Cercando Ulisse ad Itaca - viaggio di istruzione

3 Aprile 2023 - studenti dell'Accademia delle Arti Magiche

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    Era teso Léonard, certo quello era il suo ambiente, erano le strade che aveva percorso per tutta la sua vita, le vie del passato, le vie della divulgazione, ma sentiva anche che c'era qualcosa di nuovo nell'aria.
    Negli anni le sue orme avevano calpestato e si erano unite a quelle dei più grandi personaggi della storia fino a fondersi, fino a renderlo un uomo diverso, un uomo capace di vedere oltre, di scorgere dettagli in oggetti antichi come nessun altro, eppure si era perso. Il francese aveva girato il Mondo per tutta la sua vita nella ricerca di qualcosa di nuovo, di introvabile, di inestimabile, aveva viaggiato così tanto che l'aveva persa la rotta di casa... come Ulisse.
    Ma proprio come lui anche Léonard l'aveva ritrovata la su Itaca fra i Monti della Contea di Wicklow oppure seduto alla cattedra di Giornalismo dell'Accademia ed ora un po' temeva che quel nuovo viaggio potesse farlo smarrire ancora...
    Ma vi era un'altra cosa che il Signor Léonard, come ormai sapeva che lo chiamavano i suoi ragazzi, temeva, temeva il loro giudizio, di non essere più un abile oratore, di annoiarli a morte durante quella che doveva essere un'esperienza di apprendimento, certo, ma anche un momento di svago e divertimento.
    Léonard Albert Lefevre, per la prima volta nella sua vita, era terrorizzato all'idea di poter annoiare qualcuno.
    Era anche per questo che aveva chiesto aiuto ad una delle persone più importanti della sua vita oltre che al Professore più giovane e più capace di coinvolgere e plasmare le menti a lui più affini. Regan O'Toole era stata la scelta più ovvia, e proprio perché desiderava avere lui al suo fianco in quell'incredibile esperienza che non aveva aspettato che il ragazzo compilasse i moduli di partecipazione - con il rischio che decidesse di non partire in considerazione dei suoi mille impegni e l'adorabile e bellissima moglie che lo attendeva a casa - ma si era diretto nel suo ufficio con il programma abbozzato su un foglio di pergamena già scarabocchiato di idee e gli aveva chiesto aiuto nella messa in pratica.
    Gli occhi dell'irlandese si erano illuminati e dentro di sé sentiva Léonard di non essere mai stato così orgoglioso di qualcuno.
    Regan era il figlio che Phillippe non aveva mai voluto essere, nonostante tutti i tentativi del padre di ricucire il loro rapporto, per ciò sentiva il cuore riempirsi di gioia e amore ogni volta che il ragazzo lo chiamava, nel privato, zio.
    Avevano studiato il programma nei minimi dettagli, avevano preparato avventure e sorprese - e qualcuna era in serbo anche per il giovane O'Toole - perché Léonard era fatto così, aveva bisogno di avere il controllo su tutto, soprattutto quando si trattava del suo lavoro, amava la perfezione, tutto doveva essere eseguito in maniera impeccabile.

    La mattina dell'inizio di quell'avventura Léonard e Regan avevano fatto colazione in religioso ma trepidante silenzio e si erano poi diretti al punto in cui, tramite le passaporte di cui aveva dotato tutti gli studenti iscritti, sarebbero giunti. E solo quando furono tutti presenti prese finalmente la parola.
    « Benvenuti a Troia ragazzi, benvenuti nella terra delle grandi conquiste e dei grandi conquistatori... che per amore hanno distrutto anche città intere» esordì mostrando la grandiosa città di Troia alle loro spalle ormai in rovina su cui svettava, al centro della piazza dove di consuetudine si svolgeva il mercato, l'imponente e famoso cavallo.
    «i vostri abiti però non sono i più consoni a compiere questo viaggio fra le viscere dell'antica civiltà» e con un rapido colpo di bacchetta tramutò il loro abbigliamento in quello di uomini e donne greci, il suo compreso, infatti la tenuta da esploratore divenne una toga come quella indossata dai più grandi filosofi antichi.
    «Ora facciamo un attimo di silenzio che qualcosa sta accadendo alle nostre spalle» infatti il rumore del legno sovrastò per brevi istanti la voce del divulgator cortese, il grande portellone del cavallo si aprì e da esso uscirono gli antichi conquistatori spartani capitanati dal suo più fidato amico che, a sorpresa, aveva accettato di aiutarlo in quell'impresa. Anthony O'Toole. Le truppe a passo svelto si avvicinarono a loro e fu la figura di Anthony ad affiancarsi a quella del francese
    « benvenuti miei prodi... sono Ulisse, e da oggi vi accompagnerò nel mio viaggio» e a quelle parole un'imponente triremi, rimasta ancorata all'argo fino ad allora, apparve. Era finalmente arrivato il loro mezzo di trasposto


    Benvenuti ragazzi <3
    piccole note prima di postare
    - la gita è ambientata nella prima settimana di Aprile
    - attendete il post di Regan
    - siete liberi di scegliere l'abbigliamento che indossate dopo l'incanto del Professore
    - per questo primo post ci sarà una scadenza di una settimana che partirà da dopo il post di Regan
    - divertitevi e per qualsiasi cosa sono qui
     
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    Dopo aver pianificato i dettagli di quel viaggio d'istruzione per mesi, finalmente il gran giorno era arrivato.
    Léonard ci teneva tantissimo e per Regan era stato un onore, collaborare con lui così strettamente all'organizzazione di quella gita. Non si smetteva mai di conoscere qualcuno e per l'Irlandese, che da piccolo trascorreva pomeriggi interi nel piccolo museo del villaggio alla ricerca di antichi cimeli che il buon professore gli faceva trovare qua e là dopo intricate cacce al tesoro, lavorare con quel pozzo di cultura e sapere fatto mago da pari a pari era stato sinceramente emozionante.
    Regan poteva capire perché sua madre, da ragazza, avesse speso in compagnia di Léonard tutto il tempo necessario a studiare tutto ciò che di utile le sarebbe servito a conoscere il mondo magico, a lei precluso per quasi vent'anni.
    Quell'uomo apparentemente timido, sempre garbato e dai modi pacati a cui la sua piccola e semplice comunità irlandese non era mai stata particolarmente avvezza, si illuminava di pura gioia nel sentir menzionare particolari argomenti... E con il suo entusiasmo era in grado di coinvolgere chiunque, semplicemente divulgando il sapere di cui si faceva vivo e passionale portavoce.
    Il Periodo Classico era uno di questi argomenti ed il primogenito dell'ultima generazione di O'Toole, sebbene fosse molto affascinato dalla storia della magia e dall'epica antica, quando Léonard gli aveva proposto di partire per un viaggio in nave lungo il Mediterraneo ripercorrendo le tappe del viaggio di Ulisse, innanzi tutto aveva pensato a quale costume da bagno indossare per tuffarsi in quel mare cristallino.
    Per questo, quando invece il professor Lefevre aveva invece fatto riferimento ai costumi d'epoca, l'Irlandese era rimasto un po' perplesso: non era per le eccentricità fini a se stesse, Regan, anche se doveva concordare che l'impatto sul viaggio sarebbe stato molto più suggestivo, se tutti si fossero vestiti come gli antichi achei.
    Benvenuti a tutti. li salutò a sua volta l'Irlandese, sperando di non doversi vergognare troppo della sua mise da guerriero. Se entrerete nel cavallo, oltre a trovare diversi opuscoli e pergamene sul programma di questo viaggio, sui riferimenti storici e su ciò che sommariamente vi aspetta, potrete ammirare anche una ricostruzione su plastico dell'antica battaglia sanguinosa combattuta fuori da queste mura che vi basterà animare con un tocco di bacchetta. Ma soprattutto... con un'occhiata rivolta a tutti i presenti - ma dov'era Morgan?! - e, infine, al professor Lefevre in persona per attendere il suo consenso a parlare. Ognuno di voi potrà scegliere un oggetto magico appositamente incantato per questa avventura. Consideratelo... Un dono della vostra divinità protettrice. Quest'oggetto è pensato per funzionare solo una volta nel corso di tutto il viaggio, perciò sceglietelo con molta attenzione ed usatelo con ancor più parsimonia. I doni che rifiuterete, oltraggio che ovviamente arrecherà una grandissima offesa al dio o alla dea che non avrete scelto, saranno usati vendicativamente contro di voi.
    O almeno, questi erano i piani.
    Il colpo di scena del cavallo che si apriva per lasciar fuoriuscire un intero esercito di antichi soldati, pronti ad assaltare la città di Troia, fu una sorpresa anche per Regan.
    Léonard aveva fatto davvero le cose per bene, dovevano essere almeno duecento ologrammi, capitanati da nientepopodimeno che...
    Il fumo dell'ultima sigaretta che il magizoologo aveva deciso di concedersi prima della partenza gli andò di traverso causandogli un eccesso di tosse, quando nella figura di Ulisse riconobbe suo padre in persona, con quell'inguardabile barba lunga e trasandata che si stava facendo crescere da almeno due mesi. Doveva essersi divertito tantissimo a prestarsi a quella pantomima, anche semplicemente all'idea di vedere che faccia avrebbe fatto il suo composto primogenito, che si sentiva un deficiente già solo al pensiero di indossare l'elmo che teneva sotto il braccio.
    Ma che caz...volo...?
    Sconcertato, Regan guardò Léonard, dopodiché rimase incantato ad ammirare la nave in avvicinamento. Damnù... Vederla con i propri occhi faceva tutto un altro effetto.
    Allora... Beh, seguite Ulisse dentro il cavallo per prendere gli oggetti che vi ho detto poco fa, così poi possiamo partire. borbottò il ragazzo, accennando con il mento all'apertura sul fianco dell'animale di legno. Anche quello, adesso che Regan ci pensava, doveva essere stato opera di suo padre, che era il miglior intagliatore che il ragazzo avesse mai conosciuto.
    Non ti facevo così stronzo da non dirmi niente, professore. Cos'altro devo aspettarmi? bisbigliò in direzione dell'amico Lefevre con un tono udibile solo a lui anche se, adesso che lo shock per la vista di Ulisse si era attenuato, doveva ammettere che la situazione era piuttosto divertente e che anche lui stava sorridendo divertito.
    Per primo, Regan salì sulla passerella che lo avrebbe portato fin sulla nave, dopodiché, da un tavolo, fece levitare una brocca ricostruita esattamente come quelle dell'epoca e riempì un bicchiere di coccio per ciascuno dei presenti, distribuendolo man mano che salivano a bordo.
    Gli dèi ci hanno concesso un bicchiere d'Ambrosia. Ha un sapore molto dolce e contiene una pozione che vi eviterà il mal di mare... Che ne dite di un bel brindisi prima di partire?

    Benvenuti anche da parte mia!
    Postate pure il vostro arrivo interagendo con chi preferite e con l'ambiente circostante e soprattutto, dopo la discesa dei guerrieri dal Cavallo di Troia e dopo aver familiarizzato con l'ologramma di Ulisse, salite a vostra volta nel cavallo per osservarne l'interno e prendere, se volete, gli opuscoli. Scrivete inoltre, in spoiler, quale dono degli dèi avrete scelto di prendere per il vostro viaggio (ovviamente, se un oggetto è stato scelto da qualcuno che ha postato prima di voi, non sarà più disponibile). Infine, salite a bordo.
    Gli oggetti a vostra disposizione sono:

    LA SFERA CON IL FULMINE DI ZEUS --> Se lanciata, colpirà il bersaglio con una potente scarica elettrica, che si espanderà con un raggio d'azione di cinque metri.

    LA SPADA DI ARES --> Dotata di Schiantesimo incorporato, può essere usata come arma aggiuntiva assieme alla vostra bacchetta.

    LA CIVETTA DI ATENA --> Un origami a forma di civetta, che potrà essere usato come diversivo contro i vostri nemici e che, una volta aperto, vi svelerà la soluzione ad uno dei vari enigmi che incontrerete.

    IL RESPIRO DI POSEIDONE --> Un boccaio da nuotatore che, se posto tra le labbra, avrà su di voi lo stesso effetto di un'Algabranchia, anche se per un tempo non superiore a dieci minuti.

    IL FASCINO DI AFRODITE --> Un paio di occhiali da sole che, se indossati, vi conferiranno un fascino tale da rendervi irresistibili - e quindi estremamente persuasivi - nei confronti chiunque. L'effetto dura cinque minuti.

    I CALZARI DI ERMES --> Vi consentiranno di volare ad un'altezza massima di tre metri da terra per dieci minuti.

    LA CETRA DI APOLLO --> Se suonata, costringerà il vostro bersaglio ad esprimersi con un linguaggio "omerico". Inoltre, blocca il tempo per dieci secondi, consentendoti di spostarti dalla traiettoria di un oggetto o di un attacco magico.

    L'ARCO DI ARTEMIDE --> Colpendo una creatura magica con una freccia, hai la possibilità di comunicare con lei per porgli tutte le domande che desideri. Risponderà in modo sincero.
     
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    Quel giorno si era svegliata felice come una bambina la mattina di Natale. Aveva deciso di passare al campus la notte precedente alla partenza - Daisy era stata affidata alle cure di casa Rajan - così che, forse per la prima volta da quando condividevano la stanza, Sigyn l'aveva vista alzarsi subito al suono della sveglia magica. Niente mugugni o brontolii, nessun lamentoso "ancora cinque minuti", né coperte tirate sopra la testa per nascondersi dalla luce del mattino. Shanaya si era concessa, come sempre, una parentesi di tempo per recitare alcuni mantra: la sua frenesia si era momentaneamente chetata lasciando spazio ad una placida serietà, un mormorio sommesso. Facendo scorrere tra le dita le pietre del mala di sua madre, onorò gli dei e si rivolse in particolar modo a Sarasvatī, colei che sempre la guidava nelle nuove esperienze. Al termine del rituale si era affrettata a prepararsi, indossando abiti pratici e legando i lunghi capelli neri in una spessa treccia, il tutto senza mai smettere di blaterare ipotesi sulle avventure che avrebbero vissuto nel corso di quella gita, stordendo la povera Sigyn di chiacchiere.
    Il tempo di arrivare a destinazione e Shana era di nuovo senza parole, ammutolita di fronte al fascino maestoso della città in rovina e all'imponenza del cavallo che aveva permesso agli spartani di vincere la guerra. Senza fiato, lasciò che fossero il resto dei suoi sensi ad avere la meglio: ascoltò le premesse del professor Leonard che la cullavano come l'incipit di una fiaba, mentre riempiva i suoi occhi di tutto ciò che la circondava, tutto ciò a cui il suo sguardo poteva arrivare, lasciando che la brezza marina le scompigliasse le poche ciocche rimaste libere e che il profumo dell'immensa distesa salata la rigenerasse. Solo il suo inatteso cambio di look le fece ritrovare la parola.
    Beh, wow.
    Ammirò divertita l'elegante abito rosso che avvolgeva la sua figura. Indossava perfino alcuni gioielli, compreso un bracciale composto da serpenti dorati che le si intrecciavano a metà strada tra la spalla e il gomito stringendosi sulla sua pelle scura. Il suo sguardo si spostò poi su Sigyn, il cui abbigliamento aveva una connotazione diversa ma perfettamente in tema.. e straordinariamente adatta alla nordica.
    Sembri una sacerdotessa! Stammi vicino, potrebbe rivelarsi utile.. scherzò aggrappandosi al braccio dell'amica. In realtà non aveva idea di come si sarebbe svolta quella gita, né se avrebbe comportato delle prove da affrontare o chissà che altro, ma non stava più nella pelle dalla curiosità. Ascoltò scalpitante le parole di Regan O'Toole, il "guerriero" che accompagnava il sapiente Lefevre nel guidarli in quell'avventura. Solo il colpo di scena dei guerrieri che uscivano in massa dal cavallo la trattenne dal precipitarsi subito al suo interno trascinando la veggente con sé alla ricerca di opuscoli e oggetti magici.
    Mh.. c'è del drama? osservò nel notare un evidente disagio tra Regan e l'ologramma di Ulisse - un Odisseo che aveva il suo fascino, niente da dire.. scelta azzeccata per il personaggio più interessante di Omero - e rivolgendosi ad un ragazzo dalla chioma bionda che si era ritrovata accanto. Per un momento aveva quasi scambiato il biondino per Morgan, ma solo perché aveva intravisto di sfuggita solo la sua chioma, poi si era resa subito conto che si trattava del ragazzo dallo sguardo gentile che aveva visto tanto spesso in compagnia di Abel. Chissà dov'era Morgan allora, Shana aveva dato per scontato che anche l'amica avrebbe partecipato. In ogni caso, non le dispiaceva scambiare due parole con l'amico del Coen.
    Prima di potersi fare un'idea delle ragioni dietro alla reazione di O'Toole, Shana si ritrovò ad entrare nel cavallo, ansiosa di essere la prima a metterci piede. Si accaparrò gli opuscoli senza esitazione ma si attardò un po' di più nella scelta dell'oggetto che sarebbe diventato la sua risorsa. Le sue attitudini e il suo istinto, infine, la guidarono verso l'origami. Rimase per un po' ad ammirare il plastico della battaglia dopo averlo animato, mentre aspettava che anche Sigyn facesse la sua scelta. Solo a quel punto uscì dal cavallo per raggiungere la passerella e salire sulla maestosa nave che li avrebbe condotti lungo il loro viaggio. La Rajan non aveva mai visto niente del genere in vita sua e inizialmente nemmeno si accorse del bicchiere che le veniva offerto. Quando se lo ritrovò proprio sotto il naso fece un buffo sobbalzo e rise di sé stessa, accettando l'offerta inclinando appena il capo in segno di gratitudine.
    Brindiamo alla scoperta.. e all'avventura?


    oggetto scelto: CIVETTA DI ATENA.
    interagito con: Sigyn, Jace e Regan.
     
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    Lo zaino incantato era pronto, dentro aveva messo l’impossibile ma era ormai esperta nel viaggiare solo con quello. Negli anni che si era presa, aveva attraversato quasi tutto il mondo con quello e ormai non lo disfaceva neanche più. Prima della partenza aggiunse solo la crema solare, poi attraversò la passaporta che l’avrebbe condotta in quella nuova avventura.
    Quando aveva saputo di quella gita non aveva esitato ad inscriversi, in fin dei conti non poteva perdersi un viaggio nella terra da cui provenivano i suoi avi. Suo padre aveva esultato quando gli aveva comunicato la destinazione, spronandola ad andare anche a trovare alcuni parenti. Scosse la testa divertita ripensando a quella conversazione e raggiunse gli altri studenti. Salutò con un cenno della mano i presenti, concentrandosi poi sul professor Lefevre in toga e affiancato da O’Toole in veste da guerriero, ed era tutto dire… anche loro non erano per niente una brutta visuale. Con un piccolo rimprovero a se stessa tornò ad osservare il paesaggio in rovina che si estendeva dietro di loro.
    Il famoso cavallo troneggiava su tutto, ma fece un sorriso divertito quando la sua maglietta e i suoi jeans si trasformarono in una tunica azzurrina, lunga fino alle caviglie, con dei ricami colorati ad abbellire il tessuto ed uno scialle in tessuto più grezzo che dalla spalla sinistra scendeva al fianco destro, in cui era fermata da una sottile cintura.
    Le ricordò un po’ il costume di Hypazia, ma venne distratta dal rumore del legno del portellone del cavallo, che si stava aprendo. Una sfilata di guerrieri ne uscì ed “Ulisse” li salutò.
    Il giovane professor O’Toole li spronò a seguire il comandante dentro il cavallo e a compiere una scelta non molto carina. I miti insegnavano che inimicarsi gli dei non era esattamente il massimo. Ma comunque non se lo fece ripetere due volte ed entrò dentro l’animale di legno, prendendo un opuscolo e controllando i famosi oggetti prima citati.
    Una coppa d’ambrosia la raggiunse mentre lei afferrava senza indugio il dono di Artemide, alla fine era la sua dea preferita.
    Se lo rigirò tra le mani, unendosi al brindisi «All’avventura»

    Oggetto scelto: L'arco di Artemide. Salutato tutti
     
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    Erano giorni che aspettavano quella gita. Il sistema era in fibrillazione e tutti, in un modo o nell'altro, si trovavano fuori dalla loro routine, modificando un po' i ruoli e le mansioni per quel viaggio. Oliver, come sempre, aveva diretto il tutto, comunicando magistralmente con tutti gli alter per far sapere loro cosa aspettarsi e cosa fare in caso fossero usciti durante la gita. Avevano dedotto che quelli che sarebbero stati più fuori, a comando del corpo, sarebbero stati Spencer e Zoey, infatti avevano avvisato Jace della cosa, chiedendogli se, per cortesia potesse tenere d'occhio i due perché erano abbastanza grandi da non combinare casini, ma erano anche i più propensi a fare casini vista la facile eccitabilità e l'incapacità di fingersi Bree per troppo tempo.
    Quella mattina si era svegliata Zoey nel corpo, finendo per fare velocemente tutto quello che era necessario e recuperando al volo i bagagli, che per fortuna avevano già sistemato Bree e Oliver per tempo, trovandosi con gli altri alla passaporta, iniziando immediatamente a parlare a raffica con il povero Jace che non sembrava proprio così felice. Oh beh, gli aspettava una lunga gita.
    “Ciao Shana, sono contenta di vederti!” con una mano la ragazzina salutò anche Shana, anche se era un po' indaffarata con la sua amica, quindi non la disturbò più di tanto, anche perché finalmente fu ora di partire e in un battito di ciglia e una nausea dirompente dopo, si ritrovarono di fronte ad una vista maestosa.
    La vecchia città era in rovina, ma era comunque talmente piena di storia e di ricordi che era impossibile non sentire la potenza di quel luogo. Il cavallo era una cosa inaspettata, così come il cambio di vestiario che le procurò un certo fastidio che... No aspetta, quello non era suo, perché lei adorava quell'abito bianco come la neve che le arrivava fino ai piedi, coprendo il seno con una fascia dello stesso colore. Il fastidio era tutto di Spencer, che sentì con una chiarezza che non aveva mai provato fino a quel momento. Di solito i gemelli erano sempre coscienti insieme e difficilmente c'era spazio per altri alter a dividere il comando. Quindi trovarsi con Spencer così vicino da sentire quello che provava era nuovo e bizzarro.
    “Questi costumi non sono originali. Intanto i materiali non sono esatti, veniva usata la lana all'epoca, non il cotone, costava troppo. Punto secondo erano dei quadrati di stoffa annodati e tenuti su da una cintura non... Non questi cosi svolazzanti e pieni di fronzoli!” sibilò la voce di Spencer, terribilmente irritata da quell'imprecisione nello scenario che i professori stavano cercando di descrivere. Aveva passato le ultime settimane a studiare tutto quello che poteva sull'antica Grecia e sul viaggio di Ulisse, era diventato un esperto in materia e trovava bizzarro che il professore lasciasse correre simili inesattezze.
    Sarà solo per comodità, Spence
    Provò a calmarlo Zoey, cercando di mandare influssi positivi e girandosi verso Jace per vedere che anche il suo abito era decisamente con qualche difettuccio. Dannazione, eccolo che partiva...
    “Maschi e femmine usavano gli stessi vestiti e non avevano soldi da spendere per materiali pregiati quindi erano tutti di lana, bianchi o color zafferano, a volte azzurri ma il rosso era usato solo dalle etere e dai ballerini quindi non era un colore comune”
    Sbatté velocemente gli occhi, guardandosi attorno e notando solo in quel momento tutti i soldati che scendevano dal cavallo di troia rendendolo ancora più nervoso e logorroico, cosa che, ahimè, dovevano abituarsi per quel viaggio. Per fortuna stava parlando solo con Jace, non voleva disturbare gli altri, o indispettire il professore. Magari se la prendeva se lo sentiva.
    “Il cavallo di Troia non si sa nemmeno se fosse davvero un cavallo, si pensa fosse una nave perché la parola hippos era il termine usato da Ulisse per indicare una nave fenicia... Sempre che sia esistita davvero la guerra di Troia perché non ci sono dati certi che la confermino”
    Stavano iniziando a salire sul cavallo e Zoey ne approfittò per riprendere il controllo un attimo per sorridere ad un Jace alquanto... Perplesso? “Siamo Zoey e Spencer, lui non l'hai ancora conosciuto. Saluta Spence”
    Il biondo riprese il controllo, salutando velocemente con la mano e mormorando un ciao quasi sottovoce, tornando a guardarsi attorno e cercando di capire cosa ci fosse di davvero utile in quel posto, qualcosa che non avesse ancora letto tipo.
    L'attenzione di Zoey era però incentrata sugli oggetti che potevano scegliere di avere e costrinse il corpo a fiondarsi sul tavolo che li sorreggeva, guardandoli con ammirazione e con gli occhi che sbrilluccicavano.
    “Waaaa ma sono fantastici” mormorò la biondina, mentre Spencer iniziava già ad andare in panico e a mormorare quante più informazioni sapeva su quegli oggetti.
    “Non ha senso... Non ha senso! Cioè Zeus era il Dio del tuono, non del fulmine, non capisco perché dovremmo avere il suo fulmine... E Ares era il Dio delle atrocità quindi niente di suo dovrebbe portare bene” man mano stava snocciolando tutto quello che sapeva sui doni, finendo per farsi prendere due o tre sotto gli occhi per la sua incapacità di decidersi. Non sapeva quale fosse il migliore, tutti gli sembravano pessimi e non voleva saperne di fare una scelta sbagliata, perché se poi se ne fossero pentiti?
    Ci pensò per fortuna Zoey a scegliere per loro, prendendo il boccaglio e scrollando le spalle allo sguardo scioccato che sapeva Spencer le stava rivolgendo.
    “Se per caso finiamo in acqua” disse semplicemente, sapendo bene che tutti loro, ma specialmente Maggie, veniva triggerata dall'acqua e non voleva trovarsi a dover gestire una piccoletta in crisi in pieno mare, forse avere qualcosa che li avrebbe aiutati a respirare li avrebbe calmati un po'.
    “Tu cosa prendi Jace? Non ascoltare Spencer, è un po' tragico nelle cose, prendi quello che ti ispira di più, sono sicura che non ci saranno maledizioni attaccate...” almeno lo sperava altrimenti Spencer avrebbe passato i prossimi giorni a urlarle te l'avevo detto nell'orecchio.
    “Andiamo verso la nave, che dici?” dentro il cavallo non c'era altro da fare, non per loro almeno, così si diressero alla nave sentendo già i primi moti di panico. Forse non era stata una bellissima idea scegliere di partecipare ad una gita in nave, considerando la loro fobia dell'acqua... Oh beh, ormai era tardi per tornare indietro.
    “Ambrosia... La parola deriva dal greco am- cioè non e brotós cioè mortale, ovvero il cibo o la bevanda degli immortali. Era il cibo degli dei, che aveva il potere di donare giovinezza e immortalità ed era profumato e più dolce del miele” era nervoso Spencer e quando era nervoso iniziava a parlare a vanvera. Per fortuna Zoey era abituata a gente che non sapeva socializzare e prese il controllo velocemente, buttando giù la pozione e sorridendo agli altri partecipanti al viaggio.
    “Il primo che vomita paga pegno?” scherzò, ridacchiando, sapendo che molto probabilmente non sarebbero stati loro. Era più possibile che finissero in un angolo a dondolare dal panico che a vomitare, ormai erano abituati alla nausea costante.
    Interagito con Shana e Jace

    Preso il Respiro di Poseidone
     
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    Mi rendevo conto di suscitare nelle persone una sorta di sensazione di tenerezza, per qualche motivo sembravo sempre una sorta di cucciolo da proteggere, qualsiasi cosa io dicessi o facessi, persino quando usavo toni poco carini. Alle volte questa sensazione che provocavo non mi faceva impazzire.
    Questo poteva essere un bene o un male? Era difficile dedurlo, forse dipendeva dalle situazioni in cui capitavo, ma quello di cui ero certo al 100% era che non mi sentivo per niente carino e coccoloso di fronte a Bree adesso.
    Già per me era difficile gestirla come una persona, con tutto quello che ne derivava, se poi ogni tot anni sbucavano altre personalità a rendere ancor più ardua la sua frequentazione io rischiavo di diventare scemo e onestamente avremmo potuto fare a meno della personalità Spencer dato che non faceva altro che puntualizzare accuratezze storiche che fondamentalmente non fregavano a nessuno ok?!?!?
    Ero in un posto fighissimo, a fare una cosa fighissima e...lui....per quanto sempre e comunque nel corpo di Bree, blaterava e blaterava e blaterava e la cosa più divertente era che si rispondeva da solo/a OK?! Una risposta tra PERSONALITà!
    Allora, buon per Roy se lui riusciva a gestirla, che "riuscire a gestirla" che paroloni, forse era la prima volta che si trovava a non riuscire a gestire un bel niente in realtà dato ciò che aveva combinato, MA COMUNQUE, il problema era che non riuscivo a comportarmi in modo normale e tranquillo e l'idea che io dovessi fare bure da baby-sitter non mi piaceva OK!?!?!?
    Oh, i prof dovevano essere al corrente della sua situazione, sarebbe stato assurdo il contrario, per cui se fosse effettivamente successo qualcosa sarei corso dal signor Leonard.
    Perché sapete qual era il problema? Davanti a me c'erano costruzioni bellissime, cavalli di Troia, soldati vestiti di tutto un punto, mi sentivo un bimbo che aveva fatto un viaggio nel tempo in un mondo fantastico, con mancanza di contesto storico corretto perché mica si viveva bene nel passato e andava benissimo così, e io cosa dovevo sentirmi nell'orecchio? Quello si che si lamentava di ogni aspetto.
    Prima di provare a rispondergli e fargli capire che poteva evitare, mi sistemai le parti di armatura sulla spalla che mi ero procurato per il mio outfit e mi ero rifiutato categoricamente di andare in giro con addosso solo un lenzuolo ok? Ah e ovviamente non avevo le palle al vento OK?!
    Ma prima di star dietro al rompi palle mi premurai di salutare tutti...TUTTE LE ALTRE. Perché ero l'unico maschio?! Non me ne accorsi subito... tutte le studentesse attorno a me erano tutte così........oh, va bene che ora mi interessava Abel, ma erano tutte così belle che per un attimo avevo la faccia da pesce lesso che non riusciva a parlare.
    E poi fu un piacere constatare la presenza di Regan, che salutai agitando la manina manco stessi salutando un vip su un palco, ma insomma era stato un punto di riferimento ai tempi di Hogwarts, nutrivo una certa ammirazione per lui e quando ascoltai le sue parole mi venne da deglutire....gli dei si sarebbero rivoltati contro di noi COSA?!?!? Ma io volevo una gita tranquilla...
    ALLORA, UNA COSA PER VOLTA.
    Mh.. c'è del drama?
    "Eh?"
    Mi voltai preso in contropiede e quando notai chi mi aveva parlato mi ritrovai a fissarla per qualche attimo, prima di risponderle. Abel mi aveva parlato di lei tempo fa, era...strano parlare con lei ok? Non sapevo cosa pensare, ma poi nemmeno doveva importarmene no? Forse...boh, oh non era il momento di crogiolarsi adesso.
    Fatto stava che preso da un sacco di cose mica avevo capito a cosa si stesse riferendo.
    "Drama? Dove? No..no nono tutto a posto. No, tutto alla grandissima."
    Aveva notato che ero agitato? DRAMA COSA.
    Ma torniamo al simpatico Spencer prima di scegliere l'oggetto e ragionare sul fatto che gli oggetti rimanenti ci avrebbero fatto fuori.
    "Spencer, mi fa piacere aver conosciuto anche te, ma perfavore. per...favore...non stiamo girando un documentario va bene? E poi la lana mettitela tu se ci tieni, io non voglio morire di caldo e seconda cosa, sai che c'è? Io prendo proprio la spada di Ares, perché ogni Dio ha sempre benedetto i suoi protetti e maledetto i suoi nemici....Zoey, non è che hai voglia di farla solo tu sta gita eh?"
    Tutta la gita con Spencer che si lamentava e puntualizzava no eh, o l'avrei ignorato a una certa perché io volevo solo godermela.
    Per cui ecco che presi la Spada, speranzoso di non beccarmi chissà che altro di male e poi col mio outfit era perfetta, ora meglio brindare ignorando informazioni sull'ambrosia.
    "All'avventura!!"
    E così bevvi, unendomi alla proposta di brindisi di Shana alla quale altri fecero seguito.


    Presa la spada di Ares
     
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    Raramente avevo visto Shana così pimpante di prima mattina, di solito la giovane dai capelli di corvo faticava parecchio ad uscire dal letto e ogni scusa era buona per rimanere altri cinque minuti sotto le coperte. A quanto pare la gita di oggi ha saputo risvegliare in lei quel mai del tutto sopito bisogno di avventure e desiderio di scoprire antichi misteri, ed io non posso che sorridere di fronte a tutto quel suo dolce entusiasmo.
    Dal canto mio, questo viaggio è si un buon modo per imparare qualcosa di nuovo, ma anche una distrazione che mi allontana da ricordi non troppo distanti nel tempo. Rivolgo una veloce preghiera ai miei dei, chiedendo loro protezione durante il viaggio in quella terra lontana e sconosciuta in cui altre divinità risiedono tra le rovine di civiltà morte da secoli.
    Il fascino della città distrutta dal tempo colpisce me e la Rajan, rimango accanto a lei ad osservare ciò che ci circonda mentre il professor Lefevre ci accoglie con parole posate da cui però traspare una sincera ammirazione ed amore per ciò che sta facendo. Mi sembra un uomo intelligente, sicuramente pieno di sorprese visto il modo in cui, con un veloce colpo di bacchetta, trasfigura i vestiti di tutti.
    Abbasso il capo per ammirare il mio abito e saggiare la consistenza dei ricami sul petto con dita curiose ed occhi sgranati per la meraviglia. Sorrido felice alla mia amica e compagna di stanza nel sentirla darmi della sacerdotessa, poichè non può essere un semplice caso e chissà, forse anche gli dei di questo posto hanno percepito la sacralità della mia anima, nonostante essa sia stata macchiata dal sangue.
    E tu sei semplicemente splendida, amica mia! Il rosso è perfetto per la tua pelle.
    Incrocio il braccio al suo mentre ascolto le parole dell'assistente del professore, un giovane vestito da guerriero che non perde tempo nel narraci cosa accadrà di lì a breve. L'idea di raccogliere un dono divino mi elettrizza, so poco riguardo le storie della Grecia, ed imparare qualcosa di nuovo su altre culture è sempre interessante. Io e Shana passiamo molto tempo a parlare dei nostri popoli d'origine, nessuna delle due possiede un minimo di razzismo o chiusura mentale nei confronti dell'altra, e non avrei mai potuto chiedere un'amica migliore di lei.
    Gli altri partecipanti sono studenti che non conosco, a parte Jace, ma prima di farmi trascinare dentro il cavallo dalla Rajan rivolgo a tutti un veloce saluto, anche se la ragazza accanto al biondo studente di Giornalismo mi sembra troppo presa dal borbottare qualcosa per rispondermi.
    Rimango un secondo in disparte mentre gli altri scelgono i loro doni, poichè voglio avere quanta più calma possibile attorno per percepire eventuali richiami o sussurri in grado di guidarmi verso la giusta scelta. Quando mi avvicino passo l'indice lentamente su ogni oggetto rimasto, ne sfioro i materiali e loro tacciono finchè... Degli occhiali da sole, il dono di colei che dovrebbe essere la dea dell'amore, se non ricordo male.
    Curioso che siano loro ad attirare la mia attenzione, visto il modo in cui la natura ha deciso di privarmi dell'abilità da mezza Veela di ammaliare il prossimo. E sia, per oggi mi verrà concesso di provare ciò che le mie consorelle della coven possono fare dall'alba del mondo.
    Con gli occhiali stretti in una mano, afferro il bicchiere di coccio colmo d'ambrosia che mi svolazza davanti al viso ed ascolto affascinata la spiegazione della ragazza accanto a Jace. Sembra sapere molte cose anche se parla in modo nervoso, così le sorrido dolcemente prima di brindare.
    Che gli dei ci proteggano e guidino. Skål!
    Butto giù il liquido che dovrebbe proteggerci dal provare nausea e poi mi avvicino all'alta figura del biondo, picchiettando sul suo braccio per attirare l'attenzione.
    Ciao, Jace. Spero che tu sia felice nel tuo nuovo percorso di vita, però devo ammettere che si sente la tua mancanza a Divinazione. Ponevi delle domande molto interessanti e mi facevi ridere.
    Sposto poi l'attenzione sulla sua amica, senza smettere mai di sorridere.
    Piacere di conoscerti, mi chiamo Sigyn. Sembri sapere molte cose sui Greci... Posso chiederti se il tuo interesse è spirituale o solo accademico?


    scelto il Fascino di Afrodite
    interagito con Shana, Jace e Bree
     
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    Sorrise Léonard, un sorriso sincero che finalmente gli distese il viso mentre accoglieva i suoi studenti, i suoi raggazzi, e mostrava cosa aveva organizzato per loro. Tutte le fatiche, gli studi e le notti passate insonni con l'ansia di fallire stavano per dare i loro frutti. Per Merlino, lui non aveva mai fallito, lui aveva fatto importantissime scoperte, come poteva aver terrore di essere giudicato noioso da qualche ragazzo? Non aveva espresso quei suoi dubbi nemmeno a Regan per non mettergli eccessiva pressione, voleva che anche lui, come gli altri, si divertisse.
    «Tante cose, ti devi aspettare davvero tantissime cose» rise leggermente rivolto a quello che considerava veramente un nipote seppur ad unirli non vi era alcun legame di sangue. Aveva in serbo per lui tante altre piccole sorprese, avrebbero incontrato diversi personaggi, dalle sembianze più o meno conosciute, durante il loro viaggio e suo padre era solo il primo di essi... seppur il più importante. Anthony aveva accettato senza esitazioni quanto Léonard gli aveva domandato di aiutarlo ad interpretare il famoso esploratore, si era calato perfettamente nella parte tanto da farsi crescere una barba improponibile nonostante il francese lo avesse assicurato che poteva bastare un incantesimo. Come faranno a scambiarmi per Odisseo se mi fai presentare con una barba finta e stoppacciosa? Quando si metteva in testa qualcosa non c'era modo di fargli cambiare idea.

    Quando furono tutti sulla nave il Professore lasciò spazio ad Ulisse mentre lui si occupava dell'accensione di un piccolo focolare da viaggio.
    « Sono stati dieci lunghi anni quelli che mi hanno tenuto a Troia, a combattere una guerra che non sentivo mia. E questa guerra è stata vinta anche grazie a me. Mi hanno chiamato Re di rocce e di capre. Nessuno avrebbe scommesso sul Re della brulla Itaca eppure grandi eroi come Achille ed Ettore sono periti in questa battaglia... Ulisse l'astuto no» sorrise l'ologramma dell'acheo rivolto a tutti i presenti, suo figlio compreso a cui si era addirittura affiancato.
    « Sapete, mi rivolsi ad un oracolo anni fa che predisse che sarei rimasto lontano dalla mia terra e da mia moglie Penelope per vent'anni - un'ombra oscura sembrò dipingersi sul volto dell'uomo mentre ricordava e raccontava di avvenimenti passati e che, purtroppo, si sarebbero rivelati veri presagi sul suo futuro - per tale motivo ora chiederemo la protezione della dea Atena e dovete giurare di proteggere a tutti i costi i vostri compagni» e fu Léonard ad avvicinarsi all'ologramma dell'amico con una grande ciotola dorata piena di liquido cremesi della stessa consistenza del sangue. Vi unì una manciata di cenere di cipresso presa dal fuoco mischiandola accuratamente. Fece avvicinare uno ad uno i presenti segnandoli col finto sangue e cenere sui polsi delle loro braccia semidistese.
    Mentre il rituale si compiva alcune dei triremi della flotta di Ulisse che viaggiavano alle loro spalle iniziarono a sparire, avvolte da nubi nere e pesanti... l'aria vibrava di elettricità, di pericolo, di un pericolo annunciato dalla figura di un membro del numeroso equipaggio che, barcollando, apparve fra di loro arrivando dalle viscere della nave. Sazio ed ubriaco del dolce nettare donato dal Dio Apollo per quel viaggio, era stato punito con la cecità ed ora invocava il suo perdono e l'aiuto del grande Ulisse.
    « Oh Dei, perdonate un povero uomo» invocò a gran voce lasciandosi cadere in ginocchio sul legno duro e freddo.
    «NOOOO. Stolti, cosa avete fatto? Erano doni di Apollo. Come avete osato?» la voce di Ulisse si levò alta nel fumoso cielo, quasi a volerlo squarciare, quasi a voler scacciare con essa le nubi nere che apparivano come bocche di leoni pronti ad inghiottirli. Ma l'eroe non si lasciò abbattere, era pronto ad andare incontro al proprio destino così, senza perdere ulteriore tempo, corse nelle viscere della nave alla ricerca dei rematori che avevano deciso di infastidire gli dei. Stolti avevano compiuto il più alto sacrilegio decidendo di cibarsi e di ubriacarsi con i doni ricevuti dal Dio Apollo scatenando le sue ire, le sue ire che si abbattevano sotto forma di spuma gelida contro i fianchi dell'imbarcazione.


    Il nostro viaggio continua <3
    la nave è salpata circondata da un'altra dozzina di triremi che, conseguentemente al sacrilegio, iniziano a sparire avvolte dalla tempesta che incombe.

    Alcuni rematori hanno deciso di disobbedire e di cibarsi ed ubriacarsi con i doni ricevuti dal dio Apollo per il loro viaggio, scatenando così le use ire.

    Sta a voi decidere come comportarvi ora, se seguire ed aiutare Ulisse sottocoperta (dove troverete uomini ubriachi) o rimanere sul ponte mentre la tempesta incombe. Il signor Lèonard, Regan e la player sono a vostra disposizione


    da adesso in poi i post avranno scadenza ogni due settimane.
    Prossimo post quindi il 21 Maggio


    Edited by Léonard! - 9/5/2023, 15:41
     
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    “Ciao Shana, sono contenta di vederti!”
    La Rajan rimase per un momento interdetta nel riconoscere la ragazza che l'aveva appena salutata. La sua difficoltà era oggettiva: non poteva sapere con certezza chi le avesse rivolto il saluto, considerato che quel corpo era abitato da più di una persona. A conti fatti, però, le sembrava improbabile che a salutarla con un tono così amichevole o familiare fosse stato uno degli alter con cui lei non aveva mai interagito. Magari tra loro avevano parlato di Shana, possibile.. ma comunque era più logico che a salutarla fossero state Maggie o Zoey. E la Rajan si augurava che il condominio di inidividui che popolavano la psiche di Byrony non avesse stabilito di mandare una bambina in una gita scolastica pensata per giovani adulti.
    Ehy, ciao Zoey! assecondò quindi la sua conclusione più logica e le rivolse un sorriso Sono sicura che ci divertiremo.
    Non era sicura, invece, che la sua nuova amica le stesse prestando molta attenzione: al momento sembrava molto occupata a parlottare in modo frenetico con l'amico di Abel, sfoggiando un atteggiamento ed una gestualità che l'aspirante medimaga non riusciva a riconoscere. Che ci fosse anche una "riunione di condominio" in corso?
    "E tu sei semplicemente splendida, amica mia! Il rosso è perfetto per la tua pelle."
    In effetti lo adoro.. dici che ci permetteranno di portarci a casa questi vestiti? O sarà più una cosa stile Cenerentola?
    In fondo quella che i loro abiti avevano subito doveva essere una forma di trasfigurazione, quindi era più probabile che alla fine della gita ognuno di loro si sarebbe ritrovato addosso gli abiti con cui si era presentato in origine. Proprio come nella fiaba, allo scoccare della mezzanotte. Sarebbe stato così fuori luogo chiedere al Signor Leonard se poteva evitare di ritrasfigurare i suoi abiti? Giusto per avere un ricordo. In ogni caso, chiaramente quella al momento non era la priorità.
    "Drama? Dove? No..no nono tutto a posto. No, tutto alla grandissima."
    Shanaya aggrottò la fronte, rimanendo per un attimo interdetta dall'evidente agitazione del biondo - il quale, a quanto aveva potuto sentire da Sigyn, si chiamava Jace - e si ritrovò a chiedersi se non avesse appena fatto una gaffes del tutto inconsapevole. Lei aveva un certo talento per i commenti imbarazzanti ma.. sul serio, in questo caso non capiva cosa poteva aver detto di sbagliato.
    Parlavo del nostro accompagnatore e di "Ulisse": non ti sembra che ci sia stato un momento di tensione tra loro? spiegò quindi, perseverando nel suo desiderio di approfittare di quella gita anche per fare nuove amicizie Io trovo che un po' si assomiglino, tra l'altro.. ecco, questo magari era frutto della sua fantasia A proposito, io sono Shanaya. si presentò infine, rivolgendogli un sorrisone per cercare di metterlo più a suo agio di come appariva al momento Sai è solo una gita.. non un test.
    Per quale motivo Jace sembrava tanto agitato? Anche Zoe, accanto a lui, non appariva tranquilla - anzi, ormai Shana era quasi sicura che non si trattasse affatto di Zoey, non solo almeno.. - come se stessero davvero per partire per un vero viaggio di dieci anni durante il quale gli dei e il fato li avrebbero perseguitati consegnandoli alla follia e magari anche alla morte.
    Penso che dovremmo prenderla con leggerezza! aggiunse rivolgendosi al piccolo gruppo che a quel punto si era formato attorno a lei - Sigyn, Jace e Zoey/qualcuno altro - e sentendosi davvero matura nel prendere in mano la situazione Insomma, non dovremmo correre alcun reale pericolo! Beh, almeno credo.
    Okay, sicuramente il signor Leonard ed O'Toole si erano impegnati parecchio per rendere il tutto molto suggestivo. Quel liquido rosso così simile al sangue che ora segnava le sue braccia faceva la sua scena, così come l'interpretazione dell'uomo che rivestiva il ruolo di Ulisse. E non solo la sua. Shana rimase ad osservare l'improvvisa scena drammatica che stava avendo luogo ora sulla nave con le labbra dischiuse dallo stupore. Solo l'improvviso ondeggiare più agitato dell'imbarcazione la riscosse, portandola ad ad aggrapparsi al primo punto d'appoggio a disposizione per non perdere l'equilibrio.
    Oh cazzo! imprecò, reggendosi forte per restare in piedi Non mi ispira molto l'idea di andare sottocoperta..
    Ha fatto la fine del topo. Erano quelle le prime parole che le erano venute in mente dinnanzi a quella prospettiva. Un modo di dire che non lasciava spazio ad equivoci e che le trasmetteva un senso di opprimente claustrofobia solo all'idea di scendere qualche gradino per immergersi nel vivo ventre dell'imbarcazione. Non seguì Ulisse, si limitò a guardarsi attorno con aria improvvisamente più guardinga, facendo del suo meglio per mantenersi in equilibrio mentre con l'altra mano recuperava la bacchetta. Non che avesse la più pallida idea di cosa farci, a dirla tutta. Rivolse a Sigyn uno sguardo confuso, vagamente allarmato: coinvolta com'era dalla situazione, sembrava aver completamente dimenticato tutte le rassicurazioni da lei stessa formulate circa gli esiti di quella gita.
    Okay, che razza di incantesimo potrebbe risultare utile in questa situazione?


    Interagito con Sigyn, Jace e Bryony (Zoey).


    Edited by { Didi } - 23/5/2023, 23:25
     
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    “Veramente la lana serve come termoregolazione...”
    Sta zitto Spencer interruppe nella mente Zoey, prima di riprendere il controllo del corpo e lanciare un sorriso dispiaciuto a Jace. Poteva capire il fastidio, ci voleva un po' ad abituarsi a Spencer, soprattutto quando era nervoso per l'aspetto sociale della gita e troppo elettrizzato per la parte storica. Anche per loro ci era voluto un po' ad abituarsi, ma poi, quando imparavi ad amarlo, era davvero un ragazzo dolce e divertente.
    “Scusalo Jace, è solo un po' nervoso. No, non è così che funziona e lo sai, però posso cercare di smorzare un po' la cosa se ti da fastidio” era strano avere il ruolo di protettore, di solito erano gli altri che smorzavano lei, il suo entusiasmo e la sua irruenza, ma adesso capiva come si sentivano Oliver e Bree quando erano costretti a metterle dei paletti e giurò di stare più attenta in futuro.
    Scusa Zoey
    Stai tranquillo Spence, cerca solo di rilassarti un po' ok? Siamo qui per divertirci
    Zoey sentiva Lou in lontananza iniziare a venire più verso il fronte, probabilmente attirata dalla tensione del gemello, ma cercò di ignorarla perché non era il caso che ci si mettesse anche lei in mezzo a rendere più complessa la cosa.
    “Piacere mio Sigyn, mi chiamo Bryony” si presentò con il nome del corpo alla ragazza dai capelli candidi, provando subito una forte simpatia per lei. Sembrava un elfetto, era proprio dolce e Zoey adorava le cose pucciose! “Solo accademico, purtroppo. La spiritualità è un tema un po' ostico da queste parti, ma sono sempre aperta a conoscere cose nuove”
    Inutile dire che a lei, personalmente, dei miti greci antichi interessava fin lì. Adorava le storie di Zeus che faceva casini andando a letto con tutte e dei suoi mille figli che poi puniva per chissà quale motivo, però non era così ossessionata come Spencer, ma pure per lui era puro interesse accademico, era completamente ateo e non credeva in nessuna forza superiore, solo alla scienza.
    Purtroppo qualcosa andò storto perché il cielo iniziò a rabbuiarsi, una tempesta chiaramente in arrivo che non sembrava nemmeno di quelle piacevoli e... Era ubriaco? Ma si poteva bere sul lavoro?
    Zoey guardò preoccupata gli altri ragazzi, mentre la figura di Ulisse correva sotto coperta. Che cosa fare? Seguirlo o rimanere lì, rischiando di prendersi la pioggia? Sentiva Spencer che borbottava tra se e se nel retro della mente e cercò di dargli una spinta metaforica per farlo venire più verso la superficie.
    Cervellone, sei tu che sai di più di roba greca, ti dice niente sta cosa?
    Non ha senso! Ci sono varie tempeste durante il viaggio, ma nessuna per colpa di doni consumati, e Apollo si adira perché mangiarono delle vacche, ma qui non ci sono vacche
    Zoey si allontanò dalla mente, lasciando Spencer ai suoi vaneggiamenti che erano di poco aiuto fino a che non avesse avuto la situazione più chiara. Non potevano rimanere lì e rischiare di finire in acqua, sarebbe stata una tragedia su più fronti, quindi la decisione era presa.
    “Io vado sotto coperta, bisogna cercare di capire cosa sta succedendo. Chi viene con me?” Shana aveva ragione a dire che non era così una bella idea andare sotto coperta, ma forse lì si poteva fare qualcosa, rimanendo immobili che altro potevano fare?
    Si lanciò giù per le scalette della nave, cercando di seguire la voce di Ulisse, che li condusse proprio dove la ciurma, ubriaca, stava cantando e ballando senza alcuna preoccupazione al mondo.
    “Ehi, scusate!” cercò di attirare la loro attenzione, ma senza molto successo. Uomini. Già erano odiosi di loro, ubriachi poi... No, il ricordo era bloccato, ma era sicura ci fosse qualcosa dietro a quella frase.
    “Esistono incantesimi per togliere la sbornia? Forse se li facciamo rinsavire... Però rimane il problema dei doni. Abbiamo qualcosa che possa appagare Apollo?” non aveva la più che pallida idea di cosa fare, gli insegnanti sembravano essersi dileguati e non davano alcun sostegno morale, forse era parte della gita? Forse stavano vedendo come affrontavano la situazione?
    Spence, cosa appaga Apollo nella mitologia?
    Lui è il dio della musica e delle profezie, del sole e della luce, ma è anche il dio della vendetta se adirato
    Ok, un tipo simpatico insomma. Le rotelle nella testa della ragazza andavano super veloci, cercando di venire a capo di un piano che potesse anche solo aiutare la situazione.
    “Devo trovare Sigyn, qualcuno rimane a cercare di sistemare sta situazione o venite su a provare ad appagare il dio iracondo?”
    Senza aspettare risposta corse nuovamente su per le scale, fiondandosi addosso alla ragazzina elfica e prendendola per le spalle, guardandola dritta negli occhi.
    “Tu fai divinazione giusto? Avete studiato Apollo? Sai se c'è qualche cosa di lui in particolare che possa aiutare a calmarlo? E per caso sai anche cantare o suonare? Perché Apollo è la divinità delle profezie e della musica, forse se uniamo le due cose si appaga e si dimentica quello che hanno fatto gli idioti sottocoperta!” era una delle cose che le erano venute in mente per cercare di calmare la cosa. Sentiva una strana calma, forse era l'influenza di Oliver che era venuto vicino al fronte per vedere se serviva il suo intervento, ma al momento se la stavano cavando, così c'era solo lei, con un po' di calma extra che faceva sempre bene.
    “Secondo me se facciamo tutte cose che gli facciano capire che siamo dalla sua parte potrebbe essere più benevolo? E il dio del sole e della luce, oltre alle altre cose già citate, quindi se lo omaggiamo con dei lumos maxima e dei balli forse, e dico, forse, potrebbe aiutare? Voi che dite?”
    Era giusto avere il sostegno dei compagni di viaggio, anche perché se solo lei si metteva a fare quelle cose sembrava una pazza, se invece lo facevano tutti insieme con cognizione... beh forse, e solo forse, avrebbe fatto qualcosa. Era giusto provare no? Era da scemi rimanere lì senza fare niente.
    Interagito direttamente solo con Jace e Sigyn, ma invitato tutti a fare delle cose
     
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    Non ero una persona con particolari ansie sociali...................nel senso, aspetta. Intendevo dire che le uscite di gruppo, lo stare in compagnia, per me non era un problema, ma ora sembrava che la mia attenzione venisse richiamata da più fronti facendomi confondere e stavo cercando di capire il motivo.
    Ok che ero agitato di base eh, però forse negli ultimo periodo ero come una corda super tirata che al minimo scossone rischiava di spezzarsi e quindi gestivo malino le situazioni sociali.
    “Scusalo Jace, è solo un po' nervoso. No, non è così che funziona e lo sai, però posso cercare di smorzare un po' la cosa se ti da fastidio”
    Che poi non si poteva essere stronzi e basta? NO, uno faceva lo stronzo per il proprio benessere personale e poi si sentiva in colpa, santo Merlino poteva starmi sulle palle una personalità di Bree senza che dovessi sentirmi un mostro? Sia mai eh, Porco Salazar. Che poi eravamo già a quota 2 dato Charlie...forse dovevo chiedere a Roy qual era il segreto su come comportarsi con Bree, perché io facevo profonda fatica...
    Feci un respiro profondo prima di risponderle.
    "Spero che riuscirete a godervi la gita senza puntualizzare su tutto, mettiamola così."
    Le feci un sorriso, non volendo comunque far finta di niente dicendo che non mi dava fastidio, e per dirlo un corvonero cacazzo come ero io era grave eh! Però ecco, c'era un limite a tutto, se il Signor Leonard avesse spacciato questa gita come un'accuratissima simulazione storica del periodo e del racconto di Ulisse allora beh, c'era qualche problemino, ma così non era.
    Meglio passare oltre e infatti prima di ritornare a capire in cosa ci saremmo imbattuti mi sentì picchiettare sul braccio da Sigyn e mi trovai a fare un lungo...
    "Aaaawww".
    Prima di risponderle con frasi di senso compiuto.
    Lei si che mi apprezzava, non come quella sottospecie di mezzo demone di nome Cassandra.
    "Ciao anche a te, grazie!! Anche tu un po' mi manchi, con la tua aurea di calma e serenità. Mi servirebbe proprio nella mia vita questo tuo superpotere. Comunque si, il giornalismo lo vedo più nel mio futuro."
    E meglio non prolungarmi oltre su questo argomento che non era adatto data la situazione.
    La mia uscita agitata comunque, ovviamente, aveva suscitato confusione in Shanaya tanto da dovermi spiegare a cosa si stesse in realtà riferendo. E via con la prima figura di merda della giornata, vediamo quante ne riuscivo ad accumulare.
    "Aaaaaaaaaah em, ora che me lo fai notare effettivamente."
    Boh si? Nel senso magari si conoscevano, non avevo notato lo scambio strano quindi preferì con la via dell'assecondare, per non sembrare un completo deficiente.
    E Shanaya ci tenne a dirmi che era solo una gita...lo sapevo benissimo che era solo una gita, mica ero Spencer, ma non poteva capire quale fosse il vero problema.
    "Eh si so chi se.....nel senso, io sono Jace."
    Mi aveva donato un bellissimo sorriso, sperando che mi calmassi, ma se non fosse stata la ex di Abel sarebbe stata diversa la situazione, ma dovevo lo stesso darmi una calmata.
    Meglio tornare a seguire il professore e "Ulisse" ora.
    Nonostante tutto risultava proprio immersivo, le parole di Ulisse, il rituale di protezione, mi stavo emozionando, ma mica potevo sperare in racconti epici attorno a un fuoco, bevendo idromele e cantando gesta di eroi....MA VA io ero Jace Wyland, l'emblema delle sfighe.
    Ira di Apollo, tempesta, barche che sparivano, gente ubriaca...in un pochi minuti eravamo già in balia del primo putiferio e dentro di me sentivo che non sarebbe stato nemmeno il primo!
    La prima formulare un piano fu Bree o insomma Zoey e Spencer e se dovevo cantare, avrei cantato, se dovevo pregarlo, avrei pregato, qualsiasi cosa!
    Aspettavo quindi le istruzioni di Sigyn, ma la nave non era particolarmente stabile e nemmeno ciò che ci stava sopra, l'avevo detto che ero sfigato no?
    Così da dietro mi colpì un barile che si era spostato per via degli scossoni, sentì una botta alla schiena che mi fece perdere l'equilibrio ritrovandomi quasi a cadere nell'acqua, ma per ora riuscì ad aggrapparmi al bordo della nave.
    "UNA MAAANOOOO"


    Interagito con Zoey, Shana, Sigyn
    Sto cadendo dalla nave <3 sono aggrappato al bordo.
     
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    Mi viene da ridacchiare dinnanzi al verso di tenerezza del biondo, da un ragazzo così alto e dal viso dai tratti duri ci si aspetterebbe una forte serietà, invece Jace ha un sorriso molto dolce e sempre una parola simpatica e amichevole per il prossimo. Mi fa piacere sapere d'essere rimasta in parte legata ai suoi ricordi, e che abbia trovato la giusta strada nel giornalismo; io approfitterò di questa giornata per godere un po' della sua compagnia, dato che al campus l'ho persa.
    Che tu possa fiorire come meriti, amico mio. Pregherò Kvasir affinché possa donarti la sua sapienza.
    Con un sorriso ed un cenno del capo distolgo momentaneamente l'attenzione da lui, così che possa discorrere con Shana ed io con la sua accompagnatrice dalla lunga chioma.
    Nell'apprendere che l'interessa di Bryony per la Grecia è solo accademico un po' mi dispiaccio, sarebbe stato bello poter scambiare pareri e riti con un'altra credente, ma mi accontenterò delle chiacchiere con la mia compagna di stanza e Luis per questo. E poi, anche le storie di chi è un semplice appassionato sono comunque piacevoli da ascoltare.
    Capisco... Beh, se il viaggio dovesse farsi troppo lungo e tedioso potremmo raccontarci aneddoti a vicenda, che dici? E' una cultura che trovo molto affascinante e, come te, possiedo la giusta apertura mentale per imparare cose nuove.
    Come evocato dalle mie parole, ecco giungere Ulisse a parlarci del suo lungo viaggio e mi rattrista pensare di dover stare così tanto tempo lontana da casa... Dev'essersi sentito così perso nonostante tutte le avventure vissute coi suoi compagni.
    Attendo il mio turno durante il rituale di protezione, chino il capo e chiudo gli occhi in segno di rispetto quando il signor Leonard segna le mie braccia candide con questo liquido che ricorda molto il sangue, eppure dall'odore ne riconosco la diversità. Ho compiuto svariati sacrifici animali nel corso degli anni, ormai quell'afrore di rame mi è rimasto impregnato nelle narici.
    L'aria attorno all'imbarcazione inizia a cambiare, osservo la sparizione delle navi e l'avvento di grosse nubi scure con le sopracciglia corrugate da una lieve preoccupazione. Guardo i miei compagni, anche loro sembrano provare gli stessi sentimenti, chi più chi meno, mentre Ulisse esprimeva tutta la drammaticità del momento fuggendo sottocoperta per maledire coloro che avevano osato offendere Apollo.
    Un'onda più alta delle altre mi fa perdere l'equilibrio, uso quindi il braccio di Shana come appoggio e per darci a vicenda sostegno morale.
    Offendere gli dei è sempre sbagliato.
    Mormoro tra me e me mentre la mia avventurosa compagna di stanza esprime il suo voler restare dove siamo.
    Apro la bocca per rispondere alla sua domanda quando Bryony sbuca da sottocoperta e mi afferra per le spalle chiedendomi un sacco di cose, tanto da lasciarmi inizialmente confusa a sbattere le palpebre qualche secondo mentre la mia mente va alla ricerca di una risposta utile.
    I-io... Abbiamo letto qualcosa al primo anno, ma non ricordo molto.
    Mi spiace non essere più utile di così, quello greco non è il mio pantheon e poi pare che lei ne sappia comunque più di me. La proposta di cantare e suonare per diletto di un dio della musica mi sembra ottima, così come quella del lumos maxima, peccato che l'ennesima onda forte mandi i nostri piani in momentaneo stallo.
    Faccio giusto in tempo a vedere Jace colpito da un barile e finire fuori bordo, gli vado dietro chiamando il suo nome aspettandomi di vederlo in acqua, ma per fortuna è riuscito a reggersi con le mani al bordo. Non sono abbastanza forte per tirarlo su nonostante lui pesi poco, così tiro fuori la bacchetta e casto un mobilicorpus per sollevarlo, quando è abbastanza in alto gli prendo un piede cercando con lo sguardo l'aiuto di qualcuno dei presenti per riportarlo a posto.
    Una volta che è a terra, possiamo tutti tirare un sospiro di sollievo. Più o meno.
    Fate come ha detto Bryony, usate i lumos maxima e puntateli verso il cielo mentre danzate attorno a me! Io proverò a cantare qualcosa, sperando ad Apollo piaccia la lingua del mio popolo.
    Rivolgo a tutti un sorriso d'incoraggiamento mentre mi pongo al centro di quel caotico gruppo. Non conosco il greco, forse per la situazione in cui troviamo sarebbe meglio utilizzare il gaelico, però mente e cuore in questo momento ansiogeno scelgono una canzone che per mio padre e gli Asatrù è sempre stata di conforto, così inizio a cantare. Palpebre abbassate e braccia rivolte verso il cielo, cerco di mantenermi seria mentre una parte di me sorride al pensiero che forse i miei compagni avrebbero da ridire riguardo la tematica del viaggio verso Hel, però fortunatamente nessuno conosce questa lingua.


    interagito con Shana, Jace e Bree
    sollevato Jace con un mobilicorpus, ha chiesto agli altri di castare un lumos maxima mentre lei canta nella speranza di far piacere ad Apollo
     
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    Attese il suo turno per essere segnata sui polsi con quel finto sangue e lo stava osservando quando tutto cambiò e delle navi iniziarono a sparire e un uomo ubriaco apparve da sottocoperta.
    Ok, la situazione era un po’ degenerata. Il danno era fatto.
    Apollo era decisamente.
    Decise quindi di seguire gli altri, tutti insieme potevano trovare sicuramente una soluzione a quello che stava succedendo, ascoltando le loro opinioni e il piano di Bryony sembrava poter funzionare
    «Di solito per placare l’ira di un dio bisogna offrire anche un sacrificio» almeno, la nonna nelle sue storie riguardanti la loro mitologia specificava quella cosa
    «Non abbiamo animali a disposizione però. L’ambrosia potrebbe andare bene?» Parlava più con se stessa che con loro
    «<span style="color:#FF1CB3">Io sono Olympe, piacere/span>» si presentò agli altri, li aveva visti diverse volte in giro ma non ne conosceva veramente nessuno.
    Prese la bacchetta, castando il lumos e ascoltando il canto della ragazza, dubbiosa sulla possibile riuscita. Ma tutto poteva essere.

    Scusate il ritardo <3 presentata agli altri e seguito le loro idee
     
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    « Uomini! Piccoli, ingrati! Oh disgraziati miscredenti. Come avete osato tradire la fiducia che io, grande Apollo, ho riposto in voi? Vi ho fatto doni e voi ve ne siete approfittati! » la voce, potente e minacciosa del Dio ìdella musica, delle arti mediche, delle scienze, dell'intelletto e della profezia, risuona facendo vibrare le assi di legno dell'imbarcazione già scossa dalle terribili onde che, senza sosta, si abbattevano sui suoi fianchi.
    Era adirato con gli umani che avevano osato mancargli di rispetto, una divinità non avrebbe mai potuto lasciarli impuniti. Avrebbero presto compreso che non bisognava mai scherzare con l'umore di un Dio.
    Lo si potè quasi sentire ridere, beffardo e vendicativo, mentre il biondo figlio di Rowena veniva colpito da un barile che, se non fosse stato per l'intervento di una compagna, l'avrebbe fatto inghiottire dai flutti. Apollo manifestò la sua rabbia per il mancato annegamento con un fulmine che squarciò il cielo tingengolo di viola.
    « Pagherete! Il vostro ritorno sarà pieno di insidie» e così come era apparsa la voce del Dio sparisce in un misto di ansia e terrore che ha lasciato cadere sull'imbarcazione di Ulisse.
    Ulisse, preoccupato ma non completamente terrorizzato perchè già esperto nell'affrontare le ire degli Dei, rimane ad occuparsi dei propri marinai cercando di rimetterli in sesto affinchè possano riprendere il controllo della nave e guidarli verso terre più sicure... è certo che la propria imbarcazione abbia perso la rotta ed ha bisogno dei suoi compagni.

    Jace.: aiutato da Sigyn non cadi in mare ma questo ha scatenato ancora di più le ire del Dio Apollo che alimenta le onde scuotendo con violenza la nave.

    Bryony: hai avuto un'ottima idea, aiutare i marinai a guarire dalla sbornia potrebbe darvi maggiore forza lavoro per combattare la tempesta e approdare sani e salvi in altre terre verso cui la corrente vi sta spingendo

    { Didi } e Olly~ metteteci tutta la concentrazione possibile per supportare la vostra compagna castando incantesimi verso il cielo che sembrano, parzialmente, calmare Apollo.
    Le belle donne che gli mostrano attenzioni sono a lui sempre gradite

    .Sigyn.: la tua voce piace al Dio, è una grande amante della musica e delle arti e la tua voce dolce, anche se in una lingua a lui sconosciuta, lo rilassa facendo così placare, seppur non ancora abbastanza perchè il pericolo sia passato, le acque.


    Léonard ha con se alcuni dei doni che non sono stati scelti nel ventre del cavallo, fra di essi vi è anche la cetra di Apollo, che, nonostante fosse dotata di altri poteri, viene incantata per essere suonata.
    Il Professore, rimasto in disparte per tutto il tempo ad osservare l'andamento della situazione, decide di intervenire ed unirsi ai propri studenti accompagnando con il suono della cetra il canto armonioso della dolce Sigyn. Apollo è deliziato da ciò che vede, dalle lusinghe che riceve, finalmente sente di aver recuperato il proprio potere, gli umani ospiti dell'imbarcazione gli sono fedeli e comprende che non è il caso di continuare ancora a punirli.
    Peccato che ormai il danno sia stato fatto e la nave abbia perso la sua rotta ed Itaca si faccia ora ancora più lontana...


    Il nostro viaggio continua
    trovate uno spoiler su quanto sta accadendo ad ognuno dei vostri personaggi.

    Attendete il post di Regan che darà il via al nuovo giro <3
     
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    Alla scoperta e all'avventura brindò l'Irlandese a sua volta, facendo cozzare la sua coppa d'ambrosia con quella degli altri studenti.
    A parte Jace, che oltre ad essere l'unico ragazzo fu anche colui che Regan si ritrovò a salutare calorosamente, tutte le altre componenti del gruppo erano facce del tutto nuove, volti che probabilmente il magizoologo aveva incrociato più volte tra i corridoi e nella caffetteria dell'Accademia, ma sui quali non si era mai soffermato abbastanza da approfondire una conoscenza o riuscire anche solo a ricordarseli.
    Devi tenere conto che non tutto quello che hai imparato studiando sui libri di storia babbani corrisponde alle ricostruzioni storiche su cui è possibile lavorare grazie alle fonti magiche. Nel nostro mondo disponiamo di molte più conoscenze e prove alle quali i Babbani non hanno accesso. spiegò alla ragazza che continuava a puntualizzare su tutto, senza rendersi conto che la Storia della Magia e la Storia così come veniva studiata dai Babbani non corrispondevano in toto.
    Stando ai racconti di sua madre, i primi anni nel mondo magico le erano serviti proprio per reimparare da zero concetti e nozioni di cui era sempre stata fortemente sicura... Riscoprire il mondo antico in un'ottica magica era stata un'avventura esaltante ed era stato proprio Léonard, ancora prima che Regan nascesse, ad accompagnarla in quel viaggio di riscoperta.
    Ad ogni modo, Zeus era il dio dei fenomeni atmosferici e la folgore era uno dei suoi simboli, ecco il senso. concluse rivolgendosi cordialmente alla giovane strega dai brillanti occhi azzurri, senza ovviamente avere la più pallida idea di interloquire con una persona completamente diversa da quella che percepivano i suoi organi di senso.
    Probabilmente le stesse divinità del Periodo Classico erano streghe e maghi particolarmente dotati, che si divertivano ad esercitare il loro potere sulla comunità Babbana spacciandosi per dèi.
    Ecco perché, grazie all'uso delle bacchette, i viaggiatori appena salpati non avrebbero dovuto avere particolari problemi a contrastare e a fronteggiare ciò che li attendeva.
    Ulisse è mio padre spiegò invece alla strega che aveva colto lo sguardo piuttosto accigliato di Reg, alla vista del protagonista dell'Odissea alla quale quel viaggio si ispirava. E a volte tende ad essere un po'... Troppo entusiasta. Non fateci caso se dovesse fare qualcosa di troppo strano, ok? sorrise divertito, giusto un attimo prima che il vento iniziasse a gonfiare le vele.

    A quel punto, il gruppo si divise: alcuni scesero sottocoperta seguendo Ulisse, altri rimasero in balia delle onde e della tempesta scatenata dall'ira di Apollo.
    Regan rimase ad osservare il gruppetto all'esterno, pronto ad intervenire per qualsiasi evenienza.
    Tutto ok, Jace? domandò al ragazzo, quando fu ripreso al volo dalla compagna prima di essere sbalzato fuori.
    Il potere della musica riuscì a placare l'ira della divinità, ma il fulmine che squarciò il cielo e si abbatté sulle acque, accompagnato da un tuono fragoroso, li trasportò magicamente lungo una rotta molto distante da quella per Itaca lungo la quale, scesa la notte, i viaggiatori poterono riposare.
    Regan e Léonard approfittarono degli sporadici momenti di sonno delle studentesse e di Jace per castare su tutti loro un Dolcisonium, in cui guidarli in sogno attraverso l'avventura nell'isola dei Ciclopi.
    L'isola che i viaggiatori riuscirono a scorgere alle prime luci dell'alba, quando un Apollo ormai quieto salì con il sole sul suo maestoso carro per accompagnarli verso l'inizio di un nuovo giorno, infatti, era quella di Eea.
    Ok, dopo essere stati sballottati un bel po' per mare, eccoci in questa terra misteriosa. Per ovvie ragioni che tutti sapete abbiamo evitato di farvi trovare alle prese con un vero gigante, perciò tutti voi avete vissuto in sogno l'avventura di Ulisse con il gigante Polifemo e...

    Euriloco, sangue del sangue della mia amata Penelope!
    Ulisse lo interruppe - altra scena piuttosto frequente in casa O'Toole, quando il padre di famiglia sentiva di essere rimasto in disparte troppo a lungo - e si rivolse ad uno dei pochi ologrammi rimasti, che stava radunando un esiguo gruppetto di marinai.
    Tu e il tuo gruppo avanzerete alla ricerca degli abitanti di questa isola, dopodiché tornerete a riferirci le vostre scoperte.
    Un atteggiamento decisamente poco da Grifondoro, questo, ma nel frattempo, guardando i viaggiatori e rivolgendo loro un occhiolino, Ulisse si tuffò per un bagno.
    Questo fondale è pieno di Tadfoal! Ce ne sono almeno dieci! esclamò l'omerico protagonista emergendo dalle acque con il suo solito entusiasmo, prima di sparire nuovamente.
    Ed eccoci qui, pronti a vivere un'avventura legata alla magizoologia, nell'attesa del ritorno di Euriloco e del suo gruppo di messaggeri. Facendo molta attenzione a non romperle, dovrete organizzarvi per trasportare i Tadofoal nella loro tana sottomarina, riconsegnandoli all'esemplare femmina di Ippocampo che li ha smarriti. Direi che per questa esplorazione abbiamo circa un'ora! Testabolla
    Il giovane Irlandese evocò l'ormai abituale bolla d'aria che gli consentiva di respirare sott'acqua e si spogliò della sua armatura, tuffandosi nell'attesa che gli altri lo seguissero.
    Oltre a monitorare il gruppo e ad assicurarsi che le uova non subissero danni, avrebbe osservato attentamente quanti più dettagli possibili su queste misteriose creature marine, di cui non si conosceva ancora abbastanza.

    Solo più tardi, quando furono all'asciutto, il cognato di Ulisse fece ritorno... Da solo.
    Riferì che il gruppo aveva raggiunto una casa, nella quale viveva una donna di rara bellezza, che li aveva invitati ad entrare e aveva offerto loro bevande per rifocillarsi.
    Diffidente, Euriloco era stato l'unico in grado di resistere alla forza ammaliatrice della donna e ad attendere fuori dalla porta, motivo per cui era riuscito a tornare indietro, comunicando che tutti i compagni erano stati trasformati...

    In maiali! Per tutti gli dèi! Dobbiamo salvarli, seguitemi!
    Dopo neanche mezz'ora di cammino sulla sabbia ed in mezzo alla macchia mediterranea, il gruppo udì i grugniti ancora prima di raggiungere l'abitazione, che fu scorta poco dopo.
    E lì, con un sorriso etereo e scarlatto al pari della sua chioma, affascinante ed enigmatica come Regan la ricordava fin dai tempi di Hogwarts, ad attenderli sull'uscio si trovava niente meno che la professoressa Jamie Linday in persona, nei panni della Maga Circe.



    Scusate il ritardissimo, in questo momento, per me, conciliare gdr e vita reale è piuttosto complicato... Non impossibile, ma abbastanza difficile. Spero tuttavia di aver stuzzicato un po' il vostro spirito di avventura.
    Nell'attesa del post di Jamie, potete già postare la vostra avventura in mare con le uova da restituire a Mamma Ippocampo. Siate fantasiosi e divertitevi, interagite, ideate difficoltà per la player che posterà dopo di voi, insomma... Scatenatevi e non fate powerplay!
    Se posterete dopo Jamie, dovrete aggiungere anche le azioni del vostro pg legate a ciò che vi proporrà lei e che potrete recuperare con un doppio post al prossimo giro ;)
    Per qualunque domanda, contattate il prof. Lefevre o me privatamente!
     
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39 replies since 23/4/2023, 19:47   1022 views
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