suo branco, consapevoli del fatto che comunque non saranno molto ospitali. Già che ci siete, visto che spesso se ne spezzano delle parti per via dei combattimenti che avvengono tra i maschi in primavera, se riuscite prendete qualche pezzo delle loro corna. Dovreste già sapere a cosa servono... In ogni caso, vi monitorerò ad ogni passo e non avete nulla da temere, potete stare tranquilli! Buona fortuna...
    Con un sorriso, senza aggiungere altro, Regan tolse il tappo di sughero dalla bottiglia ed un vortice magico catturò tutti e tre gli studenti, trascinandoli all'interno.


    Scusate il ritardissimo. La situazione è quella che vi ho già descritto, muovetevi ed agite il più liberamente possibile sulla base delle conoscenze a vostra disposizione. Se Regan lo riterrà utile, vi recapiterà dei messaggi scritti con le informazioni che vi mancano. Arricchite pure la narrazione con ciò che preferite... In ogni caso, dopo ogni vostro post, comparirà un mio spoiler che vi indicherà come sta procedendo, gli ostacoli che incontrerete e le conseguenze (più o meno positive) delle vostre azioni.
    Usate pure liberamente gli oggetti del kit che avete scelto e spero che vi piaccia!
     
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    ]"Ahia!", non posso fare a meno di esclamare all'allusione di Regan circa la necessità di andar bene in pozioni, "Ciò significa che dovrò aggirare l'astio di Korko nei confronti del mondo, cercando al contempo di capirci qualcosa in tutta quella roba su remestii e intrugli vari."
    La sconsolazione dura ben poco comunque, poiché ci viene assegnato del lavoro da affrontare, ed io sono tutto fuorché il tipo che si tira indietro davanti ad uno scenario simile. A prescindere che esso sia reale o, come in questo caso, simulato.
    "Hey, gente, date un'occhiata a tutto questo! Non ho mai visto una selezione così varia di oggetti magici in vita mia.", butto lì osservando quanto ci viene messo a disposizione, "La Nimbus mi affascina, ma credo che opterò per la pozione.
    Poi, penso proprio che prenderò anche il dittamo, non si sa mai, e lo spray."

    Una variante di quest'ultimo, per quanto ne so, è utilizzata dai babbani nelle loro "battute di caccia" per rendersi difficilmente individuabili sopra vento alle prede. Dunque perché non usarlo con intenzione esattamente contraria, dico io? Avere la possibilità di osservare relativamente da vicino una creatura senza che essa possa individuarti mediante l'olfatto, non può che essere un vantaggio.
    Ficco tutto dentro lo zaino, caricandomelo dunque in spalla e offrendomi di aiutare Karen a far lo stesso con il suo.
    "Tu che ne dici, novello Nick Drake, abbiamo tutto il necessario? Voglio dire, cazzo, non sarebbe il caso di prendere ognuno tre oggetti diversi?"
    Batto un colpo sulla spalla del Tassorosso e aspetto la sua risposta, dopotutto non possiamo sapere cosa ci aspetterà fra cinque minuti. E si sa, chi ben comincia...vero?
    E invece no, manco per il sentissimo bastone di merlino. A quanto pare Regan, nel diventare professore, ha sviluppato una grandissima capacità descrittiva e ben presto, facendo la conta di ciò che ho preso, mi rendo conto di aver avuto abbastanza culo. E si, di culo si tratta, perché quando ho scelto la pozione, ad esempio, mai avrei pensato di impiegarla per avvicinarmi di soppiatto ad un Troll cavalca Graphorn.
    "Si ma il branco da quanti membri è comp...Regaaaaan!", infame. Non mi ha neanche fatto finire, che già aveva il dito sul tappo. Poi, a pensarci bene, è tutto così assurdo.
    Voglio dire, ci troviamo dentro una boccetta, giusto? Quindi, per la proprietà transitiva, se lui dovesse agitarla inavvertitamente verremo colti alla sprovvista da un terremoto improvviso e sballottolati in giro come delle cacchette secche nel vento?
    Tra l'altro, in realtà, appena i piedi toccano di nuovo terra mi attacco a questo pensiero per una singola ragione: concentrarmi su qualcosa che mi distragga a sufficienza, così da non sboccare sul prato tutta l'accoglienza che l'irlandese ci ha tanto gentilmente riservato.
    "Cazzo!", ripropongo cacciando giù il contenuto del mio stomaco per la seconda volta in poche ore, "Chi ha inventato le "provette simulanti" dev'essere lo stesso della materializzazione. Sennò non si spiega."
    Riacquisto fermezza sulle ginocchia, avvicinandomi agli altri e iniziando, fin da subito, ad osservare il paesaggio circostante. Una cosa va ammessa, l' O'Toole ha fatto le cose per bene, fornendoci un ottimo punto panoramico di partenza. Di fatto, trovandoci noi su d'un terrazzamento naturale, abbiamo la possibilità di osservare con precisione la conformazione del territorio circostante.
    "Laggiù a valle, non sono Graphorn quelli che pascolano vicino al fiume?"
    Se tanto mi dà tanto, è il troll in questione è di montagna come il nostro potenziale futuro professore ci ha comunicato, la strategia mi pare chiara.
    "I Troll sono forti ma stupidi, e noi due ne sappiamo qualcosa.", alludo schiacciando l'occhio alla rossa, "Non si sarà allontanato più di tanto e, anzi, potrei scommetterci le palle che abita qualche caverna sul pendio della montagna sopra la valle. Quindi, che dite, ci dirigiamo intanto lassù?"
     
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    Alcuni Graphorn, come notato da Logan, si stanno abbeverando nei pressi del torrente. Il loro rifugio non deve essere troppo lontano, sebbene occorra cercarlo in un punto più riparato e meno esposto ai pericoli.
    Se decidete di seguire il suggerimento di Logan salendo lungo la cresta rocciosa per esplorare le caverne alla ricerca di quella in cui si nasconde il troll che ha rapito il cucciolo, considerate che avanzerete controvento e che, più salirete, più il soffio di Zefiro si farà impetuoso, costituendo un effettivo ostacolo da fronteggiare.
     
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    Alla risposta di Regan la Grifondoro arricciò il naso. Non avere certezze era frustrante, ma lo era ancor più sapere che il suo futuro sarebbe stato definito un’altra volta da estranei che non la conoscevano. Karen si sentiva ferma al punto di partenza, tanto che per qualche minuto le voci degli altri giunsero come un brusio di sottofondo alle sue orecchie. Questo finché il Professore non fece loro cenno di alzarsi per seguirlo. Prima di raggiungere il suo ufficio Karen diede una spallata ad André attirandone l’attenzione.
    -Allora? Possiamo contare su di te per formare il nostro futuro team di ricerca?-, domandò, lo sguardo animato da una curiosità sincera.
    -Giuro solennemente che non ti lascerò più indietro. Pensa quante avventure da riportare nelle tue ballate: può diventare un’infinita fonte di ispirazione per la tua arte...-, Karen afferrò lo spray antiodore, nella sua mente si stava già formando l’idea: lei, Logan e André e una vita di avventura pura davanti. Sarebbe stato divertente, oltre che rassicurante, esercitare la professione che le piaceva insieme alle persone alle quali era più affezionata. Al commento di Logan scoppiò a ridere.
    -Sei troppo buzzurro per entrare nelle grazie di Korko. Tra l’altro hai una cosa di troppo e due di meno: come minimo dovresti farti crescere le tette e cambiare colore alla tua divisa…- aveva afferrato una boccetta con essenza di dittamo, rigirandosela tra le dita con indecisione: un’essenza curativa in più poteva tornare loro comodo, ma ammetteva che il ragionamento di Logan aveva le sue giuste motivazioni. Quando avevano affrontato il troll di montagna erano equipaggiati solo della bacchetta ed erano riusciti a cavarsela con un buon gioco di squadra…
    -Le caccabombe accecanti sono mie. Ci torneranno utili in previsione di una clamorosa ritirata-, lasciò che Logan la aiutasse a sistemarle nello zaino insieme allo spray antiodore e al cofanetto con il mangime.
    -Quindi… tu non vieni con noi?-, domandò a Regan, sorpresa nel vedere che non c’era nessuno zaino per lui. Un po' ci rimase male: le sarebbe piaciuto vederlo in azione sul campo, un po' come quando l'aveva portata nella foresta con l'unicorno... ma non ebbe tempo per metabolizzare: non appena tutti e tre ebbero sistemato l’equipaggiamento vennero risucchiati all’interno della boccetta.

    Quando rimisero piede su suolo stabile Karen impiegò un paio di secondi per recuperare l’equilibrio, ma non risentì dello sballottamento; non si poté dire lo stesso di Logan, colto da un improvviso pallore.
    -Stai ben… come non detto. Nota per il futuro, tenere l’eroe impavido di Grifondoro alla larga dalle giostre…-, lo punzecchiò, rovistando nello zaino alla ricerca di una bottiglina d’acqua che non esitò a passargli, nel caso in cui avesse voluto rinfrescarsi un attimo.
    -Stiamo cercando una… creatura che somiglia a un toro, giusto?-, cercò conferma nei suoi compagni. Al richiamo di Logan Karen si voltò a guardare la mandria che stava indicando.
    -Mio zio mi ha raccontato che i cacciatori pagano fior di galeoni per la loro pelle: dice che respinge la maggior parte degli incantesimi…-, quando il Caposcuola le rivolse uno sguardo complice Karen per un attimo arrossì impacciata.
    -Ci sto. Considerata anche la stazza del cucciolo non potranno essere arrivati troppo lontano, no? Se troviamo tracce di trascinamento dovremmo essere a cavallo…-, per un attimo Karen guardò André, chiedendosi se avesse anche lui qualche idea.
    -È la prima volta che visiti una riserva?- la Grifondoro era contenta di trascorrere quella giornata con entrambi: di lì a poche settimane il carico di compiti sarebbe raddoppiato in previsione degli esami di fine anno, non avrebbero più avuto molte occasioni per stare insieme…
    -Due anni fa io e Logan abbiamo beccato un troll mentre esploravamo le Slieve Bloom-, spiegò ad André, stringendosi nelle spalle.
    -Batterlo è stato facile come rubare le apri frizzole a un bambino. Ma questa volta opterei per una strategia più stealth-, in realtà il troll aveva dato loro filo da torcere ma grazie al gioco di squadra i due irlandesi erano riusciti a metterlo KO. Adesso che con loro c’era André contava di trovare minori difficoltà grazie al suo appoggio.
    -La prima volta che ho visitato una riserva è stata l'estate del mio primo anno. Tu eri già tornato a Kinnitty...-, commentò, rivolta verso il Grifondoro.
    -Romania, era la riserva dei draghi dei Fhest. Ho assistito alla schiusa delle uova ed è stato fighissimo. Sarebbe bello ritornarci insieme-, alcuni frammenti li aveva regalati a Logan quando l'avevano strappata dalle mani di Coco. Fu strano ricordare, soprattutto constatare quanto le cose fosse diverse da allora... migliori, in un certo senso. Mentre camminava il dislivello del terreno, unito alle raffiche di vento sempre più insistenti, ne rallentò il passò: bastò una manciata di minuti perché Karen cominciasse ad avvertire più fatica ad avanzare, tanto che dovette riporre la bacchetta nella tasca per avvalersi di entrambe le mani per aggrapparsi alla roccia. Fu un bene, considerato che una parte di terreno franò aal suo passaggio. Karen si lasciò sfuggire un urlo di terrore; riuscì ad aggrapparsi ad André appena in tempo per non farsi sbilanciare dal vento.
    -Sto… sto bene, cazzo se c’è mancato poco!-, con le mani gli artigliava ancora il braccio del tassorosso mentre sentiva il cuore in gola. Per quanto amasse esplorare detestava avventurarsi in posti che non conosceva, si sarebbe sentita molto più tranquilla se avesse avuto Regan con loro come guida…
    -Guardate! Forse ci siamo?- a pochi metri da loro le impronte che solcavano il terreno corrispondevano a quelle di un troll ma si interrompevano davanti a una biforcazione diversi metri più avanti. Da un lato il sentiero conduceva dall’altro lato della montagna, per una larghezza di tre metri di ghiaia prima del baratro; dall’altro la montagna si apriva in una caverna, ai cui piedi giacevano rami rotti, pietre e terra smossa; una scia nel terreno prima che diventasse roccioso lasciava intravvedere che qualcosa era stato trascinato lì da poco; il vento rendeva a malapena udibile dall’interno l’eco di un grugnito, che di fatto la Grifondoro non sentì.
    -Mi fa male la caviglia. Possiamo fare una pausa?-, non avrebbe proseguito per tutto l’oro del mondo con il rischio che uno di loro finisse nel vuoto. Se avessero preso male la mira con il carpe retractum il rischio era molto alto…
    -Fantastico. Ci mancava solo una tempesta…-, alle raffiche di vento si era unita la pioggia, accompagnata da alcuni lampi in lontananza che non presagivano niente di buono.
    -Lumos-, dentro la grotta il grugnito in lontananza sarebbe stato ben udibile al primo che l’avrebbe varcata, mentre il secondo avrebbe sentito un suono stridulo, come di un grattare insistente contro il legno.


     
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    Valido (e super appassionante da leggere *__* ) tutto ciò che è stato descritto nel post di Karen. Aggiungo solo che, al momento, la caverna è troppo buia per riuscire ad orientarvi al suo interno e a comprendere ciò che succede attraverso il senso della vista. A voi, in particolare ad André dato che è il suo turno, la scelta riguardo cosa fare... Se evocherete una fonte luminosa, il troll all'interno della caverna si accorgerà immediatamente di voi e vi attaccherà lanciando massi e agitando la sua enorme clava nel tentativo di colpirvi. Se invece opterete per restare al buio, i suoni dei vostri movimenti e delle vostre voci lo attireranno verso l'ingresso, in cui vi cercherà "a tastoni". Tenete però presente che, in quel caso, anche la vostra visibilità sarà ridotta.
     
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    Una mezza risata sfuggì all’aspirante cantautore nel cogliere il commento del Grifondoro dalla travolgente e temeraria indole, che tradì un’avversione per le Pozioni che gli rammentò irrimediabilmente la sua compagna dai capelli di liquefatto rame. - Siete chiaramente anime gemelle... - scoccò un’occhiata di sorniona intesa a entrambi, sulle labbra uno sghembo sorriso malandrino e malizioso, mentre rifletteva in silenzio su come sin dal suo primo anno al Castello si fosse invece rivelato portato per quella materia. Malgrado la sua indole caotica, malgrado fosse figlio dell’arte e dell’anarchia, André era infatti sempre stato piuttosto abile nel combinar ingredienti per creare miscele armoniose...perfette...stabili. Com’egli non sarebbe probabilmente stato mai, poiché per quanto si fosse sforzato di mutare la combinazione delle note che componevano la melodia del suo essere, essa era sempre rimasta contraddittoria e caotica...maledetta.
    Osservò in tralice la giovane dalle tinte d’autunno al suo fianco mentre ascoltava le parole di Regan in merito a eventuali precedenti con la legge magica che avrebbero potuto impedirle l’accesso alla carriera del Magizoologo: dal fugace e capriccioso broncio che notò dipingersi sul suo viso, intuì che non fosse stata soddisfatta dalla risposta. E non poté biasimarla, invero, poiché il Corvonero dagli occhi di profondo mare non s’era prodigato in dettagli, lasciandola prigioniera dei suoi dubbi. Forse inconscio di quanto il quesito che gli aveva posto la toccasse intimamente, turbandola più di quanto osasse dare a vedere. Per caparbio orgoglio o forse per timore d’esser giudicata – André non avrebbe saputo affermarlo con certezza.
    - Non ho mai scaricato la responsabilità delle mie scelte su qualcun altro. E non ho intenzione di cominciare a farlo. - per qualche graffio di plettro, il volto segnato da ramata peluria dell’aspirante cantautore fu avviluppato dalle tenebre, mentre rifletteva su come avesse sempre assecondato il suo istinto e i suoi desii, incurante di rinnegare le altrui imposizioni e indicazioni. Persino, sin ad allontanarsi dal suo medesimo padre… - Ma un suggerimento su quale possa essere la strada migliore da intraprendere non è mai sprecato, se c’è qualcuno disposto ad ascoltarlo. -.
    Non pretendeva che Regan ordinasse il caos dei suoi dubbi e delle sue contraddizioni, né che tracciasse per lui la rotta verso cui sarebbe salpato nell’andar incontro al suo avvenire. Semplicemente, gli aveva posto quel quesito per aver una prospettiva diversa con cui osservare il proprio orizzonte...quella d’una persona che alle creature magiche e alla loro cura aveva scelto di dedicare la sua carriera. Non meramente un insegnante che gli avrebbe colmato la testa di nozioni, ma un esempio a cui ambire...o un amico da cui ricever opinioni tanto schiette da esser persino brutali. Regan avrebbe potuto offrirgli una chiave di lettura diversa con cui decifrare la sconfinata mappa delle opportunità che aveva dinnanzi meramente con il suo parere...mostrandogli come interpretare la direzione indicata dalla sua bussola in maniera diversa.
    Pensieri che tenne per sé mentre ricambiava la complice stretta del Guardiacaccia, preferendo lasciar calar il sipario sull’assunto: se ne avesse avuto occasione, lo avrebbe riaperto in seguito, ma non in quel momento. C’era un’avventura da vivere che lo stava aspettando.
    - Mi sfugge il senso di scegliere l'attrezzatura prima di sapere dove siamo diretti e cosa dovremo fare. - commentò in direzione di Logan, vagamente accigliato mentre osservava gli attrezzi a loro disposizione, indeciso su quali prendere con sé. Che fosse un tentativo di Regan di fare lo spiritoso? Oppure era una trappola che il Guardiacaccia aveva preparato per coglierli in fallo e testare la loro perspicacia? - Forse per essere un bravo Magizoologo ci vuole culo... - ironizzò infine, mentre assecondando il suo istinto prendeva con sé il fischietto, la Pozione dell’invisibilità e la Nimbus. - Poi la scopa me la regali, Reg? - celiò incrociando lo sguardo cobalto del Guardiacaccia, sulle labbra il suo usuale sghembo sorriso malandrino.
    - Richiedimelo fra due anni... - offrì un complice occhiolino all’irlandese dalla passionale indole, che si sarebbe dovuta accontentare di quell’evasiva risposta, riflesso della sua indole che di tanto in tanto si faceva solitaria...selvatica. Fra due anni...sarebbe stato prossimo ai M.A.G.O. ed avrebbe dovuto prender una decisione su quali ignote acque salpare. Ma altresì alla soglia dei suoi diciassette anni sarebbe stato dinnanzi a un bivio: abbandonar il Castello per inseguire la sua ispirazione e vivere di musica come aveva sempre sognato o restare a terminare gli studi come suo padre avrebbe voluto? Tracciando una rotta alternativa, qualora avesse scelto di mutare quella su cui navigava dacché era bambino? Senza dubbio, sarebbe stato elettrizzante partire per qualche avventura in paesi ignoti tutti da esplorare, ma...era questo ciò che anelava?
    - Comunque, nel caso in cui a rischio ci fosse la tua incolumità, ti obbligherei a lasciarmi indietro. - era una possibilità da non escludere, considerando quanto rischiosa fosse quella carriera. E se un giorno fosse davvero partito con loro, anelava che Karen tenesse sempre a mente le sue parole.

    Allo schiocco leggero del tappo aperto, l’aspirante cantautore si sentì trascinare da una forza invisibile verso il basso e in pochi graffi di plettro, l’ufficio di Regan svanì dalla sua visuale, per concedere spazio al profilo aguzzo e innevato d’una montagna dominante su una verdeggiante vallata. In silenzio, si guardò attorno incuriosito e distratto, inebriandosi della sensazione del vento che gli smuoveva i vestiti, del profumo di fiori nell’etere e del suono del fiume scrosciante poco distante: sensazioni e suoni del tutto reali, malgrado quella fosse un’ambientazione creata dalla Magia. Sarebbe stato altrettanto reale il dolore se si fosse ferito?
    - Più o meno... - rispose alla domanda di Karen, mentre si sporgeva a sua volta dal terrazzamento per osservare il branco di Graphorn al pascolo che il rosso-oro aveva individuato. - sono proprio loro. E quella credo sia la madre a cui è stato sottratto il cucciolo... - indicò un'esemplare femmina che s’aggirava incessantemente fra gli altri membri del branco, lanciando disperati richiami che s’infrangevano vani nell’etere. Un lamento che André trovò straziante.
    - Se si è rintanato nella caverna, potremmo creare un diversivo per attirarlo fuori e soffiargli il Graphorn da sotto il naso... - commentò, dopo aver acconsentito a seguire i due Grifondoro verso la scalata della montagna. Forse, le Caccabombe accecanti che Karen aveva portato con sé sarebbero potute essere utili allo scopo...oppure il fischietto che dondolava sul suo petto, scosso dal vento che si faceva sempre più freddo e impetuoso mano a mano che arrancavano verso la vetta. O, perché no, la Nimbus...
    - Sono stato nella riserva di Grifoni della Foresta Pietrificata qualche anno fa. Con mia nonna... - Amélie Monroe in Gray era rimasta vedova presto e in giovane età, ma ciò non l’aveva privata dell’ardente desio di vivere tutto ciò che il mondo aveva da offrirle. Una personalità senza dubbio eccentrica, persino malvista da molti, a cui l’aspirante cantautore s’era sempre sentito prossimo...forse poiché nella sua famiglia era quella che lo aveva compreso di più. Che lo aveva spronato sempre ad essere libero d’inseguire i propri sogni, senza costringersi in catene per timore delle conseguenze.
    - Lentiggini! - con ferino scattò afferrò l’irlandese dalla focosa indole per un braccio, allontanandola dal precipizio e sorreggendola per evitare che cadesse: il suo urlo atterrito lo aveva strappato con violenza ai propri pensieri, avvelenando il suo sguardo con ombre di apprensione, cupe come la tempesta che ivi s’agitò. - Puoi camminare? - non sembrava ferita, solo spaventata, ma si convinse a proseguire solo dopo essersene accertato.
    L’ultima scalata fu la più ardua: il vento li ostacolava, feroce e indomito, e il nevischio rendeva il terreno pericolosamente scivoloso, costringendoli ad avanzare con lentezza, schiacciati contro la parete della montagna per non cadere. A pochi metri dalla meta, tuoni in lontananza sovrastaron il grido dello Zefiro, preannunciando l’arrivo d’una tempesta che non tardò a castigarli con una pioggia tagliente.
    Dovevano trovar un riparo e se in principio annuì alla richiesta di Karen di riposarsi nella caverna, allorché la vide in procinto di varcarne la soglia, la trattenne per un braccio, con quel suo fare che di tanto in tanto si faceva prepotente. Incrociatone lo sguardo di cerulea rugiada, le fece cenno d’ascoltare.
    Dalle profondità della caverna giungevano rumori sinistri, che tradivano la presenza di qualcosa al suo interno...del Troll e del suo prigioniero, André nutriva pochi dubbi al riguardo. - Meglio non farci vedere... - suggerì, accennando alla punta illuminata della bacchetta di Karen. - cerchiamo di avvicinarci il più possibile e di trovare il cucciolo. Poi distrarrò il troll, mentre voi portate via il Ghaporn...ci state? - incrociò lo sguardo di Logan, in cerca di complicità. Dopotutto, era l’esperto in materia in quella missione, dato che la loro guida aveva deciso di abbandonarli al loro destino. Gettandoli in pasto al Troll, come neonati in un lago per obbligarli ad imparar a nuotare con l'esperienza. Esperienza che invero entrambi già avevan acquisito, a quanto gli avevano raccontato, coinvolgendolo in una delle tante avventure che avevano vissuto insieme e per cui un poco li invidiò: il loro legame, la loro complicità...erano così tenaci e vigorosi da esser persino palpabili ed era qualcosa a cui il lunatico e selvatico Stormind non era accostumato. Dopotutto, era sempre stato una solitaria nota fuori da ogni spartito...
    - Lo so che hai detto che avresti preferito un approccio stealth, ma sono francese, mi piace la teatralità. - celiò rivolto alla rosso-oro dalle troppe lentiggini, tradendo le plurime idee che s’agitavano caotiche nella sua mente su come attirare l’attenzione del carceriere e condurlo altrove. Fra tutte, saltare in groppa alla Nimbus per infastidirlo abbastanza da inseguirlo fuori, era quella più allettante. Senza dubbio, la più incauta e sconsiderata, ma...affine alla sua indole sprezzate del pericolo e affamata d'adrenaliniche emozioni.
    Strisciò nelle tenebre della caverna, avanzando carponi lungo il terreno, tentando d'orientarsi con il tatto piuttosto che con la vista. Il suono delle loro voci doveva aver attirato il Troll, poiché ne udì i passi pesanti approssimarsi all’ingresso e lo strisciare minaccioso della clava lungo il terreno. Un’ombra si mosse calando sul suo capo, ma fu svelto a scivolare di lato per schivare l’enorme mano bramosa di ghermirlo e di ridurlo in polvere, impietosa e violenta.
    Si voltò per assicurarsi che Karen e Logan avessero trovato a loro volta riparo e poi aguzzò la vista, tentando di scorgere nella penombra altri movimenti: più piccoli, più deboli, più atterriti. Non li colse, in principio, ma udì chiaro il lamento del prigioniero, che grattava furibondo qualcosa di legnoso...un palo conficcato nel terreno a cui era stato legato. O il cancello d'un recinto? Si sforzò d'appurarlo, ma non gli fu possibile e fu costretto invece a retrocedere, non appena le dita del Troll s'abbatterono nuovamente a pochi metri da lui.
    Fece cenno ai suoi complici di superarlo in direzione del Ghaporn prigioniero e nel mentre sfilò la Nimbus dallo zaino: nel momento in cui sarebbe salito a cavallo della scopa, sfrecciando innanzi al volto ripugnante del Troll per attirarlo fuori dalla caverna, avrebbe donato a Logan e a Karen il tempo necessario a liberare il cucciolo e a trarlo in salvo. Divenendo egli medesimo il diversivo
     
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    Regan vi osserva compiaciuto e sinceramente ammirato, curioso di scoprire quali strategie deciderete di attuare per liberare il cucciolo di Graphorn tenuto prigioniero dal troll. Le azioni di André lo hanno particolarmente colpito, facendogli domandare fin dall'inizio come avrebbe utilizzato la scopa, oggetto che anche nel kit d'intervento dell'Irlandese non poteva mai mancare. All'osservazione del Tassorosso sul perché la scelta dell'attrezzatura universale fosse stata proposta prima di sapere a cosa i ragazzi sarebbero andati incontro, il magizoologo si era limitato a sorridere, attendendo che glielo spiegassero gli stessi componenti del trio, una volta conclusa la loro avventura.
    Al momento, la funzione di esca umana dello Stormind funziona egregiamente e il Troll si comporta esattamente come chiunque, dotato di scarsa pazienza, farebbe nel vedersi svolazzare attorno una mosca fastidiosa in continuazione.
    L'imponente creatura mena fendenti a destra e a sinistra, tanto da rendere difficile anche a Karen e Logan oltrepassarlo nello spazio angusto e completamente buio della caverna.
    Ok, André, adesso cerca di portarlo verso l'esterno. Anche se c'è il temporale, la luce del giorno lo indebolirà e tu non rischierai, per evitarlo, di finire a sbattere contro una parete della grotta. Logan, Karen, il cucciolo è terrorizzato e probabilmente potrebbe vedere l'avvicinamento simultaneo di entrambi come una minaccia. meglio che uno di voi continui a dedicarsi al Troll e aiuti André.
    La voce di Regan riecheggia sulle pareti di roccia, apparentemente udibile solo a voi tre.
    Scegliete voi se seguire il consiglio dell'Irlandese o andare avanti facendo affidamento sul vostro istinto.
    Il piccolo Graphorn, a sua volta in grado di distinguere appena le vostre sagome finché rimarrete nell'oscurità, avrà bisogno di essere tranquillizzato e messo a proprio agio, perché d'istinto tenterà di attaccarvi con le sue corna, ancora piccole ma robuste e affilate, e con potenti colpi della coda.
    Chi di voi lo raggiungerà, noterà che è stato confinato in una rientranza nella roccia, barricata da una pila di grossi tronchi posizionati appositamente per bloccargli la via di fuga.
     
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