Quest: They're coming to get You!

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    Time for me to fly

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    Mi sembra di non ricordare niente, l'ultima volta mi sono decisa a portare delle limonate fresche ai professori e gli studenti che si sono allungati agli stand della giornata di open day qui in accademia. Ricordo poi una voce allarmata, qualcuno che mi diceva di stare attenta, mi sono girata, troppo velocemente, in maniera scoordinata, perdendo l'equilibrio e finendo a terra. Ricordo il viso di un essere simile ad un mostro e poi un dolore lancinante al braccio, il rumore di denti che affondavano nella mia carne facendomi spalancare la bocca in un urlo di dolore... E buio.
    ''Che è successo?" apro lentamente gli occhi rivolgendomi alla ragazza il cui profilo prende piano piano forma davanti ai miei occhi. Sento la nausea salirmi dallo stomaco fino alla gola, non posso vomitare, devo mostrarmi più forte, più coraggiosa soprattutto visto quello che sta accadendo attorno ai noi, ai rumori, alle grida, ai lampi degli incanti castati. Ci provo ad alzarmi, aiutata dalla mora al mio fianco, Olly mi sembra di ricordare che si chiami, quando la terra sotto ai nostri piedi inizia a tremare, forse non sono mai stata brava ad affrontare situazioni simili, nei duelli e a fare l'eroina, ma ho sempre avuto ottimi riflessi così ci provo a castare un Mordibo Cadent anche se dubito abbia effetto. La botta che prendo al sedere e alla schiena ne è la prova. Merda.
    ''State bene?" domando cercando con lo sguardo le persone che erano al mio fianco nel momento del crollo mentre mi massaggio la schiena con la mano. Che dolore, che giornata del cazzo. E ora che si fa? Come potrei essere utile? Pensa Morgan, pensa... anche tu puoi fare qualcosa... anche se fa freddo qui, un brivido mi attraversa la colonna vertebrale facendomi irrigidire.
    ''Morgan...- è un leggero sussurro quello che sento, tanto che per un attimo mi sembra di essermelo solo immaginato - che ci fai qui piccola?” inconfondibile, la voce di un ricordo non troppo lontano, ancora in grado di scuotermi così tanto. Lo sguardo vaga, lo cerca, ed eccolo, non sono sicura sia una figura in realtà, è la mia immaginazione, la mia mente che mi gioca un brutto scherzo e me lo fa vedere, come nei miei ricordi, in fondo al corridoio, bellissimo nel suo solito completo, che mi sorride e mi fa segno di raggiungerlo.
    ''raggiungimi, passa del tempo con me piccola, passa del tempo con nonno'' il suo è un sussurro eppure sembra così calda, così dolce e reale da essere capace di arrivare incredibilmente dritto al mio cuore, lui è qui, è qui solo per me ed ho così tante cose da dirgli, così tante domande da fargli.
    ''Anche tu nonno, mi sei mancato tantissimo'' le sento perfettamente le lacrime far capolino agli angoli dei miei occhi, le mie gambe muoversi quasi in autonomia verso quella voce così tanto famigliare, verso l’unico uomo che, per molti anni, è stato l’unico ad amarmi immensamente. Lui era speciale, era diverso da qualsiasi membro della mia famiglia…ed io l’ho perso troppo presto. Ero lontana, ero oltre Oceano, non ero al suo fianco nel momento più difficile della sua vita. Fa male, un male impossibile da descrivere a parole, pensare che non ho potuto dirgli addio per l’ultima volta, potergli chiedere se mi avrebbe amato comunque nonostante io non fossi una vera Garbowsky.
    I passi diventano più svelti mentre cerco di raggiungerlo, non mi importa nient'altro se non stringermi ancora a lui, anche solo per un'ultima volta...cammino così veloce che non mi interessa niente dei non-morti che mi camminano accanto e spariscono dietro una grossa porta di legno.
    "Vieni con me Principessa, ti porto in un bel posto, così nessuno ci disturberà più, potremo stare per sempre assieme!" e sorrido alle sue parole, piena di una gioia incredibile nel cuore. So solo che non voglio lasciarlo più, che ho tante cose da dirgli, così senza pensarci due volte lo seguo nuovamente, svoltando l'angolo, lasciandomi alle spalle rumori di uno scontro, di un duello di cui poco mi importa. Manca poco, pochissimo, e presto sarò con lui, continua a ripetermelo, lo sussurra, flebile, da sembrare l’eco di un ricordo lontano, troppo lontano, quasi irreale, frutto della mia immaginazione.
    Qualcosa nello stomaco però mi dice di fermarmi, di smettere di seguirlo…ma non riesco, mi attira a se come una calamita potentissima, impossibile da sconfiggere. Un ricordo forse, qualcosa di profondo, in un istinto assopito si risveglia in me, qualcosa non va... qualcosa di simile l'ho già vissuto. NO. NO. NO. Non ancora. Mi fermo giusto in tempo aggrappandomi con le mani, con tutta la forza che ho in corpo, agli stipiti della porta. Non ancora. Chiudo gli occhi prendendo lunghissimi respiri, nonno non è qui, è ancora una volta un brutto scherzo... lo sguardo vaga poi verso questi orridi esseri che hanno deciso di provare a pasteggiare col mio braccio, più si avvicinano alla stanza e più sembrano ignorarmi, corrono dentro e spariscono dietro l'arco di pietra senza fare più ritorno.
    ''Qui. Spingiamoli qui. Ma non entrate, per nessuna ragione" il corridoio è buio, percepisco dei passi ma non so chi è nelle vicinanze, non so chi mi sta ascoltando, non so se servirà a qualcosa...


    - dopo essere svenuta riprende conoscenza grazie all'aiuto di Olly
    - prova a castare un Morbido Cadent mentre sente la terra tremare ma cadendo sbatte comunque schiena e sedere
    - sente la voce di suo nonno che segue lungo il corridoio senza preoccuparsi di nessun altro
    - il ricordo di una simile esperienza le torna alla mente quando ormai è vicina alla porta della stanza col Velo
    - prova ad avvisare gli altri, chiunque sia nelle sue vicinanze, di non entrare e spingere i non morti all'interno di essa
     
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    Purtroppo non c'era troppo tempo per fermarsi a riflettere e capire quale potesse essere la cosa migliore da fare, per cui Eizen si era mosso velocemente, sperando che la studentessa gli venisse dietro e così era stato. In parte ringraziava il fatto di essere caduto in sto buco di merda insieme a qualcuno che riuscisse a reagire, gli aveva anche fermato il sangue che gli usciva dalla fronte, potevano farcela.
    Non sapeva quanto l'idea di far esplodere quelle statue fosse eccezionale, ma le opzioni era poche e quando la ragazza iniziò a contrattaccare sembrava funzionare.
    Quello che non aveva funzionato invece era il "finite" e questa lo svedese la pagò carissima trovandosi a subire un colpo per niente leggero da una delle statue ancora in piedi che lo fecero sbattere con la schiena contro al muro alle sue spalle.
    La botta fu dura da incassare, uscì un urlo strozzato dalla sua bocca, ma fortuna volle che riuscì ad attutirla abbastanza da non perdere i sensi. Sentiva una scapola fuori posto, non riusciva a tirar su il braccio sinistro e per qualche secondo non riuscì chiaramente a percepire le cose attorno a sé, fino a quando i suoi sensi e riflessi presero di nuovo controllo nel vedere la stessa statua che lo aveva colpito avventarsi nuovamente contro di lui. La rabbia e l'adrenalina lo stavano tenendo vigile.
    "Adesso basta...BOMBARDA!"
    Puntò quindi il braccio sano verso la statua facendogli esplodere la testa di netto, così da farla crollare seduta stante e non fu l'unica cosa a crollare, si trovò a tossire Eizen per via della terra quando praticamente tutti quelli che erano rimasti in superficie si trovarono dove erano loro.
    "V-vanya?"
    Tossì ancora, vedendo la sorella però allontanarsi subito da li per andare chissà dove, seguita da Heather, basta, non poteva rimanere ancora li per molto, sta storia doveva finire alla svelta, ma quando finalmente riuscì a tirarsi in piedi intenzionato ad andare dalla sorella la voce della sua defunta madre invase le sue orecchie.
    Lo svedese sgranò gli occhi provando dopo tantissimo tempo un'emozione quasi dimenticata. Terrore.
    Si, aveva provato timore per la sua vita, per quella dei suoi cari, ma quel terrore da sentirsi completamente indifesi era da quando era ragazzino che non lo provava.
    "Non sono più quel ragazzino però."
    Lo disse più che altro a se stesso, trovandosi a focalizzarsi unicamente su questo, si sentiva inevitabilmente attratto da quella voce, da quella voce che diceva che era un mostro, che quella "magia" era innaturale, spaventosa senza rendersi conto che il vero mostro era lei.
    "Non ho più paura di te."
    Lo aveva dimostrato a quel padre codardo e ora poteva avere quella rivalsa che mai avrebbe pensato di poter avere, per questo, nonostante il suo corpo pretendesse una pausa, avanzò verso quei sussurri, la sua espressione era carica di rabbia, di desiderio di rivalsa, avanzava incurante del resto, tenendosi il braccio sinistro che non riusciva a muovere.
    Non sapeva cosa avrebbe fatto una volta raggiunto quella voce, ma anche solo mostrarsi per l'uomo che era diventato era sufficiente.
    ''Qui. Spingiamoli qui. Ma non entrate, per nessuna ragione"
    Eizen si bloccò di colpo quando l'urlo disperato di una studentessa fece breccia in quel lungo corridoio...ah, ma i non morti lo stavano ignorando? Solo ora si accorse che un paio di loro gli erano passati di fianco senza calcolarlo.
    "Ci....CI SONO. TI AIUTO."
    Sua madre marciva all'inferno, uccisa dalla sua stessa paura. Andava bene così. Poteva ignorarla, i vivi avevano decisamente più bisogno di lui.
    Avanzò più velocemente Eizen affiancando quindi la ragazza facendole un mezzo sorriso, per cercare di rassicurarla. Si sentiva ancora un po' stordito, ma non aveva il lusso di lasciarsi andare al suo egoismo.
    Guardò oltre le sue spalle e non ne sapeva granché, ma quello sembrava essere a tutti gli effetti un "velo", che cazzo ci faceva sotto l'accademia?
    "Non ho idea di come si possa chiudere, ma possiamo sigillare l'ingresso a questa stanza fino a quando non arriveranno gli auror. I non-morti si stanno dirigendo da soli qui...cerchiamo di assicurarci che siano passati tutti e poi barrichiamo."
    Non aveva altre idee, potevano solamente ridurre il danno al minimo impedendo ai ragazzi di venir attratti dai sussurri.
    Ripercorse quindi il corridoio per qualche metro per assicurarsi che non ci fosse nessun altro non-morto per poi tornare alla stanza e puntare la bacchetta verso una pietra che si trovava vicno alla porta.
    "Engorgio!"
    La pietra divenne molto più grossa ostruendo quindi il passaggio verso il velo, sarebbe rimasto li davanti il tempo necessario per attendere i soccorsi, sperando vivamente che nessun altro zombie, nessun'altra statua di merda o qualsiasi altra cosa gli rompesse ancora i coglioni.
    "Come stai?"
    Tenendo d'occhio la situazione si premurò infine di chiedere alla ragazza come stesse, sperava meglio di come era conciato lui.



    Dopo aver preso il colpo dalla statua ho una spalla lussata e non riesco a muovere il bracco sinistro.
    Fatto esplodere una statua (ne rimane una per Samira)
    Dopo aver tentato d chiamare invano Vanya, mi sono alzato seguendo la voce della madre, ma prima di entrare nella stanza del velo la voce di Morgan lo desta.
    Ho interagito con Morgan, assicurandomi poi che tutti i non-morti fossero passati per poi bloccare l'ingresso alla stanza.
     
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    Gli effetti dell'adrenalina in rapido circolo si manifestarono in pochi secondi, dilatandomi le pupille e rendendomi pazzamente euforica, mentre menavo incantesimi alle statue e ai non morti, scagliando contro di loro tutta la furia che mi scorreva nelle vene senza pensare ad altro che al godimento nel sentire il rumore della pietra in frantumi e degli zombie che capitolavano.
    Solo qualche attimo dopo mi accorsi che uno di quei troll aveva sbattuto contro il muro il professor Hellstrom.
    Ehi, tutto ok? Non muoverti se non te la senti, ci penso...
    Tuttavia non feci in tempo a concludere la frase perché il mago, seppure stordito e dolorante, riuscì a rialzarsi in piedi e a far esplodere la testa del mostro di pietra più vicino con un Bombarda da manuale.
    Bel colpo, amico!
    Feci appena in tempo a congratularmi con lui per la grinta e la tenacia, quando alle mie spalle sentii due enormi braccia di pietra avvolgersi attorno al mio busto e sollevarmi da terra, comprimendomi all'altezza delle costole.
    Oh merda... Re... Relascio! ruggii con la bacchetta puntata verso gli arti della statua del troll che continuavano a stringermi. Un getto di luce verde e il bersaglio mollò la presa, facendomi rovinare a terra come un sacco di patate. Rotolai istintivamente sulla schiena, decisa a non proseguire oltre quel duello, mentre recuperavo il fiato.
    Confringo, stronzo! Confringo! lo attaccai quindi dal basso, puntando direttamente al suo stomaco. Una prima esplosione fece barcollare e cadere all'indietro il troll, mentre la seconda lo mandò direttamente in frantumi. Non c'era tempo di pensare ad un incantesimo diverso da quello usato poco prima... Per di più aveva funzionato, quindi perché avrei dovuto cambiare?
    Fu in quel momento che, sopra di noi, tutto cominciò a tremare, l'esatto istante in cui i due non-morti rimasti cominciarono a fuggire via come topi.
    Protego! castai per proteggere sia me che Eizen dai detriti di un crollo imminente, con il quale anche le streghe che erano rimaste nel cortile ci piombarono accanto.
    Olly! Olly come stai? Tutto ok? E tu, biondina? mi avvicinai alle due ragazze appena riuscii ad individuarle, sinceramente preoccupata per entrambe.
    Avrei voluto raggiungere anche Vanya, ma toccava a suo fratello andare da lei per primo, sebbene la mia compagna di studi sembrasse non ascoltarlo neanche.
    In effetti, era come se in sottofondo qualcuno stesse cantando.
    Ssshh, zitti tutti un attimo, per favore!
    Eccola, adesso potevo distinguerla chiaramente... Era una voce femminile distante, rimbombante come se provenisse dal fondo di una caverna. Eppure riconobbi quelle note e quelle parole all'istante, mentre un brivido di gelido orrore mi percorreva la nuca.
    Dorme, minha pequena
    Não vale a pena despertar...

    Non avevo molti ricordi di mia madre, ma questa ninna nanna me la sarei portata dentro fino al momento del mio ultimo respiro.
    Ma perché la stavo udendo, qui e adesso?
    Eu vou sair por aí afora
    Atrás da aurora mais serena...

    Oh, chiudi il becco, demone del cazzo!
    Adesso però la voce stava invocando chiaramente il mio nome e sembrava che gli altri, a giudicare dalle loro reazioni, più o meno stessero vivendo un'esperienza simile.
    Alcuni erano spaventati, altri confusi e storditi da un dolore da cui era impossibile guarire del tutto.
    Quanto a me... Beh, io ero incazzata. Nessuno, in questo posto spettrale, poteva permettersi di sfruttare mia madre ed usarla contro di me con questi fottuti trucchetti.
    Iniziai a correre a mia volta verso la fonte della voce ed imboccai il corridoio a sinistra, sentendola sempre più definita nella mia testa nonostante avessi iniziato a cantare a squarciagola per evitare di darle troppo peso. Anche gli zombie rimasti si dirigevano da quella parte e riuscii a scorgere, oltre il grande portone di legno, qualcosa di strano e bizzarro che non mi era mai capitato di vedere prima.
    Ad ogni modo, Eizen ingrandì una pietra al punto da impedire qualsiasi passaggio dall'altra parte e dovetti concordare con lui... Qualunque cosa fosse quella specie di velo che avevo scorto e l'origine del suo potere oscuro, era roba da Auror e da Ufficio Misteri.
    Ok, andiamo a vedere dove sono le altre. Parliamoci, così evitiamo di farci influenzare troppo dalle voci.
    Feci dietrofront e percorsi il corridoio a ritroso fino al punto del bivio, prendendo stavolta la direzione opposta fino a trovarmi in una stanza buia, gelida e piena di cadaveri e libri dall'aspetto piuttosto sinistro.
    Wingardium Leviosa sussurrai puntando la bacchetta verso il libro più vicino, facendolo levitare fino alla soglia della stanza su cui ero ancora ferma, in piedi, assieme alle altre due ragazze.
    Riconoscete qualcosa di ciò che è scritto qui? domandai, muovendo il polso affinché le pagine, a mezz'aria, si sfogliassero senza che nessuno di noi le toccasse. Con certi oggetti, non si poteva mai sapere.


    Interagito inizialmente con Eizen, poi, dopo la ricongiunzione con il resto del gruppo, con Olly e Morgan.
    Ho imboccato il corridoio a sinistra ma, avendo visto la pietra ingrandita da Eizen bloccare il passaggio, sono tornata indietro nella direzione opposta.
    Sulla soglia della stanza degli esperimenti di Necromanzia ho fatto levitare un libro fino a me, Heather e Vania, sfogliandolo a mezz'aria senza toccarlo per provare a comprendere qualcosa sul suo contenuto.
     
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    Morgan si riprese e lei tirò un sospiro di sollievo «Ben tornata tra noi biondina» la stava ancora soccorrendo quando la terra iniziò a tremare, non c’era pace per loro «Morbido cade-» non finì l’incantesimo che finì per terra sbattendo il sedere
    «Tutto bene ma sbrighiamoci» si alzò dolorante, osservando la situazione intorno a lei, il caos che invadeva ogni spazio. La sua attenzione fu catturata da Morgan che stava sentendo chissà cosa e incamminarsi verso un punto «Ehi, cosa stai facendo?» Preoccupata rimase un passo dietro di lei ma non servì il suo intervento per fortuna, ma la seguì dentro il corridoio e l’aiutò a spingere dentro quei mostri.
    Per fortuna furono raggiunte dagli altri. Eizen bloccò l’ingresso con una pietra e si voltò sentendo la voce della sua coinquilina
    «Samira!» sentì l’ansia distendersi un po’ «Stiamo bene, tu?» le diede una rapida controllata e guardò anche lei ascoltare qualcosa «Ma cosa sentite tutti?» poi udì anche lei il suo nome sussurrato nel buio
    “Olympe, ανιψιά μου, anipsiá mou vieni dalla nonna e andiamo a raccogliere i fiori per il nonno…”
    Ma la nonna era morta tanti anni prima, lei ne conservava ancora un ricordo nitido e amorevole
    «Sam sento la voce di mia nonna… che razza di magia è questa?» lei non era fatta per quelle avventure, era una fifona di prima categoria e per questo si avvicinò all’amica, seguendola come un’ombra. Si fermò appena Sam attirò a se un libro che la fece rabbrividire, studiando la scrittura e ricercando nella sua mente qualcosa a cui collegarla
    «Così a prima vista non mi dice niente» ammise, continuando a scorrere il testo per trovare qualcosa di utile «Aspetta li c’è una parola… Mors?» Strinse gli occhi, se era latino potevano cavarci qualcosa

    Scusate il ritardo tremendo, tra profilo bloccato e lavoro ho trovato tempo solo ora
    -Interagito con Morgan, seguendola mentre sentiva la voce
    -Nominato Eizen
    -Interagito con Samira e con lei studia il libro, forse intravede una parola in latino. A voi dire se è così o no
     
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    -Eizen. il tuo intervento blocca effettivamente l'ingresso nella stanza, che rimarrà chiusa fino all'arrivo degli auror. Tu e Morgan! siete rimasti nel corridoio di sinistra, che ora tace di una calma apparente. A voi la libertà di raggiungere le vostre compagne a destra o di provare ad uscire per cercare aiuto.

    -.everGreen., Peverell , Eir. e Olly~... Per voi, invece, il destino ha in serbo una sorpresa.
    Nel libro potete scorgere i resoconti sugli esperimenti effettuati in queste sale, dagli appunti pieni di formule e disegni abbozzati potete intuire che, forse, gli studenti di Necromanzia hanno coinvolto altri corsi nei loro pericolosi giochi, nello specifico Alchimia e Medimagia. Non vi sono nomi o accenni a studenti precisi, quindi la possibilità di trovare dei colpevoli vi è negata. Potete sbirciare solo per una manciata di secondi, poichè le parole svaniscono dal volume e non torneranno mai più.
    La magia di cui esso è intriso, però, vi porta un dono: una visione. Sentite le vostre menti mentre vengono spostate altrove, è tutto confuso e le immagini scorrono veloci ed è difficile trovare un filo conduttore... Vedete una persona, senza scorgerne però il volto, è come se fosse avvolta nella nebbia ma la vedete piangere al capezzale di quella che pensate sia una persona a lei cara; poi la vedete camminare tra i corridoi dell'accademia, si aggira nel campus con malinconia ed inizia a leggere libri che presto verranno resi illegali. Vedete l'essere umano nella stanza del Velo mentre lo attiva con un'incantesimo e poi chino sui morti, impegnato nei suoi esperimenti.
    State osservando il responsabile di tutto questo, le motivazioni che lo hanno spinto a piegare le leggi del mondo per riportare indietro quanto gli è più caro. Ovviamente non potrete esserne certe, una volta tornate con la mente nel mondo della veglia, quella che vi rimarrà addosso sarà solo una strana sensazione sulla pelle, quasi steste provando la stessa tristezza di cui è pregno il cuore del signore di questo posto.
    Il tempo per riprendere fiato però è poco, i meccanismi di difesa della stanza si sono riattivati di nuovo e, dalle torce accese qua e là nella stanza, inizia a salire uno spesso e nero fumo che va ad accumularsi davanti a voi. La figura che prende forma dinnanzi ai vostri occhi è quella di un drago, di dimensioni ridotte rispetto ai suoi compagni fatti di carne ed ossa, ma comunque letale e pronto ad azzannarvi nei dieci minuti di vita che gli restano. Le persone che hanno imbastito questa trappola li hanno ritenuti necessari per eliminare qualsiasi forma di vita troppo curiosa... Ma il loro capo, fin troppo zelante, pensa che la prudenza non sia mai troppa. Ogni tavolo prende dunque fuoco, iniziando così a cancellare lentamente qualsiasi prova del loro operato.
    Potete scegliere di fuggire, oppure provare a tenere a bada il drago e spegnere l'incendio. In ogni caso, buona fortuna. Ne avrete bisogno.


    ULTIMO GIRO DELLA QUEST!! YAY!!
    piccolo appunto: il drago è si fatto di fumo, ma nei dieci minuti in cui avrà vita sarà perfettamente tangibile. per ulteriori chiarimenti, non esitate a chiedere!

    scadenza: 20 luglio
     
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    Ok, Olympe, guardami e ascoltami bene.
    Avevo posato le mani sulle spalle esili della mia coinquilina e compagna di corso, le ginocchia appena piegate per poter portare il mio viso all'altezza del suo e guardarla dritta negli occhi, prima che le voci la mandassero fuori di testa.
    Avrebbe fatto bene anche a me, dopotutto, ricordare ciò che stavo per dirle.
    Non è tua nonna, non so che diavolo sia ma puoi star certa che non è lei. E' una trappola e non ci devi cascare, mi hai capito? Resta con me...
    Una volta ricongiunte, l'avevo portata con me, sia in direzione della stanza alla quale Eizen bloccò l'accesso sia, successivamente, lungo il corridoio opposto, dove raggiungemmo Vanya e la strega dai capelli rossi.
    Fu la mia compagna di corso, tra le due, ad impensierirmi di più... Sebbene anche la rossa mostrasse qualche acciacco, appariva comunque molto più lucida e vigile. Vanya, al contrario, sembrava sconvolta e terrorizzata, al punto da darmi l'impressione di essere assente.
    Ehi... schioccai un paio di volte le dita di fronte al suo viso, per controllare i riflessi della strega e la sua percezione visiva nell'ambiente in cui si trovava. Vanya! Ti prometto che appena troveremo un modo di uscire da qui sarà tutto finito, ma adesso devi restare concentrata. Per favore, provaci, sei più forte di qualunque voce tu abbia sentito, ok?
    Poi avevo scorso assieme alle altre le pagine articolate di quel libro che levitava a mezz'aria tra noi, senza onestamente capirci un granché... Io ero più per l'azione e le situazioni adrenaliniche di natura pratica, che non per gli enigmi cervellotici legati a qualche antica formula in latino. Ad ogni modo, gli schizzi abbozzati di corpi umani e gli appunti contenenti alcuni termini specifici dell'anatomia e della Medimagia mi diedero da pensare...
    Chiunque abbia architettato tutto questo, non era solo. A Medimagia c'è gente coinvolta di s...
    Interruppi ciò che stavo dicendo per serrare lo sguardo e puntarlo verso il soffitto, senza vederlo realmente. I contorni dei volti attorno a me si dissolsero, per lasciare spazio ad una visione completamente diversa.
    Sembrava quasi di trovarsi a testa in giù su una Firebolt in picchiata, tanti erano il disorientamento ed il vortice di immagini confuse. Eppure, qualcosa riuscii a captare, una figura indistinta straziata dal dolore per la perdita di qualcuno, che un attimo dopo vagava in giro per il campus con lo stesso tormento di un fantasma... Vidi quella persona - difficile stabilire se fosse un uomo o una donna - armeggiare con la bacchetta nei pressi del Velo che avevo solo intravisto poco prima, nella stanza sigillata da Eizen. Infine, china sui cadaveri, vidi la sagoma intenta a studiare come riportarli in vita.
    Voleva riportare in vita qualcuno che amava... sussurrai nel tornare a distinguere la realtà che mi circondava, realizzando di avere il viso madido di lacrime che non mi ero neanche accorta fossero scese, come se quel dolore, per un attimo, mi fosse appartenuto.
    Quella era una via che aggiungeva solo sofferenza a quella già inflitta all'animo umano per la perdita di una persona cara, non portava mai a niente di buono e lo insegnavano secoli di storia di fallimenti della Necromanzia... Possibile che esistesse ancora qualcuno che non si rassegnava all'evidenza?
    Anche a costo di ammazzarci tutti aggiunsi con un livore tale da contrarre i pugni e desiderare con tutta me stessa di mettermi a spaccare qualcosa.
    Invece, la mia attenzione fu catturata dalle pagine del libro improvvisamente prive di qualsiasi formula e appunto, nonché dal fuoco che sembrava essere stato appiccato dal nulla nella stanza.
    Merda, se continua così, quando arriveranno gli Auror non avranno più niente su cui indagare! Se ve la sentite, aiutatemi a rendere le fiamme innocue, presto! Freddafiamma tuonai puntando la bacchetta verso il centro della stanza, nella speranza di riuscire a rendere l'incendio di una temperatura più sopportabile.
    Coprii la mia testa con un Testabolla e feci per spingermi all'interno, quando vidi la creatura di fumo nero materializzarsi di fronte a noi.
    Ma che diavolo...?
    Il drago era sul punto di attaccarci tutti e io, facendomi largo a suon di Freddafiamma nella stanza dei cadaveri, sperai di oscurare la sua visuale addentrandomi nel fumo dei libri bruciati.
    Cosa potevo fare per tenere a bada quell'essere maledetto?
    Expecto Patronum! sussurrai al legno della mia bacchetta, rievocando le risate, gli schiamazzi ed i balli a piedi nudi nelle strade dell'amato Brasile della mia infanzia, lasciando che il mio spix spalancasse le sue ali per librarsi in volo contro quel drago infernale, distraendolo e combattendoci quanto bastava affinché io riuscissi e a salvare almeno qualche tavolo, almeno qualche libro...
    Protego! Impervius!
    Non avrei lasciato che quegli zombie ci ammazzassero e che la persona folle della visione riuscisse a farla franca con il suo piano di autodistruzione. Così, mimetizzandomi nel fumo, schizzavo da una parte all'altra della stanza come su un campo da Quidditch per seminare i Battitori e, proprio come contro i loro Bolidi, per non diventare un facile bersaglio.


    Armata di Freddafiamma e Testabolla, sono scappata dal drago entrando nel mezzo dell'incendio, provando vari tentativi di raffreddamento del fuoco ed incanti di protezione su tavoli e libri per salvarne almeno qualcuno. Evocato anche il mio Patronus per difendermi dal drago qualora mi attaccasse.
     
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    Ogni volta che appoggio il peso sulla gamba ferita sento una fitta di dolore, probabilmente sta ancora sanguinando ma non me ne curo affatto. Devo continuare a camminare, a costo d'uscire da qui senza forze e strisciando sui gomiti. Le mani pigiate sulle orecchie servono a ben poco, percepisco la voce della donna che mi ha dato la vita e proviene dal fondo della mia testa, sussurra che le dispiace mi chiama, forse vorrebbe farsi perdonare in un altro modo... Forse vorrebbe abbracciarmi e poggiarmi la sua testa spaccata contro la spalla.
    Quando sento qualcosa stringermisi contro la vita, urlo e scatto in avanti, terrorizzata da quelle che potrebbero essere le mani di mia madre, pronte a trascinarmi verso il suo inferno. Il movimento improvviso mi fa partire una fitta pungente all'arto ferito, tanto che devo fermarmi controvoglia per riprendere fiato mentre il cuore mi batte come un tamburo nel petto e dalle labbra è pronta ad uscirmi una supplica disperata per chiederle di lasciarmi stare, di non farmi più male... E' invece il viso della Peverell, quello che mi si para davanti.
    Blatera frasi a cui riesco a star dietro solo a metà, anche lei è ferita ma sembra decisamente meno spaventata di me, e di questo in parte gliene sono grata perchè serve qualcuno con dei cazzo di piedi per terra a gestire la fottutissima situazione di merda in cui ci troviamo.
    Mia madre... Vuole chiedermi scusa...
    E' tutto quello che riesco a dire mentre mi faccio condurre dalla professoressa verso non so bene cosa. Devo aggrapparmi a quanto detto da Heather, al fatto che tutto questo sia solo uno scherzo messo in atto da chissà chi per fottere con le nostre teste. Mia madre è morta e basta, dal luogo in cui è finita non potrà farmi più niente.
    Ci allontaniamo e la sua voce mi sembra sempre più flebile, però non riesco a tranquillizzarmi del tutto, mi stringo le braccia al petto per provare a darmi conforto mentre entriamo in una stanza fredda ed illuminata soltanto da qualche torcia. I morti lasciati in giro non hanno l'aria di volersi alzare a breve, però per sicurezza meglio tenere le distanze.
    Forse è qui che facevano i loro esperimenti.
    L'ipotesi non mi sembra assurda, il rumore di passi dietro di noi mi fa voltare velocemente, ma le braccia sembrano di marmo e non riesco a portare la mano alla bacchetta. Fortunatamente si tratta delle mie due compagne di corso, è un sollievo vederle intere, peccato non riuscire ad esprimerlo come vorrei.
    A quanto pare anche Samira è un tipo meno condizionabile di me, pare acciaccata ma con la testa sulle spalle, tanto da voler provare a rassicurarmi. In una situazione diversa avrei risposto con la solita mancanza di peli sulla lingua che mi contraddistingue, magari dicendole di non schioccarmi le dita davanti alla faccia perchè non sono un cane... Invece, in questo luogo di merda, annuisco e basta. In parte anche lieta di sentirmi dire che sono forte, perchè cazzo se me lo sono dimenticato.
    Mi avvicino per guardare meglio il libro, riconosco alcune terminologie di Medimagia ed il pensiero che ci siano dei pazzi fottuti nel nostro corso mi fa venire i brividi. Magari mi sono seduta di fianco ad uno di loro senza nemmeno saperlo, oppure ci ho parlato e cinque minuti dopo lui o lei se ne sono andati bel belli a prelevare corpi da portare in questo posto del cazzo.
    Faccio giusto in tempo a lanciare un'imprecazione nel notare l'inchiostro che svanisce lentamente dalle pagine, che l'attimo dopo la mia testa è altrove.
    La sensazione è quella di tuffarsi in un fiume ghiacciato ed essere trasportati subito via dalla corrente, sento come se mi mancasse il respiro mentre immagini confuse mi viaggiano davanti agli occhi: una figura dai tratti confusi sta soffrendo per la perdita di qualcuno; ora invece cammina tra i corridoi dell'Accademia e poi legge dei libri che non credo di aver mai visto prima; il secondo dopo eccolo -od eccola- ad armeggiare con dei cadaveri... Cosa cazzo sto vedendo?!
    Il ritorno alla realtà è traumatico, riprendo fiato di colpo e stringo le braccia ancora più forte contro il petto. Sento del sudore freddo colarmi lungo la schiena e le spalle mi tremano leggermente. Penso ad Eizen e papà, a come starei se mi abbandonassero per sempre e mi trovassi davanti i loro corpi morti e vuoti, come delle bambole... Senza di loro poco avrebbe senso, mi sentirei persa e sola. Costretta ad affrontare la vita senza le mie rocce.
    Ne ho abbastanza di questo posto, sia maledetto il giorno in cui ho accettato di prendere parte ai fottutissimi Open Day!
    L'improvviso incendio mi scuote dal torpore, alzo lo sguardo sui tavoli in fiamme e una parte di me vuole solo che brucino, così che nessuno possa più ripetere questo inferno che ci è toccato subire... Però Samira ha ragione, bisogna provare a salvare qualcosa per gli auror se vogliamo sperare che il responsabile venga preso.
    Porto una mano alla bacchetta e, nello stesso istante, davanti ai nostri occhi un fitto fumo nero inizia a prendere la forma di un drago. Grandioso. Al peggio non c'è mai fine, giusto?
    Mi guardo alle spalle e, grazie al cielo, la porta è aperta e mi fiondo verso di essa come un lampo. Se vogliamo sopravvivere c'è solo una persona che può aiutarci, sperando possa sentirmi e che, soprattutto, sia ancora vivo. Ho una gran fiducia in lui, quindi farà bene ad esserlo, altrimenti giuro che lo vado a prendere per le orecchie nell'aldilà.
    Eizen! Corri, porca puttana!
    Urlo nel corridoio tenendo fuori giusto la testa mentre all'interno la festa pare essere iniziata. L'istinto di sopravvivenza urla di scappare via, però non posso lasciare sole le mie compagne e la prof, quindi stringo denti e bacchetta e mi ributto nella mischia lanciandomi innanzitutto un Protego e poi avvicinandomi ai tavoli.
    Io penso al fuoco, voi tenetelo a bada! Acqua Eructo!
    Mai avrei pensato che la fine di questa giornata mi avrebbe vista fare il pompiere traumatizzato, porca troia.


    interagito con Heather e Samira
    chiamato Eizen a gran voce per fare in modo che le raggiunga
    castato un protego su se stessa, poi un'acqua eructo per spegnere le fiamme
     
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    Si vedeva che la ragazza era provata, come tutti loro d'altronde, ma non era ancora arrivato il momento di abbassare del tutto le difese, almeno non fin quando non avrebbero constatato la situazione nel complesso e saputo come stavano gli altri.
    Dopo aver bloccato l'ingresso la situazione, almeno per loro, sembrava aver raggiunto uno stallo, la stanchezza iniziava a farsi sentire sempre di più, ma dovevano assolutamente avvertire qualcuno adesso, chiamare gli auror e capire che cazzo ci faceva un velo sotto l'accademia.
    Stava per farlo lui quindi, mandare un Patronus al Ministero per avvertirli, ma prima che potesse farlo sentì la voce di sua sorella chiamarlo a gran voce! Evidentemente dall'altra parte non si era calmata affatto la situazione.
    "Cazzo...ehi, puoi farcela? Ho bisogno che mandi un patronus al Ministero, che avverti l'accademia di quello che è successo. E' essenziale avvertirli! Io corro di la. Grazie."
    Non poteva permettersi di perdere altro tempo e la studentessa ora era al sicuro, per cui con il braccio buono appoggiai una mano sulla sua spalla per spronarla, per poi correre, per quanto possibile, verso sua sorella trovandosi davanti a qualcosa che di certo non si sarebbe mai potuto immaginare.
    "FORZA FUORI DI QUI. TERRò A BADA IL....DRAGO."
    Non aveva la minima idea di come avrebbe potuto combattere contro un drago di fumo? Fatto stava che affiancò la sorella, cercando di respirare grazie al testabolla lanciantosi contro per poi puntare la bacchetta contro di lui. Non c'era tempo per i convenevoli.
    "Waddiwasi!"
    Per prima cosa Eizen usò l'incantesimo per sollevare da terra pezzi di legno ancora infuocati per lanciarli contro al drago e questo gli diede modo di appurare che nonostante la sua "fumosità" era comunque tangibile. Questo era buono.
    Non doveva però dargli tregua, rimanendo saldo sulla sua posizione, contava nella forza delle gambe ancora sane, lanciando altri incantesimi per tenerlo impegnato.
    Vide dell'acqua vicino al drago, quella usata per spegnere il fuoco così Hellstrom ne approfittò.
    "Tonitrui!!"
    La potenza dell'incanto insieme all'acqua sicuramente non avrebbero fatto piacere al drago.
    "Vanya vai, dovrebbero essere stati chiamati gli auror. Questione di minuti."
    Sperava che l'avessero ascoltato e che tutte le altre fossero uscite perché non era semplice badare alla creatura e assicurarsi che gli altri fossero vivi!
    Non aveva il lusso di perdere la concentrazione ora. Aveva un solo ed unico obiettivo e così lui agiva.




    Interagito con Morgan dicendole di chiamare aiuto.
    Corso nell'altra stanza, affiancato Vanya per tenere a bada il drago con una serie di incantesimi.
     
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    Dire che ero irritata era un eufemismo. Ci avevano raggiunto anche Sapientina e Biancaneve e ovviamente dovevano dire la loro, continuando a parlare e parlare e parlare… Ok, era solo il mal di testa martellante e il fischio all’orecchio che sentivo ogni volta che qualcuno pronunciava qualsiasi cosa a rendermi così irritabile, quindi riuscii a mettere in atto l’autocontrollo necessario di stare zitta. Anche perché mi sembrava che se solo avessi provato a spiccicare parola avrei potuto vomitare, quindi forse era meglio guardare e non parlare.
    Non aiutava il mio mal di testa il fatto che appena riuscivo a leggere una parola da quel maledetto libro questa spariva, lasciandomi il compito di cercare di dare un contesto a quella parola senza più avere la frase d’origine. Sapientina sembrava aver giustamente intuito che c’era il coinvolgimento degli studenti di medimagia, ma a me interessava molto di più un’altra cosa: formule necromantiche. La necromanzia era qualcosa che veniva spesso nominata negli Stati Uniti nel corso di pozioni, perché volevano evitare che qualche pozionista stolto e troppo tracotante provasse a creare un elisir che potesse riportare in vita i morti. Ci avevano portato a prova i due casi conosciuti e i loro effetti disastrosi e a nessuno era più venuta voglia anche solo di provarci.
    E dal nulla iniziai a vivere un’altra vita. Vidi una persona perdere un caro e dannarsi alla ricerca di un modo di riportarlo indietro, perfino arrivando a scomodare il velo e i suoi misteri. I corridoi dell’Accademia che avevo percorso così tante volte erano diventati il teatro del suo dolore, il palco su qui quella tragedia aveva avuto il suo inizio.
    Finita la visione rimasi immobile, con le lacrime agli occhi e il cuore che si era spezzato due volte: una per la sofferenza che quella povera anima aveva provato. Perché era folle disturbare la morte in quel modo, ma potevo capire il bisogno ardente di riprendersi quello che era tuo, quello che il mondo di aveva strappato. Lo capivo, ma non condividevo la scelta che aveva deciso di intraprendere.
    Dall’altra il cuore mi si era spezzato perché quella era la cosa più simile ad una visione che avessi avuto da quando avevo perso il dono. In mezzo a tutto quel dolore avevo provato una gioia immensa nel vedere di nuovo immagini nella mia mente, di sentire di nuovo una storia venire raccontata immagine dopo immagine con me come spettatrice. E la gioia così intensa era diventata un dolore straziante quando mi ero resa conto che non avrei mai più riavuto quel dono.
    Mi sentivo le gambe molli, la testa mi pulsava come se avessi un ferro rovente impiantato nel cranio e la nausea era così forte che qualsiasi movimento mi provocava le vertigini. Non avevo mai sperimentato un trauma cranico, ma ero sicura che quelli fossero i sintomi principali, quelli che arrivavano subito, seguiti poi da cose peggiori, se non trattato correttamente.
    Ma non c’era tempo: la stanza era diventata un rogo di fumo e fiamme e un cazzo di drago era apparso davanti a noi, cercando di farci fuori.
    “Acqua eructo” mormorai, seguendo l’esempio delle mie compagne, cercando di fare la cosa che richiedesse meno movimento perché sapevo che se avessi sballottato troppo la testa non sarebbe stato un bene. Peccato che il drago avesse altri piani e con un colpo di artiglio mi costrinse a muovermi per non esserne colpita, lanciandomi di lato e finendo a terra con un tonfo, seguito quasi immediatamente da vomito a getto. Bene, ottimo direi.
    La vista era annebbiata, non sapevo se per le lacrime che si stavano accumulando per il dolore o se proprio per l’emicrania terribile che mi stava facendo esplodere la testa, ma cercai comunque di rimettermi in piedi, ignorando il dolore e le vertigini per cercare di aiutare come possibile le altre, adesso che Eizen era arrivato e stava cercando di occuparsi del drago di fumo.
    “Impervius, Glacius” se lo scopo era salvare il salvabile il ghiaccio era il miglior ritardante per il fuoco e con un impervius castato in precedenza i libri avrebbero dovuto essere salvi dagli effetti dell’acqua che stavano usando per proteggerli.
    “Spero davvero arrivino presto gli auror perché cinque secondi e svengo” mormorai, mettendomi poi una mando davanti alla bocca, cercando di evitare che l’ennesimo conato diventasse un altra dimostrazione del poco che era rimasto nel mio stomaco.
    - Inizia a sentire pesantemente gli effetti sel trauma cranico
    - dopo la visione rimane stordita per un attimo e appena si riprende casta un acqua eructo per aiutare a spegnere il fuoco
    - per schivare un attacco del drago si butta di lato finendo per vomitare
    - si rialza barcollante e usa impervius e glacius per proteggere i libri dal fuoco
    - parla con Eizen sentandolo nominare gli auror

     
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    Time for me to fly

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    "Ci....CI SONO. TI AIUTO." è una voce calda, profonda e, soprattutto, vera, a sovrastare il ronzio che sento nelle orecchie, i sussurri di nonno, frutto della mia immaginazione. Al mio fianco poco dopo appare quello che riconosco essere il professore di Duelli Avanzati, il professore che, rivolgendomi a Shana, ho più volte stupidamente soprannominato Hercules per il suo sorriso smagliante e il fisico prestante. Ma non è il caso di perdere tempo ora con pensieri così futili e provo in tutti i modi ad aiutarlo, spingendo quanti più esseri all'interno della stanza mentre lui fa ingrandire a dismisura una pietra nelle vicinanze per poter sigillare l'ingresso.
    ''Sto bene Prof... e grazie'' gli rispondo accennando un lieve sorriso, mi ha salvata, ma non è che mi senta un granchè bene a dirla tutta.
    Ora inizio a sentire il dolore espandersi dal braccio ed irradiarsi in tutta la spalla, sento i muscoli tirare tanto da farmi tremare la mano destra... è meglio che non guardo la fasciatura provvisoria che mi è stata fatta da una delle ragazze, hanno dovuto improvvisare, mica vi era il tempo per medicarmi a dovere, e percepisco che deve essersi riaperta, avverto l'odore ferroso del sangue di cui si sta inzuppando. Non svenire, non svenire Morgan, non fare la pappamolle, mi ripeto, anche perchè dall'altra parte del corridoio arrivano rumori e tonfi ed urla. Le cose continuano a non mettersi bene, a non mettersi bene proprio per niente. Ma cosa cazzo sta succedendo?
    ''Sì...sì.... '' annuisco alle sue parole, vorrei aggiungere altro, vorrei poter essere più utile e correre ad aiutare i miei compagni ma potrei fare più danni che altro. Evoco quindi il mio elefante argentato lanciando un messaggio di aiuto al Corpo Auror sottolineando l'urgenza della richiesta.
    Non c'è una via di uscita in questo fottutissimo sotterraneo, non posso mettermi a correre tipo forsennata cercando una cavolo di scala di emergenza quindi, nonostante la nausea che provo, non mi resta che smaterializzarmi verso l'esterno, 'atterrando', a fatica e sulle ginocchia, in prossimità del punto da cui siamo caduti.
    ''AIUTOOOOOO! AIUTOOO!'' grido con tutta la voce che ho in corpo per attirare l'attenzione di chiunque possa esserci, sbracciandomi disperata prima di provare a rialzarmi e avvicinarmi alla buca da cui sento provenire le voci degli senza riuscire a vederli però.
    ''Ragazzi! Mi sentite?'' non posso rimanere qui, immobile, ad attendere semplicemente l'arrivo degli Auror. Mi sfilo dai capelli il nastro con cui li tenevo legati e la cintura dei pantaloni per poi castare un engorgio e, saldandoli al terreno, lasciarli cadere nella buca sperando che in qualche modo possa funzionare.
    ''Se qualcuno mi sente, arrampicatevi da qui. Sono qui... stanno arrivando gli aiuti'' non devo piangere, non mi devo agitare, verranno messi in salvo. Per Merlino, fa che qualcuno arrivi davvero presto!



    - Seguito il consiglio di Eizen castando un Patronus per chiamare in soccorso gli auror
    - smaterializzata verso l'esterno
    - provato ad avvicinarmi alla buca da cui sente provenire i rumori degli scontri sottostanti, ingranditi una corda ed una cintura che ho lasciato cadere verso la buca sperando che qualcuno possa notarla per arrampicarsi e provare a sfuggire
     
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    Samira aveva ragione, doveva rimanere concentrata su se stessa e non ascoltare quella voce. Annuì «Ok, resto con te» e l’avrebbe fatto perché lei si fidava ciecamente dalla sua amica e la seguì mentre si ricongiungevano agli altri.
    Mentre cercavano di leggere quel libro maledetto, le parole iniziarono a svanire come polvere dalle pagine «No..» mormorò, mentre nella sua mente si riempiva di echi e immagini di quello che era successo. In principio tutto fu confuso, diafano nella sua testa; una figura ad un capezzale… Il Velo, i morti… tutto i pezzi si univano. Le sembrava di aver appena fatto un viaggio infinito, colmo di tristezza ma anche di qualcos’altro… il fantasma dell’amore perduto.
    La voce di Samira fu come un richiamo, da prima flebile poi sempre più concreta «Dovevano amarsi tantissimo» mormorò con l’amica, mentre alcune lacrime scorrevano sulle sue guance, cercando di non pensare al suo di amore impossibile «Non importa il prezzo, deve riavere quell’amore» era terribile non arrendersi all’evidenza. Scosse la testa, iniziando a sentire sempre più caldo. La stanza adesso era piena di fiamme «Non c’è pace» seguì l’esempio della sua coinquilina e castando con lei la Freddafiamma e il Testabolla per non soffocare a causa del fumo
    «Ma porca puttana!» Davanti a loro proprio quel fumo stava prendendo la forma di un drago «Protego! Acqua Eructo! Glacius!» decise di unirsi a Vanya, cercando di domare le fiamme, mentre il prof cercava di fermare quel mostro.
    Qualcosa attirò la sua attenzione, una voce che dall’esterno cercava di richiamarli, notando una specie di corsa che penzolava dall’alto
    «Di qua!» Li richiamò, potevano uscire da li e sperare nell’arrivo dei soccorsi

    Interagito con Samira, castato Protego, Acqua Erectus e Glacius per aiutare a spegnere le fiamme. Richiama l'attenzione verso la corda calata da Morgan
     
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    Help Will Always Be Given At Hogwarts



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    Il drago di fumo attacca senza pietà, i suoi artigli fendono aria e carne, ferendo indistintamente studentesse ed insegnanti. Le azioni combinate di tutti quanti però, hanno la meglio: il gruppo resiste e riesce a salvare dal fuoco la maggior parte delle prove presenti nell'aula. Senza saperlo, hanno dato una grossa mano agli auror che presto indagheranno sull'accaduto.
    Grazie ad un patronus dall'elefantina forma, le forze del Ministero si attivano subito per correre in aiuto dei poveri malcapitati che nel frattempo sono riusciti a fuggire, salendo in superficie. La bestia nera svanisce dopo dieci minuti di vita, avendo sfogato con piacere la sua furia, e finalmente in quei corridoi nascosti, tutto tace.
    Il piccolo gruppo a cui è capitata questa sventura è malconcio, vengono portati tutti al San Mungo in fretta e furia per prestare loro le cure necessarie. Ingenuamente crederanno di aver messo un punto a questa storia, non vedendo il sottile filo del destino che li terrà legati ancora per un po', e chi può biasimarli?
    Come conseguenza di quanto scoperto durante l'attacco degli inferi, il rettore viene dimesso ed in parte incolpato dall'opinione pubblica per non essersi accorto prima di quello che stava succedendo nei meandri del campus. Al suo posto, il consiglio elegge Gabriel Helvegen, attuale professore di Legilimanzia ed Occlumanzia.
    La cara e dolce Morgan!, unica vittima dei morsi delle creature, col tempo percepirà una crescente sensazione di vuoto dentro di sé, si sentirà fredda a tutto quello che un tempo la rendeva felice e andrà cercando sensazioni sempre più forti per tornare a percepire la vita scorrerle dentro. Inoltre, per un po' non sarà in grado di performare la magia come suo solito.
    Il viaggio nel sotterraneo però non ha risparmiato nemmeno i suoi compagni: Olly~, Peverell, .everGreen., Eir. ed Eizen. avranno difficoltà ad usare gli incantesimi in cui sono particolarmente ferrati, seppur per un tempo decisamente minore.
    Incubi potrebbero far visita ai poveri malcapitati, ricordi di ciò che hanno visto e vissuto; oppure si lasceranno tutto presto alle spalle grazie ad una forza d'animo fuori dal comune, chi può dirlo?
    Giocare coi morti è pericoloso, qualcuno dovrà sempre pagare pegno.


    Quest terminata, evviva!!
    Ricapitolando: Morgan, le prossime 4 role che giocherai dovranno avere obbligatoriamente i sintomi sopracitati, quindi vuoto interiore e mancanza d'interesse verso ciò che un tempo trovavi eccitante, più i problemi a performare qualsiasi incantesimo. Non è possibile guarirne, gli effetti spariranno da soli una volta giocate le 4 role. Inoltre, le cicatrici dei due morsi sul braccio destro rimarranno per sempre.
    Tutti gli altri dovranno giocarsi per 2 role la difficoltà nel castare incanti in cui sono esperti. Anche in questo caso gli effetti spariranno una volta terminate le due role. Siete liberi di mettere in campo traumi da ptsd ed eventuali fobie per draghi.
    Le conseguenze sono da giocarsi obbligatoriamente, mi raccomando. Per qualsiasi domanda, chiedete pure, e grazie per aver giocato! <3


    Edited by .Hel. - 23/7/2023, 21:18
     
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