Can I ask you something?

per Roy

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    oliver

    Il caldo di metà Giugno aveva reso i cieli dell'Inghilterra chiari e luminosi, solo una fresca brezza leggera ti ricordava che eri ancora in quel paese piovoso e non in uno stato del sud, a crogiolarti nel sole incandescente estivo.
    Era una perfetta giornata per un picnic e avevano deciso di chiedere a Roy di unirsi a loro. La giornata poteva andare in due modi, in base a chi prendeva il controllo del corpo, ma Oliver sperava che fossero lui o Bree a rimanere a fronte quel giorno. Avevano un piano e avevano aspettato il momento perfetto per metterlo in atto e quella sembrava la giornata ideale. Non c'erano problemi in vista, le cose stavano andando bene... cosa mai poteva andare storto?
    Oliver sperava davvero di non essersela tirata con quel pensiero, ma un po' di ottimismo gli stava colorando la vita di colori pastello, rendendolo meno paranoico verso ogni situazione. Poteva essere un bene come poteva essere un male. Alla fine lui era il protettore primario del sistema, era suo compito accertarsi che niente potesse far del male al gruppo, ma Roy che cosa avrebbe mai potuto fare loro di così grave? Poteva permettersi di rilassarsi con lui, si sentiva protetto e a suo agio, cosa che non capitava da... Beh, da sempre. Da quando era stato creato, dalla sua prima memoria quando il corpo aveva all'incirca due o tre anni, era sempre stato in uno stato di vigilanza, attento a qualsiasi minaccia o pericolo. Nessuno l'aveva mai fatto sentire così pacifico e la cosa lo elettrizzava e lo spaventava al tempo stesso.
    La prova era proprio in quel momento. Erano seduti su una tovaglia a quadri con un piccolo cestino di vimini con dentro cibarie varie che era stato preparato da Zoey. Ci teneva a fare le cose fatte per bene, a vivere quei momenti che aveva sempre visto nei film o letto nei libri, anche a costo di cadere nel cliché e far vergognare il resto del sistema. All'inizio aveva tentato di mettere un vestito a quadri, con un cappellino di paglia che si era comprata durante la gita in Grecia, ma Oliver aveva messo ben in chiaro che non voleva saperne di gonne quel giorno, era già abbastanza nervoso anche senza l'impiccio della disforia. Zoey aveva un po' borbottato ma aveva optato per un paio di jeans e una camicetta a quadri bianchi e azzurri, legata appena sopra l'ombelico con un nodo.
    Doveva assolutamente ringraziarla perché al momento era lì a godersi il momento, inginocchiato e con in mano un pezzo di pane che stava cercando di lanciare nella bocca di Roy poco distante.
    “CANESTRO! E Oliver vince la partita, tre a due per me amico!” alzò le mani in segno di vittoria, iniziando a ridere sguaiatamente, gli occhi chiusi e la testa leggermente rivolta all'indietro, godendosi il momento con un'euforia che fino a qualche mese fa non avrebbe mai pensato di poter provare.
    Si lasciò cadere a terra, avvicinandosi a Roy in modo da poter usare le sue gambe come cuscino, incrociando il suo sguardo e sorridendogli con quello che era sicuro fosse chiaramente amore. Aveva da un pezzo abbandonato la battaglia, sentiva che giorno dopo giorno in quei mesi i suoi sentimenti per il ragazzo non erano che aumentati e quel giorno era arrivato il momento di mettere in chiaro le cose.
    “Roy...” iniziò, ma sentiva la gola secca per l'ansia, così si prese un attimo per umettarsi le labbra e deglutire. Aveva pensato alle parole che voleva usare, non era nemmeno nervoso per la sua reazione, sapeva che il massimo che poteva succedere era sentire un no, ma era anche altrettanto sicuro che l'avrebbe fatto con gentilezza e rispetto, quindi non aveva paura di sentimenti feriti o di pianti. Era comunque una cosa enorme, una cosa che non aveva mai fatto in vita sua, quindi si sentiva abbastanza nervoso e le care e vecchie farfalle nello stomaco sembravano non volerlo lasciarlo libero. “Possiamo parlare un attimo? Di una cosa importante dico...”
    Non voleva che l'amico si sentisse nervoso, quindi non si alzò dalle sue gambe, allungandosi anzi per prendere una mano tra le sue e iniziare a giocherellare con le sue dita, tracciando degli otto immaginari con i polpastrelli.
    “In questi mesi abbiamo passato molto tempo insieme e... Mi sembra che stiamo andando in una direzione chiara, no?” non era da lui essere così titubante, sentiva la presenza confortante di Bree appena nel retro della mente, abbastanza vicina da intervenire se ce ne fosse stato bisogno, ma abbastanza lontana da dargli la libertà di essere da solo nel fare quel passo.
    “Ho voluto lasciarti tempo, dopo la rottura con Cassandra, perché so che era stata una storia importante e che avevi ancora delle ferite da lasciar guarire”
    Aveva visto come il ragazzo, di tanto in tanto, si rabbuiava, perso nei suoi pensieri, lontano anni luce dal luogo e il tempo in cui erano. Cassandra era stata una parte importante della sua vita e Oliver non aveva voluto affrettare i tempi, non aveva voluto che le cose tra loro si sviluppassero condizionate da quegli eventi. Voleva che la loro relazione fosse libera da obblighi e piena di cose positive, non di rimpianti e dolore. Bree era d'accordo con lui, anche se la prendeva più alla giornata, pensando che era inutile preoccuparsi di cose che non erano ancora successe e Oliver, normalmente, le avrebbe dato ragione, ma questa volta c'era in gioco troppo per rischiare di fare pasticci per la fretta.
    “Ma credo che tu sappia che i miei... che i nostri sentimenti stanno diventando sempre più forti e quindi... Volevo chiederti se volessi diventare il nostro ragazzo? Ufficialmente dico”
    La mano si fermò, tenendo semplicemente stretta quella del ragazzo in una presa delicata, da cui avrebbe potuto tranquillamente sfilarsi se la situazione l'avesse messo troppo a disagio. Voleva andare fino in fondo, voleva mettere tutte le carte in tavola perché non voleva che ci fossero fraintendimenti tra loro, che ci fossero cose non dette. Non era facile stare con loro, non era facile accettare la loro situazione eppure Roy l'aveva fatto con una naturalezza che li lasciava ogni giorno senza parole, facendo provare a tutti loro un affetto che non avevano mai provato per nessun altro.
    “Solo che Roy, devo essere sincero, non è solo Bree che prova attrazione per te, io... è da un pezzo che mi sono reso conto di essermi innamorato di te. Della tua gentilezza, del tuo sorriso, del tuo altruismo, del tuo cuore grande...” sentiva le guance diventare rosse, ma non per l'imbarazzo, perché pensava davvero quelle cose, ma perché gli stavano tornando in mente tutti quei momenti in cui Roy l'aveva fatto sentire speciale, in cui aveva dato le attenzioni a lui e l'aveva fatto sentire reale. Erano ricordi talmente belli, talmente pieni di emozioni che spesso sentiva il corpo reagire ad essi, a far salire la commozione fino a farlo esplodere.
    Si alzò dalle sue gambe, stanco di guardarlo sotto sopra, preferiva essere a tu per tu per aggiungere l'ultimo pezzo, quello che per lui era più importante, perché in nessun universo avrebbe mai voluto far sentire Roy costretto in una relazione che non voleva.
    “Non voglio che ti senta obbligato Roy, se vuoi avere una relazione sentimentale solo con Bree e una puramente sessuale con me non ci sono problemi, non ci perderai se non ricambi i miei sentimenti. Volevo solo che lo sapessi, perché ci tengo a te e non voglio mentirti”
    Riusciva a leggere nei suoi occhi la sua sincerità? Riusciva davvero a capire che non c'erano condizioni, che avrebbe potuto in qualsiasi momento dire di no e nulla sarebbe dovuto cambiare? Roy era più fragile di quello che appariva e lui voleva proteggerlo, voleva dargli gli strumenti per non sentirsi in gabbia, per essere libero di essere chi voleva senza restrizioni. Lo voleva felice, più di ogni altra cosa, il resto era secondario.
     
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    Era da un po' che la leggerezza non era di casa, stava iniziando a mancarmi.
    La rottura con Cassandra è un ricordo che probabilmente rimarrà sempre indelebile nel mio cuore, i bordi sbiadiranno col tempo ma ne sentirò comunque la presenza. E' stata il mio primo amore, come potrei dimenticarla? A volte mi sono scoperto a cercarla con lo sguardo nei corridoi o all'aperto, qualche volta mi era parso di vedere la sua testa riccioluta andare verso il bosco e ho dovuto lottare contro il desiderio di seguirla.
    Cos'avrei mai potuto dirle? Che mi dispiaceva di averla ferita? Che una parte di me avrebbe voluto andasse tutto diversamente? Sarebbero state parole vuote a cui sicuramente avrebbe risposto con un'insulto, ci saremmo fatti nuovamente male a vicenda e non è questo quello che voglio.
    Per lei sarò sempre il codardo che l'ha avvicinata solo per sentirsi bene con se stesso all'idea di poterla salvare dai suoi demoni, ed io desidererò sempre qualcosa che lei non può darmi. Un'angolo del mio cuore continua ad amarla, ma sto cercando di andare oltre, anche se è difficile.
    La compagnia degli altri aiuta parecchio, Jace ed i miei animaletti domestici e papà sono stati di grandissimo supporto, pensavo che anche lui mi avrebbe fatto lo scalpo per quello che ho fatto invece è stato comprensivo nel dirmi che se Cassandra non poteva darmi ciò di cui avevo bisogno allora è stato un bene lasciarsi. Però devo lavorare sul mio rispetto per gli altri, e magari evitare di andare con altre persone prima di chiudere una relazione.
    Ovviamente ha ragione, ammetterlo non è così imbarazzante o pesante come credevo, riesco benissimo a vedere dove ho sbagliato... Altre volte invece so essere veramente un coglione egoista.
    All'inizio ho usato Bree per l'affetto ed il calore che lei e gli altri sapevano darmi, scambiare abbracci e baci con lei ed Oliver è stato bellissimo e mi ha fatto sentire nuovamente pieno. Sono stato uno stronzo, certo, però ora le cose credo stiano cambiando in meglio.
    Anche la loro compagnia è stata preziosa e quanto successo in camera di Bree ci ha legati molto, col passare del tempo sto smettendo di vederli come qualcuno a cui rubare tempo e amore solo per riempire un vuoto. Ci siamo promessi di parlare sempre e confrontarci, così da non nascondere nulla, però questo segreto dovrà morire con me o rischierò di perderli. Alla fine dei conti, sono davvero un codardo.
    La tua è tutta fortuna! Se fossimo in piedi avresti perso.
    Rido con spensieratezza insieme ad Oliver mentre mando giù il pezzo di pane che mi ha lanciato in bocca. Il pic-nic è stata un'idea carinissima e non ho esitato un momento ad accettare, passare del tempo col mio amico è sempre bello e ormai il contatto fisico tra noi sta diventando molto naturale. Quando si appoggia con la testa alle mie gambe rispondo a quel sorriso bellissimo ed inizio a giocare con i suoi capelli all'altezza dello scalpo piuttosto che sulle lunghezze, nella speranza di fargli sentire meno la disforia.
    I suoi occhi, così simili a quelli di Cassandra, brillano di una luce che non credo di aver mai visto nelle iridi della brasiliana. Loro non sono lei, questo l'ho capito, e forse è proprio questo a farmeli piacere così tanto. Con loro le cose potrebbero andare meglio e sento che non saranno un semplice riempitivo, ma qualcuno con cui poter costruire qualcosa di bello, se solo volessimo.
    Come a voler dar voce ai miei dubbi, Oliver prende parola ed io annuisco con calma e curiosità quando chiede se possiamo parlare di una cosa importante.
    Continuo a giocare coi suoi capelli mentre lo ascolto e mi rendo conto che si, effettivamente quello che stiamo facendo sta andando verso una direzione ben precisa. Continuo a guardarlo quando propone di diventare una coppia, il sorriso si spegne appena ma non per sorpresa o disgusto, più per riflessione. L'idea di rientrare così presto in una relazione dopo aver lasciato la brasiliana è qualcosa a cui stavo già pensando da un po', se il giorno in cui sono corso da Bree per fare sesso me lo avessero chiesto avrei detto si su due piedi e avrei commesso un grosso errore perchè li avrei visti solo come un diversivo, mentre ora ho avuto tempo di metabolizzare. Di provare a cancellare l'immagine del volto di Cassandra dal mio cuore per lasciare lo spazio a qualcun altro.
    E se deve trattarsi di qualcuno, allora che siano Oliver e Bree.
    Quando li guardo vedo qualcuno con cui potermi confidare senza essere giudicato, il ragazzo è saggio e di compagnia, sa come tenermi testa e sia lui che Bree sono dolci in modi diversi, sanno ascoltare e... Credo di provare anche io qualcosa per loro.
    La confessione di Oliver non è poi così sorprendente come lui potrebbe credere, il sorriso torna con una sfumatura divertita perchè è davvero tenero se pensa che non me ne sia mai accorto. Lo lascio parlare, abbandonando i suoi capello per far si che mi guardi di fronte piuttosto che dal basso, pigramente pilucco un pezzo di pane mentre finisce il suo discorso... A Oliver è sempre piaciuto parlare tanto per mettere bene in chiaro le cose, e questa è un'altra delle cose che mi piace di lui.
    Sei carino quando pensi di essere bravo a nascondere i tuoi sentimenti. Non per fare lo Sherlock Holmes della situazione, ma con quella luce che hai negli occhi mentre mi guardi è un po' difficile non pensare che sei innamorato.
    Il calore che sento nel petto mentre lo dico è avvolgente e bruciante, perchè nell'esporre in modo così divertito le emozioni di Oliver mi rendo conto che questo è ciò di cui ho sempre avuto bisogno: una persona che prova amore e non ha paura di ammetterlo, che non trova banali le parole e si basa solo sui gesti.
    Immagino che a Bree non dispiaccia l'idea di dividermi con te, sicuramente ne avete già parlato. Però mi chiedevo... A livello sessuale, questo mi rende bi?
    Che modo sciocco di dire che vuoi stare in coppia con loro, Hellstrom.
    Mi porto persino una mano sul mento e guardo altrove, come se stessi rimuginando su questa domanda che si, ovviamente è interessante e prima o poi vorrei darle una risposta, ma che adesso non è importante. Dopo qualche secondo in posa ridacchio e allungo le mani verso il corpo di Bree per tirarlo a me dalla vita, una volta vicino lascio un bacio su quelle labbra morbide.
    Ti ho già detto che non mi interessa se sei un maschio, Oliver. Mi piaci perchè sei tu, non perchè vivi dentro un corpo attraente, ok? In questi mesi mi avete aiutato parecchio e sento di volervi molto bene. Voglio provare a stare insieme a voi, a darmi la chance di essere felice come merito. E come meritate tu e Bree. Anche gli altri, ovviamente, però con Zoey e Maggie mi sentirei un pedofilo ad averci una relazione.
    Ridacchio sul filo di quelle labbra e poi, per sottolineare il concetto, le bacio un'altra volta, con più decisione e passione.
    Un pensiero lontano si affaccia nella mente, il desiderio malato di vedere Cassandra passarci davanti per sbatterle in faccia quanto posso essere felice anche senza di lei.
     
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    “In piedi vinci solo perché sei alto ed è impossibile mirare! Cosa ti hanno messo nel latte da piccolo, un agente lievitante?” sapeva che il suo passato era un punto sensibile da toccare, che non aveva avuto un’infanzia bellissima prima di essere adottato da Eizen. Però Oliver cercava sempre di non evitare l’argomento, di non lasciare pause scomode o cose non dette, perché aveva imparato, sulla sua pelle, che più si era casuali con un argomento e meno diventava pesante. Era un modo per esorcizzare il male che era stato fatto, quello di parlarne in modo così tranquillo. Non voleva ferirlo, voleva essere al suo fianco in qualsiasi cosa… Forse era proprio per questo che voleva rendere ufficiale la cosa, che voleva dare un nome a quello che avevano, per potersi sentire legittimato a preoccuparsi per lui e a supportarlo come poteva.
    Si trovò ad arrossire alle parole di Roy, perché era assurdo che proprio lui, quello che nel sistema aveva più controllo dei suoi sentimenti dopo Soul, fosse così facile da leggere una volta innamorato. Forse era vero che l’amore faceva diventare scemi, che ti rendeva meno pronto a reagire e ragionare. Però non gliene importava, si fidava di lui con ogni fibra del suo essere e non avrebbe lottato contro qualcosa di così bello per paura di qualcosa che era certo non sarebbe mai successo.
    “Non stavo cercando di nasconderlo, solo non volevo che ti sentissi oppresso dicendolo prima...” borbottò, cercando quasi di scusare la sua apparente incapacità a nascondere i suoi sentimenti. Sapeva che Roy non la intendeva come una cosa negativa, ma dentro al loro stesso sistema c’era qualcuno, più di qualcuno, che l’avrebbe considerata tale.
    Alla seguente frase si irrigidì un attimo, tentando di capire se stesse scherzando o se davvero gli avesse scatenato quel dubbio. Non voleva di certo mettere in dubbio la sua sessualità, non voleva che per colpa sua gli venissero dubbi su chi era, non era mai stato questo il suo scopo. Il suo chiedergli in continuazione se gli andasse bene stare con un uomo, con lui, non era per mettere in dubbio la sua eterosessualità, ma per avere la certezza di avere confermata la sua mascolinità. Forse era stato troppo insistente, o troppo insicuro, forse non avrebbe dovuto chiedergli così tante volte…
    Per fortuna si mise a ridere, tirandolo a se e dandogli un bacio sulle labbra che lo fece sciogliere. Amava quei contatti così spontanei, l’affetto che riusciva a sentire in ogni sfioramento di labbra. Roy era molto chiaro nei suoi gesti, non potevi mettere in dubbio i suoi sentimenti e Oliver non poteva che apprezzare la cosa. Pur essendo il protettore del sistema era molto insicuro sull’affetto delle altre persone per lui, perché non aveva mai avuto qualcuno che tenesse a lui come persona e non all’insieme. Era strano ed elettrizzante e si sentiva quasi drogato di quei contatti.
    “Le piccolette ti vedono come un fratello maggiore, non preoccuparti, a modo loro ti vogliono bene. E non avrei mai messo in dubbio la tua moralità Roy, sei una brava persona”
    Era bello lasciarsi andare in quell’abbraccio, sciogliersi tra le sue braccia e lasciare che per una volta fosse qualcun altro a prendersi cura di lui. Non lo sentiva come poco virile, non si sentiva come la donna della coppia, perché sapeva che Roy non lo considerava tale e tanto gli bastava. Era bello fidarsi di qualcuno, sapere che sarebbe stato al tuo fianco in ogni istante e che ti sosteneva in tutto. Era quello che aveva sempre voluto, quello che aveva cercato per così tanto tempo che nemmeno si era reso conto di volerlo. Adesso che ce l’aveva tra le mani aveva il terrore di perderlo.
    “Comunque si, io e Bree abbiamo parlato e lei non ci vede nessun problema. Vuole bene ad entrambi ed è solo contenta se riusciamo a renderci felici. Però non conterei molto sul sostegno di Lou, è ancora un po’ arrabbiata con te e Charlie ha detto di ricordati che è lesbica e quindi che non vuole il tuo… diciamo che ha usato un modo molto colorito per dire che devi tenere le distanze quando c’è lei, ma che supporta la relazione”
    Le decisioni le prendevano tutti insieme, o almeno, quelli che riusciva a contattare del sistema, perché i persecutori e Rain erano troppo inavvicinabili per poterli includere e comunque avrebbero provato a mettere solo scompiglio.
    “Spencer ricorda che puoi mostrargli affetto senza toccarlo perché non sa dove hai messo le mani - scusalo è germofobico - e Soul manda i suoi cordiali saluti e felicitazioni. Testuali parole”
    Non poté che ridere raccontando le reazioni del sistema all’annuncio suo e di Bree. Roy era riuscito a guadagnarsi la simpatia di tutti, ma erano talmente diversi tra loro che era impossibile avere una reazione univoca. Era già un miracolo fossero stati tutti d’accordo nell’iniziare quella relazione, altrimenti dubitava che lui e Bree si sarebbero sentiti abbastanza tranquilli da chiederlo a Roy.
    “Insomma, hai quasi pieno appoggio del sistema come ragazzo”
    Oliver era preoccupato per Dark. Lo sentiva agitarsi nelle profondità delle caverne, sentiva il suo sospiro gelido dietro al collo quando si distraeva. Non era felice, Soul l’aveva avvisato, ma non potevano farci niente. Ogni comunicazione con il persecutore era interrotta dallo stesso ancora prima di iniziare e non sapevano come cercare di fargli capire che non c’erano pericoli, che potevano essere felici. Avvisare Roy del problema? Sicuramente si, sarebbe stato qualcosa da tenere sotto controllo, perché non potevano sapere quando sarebbe venuto a fronte, ma non voleva rovinare quel momento con cose tristi, voleva solo un po’ di felicità, era troppo da chiedere?
    Si chinò in avanti per dargli un altro bacio, leggero, quasi uno sfioramento, prima di appoggiare la testa sulla sua spalla, inspirando a pieni polmoni il suo profumo che stava iniziando a prendere la connotazione di casa.
    “Non hai idea di quanto sono felice in questo momento” confessò, in un sussurro, quasi temendo di esternare quel sentimento per paura che gli fosse strappato via dalle mani. “Spero lo sia anche tu, perché te lo meriti Roy. Meriti tutta la felicità di questa terra”
    E non gli importava se nel suo cuore c’era ancora lo spettro di Cassandra, se non era riuscito a dimenticarla del tutto. Sapeva che era stata una relazione importante, che si fustigava per gli sbagli che aveva commesso e che sentiva ancora rabbia per come era finita. Lo sapeva, ma non gliene importava, perché sapeva che l’affetto che provava per loro era sincero, e tanto gli bastava.


    Edited by Bryony - 28/6/2023, 17:11
     
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    Oliver pensa sempre prima al bene degli altri, poi al suo. Mi chiedo se sia una caratteristica tipica di tutti i protettori dei sistemi delle persone con DID, oppure se è solo lui ad essere così tanto disposto ad annullarsi pur di non turbare il prossimo. Si ok, forse parlare di annullamento in questo caso specifico è un po' esagerato, eppure riesco ad immaginarmelo senza problemi mentre ingoia il rospo e sorride congratulandosi con me per aver scelto di stare solo con Bree.
    Fortunatamente non dovrà soffrire a causa mia, ed io non avrò sulla coscienza anche il suo, di malessere. Mi basta quello che io e Cassandra ci siamo causati a vicenda.
    Lo sento sciogliersi sotto quel bacio che solleva entrambi ad una metaforica spanna da terra per quanto ci sentiamo leggeri e spensierati. Sorrido contro quelle labbra carnose sotto cui vibra l'anima di un caro amico che, chi l'avrebbe mai detto, si sta lentamente trasformando in qualcosa di più.
    Insieme potremmo essere tranquilli, forse persino felici per molto tempo, se ci impegniamo per far funzionare questa cosa. Star dietro a tutti gli alter nel corpo di Bree potrebbe essere complicato all'inizio, scommetto che molte persone si sono sentite oppresse dalla quantità di gente che può vivere dentro quella meravigliosa testolina, e chissà quante relazioni si sono negati... Col tempo vedremo come andrà, non serve schiacciare l'acceleratore fin da subito.
    Ascolto le condizioni degli altri coinquilini dispiacendomi un poco nel sentire che Lou è ancora arrabbiata con me; dovrò trovare un modo di chiederle scusa, se mai vorrà ascoltarmi o provare a perdonarmi. Dubito possa essere così priva di senso critico, no? Quel rifiuto non era rivolto a lei nello specifico, ero turbato e continuare a far sesso ignorando le cicatrici sarebbe stato sbagliato.
    Mi viene da sorridere dinnanzi alle preoccupazioni di Spencer ed il pacato augurio di quella che, se non ho capito male, è una sorta di androide senza emozioni che controlla tutto dalla sua stanzetta asettica. Parlare con lei dopo aver avuto a che fare con Zoey dev'essere stranissimo, come trovarsi in un'improvvisa quiete dopo la tempesta che ti ha stordito di chiacchiere fino a due secondi prima.
    Dì a tutti che li ringrazio e rispetto le loro condizioni. E a Lou che mi dispiace, se mai vorrà chiarire sa dove trovarmi. Pensi le farebbe piacere ricevere un ritratto?
    Alla fine avevo messo su carta i volti di quasi tutti i coinquilini di Bree, mancavano giusto le personalità più "difficili": la sopracitata Lou, Charlie, Soul e Spencer. In ogni caso, sapere d'avere l'appoggio di quasi tutto il gruppo mi faceva molto piacere, rendeva la convivenza molto più semplice.
    Stringo a me quel corpo sinuoso, poggio il capo sul suo ed assaporo il profumo della chioma tenuta ferma da un'elastico. Sarà l'ambiente in cui ci troviamo a suggestionarmi, ma sembra che Oliver odori di fiori di campo e sciroppo d'acero... Mi piace moltissimo, vorrei poter stare così per sempre.
    Anche io lo sono. Se in questo momento non sono chiuso in camera a piangere da settimane è anche merito vostro... E tuo, quindi grazie d'essere qui con me.
    Cassandra è ancora nella mia testa, magari non se ne andrà mai, ma posso provare ad andare oltre lasciandomela alle spalle. Forse un giorno smetterò di sentire del tutto la sua mancanza, e gli occhi del corpo di Bree non saranno più così simili ai suoi.
    Toglimi una curiosità...
    Guardo in basso e, con la mano che non stringe le spalle di Oliver, gli alzo il viso prendendolo delicatamente da sotto il mento.
    Pensi che Charlie vorrà mai una relazione tutta sua? O uno qualsiasi degli altri alter, a parte Maggie ovviamente. E come funzionerà se dovesse accadere? Nel senso... Io lo so che siete esseri distinti, però qualcun altro potrebbe non essere così comprensivo e accettare la cosa. In realtà penso che all'inizio potrebbe far strano anche a me vedervi in giro per il campus abbracciati ad un'altra persona.
    Non era un'ipotesi così lontana dalla realtà, a meno che tutti gli altri dentro la testa di Bree non fossero disposti a rimanere single a vita pur di non innalzare polveroni e litigi. Posso sopportare l'idea che Lou esca qualche sera per uscire con chi le pare, stessa cosa vale per Charlie e tutti gli altri perchè non sono loro quelli con cui ho una relazione... Però si, forse durante i primi tempi e con di mezzo una storia romantica, forse potrei provare del disagio.
    Se non ti va di parlarne adesso va benissimo, però ci siamo promessi di essere sempre sinceri e non volevo tenermi dentro questo dubbio troppo a lungo. L'ultima volta che ho lasciato macerare i miei sentimenti è finita di merda.
     
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    Roy aveva davvero un cuore d’oro. Era grande come dieci campi da quidditch e splendeva di una luce abbagliante che poteva illuminare tutta la terra. Ok, forse era un esagerazione, ma Oliver non aveva idea di quale divinità ringraziare per avere qualcuno di così buono e comprensivo nella sua vita, nella loro vita.
    Chi altri avrebbe mai cercato di andare d’accordo con tutte le personalità del sistema, cercando di sistemare i rapporti con quelle più titubanti? No, molti altri avrebbero preteso che gli altri stessero lontano, permettendo vicino solo quelle con cui aveva una relazione. Un comportamento meschino, anche se comprensibile. Eppure Roy era diverso e Oliver sentiva il cuore scoppiargli nel petto ogni volta che lo guardava.
    “Lou lo apprezzerebbe solo se la descrizione venisse da lei stessa, altrimenti lo considererebbe un tradimento da parte nostra” spiegò, sospirando. Non voleva dirgli che l’astio di Lou non era dovuto solo a quella notte, anche se era convinto di doverlo fare. Solo che non voleva aprire spiacevoli parentesi, non quel giorno… Ma gli doveva sincerità, se l’erano promessi. “Dalle tempo. Lei non ce l’ha davvero con te per quella notte, il motivo è un altro, ma preferirei ne parlassimo in un altro momento, perché è una cosa un po’… Delicata”
    Sincerità non voleva dire dire tutto nel momento stesso che veniva fuori la cosa. Sincerità voleva dire anche essere in grado di mettere dei paletti e fidarsi che sarebbero stati rispettati e lasciar sapere all’altra persona che non stavano nascondendo loro qualcosa, ma solo rimandando la conversazione ad un momento più favorevole.
    Parlare a Roy del terrore di Lou che le impedisse di fare quello che voleva era una cosa che andava affrontata in un momento a parte, quando tutta l’attenzione poteva focalizzarsi sulla ragazza e non divisa con la felicità di quel momento che stavano vivendo insieme. Poi c’era anche la questione che non voleva tirare fuori in quel momento il fatto che si prostituisse, perché non era proprio di classe dire al ragazzo che era diventato il tuo ragazzo da nemmeno cinque minuti che un’altra personalità faceva sesso con altri. Era indubbio che Roy dovesse saperlo e non aveva nessuna intenzione di tenerglielo nascosto, ma tenersi una giornata di felicità non era troppo no?
    A quanto pare per il destino lo era, perché ovviamente Roy doveva porre la domanda che li avrebbe portati a parlare proprio di quello e Oliver non poteva in cuor suo rimandare la conversazione solo perché voleva essere felice. Non era lui e non era il suo compito, la sua felicità era secondaria al bene del sistema e di quella relazione.
    “Non voglio mentirti dicendo che non è una possibilità, perché siamo realisti, lo è” Roy aveva ragione, si erano promessi sincerità a tutti i costi e non voleva iniziare una relazione con un elefante nella stanza di cui nessuno dei due voleva parlare. Era la realtà della loro vita e doveva andare affrontata il prima possibile. “Però posso prometterti che non entreremmo mai in un’altra relazione senza prima parlartene e avere la tua approvazione”
    Quella era una cosa che lui e Bree avevano messo in chiaro fin da subito. Per loro la fiducia e la comunicazione erano vitali, non solo all’interno del sistema, ma anche nelle relazioni con gli altri, e non avrebbero mai iniziato una relazione con Roy se non avessero potuto garantirgli una certa stabilità e sicurezza, non sarebbe stato giusto nei suoi confronti.
    “Tu sei importante Roy, abbiamo deciso di includerti nella nostra vita e quindi hai gli stessi diritti di ognuno di noi, non verrai mai scavalcato per il bene di qualcun altro”
    Tra di loro avevano questa regola: nessuno era inferiore, nessuno aveva meno diritto di un altro di esistere e decisioni che riguardavano tutti loro dovevano essere prese insieme, senza lasciare fuori nessuno. Entrando in una relazione con Roy gli avevano dato un posto d’onore nella tribuna decisionale, almeno per quanto riguardava le cose che lo riguardavano direttamente o indirettamente, non gli avrebbero mai lasciato diritto decisionale su cose che erano solo loro, non si sarebbero mai messi nelle mani di qualcun altro per il loro benessere.
    “Però ci sono due eccezioni a questa cosa: numero uno non abbiamo il contatto con tutti gli alter del sistema, quindi non possiamo garantire che seguano le nostre indicazioni, visto che non sono parte dell’accordo e non hanno dato il consenso a questo, non sappiamo nemmeno se sono a conoscenza della relazione, o se sanno di essere parte di un sistema...” avevano da poco scoperto che il sistema era più grande di quello che pensavano e nessuno, o quasi, aveva una connessione abbastanza forte con quel o quegli alter che non erano ancora entrati nella loro cerchia comunicativa per poter chiedere la loro opinione. Inoltre i persecutori erano una cosa a parte, loro non rispettavano le regole, le infrangevano.
    “Numero due...” sospirò, passandosi nervosamente una mano sulla faccia, cercando di trovare un modo carino per affrontare l’argomento senza iniziare una discussione a riguardo “Bree e Zoey non lo sanno, ma per poterci permettere di vivere in modo dignitoso l’unico modo che abbiamo trovato per avere abbastanza soldi è permettere a Lou di andare a letto con estranei per soldi”
    Si staccò da Roy, cercando di dargli il distacco necessario per poter metabolizzare quella nuova informazione, ma senza davvero lasciarlo da solo, visto che aveva lasciato una mano sulle sue, dandogli la possibilità di togliersi se fosse stato disgustato da loro. Cosa possibile, visto che gli aveva appena detto che andavano a letto con sconosciuti per soldi.
    “Non è qualcosa che siamo felici di dover fare, se ci fosse un’alternativa valida la prenderemmo senza pensarci due volte, ma al momento permettere a Lou fare questo per noi è l’unica soluzione accettabile che abbiamo trovato”
    Come poteva spiegargli che per loro mantenere un lavoro, adesso come adesso, era quasi impossibile? Riuscivano a malapena a frequentare tutte le lezioni, figuriamoci convincere tutti quanti a rispettare gli orari e le mansioni di un lavoro che non volevano. Non potevano nemmeno più contare sugli incontri clandestini, perché i lividi e i dolori impedivano di svolgere gli esercizi pratici del corso, inficiando così il loro futuro.
    “L’anno prossimo andrà meglio, abbiamo ottenuto la borsa di studio Carter e quindi già togliere quelle spese è un sollievo. Però ci servono i soldi per vivere Roy… Ti prego, non chiederci di smettere, non finché non abbiamo trovato un’alternativa valida” perché per lui l’avrebbero fatto. Avrebbero tagliato l’unico introito di soldi per il suo bene, magari tornando ai combattimenti o provando per l’ennesima volta a mantenere un lavoro sapendo benissimo che avrebbe causato maggiore stress e rischi per il sistema. Però quello che gli aveva promesso era vero, la sua opinione contava, visto che ne era direttamente interessato, e non avrebbero mai continuato se a lui causava più male che bene.
     
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    La pazienza è una delle mie migliori qualità, se non avessi voluto rispettare i tempi di Cassandra mi sarei allontanato da lei molto prima, e fanculo al pensare che ne sarebbe valsa la pena. Col senno di poi, forse facendo così avrei risparmiato dolore ad entrambi, ma non sono mai stato bravo ad evitare di seguire il mio cuore.
    Aspetterò che Lou venga da me, una volta che le sarà passata l'incazzatura, e non dovremo nemmeno parlare chissà quanto se lei non vuole. Starò zitto mentre lei si descrive e l'unico rumore ad un certo punto sarà solo quello della matita che gratta lungo la candida superficie della carta. E se non vorrà mai più avere a che fare con me, lo accetterò. Ci sono tutti gli altri a farmi compagnia, questo enorme gruppo di amici in cui ho trovato ben due individui con cui relazionarmi più intimamente... Sembra un sogno divenuto realtà, quasi fatico a crederci.
    Scoprire le sfaccettature di ognuno di loro diventa ogni giorno più affascinante, essendo persone distinte possiedono gusti e modi di parlare differenti, così come abilità o la modalità con cui si approcciano alla vita. Non è dunque chissà che grande sorpresa avere la conferma da Oliver che si, potrebbe succedere che uno di loro s'innamori di qualcun altro e desideri la sua relazione. Chi sono io per negare a Charlie la possibilità di stringere la donna della sua vita? O a Zoey di provare forti sentimenti per un ragazzo incontrato per caso? Certo, parte di me sa che rimarrei inizialmente stranito nel vederli approcciarsi ad estranei in questo modo, però non sarebbe un vero e proprio tradimento... Solo a livello fisico, volendo, ma non vedo il corpo di Bree come un'oggetto o merce di scambio, quindi non posseggo alcun diritto su di esso solo perchè sto insieme ad Oliver e Bryony. E loro due saranno sempre sinceri e fedeli nei miei confronti, lo so.
    Sentire che non verrò mai scavalcato per il bene di un'altra persona mi provoca nello stesso istante un forte e piacevole calore all'altezza del petto ed un'acida gelosia che corrode le pareti dello stomaco. Penso ovviamente a Cassandra ed il suo gemello, colui che è sempre stato al primo posto nel cuore della brasiliana e che lei non ha mai negato di amare più di me. E' così tanto da egoisti sperare di essere al primo posto tra gli affetti della tua ragazza? A quanto pare si... Però con Bree ed Oliver non accadrà mai, perchè loro sono onesti e ci tengono a me, pure se al momento non li amo ed i loro occhi a volte mi ricordano ancora i bei momenti passati con la mia ex.
    Stringo il corpo di Bryony mentre l'ascolto attentamente ed al contempo ne carezzo la schiena con dolcezza. Aggrotto appena le sopracciglia quando apprendo che ci sono altri nel sistema oltre a quelli che già conosco, persone che magari non sanno di essere parte d'una grande famiglia e magari mai lo sapranno... Lo trovo un po' triste, ed anche interessante. Un po' capisco Gabriel quando parla dei misteri della mente e del labirinto che è la psiche umana, penso che troverebbe il caso di Bree molto affascinante se gliene parlassi, cosa che ancora non ho fatto perchè non vorrei mai che iniziasse a girarle attorno tipo avvoltoio.
    La seconda parte del discorso di Oliver è si sorprendente, seppur in modo diverso. Mi torna in mente il giorno in cui ho conosciuto il ragazzo in quel vicolo di Londra, era vestito in modo succinto e aveva appena finito di picchiare un'uomo... All'epoca non ci diedi peso, ma adesso immagino si fosse trattato di un diverbio con un cliente dalle mani troppo lunghe o che non voleva pagare il servizio. Mi spiace sapere che siano costretti a vendersi per vivere, perchè è evidente che non siano felici di farlo e Oliver me lo conferma subito.
    Squadro quel corpo esile con preoccupazione, li immagino alle prese con una persona troppo esigente o pericolosa che vuole far loro del male e subito mi scatta il desiderio di volerli proteggere. Quel maledetto bisogno di essere sempre il cavaliere della persona a cui tengo, a qualsiasi costo.
    Mi morsico il labbro inferiore quando il ragazzo mi ferma dicendo di non chiedere loro di smettere, perchè vorrei davvero lo facessero, ma non per me -perchè alla fine dei conti non li schifo ciò che fanno- piuttosto per loro stessi.
    Potreste farvi molto male... Lo so che tu sei forte e puoi difendere gli altri, ma se la persona sbagliata dovesse prenderti alle spalle cosa faresti?
    Sono sinceramente preoccupato, ed il mio cervello si arrovella per trovare una soluzione finchè, all'improvviso, la lampadina si accende ed insieme a lei tutto il mio volto, che ora è una maschera di entusiasmo.
    Perchè non venite a vivere con me? Non nella casa di mio padre e suo marito, intendo nella mia... Che ancora non ho, ma pensavo di prendere in affitto molto presto! Sto iniziando a fare lavoretti come illustratore e se tutto va bene entro la fine dell'anno potrei essere in grado di mantenermi senza problemi, così tu e gli altri mi farete da coinquilini mentre cercate un'alternativa più sicura e finite il corso di Spezzaincantesimi!
    Quello che sto dicendo senza metterlo palesemente sul piatto è che potrei mantenerli io per un pochino, giusto finchè le cose non andranno meglio. In fondo a Cassandra ho pagato tutte le vacanze che abbiamo fatto insieme, non è poi così diverso, no?
    Oliver però a tratti mi sembra addirittura più orgoglioso della brasiliana, ed è fin troppo intelligente per essere raggirato, quindi fermo sul nascere qualsiasi lamentela piazzandogli le mani sulle guance per carezzarne la pelle morbida mentre lo avvicino con gentile fermezza a me.
    Non sarà per sempre, te lo prometto. E poi potrete ripagarmi di tutto una volta che vi sarete sistemati e... Sarà bello avervi in giro per casa, così nessuno dovrà essere più solo. Beh, in realtà con gatto, parrocchetto e serpente non rischio di morire di solitudine, ma hai capito cosa intendo.
    Ridacchio al pensiero di una Zoey super estasiata dal mio piccolo zoo, magari Maggie sarà un po' spaventata da Klimt ma non ci vorrà niente a farle capire che è buono. Sarà come avere una seconda famiglia anche dopo essermene andato dal tetto paterno e spero con tutto il cuore che dicano di si.
    Oliver, non m'importa di quello che fate per vivere, però vorrei sapervi al sicuro e so che se siamo insieme andrà tutto bene. Mi fido di voi e vi adoro per tutto l'amore e l'importanza che mi state dando, quindi vi prego, permettetemi di ricambiare aiutandovi in questo modo.


    Edited by Roughton - 18/9/2023, 15:16
     
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    oliver

    Era inutile dire che la reazione di Roy lo preoccupava. Sentiva la mascella serrarsi, la tensione che tendeva la faccia e il corpo, come se si stesse preparando a combattere o a fuggire. Era una reazione umana, la paura, l’incertezza, ti facevano agire come un animale braccato, pronto a difendersi e a fare qualsiasi cosa per portare a casa la pelle.
    Peccato che non erano animali e Roy non era una minaccia. Eppure Oliver si sentiva quasi più teso in quel momento che prima di qualsiasi scontro fisico che aveva dovuto affrontare in passato. Perché per quanto fosse forte e pronto a difendere i suoi fratelli fino alla morte, non era così bravo nell’essere il protettore dei suoi stessi sentimenti. Aveva sempre cercato di creare un muro tra lui e l’esterno, per essere sempre pronto ad operare, per poter avere sempre il potere di eseguire al meglio il suo compito di protettore primario. Eppure Roy era riuscito a superare quel muro, ad entrare nelle sue difese e farlo sentire vulnerabile e indifeso. Per Bree e Zoey era una buona cosa, perché lo avevano sempre invitato a cercare di formare dei contatti con l’esterno, di trovare il suo mondo al di fuori del suo ruolo. Adesso che era a quel punto era felice e terrorizzato allo stesso tempo, perché era fuori dalla sua area di comfort e non sapeva prevedere niente.
    “Facciamo quello che possiamo per proteggerci, io e Lou non metteremmo mai a rischio il sistema, nemmeno per dei soldi facili” cercò di rassicurarlo, convinto di quanto aveva detto. Lou era giovane, in tutti i sensi, ma era molto brava a capire le persone e sapeva quanto spingersi e quando era ora di lasciar perdere. Oliver era sempre pronto ad intervenire, ce ne fosse stato il bisogno, e anche Charlie non si tirava indietro dal fare il suo. Erano dei protettori, sapevano fare il loro lavoro.
    La successiva domanda lo paralizzò, mozzandogli il fiato in gola. Tutto si era aspettato, la preoccupazione per la loro sicurezza era stata toccante e la migliore tra le possibili risposte, ma questo?
    Sentiva la testa ovattata, i ricordi che premevano per tornare in superficie, ricordandogli perché non era il caso di vivere con qualcuno, perché era meglio stare da soli e avere il loro spazio personale. Perché essere da soli ti proteggeva dagli abusi, ti proteggeva dalle violenze e da quelli che volevano approfittare di te nei tuoi momenti più fragili. Essere da soli voleva dire lasciar cadere tutte le maschere e non era pronto a farlo, nemmeno per Roy.
    Non siamo al sicuro, ed è solo colpa tua
    Immagini di loro da bambini, rinchiusi in uno sgabuzzino, terrorizzati da quello che sarebbe successo una volta che la porta si fosse aperta. Loro qualche anno dopo, che vivevano insieme ad altri senzatetto che li tenevano bloccati a terra per rubare i pochi soldi che avevano. Nel dormitorio tassorosso, costretti a nascondere gli switch, terrorizzati da cosa poteva succedere se fossero stati scoperti.
    Vivere insieme a qualcuno aveva sempre portato solo problemi e Oliver non avrebbe permesso che gli altri soffrissero per colpa sua.
    Non sei in grado di proteggerci, non sei abbastanza forte
    Altre immagini di loro al dormitorio dell’accademia, il primo anno, con la loro compagna di stanza che aveva portato il suo fidanzato, che una volta soli aveva cercato di fare sesso con loro. I loro genitori, che li picchiavano ogni volta che facevano qualcosa di sbagliato. I ragazzi ad Hogwarts, che li prendevano in giro per il loro essere diversi. E Oliver che impotente guardava gli eventi, incapace di proteggere i suoi fratelli e sorelle
    Lascia che me ne occupi io
    La voce melliflua di Dark riecheggia nella mente, quasi un balsamo in mezzo a tutti quei ricordi dolorosi. Oliver sente la nausea aumentare mentre cerca di combattere l’influenza del persecutore, di non lasciargli il comando quando tutto gli dice che deve farlo, perché Dark è capace, Dark è forte… Dark è un persecutore, ma il suo scopo è proteggere il sistema, non distruggerlo, cosa potrebbe succedere di male a lasciargli il controllo?
    Roy
    Ecco cosa potrebbe succedere di male, Dark non vuole Roy nelle loro vite, lo vuole allontanare e Oliver non può permetterlo, non può lasciarlo nelle mani del demone. Eppure è troppo tardi, lo sente. Sente la sua coscienza scivolare indietro, quasi intrappolato nelle sabbie mobili, si vede quasi dall’esterno, il corpo immobile, gli occhi persi e le labbra strette e tese, quasi a cercare di trattenere la bile che risale fino alla gola.
    Ti prego non farlo...
    L’ultima supplica, l’ultima preghiera, e poi la voce di Dark che lo accompagna nel vuoto.
    Non preoccuparti, risolverò tutto io


    oliver

    Stare nel corpo era fastidioso, la sensazione di non appartenenza, il costante prurito che sentiva sulla pelle, quasi mille aghi continuassero a punzecchiarlo e rendergli la rimanenza ancora più sgradevole. Se poteva evitava di prendere possesso di quel pezzo di carne, preferendo la sicurezza della mente, della sua caverna e della sua solitudine. Era più facile da lì sussurrare le giuste parole, lasciare che la sua voce si insinuasse nei pensieri come un sogno, lasciando brandelli di pensieri che scombinavano la vita dei suoi compagni di mente.
    Niente era più importante per lui che proteggersi, stare al sicuro e lontano da ogni pericolo, impedire che quell’involucro diventasse la loro prigione effettiva, oltre che metafisica.
    Aprì gli occhi, il volto una maschera di cera privo di emozioni, gli occhi pieni di una feroce calma che apparteneva solo a lui nel sistema, incapace di essere messa a tacere anche dalle doti attoriali migliori.
    Avrebbe potuto fingere di essere Oliver. Ne era capace, era il migliore di tutti a fingere di essere gli altri, ma per una volta non voleva farlo. Non voleva fingere di essere qualcun altro, non voleva sussurrare nell’ombra e lasciare che gli altri mettessero le cose al loro giusto posto, perché lo facevano sempre in modo sgraziato, privo dell’eleganza e raffinatezza che avrebbe potuto mettere lui facendole in prima persona. Però era meglio così, lasciare che gli altri sistemassero il loro destino con le loro stesse mani, con le loro forze… con un piccolo aiuto di Dark, ma mai niente che potesse essere considerato una forzatura.
    “Ricambiare… Una parola interessante hai usato”
    Il tono di voce è pacato, le parole risuonano quasi strascicate, melodiche, il timbro basso e chiaramente mascolino. Dark non si identifica davvero con un genere, quello è un concetto umano assurdo e senza senso, ma si sente più a suo agio con le ottave basse, con la parlata roca e potente, più che acuta e squillante.
    “Ricambiare implica uno scambio eguale, dare qualcosa che già hai all’altra persona” gli occhi si puntano sul volto di Roy, attenti e letali, nonostante la apparente calma che appare sul volto. “Quindi vuol dire che ti senti in gabbia e vuoi che anche noi ci finiamo”
    Il modo in cui lo disse sembrava quasi stesse commentando il tempo, informazioni banali e senza senso, quando in realtà in quelle parole si nascondeva tutta la rabbia e la disperazione che il sistema sentiva ogni volta che si trovava costretta a sopravvivere, a lasciarsi in balia degli altri perché era l’unico modo per andare avanti.
    “Non voglio sentire scuse” alzò un dito, bloccando qualsiasi protesta potesse arrivare dal ragazzo, non voleva sentire le sue parole vuote, il tentativo di negare qualcosa che era chiaro e cristallino “lo sai che è così”
    Perché Dark aveva ogni informazione che poteva servire per avere un panorama chiaro della situazione. Lui sapeva dei sospetti di Bree che non fosse ancora riuscito a dimenticare la sua ragazza, della certezza di Oliver su quanto guardarli negli occhi gli provocasse ancora dolore. Sapeva cosa celava l’animo di Roy e non gli piaceva. Aveva provato a sussurrare parole nell’orecchio di Oliver, di ricordare a Bree che non era fatta per stare con qualcuno, ma i due si erano uniti e avevano bloccato ogni influenza di Dark, compiendo una scelta a suo dire sbagliata. Lui non era adatto a loro, li avrebbe solo fatti soffrire, avrebbe rovinato ogni loro tentativo di vivere una vita normale e Dark doveva impedirlo.
    “Come sta Cassandra?” chiese placidamente, lasciando che solo un angolo della bocca si sollevasse, sapendo che quello era uno scacco bello e buono in quella partita che stavano giocando “Guardami negli occhi mentre rispondi per favore, o ancora non riesci a venire a patti con quello che hai fatto?”
    Sentiva nella mente Oliver che cercava di riprendere il controllo, Bree che iniziava a mostrare qualche segno di interesse nell’esterno, risvegliandosi dal sonno in cui si nascondeva dentro la mente. Non aveva molto tempo, il suo contatto con l’esterno era fragile e facilmente spezzabile, ma avrebbe fatto quello che doveva nel poco tempo che gli rimaneva.
     
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    Nel guardare quel corpo immobile, realizzo di aver fatto un gran casino.
    Ho esagerato col chiedere loro di venire a vivere con me, potevo prendere il tutto con più calma visto che ci siamo letteralmente appena messi insieme, invece ho dovuto fare il cavaliere dall'armatura scintillante sempre disposto ad allungare una mano verso la sua principessa in difficoltà. E ora Oliver è chissà dove, perso nel labirinto di quella mente così affascinante e complicata.
    Devo aver triggerato qualcosa in loro, forse ho portato alla luce un ricordo spiacevole di cui non ero a conoscenza... Se lo avessi saputo sarei stato zitto, cazzo! Perchè il mio fottuto entusiasmo deve sempre rovinare tutto? Perchè non posso reagire come una persona normale invece che come un coglione bisognoso di tutto l'amore che questa persona ha da offrire? Perchè certo, la proposta era per il loro bene, ma anche per il mio.
    Con l'unica compagnia dei miei animali mi sarei sentito solo, mentre con Bree e gli altri ci sarebbe sempre stato qualcuno con cui parlare e ridere, e nel frattempo li avrei protetti dal lavoro sulla strada. Pensavo mi avrebbero ringraziato, in un mondo perfetto Oliver avrebbe accettato dopo qualche reticenza, invece li ho rotti e non so cosa fare!
    Lo guardo con espressione preoccupata, una mano si è posata d'istinto sulla sua spalla anche se un contatto fisico in questo momento potrebbe non essere l'ideale, ma devo fargli sapere che ci sono e che andrà tutto bene e... C'è qualcosa di strano, negli occhi che mi stanno fissando. La sensazione di disagio giunge talmente in fretta che nemmeno riesco a sorridere o provare sollievo, stacco la mano e mi allontano col busto, spaventato dall'improvvisa freddezza che percepisco in quello sguardo ombroso.
    La persona che ho davanti è qualcuno che non ho mai incontrato, il timbro di voce basso mi fa pensare ad un'entità maschile ma non è detto, e la totale calma che traspare da quell'inquietante mancanza di emozioni mi fa gelare il sangue nelle vene. L'istinto mi dice che, chiunque esso sia, è pericoloso.
    Quando parla di gabbie lo guardo stranito, apro la bocca per protestare ma subito mi ferma. Di cosa cazzo sta parlando? Io non mi sento in gabbia, e di certo non vorrei mai controllarli dopo quello che hanno passato, anzi, speravo di potergli donare ancora più libertà.
    Sentire il nome di Cassandra mi mette in allerta, raddrizzo la schiena ed irrigidisco i muscoli del viso, quasi fossi stato punto con un'ago nel punto più tenero del corpo. Assottiglio lo sguardo per piantarlo su quello familiare ed al contempo estraneo di Bree, vorrei poter leggere nella mente di questa nuova personalità per cercare di capire cosa vuole, se desidera semplicemente spaventarmi o se davvero è capace di leggermi nel cuore.
    La mia ex sta vivendo la sua vita, ed io la mia. Non la vedo da quando ci siamo lasciati.
    Avevo solo notato la sua chioma aggirarsi per il campus un paio di volte, ma a parte questo non avevamo davvero più parlato e probabilmente avremmo continuato ad evitarci per il resto delle nostre vite.
    E se avessi ancora dei rimorsi non sarei qui, che dici?
    Baciare Bree è stato uno sbaglio, ma non me sto pentendo. Forse la storia con Cassandra sarebbe finita comunque, con o senza il mio tradimento. Se mi odiassi non avrei detto di si ad Oliver, li avrei evitati per stare nella solitudine che pensavo di meritare, invece che scegliere di riprovarci... Oppure sono tutte bugie che mi sto raccontando e non riesco ad ammettere nemmeno a me stesso; di sicuro, se lo sono, non le ammetterò con lui.
    Comunque hai detto solo una sfilza di stronzate, perchè io non mi sento affatto in gabbia e non oserei mai mettere una catena attorno alla caviglia del vostro corpo. Voglio solo il vostro bene, e se tu stai cercando di spaventarmi per mandarmi via allora hai sbagliato persona. Ora tornatene da dove sei uscito, ok? Stavo parlando col mio ragazzo.
    Uso il tono più duro di cui sono capace, rimanendo saldo sul posto e con gli occhi scuri fissi nei suoi. Io da qui non mi muovo, stronzo, fai pure la tua mossa.

     
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    oliver

    Sembrava quasi un piccolo cucciolo di cane, così indignato e rabbioso, ma pericoloso quanto una piuma. Dark provava quasi pietà per lui, perché non sembrava davvero capire quanto il mondo fosse pericoloso, quanto ogni sua parola, ogni sua azione, potesse essere fatale.
    Aveva sofferto nella vita? Aveva avuto almeno brutte esperienze? Perché da come si comportava sembrava aver avuto una vita perfetta, protetta e agiata, ma dai ricordi di Oliver sapeva che non era così, che qualcosa nel suo passato c’era stato, anche se sembrava averlo plasmato in un modo assurdo e incomprensibile per il demone. Oppure stava negando tutto? Stava cercando di vivere la vita come se nulla fosse successo? Perché quello era ancora più assurdo, dal suo punto di vista.
    “Tratti così il sistema?” replicò gelido, incurante dell’odio nei suoi confronti, ci era abituato, ma irritato dalla facilità con cui voleva mandar via lui per avere il suo preferito affianco. “Non scegli tu chi sta a fronte, adattati a quello che trovi o sparisci dalle nostre vite”
    La seconda era la soluzione migliore per Dark, ma sapeva che era anche la più improbabile perché stava iniziando a capire che tipo di persona aveva davanti ed era una persona testarda e integra, non avrebbe mai abbandonato i suoi nuovi interessi amorosi, non per delle minacce. Doveva cambiare strategia, perché la sua priorità era la sicurezza del sistema e con lui accanto, così vulnerabile e ignorante non sarebbero mai stati al sicuro.
    “Io non me ne andrò mai” continuò, imperturbabile, lo sguardo fisso e placido di un predatore, di qualcuno che sapeva di avere la mano vincente e quindi non sentiva il bisogno di scomporsi. “Non sono una bestiolina che puoi scacciare a tuo piacimento, sono arrivato prima di te, sono qui dall’inizio delle nostre vite, direi che ho più diritto di te di decidere se posso o meno stare a fronte, non trovi?”
    Avrebbe osato ribadire anche su una cosa così basilare? Avrebbe provato a dire che Oliver aveva più diritto di lui di stare a fronte, di prendere possesso del corpo e di decidere del suo destino? Sapeva almeno chi era lui per il sistema o gli interessava solo il suo giovamento, incapace di accettare che anche altri avevano il diritto a vivere, oltre ai suoi preferiti.
    Da quanto sapeva non aveva ancora incontrato Soul, ma l’androide non sembrava particolarmente turbata dalla sua presenza, ritenendolo una minaccia minima e per questo ignorabile. Neanche Charlie, da quanto sapeva, aveva ancora avuto l’onore di incontrare il nuovo ragazzo di Oliver e Bree, ma da quanto aveva udito negli echi della sua grotta non sembrava essere contraria alla sua presenza. Strano, un tempo sarebbe stata la prima a volerlo scacciare, ma un tempo era anche una sua collega persecutrice, era lo spauracchio degli altri alter, non doveva farsi apprezzare.
    C’era un motivo se i persecutori esistevano, erano coloro che prendevano le decisioni più dure, fregandosene di piacere o meno. Erano i protettori finali, quelli che andavano contro il sistema stesso pur di tenerlo al sicuro. Persecutore era solo una parola, una denominazione che Dark, personalmente, trovava ridicola. I veri persecutori erano fuori, erano quelli che volevano renderti schiavo e tenerti zitto con la violenza, non di certo loro.
    “Vuoi il nostro bene? E sei convinto di farlo così? Si, lo sei, ed è proprio questo il problema” sospirò, esasperato, perché si trovava davanti l’ennesimo bambino da spaventare per il suo bene. “Non hai idea di cosa abbiamo bisogno. Non hai idea di cosa ci può far star male. Non sai niente di noi, del nostro passato e di quello che ci serve per andare avanti”
    E chi ce l’aveva? Su quello doveva essere onesto, loro stessi non sapevano come andare avanti in modo sano, altrimenti non sarebbero stati così frammentati, con pezzi dormienti e incapaci a fondersi. Erano stabili, ma sapevano bene che la loro psiche era un castello di carte pronto a crollare al primo soffio di un’influenza esterna e Roy sembrava essere capace di scatenare una bufera in loro, spazzando via ogni tentativo di stabilità che avevano trovato in quegli anni.
    “Non sei il nostro salvatore, non sei il principe dalla scintillante armatura che ci porta nel suo castello rendendoci principesse, togliendoci da una vita di stenti e dandoci soldi e potere” il tono si era fatto più gelido, aveva bisogno che il punto venisse compreso alla perfezione e che non ci fossero fraintendimenti. Lui non poteva salvarli, non poteva fare l’eroe. Prima lo capiva e prima se ne sarebbe andato, lasciandoli nella loro stabilità, nel loro piccolo angolo sicuro di mondo.
    “Perché è questo che vuoi vero? Sentirti utile, sentirti l’eroe. Non puoi salvare nessuno se prima non salvi te stesso e non sei in grado di fare nemmeno quello”
    Forse era stato duro, ma non gli importava. Aveva capito che tipo di persona era Roy e non voleva che si facesse strane idee, che pretendesse cose da loro che non erano in grado di dargli e che lui non era in diritto di chiedere. Se ne sarebbe finalmente andato capendo che non era un salvatore per loro?
     
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