Osserva, Potresti imparare qualcosa.

Pt. Uno.

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  1. - Drago. O.F.
     
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    [font=times]- Te lo concedo.
    Ne altrettanto interessante, bisogna arrendersi all'evidenza.-

    Un'asserzione.
    L'ultimo sorriso sghembo riservato a lei.
    E a lei soltanto.
    Poi è battaglia.
    Avanzo imperturbabile, con lo scudo eretto su di noi.
    Non temo i ragni, poiché anche loro possono sanguinare.
    Esattamente come me. Come noi.
    Ne schianto e neutralizzò una dozzina, senza battere ciglio.
    Devono capire.
    Sapere che qui, in casa loro, siamo noi la minaccia.
    L'orso ha messo il muso nell' alveare.
    E consumerà tutto il miele.
    Noncurante, dopotutto, delle punture inferte dalle operaie.
    - Come vedi, queste creature vivono in spazi angusti e bui. -
    Il mio commento è tanto freddo quanto, in via del tutto esclusiva, personale.
    Pronunciato in tono confidenziale.
    Non dissimile da come apparirebbe altrove.
    In un aula popolata solo da noi due, ad esempio.
    Oppure, alternativamente, tra le coperte di un letto preso a nolo.
    Per qualche ora, e quella soltanto.
    - Difatto, sono la luce e il fuoco che temono.-
    Chiudo gli occhi, appellandolo tacitamente.

    Oh si, stramaledetto cazzo! Era ora!
    Signore e signori, ragazzi e ragazze, benvenuti allo spettacolo del F.F! Che sta per "Fottuto Fachiro", qualora ve lo steste chiedendo.
    Mi raccomando, gustate i nostri snack! I quali, da qui a poco, prevederanno zampe di ragno abbrustolite e crocantissimi occhi flambè.
    Dunque, miei piccoli topolini da tastiera, vi sono mancato? Lo so, perdonatemi. Io non ho colpe. La testolina di cazzo che, da quanto ho capito, muove tutti noi era troppo impegnato a crogiolarsi nei cazzi suoi per degnarsi di mettere insieme due verbi e quattro locuzioni sensate. Però hey, capita! Per Merlino, ovviamente io gli staccherei la testa, la brucerei ben benino e poi la appenderei sulla porta, però capita! Capiamolo, suvvia!
    Detto ciò, non vedo perché si debba perdere altro tempo.
    Potremmo stare qui a descrivervi per filo e per segno, magari con una linea di dialogo, le azioni che compirò nell' immediatezza. Però a quanto pare ci pesa il culo, quindi facciamo conto che ho lanciato un bel lumos maxima non verbale come antipasto e non se ne parla più.
    ~ Mia cara ragazza, non trastulliamoci ulteriormente.
    Dobbiamo isolarla, ed è imparativo farlo il prima possibile. ~
    , comunque quell'altro lo imito sempre da dio, non c'è che dire, ~ Regolohov!~
    E sbadabim e sbadabam, e sbadabim e sbadabam, in un attimo tre quarti dei ragni fuggono col culo in fiamme e l'ordine è ristabilito in via Giovanni da Proc...nella foresta proibita. Si, proprio quello volevo dire.
    ~ Tieni a bada gli altri, devo convincere un attimino la padrona di casa a collaborare. ~
    Punto la nostra bacchetta in direzione della matriarca, cercando per qualche istante di capire, esattamente, a quale occhio mirare. ~ Imperio! ~, sussurro trai i denti cosicché la ragazza non possa sentirmi. La cautela, come dice quell'altro, non è mai troppa.
    Manda i tuoi figlioletti a nanna mammina, dì loro che va tutto bene. Non devono stare in pena, nessuno di voi morirà.
    La creatura schiocca le tenaglie a spron battuto, e già solo il rumore prodotto dalle medesime, in altre situazioni, sarebbe sufficiente a farmela uccidere sul colpo per il fastidio. Ma non oggi però, no, devo fare il bravo. Ne va della mia quieta convivenza con il """buon""" signor Dragomir. Lui, e la sua smodata passione per la patatina giovane.
    E adesso, mia cara amica cicciona e pelosetta, fai conto di addormentarti, per molto tempo, dopo il prossimo schiantesimo. Le ficco un everte statim dritto sul muso, e questa cade a terra manco l'avesse colpita un infarto fulminante. Che attrice signori, che performance, direi da oscar a mani basse.
    Ok mio caro, tocca di nuovo a te.
    E, per cortesia, vedi di scopartela entro il prossimo mese questa qui. Perché, che tu ci creda o meno, quando hai i coglioni pieni, soffro anche io. Grazie.

    Poco ortodosso come sempre.
    E decisamente meno cauto.
    Non che mi aspettassi altro.
    - Feyre, è svenuta.
    I suoi figli e figlie si rintaneranno per la paura, vieni.

    Il nostro premio, sfugge direttamente dalle protuberanze mandibolari della bestia.
    Difatto, ne ha secreto molto in previsione di ciò che sarebbe potuto essere.
    - Ora seguimi passo per passo, e ripeti lo stesso con l'altra tenaglia.
    Le ghiandole velenifere sono sul collo, in corrispondenza della mandibola.
    Prendi le ampolle, poi premi.
    È una semplice mungitura infondo, se sai come muoverti. -

    Prelevo il necessario nella metà del suo tempo, soffermandomi poi su di lei.
    Sui suoi capelli.
    Le curve.
    Le cosce scoperte e sporcate di terriccio in seguito alla battaglia.
    Istintivamente, una mano raggiunge la sua guancia e le scosta i capelli dal viso.
    C'è una parte di me, che vuole guardala.
    Così come, dopo un lungo lavoro, si guarda una pozione perfettamente riuscita.
    E, forse, in modo anche più interessato.
    Nonché carico di bramosia.
    - Non sei ferita, dico bene? È tutto...ok? -
    "Ok." Quanto odio questa parola idiota.
    La trovo priva di significato, o stile.
    Questo di solito, almeno.
     
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