Open Day: Magizoologia

Karen - Logan - André

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  1. Elhaz
     
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    Alla risposta di Regan la Grifondoro arricciò il naso. Non avere certezze era frustrante, ma lo era ancor più sapere che il suo futuro sarebbe stato definito un’altra volta da estranei che non la conoscevano. Karen si sentiva ferma al punto di partenza, tanto che per qualche minuto le voci degli altri giunsero come un brusio di sottofondo alle sue orecchie. Questo finché il Professore non fece loro cenno di alzarsi per seguirlo. Prima di raggiungere il suo ufficio Karen diede una spallata ad André attirandone l’attenzione.
    -Allora? Possiamo contare su di te per formare il nostro futuro team di ricerca?-, domandò, lo sguardo animato da una curiosità sincera.
    -Giuro solennemente che non ti lascerò più indietro. Pensa quante avventure da riportare nelle tue ballate: può diventare un’infinita fonte di ispirazione per la tua arte...-, Karen afferrò lo spray antiodore, nella sua mente si stava già formando l’idea: lei, Logan e André e una vita di avventura pura davanti. Sarebbe stato divertente, oltre che rassicurante, esercitare la professione che le piaceva insieme alle persone alle quali era più affezionata. Al commento di Logan scoppiò a ridere.
    -Sei troppo buzzurro per entrare nelle grazie di Korko. Tra l’altro hai una cosa di troppo e due di meno: come minimo dovresti farti crescere le tette e cambiare colore alla tua divisa…- aveva afferrato una boccetta con essenza di dittamo, rigirandosela tra le dita con indecisione: un’essenza curativa in più poteva tornare loro comodo, ma ammetteva che il ragionamento di Logan aveva le sue giuste motivazioni. Quando avevano affrontato il troll di montagna erano equipaggiati solo della bacchetta ed erano riusciti a cavarsela con un buon gioco di squadra…
    -Le caccabombe accecanti sono mie. Ci torneranno utili in previsione di una clamorosa ritirata-, lasciò che Logan la aiutasse a sistemarle nello zaino insieme allo spray antiodore e al cofanetto con il mangime.
    -Quindi… tu non vieni con noi?-, domandò a Regan, sorpresa nel vedere che non c’era nessuno zaino per lui. Un po' ci rimase male: le sarebbe piaciuto vederlo in azione sul campo, un po' come quando l'aveva portata nella foresta con l'unicorno... ma non ebbe tempo per metabolizzare: non appena tutti e tre ebbero sistemato l’equipaggiamento vennero risucchiati all’interno della boccetta.

    Quando rimisero piede su suolo stabile Karen impiegò un paio di secondi per recuperare l’equilibrio, ma non risentì dello sballottamento; non si poté dire lo stesso di Logan, colto da un improvviso pallore.
    -Stai ben… come non detto. Nota per il futuro, tenere l’eroe impavido di Grifondoro alla larga dalle giostre…-, lo punzecchiò, rovistando nello zaino alla ricerca di una bottiglina d’acqua che non esitò a passargli, nel caso in cui avesse voluto rinfrescarsi un attimo.
    -Stiamo cercando una… creatura che somiglia a un toro, giusto?-, cercò conferma nei suoi compagni. Al richiamo di Logan Karen si voltò a guardare la mandria che stava indicando.
    -Mio zio mi ha raccontato che i cacciatori pagano fior di galeoni per la loro pelle: dice che respinge la maggior parte degli incantesimi…-, quando il Caposcuola le rivolse uno sguardo complice Karen per un attimo arrossì impacciata.
    -Ci sto. Considerata anche la stazza del cucciolo non potranno essere arrivati troppo lontano, no? Se troviamo tracce di trascinamento dovremmo essere a cavallo…-, per un attimo Karen guardò André, chiedendosi se avesse anche lui qualche idea.
    -È la prima volta che visiti una riserva?- la Grifondoro era contenta di trascorrere quella giornata con entrambi: di lì a poche settimane il carico di compiti sarebbe raddoppiato in previsione degli esami di fine anno, non avrebbero più avuto molte occasioni per stare insieme…
    -Due anni fa io e Logan abbiamo beccato un troll mentre esploravamo le Slieve Bloom-, spiegò ad André, stringendosi nelle spalle.
    -Batterlo è stato facile come rubare le apri frizzole a un bambino. Ma questa volta opterei per una strategia più stealth-, in realtà il troll aveva dato loro filo da torcere ma grazie al gioco di squadra i due irlandesi erano riusciti a metterlo KO. Adesso che con loro c’era André contava di trovare minori difficoltà grazie al suo appoggio.
    -La prima volta che ho visitato una riserva è stata l'estate del mio primo anno. Tu eri già tornato a Kinnitty...-, commentò, rivolta verso il Grifondoro.
    -Romania, era la riserva dei draghi dei Fhest. Ho assistito alla schiusa delle uova ed è stato fighissimo. Sarebbe bello ritornarci insieme-, alcuni frammenti li aveva regalati a Logan quando l'avevano strappata dalle mani di Coco. Fu strano ricordare, soprattutto constatare quanto le cose fosse diverse da allora... migliori, in un certo senso. Mentre camminava il dislivello del terreno, unito alle raffiche di vento sempre più insistenti, ne rallentò il passò: bastò una manciata di minuti perché Karen cominciasse ad avvertire più fatica ad avanzare, tanto che dovette riporre la bacchetta nella tasca per avvalersi di entrambe le mani per aggrapparsi alla roccia. Fu un bene, considerato che una parte di terreno franò aal suo passaggio. Karen si lasciò sfuggire un urlo di terrore; riuscì ad aggrapparsi ad André appena in tempo per non farsi sbilanciare dal vento.
    -Sto… sto bene, cazzo se c’è mancato poco!-, con le mani gli artigliava ancora il braccio del tassorosso mentre sentiva il cuore in gola. Per quanto amasse esplorare detestava avventurarsi in posti che non conosceva, si sarebbe sentita molto più tranquilla se avesse avuto Regan con loro come guida…
    -Guardate! Forse ci siamo?- a pochi metri da loro le impronte che solcavano il terreno corrispondevano a quelle di un troll ma si interrompevano davanti a una biforcazione diversi metri più avanti. Da un lato il sentiero conduceva dall’altro lato della montagna, per una larghezza di tre metri di ghiaia prima del baratro; dall’altro la montagna si apriva in una caverna, ai cui piedi giacevano rami rotti, pietre e terra smossa; una scia nel terreno prima che diventasse roccioso lasciava intravvedere che qualcosa era stato trascinato lì da poco; il vento rendeva a malapena udibile dall’interno l’eco di un grugnito, che di fatto la Grifondoro non sentì.
    -Mi fa male la caviglia. Possiamo fare una pausa?-, non avrebbe proseguito per tutto l’oro del mondo con il rischio che uno di loro finisse nel vuoto. Se avessero preso male la mira con il carpe retractum il rischio era molto alto…
    -Fantastico. Ci mancava solo una tempesta…-, alle raffiche di vento si era unita la pioggia, accompagnata da alcuni lampi in lontananza che non presagivano niente di buono.
    -Lumos-, dentro la grotta il grugnito in lontananza sarebbe stato ben udibile al primo che l’avrebbe varcata, mentre il secondo avrebbe sentito un suono stridulo, come di un grattare insistente contro il legno.


     
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